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Autore: Lady K    11/05/2020    1 recensioni
[Alphys/Undyne, terzo e ultimo della serie “Their SOULs are filled with love”]
-Storia in pausa, riprenderà la pubblicazione regolare il prima possibile. L’autrice ha bisogno di riposo.-
I mostri finalmente hanno superato la Barriera e raggiunto la Superficie, ma non sarà affatto facile per loro essere accettati pienamente dagli esseri umani. E per una coppia come Alphys e Undyne, la questione è ancora più complessa; basterà la purezza di un amore a dissipare la crudeltà degli uomini? Tra matrimonio, coccole, e desiderio di crearsi una famiglia, le due dovranno lottare per i loro diritti, insieme a tutti i loro amici di vecchia data.
Come sempre, cercherò di non andare OOC e di rispettare i canoni del gioco, ma stavolta mi prenderò più libertà per piccole questioni di lore dei mostri che non sono state approfondite in Undertale.
Rating giallo e Avvertimento per via, tra le altre cose, di alcune scene di violenza a causa di personaggi omofobi.
[In questa storia Frisk è femmina, mentre Napstablook per comodità è trattato come un maschio.]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Undyne
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Their SOULs are filled with love'
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UT This is life capitolo 3
Nuovo capitolo, alla buonora!

...And so, this is life


Capitolo 3 - Tra una lacrima e una risata

-Uff... è andata.-
Il mostro dalle squame giallo ocra si arrestò vicino a un lampione che si elevava dal bordo del marciapiede e respirò profondamente, mentre la sua ragazza ruotò il capo e la guardò comprensiva.
Fino a non molto tempo fa la Spearish era solita spostarsi con un'andatura abbastanza sostenuta, come se persino nel semplice atto della camminata potesse esplodere di energia e prepararsi ad affrontare un'eventuale battaglia nel pieno delle sue forze. Alphys però non era certo così atletica, per cui alla fine si era abituata ai suoi passetti docili e goffi e ad avanzare con lei tenendola per mano; aveva promesso a se stessa che mai l'avrebbe fatta stancare per colpa delle sue gambe agili e ben allenate, e che l'avrebbe accompagnata con amore e devozione ovunque il suo quieto zampettare l'avesse condotta.
Eppure, appena erano uscite dalla centrale di polizia era stata la Dinozap a partire in quarta allontanandosi dallo stabile e da sguardi indiscreti, mantenendo la stessa insolita velocità anche dopo che l'edificio era sparito dietro l'angolo della strada. Undyne la conosceva troppo bene per non capire subito il motivo di tanta agitazione, e tentò di rasserenarla stringendo forte la sua manina e passandole attraverso quel delicato contatto scaglie-squame tutto il calore possibile.
-Coraggio, mi sono iscritta e non ci hanno nemmeno sbattuto fuori, è un grande risultato non credi?-
In seguito al loro abituale pasto irrisorio del mezzogiorno, le due erano andate alla centrale di Pleedothoons Town per iscrivere Undyne al concorso per agenti di polizia. Sembrava quasi irreale il fatto che quella breve uscita si fosse conclusa con un successo tale, soprattutto considerando le occhiate non proprio amichevoli degli umani poliziotti che le avevano squadrate dalla testa ai piedi. Già dall'istante in cui avevano varcato la soglia della struttura infatti, si era percepita un'ostilità velata culminata poi in un'atmosfera fredda e pesante, una davvero difficile da gestire per una tipetta ansiosa come Alphys.
Quando quest'ultima udì il tono incoraggiante dell'amata si pentì immediatamente del suo commento di poc'anzi: non voleva smorzarle l'entusiasmo, sapeva con quanta euforia le aveva parlato di questo possibile lavoro, e quanto il suo ottenimento l'avrebbe riempita di gioia.
L'idea era stata anche mia...
-S-scusami, Undyne. Mi sentivo come... nel b-bel mezzo di una battaglia e non ho retto.- ammise alla fine, amareggiata.
Quella si inginocchiò dinanzi al mostro dinosauro stringendole sempre la mano con la sua, e nonostante la risposta fugace era evidente che non provava alcun astio verso di lei: -Lo capisco, stai tranquilla-.
La sua espressione mutò completamente; si ritrovò immersa nel fragrante profumo della Spearish, ora a pochi centimetri dal suo muso, e perciò le venne naturale dischiudere la bocca e ricambiare il sorriso.
-In ogni caso sembrava davvero... un posto serio, ordinato.-
Non ebbe bisogno di sforzarsi per elencare gli aspetti positivi che erano comunque emersi dalla loro visita alla centrale, le sue parole erano sincere e dalla frase che ne seguì constatò con immenso sollievo che Undyne lo aveva capito.
-Già, e quegli umani erano ligi al dovere, anche se si sono ritrovati due mostri davanti!-
-Undyne, non avrai alcun problema con quel concorso. Sei perfetta per questo ruolo.- continuò ottimista.
Il mostro pesce allora allungò l'altro braccio per accarezzarle la guancia, ma la ex-scienziata anticipò il gesto piegando la testa e adagiandola sul palmo della mano, le dita celesti e affusolate della sua ragazza che le solleticarono con tenerezza le squame. Dovette quindi chiudere le palpebre per cacciare indietro qualche dispettosa lacrima di commozione, e Alphys rimase lì immobile a godere del suo tocco angelico...
-Alphy... grazie.-
Aprì gli occhi e arrossì di botto.
Adorava quel nomignolo ed era grata per aver acconsentito - seppur mezza addormentata - alla richiesta di Undyne, tuttavia trovava ancora strano essere chiamata in questa maniera: sul momento non aveva pensato seriamente a cosa significasse, a quali risvolti avrebbe potuto portare al loro rapporto.
-Oh Undyne, non... devi ringraziarmi. Mi, uh... mi dai un bacio...?-
Si erano date il primo bacio soltanto alcuni giorni fa, eppure era già dipendente dall'aroma salato che la circondava e che le ricordava un buonissimo piatto di noodles fumante e colmo di spezie.
Per l'altra, vedere la Dinozap disposta ad abbandonarsi alla sua voglia di coccole senza cenni di vergogna o insicurezza era un qualcosa di nuovo e meraviglioso. Ritrasse dunque i denti dietro al labbro inferiore, pronta a sfiorarle la bocca e soddisfare il suo tenero desiderio.
Si bloccò dopo nemmeno un paio di secondi, le orecchie-pinne sull'attenti a causa di un leggero vociare a una manciata di metri di distanza dalla coppietta di mostri femmina. E appena la sua mente metabolizzò il senso di quelle parole e a chi erano rivolte, Undyne inarcò le sopracciglia e sentì la sua magia ribollire furente dentro di lei.
-...Oddio, te l'avevo detto, sono pure lesbiche...!-
-Bleah...! 'Sti mostri sono inquietanti...-
Nel marciapiede opposto si erano fermati a osservarle due esseri umani, un uomo e una donna; tra una ridacchiata e l'altra si scambiavano insolenti segni di intesa indicandole spesso con le dita, e per giunta davano la netta impressione di parlottare a un volume piuttosto alto di proposito.
-...Undyne... f-fai finta di n-niente, a-andiamocene...- bisbigliò Alphys, la sua fragile ANIMA che pareva stesse per scoppiare dall'apprensione.
A sentire cotanta cattiveria si era paralizzata a sua volta, e aveva notato immediatamente il viso corrucciato della Spearish, nonché il suo occhio dalla pupilla stretta e verticale traboccante di rabbia. Per fortuna i due umani non avrebbero fatto altrettanto, poiché dalla loro posizione era visibile solo la benda nera a coprirle la cicatrice.
-No, no... non è la parola giusta. Sono proprio strani e basta... Quella gialla si crede carina con quel vestito a fiori, ma...- proseguì la donna dai capelli lunghi, i gioielli che le agghindavano il polso che producevano un lieve tintinnio ad ogni minimo movimento delle braccia.
Alphys inghiottì la saliva, e la sua coda tozza iniziò a tremare.
Quando erano andate a comprare i costumi da spiaggia e dei nuovi vestiti a misura di mostro da un venditore abusivo, la sua amata le aveva fatto i complimenti per la sua scelta: la gonna rosa decorata da delle margherite faceva pendant con il pezzo di sopra dal colore verde bosco, il quale metteva in risalto le sue squame giallo ocra...
Sì, non avrebbe mai creduto agli insulti malvagi che andavano pure in contrasto con le lusinghe della sua ragazza, ciò nondimeno ora era proprio lei che la preoccupava.
-Pfff, in effetti...! Almeno l'altra sembra più evoluta, quella lì invece ha ancora la coda, è rimasta indietro di un bel po'...- bofonchiò l'uomo, il suo buffo pizzetto a dargli un'apparenza del tutto diversa se paragonata al suo atteggiamento.
-La natura ha fatto qualche errore quando ha deciso di creare 'sti cosi... ihih...-
Undyne scattò in piedi e si girò di tre quarti, mostrandosi per intero a quegli umani spregevoli. Nessuno avrebbe negato a lei e Alphys di scambiarsi effusioni innocenti, e soprattutto non avrebbe permesso per nessun motivo al mondo che delle persone sconosciute blaterassero offese e considerazioni ignoranti sulla sua innamorata.
Una furia incontrollabile cominciò gradualmente a prendere il possesso di lei, e la sua mano destra si contrasse per lasciare spazio a una imminente lancia magica intrisa di vendetta.
-...N-no, Undyne n-non reagire, U-Undyne, a-andiamo via...!- squittì la Dinozap spaventata, le braccia protese verso il mostro pesce e un brivido gelido a percuoterle il corpo pasciuto.
Una volta accortisi dell'aura di energia che brillava attorno ad Undyne, la donna e il suo compagno smisero di ridacchiare e si allontanarono con sguardo attonito lungo il marciapiede. E non appena udirono l'esclamazione di Alphys volutamente urlata a squarciagola, quelli affrettarono il passo e se la diedero a gambe imboccando una via secondaria nell'incrocio adiacente.
-S-SONO SANS E P-PAPYRUS!-
Li aveva visti di sfuggita camminare sulla strada che lei e la sua ragazza avevano percorso poco prima, e non aveva esitato ad alzare la voce in un'indiretta e disperata richiesta di aiuto.
-Quegli umani vi hanno fatto qualcosa?- fu l'immediata domanda del mostro scheletro più basso, giunto insieme al fratello di fronte alle loro vecchie amiche.
-Oh no, Undyne è arrabbiatissima! Che cosa è successo??- aggiunse Papyrus portandosi un guanto sulla mandibola.
Alphys si stava ancora stringendo alla gamba destra dell'amata, la cresta premuta con forza sul suo fianco e un fiume di lacrime a macchiarle le squame delle guance.
-U-Undyne... Undyne, t-tranquilla...- sussurrava a disco rotto, tremando come un gattino abbandonato in una cesta in balia della tempesta.
Quella sembrò calmarsi abbastanza da diradare le particelle luminescenti che aveva evocato, e mosse lentamente il capo per focalizzare col suo occhio di fuoco i due Boneton.
Sans e Papyrus facevano parte proprio di questa specie, e assistere a una scena del genere fece venir voglia a entrambi di rincorrere l'uomo e la donna usando la loro caratteristica magia lancia-ossa per fargliela pagare.
-C-ci... ci d-dicevano...-
Il mostro dinosauro tirò su col naso, ma rinunciò ad andare avanti con la sua spiegazione perché percepì le scaglie della Spearish sulla sua spalla, e l'amore vinse sull'ansia.
-...Alphy, va tutto bene. Credo lo abbiano capito. Grazie per... aver tenuto a bada la mia ira.-
-È capitato a tutti quelli che conosciamo, Undyne! Ma... forse è meglio cambiare argomento. Che facevate di bello?- chiese il fratello dall'aria cordiale.
La sua graziosa mantellina rossa era spinta sovente dal torrido vento estivo, mentre la sua bizzarra armatura variopinta di cui era gelosissimo risplendeva grazie ai raggi del sole, che posizionato sullo zenit inondava di luce qualsiasi anfratto della città.
-Ah, siamo andate alla centrale di polizia, mi sono iscritta per diventare poliziotta!- affermò fiera Undyne scoprendo i denti acuminati.
-In centrale? Nahhh, c'è un metodo più semplice. Basta che vado veloce come un fulmine col triciclo, e proprio prima di investire una vecchietta arrivi tu a fermarmi sotto gli occhi degli uma-...-
Un colpo secco.
Alphys osservò con gli occhi a palla la sua ragazza che riportava il braccio sul fianco dopo aver dato uno schiaffo in piena faccia a Sans.
-Cavolo!! Undyne forse hai esagerato, anche se in effetti sai quanti gliene avrei voluti dare pure io...- disse l'altro mostro scheletro scrutando il diretto interessato con fare birbante.
Il Boneton infagottato fino alle vertebre del collo rimase - al solito - impassibile, tuttavia era intuibile il suo leggero sconcerto dagli occhi aperti a metà e dalla mano ossuta che massaggiava la parte del volto dolorante, mano che aveva sorprendentemente lasciato il suo nascondiglio preferito dentro la tasca del suo giubbotto color turchese.
A ben pensarci, tenendo conto dell'avventura spiacevole con la coppia di umani, non poteva biasimare il mostro pesce.
...O no?
-Oh giusto, ce ne stavamo dimenticando!- proferì d'un tratto Papyrus rivolto alle ragazze. -A voi è arrivata la lettera? Il re Asgore ci vuole tutti al teatro di Mettaton per fare un annuncio!!-

***

Il corridoio che portava alla sala principale del teatro era già pieno zeppo di mostri dalle caratteristiche più disparate, e le loro diverse voci si mescolavano in un - tutto sommato - moderato turbinio di parole dense di preoccupazione o, al contrario, vivissima speranza.
In mezzo a quello sciamare di sussurri e confusi interrogativi che riempivano l'aria, anche una grande star del calibro di Mettaton era un mostro come gli altri, e in minuti interi di attesa infatti aveva guadagnato solo qualche saluto qua e là. L'assemblea indetta da Asgore era senza dubbio di un'importanza maggiore, eppure non poté fare a meno di sentirsi mortificato e un tantino fuori luogo. Per quanto l'esibirsi a stretto contatto col pubblico fosse un'esperienza nuova e a tratti stimolante, gli mancava essere un divo della televisione. Informare chi tornava dal lavoro su avvenimenti scottanti, pubblicizzare prodotti di cosmesi servendosi del proprio timbro attraente, istruire le cuoche in erba tramite ricette strepitose...
Non c'era quindi da stupirsi se, nel momento in cui aveva intravisto la sua migliore amica tra la folla, Mettaton si era precipitato da lei stringendole le manine gialle con i suoi pallidi guantoni e simulando dei grossi lacrimoni coi suoi pannelli, quelli agli angoli inferiori del suo display multicolore.
-Alphys! Tesoro, è... bello rivederti.- esclamò inclinando il suo corpo squadrato, e con un piccolo "zap" generato dal suo circuito elettrico imitò il suono di chi tira su col naso.
Gli occhi del mostro dinosauro studiarono silenti l'amico dalla rotellina che lo reggeva in piedi alla sezione posta in cima, soffermandosi per una frazione di secondo sui graffi che lo ricoprivano. Per fortuna non notò ammaccature o difetti né sulle braccia snodabili, né sui pannelli che gli facevano da volto e gli permettevano di esternare le sue emozioni, tuttavia Alphys si appuntò nella mente che doveva chiedergli se volesse incontrarla un giorno cosicché potesse dargli una bella lucidata; era stata lei a costruirgli quel corpo metallico per coronare il suo sogno di entrare in tutte le case dei mostri del Sottosuolo e intrattenerli con i suoi innumerevoli programmi, e in fondo si sentiva un po' la sua mammina.
-Mettaton, non ti ho m-mai visto c-così giù... Pensavo tu fossi felice di esibirti con t-tuo cugino e gli altri...- disse lei con tono affranto.
Aveva sperato che quantomeno il suo caro cugino Napstablook avesse potuto colmare il vuoto dentro la sua ANIMA, vuoto che aveva accomunato ciascun nuovo abitante di Pleedothoons Town a ogni rapida occhiata al Monte Ebott, ora una fumosa sagoma rocciosa a sud della città.
E al pari della celebre montagna che era stata dimora dei suoi simili per secoli e secoli, il mostro fantasma adesso sorvegliava il robot dal lato opposto del corridoio, lo sguardo perso e le sue amate cuffie da DJ indossate sopra il lenzuolo bianco che gli faceva da struttura corporea semi-trasparente e in parte palpabile. Lui e Mettaton erano dei mostri chiamati Bloonket, e una volta ricongiunti dopo anni di solitudine per uno e triste consapevolezza per l'altro, avevano deciso di non separarsi più.
Undyne, la quale ovviamente aveva accompagnato la sua ragazza per partecipare all'evento, lo aveva visto fissare il cugino con i suoi occhioni penetranti, e si domandò se fosse troppo timido per avvicinarsi e salutare lei e la Dinozap. Forse era ancora lo stesso vicino di casa schivo e chiuso in se stesso che, nella vecchia e oramai abbandonata regione delle cascate, risiedeva nella grotta accanto da quando ne aveva memoria.
-Certo, è stupendo stare di nuovo accanto a Bl-... uh, a Napstablook, ma è così complicato il mondo della Superficie, così inospitale, e non è affatto facile abituarsi a...-
La Spearish aveva appena riposto la sua attenzione su Mettaton, ma non udì il resto della frase poiché venne distratta da una voce familiare chiamare flebilmente il suo nome.
-Sei... Undyne Spearish, vero?-
Voltatasi in quella direzione realizzò che nonostante le parole sommesse le sue orecchie non l'avevano affatto ingannata: raggiunse con destrezza un mostro fluttuante dalla forma di un piccolo pesce con una modesta chioma di capelli a decorarle il viso, e strinse la mano palmata su una delle sue pinne pettorali.
-Shylyn Shyren! Non ci vediamo da quando io e Alphys ti abbiamo riportato Shyra... Come state?-
Scuoterle con così tanta foga e gentilezza assieme la pinna era un segno inconfondibile di Undyne, e l'amica ritrasse l'arto abbozzando un sorriso.
-Tutto... a posto, credo...? Shyra, cioè, Lemon Bread è... già in sala con gli altri familiari. Aaron ha insistito... nel farla accomodare prima degli altri mostri. Insieme agli altri... uhm, Amalgamati?-
La timidezza intrinseca della sua specie non rovinò la sfumatura musicale della sua vocina, questo grazie alle lezioni di pianoforte - poi interrotte - che era stata solita tenere con la ex-guerriera molto prima della distruzione della Barriera. Si trattava di un ricordo amaro per Undyne, e mescolato alla faccenda degli Amalgamati creò in lei una sensazione di tremenda pesantezza sulla sua ANIMA.
Allargò l'occhio sano mentre rispondeva addolorata: -Mi dispiace per la vostra situazione. La mia ragazza non voleva si arrivasse a questo-.
L'antennina che le spuntava dalla testa e che sovrastava i suoi ciuffi azzurri fremette per la sorpresa, e le scaglie verde acqua brillarono d'iride fintanto che si portò le pinne minute sulla bocca.
-...Oh, ora state insieme...! Che, che bello, sono... felice per te. Comunque non è... così terribile, davvero. Gli Aaron sono... simpatici, e persino i Moldbygg... sanno essere loquaci. Ci aiutiamo a vicenda.-
-Allora sono contenta per te, è una buona cosa stare in compagnia. Se un giorno vuoi farci visita sei la benvenuta, Shylyn.- disse la Spearish ricambiando il cenno cordiale dato dai suoi occhietti socchiusi.
Si sentì all'improvviso un cigolio sottile provenire dalla porta che conduceva alla sala dello spettacolo, e i mostri si voltarono verso la figura che ne era uscita, rapiti completamente dalla sua regalità.
Toriel aspettò che il ronzio nel corridoio scemasse del tutto, poi annunciò solenne: -Siamo pronti, potete entrare-.

Il caso volle che Alphys e Undyne scegliessero proprio le poltrone vicino a Bratty e Catty, amiche di lunga data della Dinozap e a lei affezionatissime, e una volta riunite non si trattennero dall'abbracciarla con fervore e definirla tra una lacrima di gioia e l'altra la loro sorellona: così come accaduto con Shylyn e Undyne, le due ragazze non avevano avuto la possibilità di conversare con il mostro tarchiato durante il caotico viaggio verso Pleedothoons Town.
-Oh cavolo, sono così felice di rivederti, tesorino!-
-Catty, adesso l'abbraccio tocca a me!! Non è giusto!-
-È vero che Undyne Spearish è la tua fidanzata? Ci inviterete al vostro matrimonio, vero??-
-CATTY!! Ahahah!-
Alphys si sistemò sul morbido sedile della sua poltrona dopo aver ricambiato in modo pacato, ma non per questo meno sincero, l'esuberanza delle sue amiche, e squittì imbarazzata: -O-oh, oh mio dio, è... a-ancora presto, i-io non so s-se Undyne...-
Quella percepì le sue guance andare in fiamme, e fu in quell'istante che la voce roca di Asgore risuonò nella sala, ponendo fine a ogni chiacchiericcio residuo. Sperò con tutta l'ANIMA che nessuno notasse il colorito insolito delle sue scaglie ora che l'interesse era tutto per lui.
-Funziona il microfono...? Uh-uhm, sembra di sì, Tori...-
-ASGORE.-
-...Ehm, Toriel, intendevo Toriel!-
Serpeggiò qualche risatina tra la platea gremita di mostri; il tono seccato della Pyroat si era udito chiaramente nonostante non avesse alcun microfono in mano.
Piccole e polverose piastrelle in legno formavano la pavimentazione del palco, visibile nella sua interezza grazie al sipario aperto in entrambi i lati. Al centro di esso si trovavano Toriel e il re, con Frisk poco più indietro che osservava sorridente i Boss Monsters che aveva scelto da tempo di considerare i suoi genitori.
-Bene, dichiaro aperta l'assemblea. Visto che siamo in tanti, oggi ho invitato tutti i mostri che erano soliti vivere nelle regioni più lontane del Sottosuolo, mentre chi viveva nella Capitale sentirà il mio annuncio domani alla stessa ora. Devo cominciare dicen-...-
-Ciaaaoooo, ciaoo Frisk!!-
Asgore si bloccò di colpo. Lo strillo di un bambino con un maglioncino a righe che sedeva in terza fila aveva coperto le sue parole.
La madre, rossa in volto da far invidia a un peperone, dovette frenare l'impulso di mollargli una frustatina con la coda, e in quel momento rimpianse davvero di non essere dotata di braccia.
-Tipetok!! Il re sta parlando, sono cose importanti!! Chiedi scusa!- ordinò severa.
Al mormorio del piccolo che chiedeva scusa chinando il capo e curvando la schiena elastica si accodò una risatina acuta e perforante, una che molti dei presenti non avevano mai sentito.
-Eh. Eheh! Frisk, chi è, il tuo fidanzatino? Lo sai che mostri e umani sono incompatibili? E a dirla tutta è una noia incredibile passare la serata così, se lo avessi saputo non avrei accettato di venire insieme a voi altri scemi.-
La bambina guardò il grosso fiore piantato su di un vasetto che stava tenendo con accortezza contro il suo petto.
Persino per una comunità come quella che ora riempiva la sala del teatro non era considerato nella norma un vegetale parlante; solo lei conosceva appieno il suo segreto, e sarebbe stato incosciente rivelarlo a chi le stava intorno. Per sua fortuna non arrivarono domande scomode a metterla alle strette.
-Avevi promesso di non disturbare, Flowey.- disse calma, ignorando il dolore lancinante ai timpani causato dal suo gridolino.
-Io non prometto un bel NIENTE!!!- sbraitò l'altro mostrando i denti.
Ci fu un attimo di silenzio prima dell'avvertimento chiaro e conciso di Frisk.
-...Se non stai bravo ti do un bacetto.-
Flowey fece tremolare dallo stupore il gambo che emergeva dal terriccio umido, e senza una risposta diretta nascose in un lampo il viso avvolgendolo con i suoi sei petali gialli, nauseato all'idea di essere coccolato, perlopiù in pubblico.
La piccola umana sapeva che avrebbe partecipato all'assemblea anche con la corolla chiusa, e spostò gli occhi strizzati sui mostri seduti davanti a lei, commentando: -Funziona sempre!-
Asgore interruppe le risate che nuovamente crebbero dalla folla alzando un braccio robusto, dopodiché avvicinò il microfono alla peluria bionda che gli incorniciava la bocca, un'espressione seria e autorevole sul muso.
-Allora, possiamo cominciare.-
Ogni creatura a portata d'orecchio trattenne il fiato, neppure uno osò interromperlo ancora.


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Non so se l'avete notato ma ho cambiato/corretto di pochissimo il nome della città, sono scema e avevo sbagliato a contare una lettera in più, perchééé beh non lo dico ma si può intuire. xD Spero che questo capitolo risulti più pregno di contenuti, oltre che di pucciosità e personaggi. 'Sta situazione del virus è orrenda ma magari la mia storia potrebbe allietarvi le giornate...? Speriamo.
Grazie a tutti per le visite, e grazie al mio amico Aes che è sempre puntuale coi suoi bellissimi papiri ahahah.
Al prossimo capitolo!
  
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