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Autore: HarryMacy2020    17/05/2020    0 recensioni
[Charmed 2018]Quando due anime sono destinate a stare insieme, nulla può mettersi sulla loro strada. Ma se una profezia cambiasse le loro vite? Cosa sceglierebbero: i loro cuori o il loro dovere?
FF Hacy con protagonisti Macy Vaughn e Harry Greenwood.
Io e la mia amica Marzia abbiamo deciso di collaborare ed esplorare sentieri diversi per la nostra ship, gli Hacy.
I personaggi sono del reboot di Charmed e spero davvero che il percorso che abbiamo scelto per loro sia di vostro gradimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mel si stava abituando alla sua nuova vita allo SpaceSafeSeattle e soprattutto a gestire il Spellbound Botanica per conto di Katrina.

Pensare a lei, la rattristì. Era entrata nella sua vita come un uragano e aveva spazzato via tutte le sue certezze. Certo, durante il loro primo incontro, Katrina aveva da subito manifestato un interesse per l’occulto. D’altro canto gestiva un negozio chiamato “Spellbound Botanica”. Tuttavia, il loro incontro aveva indubbiamente lasciato il segno, soprattutto per Katrina.

Katrina non conosceva la magia, non aveva idea dell’esistenza delle streghe. Lei era una credente e basta. Fu Mel a capire che Katrina aveva il dono di parlare con gli spiriti. Un giorno, infatti, lei le aveva inviato un messaggio dicendole che sua madre Marisol – di cui non le aveva mai parlato – le consigliava di guardare nelle lenzuola, dove avrebbe trovato ciò che cercava.

Dopo quest’avvenimento, Katrina entrò in una profonda crisi. Pensò di essere pazza e di doversi far rinchiudere. Grazie a Mel, però, capì di non essere pazza solo perché sentiva delle voci. Lei era una medium; una medium davvero brava che non solo l’aveva aiutata a incontrare la Sentinella ma che indirettamente le aveva salvato la vita e le aveva permesso di capire la chiave per riavere i propri poteri di strega.

Eh già, perché ora Mel aveva riacquistato i suoi poteri, non proprio quelli di prima perché non era piu in grado di fermare il tempo. Ora lei poteva modificare le molecole. Sciogliere il ghiaccio o crearlo e lo stesso con il fuoco. Un gran passo di qualità che in parte sentiva di dovere a Katrina.

Katrina le aveva anche dato un’occupazione. Il negozio non era solo un incredibile fonte di materiali per le pozioni, ma era un modo per ricominciare a vivere. Aveva allontanato Katrina per non farle male, ma nel frattempo aveva capito che la sua vita – anche sentimentale – non poteva fermarsi così a causa della sua vita da strega e dei demoni.

Ora, in quel bel negozietto di Seattle, lei aveva una nuova occasione. Era di nuovo al comando della sua vita. Non si sentiva più messa in un angolo. Era stato cosi frustante sentirsi inutile e inerme dopo la vita che aveva a San Francisco ed essere stata a capo – in qualche modo – del mondo magico. Certo, quella responsabilità le era pesata e l’aveva assunta solo perché riteneva che nessun’altro, tanto meno le sue sorelle, la volessero. Tuttavia, le era anche piaciuto sentirsi tanto potente.

Ripensò all’ultima volta che l’aveva vista. Era stato proprio in quel negozio. Aveva dovuto rinunciare a lei, allontanarla per proteggerla dalla sua vita da strega e per mantenere la promessa di non avere relazioni. Ora non era piu così. Dopo gli ultimi avvenimenti con Helen, l’Angelo bianco e la sua parte di Angelo nero, aveva deciso che non poteva continuare a mettere la sua vita in stand by. Ed ecco che era arrivata Ruby. Una donna latino americana, dai folti capelli ricci e neri, l’energia contagiosa e un sorriso da lasciare senza fiato.

Presa dai suoi pensieri non si accorse che una giovane donna alta, slanciata e attraente era appena entrata dalla porta e la stava fissando. Di origine malesiana, aveva i capelli neri, raccolti in una coda. Indossava una tunica bianco azzurra e dei jeans attillati. Il suo sguardo era magnetico. La sua espressione era felice e nel contempo anche un po’ angosciata. Tutto in lei lasciava presagire l’arrivo dell’inaspettato.

“Mel”, disse la donna con voce appena udibile. Mel si volto di scatto. Assorta come era nei suoi pensieri, non le fu subito chiaro se si trattasse del frutto della sua immaginazione oppure di una persona in carne ed ossa. Restò immobile a fissarla.

“Mel”, ripeté la donna con voce piu dolce. “Sono io, Katrina”.

Dopo un primo momento di smarrimento, Mel le corse incontro senza pensarci e l’abbracciò forte. “Quanto tempo. Sei tornata”, le sussurrò Mel. “Ora leggi anche nel pensiero”, scherzò sorridendo.

Con riluttanza, Katrina la allontanò e fissandola negli occhi le disse: “Mi dispiace di essere piombata qui senza avvisarti ma devo parlarti assolutamente. Devo parlare con tutte voi, con te e le tue sorelle”.

****

La casa era silenziosa. Sia Mel che Maggie erano già uscite per andare ai rispettivi impieghi che si trovavano casualmente nello stesso posto, lo SpaceSafeSeattle.

“Loro un lavoro ce l’hanno”, sospirò tra se e se.

Restare senza far niente, la rendeva nervosa. Macy era abituata a lavorare e la carriera era sempre stato qualcosa di importante per lei. Sebbene fosse felice di stare con le proprie sorelle ed aiutare le altre streghe – nonostante tutti i pericoli- Macy si sentiva alienata dall’assenza di attvità scientifica nonché dall’assenza di prospettiva professionale.

Voleva ritrovare il suo spazio lavorativo ed era decisa a ricominiciare proprio quel giorno stesso. Era il giorno dei grandi propositi. Si era anche decisa a lasciarsi andare ai propri sentimenti. Quella sera stessa, comunque fosse andato il colloquio, avrebbe chiesto a qualcuno di speciale di partecipare con lei alla festa organizzata da Maggie allo SpaceSafeSeattle.

Quale occasione migliore per passare del tempo insieme, magari festeggiando anche un nuovo inizio, e lasciarsi finalmente andare. In un’atmosfera distesa e gioiosa, lei gli avrebbe infine rivelato quello che provava. Gli avrebbe confessato che colui che il suo cuore desiderava davvero, era lui.

Arrossì alla sola idea della scena che si era preparata e soprattutto pensando a lui, a loro finalmente insieme.

Cercò di concentrarsi nuovamente su quello che era intenta ad andare a fare. Oggi avrebbe avuto un colloquio di lavoro in un laboratorio che si occupa di biogenetica; il suo settore preferito. Poco importava se si trattava della ditta del suo ex ragazzo, Julian. La storia era finita in modo pacifico. In parte era stato per sua zia. Lei non approvava la loro relazione ed anche se Julian sembrava inizialmente immune a tali pressioni; alla fine la situazione era diventata insostenibile. Lei, che era cresciuta senza una famiglia e aveva da poco piu di un anno ritrovato le sue sorelle, poteva capire l’importanza di non deludere i propri cari, di fare quello che era giusto per la famiglia. Macy era cresciuta senza madre; ma era sicura che se lei non avesse approvato la persona che frequentava, non sarebbe riuscita a deluderla.

Così alla fine, a storia conclusa, Julian – che aveva sempre ammirato le conoscenze e le competente di Macy - le aveva proposto in segno di buona fede di farle fare un colloquio per una posizione di ricercatrice in uno dei suoi laboratori, piu precisamente nel laboratorio in cui si stava lavorando al progetto del giardino sottorraneo. Lui non poteva saperlo, ma Macy si era inizialmente avvicinata a lui, proprio per impedirgli di andare avanti con tale progetto. Se fosse diventata parte integrante dello stesso, la sua idea sarebbe stata di controllare meglio i progressi e se necessario indirizzare altrove i lavori.

D’altro canto, la storia non avrebbe comunque potuto funzionare a lungo dato che, volente o nolente, il cuore di Macy apparteneva a un altro. “Eh già”, sorrise tra sè e sè. Aveva provato a negarlo, a combattare questi suoi sentimenti. Senza contare la questione del gemello cattivo. Tuttavia, il suo cuore ora sapeva cosa voleva e sapeva anche che lui ricambiava. Era stato molto chiaro nel farglielo capire. Respirò profondamente. “Sarebbe andata bene”, si disse. Niente avrebbe più potuto separarli.

Si guardò allo speccho un’ultima volta. Aveva i capelli raccolti per sembrare più professionale. Un completo nero con una camicia bianca che faceva risaltare il colore della sua carnagione. Era pronta e stasera avrebbe festeggiato l’inizio di una nuova fase della sua vita.

Prima di uscire notò che sul tavolo della cucina c’era una tazza di thé con la teiera e alcune bustine sparse ed un bigliettino. Si avvicinò e lo aprÌ. Era di Harry. La sua calligrafia era particolarmente curata. Gli augurava in bocca al lupo per il suo colloquio. Sapeva che lei amava il thé. Era una loro passione e le aveva preparato diverse bustine con i suoi aromi preferiti. Non poté fare a meno di sorridere.

Dopo una squisita tazza di thé era pronta ad affrontare la giornata e qualsiasi altra cosa il futuro le avrebbe portato. Si sarebbe buttata senza guardare. Si’, l’avrebbe fatto anche se lei non ne era il tipo.

Mentre stava per uscire, suonò il cellulare. Macy però evitò di guardarlo. Non voleva problemi. Niente doveva distrarla dalla sua prossima missione.

****

“Dove lo metto”, disse Jordan a Maggie mentre spostava un tavolo. Maggie era intenta a decorare lo spazio comune del SpaceSafeSettle per la festa di stasera e aveva deciso di monopolizzare Jordan e Harry eleggendoli suoi aiutanti personali. Come Director Manager era suo compito organizzare attività ricreative e quella sera aveva deciso di organizzare una festa mascherata.

Il tema era “festa in maschera”. All’inizio voleva puntare su una festa stile veneziano, con abiti sontuosi e maschere dorate. Poi, anche per questioni organizzative, aveva optato per qualcosa di più generico. L’importante era indossare una maschera. Poi, a mezzanotte, ognuno di loro l’avrebbe tolta mostrando il proprio volto.

Le decorazioni rievocavano un po’ il Carnevale veneziano. Alla fine non ce l’aveva fatta proprio a rinunciare completamente all’idea. I tavoli rotondi sparsi per tutta la sala formavano una spirale. Le tovaglie color rosso, ben si abbinavano ai vari accessori color dorato. Al centro di ogni tavolo una piccola decorazione floreale, posata su un piatto rotondo con rifiniture dorate e una maschera al centro sempre color oro.

Indecisa se aggiungere alcuni palloncini, mirava la sala addobbata con ghirlande monocromatiche, stelle di carta, piccoli oggetti di vetro di varie forme e colori in tinta con il resto delle decorazioni nonché altri piccoli accessori ricercati di diverso tipo. Tutto era stato pensato e curato nei dettagli da Maggie. Nell’insieme era riuscita a dare alla sala un’atmosfera elegante, raffinata e dinamica. Sebbene tutto fosse al suo posto, Maggie continuò a guardarsi in torno con la sensazione che qualcosa mancasse.

A quel punto, ecco Jordan con una cassa piena di oggetti. Al suo interno, l’attenzione di Maggie venne attratta da due ampolle di vetro legate tra loro da un filo rosso. D’improvviso una sensazione di freddo la pervase, unita a un forte senso di angoscia, tradimento e oppressione. Gridando ordinò a Jordan di liberarsi della cassa. Jordan la guardò perplesso, ma decise di non contraddirla e di andarsene.

“Tutto bene, Maggie”, chiese Harry che nel frattempo si era avvicinato ed aveva assistito alla scena.

Maggie, come ritornata da un momento di trance, in tutta calma rispose: “Certo. Sono solo stressata per la festa. Voglio che sia perfetta. Deve essere perfetta. E niente lì dentro faceva al caso nostro”.

“Certamente”, gli risponde Harry non molto convinto. “Comunque sono venuto a dirti che ho ricevuto un messaggio da Mel. Chiede di vederci subito al centro di comando. Andiamo”.

“Ok. Avverto solo che vado via per un po’”, concluse Maggie.

Nel frattempo, Jordan ancora un po’ perplesso, ripose la cassa dove l’aveva trovata. Forse un po’ per l’agitazione, gli sfuggi di mano e una delle due ampolle si ruppe. Un po’ di fumo uscì dalla boccetta, unitamente a del liquido. Nel raccogliere i pezzi, però, si ferì a un dito.

“Accidenti”, gridò. Un attimo dopo tutto diventò nero.

Macy era raggiante. Aveva ottenuto il lavoro. Ora non restava che lanciarsi verso il futuro con positività e soprattutto in buona compagnia.

Guardò il telefono e si accorse che Mel l’avevano cercata, lasciandole un messaggio in cui le chiedeva di vedersi al centro di comando per discutere di una questione “magica” importante.

Con un po’ in agitazione si diresse subito al SpaceSafeSeattle. “Chissà cos’è successo?”, si chiese.

La sua mente iniziò a vagare ipotizzando diversi scenari. Prima di degenerare si obbligò a smetterla.

“No”, si disse. “Doveva restare positiva. Niente poteva andare storto. Aveva trovato il lavoro dei suoi sogni e stasera, finalmente, avrebbe detto all’uomo che amava cosa provava. Tutto sarebbe andato bene”.

Se si trattava di un’urgenza magica, l’avrebbero risolta in fretta e tutto avrebbe ripreso il suo corso.

Aveva già deciso come vestirsi. Avrebbe indossato un bel vestito rosso, attillato e senza maniche; che credeva sarebbe paciuto molto al suo Angelo. La maschera sarebbe stata dorata come consigliato da Maggie.

Arrivata al centro di comando però la sua sicurezza iniziò a vacillare. Mel e Maggie erano intente a parlare tra di loro; mentre Harry, girato di spalle, stava frugando tra i libri degli anziani con un fare nervoso, frenetico.

“Eccomi. Sono arrivata. Cosa succede?”, disse. In quel momento tutti la fissarono.

“Finalmente”, le disse Mel raggiungendola. “Ci sono delle novità; novità grosse. Mamma ci ha mandato un messaggio”.

A quell’affermazione, Macy restò di stucco, incerta se ciò fosse un bene o un male.

“Non siamo sicuri che sia un messaggio di vostra madre”, intervenne Harry guardando Macy. Per un attimo fu come se nient’altro esistesse. Si riprese subito; anche perché una voce di donna con tono deciso aggiunse. “È un messaggio di Marisol. A quante domande dovete ancora sottopormi prima di credermi”

“Ti crediamo”, aggiunse Mel avvicinandosi alla donna.

Macy si ricordava di averla già visto, sebbene della sua presenza nella stanza si era appena resa conto.

“Harry è un po’ protettivo nei nostri confronti e soprattutto è un uomo prudente. Ma lo sa che sei una medium e che ci hai già aiutate e non c’è alcun motivo per dubitare di te”; nel pronunciare queste ultime parole, Mel rivolse ad Harry uno sguardo ammonitore. Katrina non era ne’ una bugiarda, ne’ una persona malvagia. La diffidenza di Harry le sembrò inopportuna e glielo fece capire.

“Abbiamo nemici con facce amiche”, puntualizzò Harry quasi a giustificarsi. “Essere prudenti non è mai troppo. Di questi giorni.”

“Parli per esperienza?”, rispose un po’ pungente Katrina. “ Se hai altre domande da farmi. Fammele. Ma facciamola finita. Sono qui per comunicarvi qualcosa di importante.”

“Dice il vero”, aggiunse Maggie. “Sento che non sta mentendo. Perciò, Harry, se non vuoi credere a lei; fidati di me e del mio potere”. Harry non poté più ribattere e impettito, con il suo classico fare british, si appoggiò alla scrivania.

“Katrina. Tu sei Katrina, giusto”, chiese Macy come se fino a quel momento si fosse persa in non si sa bene quale pensiero.

“Sì, sono io. E se sono qui è perché vostra madre ha insistito perché vi portassi un messaggio molto importante. Ho voluto aspettarti Macy, anche perché tua madre crede che ciò possa riguardarti da vicino.”

Tremava, dentro di se’, la sicurezza che provava fino a qualche attimo prima, era svanita. La madre aveva un messaggio per loro, per lei. Di cosa mai poteva trattarsi?

“Ora sono qui” disse; cercando di mantenere un tono di voce il più neutrale possibile e non lasciar trasparire l’ansia che la stava assalendo. “Ora puoi parlare”.

“Vostra madre, Marisol, mi ha detto di avvertirvi di un imminente pericolo. Dove si trova gli animi sono molto agitati. Sembra che ci sia un’antica profezia che potrebbe presto realizzarsi. Anzi, forse dovrei dire una maledizione.”

“E’ venuta a trovarmi qualche giorno fa. Mi ha chiesto di recarmi da voi e di ripetervi queste parole: Quando colui che è a metà all’eletta dei due mondi si unirà, il destino del mondo nell’ombra cadrà. Mai legame più sfortunato sarà, se il nero dell’anima prevarrà.”

Per un attimo fu come se il tempo si fosse fermato e questo senza i poteri di Mel.

“Non so cosa significa e non mi ha detto nient’altro. Mi ha chiesto di riferirvi tutto parola per parola e che voi avreste capito. Ha anche detto che tu, Macy, più di tutte avresti potuto dare un senso a tali parole. Ha anche detto che il vostro angelo bianco avrebbe potuto fare il difficile e cosi è stato. Per questo mi ha dato qualche informazione che avreste potuto chiedermi per potervi fidare di me e del fatto che il messaggio fosse veramente di vostra madre.”

“Lei non è qui adesso”, chiese Harry. “No, ve l’ho già spiegato. Non sono io che vado a cercare le anime; sono loro che vengono da me. Non sono quel tipo di medium stile Ghost. O meglio, sono come il personaggio di Woopy Golberger quando si accorge di poter davvero parlare con i morti e che avrebbe fatto tanto a meno di incontrare Patrick Swayze.”

Mentre Mel e Maggie si guardavano, ignare di un qualsivoglia appiglio; il sangue di Macy si raggelò. Guardò Harry; il quale a sua volta incontrò il suo sguardo. Lei abbassò subito il suo. Aveva paura che tutto ciò che aveva tenuto per se fuoriscisse come un fiume in piena. Doveva respirare; restare calma e continuare a respirare.

Mel spezzò il silenzio. “Ma cosa significa? E perché nostra madre pensava a Macy?” nel formulare tale domanda, lei stessa si diede la risposta e di nuovo calò il silenzio più assoluto. Sia Mel che Maggie guardarono prima Macy e poi Harry e viceversa.

Macy aveva in sé il potere di una strega e il sangue di un demone. Chi era l’eletta dei due mondi se non lei?”

Questo Katrina non poteva saperlo; ma loro madre sì.

  
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