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Autore: Fiore di Giada    15/05/2020    0 recensioni
[Uchuu no Kishi Tekkaman Blade]
Sei… Sei felice di queste mie parole?
Quanto mi sono sbagliato su di te.
Tu non sei un mostro, nonostante i tuoi poteri di Teknoman.
Hai saputo andare oltre la tua comprensibile rabbia.
E questo ti rende ben più umano di tanti altri, che, nella mia vita, ho conosciuto.
– Grazie, Slade. –
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Guardo il cielo, oltre la finestra della mia stanza.
Le stelle illuminano il cielo di bagliori argentei e un debole vento sfiora la pianura, facendo risuonare l’aria di malinconici fruscii.
Mi siedo sulla terra e fisso il firmamento. Non avrei mai pensato di apprezzare la bellezza della natura…
Un tempo, non mi sarei mai fermato a fissare questo spettacolo meraviglioso.
Comprendo ora la tenacia dei Cavalieri dello Spazio…
Desiderano proteggere questa bellezza.
In questo scrigno di gioie, vi sono anche Rachel e il piccolo Rick…
Grazie alle loro premure, ho compreso il fango della mia natura.
Lacrime tremano nei miei occhi e un singhiozzo si spezza nel mio petto. Sono felice di avere compreso i miei errori, ma non ti dimentico.
Marlowe…
Non ho dimenticato la tua morte.
Ti sei spento tra le mie braccia.
Perché? Perché ti è stata negata una seconda possibilità?
Non è giusto!
Il senso di colpa dilania il mio cuore.
Dovevo morire io al tuo posto…
Un passo felpato interrompe il corso dei miei pensieri.
Mi giro e vedo te, Slade.
Ciao. Pensavo non saresti più venuto. – mormoro. Sono entrato nei Cavalieri dello Spazio, ma non riesco a sentirmi parte del gruppo.
Mi sento in colpa soprattutto verso di te, Slade.
Ti ho accusato della morte di Marlowe e ti ho definito un mostro.
Non ho saputo vedere la complessità della tua condizione.
Tu, malgrado la tua sventura, hai cercato di non perdere la tua umanità.
Il lugubre lamento di uno stormo di corvi echeggia nell’aria e il vento comincia a soffiare con più forza.
Esito e stringo i pugni. Mi sento piccolo davanti a te…
Vorrei chiederti perdono, ma la vergogna frena le mie parole.
Non solo ti ho insultato, ti ho ferito.
Volevo ucciderti, perché vedevo in te il colpevole della morte di Marlowe!
E, per poco, non ci sono riuscito!
Proiettavo in te il dolore per la morte del mio migliore amico…
Avevo paura di convivere col rimorso…
Sono stato un vigliacco.
Non ho saputo assumermi le mie responsabilità.
Non basteranno delle vuote parole per avere il tuo perdono.
Sospiro e mi costringo a fissare i tuoi occhi, senza abbassarli.
Il tuo sguardo è imperscrutabile e non riesco a vedere le tue emozioni.
Se mi odiassi, ti capirei…
Io… Io so che non basteranno decine di parole per chiederti scusa per quello che ti ho fatto… Ma credo sia un passo dovuto… – mormoro.
Costringo la mia voce ad un tono innaturalmente fermo, ma, di tanto in tanto, un tremito ne incrina la tonalità.
Tu, perplesso, alzi un sopracciglio e incroci le braccia sul petto.
Ti chiedo perdono, Slade… – concludo.
Per alcuni istanti, resti immobile, come una statua.
Nei tuoi occhi verdi, vedo l’implacabile condanna.
O forse è una impressione?
Non riesco a comprendere i tuoi pensieri.
E questa imprerscrutabilità mi angoscia, ben più di una condanna esplicita.
Slade, se vuoi condannarmi, fallo.
Non ti odierò.
Le tue azioni parlano per te, Balzac. – mormori.
La tua voce è piatta, neutrale, ma i tuoi occhi brillano di gioia.
Sei… Sei felice di queste mie parole?
Quanto mi sono sbagliato su di te.
Tu non sei un mostro, nonostante i tuoi poteri di Teknoman.
Hai saputo andare oltre la tua comprensibile rabbia.
E questo ti rende ben più umano di tanti altri, che, nella mia vita, ho conosciuto.
Grazie, Slade. –




   
 
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