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Autore: Sakura_822    14/05/2020    1 recensioni
Mikan e Natsume sembrano non sopportarsi da quando si sono conosciuti,
Ma allora perché quando si parla di Natsume, Mikan sente sempre una fitta al cuore?
E perché Natsume non riesce a staccarle gli occhi di dosso?
Quando Mikan sarà nei guai, Natsume farà di tutto per salvarla.
Ma perché? Non sarà che... No, non diciamo assurdità.
O forse si?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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*Avvertenze* 
-riferimenti ad autolesionismo (scene mediamente descrittive)-






“Mia!” Urlò Mikan con le braccia tese in un promettente bagher. La palla si alzò di qualche metro oltre la rete avversaria, venendo però deviata da Mochiage, il quale, col pensiero, la schiacciò contro il loro, di campo .

Mikan grugnì per la centesima volta. Come potevano sperare di vincere se tutte  le loro mosse venivano vanificate con la semplice volontà del pensiero?

Strinse i denti, ruotando e preparandosi a battere. Fece un respiro profondo, gonfiò le guance e inclinò il braccio all’indietro.

Baam!

Il pallone di cuoio vorticò in aria e Ruka si diede lo slancio per saltare. Questa volta, pure Anna e Nonoko si alzarono in alto e Michige, confuso, finì col non riuscire a bloccare il pallone, che andò a schiantarsi sul legno ai loro piedi.

“Yess!” Esclamò Ruka a gran voce, unendosi in un abbraccio di gruppo con le altre due ragazze.

“Tre a Cinque per la Squadra rossa!” Urlò l’insegnante, flettendo il bicipite in una mossa di incitamento.

“Grandissima anche tu Mikan!” canticchiò Anna, dandole il cinque.

La ragazza si limitò ad annuire mantenendo lo sguardo fisso sulla figura nascosta infondo al campo avversario, la sua classica aura tetra a circondarlo. Si morse il labbro, lasciando che Nonoku e Ruka avvolgessero le loro braccia attorno al suo collo, spingendola in un piccolo cerchio composto dai membri della squadra.

“Bene ragazzi, chi perde deve pulire l’intera palestra e nessuno ha voglia di farlo.” Cominciò il biondo. “Siamo sotto di due punti, ma se mi ascoltate attentamente potremmo anche vincere…”

..
.

Il piano non risultava in qualcosa di troppo difficile, Ruka avrebbe alzato il pallone a rete e Mikan avrebbe battuto: semplice. Quello però su cui la squadra faceva affidamento stava nell’alice dell’annullamento della ragazza, grazie al quale sarebbero stati in grado di nullificare la telecinesi di Mochiage e in questo modo fare possibilmente punto.

La partita riprese e tutti assunsero le loro posizioni. Mikan rivolse un’occhiata a Natsume in piedi a fondo campo avversario, i capelli gli ricoprivano parzialmente il volto, rendendo così impossibile avere una panoramica della sua espressione e di cosa potesse essere intento a pensare. La giovane sospirò, spostando la sua attenzione alla rete.

Concentrati.

L’arbitro fischiò la fine dell’intervallo e Nonoko a fondo campo si precipitò subito a battere la palla, chiamando il nome di Ruka.

Il biondo si slanciò immediatamente verso il pallone, alzandolo in aria con un palleggio.

“Mikan!”

Esclamò e la ragazza si preparò a battere. Fece un bel respiro, caricando il peso sulle gamme, pronte a saltare.

“Mia!”

Urlò, colpendo il cuoio con il palmo della mano e in un piccolo frangente fu addirittura in grado di sentire un po’ del suo alice circondare la sfera.

Yes!

Pensò, esultando interiormente.

La situazione però si trasformò piuttosto velocemente.

Quando il pallone superò la rete, evitando i comandi mentali del centrale, i restanti giocatori cominciarono a muoversi contemporaneamente per il campo, gli sguardi puntati sulla palla che vorticava sopra di loro mentre andavano a pestarsi l’un l’altro i piedi.

Un grido di dolore sancì la fine della partita.

Natsume era a terra, un braccio stretto al petto e il viso contorto in un espressione sofferente.

“Natsume!”

Gridò la ragazza, precipitandosi verso di lui. Tuttavia, non appena fu abbastanza vicina da riuscire ad aiutarlo, toccarlo, lui indietreggiò. Si tirò debolmente su in piedi e prese a correre verso la porta dello spogliatoio a capo chino.

Mikan lo guardò scivolare via dalla sua presa e una sensazione di dolore le avvolse il cuore.

Solamente quando fece per abbassare lo sguardo verso i suoi piedi, in imbarazzo, i suoi occhi notarono un piccolo particolare sul pavimento, proprio davanti alle suole delle sue scarpe.

Piccoli petali rossi ornavano il parquet chiaro, risultando quasi in una pennellata improvvisata di un pittore.

È sangue quello…

Pensò la giovane con orrore, riportando lo sguardo sulla porta da dove il corvino era appena fuggito.

“Professore seguo Natsume, non credo stia bene.”

Avvisò repentinamente per poi cominciare a correre verso l’uscita, incurante dello sguardo azzurro e affranto di Ruka.

..
.

“Natsume!”

Lo chiamò a gran voce, le iridi fisse sulle piccole gocce cremisi che avevano segnato il pavimento.

“Natsume?”

Riprovò quando vide che le tracce si fermavano davanti alla porta del piccolo bagno di servizio nel retro della palestra.

“Vai via Mikan.”

Udì da oltre la porta, al ché alzò un sopracciglio.

“Natsume stai sanguinando apri la porta!”

Controbatté mentre cercava di forzare la maniglia, ovviamente chiusa a chiave.

“Natsume apri immediatamente!”

Colpì ripetutamente la porta con il pugno, senza però ottenere risposta.

“Guarda che la butto giù!”

Esclamò, iniziando a forzare il proprio peso contro il legno, il cuore che le batteva vorace nel petto.

“Non dire stronzate Mikan, vattene ho detto!”

“No! Apri! Natsume non essere testardo!”

Silenzio.

Mikan si morse il labbro, frustrata.

“Okay, l’hai voluto tu, ora vado a chiamare il professore- se non apri a me aprirai a lui!”  

Lo minacciò allora, indietreggiando di qualche passo come per voler sottolineare le sue intenzioni.

Uno, due, tre…quattro passi e improvvisamente la serratura della porta scattò, aprendosi. Al ché la fanciulla assottigliò gli occhi, non certa di sapere cosa potesse succedere.

Fece per aprire la bocca e chiamare il nome del moro, assicurarsi che stesse bene per quella che sarebbe stata la milionesima volta, ma sorprendentemente fu anticipata.

“Non chiamarlo…”

Un sussurrò tagliò la nuvola di tensione creatosi.
Mikan deglutì, prendendo ad avvicinarsi alla porta con una mano alzata, pronta a spingere il legno.

“Natsume… posso entrare?”

Non aspettò la risposta, si fece semplicemente largo dentro la piccola stanza- il fiato corto per l’ansia che l’attanagliava.
Dovette trattenere un grido di orrore quando vide le condizioni in cui si trovava il ragazzo di fronte a lei, intento a stringere la maglietta della divisa attorno al suo avambraccio, sporco di sangue.

Questi alzò lo sguardo, incrociandolo con quello della fanciulla. Il viso pallido e le guance leggermente scavate verso l’interno. I loro occhi si specchiarono e non ci fu bisogno di aggiungere o proferire parola per far sì che Mikan si avvicinasse al suo corpo, sostituendo la mano del giovane con le sue.

Perché…
Perché non me ne sono accorta?
Perché non ha detto nulla?
Perché non dice mai nulla?!

“Mikan…perché piangi?”

La voce del corvino riempì il silenzio tra le piccole quattro mura, ma l’altra si limitò a tirare su col naso mentre con le mani iniziava a lavare via il sangue incrostato dalla ferita.

“Zitto stupido.”

Continuò a singhiozzare lei, chiudendo il rubinetto una volta sciacquata la tshirt ormai da buttare.

“Stupido…”

Gemette, coprendosi gli occhi con i dorsi mentre lacrime salate le rigavano spietate le dolci gote pescate.

“Sei uno stupido…”

Ripeté ancora presa dai singhiozzi.

“Mikan…”

Natsume cercò di afferrarle i polsi, ma la giovane si divincolò- troppo scossa e consumata dalle sue emozioni per poter agire con lucidità.

“No!” pianse.

“Perché l’hai fatto?! Perché?! Voglio sapere il perché!”

Gli urlò addosso, spingendolo leggermente verso il muro.

“Non lo so…”

“Bugiardo! Rispondimi!”

Gli colpì il petto e grugnì quando l’altro stette in silenzio. Prese allora ad usare più forza, abbandonandosi alla tormenta di emozioni che la scuotevano.

“Rispondi! Rispondi! Rispondi! Risp-”

Un paio di labbra ovattarono il resto della parola.

ANGOLO AUTRICE
Hey :)
Ancora una volta sono in ritardo di secoli, mi potete odiare :,)
Come sta andando la quarantena? State tutti bene? Lo spero tanto…
Speriamo tutta questa storia finisca presto.
   
 
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