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Autore: AliceGerini    12/05/2020    0 recensioni
L’amore è un’arma molto potente.
Ma anche l’odio non scherza.
C’era una persona che il Professore non aveva previsto. E se non l’aveva prevista lui, come avremmo potuto farlo noi?
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Berlino, Il professore, Nuovo personaggio, Palermo, Tokyo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’amore è un’arma molto potente.
Ma anche l’odio non scherza.
C’era una persona che il Professore non aveva previsto. E se non l’aveva prevista lui, come avremmo potuto farlo noi?
 
BANCA DI SPAGNA, PRESENTE
 
Trovo la banda fuori dalla stanza del Governatore, non ci sono tutti ma quelli che mi servono: Tokyo, Denver, Stoccolma, Rio e…Palermo.
Parlottano tra loro ma smettono di colpo quando vedono arrivare me e il ragazzino.
«Cos’è, ci appartiamo con gli ostaggi adesso?» sbotta Denver.
Senti da chi viene la predica, proprio lui che conobbe Stoccolma appartandocisi durante la rapina alla Zecca di Spagna. Infatti è proprio lei a scoccargli un’occhiata dubbiosa, il che rende la scena paradossalmente comica.
«Vuole parlare col Professore.» prova a difendersi il ragazzino.
Come prevedibile è Tokyo a fare un passo verso di me: «Non negoziamo con gli ostaggi.» dice altezzosa guardandomi negli occhi.
«Non devo negoziare, devo parlare.» preciso reggendo il suo sguardo. Se spera di farmi paura si sbaglia di grosso: «Per favore.» dico a denti stretti, Dio solo sa quanto detesti chiedere il permesso per una cosa che mi spetta di diritto.
Tokyo pigia sul suo orecchio per attivare l’auricolare ma non smette mai di tenermi d’occhio: «Professore, c’è una donna che vuole parlare con lei.» ascolta quello chele dice l’uomo, dopo una smorfia incomprensibile mi passa l’auricolare.
«Grazie.» le sussurro mentre infilo l’apparecchio facendo attenzione ai capelli: «Professore, le sono mancata?» chiedo subito senza nemmeno dargli tempo per dire qualunque cosa.
«Mi perdoni ma non vedo come possa mancarmi qualcuno di cui non conosco il nome.»
Fatta eccezione per una volta in cui ho perso le staffe, mi è sempre piaciuta la sua calma e quel suo strano modo di riuscire a trasmetterla anche attraverso una telefonata. Siamo nel bel mezzo della rapina più grande della storia, deve gestire l’esterno, una dei componenti della banda è stata ferita a morte ma lui è…Calmo.
Mi ritrovo a sorridere senza motivo: «Quando hai ragione, hai ragione.» gli do atto girandomi verso i componenti della banda: «Sono io, Esme.»
Solo ora incrocio lo sguardo carico d’odio di Palermo.
Il silenzio del Professore mi avvisa che, forse, non è più così calmo e spavaldo come pochi istanti fa.
   
 
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