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Autore: zetastories    12/05/2020    0 recensioni
«Ma tu come fai a conoscerlo, il mio nome?» domandò freddamente Masamune, con un tono quasi beffardo, quasi divertito, che andò a insidiarsi nel petto di Onodera, il quale ormai era totalmente privo di modi per sfuggire ai duri colpi dell'avversario.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Masamune Takano, Ritsu Onodera | Coppie: Takano/Onodera
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I corridoi della scuola erano ormai vuoti da parecchio tempo, il sole penetrava le tende dalle finestre e dava a quell'ambiente piuttosto asettico una delicata colorazione arancione.

Ritsu stava finendo di spazzare il pavimento della sua classe, dato che quel giorno era il turno suo e di altri due ragazzi per pulire l'aula dopo le lezioni; ma -naturalmente- i due ragazzi se l'erano data a gambe utilizzando una banalissima scusa a e lui -da ragazzo decisamente tropppo gentile quale era- aveva accettato senza dire nulla; era piuttosto "ingenuo" per avere quindici anni.

Ed eccolo lì, con una scopa in mano, fermo in piedi davanti alla cattedra, a fantasticare come al solito.

«La biblioteca...devo andarci, magari c'è il senpai»
Si sarebbe dovuto limitare a finire i suoi lavori ed andarsene a casa, ma ormai i suoi pensieri erano colmi del ragazzo del quale era innamorato.

Ripensando al motivo per cui si era invaghito di quel ragazzo si sentiva piuttosto stupido, sembrava una di quelle cotte imprivvise, da film romantici di pessima qualità.

...
Mesi prima, in biblioteca, mentre cercava di afferrare un libro fuori dalla sua portata, un ragazzo dall'aria misteriosa lo aveva aiutato, passandoglielo. Da quell'istante Ritsu, estremamente colpito ed imbarazzato dal gesto, continuava ad andare in quel luogo per leggere i libri subito dopo che il ragazzo li aveva restituiti: così era riuscito a scoprire il suo nome e da allora continuava a ripeterselo in continuazione, persino prima di addormentarsi.

«Masamune Saga»

Sussurrò tra sé e sé.
Era così bello. 
Il suo nome rieccheggiava tra le pareti del suo cranio, rendendogli impossibile pensare ad altro. Era dunque questo l'amore? Non poteva averne certezza, ma quella sensazione gli faceva sentire il petto in fiamme.

Il senpai era di due anni più grande di lui. Era parecchio alto, moro, aveva le spalle larghe e delle mani molto grandi. 
Nella memoria di Ritsu era rimasta impressa la profonda voce del ragazzo, ma anche il suo fascino misterioso. 
La sua serietà, che lo faceva sembrare quasi distaccato dalla realtà, era motivo di tumulto nel cuore di Ritsu.

Sapeva anche di non avere speranze -ovviamente-; non solo perché erano entrambi due ragazzi, ma perché Ritsu era troppo timido per potergli rivolgere la parola: era un ragazzino minuto, non molto alto e dai modi estremamente delicati

Sapeva anche di non avere speranze -ovviamente-; non solo perché erano entrambi due ragazzi, ma perché Ritsu era troppo timido per potergli rivolgere la parola: era un ragazzino minuto, non molto alto e dai modi estremamente delicati. Anche lui, a modo suo, era piuttosto sostenuto.
I capelli, dello stesso colore del miele di castagno, gli arrivavano quasi agli occhi: verdi, grandi e molto espressivi.

Non era affatto popolare a scuola e aveva pochissimi amici, coi quali a malapena scambiava qualche parola; per questo era piuttosto insicuro e non si sarebbe mai sognato atteggiarsi come i ragazzi popolari, che chiedono di uscire alle ragazze senz...        

Non era affatto popolare a scuola e aveva pochissimi amici, coi quali a malapena scambiava qualche parola; per questo era piuttosto insicuro e non si sarebbe mai sognato atteggiarsi come i ragazzi popolari, che chiedono di uscire alle ragazze senza troppi problemi -figuriamoci chiederlo ad un altro maschio, più grande di lui per giunta!-.

«Masamune» ripeté un'altra volta a bassa voce. 
«Che bel nome, suona così bene» pensò, emozionandosi.
«Masamune Saga»
Questa volta il volume della sua voce era più alto.

Si voltò di scatto.
Un rumore aveva attirato la sua attenzione e lo aveva riportato dal mondo dei sogni alla realtà. Era un suono di passi improvvisamente interrotti, identicamente a quando si frena di scatto pochi istanti prima di sbattere contro un palo. Cos'era quel rumore?

Masamune quel giorno, subito dopo le lezioni, si era precipitato a casa per studiare per l'imminente simulazione, che avrebbe avuto entro poche settimane. 
Passò almeno due ore a studiare, concentrato sui libri, ma quando poi toccò ad inglese si rese conto di aver lasciato il quaderno a scuola, nel suo sottobanco. Si maledì, ma poi riflettendoci per una manciata di secondi si ricordò che la scuola era sicuramente ancora aperta, poichè di solito a quell'ora c'era sempre qualcuno che stava ancora finendo le pulizie. 
Si mise velocemente le scarpe e si precipitò a scuola, senza nemmeno degnare il suo gattino che si era messo supino in cerca di coccole.

Arrivato a scuola si diresse velocemente verso la sua classe e tirò un sospiro di sollievo nel ritrovare il suo quaderno nel posto esatto in cui lo aveva dimenticato, altrimenti gli sarebbe toccato andare alla segreteria scolastica e attendere un'eternità. Prese il taccuino e si diresse a passo spedito verso l'uscita: non aveva un minuto da perdere.

Proprio mentre procedeva con disinvoltura, sentì come un sussurro che diceva suo nome. Pensò di esserselo immaginato e non ci fece caso.

« Masamune Saga »
Questa volta sentì chiaramente qualcuno fare il suo nome, ed era certo di non esserselo sognato.

   
 
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