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Autore: genxha    15/05/2020    2 recensioni
Quando tutto sembra perduto, c'è sempre una speranza, magari in due occhi verdi.
Papillon riesce a colpire Marinette, pur senza conoscere la sua vera identità. Toccherà a Chat Noir salvare la ragazza, accorgendosi che forse è qualcosa di più di una semplice amica.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Miraculous fanfic'
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Sensi di colpa

Luka si rimette in piedi, abbassando le braccia con cui si era coperto il viso: si era chinato quando Principessa Solitudine gli aveva lanciato qualcosa e l'ha indicato. "magari posso aiutare Chat Noir con questo..." pensa, mentre lo raccoglie "Ma è... il plettro che le ho regalato io.. ed è diventato grigio." lo rigira tra le dita "ora cosa posso fare per aiutare Chat Noir? Mari... e l'Akuma che parla, non lei. Anche se... " riflette, osservando i due in lotta saltare il muro della villa, pronto a correre dove sarebbero scesi.

 

Chat Noir e Principessa solitudine scendono bruscamente sul selciato, lui bilanciandosi col bastone nella mano libera, lei mantenendo a fatica l'equilibrio, il viso in una smorfia di rabbia. Adrien non aveva mai visto un'espressione simile sul volto di Marinette "Papillon pagherà anche questa" pensava, osservandola attentamente "Dov'è quell'Akuma? Dove?".

"Lasciami andare, gattaccio! Non ho tempo di giocare con te!" sibila Principessa Solitudine, dandogli un'occhiataccia e tirando le catene per fargli perdere la presa, inutilmente. "L'hai voluto tu. Prenderò il tuo miraculous e poi farò quello che devo fare." fa un passo avanti, appoggiando il piede per avere una leva migliore.

Chat Noir allenta un po' la tensione del braccio destro sulle catene, tirando indietro l'altro braccio e appoggiando il bastone sulla spalla, pronto a sferrare il colpo. I due sono a meno di tre metri l'uno dall'altra. "Proprio quello che volevo sentire, Principessa." poi la guarda, l'espressione preoccupata "Mi dispiace tanto, Marinette, ma temo che dovrò farti un po' male."

 

"No! Fermatevi! Chat Noir! Mari!" la voce di Luka, che li ha raggiunti. Entrambi si voltano appena per guardarlo, pur tenendosi d'occhio. "Deve esserci una soluzione. Dai Mari, è tutto un malinteso, lo sai.. Adrien non è..."

 

"Zitto!" il grido di Principessa Solitudine fa sussultare i due ragazzi "Adrien è... " borbotta "Deve dimenticarmi! Come io devo dimenticare lui!" grida di nuovo, il viso rigato di lacrime. 

 

"Non dire così" Insiste Luka

"Vattene! Non v-voglio!" con un grido di disperazione la ragazza dà uno strattone alla catena legata al polso destro, abbassa la mano e lancia un raggio viola verso Luka: preso alla sprovvista il ragazzo non riesce ad evitarlo, può solo accucciarsi ed alzare le braccia a proteggersi il viso,  colpito in pieno. 

Anche Chat Noir viene preso alla sprovvista, non riesce a impedire il movimento della ragazza "No!" dice tra i denti notando qualcosa nella figura grigia: uno dei due orecchini ha brillato per un istante quando lei ha lanciato il raggio. Adrien registra la cosa meccanicamente, distratto da cosa ha detto Marinette "Dimenticarmi? Oh, cavolo. Allora quella lettera.. Ma allora Luka? Cioè lei... io... oh, cavolo." pensa, puntellandosi coi piedi prima di dare un altro strattone alle catene, da cui scompaiono un altro paio di anelli, per immobilizzare Principessa Solitudine. Lei, come se se l'aspettasse, asseconda lo strattone, saltando in avanti per sbilanciare l'eroe in nero "dammi il tuo Miraculous!" gli grida correndogli incontro, le braccia tese in avanti.

Chat Noir calcola rapidamente la distanza tra sé e Principessa Solitudine e, quando lei è ad un metro e mezzo, fa un passo indietro, ruotando di fianco per essere più difficile da colpire, poi lascia andare la coppia di catene. La ragazza in grigio, invece di afferrare Chat Noir si china, rotola sul selciato passando accanto alle gambe dell'eroe, frustando l'aria con le catene. Preso alla sprovvista, Chat Noir sente una catena arrotolarsi attorno alla caviglia destra. Uno strattone, e si ritrova schiena a terra. Principessa Solitudine lo osserva, ridacchiando, ritrae la catena con uno schiocco e prima che Chat Noir possa reagire sta già fluttuando in un altro minitemporale.

Stupito, Chat Noir rimane un istante seduto, cercando di intuire dove possa essere diretta, si alza e lancia un'occhiata a Luka "Stai bene?" gli chiede "Si, si, tutto bene... ma chi era quella ragazza?" una pausa "oh..." Luka abbassa gli occhi. Chat Noir deglutisce a vuoto "Era Marinette sotto il controllo di Papillon. Grazie dell'aiuto, Luka, ma ti sei messo già abbastanza in pericolo per aiutarmi. Stai tranquillo, la salverò. O non mi chiamo più Chat Noir" lo sguardo determinato "Ladybug.... Che ti è successo?" commenta tra sé, cercando di non pensare al groppo in gola e al peso nel petto.

"Aspetta, Chat Noir, chi hai detto che era?" gli chiede Luka. Chat noir si ferma un istante, evitando lo sguardo dell'altro "Una che... che ti vuole bene, Luka. Lascia fare a me adesso" risponde, poi, tra se  "ho fatto abbastanza guai.". Prima di lanciarsi all'inseguimento della ragazza in grigio, Chat Noir torna rapidamente nel giardino di casa Agreste a raccogliere il portafortuna, infilandolo in una tasca del costume. Mentre scavalca per la terza volta il muro, Chat Noir vede la sagoma di Principessa Solitudine e della nube, evidenziate dal sole del tramonto, dirigersi di nuovo verso la Senna e la scuola Françoise Dupont, tornando praticamente da dove erano arrivati pochi minuti prima "Povera Marinette. E' colpa mia. Devo fare in fretta." dice fra sé, sentendo occhi bruciare.

Di nuovo quel percorso tra i tetti, così ben conosciuto, Chat Noir oramai era diventato esperto dei tetti di Parigi a forza di correre e saltare sui tetti con Ladybug a caccia di Akuma. 

Ma stavolta era diverso, la sua Lady non c'era. Lui non aveva idea di dove fosse. L'aveva cercata ancora con il "telefono" incorporato nella sua arma, ma niente, nessuna risposta. Aveva anche perso di vista Tikki, che all'inizio dell'inseguimento non gli aveva voluto spiegare perché Ladybug non potesse trasformarsi. Nella mente di Adrien continuavano a rimbombare le parole di odio e disprezzo che Marinette akumizzata gli aveva rivolto poco prima e il biondo rifletteva "E' tutta colpa mia. Ma come ho potuto essere così stupido? Però io... io non... Anche se Ladybug non mi vuole, io... Non so nemmeno io cosa provo, come faccio a chiarirmi con Marinette? Devo assolutamente dissolvere l'incantesimo del Miraculous della Farfalla. E parlare con Marinette. Ma come? Forse l'Akuma è nell'orecchino, l'ho visto brillare quando ha colpito il povero Luka. Anche quello, per colpa mia". 

Perso nelle sue riflessioni, Chat Noir arriva finalmente in vista della sua meta. L'eroe si ferma, appoggiandosi ad un comignolo per riprendere fiato e asciugarsi rapidamente un lacrima. Un paio di secondi e riparte: sorpassa la cattedrale di Notre-Dame coperta dalle impalcature e quando sta per scavalcare la Senna con una spinta del bastone, vede nuovamente la nuvoletta di Principessa Solitudine, sopra il cortile della scuola che frequenta nei panni di Adrien. L'edificio buio e silenzioso nelle ultime luci del giorno "Chissà perché è venuta qui, cerca forse Ladybug?" si chiede Chat Noir. La strada di fronte è deserta, illuminata a tratti dai lampeggianti blu della Polizia che ha isolato il quartiere.

Nella mente di Marinette, sempre più terrorizzata nei brevi istanti in cui emerge dalla nebbia viola, echeggia la voce di Papillon "Che stai facendo? Trova Ladybug! Portami i Miraculous!".  

"Ehi, Principessa, che ne dici se vieni giù e finiamo 'sta cosa una volta per tutte? Lascia perdere Adrien, hai un bellissimo gatto tutto per te!" la provoca Chat Noir, nonostante non sia dell'umore adatto per fare il simpatico. L'eroe è arrivato in silenzio e si è appollaiato su un lampione, sull'argine della Senna, esattamente di fronte alla scuola. Principessa Solitudine si volta, furente "Stavolta mi hai proprio stufato m-micetto, ti farò passare la voglia di scherzare e poi prenderò" "il mio Miraculous, si, certo, l'hai già detto anche prima e ti è andata male!" continua a stuzzicarla Chat Noir, saltando giù dal lampione.

La ragazza in grigio salta dalla nube, un salto mortale in volo e atterra, dal lato opposto della strada, di fronte a Chat Noir, roteando le catene accanto e di fronte a sé.

 "strano" si ritrova a pensare Adrien "sembra quasi Ladybug", poi scuote la testa e si concentra sulla sua avversaria, studiandone le mosse. Lei si mette in posizione di guardia, sempre roteando le catene, mentre Chat Noir pensa a come distrarla, poi l'idea: l'eroe in nero si tuffa sulla destra, passando dietro ad cestino dei rifiuti, contemporaneamente lancia il bastone dietro Principessa Solitudine, facendolo rimbalzare sul muro della scuola. Lei lo vede e neutralizza l'attacco, spedendolo lontano con un colpo della catena, distogliendo per un attimo lo sguardo da Chat Noir, che si lancia verso di lei con un salto: "non mi freghi!" ringhia la ragazza in grigio, mentre schioccare l'altra catena e lancia un raggio viola su Chat Noir, che non tenta nemmeno di schivarlo, ormai troppo veloce e vicino, travolgendo Principessa Solitudine con tutto il proprio peso, riuscendo ad immobilizzarla a terra.

 

Ora i due ragazzi sono in fase di stallo, Chat Noir tiene bloccata Principessa Solitudine a terra, che si dibatte e tenta di liberarsi, furiosa "Ti sei fatto colpire apposta! Allora non c'è nessuno a cui vuoi bene!" ringhia la ragazza. Chat Noir la guarda, grave, mentre nella sua mente si affievoliscono le immagini di suo padre, di Marinette, Nino e quella della mamma, mentre il groppo in gola si fa sempre più insopportabile "C'era qualcuno. Ho dovuto .... Principessa. Fa male." sussurra, gli occhi verdi umidi. "Cataclisma!"  sussurra, attivando il potere del suo Miraculous.

Principessa Solitudine spalanca gli occhi azzurri vedendo le scintille nere attorno alla mano di Chat Noir, che con attenzione, quasi una carezza, le sfiora l'orecchio con la destra, toccando l'orecchino. Marinette sente una breve fitta di dolore in mezzo alla fronte, poi sviene.

   
 
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