Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Frieda B    15/05/2020    1 recensioni
Lui, freddo, cinico, spaventato da se stesso.
L'altro lui, bel sorriso, mancino, gran rompiscatole.
Due piloti, un solo aereo.
Aviazione tedesca, ai giorni d'oggi.
Genere: Guerra, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo VII
Palloncini a forma di cuore
 
 
 
 
     Dalla camera accanto non proveniva più alcun rumore.
La coppia di mezz'età che l'aveva occupata per cinque giorni era partita quella mattina alle nove lasciando il letto disfatto. Un po' come era il loro in quel momento.
Dalla finestra alla sinistra del letto provenivano alcuni raggi di luce che filtravano dalla serranda e dalle tende ed illuminavano leggermente la stanza altrimenti buia. Le lenzuola erano celesti ed il copriletto glicine era caduto sul pavimento, coprendone una buona parte. Nel silenzio si sentì la risatina di Bastian.
Aveva i polsi bloccati da una presa forte e le gambe erano leggermente divaricate. «Lasciami, idiota» disse.
Karl scosse piano la testa e gli baciò il petto nudo, poi il collo, che leccò. La risata dell'altro cessò e divenne sorriso. Una delle sue mani si liberò, quindi andò subito ad affondarsi tra i suoi capelli scuri, che carezzò piano. Rigirò una ciocca più lunga tra le dita e lo guardò negli occhi.
«Stai violando l'articolo 50, soldato» sussurrò.
Karl si mise a recitarlo, sottovoce: «Il militare in abito civile non deve indossare alcun distintivo o indumento caratteristico dell'uniforme.» Tornò a baciarlo sul petto e si mosse in avanti, così il lenzuolo celeste scivolò sulla pelle e lasciò scoperta una porzione in più della schiena.
«Potrei fare rapporto» mormorò l'altro a fiori di labbra. Accarezzò le sue spalle per qualche istante, poi appoggiò la mano sulla sua mandibola e lo avvicinò a sé per baciarlo. Chiuse gli occhi.
«Dovrebbe farlo, Sergente Maggiore?.»
Karl appoggiò sul materasso e si chinò in avanti per ricambiare il bacio. Si fermò a giocare con la sua lingua, intrecciandola alla propria. Bastian gli tolse il berretto da sottufficiale e lo gettò ai piedi del letto.
«Non ha rispetto per l'uniforme,» fece Karl.
Rispose: «Stai accusando un tuo superiore, Eisner? Stai attento. Stai molto attento.»
Gli prese il volto tra le mani.
«Solo perché Breyer ha detto che avrai una promozione, non significa che ti risparmierò.»
Un bacio, poi un altro, poi fecero l'amore.
 
     «Quanto è bello il sesso?»
Karl si voltò e lo guardò storto. Portò le coperte sul suo viso, per nasconderlo, e bofonchiò: «coglione.»
Bastian rise dolcemente, si scoprì e gli salì in groppa. «Sarò anche un coglione, ma ti piace molto scoparmi.»
«Non farmi essere volgare,» rispose lui appoggiando le mani sui suoi fianchi stretti.
«Oh, mi piace quando sei volgare.» Bas si chinò sulle sue labbra e le baciò, dolcemente, poi cominciò ad accarezzargli i capelli. «E’ successo tutto così in fretta, che non ho capito nulla.»
«Non mi sorprende,» rise lui. «Ti rinfresco la memoria? Andreas Schafer ha lasciato l’esercito, contemporeamente ti sei trasferito nella mia caserma...»
«Nella tua caserma?»
«Sì, esatto.»
«Ma guarda un po’!» rise Bas e si scostò da lui. Si mise a sedere e iniziò a giochicchiare con la piastrina militare. «L’addestramento di questa settimana è stato molto intenso. Ieri ero sfinito. Mi sembra di non aver tempo per vivere, con tutti questi addestramenti. Pensi che bolle qualcosa in pentola?»
«A che ti riferisci?»
«Una missione all’estero, magari.»
«E’ possibile, sì.»
«Sono felice di sapere che, se partissimo e andassimo in territorio di guerra, il mio copilota saresti tu. Non mi fiderei di nessun altro. So come voli, so come pensi. Mi fido ciecamente del tuo modo di volare.»
Karl portò le braccia dietro la testa. Osservò il soffitto e rimase in silenzio.
«Non dici nulla?»
«Hai già detto tutto tu.»
«D’accordo, aggiungo qualcos’altro se non ti dispiace.»
Bastian si stese accanto a lui ed appoggiò il viso sul proprio cuscino. «Sai, è sempre stato il mio sogno avere un copilota che fosse anche il mio amante...»
«Che sogno erotico del cazzo.»
«Sono serio! Intendo... una persona di cui fidarmi ciecamente, che voli nel pazzo modo in cui volo io, con viti orizzontali alla massima velocità, che non abbia paura di schiantarsi al suolo e... che allo stesso tempo sia una amante passionale, un compagno non solo di volo. So che non vuoi che io faccia questi discorsi melodrammatici, ma...»
Karl si alzò e sospirò. Si tolse le coperte di dosso, afferrò i boxer e si rivestì. «Ma continui a farli.»
«Per te è solo sesso? Guardami negli occhi e dimmelo. Perché se è così, forse dovremmo chiuderla. Darci un taglio e cercarci un altro copilota.»
Bastian abbassò gli occhi e lui gli si sedette di nuovo vicino. Lo guardò in viso e sussurrò soltanto: «no.»
«Allora posso considerarti il mio fidanzato, Eisner?» domandò l’altro incerto, ma con un sorriso.
«Avrei un paio di condizioni.»
«Ah sì? E quali sarebbero?»
«Niente nomignoli, niente baci in pubblico e soprattutto, io sto sopra,» sussurrò saltando a cavalcioni su di lui.
Bastian appoggiò una mano tra i suoi capelli, l’altra sul petto, sulla pelle abbronzata, la pelle forte di campagna. Rise piano e sentendo le sue labbra sul proprio collo, alzò il mento per agevolarlo nel gesto.
«Ho anch’io un paio di condizioni.»
«Che palle...»
«Voglio almeno limonare con te due volte al giorno e un bacio extra per gli anniversari e i compleanno.»
«Fai le stesse richieste di una ragazzina,» bofonchiò Karl appoggiando le ginocchia accanto ai suoi fianchi. «Però ci sto. Un’ultima condizione.»
«Solo una.»
«Non smettere mai di pilotare un aereo nel modo folle in cui lo hai fatto finora.»
 
 
 
            La strada era deserta.
Era sera, il cielo era scuro ed i lampioni della luce illuminavano brevemente i loro passi. Videro una ragazza che correva col suo lettore musicale ed un ragazzo in bicicletta. Non c’era nessun altro.
«E’ la prima volta che usciamo da quando siamo ufficialmente fidanzati.»
«Se avessi saputo che lo avresti ripetuto ogni mezz’ora, non avrei accettato di venire,» borbottò Karl.
Bastian mangiucchiò la crosta al cioccolato del suo gelato in busta con molta attenzione. «Ti lamenti di continuo, sei insopportabile.»
«Io? Cristo santo, guarda, ti sei di nuovo sporcato col gelato. Ma come puoi essere così incapace di vivere?»
«Te lo avevo detto che non sono in grado di mangiare e camminare contemporaneamente.»
«Certo, richiede delle capacità troppo elevate per te.»
«Smettila di prendermi in giro, adesso. Mi tratti sempre malissimo.»
Karl si voltò per guardarlo storto. «Ti ho appena comprato il gelato.»
«Sì, è vero, e ti ringrazio. È davvero molto buono, anche se me ne sono fatto cadere addosso metà. Comunque era ottimo.» Fece una pausa. «E’ una cosa che fanno i fidanzatini di solito. Comprare il gelato o i cioccolatini o cose così. Mi comprerai anche i palloncini a forma di cuore?»
«Ti sembro il tipo che compra i palloncini a forma di cuore?»
«No,» ammise «ma non mi sembravi neanche il tipo che regala il gelato al suo fidanzato
«Ripeti di nuovo quella parola e giuro che...»
Bastian rise si sistemò il cappellino in testa. «Che?»
«Niente. Lasciamo stare. ...Guarda tu come ti sei sporcato...»
Karl infilò una mano in tasca e tirò fuori un pacchetto di fazzoletti stropicciato, ne prese uno e glielo porse. «Tieni. Cerca di imparare a mangiare, almeno.»
Bastian lo prese e si ripulì, finì il gelato e buttò via lo stecchino di legno. «Grazie.» Si sporse al suo indirizzo e gli baciò le labbra, un bacio velocissimo, che non trovò nemmeno il tempo delle lamentele di Karl, il quale sospirò per poi scuotere piano la testa, con disapprovazione.
«Sei un bambino…»
«Carino, che piace a tutti e adorabile?»
«No, sporco, rumoroso e rompiscatole.»
«Ah…»
A quel punto Karl si fermo, appoggiò una mano sul suo fianco e lo strinse a sé per baciarlo ancora. Erano soli, le fronde degli alberi erano immobili. Bastian gli circondò il collo con le braccia e ricambiò il bacio, prolungandolo.
«Facciamo che mi vuoi bene anche se sono un rompiscatole?» chiese.
«Facciamo che non me le rompi più, le scatole?»
«No.»
«Ok.»
Bas ridacchiò e ripeté: «ok.»
Karl svariò gli occhi e rimase a guardare il cielo, distratto. «E tu mi vuoi bene anche se ti insulto di continuo?»
«Diciamo che per il momento riesco a soprassedere.»
«Bene, allora.»
«Posso dire ai miei amici che stiamo insieme?»
«Perché? Cosa importa a loro?»
«Perché sarebbe bello essere libero di poter dire che sono col mio fidanzato, quando non posso uscire con loro, anziché inventare scuse, che per altro non sono capace.»
«E a chi dovresti dirlo?» Karl lo teneva per la vita.
«Achim, Bart e Rob. Per il momento.»
«Permesso accordato. Non una parola a nessun altro.»
«Ubbidisco, sergente. Ma ora ti ordino di dare un altro bacio al tuo superiore.»
«Questa cosa della promozione ti ha dato alla testa,» borbottò Karl prima di ubbidire e baciarlo, con gli occhi scuri socchiusi.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Frieda B