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Autore: sancali    17/05/2020    1 recensioni
Amavo il modo in cui mi stava facendo sempre più sua, ogni giorno di più.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Stavo fissando la sigaretta che avevo fra le mani.
«
Tom, smetti di suonare.» stava suonando al pianoforte uno dei suoi successi, milioni e milioni di ragazzine avevano la canzone scaricata sul loro Ipod e la ascoltavano costantemente ballando, probabilmente gridando il suo nome, solamente per un paio di canzoni stupide. Milioni e milioni di cuori spezzati quando lui la baciò fuori dalla caffetteria, doveva sapere che c’erano i paparazzi appostati, diamine non facevano mai nessuno sforzo per nascondersi, erano sempre ben visibili alla ricerca dell’ultimo gossip. Ma a lui non importava, diceva che era arrivato il momento. Non gli importava di tutte le volte in cui gli avevo ripetuto che non mi interessava, che in realtà era meglio tenere la loro relazione nascosta ancora per un pò, che era il loro segreto e non ero pronta a renderlo pubblico. Accidenti, era già abbastanza difficile frequentare una superstar, non avevo troppa fretta di scoprire come doveva essere frequentare una superstar sotto i riflettori, e per riflettori intendo i milioni e milioni di occhi giudicanti delle ragazzine cattive. Ero felice sconosciuta, ero soddisfatta nell’essere l’amica di Thomas Becker per loro, o la sua assistente, o qualsiasi altra cosa. Ma no, Tom aveva dovuto prendermi la mano nel bel mezzo della strada, aveva dovuto tirarmi a sé e baciarmi. E l’aveva fatto come se fosse stata la cosa più naturale di questo mondo, mi confidò più tardi che si sentiva che era la cosa giusta da fare in quel momento e così l’aveva fatto, così dal nulla. Durante il bacio sentivo le macchine fotografiche che catturavano il momento ma lui continuò a tenere le sue labbra appoggiate sulle mie.
E adesso ero barricata in casa, grazie tante Thomas.
«
Sai che non puoi fumare.» aveva smesso di suonare non appena glielo avevo chiesto, ordinato, ed era alle mie spalle ora. Ero seduta in veranda a giocherellare con la sigaretta che avevo in mano e a contemplare il momento esatto in cui lui aveva deciso di cambiare, rovinare, la mia vita per sempre. «Perché no?» continuavo a rigirarmi la sigaretta tra le dita, ero irritata, frustrata e scoraggiata, perché dovevo essere io a sacrificarmi in conseguenza della sua decisione? Avevo bisogno della mia nicotina. «Sei preoccupato che tutto il mondo venga a conoscenza e parli del fatto che la ragazza di Tom Becker fuma?» si sedette accanto  a me. «So che non è ideale, ma..» «No che non è ideale, fa schifo cazzo!» troppo, hai alzato troppo la voce, abbassala, non sei realmente arrabbiata con lui. «Calmati Allison, o la spezzerai.» fece un cenno verso la sigaretta. «Pensavo fosse quello che volevi.» «Se non puoi farne a meno, fai pure.» al diavolo, mi aveva appena dato via libera, no? Accesi la sigaretta ed espirai, dio grazie.   
«Scusami Tom, non te lo meriti ma questa situazione mi uccide.» un tiro, lungo. «Lo so.» «E io non ho la pazienza per sopportarle Tommy, le tue fans, voglio dire..sono fottutamente pazze!» due tiri. Tom ridacchiò. «Lo so.» «E non m’importa se si fanno viaggi mentali sul mio ragazzo, sul corpo del mio ragazzo, sulla vita del mio ragazzo..non m’importa, lo farei anche io, l’ho fatto anche io, ma perché tutto questo odio nei miei confronti?» tre tiri. «Viaggi mentali?» fuori il fumo. «Pensi veramente che ti amino solo per la tua musica, Tom? In che mondo vivi? Voglio dire, ti sei guardato allo specchio ultimamente?» un altro tiro. «E’ questo che ti infastidisce? Che un paio di ragazzine possa avere pensieri..pensieri diversi nei miei confronti?» «No. Bè, forse un pochino. E’il pensiero che tu ti possa innamorare di qualche bella ragazza che mi infastidisce.» cinque tiri. Si avvicinò, potevo sentire il suo viso appoggiato alla mia spalla, mi baciò delicatamente sulla pelle tesa, lasciandomi la pelle d’oca. «Sei adorabile quando fai la gelosa.» spensi la sigaretta schiacciandola per terra non provando nemmeno a dare un sesto tiro, mi girava la testa, non ero più abituata a fumare, grazie tante Thomas, di nuovo. «Quindi non hai escluso che potrebbe succedere.» lo fissai, i miei occhi bloccati sui suoi, il mio sguardo stava cercando di nascondere la paura..pensavo che stessimo scherzando all’inizio ma se non fosse uno scherzo? Il suo sguardo era divertito, mi stava prendendo in giro, ma ne ero sicura? Le sue labbra formarono un sorriso. «Oh no Tom, non farmi quel sorriso tenero, sai che non funziona, non mi freghi.» Falso, aveva sempre funzionato. Gli stavo puntando un dito contro il petto in modo accusatorio mentre lui stava cercando di avvicinarsi a me. «Sei troppo puntigliosa.» «Vedi, continui a girarci intorno e ancora non l’hai smentito.» «Cosa dovrei smentire?» «Non fare il finto tonto, Thomas. Sai che odio quando ti comporti così, non è divertente ora.» Sapevo che mi stava prendendo in giro, ma un pochino mi ero spaventata. «Sei la mia ragazza,  Allison. Sei l’unica e non ci sarà nessun’altro. Contenta?» «Avresti potuto fare di meglio.» Mi sedetti sulle sue gambe incrociando le dita dietro al suo collo, lo avvicinai a me provando a baciarlo. «Puzzi di fumo.» Tom si allontanò facendo una smorfia. «Come ti pare.»


Entrai in casa e mi versai un bicchiere di acqua. Sentii le sue labbra calde baciarmi il collo, non l’avevo sentito rientrare, la pelle d’oca di nuovo. Mi voltai per guardarlo negli occhi. «Non puzzo più di fumo?» chiesi con tono sprezzante, almeno quanto la sua smorfia di due minuti fa. «Quando vuoi sai essere proprio acida.» mi tirò a sè. «Quando vuoi sai essere proprio sexy.»
Iniziai a baciargli il collo giocando con i suoi ricci, lo spinsi dolcemente contro il muro. Gli tolsi la maglia mordendomi il labbro. Mentre ci baciavamo, con sempre più passione anticipando cosa stava per accadere, lasciai che le mie mani toccassero ogni millimetro del suo corpo soffermandomi sul collo e i lobi delle orecchie, proprio come piaceva a lui. Andai più giù, sulla cintura, che era un regalo di suo fratello sicuramente. Provai più volte a slacciarla ma non  ci riuscivo, era come se non volesse lasciarci avere quel momento e volesse rovinarcelo. Mi feci un promemoria mentale, dovevo dire al fratello maggiore Sam di comprargli cinture più facili da slacciare. Tom decise di facilitarmi il lavoro e la slacciò lui stesso, dopo essersi tolto i pantaloni ribaltò la situazione. Adesso ero io contro il muro. Cominciò a sbottonarmi la camicetta con vigore, come se la volesse strappare. Mi appoggiai al muro in modo da lasciargli abbastanza spazio tra la mia schiena e il muro perché lui riuscisse a slacciarmi il reggiseno, che lanciò in un angolo. Mi liberai dei pantaloni, senza intoppi questa volta. Eravamo entrambi nudi, aggrappati l’uno all’altro. Mi prese in braccio e gli attorcigliai le mie gambe alla vita. Mi baciò tutto il corpo, soffermandosi sul mio seno con la punta della lingua.
Era dentro di me, la sensazione che provavo ogni volta che Thomas era in me era qualcosa che non avrei mai saputo descrivere. Amavo il modo in cui cominciava lento e dolce per poi diventare sempre più sicuro di sé e quasi violento. Amavo il modo in cui mi aggrappavo a lui e potevo sentire il mio seno contro il suo petto sudato. Amavo il modo in cui mi stava facendo sempre più sua, ogni giorno di più.



Era finito ma non potevo scendere dalle sue braccia. Rimasi immobile, avvolta al suo corpo coccolandogli il collo, le mie labbra sulle sue, la mia lingua nella sua bocca. Non volevo scendere, non potevo. Le sue mani accarezzavano le mie gambe dolcemente e mi faceva impazzire. 
Poi il campanello suonò, mettendo fine alle mie fantasie.
Continuai a baciarlo lamentandomi, Tom appoggiò la sua fronte alla mia e mi guardò negli occhi, ansimando di piacere. «Allison, devo andare a vedere chi è alla porta.» mi baciò e tornai sui miei piedi. Ci rivestimmo velocemente. «E’ Sam.» «Oh bene, fallo entrare, devo dirgli una cosa.» gli sorrisi dirigendomi alla veranda sul retro, cercando di abbottonarmi la camicia. «Dove stai andando?» mi gridò dalla porta d’ingresso. «E’ solo una sigaretta, Thomas!»

 

 

   
 
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