...And so, this is life
Capitolo 3 - Tra una lacrima e una risata
-Uff...
è andata.-
Il mostro dalle squame giallo ocra si arrestò vicino a un
lampione che si elevava dal bordo del marciapiede e respirò
profondamente, mentre la sua ragazza ruotò il capo e la
guardò comprensiva.
Fino a non molto tempo fa la Spearish era solita spostarsi con
un'andatura abbastanza sostenuta, come se persino nel semplice atto
della camminata potesse esplodere di energia e prepararsi ad affrontare
un'eventuale battaglia nel pieno delle sue forze. Alphys
però
non era certo così atletica, per cui alla fine si era
abituata
ai suoi passetti docili e goffi e ad avanzare con lei tenendola per
mano; aveva promesso a se stessa che mai l'avrebbe fatta stancare per
colpa delle sue gambe agili e ben allenate, e che l'avrebbe
accompagnata con amore e devozione ovunque il suo
quieto zampettare l'avesse condotta.
Eppure, appena erano uscite dalla centrale di polizia era stata la
Dinozap a partire
in quarta allontanandosi dallo stabile e da sguardi indiscreti,
mantenendo la stessa insolita velocità anche dopo che
l'edificio
era
sparito dietro l'angolo della strada. Undyne la conosceva troppo bene
per non capire subito il motivo di tanta agitazione, e
tentò di
rasserenarla stringendo forte la sua manina e
passandole attraverso quel delicato contatto scaglie-squame
tutto il calore possibile.
-Coraggio, mi sono iscritta e non ci hanno nemmeno sbattuto fuori,
è un grande risultato non credi?-
In seguito al loro abituale pasto irrisorio del mezzogiorno, le due
erano andate alla centrale di Pleedothoons Town per iscrivere Undyne
al concorso per agenti di polizia. Sembrava quasi irreale il fatto che
quella breve uscita si fosse conclusa con un successo tale, soprattutto
considerando le occhiate non proprio amichevoli degli umani poliziotti
che le avevano squadrate dalla testa ai piedi. Già
dall'istante
in cui avevano varcato la soglia della struttura infatti, si era
percepita un'ostilità velata culminata poi in un'atmosfera
fredda e pesante, una davvero difficile da gestire per una tipetta
ansiosa come Alphys.
Quando quest'ultima udì il tono incoraggiante dell'amata si
pentì immediatamente del suo commento di poc'anzi: non
voleva smorzarle
l'entusiasmo, sapeva con quanta euforia le aveva parlato di questo
possibile lavoro, e quanto il suo ottenimento l'avrebbe riempita di
gioia.
L'idea era stata anche
mia...
-S-scusami, Undyne. Mi sentivo come... nel b-bel mezzo di una battaglia
e non ho retto.- ammise alla fine, amareggiata.
Quella si inginocchiò dinanzi al mostro dinosauro
stringendole
sempre la mano con la sua, e nonostante la risposta fugace era evidente
che non provava alcun astio verso di lei: -Lo capisco, stai tranquilla-.
La sua espressione mutò completamente; si ritrovò
immersa
nel fragrante profumo della Spearish, ora a pochi centimetri dal suo
muso, e perciò le venne naturale dischiudere la bocca e
ricambiare il sorriso.
-In ogni caso sembrava davvero... un posto serio, ordinato.-
Non ebbe bisogno di sforzarsi per elencare gli aspetti positivi che
erano comunque emersi dalla loro visita alla centrale, le sue parole
erano sincere e dalla frase che ne seguì constatò
con
immenso sollievo che Undyne lo aveva capito.
-Già, e quegli umani erano ligi al dovere, anche se si sono
ritrovati due mostri davanti!-
-Undyne, non avrai alcun problema con quel concorso. Sei perfetta per
questo ruolo.- continuò ottimista.
Il mostro pesce allora allungò l'altro braccio per
accarezzarle la
guancia, ma la ex-scienziata anticipò il gesto piegando la
testa
e adagiandola sul palmo della mano, le dita celesti e affusolate della
sua ragazza che le solleticarono con tenerezza le squame.
Dovette quindi chiudere le palpebre per cacciare indietro qualche
dispettosa
lacrima di commozione, e Alphys rimase lì immobile a godere
del suo tocco angelico...
-Alphy... grazie.-
Aprì gli occhi e arrossì di botto.
Adorava quel nomignolo ed era grata per aver acconsentito - seppur
mezza addormentata - alla richiesta di Undyne, tuttavia trovava ancora
strano essere chiamata in questa maniera: sul momento non aveva pensato
seriamente a cosa significasse, a quali risvolti avrebbe potuto portare
al loro rapporto.
-Oh Undyne, non... devi ringraziarmi. Mi, uh... mi dai un bacio...?-
Si erano date il primo bacio soltanto alcuni giorni fa, eppure era
già dipendente dall'aroma salato che la circondava e che le
ricordava un buonissimo piatto di noodles fumante e colmo di spezie.
Per l'altra, vedere la Dinozap disposta ad abbandonarsi alla sua voglia
di coccole senza cenni di vergogna o insicurezza era un qualcosa di
nuovo e meraviglioso. Ritrasse dunque i denti dietro al
labbro
inferiore, pronta a sfiorarle la bocca e soddisfare il suo tenero
desiderio.
Si bloccò dopo nemmeno un paio di secondi, le orecchie-pinne
sull'attenti a causa di un leggero vociare a una manciata di metri di
distanza dalla coppietta di mostri femmina. E appena la sua mente
metabolizzò il senso di quelle parole e a chi erano rivolte, Undyne inarcò le sopracciglia e sentì la sua magia
ribollire
furente dentro di lei.
-...Oddio, te l'avevo detto, sono pure lesbiche...!-
-Bleah...! 'Sti mostri sono inquietanti...-
Nel marciapiede opposto si erano fermati a osservarle due esseri umani,
un uomo e una donna; tra una ridacchiata e l'altra si scambiavano
insolenti segni di intesa indicandole spesso con le dita, e per giunta
davano la netta impressione di parlottare a un volume piuttosto alto di
proposito.
-...Undyne... f-fai finta di n-niente, a-andiamocene...-
bisbigliò Alphys, la sua fragile ANIMA che pareva stesse per
scoppiare dall'apprensione.
A sentire cotanta cattiveria si era paralizzata a sua volta, e aveva
notato immediatamente il viso corrucciato della Spearish,
nonché
il suo occhio dalla pupilla stretta e verticale traboccante di rabbia.
Per fortuna i due umani non avrebbero fatto altrettanto,
poiché
dalla loro posizione era visibile solo la benda nera a coprirle la
cicatrice.
-No, no... non è la parola giusta. Sono proprio strani e
basta... Quella gialla si crede carina con quel vestito a fiori, ma...-
proseguì la donna dai capelli lunghi, i gioielli che le
agghindavano il polso che producevano un lieve tintinnio ad ogni minimo
movimento delle braccia.
Alphys inghiottì la saliva, e la sua coda tozza
iniziò a tremare.
Quando erano andate a comprare i costumi da spiaggia e dei nuovi
vestiti a misura di mostro da un venditore abusivo, la sua amata le
aveva fatto i complimenti per la sua scelta: la gonna rosa decorata da
delle margherite faceva pendant con il pezzo di sopra dal colore verde
bosco, il quale metteva in risalto le sue squame giallo ocra...
Sì, non avrebbe mai creduto agli insulti malvagi che
andavano
pure in contrasto con le lusinghe della sua ragazza, ciò
nondimeno ora era proprio lei che la preoccupava.
-Pfff, in effetti...! Almeno l'altra sembra più evoluta,
quella
lì invece ha ancora la coda, è rimasta indietro
di un bel
po'...- bofonchiò l'uomo, il suo buffo pizzetto a dargli
un'apparenza del tutto diversa se paragonata al suo atteggiamento.
-La natura ha fatto qualche errore quando ha deciso di creare 'sti
cosi... ihih...-
Undyne scattò in piedi e si girò di tre quarti,
mostrandosi per intero a quegli umani spregevoli. Nessuno avrebbe
negato a lei e Alphys di scambiarsi effusioni innocenti, e soprattutto
non avrebbe permesso per nessun motivo al mondo che delle persone
sconosciute blaterassero offese e considerazioni ignoranti sulla sua
innamorata.
Una furia incontrollabile cominciò gradualmente a prendere
il possesso di lei, e la
sua
mano destra si contrasse per lasciare spazio a una imminente lancia
magica intrisa di vendetta.
-...N-no, Undyne n-non reagire, U-Undyne, a-andiamo via...!-
squittì la Dinozap spaventata, le braccia protese verso il
mostro pesce e un brivido gelido a percuoterle il corpo pasciuto.
Una volta accortisi dell'aura di energia che brillava attorno ad
Undyne, la donna e il suo compagno smisero di ridacchiare e si
allontanarono con sguardo attonito lungo il marciapiede. E non appena
udirono
l'esclamazione di Alphys volutamente urlata a squarciagola,
quelli affrettarono il passo e se la diedero a gambe imboccando una
via
secondaria nell'incrocio adiacente.
-S-SONO SANS E P-PAPYRUS!-
Li aveva visti di sfuggita camminare sulla strada che lei e la sua
ragazza avevano percorso poco prima, e non aveva esitato ad alzare la
voce in un'indiretta e
disperata richiesta di aiuto.
-Quegli umani vi hanno fatto qualcosa?- fu l'immediata domanda del
mostro scheletro più basso, giunto insieme al fratello di
fronte
alle loro vecchie amiche.
-Oh no, Undyne è arrabbiatissima! Che cosa è
successo??- aggiunse Papyrus portandosi un guanto sulla mandibola.
Alphys si stava ancora stringendo alla gamba destra dell'amata, la
cresta premuta con forza sul suo fianco e un fiume di lacrime a
macchiarle le squame delle guance.
-U-Undyne... Undyne, t-tranquilla...- sussurrava a disco rotto,
tremando come un gattino abbandonato in una cesta in balia della
tempesta.
Quella sembrò calmarsi abbastanza da diradare le particelle
luminescenti che aveva evocato, e mosse lentamente il capo per
focalizzare col suo occhio di fuoco i due Boneton.
Sans e Papyrus facevano parte proprio di questa specie, e assistere a
una scena del genere fece venir voglia a entrambi di rincorrere l'uomo
e la donna usando la loro caratteristica magia lancia-ossa per
fargliela pagare.
-C-ci... ci d-dicevano...-
Il mostro dinosauro tirò su col naso, ma rinunciò
ad
andare avanti con la sua spiegazione perché
percepì le
scaglie della Spearish sulla sua spalla, e l'amore vinse sull'ansia.
-...Alphy, va tutto bene. Credo lo abbiano capito. Grazie per... aver
tenuto a bada la mia ira.-
-È capitato a tutti quelli che conosciamo, Undyne! Ma...
forse
è meglio cambiare argomento. Che facevate di bello?- chiese
il fratello dall'aria cordiale.
La sua graziosa mantellina rossa era spinta sovente dal torrido vento
estivo, mentre la sua bizzarra armatura variopinta di cui era
gelosissimo risplendeva grazie ai
raggi del sole, che posizionato sullo zenit inondava di luce qualsiasi
anfratto della città.
-Ah, siamo andate alla centrale di polizia, mi sono iscritta per
diventare poliziotta!- affermò fiera Undyne scoprendo i
denti
acuminati.
-In centrale? Nahhh, c'è un metodo più semplice.
Basta
che vado veloce come un fulmine col triciclo, e proprio prima di
investire una vecchietta arrivi tu a fermarmi sotto gli occhi degli
uma-...-
Un colpo secco.
Alphys osservò con gli occhi a palla la sua ragazza che
riportava il braccio sul fianco dopo aver dato uno schiaffo in piena
faccia a Sans.
-Cavolo!! Undyne forse hai esagerato, anche se in effetti sai quanti
gliene avrei voluti dare pure io...- disse l'altro mostro scheletro
scrutando il diretto interessato con fare birbante.
Il Boneton infagottato fino alle vertebre del collo rimase - al solito -
impassibile, tuttavia era intuibile il suo leggero sconcerto dagli
occhi aperti a metà e dalla mano ossuta che massaggiava la
parte
del
volto dolorante, mano che aveva sorprendentemente lasciato il suo
nascondiglio
preferito dentro la tasca del suo giubbotto color turchese.
A ben pensarci, tenendo conto dell'avventura spiacevole con la coppia
di umani, non poteva biasimare il mostro pesce.
...O no?
-Oh giusto, ce ne stavamo dimenticando!- proferì d'un tratto
Papyrus rivolto alle ragazze. -A voi è arrivata la lettera?
Il
re Asgore ci vuole tutti al
teatro di Mettaton per fare un annuncio!!-
***
Il corridoio che portava alla sala principale del teatro era
già
pieno zeppo di mostri dalle caratteristiche più disparate, e
le
loro diverse voci si mescolavano in un - tutto sommato - moderato
turbinio di parole dense di preoccupazione o, al contrario, vivissima
speranza.
In mezzo a quello
sciamare di sussurri e confusi interrogativi che riempivano l'aria,
anche una grande star del calibro di Mettaton era
un mostro come gli altri, e in minuti interi di attesa infatti aveva
guadagnato
solo qualche saluto qua e là. L'assemblea indetta da Asgore
era
senza dubbio di un'importanza maggiore, eppure non poté fare
a
meno di sentirsi mortificato e un tantino fuori luogo. Per quanto
l'esibirsi a stretto contatto col pubblico fosse un'esperienza nuova e
a tratti stimolante, gli mancava essere un divo della televisione.
Informare chi tornava dal lavoro su avvenimenti scottanti,
pubblicizzare prodotti di cosmesi servendosi del proprio
timbro attraente, istruire le
cuoche in erba tramite ricette strepitose...
Non c'era quindi da stupirsi se, nel momento in cui aveva intravisto la
sua migliore amica tra la folla, Mettaton si era precipitato da lei
stringendole
le manine gialle con i suoi pallidi guantoni e simulando dei grossi
lacrimoni coi suoi pannelli, quelli agli angoli inferiori del suo
display
multicolore.
-Alphys! Tesoro, è... bello rivederti.- esclamò
inclinando il suo corpo squadrato, e con un piccolo "zap" generato dal
suo circuito elettrico imitò il suono di chi tira su col
naso.
Gli occhi del mostro dinosauro studiarono silenti l'amico dalla
rotellina che lo reggeva in piedi alla sezione posta in cima,
soffermandosi per una frazione di secondo sui graffi che lo
ricoprivano. Per fortuna non notò ammaccature o difetti
né sulle
braccia snodabili, né sui pannelli che gli facevano da volto
e gli
permettevano di esternare le sue emozioni, tuttavia Alphys si
appuntò
nella mente che doveva chiedergli se volesse incontrarla un giorno
cosicché potesse dargli una bella lucidata; era stata lei a
costruirgli quel corpo metallico per coronare il suo sogno di entrare
in tutte le case dei mostri del Sottosuolo e intrattenerli con i suoi
innumerevoli programmi, e in fondo si sentiva un po' la sua mammina.
-Mettaton, non ti ho m-mai visto c-così giù...
Pensavo tu
fossi felice di esibirti con t-tuo cugino e gli altri...- disse lei con
tono affranto.
Aveva sperato che quantomeno il suo caro cugino Napstablook avesse
potuto colmare il vuoto dentro la sua ANIMA, vuoto che aveva accomunato
ciascun nuovo abitante di Pleedothoons Town a ogni rapida occhiata al
Monte Ebott, ora una fumosa sagoma rocciosa a sud della
città.
E al pari della celebre montagna che era stata dimora dei suoi simili
per secoli e secoli, il mostro fantasma adesso sorvegliava il robot dal
lato
opposto del corridoio, lo sguardo perso e le sue amate cuffie da DJ
indossate sopra il lenzuolo bianco che gli faceva da struttura corporea
semi-trasparente e in parte palpabile. Lui e Mettaton erano dei mostri
chiamati Bloonket, e una volta ricongiunti dopo anni di solitudine per
uno e triste consapevolezza per l'altro, avevano deciso di non
separarsi più.
Undyne, la quale ovviamente aveva accompagnato la sua ragazza per
partecipare all'evento, lo aveva visto fissare il cugino con i suoi
occhioni penetranti, e si domandò se fosse troppo timido per
avvicinarsi e salutare lei e la Dinozap. Forse era ancora lo stesso
vicino di casa schivo e chiuso in se stesso che, nella vecchia e oramai
abbandonata regione delle cascate, risiedeva nella grotta accanto da
quando ne aveva memoria.
-Certo, è stupendo stare di nuovo accanto a Bl-... uh, a
Napstablook, ma è così complicato il mondo della
Superficie, così inospitale, e non è affatto
facile
abituarsi a...-
La Spearish aveva appena riposto la sua attenzione su Mettaton, ma non
udì il resto della frase poiché venne distratta
da una
voce familiare chiamare flebilmente il suo nome.
-Sei... Undyne Spearish, vero?-
Voltatasi in quella direzione realizzò che nonostante le
parole
sommesse le sue orecchie non l'avevano affatto ingannata: raggiunse con
destrezza un mostro fluttuante dalla forma di un piccolo pesce con una
modesta chioma di capelli a decorarle il viso, e strinse la mano
palmata su una delle sue pinne pettorali.
-Shylyn Shyren! Non ci vediamo da quando io e Alphys ti abbiamo
riportato Shyra... Come state?-
Scuoterle con così tanta foga e gentilezza assieme la pinna
era
un segno inconfondibile di Undyne, e l'amica ritrasse l'arto abbozzando
un sorriso.
-Tutto... a posto, credo...? Shyra, cioè, Lemon Bread
è... già in sala con gli altri familiari. Aaron
ha
insistito... nel farla accomodare prima degli altri mostri. Insieme
agli altri... uhm, Amalgamati?-
La timidezza intrinseca della sua specie non rovinò la
sfumatura
musicale della sua vocina, questo grazie alle lezioni di pianoforte -
poi interrotte - che era stata solita tenere con la ex-guerriera molto
prima
della distruzione della Barriera. Si trattava di un ricordo amaro per
Undyne, e mescolato alla faccenda degli Amalgamati creò in
lei
una sensazione di tremenda pesantezza sulla sua ANIMA.
Allargò l'occhio sano mentre rispondeva addolorata: -Mi
dispiace
per la vostra situazione. La mia ragazza non voleva si arrivasse a
questo-.
L'antennina che le spuntava dalla testa e che sovrastava i suoi ciuffi
azzurri fremette per la sorpresa, e le scaglie verde acqua brillarono
d'iride fintanto che si portò le pinne minute sulla bocca.
-...Oh, ora state insieme...! Che, che bello, sono... felice per te.
Comunque non è... così terribile, davvero. Gli
Aaron
sono... simpatici, e persino i Moldbygg... sanno essere loquaci. Ci
aiutiamo a vicenda.-
-Allora sono contenta per te, è una buona cosa stare in
compagnia. Se un giorno vuoi farci visita sei la benvenuta, Shylyn.-
disse la Spearish ricambiando il cenno cordiale dato dai suoi occhietti
socchiusi.
Si sentì all'improvviso un cigolio sottile provenire dalla
porta
che conduceva alla sala dello spettacolo, e i mostri si voltarono verso
la figura che ne era uscita, rapiti completamente dalla sua
regalità.
Toriel aspettò che il ronzio nel corridoio scemasse del
tutto,
poi annunciò solenne: -Siamo pronti, potete entrare-.
Il caso volle che Alphys e Undyne scegliessero proprio le poltrone
vicino a Bratty e Catty, amiche di lunga data della Dinozap e a lei
affezionatissime, e una volta riunite non si trattennero
dall'abbracciarla
con fervore e definirla tra una lacrima di gioia e l'altra la loro
sorellona: così come accaduto con Shylyn e Undyne, le due
ragazze non avevano avuto la possibilità di conversare con
il
mostro tarchiato durante il caotico viaggio verso Pleedothoons Town.
-Oh cavolo, sono così felice di rivederti, tesorino!-
-Catty, adesso l'abbraccio tocca a me!! Non è giusto!-
-È vero che Undyne Spearish è la tua fidanzata?
Ci inviterete al vostro matrimonio, vero??-
-CATTY!! Ahahah!-
Alphys si sistemò sul morbido sedile della sua poltrona dopo
aver ricambiato in modo pacato, ma non per questo meno sincero,
l'esuberanza delle sue amiche, e squittì imbarazzata: -O-oh,
oh
mio dio, è... a-ancora presto, i-io non so s-se Undyne...-
Quella percepì le sue guance andare in fiamme, e fu in
quell'istante che la voce roca di Asgore risuonò nella sala,
ponendo fine a ogni chiacchiericcio residuo. Sperò con tutta
l'ANIMA che nessuno notasse il colorito insolito delle sue scaglie ora
che l'interesse era tutto per lui.
-Funziona il microfono...? Uh-uhm, sembra di sì, Tori...-
-ASGORE.-
-...Ehm, Toriel, intendevo Toriel!-
Serpeggiò qualche risatina tra la platea gremita di mostri;
il
tono seccato della Pyroat si era udito chiaramente nonostante non
avesse alcun microfono in mano.
Piccole e polverose piastrelle in legno formavano la pavimentazione del
palco, visibile nella sua interezza grazie al sipario aperto in
entrambi i lati. Al centro di esso si trovavano Toriel e il re, con
Frisk poco più indietro che osservava sorridente i Boss
Monsters
che aveva scelto da tempo di considerare i suoi genitori.
-Bene, dichiaro aperta l'assemblea. Visto che siamo in tanti, oggi ho
invitato tutti i mostri che erano soliti vivere nelle regioni
più lontane del Sottosuolo, mentre chi viveva nella Capitale
sentirà il mio annuncio domani alla stessa ora. Devo
cominciare
dicen-...-
-Ciaaaoooo, ciaoo Frisk!!-
Asgore si bloccò di colpo. Lo strillo di un bambino con un
maglioncino a righe che sedeva in terza fila aveva coperto le sue
parole.
La madre, rossa in volto da far invidia a un peperone, dovette frenare
l'impulso di mollargli una frustatina con la coda, e in quel
momento rimpianse davvero di non essere dotata di braccia.
-Tipetok!!
Il re sta parlando, sono cose importanti!! Chiedi scusa!-
ordinò severa.
Al mormorio del piccolo che chiedeva scusa chinando il capo e curvando
la schiena elastica si accodò una risatina acuta e
perforante,
una che molti dei presenti non avevano mai sentito.
-Eh. Eheh! Frisk, chi è, il tuo fidanzatino? Lo sai che
mostri e
umani sono incompatibili? E a dirla tutta è una noia
incredibile
passare la serata così, se lo avessi saputo non avrei
accettato di
venire
insieme a voi altri scemi.-
La bambina guardò il grosso fiore piantato su di un vasetto
che stava tenendo con accortezza contro il suo petto.
Persino per una comunità come quella che ora riempiva la
sala
del teatro non era considerato nella norma un vegetale parlante; solo
lei conosceva appieno il suo segreto, e sarebbe stato incosciente
rivelarlo a chi le stava intorno. Per sua fortuna non arrivarono
domande scomode a metterla alle strette.
-Avevi promesso di non disturbare, Flowey.- disse calma, ignorando il
dolore lancinante ai timpani causato dal suo gridolino.
-Io non prometto un bel NIENTE!!!- sbraitò l'altro mostrando
i denti.
Ci fu un attimo di silenzio prima dell'avvertimento chiaro e conciso di
Frisk.
-...Se non stai bravo ti do un bacetto.-
Flowey fece tremolare dallo stupore il gambo che emergeva dal
terriccio umido, e senza una risposta diretta nascose in un lampo il
viso avvolgendolo con i suoi sei petali gialli, nauseato all'idea di
essere coccolato,
perlopiù in pubblico.
La piccola umana sapeva che avrebbe partecipato all'assemblea anche con
la corolla chiusa, e spostò gli occhi strizzati sui mostri
seduti davanti a lei, commentando: -Funziona sempre!-
Asgore interruppe le risate che nuovamente crebbero dalla folla alzando
un braccio robusto, dopodiché avvicinò il
microfono alla
peluria bionda che gli incorniciava la bocca, un'espressione seria e
autorevole sul muso.
-Allora, possiamo cominciare.-
Ogni creatura a portata d'orecchio trattenne il fiato, neppure uno
osò interromperlo ancora.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Non so se l'avete notato ma ho cambiato/corretto di pochissimo il nome della città, sono scema e avevo sbagliato a contare una lettera in più, perchééé beh non lo dico ma si può intuire. xD Spero che questo capitolo risulti più pregno di contenuti, oltre che di pucciosità e personaggi. 'Sta situazione del virus è orrenda ma magari la mia storia potrebbe allietarvi le giornate...? Speriamo.
Grazie a tutti per le visite, e grazie al mio amico Aes che è sempre puntuale coi suoi bellissimi papiri ahahah.
Al prossimo capitolo!