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Autore: Ookami_96    13/05/2020    2 recensioni
Piccola One Shot molto soft e senza molte pretese, su una nuova coppia che sto iniziando ad amare tantissimo: EraserMic.
Aizawa rientra a casa dopo uno scontro e qualche giorno di convalescenza in ospedale.
Ad aspettarlo, i suoi tre adorati gatti... e sì, anche Hizashi.
P.s. Non so se è necessario, ma vi avviso: Spoiler per la quarta stagione dell'anime
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Present Mic, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Tadaima, 'Zashi"

Mentre percorreva le vie della piccola cittadina, Aizawa Shouta non poteva fare a meno di pensare a tutte le cose che erano successe in quei pochi giorni.
Aveva partecipato assieme a diversi ProHero, alla polizia e alcuni studenti a una missione segreta per il salvataggio di una bambina e per l’arresto di diversi criminali appartenenti alla Yakuza locale: gli Otto Precetti della Morte, con a capo Overhaul.
La piccola Eri ora era sana e salva all’ospedale: la missione era stata un successo sotto molti punti di vista; diversi eroi però avevano riportato gravi ferite, Mirio Togata ora si ritrovava senza un quirk, proprio lui, la grande promessa per il futuro, e in più, Sir era morto.

Aveva passato la giornata e quelle precedenti a consolare e parlare con i suoi studenti, a dirgli che avevano dato il massimo in quella prima grande esperienza; ma ora che era da solo si chiedeva se lui, Eraser Head, avesse davvero fatto tutto il possibile. Se l’era cavata con una coltellata alla schiena, mentre i suoi allievi erano messi peggio di lui.

Arrivato alla fine di una lunga via solitaria infilò la chiave nella toppa di casa, ancora perso nei suoi pensieri; era ormai notte e lo scuro della notte era allontanato solo dalle luci dei lampioncini della dimora. Si sentiva stanchissimo, aveva solo voglia di crollare a letto e dormire fino a mezzogiorno del giorno dopo. Pensò però a Midoryia e agli altri, anche loro stavano rientrando ora nei dormitori, a Bakugo e Todoroki e al loro imminente esame.
Sbuffò.

Entrando era stato accolto dai rumorosi miagolii di due gatti: si erano svegliati appena aveva varcato la soglia e gli stavano dedicando delle fusa affettuose, mentre gli si strusciavano sulle gambe.
Si inginocchiò, accarezzandoli dietro le orecchie, provocando delle fusa ancora più rumorose; si era sempre sentito stranamente a suo agio con quelle piccole creature, ed era sempre stato ricambiato da loro. Spesso i colleghi scherzavano sul fatto che probabilmente erano gli unici esseri con cui poteva condurre un’esistenza pacifica e serena.

Diede una rapida occhiata in giro: era tutto in ordine, come al solito, mentre scorgeva nel buio una massa di pelo bianca che dormiva beatamente sul divano; sorrise al pensiero che nemmeno il suo ritorno aveva spinto quel pigrone di Kuro ad alzarsi dalla sua tana preferita.
Cercò di fare meno rumore possibile, mentre posava la valigia con il costume all’interno e andava in bagno per darsi una rinfrescata.

Quando ne uscì trovò la luce del soggiorno accesa e, con un pizzico di sorpresa, Hizashi seduto sullo sgabello della cucina, intento a mordicchiare una penna tenuta in bocca. Stava smettendo di fumare e aveva letto, non ricordava nemmeno dove, che tenere una penna a portata di mano quando era nervoso lo avrebbe aiutato; si era quindi ritrovato a tenerne costantemente una dietro l’orecchio e a rosicchiarla nei momenti di stress.
Che in quei giorni avesse resistito alla tentazione di comprare un pacchetto e fumarselo tutto d’un fiato era un grande passo avanti per lui. 

Appena il biondo lo vide uscire dal bagno gli si avvicinò lentamente; Aizawa si aspettava una strigliata in piena regola, o quantomeno urla e sbraiti. Ma quando Mic fu a poco meno di un metro da lui gli si gettò addosso, abbracciandolo.
«Mi sei mancato, darling»

Il moro chiuse gli occhi, beandosi di quel ritrovato calore e del profumo dell’uomo; era stato via solo pochi giorni, ma anche a lui era mancato avere il compagno vicino.
Hizashi gli diede una stretta, facendolo sentire quasi soffocato e, al tempo stesso, al sicuro; poi si staccò, prendendogli il viso tra le mani e fissandolo negli occhi.

«Ho visto il telegiornale, what appened?»
«Mi hanno chiesto di partecipare a una retata, top-secret. Per questo non ho potuto dirti nulla.»
«Sei ferito?»
Shouta scosse la testa, poteva vedere la preoccupazione in quelle iridi verdi così particolari e ipnotiche.
«Solo un graffio sulla schiena, nulla di ché.»

Il biondo sospirò sollevato; quando aveva visto Shouta nelle riprese, tenuto in braccio da Asui, aveva temuto il peggio. Non gli era concesso andare a visitarlo in ospedale e Aizawa stesso non aveva potuto chiamarlo, visto che la polizia temeva una fuga di notizie; era stato il preside a rassicurare lui e i colleghi che Eraser stava bene, e sarebbe presto tornato con gli alunni al seguito.

I due gatti, intanto, erano tornati all’attacco, strusciandosi rumorosamente tra le gambe dei due uomini, ancora in piedi in mezzo al soggiorno.
«Sei mancato un po’ a tutti, honey» disse Hizashi, mentre si concedeva un sorriso divertito.
«Non proprio…» la sua mano indicava il felino bianco, immobile.
«Ah dovresti conoscerlo ormai, Kuro is so lazy!» fece una pausa, mentre osservava Shouta stropicciarsi un occhio con la mano «Just like you, Shouta».

Nel dirlo, nel sussurrarlo, si era avvicinato all’altro, poggiando le labbra sulle sue; gli erano mancati i suoi baci, all’inizio timidi e titubanti, poi sempre più sicuri e voraci. Le sue mani gli sfioravano le guance, ispide a causa di quell’accenno di barba che non si decideva mai a rasare, mentre quelle di Shouta gli cingevano i fianchi.
Il bacio finì, ma i due rimasero vicini, la fronte dell’uno appoggiata a quella dell’altro.
«Non sono pigro. Ho solo molto sonno»
Hizashi si lasciò sfuggire un risolino, mentre mormorava un “Certo, certo” a bassa voce.

L’altro lo guardò contrariato, ma poi si fece guidare dall’altro, che lo trascinava verso camera loro tenendolo per mano.
Yamada, vista l’ora, aveva già addosso il suo pigiama rosso sgargiante, un regalo di All Might dallo scorso Natale; si sedette quindi sul bordo del letto, ad osservare il compagno intento a cambiarsi.
Un cerotto bianco faceva capolino sulla scapola dell’uomo, a coprire una ferita non ancora guarita; ma ad attirare l’attenzione di Hizashi era, come tutte le volte che vedeva Shouta senza maglia, una cicatrice scura che svettava sulla pelle chiara, in corrispondenza del gomito.

Tutte le volte che la vedeva la sua mente tornava all’attacco dell’USJ, a come arrivando aveva trovato Eraser in quelle condizioni, le braccia e le ossa del viso rotte. In pubblico aveva continuato a vestire quel suo iconico sorriso, urlare e scherzare, durante il Festival dello Sport dello Yuuei avevano pure commentato assieme e l’aveva canzonato bonariamente per tutto il tempo.
Ma quando erano da soli, in quel loro nido segreto, non poteva non rimproverarsi per non averlo protetto, per aver permesso ai Villain di ridurlo in quel modo.

«Non pensarci, ‘Zashi»
Si era incantato, come al solito. Ormai Shouta lo conosceva fin troppo bene; sapeva quanto quel suo animo così spensierato all’apparenza, fosse in realtà in costante conflitto e afflizione, soprattutto per la sicurezza del compagno. E soprattutto dopo lo USJ.
Mic sbattè le palpebre, tornando a guardare il moro, attento; si era messo dei semplici pantaloni della tuta e una maglietta nera, e si stava coricando sul suo lato del letto, dandogli le spalle.

Subito il biondo gli fu vicino, circondandolo con le braccia e lasciandogli una scia di baci sul collo; convivevano ormai da anni e sapeva bene quando poteva insistere con lui. In questo Aizawa era proprio come un gatto: si lasciava coccolare e stuzzicare solo quando voleva lui, senza se e senza ma.
Lo percepiva dal suo respiro, dal suo comportamento, che quella sera non gli si sarebbe concesso. Lui però, da bravo compagno, si sarebbe accontentato di qualche attenzione e una dormita tranquilla, tra le sue braccia.

Gli occhi del moro andarono a fissare la sveglia sul comodino, i cui numeri segnavano ormai la mezzanotte passata.
«Domani devo pure accompagnare Bakugo e Todoroki.»
Sbuffò.
“E hai pure il coraggio di dire che non sei pigro, Sho?”

«Cos’hai da ridere, tu?»
«Oh, niente! But, don’t worry, darling! Ce li accompagno io» stava continuando a dargli dei dolci baci, mentre si offriva di farsi carico di un po’ del suo lavoro.
«Sei sicuro? Quei due sanno essere problematici» Eccome se lo sapevano. Ci mancava Midoriya e sarebbe stato il trio perfetto per un imminente disastro.
«Vorrà dire che al mio ritorno, you will give me a reward…»

Shouta sentì la mano del biondo sui suoi pettorali, accarezzandolo e tastandolo. Si girò, guardando Mic negli occhi, ancora vispi e svegli; gli si accoccolò vicino, poggiando la testa sul suo braccio.
«Come here, Sho» gli sussurrò, mentre si sistemava supino, in modo da far appoggiare Shouta sul suo petto e poterlo cingere con il braccio.

I suoi problemi, le sue preoccupazioni, i suoi rimorsi… Sparì tutto, in quell’abbraccio.
In quella stretta, tra le sue braccia, Shouta si sentì di nuovo a casa.

 “Tadaima, ‘Zashi
Okaeri, Sho
 
Salve a tutti :D
Prima Fic su questa amazing coppia, come detto senza troppe pretese; ma volevo iniziare a scrivere per buttarmi poi su qualcosa di un po' più complesso con questi due.
Aspetto vostri feedback (assieme all'ispirazione per una nuova storia).

Grazie a tutti :)
 
  
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