In
principio fu… dolore.
Quel dolore che aveva covato per secoli, millenni, fino a perdere il
conto di
quanto tempo era passato da quando era stata rinchiusa in quella cella,
tormentata dal dolore, persa dentro esso e lacerata.
Poi
c’era stata la
liberazione, paradossalmente una luce e aveva visto lui.
La prima visione di Amara fu un uomo. Le emozioni erano
intense e si fondevano: odio, amore, sofferenza, gelosia e ancora
confusione…
la sua presenza era strabiliante e Amara cercò di nascondere
a se stessa come
la semplice esistenza di ciò che l’aveva condotta
nella sua gabbia era davanti
a lei e sentiva un legame con quella creatura.
Era
un semplice uomo.
Le
sembrò come se tutto
quanto dovesse ruotare attorno a lui e poi arrivò la
realizzazione vera,
potente; era libera. Le sue mani toccavano ciò che la
circondava e i suoi piedi
camminavano scalzi sull’erba e tanto bastò a
ricordarle cosa doveva fare, ora
che il marchio era stato spezzato e risiedeva di nuovo sul suo petto
come un
monito.
E
se in principio fu
dolore poi fu la disperazione, quando ritrovò suo fratello.
Lo sguardo nei suoi
occhi, nonostante il tempo non era cambiato.
Ma
ciò che Amara
detestò più di tutto fu come i suoi pezzi di
argilla la guardavano e il modo in
cui Dean distoglieva lo sguardo. Era lei la cattiva, non lui. Nessuno
guardava
attraverso i suoi occhi e non capivano quanto la cosa fosse
più grande di loro,
del mondo, persino di lei.
Forse
fu quello ad
alimentare ancora di più il suo odio e si sentì
come una ragazzina che più
gridava e meno veniva ascoltata, aggiungendo più legna da
ardere a quello che
era diventato un incendio divampato in una foresta.
Amara
odiava come suo
fratello li proteggeva e li odiava per come fosse bastato vedere Dean
per non
riuscire a toccarlo se non con una carezza sul viso.
Sarebbero
dovuti
essere loro due fratelli, solo loro, ma lui aveva deciso di fare
altrimenti e
lei aveva passato milioni di anni a pagarne lo scotto.
Quasi
non le
sembrò vero, quindi, vedere lì diversi esemplari
delle creazioni di suo
fratello, tutti schierati al suo fianco per quanto anche loro potessero
avere
da ridire sulla sua condotta.
Una
parte di lei,
però, sapeva che l’unica cosa che le interessava
era il modo in cui Dean non la
guardava e Amara ingenuamente non comprendeva cosa ci fosse di tanto
sbagliato
tra di loro.
Poi
Lui parlò e
decretò nuovamente la sua fine
facendo sentire Amara quasi sollevata. Nonostante fosse arrivata da
poco sapeva
che non sarebbe mai potuta finire altrimenti, uno dei due sarebbe morto
e a lei
andava bene così – forse anche superbamente
conscia delle sue capacità, ma non
aveva previsto il bruciore del marchio che lentamente scoloriva sulla
sua
pelle.
Realizzare
ciò che
suo fratello aveva intenzione di fare più doloroso di
qualsiasi altra cosa.
Perché
qualsiasi
cosa sarebbe andata bene, ma patire nuovamente quella solitudine
sarebbe stato
troppo, non avrebbe resistito un altro giorno a quel modo.
Il
terrore la
pervase e bastò lo sguardo negli occhi di suo fratello
affinché Amara raggiunse
una sua personale consapevolezza: Dio non aveva capito.
Le
aveva chiesto
scusa e nei suoi occhi non c’era altro che una tristezza
infinita, ma non aveva
capito assolutamente nulla del motivo per cui lei era stata tanto
infuriata nei
suoi confronti, per così a lungo e ancora una volta le
sembrò che più volesse
gridare e distruggere quell’universo insignificante, meno
sarebbe stata
ascoltata.
La
disperazione di
quella voluta incomprensione la spinse a ritrovare le sue forze e non
le
interessava più essere capita, era solo stanca.
Allora
si decise a
gridare e non le importò che nessuno ascoltasse.
Se
desideravano
che fosse lei l’infima oscurità di cui tanto
avevano paura, allora lo sarebbe
stata.
Amara
decise in
quel momento che sarebbe stata l’oscurità
più nera che avessero mai conosciuto
e le bastò uno sguardo al cielo per capire cosa avrebbe
spento per prima cosa.
Con
un sorriso
pieno di improvvisa serenità, Amara spense il sole.
E
se in principio
fu il suo dolore, ora l’avrebbero provato anche loro.
L’oscurità
aveva
appena ucciso la speranza.