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Autore: LilithGrace    14/05/2020    1 recensioni
"Ci sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare".
(Oriana Fallaci)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dick Grayson, Jason Todd, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda, circa le quattro, e mi trovai a fissare il mio tesserino con su scritto il numero di referenza di Harley Quinn.
I pensieri che affollavano la mia mente in quel momento erano come sarebbe andata a finire? Stavo facendo la cosa giusta? Cosa ne sarà di me? Ma soprattutto: mi sarei potuta fidare della dottoressa Quinzel? Una vocina interiore mi suggeriva di ritirarmi da questa sottospecie di crociata che avevo iniziato perché non sarebbe finita bene, un’altra mi diceva di proseguire e andare avanti perché in fondo quella era la mia natura, così come quella di Jay.
Scacciai via le mie due coscienze e mi concentrai sul presente, così iniziai a fare mente locale su tutte le informazioni che avevo su Jason e con un colpo di reni mi alzai dal letto e accesi il mio portatile. Bruce aveva detto che era una specie di baby-criminale. Se avessi cercato sul database del centro presso cui lavoravo, che era su scala nazionale, avrei potuto sicuramente trovare qualcosa sul suo conto; il database era collegato anche a carceri minorili e centri d’adozione, ma su di lui nessuna informazione a parte che sua mamma era morta d’overdose e che suo padre, un certo Willis Todd, era un piccolo criminale ucciso da TwoFace.
Qualcosa non quadrava: o non era mai stato beccato o qualcuno aveva ripulito la sua fedina penale… un Robin sporco non sarebbe stato credibile e soprattutto non avrebbe avuto accesso alla Gotham Accademy anche se figlio adottivo di Bruce Wayne.

Riflettendoci, a Gotham c’era un riformatorio dove, si diceva, che il Pipistrello portasse tutti i monelli di strada per essere rieducati.
Se Jason avesse frequentato quel posto, chi gestiva la struttura sarebbe stato in grado di dirmelo.
Feci qualche ricerca ed uscì che questa scuola era gestita da una simpatica vecchietta australiana, Faye ‘Ma’ Gunn, che in realtà invece di rimetterli in riga, li addestrava per diventare dei gangsters ed ora si trovava in prigione.
Dovevo pensare come un criminale e in fondo, come disse Harley Quinn, non era il mio primo giorno a Gotham. Dovevo uscire dai miei nuovi schemi e tornare un po’ la ragazzina spericolata di cinque anni fa.
Senza neanche accorgermene era ormai l’alba e mi preparai per andare al trovare la maestra di scuola.
Prima di poter andare lì, aprii una vecchia scatola che avevo sotto la scrivania dove tenevo alcune foto o oggetti che preferivo tenere sott’occhio.
Rovistai all’interno alla ricerca del mio documento falso ed anche una vecchia foto di Jason: ce n’erano un bel po’, in verità, alcune gliele avevo scattate mentre facevamo qualche gita delle nostre. Scelsi quella dove si vedeva meglio in viso, era seduto su un muretto diroccato, sigaretta tra le dita, mentre era concentrato a guardare un non so cosa su di un albero. Era davvero carino, più di quanto non ricordassi.
Sorrisi e la misi in una cartellina insieme ad alcuni carte falsificate di uno studio di un medico legale.

Arrivai al penitenziario di Gotham, mostrai il mio documento e mi feci condurre nella cella della signora Gunn: “Buongiorno, sono Leighton Lang, potrei farle qualche domanda?”
Non ebbi risposta, solo un sorriso oserei dire beffardo.
Misi la cartellina sul tavolo e l’aprii e le mostrai la foto: “Conosceva Jason Peter Todd?”
Guardò la foto attentamente: “Chi lo vuole sapere?”
“Assistente del medico legale. Sappiamo che frequentava la sua scuola per bravi ragazzi.”
“Chi lo sa…”
“Attenta a quel che dice, signora Gunn. Il ragazzo in questione è morto e stiamo lavorando al caso. Anni fa la sua morte fu archiviata per asfissia, ma sono emerse nuove prove e stiamo cercando di risolvere questo increscioso evento. Lei sta scontando una pena di appena cinque anni per rapina a mano armata e coinvolgimento di minori. Contando che i giudici sono stati molto clementi con lei, povera vecchietta indifesa, sarebbe un vero peccato beccarsi l’ergastolo per omicidio premeditato, ora che le mancano pochi giorni… quindi riformulo la domanda: frequentava la sua scuola per giovani criminali?”
Mi guardò e sbuffò: “Sì, ma per poco tempo. Avevamo preparato un colpo, ma scelse di stare dalla parte dei buoni, contattando Batman e facendomi sbattere in galera. Non è morto per mano mia.”
“Vorrebbe dirmi che non ha contatti all’esterno?”
“I miei alunni sono alcuni in un carcere minorile, altri sono stati processati come adulti e sono, dunque, i questa stessa struttura…”
“D’accordo. Tornando al piccolo Todd… Secondo lei, sarebbe potuto diventare un criminale?”
“Tra i migliori, probabilmente, ma questo non potremo mai saperlo. Sebbene avesse determinate qualità ed una certa attitudine, quando si è giovani si può cambiare, ciò che non cambia è l’inclinazione e… sa che l’acqua ha memoria?”
“Cosa vuole dirmi?”
“Siamo fatti per il 78% di acqua e il nostro corpo non dimentica. Avrebbe potuto rigare dritto, ma in momenti di difficoltà, avrebbe reagito ancora come un criminale, per sopravvivere. Prima o poi, quella natura riemerge e sta alla persona stessa scegliere se assecondarla o meno. L’ultima volta che l’ho visto, come ho già detto, fece la sua scelta di stare con il bene. Non so altro.”
“Metterò a verbale, signora Gunn. La ringrazio per il suo tempo.”

Così ebbi la conferma che era un delinquente di strada, sbattuto in riformatorio e che non solo non mi avevano detto tutto, ma addirittura i miei sospetti che gli avessero ripulito la fedina penale erano più che certi.

Ora mi serviva un esperto di armi.
Al centro di Gotham c’era uno dei negozi più grandi e rinomati di armi antiche e moderne e chi lo gestiva era un vecchio conoscente, essendo che andavo spesso lì con mio fratello.

Andai diretta da lui: “Buongiorno Sam! Senti, mi dovresti fare un favore grande quanto una casa. Non come la mia, sarebbe troppo piccolo. Pochi giorni fa sono stata al museo con Matt e come sai, adora collezionare spade medioevali. Vorrebbe ampliare la sua collezione e a breve sarà il compleanno; ho notato che ha sviluppato un certo interesse per quella specie di pugnale ondulato… com’è che ha detto che si chiamava...”, feci finta di pensare, aspettando che fosse il venditore a rivelarmi il nome “Un Keris malese, immagino”
“Ma le sai tutte! Proprio quello! Dai, fammene vedere qualcuno e raccontami un po’ di quest’arma, almeno farò bella figura e… se chiederà, io non sono mai stata qui e non ho mai chiesto nulla, intesi?”, gli feci un occhiolino ed annuì: “Sei una brava sorella maggiore…”, andò nel retro del negozio cominciando a parlare e cercando l’oggetto di mio interesse: “il Keris o Kriss è un’arma originaria di Giava, ha la lama detta a biscia, molto molto affilata. La sua forma consente di provocare lacerazioni asimmetriche difficili da far rimarginare anche con punti di sutura”, tornò da me con un magnifico pezzo intarsiato con impugnatura d’avorio: “Proprio per questa caratteristica, le esecuzioni erano per lo più effettuate sulle spalle: si recideva la succlavia e fino ad arrivare al cuore, dall’alto. Se si voleva far soffrire di più o estrapolare informazioni, si infilava frontalmente appena sotto la clavicola… era parecchio doloroso”, sfoderò il pugnale facendomi vedere le due esecuzioni differenti.
Sorrisi e lo pagai dicendogli che ci avrei pensato io ad impacchettarlo.

L’ultimo tassello che mi sarebbe tornato utile per iniziare a formulare quel che poteva essere solo lontanamente un piano, era capire chi accidenti fossero Ra’s al ghul e Talia al ghul

Cercai sul web la lega degli assassini e tutto ciò che girava intorno a questa setta erano solo racconti sui loro addestramenti leggendari e che il loro fine ultimo era quello di distruggere il male e la corruzione utilizzando qualsiasi mezzo. Wow, chissà dove l’avevo già sentita questa…
Comunque nulla di certo, a parte il significato di Ra’s al Ghul, re dei Ghul, sovrano dei demoni.
Nulla sulle fosse di Lazzaro. Quello di cui ero assolutamente certa, era che quella fonte aveva totalmente alterato la psiche di Jason e, da quest’idea che mi ero fatta, dedussi che doveva esserci uno scambio equivalente, il principio dell’alchimia secondo cui per ottenere qualcosa bisognava darne in cambio un’altra con il medesimo valore.

 
  
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