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Autore: Dream89    12/05/2020    1 recensioni
Non è sempre facile essere dei ventenni, non si sa quello che potrebbe riservare il futuro e ci si sente sballottato dagli eventi. La vita è imprevedibile, certo, e niente è sotto controllo; ma fintanto che si è con le persone giuste, ce la si può fare.
Fanfiction au senza pretese, in cui i grandi eroi e le gentil dame sono stati trasformati in giovani studenti universitari alle prese con problematiche comuni, amicizie, amori e dissapori.
Coppie:Faramir/Eowyn; Arwen/Aragorn; più accenni di altre varie ed eventuali coppie.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eowyn, Faramir, Legolas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Ecco qui un nuovo capitolo; spero che fino a questo punto la storia vi stia piacendo e divertendo.
Io mi sono divertita in modo particolare a scrivere questo capitolo e, nel mentre, ho anche realizzato quanto mi manchi andare a ballare con i miei amici.
Ma bando a tutti i sentimentalismi! 
Vi lascio alla lettura; se avete consigli, critiche, appunti e opinioni da dare, essi sono sempre i benvenuti.

Un bacio!


La fine della sessione estiva era finalmente arrivata per tutti; i ragazzi, chi più chi meno, erano soddisfatti dei risultati ottenuti, e quella sera si erano messi d’accordo per festeggiare. Sarebbero andati tutti insieme a ballare; sebbene uscissero spesso, era raro che trovassero un giorno giusto per andare in discoteca in cui ci fossero tutti, era sempre un’impresa complicata trovare una data che andasse bene.

Arwen ed Eowyn erano nella camera di quest’ultima a prepararsi per la serata: era divertente provare i vari abbinamenti di vestiti e farsi i capelli reciprocamente.

Arwen aveva indossato uno splendido abito di raso che le calzava a pennello, e stava valutando se mettere anche i tacchi oppure optare per dei comodi sandali.

Eowyn le lanciò uno sguardo; secondo lei l’amica aveva tutte le carte in regola per fare la modella, ma aveva invece scelto di intraprendere una strada ben più tortuosa e incerta: la musicista.

Le due ragazze non erano state sempre amiche; la bionda infatti, quando era infatuata di Aragorn, considerava l’altra una nemica; spesso si era trovata ad odiarla ed invidiarla contemporaneamente; chiedendosi perché lei non fosse come Arwen. Era stata mortalmente gelosa del fisico della mora, delle gambe lunghe e della pancia piatta. Credeva, nel suo delirio amoroso da diciassettenne, che fosse quella differenza il motivo per cui Aragorn non ricambiava i suoi sentimenti.

Eowyn aveva poi cambiato idea sul conto della ragazza, scoprendo in realtà che razza di persona meravigliosa fosse.

“Dammi un consiglio.”Chiese, mostrando due abiti.

 “Questo?- indicò un vestitino bianco con le maniche svolazzanti- oppure quello?” E accennò ad un altro abito, verde scuro con degli eleganti ricami dorati.

“Quello bianco, assolutamente.” Rispose con sicurezza l’altra.

“Ma tu metti i tacchi? Perché se te li metti, li metto anche io, altrimenti no.”

“Penso di sì, ma ci portiamo dietro i sandali e li lasciamo in macchina. Vuoi che ti trucchi io?” Arwen era davvero brava col make-up e non le dispiaceva mettere questa sua capacità al servizio dell’amica; Eowyn annuì entusiasta.

Dopo aver preso tutto l’occorrente, la mora si avvicinò all’altra che si era accomodata sulla sedia della scrivania.

“Va tutto bene in questo periodo? Sai, mi è sembrato di averti vista un po’ 

giù ultimamente.” Chiese gentilmente, mentre applicava il fondotinta. La bionda sospirò.

“Niente di che; sono un po’ ai ferri corti con mio zio, sai, a causa di quella faccenda per imparare a sparare. E questa volta, so che neanche Eomer è dalla mia parte.”

Arwen annuì comprensiva.

“Sono degli scemi a non lasciartelo fare. Ne avresti tutte le capacità! Ma vedrai, magari un giorno riuscirai a farli ragionare e cambieranno idea.” La mora sembrava convinta mentre parlava ed Eowyn le fu grata per le sue parole.

“Ora chiudi gli occhi, devo mettere l’eye-liner. Comunque, volevo chiederti anche un’altra cosa.- aggiunse la ragazza- Dimmi, cosa ne pensi di Faramir?”

A quella domanda la bionda ebbe l’impulso di sollevare la testa di scatto, ma si trattenne.

“E’ simpatico.” Affermò con semplicità.

“Solo questo?- indagò l’altra sollevando un sopracciglio.-Sai, ho notato che vi siete avvicinati molto negli ultimi tempi.”

Eowyn arrossì e sentì lo stomaco contrarsi lievemente.

“Lui…Noi siamo…E’ che ci parlo bene, credo. Tutto qua.” Stava davvero balbettando? Pensò lei, mentre cercava di dare una risposta sensata all’amica.

Arwen, molto saggiamente, lasciò cadere l’argomento e finì in silenzio di fare gli ultimi ritocchi con blush e illuminante. Poi si allontanò per ammirare il suo operato e, con un esclamazione soddisfatta, allungò uno specchio alla bionda perché si potesse rimirare.

“Beh, stasera sei splendida! E se tutti i ragazzi presenti non finiranno la serata innamorati di te, non so giudicare la bellezza!”*

Eowyn, specchiandosi, riconobbe il talento dell’amica, la ringraziò sorridendo.

Qualcuno bussò alla porta e, senza che le ragazze avessero il tempo di dire niente, la spalancò.

“Eomer! Avremmo potuto essere in mutande. Non hai un po’ di rispetto?” Sbottò la bionda infastidita. Il ragazzo la ignorò totalmente.

“Siete pronte? Ormai è quasi ora di andare.” Chiese invece, le fanciulle annuirono mentre si infilavano le scomode scarpe col tacco.

Prima di uscire i tre controllarono di aver preso tutto: soldi, documenti (tutti ricordavano quella volta in cui Boromir aveva dimenticato la carta di identità a casa e non era potuto entrare nel locale; Aragorn si era sacrificato e gli aveva fatto compagnia per l’intera serata), sandali di ricambio per le ragazze e bottiglia di vino bianco con bicchieri di plastica (per iniziare bene la festa).

In macchina Eomer accese la radio, mettendo della musica tecno a volume alto, Eowyn si lamentò fino a che lui non si decise a cambiare; egli alzò maggiormente l’audio, affermando che la nuova canzone le sarebbe assolutamente piaciuta. Dopo un attimo di silenzio Ai se eu te pego venne sparata fuori dagli altoparlanti.

“NO! Cambia, maledetto!” Urlò la ragazza portandosi le mani alle orecchie.

Nel sedile posteriore, Arwen rideva di gusto.

Una volta arrivati alla discoteca,The Prancing Pony Club**, Eomer parcheggiò e tutti insieme andarono a cercare gli altri. Si imbatterono in loro dopo poco.

Boromir, che aveva preso la macchina, aveva trovato posto poco più in là.

I ragazzi erano tutti molto belli: avevano rinunciato alle loro solite t-shirt (tranne Gimli che indossava una semplice maglietta nera, non diversa da quelle che era solito portare; una volta Legolas lo aveva preso in giro dicendo che il suo guardaroba era composto da venti maglie tutte uguali) e sfoggiavano delle eleganti camicie di diverso colore.

Aragorn si avvicinò ad Arwen e la prese per mano. 

Eowyn, dopo aver salutato tutti, notò che Faramir la stava ancora fissando, ma quando incrociò il suo sguardo, egli abbassò il proprio velocemente, come se fosse stato colto in flagrante a fare qualcosa di illegale.

Prendendo un respiro profondo, la ragazza gli si avvicinò.

“Sei pronto a sfasciarti?” Esordì, ostentando una sicurezza di sé che di certo non stava provando.

“E’ davvero troppo che non bevo; secondo me un paio di drink mi bastano per la serata.”

“Ma come, Faramir? Devi celebrare l’ultimo trenta e lode che hai preso. E poi l’alcool fa accadere cose sorprendenti.” Intervenne Boromir, spintonandolo e sfoggiando quella sensibilità da orco che lo aveva sempre caratterizzato.

Nel frattempo Eomer aveva stappato la bottiglia di vino e stava distribuendo nel gruppo i bicchieri. 

“Un brindisi!” Esclamò riempiendoli uno ad uno.

“Alla fine della sessione.” Dichiarò Boromir.

“E all’amicizia!” Aggiunse Legolas con un sorriso.

Tutti fecero scontare lievemente i bicchieri ed esclamando “Salute!”

Prima di bere, Aragorn guardò Arwen con dolcezza.

“All’amore.” Le sussurrò, stringendola poi a sé.

Si avviarono verso l’entrata del locale, ed Eomer prese a dialogare fitto con Gimli e Legolas.

“Se c’è quella barista dell’altra volta siamo a cavallo.” Stava dicendo, e raccontò di questa ragazza che era stata incaricata a fare i drink, ma non ne era assolutamente capace.

“Praticamente nel bicchiere questa qui mette tantissimo alcool e solamente un dito di soda. Non so se lo faccia apposta o meno, ma in ogni caso lei è una benedizione.”

“Quindi se, per esempio, ordinassi un Long Island e un Quattro bianchi, sarei a posto per tutta la serata?” Si inserì Aragorn, accendendosi una sigaretta e offrendo il pacchetto anche agli altri; Boromir, Gimli ed Eomer ne presero una a testa, avrebbero poi offerto le loro durante la serata. 

“Probabilmente tu no, reggi troppo bene l’alcool. Però Eowyn sarebbe stesa.” Tutti risero, e la ragazza protestò a gran voce.

Mentre facevano la fila per entrare, venne rivelato che quella sera si sarebbe tenuta una grande gara alcolica: Gimli contro Legolas.

Tutti esultarono emozionati, il biondo non aveva mai accettato le costanti provocazioni dell’amico, tuttavia delle storie narravano che la sua resistenza fosse senza pari (storie che Gimli non vedeva l’ora di smentire!).

La discoteca era all’aperto, la pista da ballo e la zona dei tavoli era coperta da una tettoia in legno; attorno c’erano delle piante e persino una fontanella con dei divanetti posizionati attorno.

Il gruppo si sedette attorno ad un tavolo ed Eomer si affrettò a dirigersi verso il bar.

Il posto si stava riempendo in fretta ma ancora nessuno era sceso in pista a ballare; molti occhi tuttavia si erano posati sia su Arwen che su Eowyn, nessuna delle due passava certo inosservata. Aragorn aveva messo un braccio attorno alle spalle della fidanzata a scanso di equivoci, Faramir pensava, con una stretta al cuore, che avrebbe tanto voluto fare lo stesso con la bionda, tuttavia non osava.

Mentre aspettavano il ritorno di Eomer, si aprirono delle scommesse.

“Io dico che vince Gimli!” Stava sostenendo Boromir, dando il cinque all’amico, mentre Legolas alzava un sopracciglio con fare sdegnato.

“Non fare lo stupido e fidati di me.-intervenne Aragorn.- Legolas vincerà a mani basse.”

“Ma se non l’ho mai visto toccare una goccia d’alcool da quando siamo coinquilini.” Gimli era sicuro di sé; negli anni, grazie all’aver partecipato a svariate serate alcoliche, aveva acquisito una resistenza davvero ammirevole.

Eomer fece ritorno sorreggendo due grandi caraffe colme, con attenzione le appoggiò sul tavolo.

“Dunque ragazzi, ecco le regole: dovete finire completamente le rispettive caraffe, senza fermarvi.”

“E senza vomitare” Precisò Gimli.

“Esatto. Chi resta in piedi, vince.” Terminò Eomer, posando sul tavolo due bicchieri.

La gara iniziò, e l’intero gruppo cominciò a incitare un po’ l’uno e un po’ l’altro amico.

Eowyn si alzò, annunciando che sarebbe andata al bar, Aragorn e Boromir andarono con lei. Quest’ultimo, una volta giunti al bancone, ordinò un Quattro bianchi a testa, anche per coloro che erano rimasti al tavolo. A fare i drink, per fortuna o per sfortuna, c’era proprio la barista di cui avevano parlato prima.

Tornarono al tavolo con entrambe le mani occupate dai bicchieri, e li distribuirono agli amici; Eowyn ne passò uno a Faramir e, cercando di non perdere l’equilibrio sui tacchi, andò a sedersi di fianco a lui.

La gara intanto stava procedendo a gonfie vele: entrambe le brocche erano quasi a metà e i due concorrenti sembravano ancora abbastanza lucidi (sebbene Gimli avesse cominciato a fare delle battute di dubbio gusto).

Quando ebbe finito il suo drink, Arwen diede un bacio al suo ragazzo, poi si alzò, prese Eowyn per mano e la trascinò sulla pista, che nel frattempo si era riempita, per ballare.

Faramir osservava le due ragazze, erano una visione particolare: sembravano gli opposti all’apparenza, eppure erano entrambe belle e fiere; allegre, mentre si muovevano a ritmo con la musica.

Aragorn notò il suo sguardo e gli posò una mano sulla spalla.

“Lei ti piace, non è vero?”

Il biondo fu colto di sorpresa, ma annuì; sentiva che poteva essere onesto con l’amico.

“E’ bella e coraggiosa; -continuò il moro.- in passato ha affrontato sventure superiori alle sue forze ma le ha superate, ha un animo nobile. La prima volta che la vidi ho percepito la sua infelicità, mi sembrava di vedere un fiore bianco, ergersi fiero e dritto, esile come un giglio, ma sapevo che quel fiore era inflessibile. Forse una gelata aveva trasformato la sua linfa un ghiaccio.”*** Si interruppe, Faramir lo stava fissando, serio.

“Perdonami, sto straparlando, probabilmente questo drink è molto più forte di quanto pensassi.”

Il biondo sentiva che, dopo quel discorso, aveva bisogno di altro alcool.

Si diresse al bar con Eomer, il quale prima di andarsene aveva raccomandato a Boromir e Aragorn di controllare il procedimento della gare e di fare video a volontà.

Tra la folla di giovani ansiosi di ordinare da bere, intravidero Arwen ed Eowyn; le due stavano parlando e ridendo con dei ragazzi sconosciuti, Faramir sentì il sangue ribollire nelle vene ma cercò di rimanere al suo posto, dopotutto lui non era nessuno per la bionda.

Una volta presi i loro bicchieri, Eomer, che quella sera pareva particolarmente in vena di sfide, gli propose di bere il drink tutto d’un fiato.

Il ragazzo si dovette fermare a metà, quell’alcolico era davvero forte; ad un tratto vide l’amico assottigliare gli occhi e cominciare a farsi largo tra la gente con degli spintoni, lo seguì.

Eomer si fermò proprio davanti alla sorella (Arwen non era più con lei), la quale era aggrappata con un braccio alle spalle del ragazzo con cui parlava prima e che ora le stringeva la vita, a quanto pare le aveva anche offerto da bere.

“E questo qui chi è?”Sbraitò il ragazzo.

La sorella rise, aveva gli occhi annebbiati, barcollava leggermente sui tacchi e bevve un altro sorso prima di rispondere.

“Perché gridi? Lui è il mio nuovo amico. E’…” Socchiuse gli occhi mentre cercava di ricordarsi il nome.

“Te lo dico io chi è: NESSUNO. Ora tu vieni via con me.”

Faramir non intervenne, ma dentro di sé era totalmente e incondizionatamente d’accordo con l’amico.

“No, Eomer! Perché devi fare sempre così? Smettila di dirmi cosa fare.”

“Non stiamo facendo niente di male; ci stiamo divertendo!” Aveva esclamato allora il ragazzo, stringendo ancora la mano attorno al fianco della ragazza; Faramir gliel’avrebbe volentieri staccata e poi gettata nella fontana lì vicino.

Eomer non fu così bravo come lui a fingersi calmo, le parole e il tono di sfida di quell’individuo gli avevano fatto saltare i nervi, si mosse verso quest’ultimo. Faramir fu veloce ad intervenire, frapponendosi fra i due; afferrò l’amico saldamente e mentre lo trascinava lontano chiamò la ragazza, sperando che gli desse retta.

“Eowyn! Vieni con noi, dai.” Sorprendentemente, quella si staccò dallo sconosciuto e li seguì fino al loro tavolo.

La situazione ai loro divanetti era disastrosa.

Gimli era collassato sul tavolo, continuava a borbottare qualcosa su una piscina e su donnine pelose; Legolas, che sembrava padrone di sé, era seduto in un angolo del divano, i primi bottoni della camicia verde erano aperti;  era circondato da quattro ragazze che lo guardavano con occhi adoranti, lui sorrideva tranquillo e raccontava loro di aver vinto quella sfida senza sforzo alcuno; Boromir invece, e a questo punto Faramir si portò le mani nei capelli, era salito su uno dei cubi lì vicino e aveva preso a ballare in maniera scoordinata con una ragazza. Aragorn e Arwen erano spariti chissà dove.

Faramir mollò Eomer sul divano; quest’ultimo afferrò un bicchiere a caso e riprese a bere, incurante dell’incidente di poco prima.

Eowyn scosse la testa e si allontanò con andatura incerta. Faramir la seguì.

La raggiunse e vide che lei si era seduta su uno dei divanetti vicino alla fontana, le si accomodò affianco, in silenzio.

“Eomer quando beve diventa iperprotettivo. Io gli voglio un mondo di bene, ma quando fa così lo vorrei strozzare.” Dichiarò la ragazza, imbronciata, sentiva la testa che girava leggermente.

“Si preoccupa per te; in fondo non sapevi se quel tipo fosse un un bravo ragazzo o meno. Ci preoccupiamo tutti per te.” Rispose lui, l’ultima parte della frase l’aveva detta a voce bassa e non era sicuro che l’altra l’avesse sentita.

“E’ che…non so, Faramir. Io vorrei sentirmi libera; Eomer e lo zio non fanno che ripetermi qual è il mio ruolo, fin da quando ero bambina. Ma ora sono proprio stanca. Non ho potuto neanche scegliere che università frequentare.”

Faramir poteva capirla; era dura venir incasellati in uno specifico ruolo, senza avere il permesso di cambiare, né di seguire il proprio istinto.

“Nemmeno mio padre voleva che facessi lettere.” Le confidò ad un tratto.

“Infatti inizialmente avevo scelto di frequentare giurisprudenza , come Boromir, come desiderava mio padre. ‘Un occasione per Faramir per dimostrare il suo valore’; così diceva lui.”

“Io volevo fare medicina. Ma mio zio non era d’accordo. Diceva che era troppo complicata, che mi avrebbe portato via troppo tempo, e che, un giorno, non avrei potuto dedicarmi in maniera appropriata alla famiglia. Come se l’avere un marito e dei figli fosse il desiderio di chiunque. Di certo non è il mio. Mi sento in gabbia, Faramir, e ho paura che, col tempo e con l’età, finirò per accettarla.”

Il ragazzo la guardò negli occhi blu per un interminabile istante, scrutandoli come se volesse leggerle l’anima attraverso di essi. 

Nella mente, inspiegabilmente, gli risuonarono dei versi: ‘Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta.’****

No, lei, così fiera e nobile, non sarebbe rimasta dietro le sbarre che le erano state imposte; glielo disse e lei distolse lo sguardo. 

“Dovrei fare come hai fatto tu? Cambiare facoltà, andare contro il volere di Theoden?”

“Con te sarebbe diverso, tuo zio ti ama; magari non subito, ma dopo un certo tempo capirà e approverà la tua scelta. Mio padre invece non prova che disprezzo nei miei confronti.”

A quelle parole amare lei, resa un po’ più audace dall’alcol, gli prese una mano, era calda e grande; non parlò, aspettando che lui continuasse.

“Quando ho scelto di mollare giurisprudenza ed iscrivermi a lettere, lui non la prese bene. Era l’ennesima prova di quanto suo figlio fosse un fallito. Sai, ovviamente è Boromir il suo preferito. Mio padre…lui mi addossa colpe che non ho.” Questi non erano argomenti facili da affrontare per lui, ma l’alcool e la presenza della ragazza avevano rotto la diga che frenava i pensieri, e ora vomitava parole.

“Dopo che mia madre è morta, lui ha fatto di tutto per rendermi la vita un inferno: non potevo andare a trovare gli amici, non potevo invitarli a casa. E da mio padre ricevevo solo continue denigrazioni. Io facevo ogni cosa possibile per compiacerlo, ma niente funzionava. E ad un certo punto ho semplicemente detto basta.”

“Che cosa è successo a tua madre?” Sussurrò la ragazza, avvicinandosi di più, gli occhi lucidi.

“Lei ha sofferto di una grave depressione dopo la mia nascita, prendeva psicofarmaci che le annebbiavano la mente. Un giorno stava guidando e, a quanto pare, non ha notato un segnale di stop. Io ero molto piccolo, quindi non ricordo niente, ma mio padre da quel giorno non è più stato lo stesso, probabilmente vorrebbe che non fossi mai nato. Mi piace pensare che ora mia madre è libera e in pace.”

Eowyn non sapeva cosa dire, si limitò ad appoggiargli la testa sulla spalla e a stringergli con più forza la mano, riconosceva il suo dolore, lo sentiva. Entrambi avevano sofferto, erano sprofondati in un baratro ma, alla fine, erano riusciti a risollevarsi.

Eowyn sentiva una sensazione di calore nel petto, avrebbe voluto restare così per sempre, immobile e appoggiata a lui; tuttavia drizzò la testa e lo guardò. Con gli occhi sfiorò gli occhi, il naso dritto, le guance e le labbra del ragazzo.

Faramir sollevò la mano libera fino al viso di lei, per qualche secondo la tenne sospesa nell’aria a qualche centimetro dalla sua pelle, come se avesse paura del contatto; poi, con dita tremanti, le carezzò lievemente una guancia. 

Loro erano così vicini, e il mondo sembrava così lontano.

La ragazza continuava a guardarlo ipnotizzata, persa negli occhi liquidi di lui.

Si mossero quasi contemporaneamente l’una verso l’altro.

“Ragazzi! Vi abbiamo trovati finalmente!” L’urlo biascicato di Gimli li freddò sul posto, i volti a pochi millimetri di distanza; i due si allontanarono in fretta, Faramir si alzò.

Videro Gimli, Eomer e Legolas venir loro incontro, tutti e tre avevano un andatura abbastanza barcollante.

“Dobbiamo andarcene assolutamente!- Sentenziò il biondo.- E’ tutta la sera che non faccio altro che allontanarmi da delle ragazze, una mi ha persino palpato il sedere.” Il suo tono era un misto di indignazione, insofferenza e stizza, con giusto una punta di virtù offesa e una spruzzata di pudicizia.

“Povero piccolo principino!” Lo prese in giro Gimli. “Capitassero a me delle sventure simili.”

“Non ti capitano perché ti sei ridotto peggio di un goblin mutante!”

Eomer nel frattempo guardava torvo prima Eowyn e poi Faramir, come se avesse capito che tra i due stava succedendo qualcosa, ma, a causa della mente annebbiata dai fumi dell’alcool, non avesse ancora ben chiaro cosa.

“Dove sono gli altri?” Chiese la ragazza, guardandosi intorno.

I ragazzi non ne avevano idea, avevano perso Boromir in mezzo la pista, mentre Aragorn ed Arwen non si facevano vivi da un po’. 

Dopo un estenuante ricerca, scoprirono che Boromir era riuscito ad imbucarsi in una compagnia di sconosciuti e ora stava allegramente facendo baldoria con questi.

Faramir e Legolas lo afferrarono da entrambe le braccia e lo trascinarono via di peso, tra le proteste generali.

Trovato uno, ora dovevano solo individuare gli altri due.

Legolas provò a telefonare ad Aragorn; quello fortunatamente rispose, e si misero d’accordo di trovarsi tutti alle macchine.

Quando Aragorn vide le condizioni pietose in cui versavano i suoi amici, non fu per niente felice.

“Io vi lascio da soli per qualche ora e voi fate fuori l’intera riserva si superalcolici del locale. E voi ragazzi!- si rivolse direttamente ad Eomer e Boromir.- voi dovete anche guidare. Vi sembrate nelle condizioni adatte per mettervi alla guida?”

I due, per tutta risposta, scoppiarono a ridere reggendosi l’uno all’altro.

“Ecco, appunto. Irresponsabili! Forza salite tutti in macchina; guideremo io e Arwen.”

“La mia macchina non si tocca!” Biascicò Boromir stringendosi le chiavi al petto.

“Ma sta zitto! E fa’ come dice.” Intervenne Faramir, sembrava parecchio irritato anche lui, ma nessuno riusciva a spiegarsi il motivo.

Fu stabilito che Boromir e il fratello avrebbero dormito da Aragorn; Arwen invece aveva già in programma di passare la notte da Eowyn.

Salirono tutti nelle macchine, operazione che richiese un certo tempo, dal momento che i ragazzi, sbronzi, volevano assolutamente tornare a ballare e continuavano opporre resistenza e ridacchiare senza ragione.

Durante il viaggio di ritorno Eowyn fu particolarmente silenziosa, guardava fuori dal finestrino con aria assente; l’amica lo notò, ma ebbe abbastanza tatto per rimandare le domande a quando sarebbero state sole.

Una volta a casa, la bionda aprì la porta e, cercando di fare meno rumore possibile, le ragazze portarono un Eomer mezzo addormentato nella sua stanza. Lo fecero sdraiare e gli tolsero le scarpe.

Quando furono in camera di Eowyn si cambiarono e si struccarono.

“C’è qualcosa che ti turba? E’ successo qualcosa quando sono andata via?” Indagò la mora mentre si mettevano a letto.

La bionda scosse il capo, assente. Stava ripercorrendo con la mente, ora lucida, i fatti della serata. Riviveva come in loop la conversazione avuta con Faramir, vedeva il suo viso, sentiva il suo tocco sulla pelle. Si domandava cosa sarebbe successo se non fossero mai stati interrotti; la sua immaginazione correva e le fu impossibile trattenere un piccolo sorriso spontaneo. Tuttavia stavano anche cominciando a sorgere alcuni dubbi: sarebbe successo ciò che stava per succedere se fossero stati sobri? Lui cosa provava? Come doveva comportarsi col ragazzo adesso? Avrebbe dovuto fare finta di niente ed etichettare l’episodio come ‘una cosa accaduta a causa dell’alcool’? Oppure avrebbe dovuto affrontare l’argomento? 

Si rigirò a lungo nel letto prima di addormentasi, l’animo in tumulto e un bacio mai dato sulle labbra.

 

 

 

 

*Cit. dal film Orgoglio e pregiudizio.

** E'il nome inglese de Il Puledro Impennato.

*** Discorso ripreso da Il ritorno del re

**** https://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0_va_cercando,_ch%27%C3%A8_s%C3%AC_cara ;nel caso qualcuno fosse curioso.

   
 
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