Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: fiona3    15/05/2020    1 recensioni
Talvolta basta poco, per vincere il freddo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Neve Concluse con un sbuffo l’ultima flessione. Si rialzò lentamente, con gli occhi chiusi, mentre allungava una mano per afferrare l’asciugamano. Cominciò col tamponarsi la fronte, i capelli, per poi tornare sul volto; quando scese fino alle labbra, sollevò le palpebre. Nevicava. Si incantò ad osservare i fiocchi che danzavano al di là del vetro, finché un brivido risalì lungo l’intera colonna dorsale, per terminare in un sussulto della nuca. Avrebbe dovuto coprirsi, ma lo prese come una sfida. Tronfio, serrò le labbra e riprese a tamponarsi il mento, il collo, le spalle. Quel misero straccio non sarebbe bastato per il torace e la schiena, così si voltò per dirigersi verso l’armadietto.

Si bloccò, sentendo dei passi leggeri ma frettolosi sul ponte. Stava già per afferrare le katane e scagliarsi giù, quando si rese conto che quel qualcuno stava salendo le scalette. Neanche il tempo di realizzarlo, che Robin era già entrata, come un fulmine, tremante e affannata. Non si era accorta di lui, si stringeva le braccia mentre i denti le battevano, abbracciando un voluminoso tomo dall’aria vetusta e guardandosi intorno, come a cercare qualcosa. Rimase imbambolato a fissarla, stupito da un atteggiamento tanto inusuale per lei.

Finalmente lo sguardo di Robin si posò su di lui e immediatamente arrossì.

“Zoro, scusa, non pensavo ti stessi ancora allenando” affermò con tono colpevole ma deciso. Era strana: sembrava combattuta tra la consapevolezza di avere ottime ragioni per trovarsi lì e di essere un peso.

“Che ci fai qui?”

“E’ il mio turno di guardia, stanotte”

“Hm…e perché sei quassù?”

“Il sistema di riscaldamento della biblioteca dev’essere guasto…ci sono a malapena 7°C: non riesco a resistere lì dentro…”

“Hm…e non hai un altro posto in cui stare?” Si rese conto della mancanza di delicatezza di quelle parole solo dopo averle pronunciate, come sempre gli accadeva, e dopo l’espressione ferita che aveva mostrato la faccia di lei. Ma solo per un secondo. Robin si ricompose immediatamente e, con fierezza venata di sconforto, affermò: “Perdonami, non ti disturberò…torno in biblioteca”

“Ferma” Le aveva afferrato il gomito, istintivamente, ma lo lasciò all’istante, come se avesse preso la scossa. “Qui no: mi devo concentrare. Ma non puoi tornare lì: guarda in che stato sei…” Era pallida come un cadavere e non smetteva di essere scossa da brividi. “Va’ in cucina, almeno”

“Sanji ha già preparato la torta di compleanno per Nami: ha usato ogni metodo esistente per renderla invalicabile”

“Camera tua, allora”

“Sveglierei Nami, con la luce accesa”

“Infermeria”

“Chopper la chiude a chiave quando non c’è lui”

“Aargh, al diavolo, donna…stai dove vuoi”

Non erano parole particolarmente amichevoli, Robin lo sapeva. Ma conosceva anche Zoro. Aveva assistito svariate volte a sue discussioni con Sanji, Nami, Rufy e chiunque altro volesse fargli fare qualcosa che non gli andava a genio. E di certo non cedeva facilmente. Non senza ricatti o ricompense, almeno. Questo pensiero, unitamente al modo impacciato (imbarazzato?) in cui lui aveva pronunciato quelle frasi, le fecero vincere il senso di colpa che provava al pensiero di essergli di peso. Specialmente, considerando che le altre opzioni erano ben più ostili.

“Non ti disturberò…” Un sussurro, mentre si sedeva e cominciava a tastare il bordo del tomo, alla ricerca del segnalibro.

Lui emise un grugnito, le diede le spalle e si piegò ad afferrare il manico di un bilanciere, riprendendo ad allenarsi.

Zoro chiuse gli occhi e cominciò a sollevare, contando e cercando la concentrazione. Pensava di essere giunto a un passo dall’ipnosi che lo aiutava a non sentire fatiche e dolori, quando qualcosa cominciò ad intrufolarsi fra le orecchie e il cervello. Tentò di imporsi di cancellare quella sensazione. Sembrò riuscirci, ma dopo poco si rifece viva.

Era una sorta di ronzio…no, un ticchettio. Si fermò, senza aprire gli occhi e muovendo la testa fino a far scricchiolare il collo. Il rumore cessò e lui si ricompose.

Aveva ripreso i sollevamenti da un po’, quando il ticchettio si intromise nuovamente. Si bloccò, sbuffò e si girò di scatto nella direzione da cui proveniva.

“Scusami, davvero, non riesco a fermarlo” pronunciò Robin. Voleva esprimere rammarico, ma era palese che la situazione le appariva esilarante o quantomeno bizzarra, dato che tratteneva a stento dei risolini. “I denti…sento ancora freddo” Forse in quel momento, sotto lo sguardo indagatore e scocciato di lui, realizzò di averlo infastidito; si fece seria. “Meglio che torni giù, scusami” Adesso tremava quasi come quando era arrivata.

Chiuse il libro e fece per alzarsi, ma si trovò davanti uno schermo verde. Era Zoro che le poneva la sua giacca. Era voltato in direzione opposta e la teneva col braccio completamente esteso, come se temesse di avvicinarsi troppo, di invadere il suo spazio vitale.

Con gli occhi sgranati, tra la sorpresa e la confusione, Robin cercò di incrociare lo sguardo di lui, per capire il motivo di quel gesto. Provò ad allungarsi ma Zoro restava paralizzato nella stessa identica posa: per nulla al mondo le avrebbe permesso di assistere all’imbarazzo che gli imporporava tutto il viso.

Si sentiva onorata: lui era sempre il primo a prestare aiuto a chiunque si trovasse in difficoltà, ma gesti tanto teneri trascendevano indubbiamente la sua natura. Tuttavia, quell’espressione di intimità la destabilizzava e non era complicato capire che anche lui si trovava immensamente a disagio. Ebbe pietà, di lui e di se stessa, e, con un leggero sorriso, rifiutò: “Grazie, ma non importa, davvero…scendo”

Non ricevette una risposta verbale ma, mentre si alzava, si ritrovò la testa immersa nell’indumento: con uno scatto, Zoro l’aveva portato più in avanti, verso di lei, a rimarcare come quella cessione fosse frutto di una sua decisione libera e indiscutibile. Quel gesto le parve talmente perentorio che si fermò, estrasse la testa dal tessuto verde e provò di nuovo a cercare un indizio nella faccia di lui.

Zoro persisteva nella sua posa curiosa, irremovibile e sempre più imbarazzato. Lei doveva essersi convinta perché, ad un certo punto, avvertì le dita di Robin che sfioravano le sue, mentre si impossessava della giacca; come prima, si retrasse immediatamente, come scottato. In questo caso, però, sentì la mano di lei rincorrere istintivamente la sua; le dita si intrecciarono e indugiarono qualche istante in quella posizione. Non riuscì a trattenersi e, con lentezza estrema, quasi temesse di spaventarla, si voltò in direzione di lei. Robin aveva il volto sereno, beato, finalmente libero da quella contrattura di sofferenza che le aveva visto fin dalla sua entrata. Fu un attimo, perché lei si accorse subito dello sguardo stupito di Zoro, che la fissava sbalordito con la faccia in fiamme, e sciolse istantaneamente la presa. La giacca si adagiò a terra.

Incredula delle sue stesse azioni, Robin teneva gli occhi e la testa bassi, anche lei accesa in volto.
“Scusami…sono calde…” riuscì a sussurrare.

Zoro sentì lo stomaco contorcersi e una sensazione calda invadergli il petto. Per un secondo, un sorriso tra il tenero e il divertito gli si aprì tra le labbra. Attese che le proprie gote smettessero di bruciare, mentre ammirava tutte le piccole manifestazioni di disagio di Robin: si contorceva le dita; si aggrappava all’orlo del proprio golf, per poi tirarlo; si ficcava le unghie nei palmi; si mordeva le labbra e strizzava gli occhi…: tentava di ragionare, nella speranza di trovare una giustificazione per il suo gesto e una scusa per andarsene.

Quando sembrava averle trovate e stava per aprire bocca, Zoro accolse le sue mani nelle proprie, avvolgendole come a proteggerle.

Sbigottita, Robin sollevò lo sguardo.

Zoro era di nuovo voltato nella direzione opposta alla sua. 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: fiona3