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Autore: Ghostclimber    11/05/2020    6 recensioni
L'inevitabile è accaduto.
Lui e lei si sono messi assieme.
Ma questo potrebbe aprire la strada per una tregua tra lui e l'altro.
Pairing: HanaHaru, HanaRu
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Ciaossu a tutti!

Eccoci con il penultimo /sigh, sob/ capitolo di questa bella avventura. Ho appena ultimato il capitolo di settimana prossima e devo dire che mi dispiace; mi è piaciuto molto cimentarmi in questa storia, ancor più di quanto mi ero divertita con L'Amore è Nell'Aria Stasera, e mi fa un po' malinconia sapere che l'ho finita. Ma credo di aver trovato una buona conclusione, e non intendo rischiare di rovinare tutto portando avanti forzatamente una trama che si è esaurita da sola.

Vi lascio a questo capitolo, se a casa vostra fa freddo e piove come a casa mia può darsi che con la lettura vi riscalderete ;) /Mitsui dalla regia: -Non fare la faccina allusiva che mi fai paura- oh, Mister Simpatia!/

Grazie, come sempre, a tutti voi che seguite, recensite, commentate, e soprattutto a quei due folli che mi danno retta anche fuori da EFP. Battete un colpo (di tuono, così restiamo in tema col tempo atmosferico della Val Padana) se avete gradito!

XOXO

 

 

 

 

 

Rukawa attendeva con ansia che Sakuragi arrivasse.

Era sabato, e come da accordi si sarebbero visti; si erano accordati per trovarsi a casa di Rukawa, perché i suoi genitori lavoravano fino a tardi e i suoi fratelli avevano in programma di uscire, ed entrambi sapevano benissimo cosa sarebbe successo.

Rukawa guardò la confezione di lubrificante che aveva appoggiato sul comodino insieme a due profilattici e sospirò.

La sfida one-on-one di qualche giorno prima, avendo visto la vittoria di Rukawa, aveva decretato i ruoli della loro prima volta, ma Rukawa era tormentato dai dubbi.

Innanzitutto, lui non aveva la minima idea di cosa fare: sarebbe stato più intelligente lasciare le redini a Sakuragi, che quantomeno aveva già un minimo di esperienza. Inoltre, quando aveva segnato su schiacciata l'ultimo punto, Sakuragi aveva urlato e menato le mani e sbraitato di volpi scorrette, ma Rukawa aveva visto ben altro: aveva visto la paura nei suoi occhi.

Riteneva che, in virtù dei sentimenti che provava per lui, avrebbe cercato di essere il più delicato possibile, ma detestava l'idea che Sakuragi lo temesse. E da un lato capiva perfettamente il motivo del suo terrore: era cresciuto con l'idea che lui, in quanto maschio, era l'individuo adibito a occuparsi della penetrazione; aveva fatto enormi passi avanti nel giro di pochi mesi, ma chiedergli di fare anche quello sarebbe stato davvero troppo.

Rukawa aveva provato a rimangiarsi la proposta, a dire che stava solo scherzando, ma Sakuragi si era rifiutato, sostenendo che fosse una questione di orgoglio e che ormai non si sarebbe tirato indietro. E ora, Rukawa aveva paura di vederlo fuggire per una stupida scommessa.

Forse, si disse, sarebbe giunto un momento in cui non avrebbe avuto timore di vederlo scappare a causa di una piccolezza, ma il loro rapporto era ancora in boccio. Per cui, Rukawa attendeva, in piedi di fronte alla finestra della propria stanza, sperando di vederlo girare l'angolo e alzare gli occhi e fare un cenno di saluto.

Ma Sakuragi non si vedeva.

Qualcuno bussò alla porta: -Dedechan, posso entrare?- chiese Kaori.

-Nh.- ribatté Rukawa, e la porta si aprì.

-Io e Harumi stiamo uscendo. Credo torneremo per le sette. Quando arriva Hanamichi?

-Doveva essere già qui.- rispose Rukawa, guardando la sveglia. Le due e mezza, ora concordata per l'incontro, erano passate già da più di dieci minuti.

-Avrà avuto un contrattempo, arriverà.

-No, non arriverà.- decretò Rukawa e si spostò dalla finestra. La tenda ondeggiò dietro di lui con un pigro fruscio, e Rukawa sbatté le palpebre nell'improvvisa penombra in cui si era venuto a trovare.

-Perché non dovrebbe arrivare, Dedechan? Non dire cavolate!- disse Kaori.

-Perché ho vinto una stupida scommessa. Ti levi dai coglioni, adesso?- Kaori aprì bocca come per parlare, poi rinunciò. Fece un timido cenno di saluto con la mano poi uscì. Rukawa udì la porta d'ingresso chiudersi alle sue spalle e si sedette sul bordo del letto, sconsolato.

Tutti quei discorsi sul panico da palcoscenico, tutto inutile. Rukawa aveva voluto provare a fare uno scherzo e aveva gettato al vento tutto quanto. Si lasciò cadere di schiena sul letto, si coprì la faccia con un cuscino e vi urlò dentro tutta la propria frustrazione.

-Ohi, fratellino!- udì dopo un tempo indefinito e si tolse il cuscino dalla faccia, pronto a mandare a quel paese Ken e il cavallo su cui era arrivato; dietro al fratello maggiore, però, c'era una ben nota figura con i capelli rossi. Rukawa si trattenne e disse incoerentemente: -Non ho sentito il campanello.

-Perché non l'ha suonato. L'ho visto fermo fuori dalla porta come un randagio e l'ho fatto entrare.- dichiarò Ken; alle sue spalle, Sakuragi arrossì.

-Bene,- proseguì Ken, -Adesso mi levo dai coglioni, altrimenti rischio di arrivare in ritardo e al bar c'è una cameriera che ci tengo a incontrare prima che cominci il turno... ha certi fianchi che... uuuh!- Ken disegnò delle onde verticali con le mani, per dare un'idea delle forme della ragazza, poi senza aggiungere un'altra parola si eclissò.

Rukawa guardò Sakuragi, che dal canto suo evitò accuratamente di incrociare i suoi occhi. Il suo sguardo, invece, vagò lungo la stanza, e di colpo Rukawa si rese conto che lasciare in bella vista lubrificante e preservativi non era assolutamente un'idea da premio Nobel. Sakuragi li vide, i suoi occhi si sgranarono e il suo respiro si fece rapido e superficiale.

-Non...- cominciò Rukawa, ma non seppe proseguire.

-Kaede, io non so se sono pronto.- sbottò Sakuragi, arrossendo, poi Rukawa notò un particolare molto, molto inquietante: Sakuragi aveva gli occhi lucidi e sembrava sull'orlo delle lacrime.

Scattò in piedi, lo raggiunse sulla soglia mentre il rosso già indietreggiava e lo prese per le braccia. Lo ghermì con forza, per impedirgli di scappare, e dichiarò: -Non abbiamo fretta.

-Sì che ce l'abbiamo, Kaede. Tu non vedi l'ora, è chiaro!- ribatté Sakuragi, indicando il comodino con un gesto della mano. Rukawa si sentì morire dentro.

-Senti... ehm...- esitò. Sapeva benissimo cosa avrebbe voluto dire, ma non sapeva se era in grado di dirlo: -Senti, entra. Guardiamo un film, quello che vuoi. Se succede, quando succede, sarà perché tutti e due lo vogliamo. Non importa, posso aspettare.

-No, Kaede, tu...

-Mi sono fatto le seghe fino a oggi, non muoio se aspetto ancora un po'. Davvero.- Sakuragi esitò ancora, con gli occhi che continuavano a saettare verso il comodino, poi si liberò della stretta di Rukawa e fece un mezzo passo verso destra come per andarsene.

-No, ti prego, non lasciarmi.- si lasciò sfuggire Rukawa. Si maledì ripetutamente, mentre lacrime traditrici cominciavano a pungergli l'angolo degli occhi, poi incontrò lo sguardo di Sakuragi, stupito e ferito. -Kaede!- soffiò il rosso, -Ma che diavolo stai dicendo?- Rukawa aprì la bocca, ma non riuscì a cavarne un solo suono.

Poi, le braccia di Sakuragi giunsero a cingerlo, e il suo profumo gli colpì le narici, e le sue labbra trovarono quelle di Rukawa, che si abbandonò al bacio come un uomo che affoga si affiderebbe ad un salvagente lanciato da una nave di passaggio.

Si lasciò sospingere sul letto, dove Sakuragi proseguì a baciarlo come se ne andasse della sua stessa vita; cercò di combattere la prepotente erezione che, noncurante della situazione meno che felice, si era fatta strada all'interno dei suoi pantaloni. Scostò il bacino per fare in modo che Sakuragi non se ne accorgesse e non lo prendesse come un segno che Rukawa si sarebbe preso quel che voleva, ma subito la mano del rosso corse ad accarezzarlo.

Rukawa ansimò nella bocca di Sakuragi, mentre quella mano ribelle si stendeva a toccargli i testicoli. Li strinse appena, premendoli contro l'asta ormai dura, e Rukawa non poté trattenere un gemito. Sollevò una gamba e con essa cinse il fianco di Sakuragi, che gli premette addosso la propria erezione; Rukawa dovette trattenere la commozione.

-Hanamichi.- soffiò, quando riuscì a riconnettere insieme un pensiero con il successivo.

-Kaede, col cavolo che ti lascio, ok?

-Ho vinto per caso. Siamo alla pari, ormai, pensavo che per ordine del possesso di palla mi avresti battuto, è per questo che ho fatto la scommessa, perché ti voglio, voglio il tuo cazzo dentro di me.

-WOAH.- esclamò Sakuragi, scostandosi e sedendosi sui talloni. Rukawa rimase sdraiato di schiena sul letto, con le gambe divaricate, a chiedersi come diavolo fosse finito lì. Sakuragi prese il respiro un paio di volte, poi si azzardò a chiedere: -Dici... dici sul serio?

-Nh.- ribatté Rukawa, sfinito da quello che per lui era un discorso infinito.

-Cioè, non lo dici perché pensi che così magari ci sto?

-Nh. Anche non oggi. Ma io...- Rukawa si interruppe. Era caduto in una prevedibile volgarità spinto dal desiderio, ma dirlo a mente un attimino più fredda era tutt'altra questione.

-Cioè.- Sakuragi sospirò, si piazzò le mani aperte sulle ginocchia e ammise: -Io non sono per niente attirato dall'idea di... sai... prenderlo nel culo. Cioè... tu...- Rukawa lo vide arrossire così tanto che per un istante temette che gli sarebbe partito un aneurisma.

-Tu hai mai provato? Dico, con le dita o con...

-Una zucchina?- propose Rukawa, ricordando un'imbarazzante conversazione. Di colpo, si sentì le guance molto, molto calde. Sakuragi si guardò le ginocchia e annuì.

-Ho preferito lasciare gli ortaggi in frigo... ma con le dita... sì.- confessò Rukawa. In realtà era stata una cosa parecchio scomoda, ma non l'aveva trovata sgradevole. Gli era rimasto solo un vago senso di incompleto perché dalla posizione che era stato costretto ad assumere era riuscito a procurarsi piacere, ma sentiva di non aver raggiunto del tutto quella parte che secondo le informazioni non richieste fornite da Sendoh poteva portarti in paradiso.

-E...- fece ancora Sakuragi, -Vorresti provare con le mie dita?- Rukawa ebbe la visione di Sakuragi che si chinava su di lui, le dita lucide di lubrificante, immaginò la sensazione del suo ano che si lasciava dischiudere e cercò di indovinare cosa avrebbe potuto provare se Sakuragi avesse raggiunto quel famigerato punto. Il suo membro ebbe un visibilissimo fremito nei suoi pantaloni. Sakuragi emise una risatina imbarazzata e pigolò: -Lo prendo come un sì?- Rukawa annuì.

-Ok, però devi... devi dirmi come procedere, cioè...- Sakuragi si bloccò e gesticolò a caso, mentre le sue guance si tingevano di un rosso intenso.

-Vuoi... farlo adesso?- chiese Rukawa. Di colpo, l'aria di inizio settembre sembrava decisamente bollente. Si leccò le labbra in attesa di una risposta.

-Beh, ecco... se poi non ci piace possiamo sempre fermarci, no?- chiese Sakuragi. Rukawa, in tutta risposta, si portò le mani alla cintura dei pantaloni e cominciò ad armeggiare con il bottone. Sakuragi emise un soffio di risata e disse: -Lascia, faccio io.- le sue mani slacciarono il bottone in pochi istanti, e Rukawa alzò i fianchi per agevolare la discesa dei pantaloni. Per la sua sorpresa, Sakuragi gli abbassò anche i boxer. Rukawa arrossì sotto lo sguardo di Sakuragi, che disse: -Sei bellissimo, Kaede. Posso... posso baciarti lì?

-Oh... cazzo, sì.- sospirò Rukawa, e vide Sakuragi che si abbassava lentamente. Il primo brivido giunse quando le labbra di Sakuragi si posarono, ancora chiuse, a metà della sua virilità. Il secondo arrivò quando la mano di Sakuragi gli sfiorò i testicoli, sollevandoli. Poi, le labbra di Sakuragi si dischiusero appena sul suo glande e Rukawa non poté trattenere un colpo di fianchi. Penetrò la bocca di Sakuragi prima ancora di fermarsi a riflettere, e si immobilizzò solo quando udì il suo verso di sorpresa; rimase immobile, in attesa di una reazione. Temeva che l'altro se la sarebbe presa: in fondo, forse non era una violenza ma di certo Rukawa non aveva chiesto un consenso scritto e controfirmato. Ma Sakuragi gli pose una mano sulla parte bassa della schiena, in una lieve carezza che si trasformò in presa salda quando con l'altra mano lo spinse verso il basso; accompagnò la discesa del suo bacino seguendolo, le labbra sempre a circondargli il glande, e non si fermò neanche quando le natiche di Rukawa furono di nuovo posate sul materasso. Si lasciò affondare il suo pene in bocca, con movimenti languidi seppure incerti; dopo qualche affondo, si scostò e disse a voce bassa: -Vuoi passarmi quel lubrificante?- Rukawa non rispose, troppo eccitato per parlare. Gli schiaffò in mano il flacone e si ributtò sdraiato. Udì il tappo che veniva aperto, e un vago rumore come di pernacchia mentre Sakuragi si spremeva un po' di fluido sulle dita.

Poi, la bocca di Sakuragi tornò a scaldargli il pene, e le sue dita fredde e viscide gli dischiusero le natiche. Rukawa cercò di trattenersi: aveva avuto l'improvvisa immagine di se stesso che si impalava contro le sue dita, ma non voleva dare l'idea di essere proprio così impaziente.

Poi, un dito di Sakuragi premette contro la sua apertura e Rukawa soffiò: -Fermati con la bocca, se no vengo subito.- Sakuragi obbedì e lo guardò negli occhi, poi distolse lo sguardo.

-Cielo, è... imbarazzante.- mormorò, mentre con la punta del dito gli stuzzicava l'ano.

-Se preferisci, puoi... ehm... non so, sdraiarti?- propose Rukawa. Sakuragi arrossì violentemente e disse: -Io ho pensato che... ah, niente, lascia perdere.

-No, dimmelo.- disse Rukawa, spingendosi appena verso il basso. Il dito di Sakuragi entrò in lui per una falange e lui ansimò. Serrò le palpebre e spiattellò velocemente: -Se ti giri potresti farmi quello che stavo facendo io prima mentre io uso le dita.- Rukawa arrossì. L'idea di voltarsi, dargli le spalle e mostrargli le natiche mentre glielo prendeva in bocca era terribilmente imbarazzante... ma anche eccitante ben oltre i livelli di guardia.

Si alzò su braccia tremanti e girò su se stesso gattonando, ma non riuscì a mettersi a cavalcioni del viso di Sakuragi; si posizionò di fianco a lui, poi si inginocchiò. Avvertì la delicata carezza di Sakuragi sulle natiche nude mentre lui si occupava di slacciargli i pantaloni; svelò il suo membro svettante e di colpo la sua salivazione aumentò. Si fiondò in avanti e lo prese in bocca, assaporando il sapore caldo e asciutto della pelle del suo membro contro la lingua e il palato; udì Sakuragi gemere, poi avvertì le sue mani che gli divaricavano le natiche. Trasalì al tocco appena accennato delle sue dita contro l'ano, che ebbe un'involontaria contrazione.

-Vado?- biascicò Sakuragi. Rukawa annuì, senza staccarsi dalla sua virilità, e Sakuragi lo penetrò con un dito, molto lentamente.

Era inebriante, assolutamente inebriante. Rukawa gemette e aprì la bocca, spingendosi senza volerlo più in basso lungo l'asta di Sakuragi, che emise un mugolio di piacere a sua volta.

Sakuragi mosse il dito, dentro e fuori, poi ne insinuò un secondo e cambiò ritmo, cominciando anche a piegare le dita, come se fosse in cerca di qualcosa.

Rukawa si sentì di colpo imbarazzato: certo, aveva controllato che fosse tutto in ordine, ma quella era sempre una zona poco pulita. Per quello aveva preparato due profilattici, ma li avevano ignorati del tutto. Ebbe la tentazione di ritrarsi, quando le dita di Sakuragi trovarono la sua prostata. Rukawa urlò; il suo grido fu sonoro, per quanto soffocato dal membro di Sakuragi che fremeva contro la sua lingua, e la voce del rosso bisbigliò: -Ah, lo sapevo che doveva esserci qualcosa del genere.- implacabile, infierì su quel preciso punto. Rukawa quasi non si accorse del terzo dito, anche se più tardi avrebbe avvertito con nitidezza le piccole lacerazioni che gli stava procurando; succhiò con più veemenza, cercando di mantenere la mente occupata. Se si fosse abbandonato completamente alla situazione, aveva il vago sospetto che sarebbe del tutto impazzito.

Poi, avvertì l'orgasmo che gli montava nei lombi; cercò di avvisare Sakuragi, ma proprio in quell'istante il rosso disse: -Kaede, spostati, vengo!- e la sua bocca si ritrovò inondata di sperma. Rukawa continuò a succhiare imperterrito, ipnotizzato dal sapore agre del seme di Sakuragi, che continuava a uscire in piccoli fiotti regolari; inghiottì a più riprese, assaporando al contempo le fitte tra le natiche: Sakuragi, indebolito e sconvolto dalla forza del proprio orgasmo, aveva abbandonato il tentativo di tenere il braccio in posizione e l'aveva lasciato ricadere, tirando senza volerlo la pelle dell'apertura di Rukawa. Il moro, dal canto suo, era sulle soglie dell'orgasmo. In qualche modo Sakuragi parve capirlo, e gli prese un ginocchio per portarselo a cavalcioni del viso. Rukawa gemette: la sua apertura adesso era tirata di lato, e quello era un po' doloroso. Poi, le dita di Sakuragi tornarono a stuzzicargli la prostata, e con il solo ausilio del suo fiato sul glande Rukawa eiaculò sul bel viso del rosso, sentendosi imbarazzato oltre ogni limite.

 

Dieci minuti dopo, finalmente Sakuragi tornò in camera.

Dopo aver fatto assistere Rukawa allo spettacolo di lui che si raccoglieva ditate di sperma dal viso e se le infilava in bocca per assaporarle, un movimento sbagliato gliene aveva fatto finire un po' in un occhio e il rosso era scattato in piedi, lamentandosi del bruciore.

Non appena Sakuragi era uscito dalla stanza, Rukawa si era accorto di avere un'altra erezione. Lo spettacolo improvvisato da Sakuragi era stato perverso: perverso e decisamente ben oltre ogni suo più sfrenato sogno. Si masturbò, mentre dal bagno veniva il rumore dell'acqua che scorreva nel lavandino, e con le dita della mano sinistra si penetrò da solo, tirando e stuzzicando la pelle già sollecitata. Fu così che Sakuragi lo trovò, per sua somma vergogna: -Cazzo, dobbiamo stare attenti, negli occhi brucia un ca... sino...- Rukawa si immobilizzò, mentre Sakuragi si inginocchiava di fronte a lui, ma l'erezione sembrava non volerne sapere di levare le tende.

-Continua, ti prego.- disse Sakuragi, e Rukawa notò che anche il suo membro era di nuovo eretto. Recava ancora qualche traccia di sperma della precedente eiaculazione, e Rukawa rimase a fissarlo mentre Sakuragi lo impugnava e cominciava a masturbarsi a sua volta.

Rukawa meditò, molto alla lontana, che evidentemente aveva qualche forma di feticismo per le situazioni imbarazzanti: ma, dal momento che Sakuragi sembrava trovarle altrettanto eccitanti, era tutto meno che un problema.

Sakuragi si chinò in avanti, la mano destra sempre stretta intorno al proprio pene, e leccò i testicoli di Rukawa, che gemette. Poi, la sua lingua curiosa gli sfiorò l'apertura, e Rukawa supplicò: -Mettilo dentro, che aspetti?!- Sakuragi si fiondò in avanti.

Rukawa ebbe il tempo di pensare che probabilmente sarebbe morto di dolore, poi il glande di Sakuragi premette contro il suo ano e lo costrinse a cedere.

Rukawa sentì la propria pelle che si richiudeva intorno al prepuzio di Sakuragi, poi lo udì dire: -Oh, no.- e infine caldo, un caldo viscido dentro di sé.

Comprese che Sakuragi era appena venuto, ed eiaculò a sua volta tra i loro ventri accostati, affondando i denti nella spalla di Sakuragi.

-Cazzo... scusami.- pigolò Sakuragi, e Rukawa si trasse la sua testa sul petto. Avvertì quella piccola porzione del suo membro che l'aveva penetrato farsi più piccola, morbida e scivolare fuori.

-Ci riproveremo.- lo consolò, passando le dita tra i suoi folti capelli.

-Forse è meglio così. Ti avrei fatto un male cane. Ma è stato bellissimo.- aggiunse Sakuragi. Rukawa non rispose: se avesse dovuto parlare, ancora sulle ultime spire dell'orgasmo, gli avrebbe detto che non gli importava di provare dolore, ma sapeva che non era vero. Già solo quel minimo di penetrazione gli aveva fatto un po' male: erano quasi a secco, agevolati solo da quel tanto di lubrificante che Sakuragi aveva sparso con le dita, e di certo non avevano badato più di tanto ad agire con gentilezza. Forse, con più calma sarebbero riusciti a fare l'amore senza che nessuno dei due chiedesse di essere abbattuto come atto di pietà.

-Ti è piaciuto davvero.- constatò Sakuragi.

-Nh... certo.- rispose Rukawa, e il corpo del rosso si rilassò contro il suo.

-Bene. Adesso... adesso sono sicuro che non lo fai solo per me.- disse Sakuragi a bassa voce, e Rukawa si sentì invadere dalla commozione. Finalmente capiva quale fosse la questione che bloccava Sakuragi, ed era così da lui che si stupì di non averlo capito prima.

Sakuragi aveva rifiutato di invertire i ruoli stabiliti dalla partita perché credeva che per Rukawa fosse un sacrificio: ma ora che aveva la certezza che non fosse così avrebbe accettato.

-Do'aho.- disse Rukawa, accarezzandogli la fronte.

-Volpaccia.- ribatté Sakuragi, poi si accucciò meglio contro il suo petto e si assopì.

 
   
 
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