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Autore: JessicaBuriola    11/05/2020    2 recensioni
Draco Lucius Malfoy ha riabilitato il nome della propria famiglia ed ora è uno dei funzionari più rispettati del Ministero della Magia e proprio per questo gli è stata affidata una missione che sicuramente gli farà ottenere il posto come capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ventisette anni, brillante ed ambizioso, in procinto di sposarsi, tiene ben salde le redini della propria vita.
Sofia De Benedetti ha un doloroso passato alle spalle, che preferisce di gran lunga tenere chiuso in un cassetto. Pochissimi amici, un fidanzato assente e lontano. Ventidue anni, studentessa universitaria in procinto di laurearsi, un vortice di confusione e apparente spavalderia, travolgente, insolita.
Due mondi agli antipodi che finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una delle città più affascinanti e controverse del mondo: Venezia.
A volte, nonostante tutti i nostri piani definiti nei minimi dettagli, il destino ha in mente altri progetti per noi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Venerdì 17 luglio, ore 02:21

Sofia aprì piano gli occhi, timorosa, quasi trattenendo il respiro. L'oscurità circondava ogni cosa. Il suo cuore ebbe quasi un tuffo nel percepire la presenza di un corpo caldo accanto al suo. La necessità di lui, repressa anche troppo a lungo, la spinse ad aggrapparsi letteralmente a quella schiena bianca, perfetta, dalle spalle larghe. Vi nascose il viso, inebriandosi del suo calore e del suo profumo, dimenticando tutto il resto. Doveva essere sveglio perché i battiti del suo cuore erano accelerati. Restarono così, immobili, finché lui non sentì calde lacrime bagnarli la schiena.

Draco in uno scatto repentino si voltò e la strinse al petto con forza. “Basta piangere adesso… Siamo qui. Insieme. Non vado da nessuna parte e spero nemmeno tu…” Sorrise e le baciò la fronte.

“Mi sei mancato tanto… Sempre. Ogni giorno, tutti i giorni…”

“Anche tu… Ogni ora, ogni minuto…” La cullò per un po’, fino a quando sentì il suo respiro ritornare regolare.

Si ritrovò a scrutare ogni più piccolo centimetro del suo viso, avrebbe voluto divorarla di baci. Certo che le era mancata: tutto quel tempo aveva vissuto a metà, come in apnea. L'amava, profondamente e completamente, ed aveva bisogno solo di lei per sentirsi felice, completo, al posto giusto. Nient'altro che lei. Con o senza mondo magico.

Venerdì 17 luglio, ore 08:32

Draco voleva prepararle la colazione, gli sembrava un bel modo per riappropriarsi della loro normalità, senza togliere il fatto che gli sarebbe piaciuto rivederla più in forze: aveva avuto quasi paura di romperla per quanto era dimagrita, temeva fosse un effetto collaterale della loro lontananza. Sapeva che era tremendamente pigra, probabilmente con la scusa di non mettersi a cucinare solo per sé stessa, aveva saltato parecchi pasti.

Si ritrovò in cucina con lo strano coinquilino di Sofia che lo squadrava: lo aveva salutato con un inglese stentato e lui aveva ricambiato cordialmente. Un po’ lo inquietava che stesse lì a fissarlo. Non aveva nemmeno chiesto a Sofia in che rapporti fossero, magari era geloso. Per quello che gliene poteva importare: 
se si fosse rivelato necessario lo avrebbe affatturato senza troppi complimenti.

Ed ecco arrivare Sofia, ancora assonata, con una maglietta di qualche taglia più grande addosso. Si fiondò letteralmente su di lui, circondandogli la vita con le braccia e poggiando la testa al suo petto: gli aveva rovinato la sorpresa, poco male.
Sorrise e le baciò i capelli, stringendola a sé con un braccio e continuando a preparare la colazione con l’altro.

Dopo un po' Sofia prese posto davanti ad uno sconcertato Riccardo: lo guardò e capì subito che stava per esplodere.

“Tu mi devi raccontare parecchie cose signorina.” Sussurrò in italiano. “Ti credevo una suora, mai un ragazzo in questa casa. Se non fosse stato per il sottoscritto, avrebbero scambiato questa casa per un convento…”

Sofia alzò un sopracciglio. “Vogliamo parlare dell’ultimo che hai portato a casa Riccardo? Mi sono svegliata e l’ho trovato che faceva yoga in salotto, nudo, “per ricongiungersi con la natura”. Ti prego…”

“Beh non puoi dire che non fosse un bel vedere… Certo non come lui.” Ed indicò Draco con un cenno della testa. “Tesoro, ritiro tutte le rimostranze, con un figo del genere recuperi tutti i punti persi in questi mesi. Ma che sedere ha?”

A Sofia venne da ridere ed anche Draco, di spalle perché ancora indaffarato con i fornelli, se la rideva sotto i baffi.

“Però tu devi dirmi il tuo segreto, assolutamente. Questo si presenta in libreria e ti rapisce. Immagino siate andati a cena, sorvolerò su come abbiate passato la notte per rispetto della tua privacy, però immagino non vi siate raccontarti storielle, e poi la mattina ti prepara pure la colazione? Tutti i casi umani li devo trovare sempre e solo io, ti pare giusto?” Riccardo sospirò alzando gli occhi al cielo.

Sofia sorrise. “Vuoi sapere un segreto ancor più scottante?”

“E me lo chiedi? Sputa subito il rospo!” Riccardo la guardò interessatissimo.

Sofia gli si avvicino, per sussurrargli qualcosa all’orecchio. “Draco parla e capisce perfettamente italiano.”

Sofia scoppiò a ridere di fronte alla faccia sconvolta di Riccardo.

Anche Draco si mise a ridere e gli servì un piatto bello ricco. “Buon appetito e… Grazie per i complimenti!”

Venerdì 17 luglio, ore 17:23

Riccardo le aveva perdonato quasi subito la gaffe che gli aveva fatto fare con Draco, anzi, probabilmente lo aveva soltanto spinto a prendersi maggiori libertà con il biondo. Era un ragazzo di buon cuore e di buona compagnia, Sofia gli doveva tanto, l’aveva fatta ridere in un periodo nel quale aveva dimenticata come si facesse.

Le aveva lasciato anche la giornata libera e questo un po’ la preoccupava; pensarlo in libreria da solo non la faceva stare tranquilla. Sperò non desse fuoco all'intero negozio, anche se al momento poco le importava. Non avrebbe voluto essere in nessun’altro posto che non fosse il suo letto: stesa tra le fresche lenzuola con Draco, semi nudi.
L’uomo aveva posato la testa sul suo ventre e lei gli accarezzava i capelli, mentre guardava le ombre distendersi sul soffitto.

Non si erano mossi molto da lì, in fin dei conti avevano parecchio tempo da recuperare: così le aveva risposto Draco quando aveva provato a protestare.
Sorrise. Aveva ragione.

Quando un po’ preoccupata gli aveva chiesto come avrebbero fatto a far combaciare di nuovo le loro vite, lui aveva alzato le spalle noncurante: le aveva confessato di aver dato le dimissioni al Ministero e di essere venuto con l’intenzione di restare.
Al massimo avrebbe fatto su e giù un paio di volte per i bagagli e per recuperare Amelia, ma era tornato, in pianta stabile, per restare con lei, per vivere una banale vita babbana.

Non appena gli aveva detto “vivere una banale vita babbana” si era arrabbiato molto.
Le aveva preso il viso tra le mani. “Basta con questa stupida idea. La mia vita non potrà mai essere banale, non se ci sei tu. Chiaro?”
Lei aveva sorriso con le lacrime agli occhi e gli aveva buttato le braccia al collo. 

E poi avevano parlato per ore, di tutti i pezzi di vita che avevano perso l’uno dell’altra, si erano scusati e si erano amati, ancora e ancora. Adesso sì che andava tutto bene.

“Questa sera possiamo finalmente andare alla nostra osteria o hai ancora qualcosa in contrario?” Draco si mise a sedere e la guardò sorridendo.

“Guarda che non mi freghi, non questa volta. Cosa credi, di potermi far cadere con gli stessi trucchetti del passato e per di più negli stessi luoghi? Illuso.” Sorrise, mettendosi anche lei a sedere.

“Ok allora proviamo così.” La guardò intensamente, sorridendo. “Sofia, ti amo, profondamente e per me non c’è niente di più bello ed importante che non sia tu e l’amore che provo per te.”

A Sofia si illuminarono gli occhi e gli regalò uno dei suoi caldi sorrisi: quanto aveva desiderato ritornare a vederla così. La ragazza gli salì in braccio, circondandogli il collo con le braccia.“Draco ti amo, ti ho sempre amato e non credo proprio di poter smettere di farlo, perché vorrebbe dire vivere a metà. Per me non c’è niente di più bello ed importante che non sia, mhmm, vediamo… Il tuo sodissimo e scolpitissimo sedere, patrimonio dell’umanità.” Sofia scoppiò a ridere sotto lo sguardo sconvolto di Draco.

“Incorreggibile signorina Stevenson. Dovrò tenere conto del suo comportamento nel voto finale…” La guardo, fintamente serio.

“Ah sì? Allora tenga conto anche di questo per cortesia…” E lo baciò con passione.

Tra un bacio e l’altro Draco sussurrò sorridendo. “Questo migliora decisamente la sua posizione…”

“Non avevo dubbi professore…”

Entrambi risero. “Allora è un sì per l’osteria?” Le chiese Draco.

“Sì.” Sofia sorrise. “Ma dobbiamo prenotare, non vorrei che non trovassimo posto”. Si guardò intorno in cerca del suo cellulare. Chiuse gli occhi e sbuffò. L’aveva lasciato in salotto.

“Che c’è testolina?”

“Niente, è il mio telefono… L’ho lasciato…” Ma prima di finire la frase sentì qualcosa accanto alla gamba: afferrò il misterioso oggetto e si ritrovò il cellulare tra le mani. “Com’è possibile…” Osservò stranita l’oggetto che stringeva in mano, ricordando improvvisamente anche l’episodio del nastro adesivo in libreria.

Guardò Draco, interrogativa. L’uomo ricambiò il suo sguardo, con una strana luce negli occhi.

“Amore… Chiudi gli occhi e prova a figurarti qualcosa che vuoi fortemente, un piccolo oggetto del quale hai necessità…” Draco la guardava incoraggiante.

Sofia aveva sete. Chiuse gli occhi e pensò alla sua borraccia verde in cucina. Un rumore metallico le fece aprire gli occhi di colpo: la borraccia era apparsa sopra il comodino.

Guardò Draco incredula e lui le fece un grande sorriso: “Mi sa che la nostra osteria dovrà aspettare ancora. Questa sera io e te è meglio se andiamo a trovare un nostro caro, vecchio amico…”

Completarono la frase insieme: “…il professor Silente.”
   
 
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