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Autore: Biohazard    17/05/2020    3 recensioni
Uno scintillio poco lontano catturò la sua attenzione. Tenendo i sensi all’erta, si diresse verso quel luccichio dorato, domandandosi di cosa potesse trattarsi. Mano a mano che si avvicinava, la curiosità lasciò lo spazio allo stupore: si trattava di un albero, un albero d’oro. Harry era totalmente rapito da quell’immagine, allungò le dita per poterlo toccare, ma in quel momento una voce risuonò direttamente dentro la sua testa.
“Aiutami.”
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“È un piacere vederti Harry.”
L’emozione del Grifondoro fu subito risucchiata via quando avvertì un gemito di dolore uscire dalle labbra di Draco.
“Fanny, puoi aiutarlo?”
“Certo Harry,” rispose candidamente la fenice. “Metti a nudo la ferita.”
Eseguì immediatamente sotto lo sguardo vigile e preoccupato degli altri compagni.
“Blaise, aiutami, taglia i vestiti,”
Il Serpeverde eseguì meccanicamente, senza una parola. Aveva la fronte imperlata di sudore e le labbra contratte. Quando la ferita fu messa a nudo, Pansy lanciò un gridolino, nascondendo il viso tra le mani. Harry avvicinò lentamente il corpo di Draco a Fanny, facendo attenzione a non provocargli altro dolore. Lentamente la fenice fece scivolare una decina di lacrime sullo squarcio, rimarginandolo seduta stante e senza alcuna cicatrice. Harry fissò il volto del Serpeverde: era ancora svenuto, ma aveva già riacquistato un po’ di colore. Si rese conto solo in quel momento di aver ricominciato a respirare.
“Grazie Fanny.” Allungò la mano, accarezzando l’animale sotto il becco.
“Devo andare adesso Harry. Sono stata molto felice di rivederti,”
“Aspetta!” Aveva mille domande da farle, a partire dal fatto che riuscisse a comunicare con lei e sul perché si trovasse in quel luogo.
“Devo tornare con il mio branco, non posso fermarmi oltre, ma Harry, se ti trovi qui con i tuoi amici il motivo può essere uno solo. Fate attenzione, questo è un luogo nascosto agli umani, ma non alle creature magiche, ricco di magia antica e potente. L’unico consiglio che posso darvi è di non fidarvi delle apparenze. Nulla è come sembra,”
Il gruppo l’ascoltava in silenzio e la fenice si avvicinò ad Harry, dandogli una beccata affettuosa sulla mano, poi si librò in volo insieme alle sue compagne. Rimasero tutti in silenzio per qualche minuto, poi Hermione gli si avvicinò: aveva un velo di lacrime egli occhi.
“Harry ora è meglio se proviamo ad entrare, Draco ha bisogno di riposare, come tutti noi del resto.”
Il Grifondoro annuì, Ron e Blaise gli si avvicinarono per aiutarlo, ma li respinse con fermezza.
“Ce la faccio da solo, è meglio se voi tenete pronte le bacchette per qualsiasi inconveniente. Copriteci le spalle,”
Fece scorrere una mano sotto le spalle e l’altra sotto le ginocchia del Serpeverde e se lo ritrovò stretto al petto.
“Harry forse sarebbe bene se usassi il Levicorpus…”
“No.” Hermione non ribatté e insieme a Ron, Pansy e Blaise, recuperò le rispettive attrezzature e gli si parò davanti con le bacchette sfoderate.
“Alohomora,” pronunciò l’amica. Le porte di cristallo si mossero lentamente aprendosi su una vastissima sala bianca, con pavimenti e colonne in marmo. Benché la struttura fosse molto alta, non si scorgevano scale da nessuna parte. Vi era solamente questa stanza lunga venti metri circa, in fondo alla quale compariva una porta nera. Ron e Hermione lanciarono diversi incantesimi di protezione, dopo essersi assicurati che non ci fosse nessuno. Il silenzio era quasi irreale. Blaise aveva appellato una tenda dal proprio zaino e l’aveva preparata.
“Presto, portalo dentro,” lo intinò il Serpeverde. Pansy Parkinson non aveva più spiccicato parola da almeno quindici minuti: un vero e proprio record secondo Harry. Entrò nella tenda, ritrovandosi in un vero e proprio attico. Blaise gli fece strada fino alla camera ed Harry adagiò delicatamente il corpo di Draco sul letto.
“Anche se Fanny ha rimediato a buona parte del danno, avrà bisogno di altre cure quando si sveglierà. Ha perso molto sangue,”
“Per un attimo ho temuto che fosse spacciato,”
“Anch’io,”
I due rimasero qualche minuto a vegliare Draco per accertarsi che fosse effettivamente tutto apposto, e poi tornarono dai rispettivi amici. Pansy stava preparando un the e le tremavano visibilmente le mani.
“Vado ad aiutare Ron e Hermione con gli incantesimi di protezione.”
Uscì dalla tenda senza guardarsi indietro; si unì ai due amici e in pochi minuti terminarono il lavoro. Entrarono nella loro tenda, sfiniti, e si lasciarono cadere di peso sul divano del piccolo salotto. Rimasero in silenzio qualche minuto, beandosi della tranquillità di quel momento e, per la prima volta da quando erano cominciati quegli avvenimenti, Harry si domandava se non avesse sbagliato a trascinare i suoi amici in quella nuova, ennesima avventura.
“Come sta Malfoy?”
“Sta dormendo adesso, non so cosa avremmo fatto se non ci fosse stata Fanny, gli ha salvato la vita.”
“Incredibile, vero? Cioè, averla incontrata qui…” commentò Ron.
“Quel che è certo, è che questa realtà esiste, non ci troviamo in un’altra dimensione, se Fanny è potuta entrare, noi possiamo di certo uscire. Devo prendere i libri e cercare di stabile una geografia del posto, del resto siamo ancora Brocéliande.”
“Okay, dobbiamo fare anche dei turni di guardia, Ron ti dispiace iniziare per primo? Ho bisogno di riposarmi un attimo, poi parleremo anche con Blaise,”
“Nessun problema.”
Harry andò in bagno chiudendosi la porta alle spalle e guardandosi allo specchio non vide un bello spettacolo: la maglietta era sporca di sangue, così come le mani, sporche del sangue di Draco. Merlino, come aveva fatto a non accorgersene finora?
Aprì l’acqua della vasca, guardandola riempirsi lentamente. Per un momento aveva rivissuto la stessa terribile sensazione di quando Dobby era spirato tra le sue braccia, ed era stato un déjà-vu terribile. Si spogliò, adagiandosi nella vasca, mentre l’acqua si tingeva di rosso.
Pensieri orribili gli attraversavano la mente, pensieri a cui non aveva più dato adito da sei anni a quella parte. Quando era cominciato tutto non aveva compreso veramente le insidie a cui sarebbero potuti andare incontro, del resto avevano distrutto gli Horcrux e affrontato una guerra magica, quali pericoli peggiori avrebbero potuto incontrare?
Era come essere tornati a girovagare in quei boschi senza un obbiettivo o una meta, e per un folle momento ebbe paura che Ron potesse rinfacciargli di nuovo di non sapere che cosa stessero facendo. Voleva parlare con loro, adesso, sentiva il bisogno di scusarsi, perché del resto mancava così poco alle loro nozze e invece di occuparsi della torta e degli inviti, i suoi due migliori amici erano intrappolati in quel “mondo di mezzo”, perché lui continuava ad avere la mania dell’eroe.
E poi c’era la questione Malfoy, quel ricordo non poteva essere solo frutto della sua immaginazione oppure un ricordo innestato, era vero, il suo istinto glielo diceva.
Si alzò, facendo scorrere via l’acqua sporca, appellò i vestiti e si asciugò velocemente, tornando nel piccolo salotto. Hermione teneva la testa china su una pila di libri, tracciando delle linee su una pergamena.
“Sei riuscita a capire qualcosa?”
“Ci sto lavorando,” l’amica non aveva alzato lo sguardo dal libro ed Harry le afferrò gentilmente la mano. Lei sussultò, fissandolo interrogativa.
“Mi dispiace Hermione,”
“Cosa?” Era insolito che la Grifondoro rispondesse con una domanda, quando era solita fornire risposte.
“Avrei dovuto darti retta, invece vi ho trascinati qui, tutti e due,”
“Beh, che tu e Ron dobbiate seguire quello che vi dico, credevo che ormai fosse una cosa assodata,” disse con una risatina “Harry, non è colpa tua quello che è successo là fuori, quello che è successo a Malfoy,”
L’aveva detto fissandolo negli occhi.
“Per un attimo ho avuto paura. In bagno mi è tornato in mente Dobby e mentre tenevo Draco, avevo paura di vederlo morire dissanguato, di non poter fare niente, così com’era successo quel giorno a Villa Conchiglia.”
“Harry…”
“Era da moltissimo tempo che non pensavo a Dobby, anzi a dir la verità, che non pensavo più a quello che è successo durante la guerra, ma quel ricordo Hermione… è come se mi fosse tornato tutto addosso. Come se in questi sei anni avessi vissuto in una bolla.”
La mano di Hermione gli dava grande conforto.
“Harry anche per me è Ron è così, sai? Effettivamente non abbiamo mai più parlato di quello che è accaduto, forse perché è stato qualcosa di talmente grande per tutti noi, che abbiamo sentito il bisogno di crogiolarci nella spensieratezza, vivere tranquilli ed occuparsi di sole cose futili, abbiamo avuto tutti bisogno di normalità.” fece una piccola pausa, “Eppure sappiamo che Fred, Tonks, Remus, Dobby, non ce l’hanno fatta e che la loro mancanza è palpabile in ogni momento,”
“Essere qui, con te, è stata una nostra scelta, siamo maghi adulti e un po’ più equipaggiati dell’ultima volta e, se devo essere onesta, non mi dispiacerebbe l’idea di incontrare Merlino.”
“Grazie Hermione,”
I due si sorrisero a vicenda ed Harry si sentì il cuore più leggero. Sentirono la voce di Zabini fuori dalla tenda che parlava con Ron, poi il Serpeverde fece ingresso nella loro tenda.
“Si è svegliato,”
“Bene,”
“Stiamo preparando la cena e pensavo, se la cosa non arreca disturbo, che sarebbe ottimale per Draco e Pansy se stessiamo tutti insieme. Pansy è ancora molto agitata e Draco sono sicuro che non riusciremo a tenerlo a letto più del dovuto.”
“Assolutamente nessun problema Zabini, credo che sia un’ottima idea,”
Il Serpeverde annuì.
“Prepareremo un tavolo qua fuori, sarà di certo suggestivo e saremo tutti pronti in caso di pericolo, ma questa parte preferirei non fosse detta a Pansy, per favore, almeno per ora. Le ho dato qualche goccia di Bevanda della Pace per calmarla,”
I due Grifondoro annuirono e Zabini uscì dalla tenda. Harry aiutò Hermione a preparare qualcosa per cena, non che si potesse parlare di novelle cuisine considerando che gran parte delle scorte era cibo in scatola, tuttavia l’amica era riuscita, grazie ad un incantesimo congelante, a portare anche un po’ di carne e pesce.
Avevano preparato il tavolo per sei e, dopo aver ricontrollato tutti gli incantesimi di protezione, Harry uscì a chiamare i Serpeverde. Zabini era nel piccolo e lussuoso salone e stava leggendo alcune pagine di un vecchio libro, che riconobbe come quello che avevano preso in “prestito” dalla libreria babbana.
“Siamo pronti,”
“Arriviamo subito,”
Harry si sedette nervoso vicino a Ron, Hermione stava appellando le ciotole di cibo, quando i tre Serpeverde si affacciarono all’interno della loro tenda. Blaise entrò per primo, seguito da Pansy Parkinson, bianca come un cencio e stranamente silenziosa e, per ultimo, Draco. Harry tirò un respiro di sollievo nel vederlo reggersi sulle proprie gambe e tutto sommato sembrava stare bene.
“Come stai Malfoy?”
“La pozione rimpolpa sangue ha fatto miracoli, grazie per l’interessamento Granger, anche se non si è trattato proprio di una passeggiata,”
Inizialmente c’era tensione nell’aria e solo l’intervento di Ron riuscì a ristabilire la normalità, iniziando a punzecchiare i Serpeverde e, a fine serata, sembrava che non fosse accaduto nulla. Certo, c’erano i soliti battibecchi, ma Harry era sollevato; persino Pansy si lasciò andare ad una risata genuina, mentre Ron raccontava episodi accaduti durante i loro anni scolastici. Alla fine, mentre sorseggiavano un po' di Odgen Stravecchio, Zabini decise che era il momento di parlare di cose serie- con la stessa delicatezza di un elefante in una cristalleria.
“Va bene, siamo arrivati al castello e adesso? Non ho visto passaggi in questa sala e, nel caso non ve ne fosti accorti, il portone d’ingresso è sparito,”
Se ne erano accorti eccome, ma avevano pensato fosse meglio pensarci l’indomani mattina, a mente riposta, evidentemente Zabini non era della stessa opinione.
“Siamo bloccati qui?”
“Ne stavo parlando prima della cena con Harry, se Fanny è riuscita a raggiungere questo luogo, deve esserci un modo per poterne uscire. Quando siamo partiti i sacerdoti hanno dato l’idea di aspettarsi un nostro ritorno, il che probabilmente coinciderà con la liberazione di Merlino,”
“Sì, ma hanno anche parlato di prove e ostacoli, cosa dovremmo aspettarci?”
Hermione prese lo zaino e appellò diversi libri, disponendoli su tavolo con un ordine ben preciso.
“I sogni di Harry e Malfoy parlavano del castello di cristallo e direi che ci siamo, successivamente si parla di valle degli amanti e fontana della giovinezza e poi, dovrebbe aprirsi la strada per la foresta vera e propria, ma non so esattamente che cosa possiamo aspettarci.”
Erano tutte cose di cui Harry era già al corrente, quindi non aveva prestato molta attenzione alle parole dell’amica, in compenso non aveva staccato gli occhi da Malfoy. Troppe emozioni stavano agitando dentro lui, pensando al biondo Serpeverde: curiosità, paura, scombussolamento. Era come se tutto quello che aveva conosciuto su Malfoy si stesse sgretolando davanti ai suoi occhi, poiché quella visione che aveva avuto non poteva essere una finzione. Lo sguardo di gratitudine del ragazzo, quel bacio rubato a fior di labbra. Si sentì arrossire, soprattutto perché il fulcro dei suoi pensieri lo stava fulminando con il peggior sguardo di cui era capace e si sentì un emerito idiota. Abbassò immediatamente gli occhi, dandosi dello stupido, visto che quella semplice reazione equivaleva a mettersi un cartello in fronte con scritto “sì, sti stavo fissando!”
Eppure aveva studiato dissimulazione al corso Auror, si era opposto alle maledizioni senza perdono, possibile che si fosse fatto prendere in castagna in quel modo?
“Direi che per questa sera possa essere abbastanza, decidiamo i turni di guardia e domani mattina esploreremo il castello, che ne dite?”
Il gruppo annuì.
“Penso sia ideale se facciamo a gruppi di due a due, in caso ci fosse bisogno. Ron ti andrebbe di finire con Zabini? Poi direi che se va bene, andremo io e Pansy e infine, Harry e Malfoy, così avrà modo di risposare ancora un po’. Turni di circa tre ore a testa andranno più che bene.”
Hermione lo stava fissando, con quella tipica espressione di chi la sa lunga, ed Harry sospettò che quello fosse uno serpreverdesco tentativo di lasciarlo solo con Malfoy, perché Hermione sapeva, sapeva sempre. Così come sapeva di Cho, di Ginny… e poi non aveva voluto seguire Divinazione, per la miseria, che spreco!
Ron e i tre Serpeverde uscirono dalla tenda, lasciano Harry a fronteggiare l’amica, che stava sfoggiando un sorrisetto colpevole.
“Muffliato! Hermione che stai facendo?”
“Pensi non mi sia accorta della scansione che hai fatto a Malfoy?”
“Era così evidente?”
“Credo che se ne siano accorti tutti, anche se Ron ha preferito fare finta di nulla. E ora posso sapere che cosa sta succedendo?”
 Harry stava per iniziare a parlare, quando l’amica spalancò gli occhi improvvisamente, portandosi una mano alla bocca, correndo verso il bagno. La seguì di corsa, mentre l’amica stava con la faccia sopra il water, vomitando anche l’anima. Corse subito ad aiutarla, tenendole fronte e capelli. Quando la crisi fu finita, corse subito a sciacquarsi il viso e la bocca. Si stava tamponando il viso con l’asciugamano e Harry non smetteva di fissarla.
“Da quanto?”
“Otto settimane,”
“L’hai già detto a Ron?”
Lei scosse la testa e Harry corse ad abbracciarla.
“Congratulazioni,”
“Grazie,”
“Non devi preoccuparti Harry, andrà tutto bene,”
Lo sperava, lo sperava davvero.
 
 
 
 
 
 
 
 
NdA: Dopo tutto questo tempo non so come penderete questo capitolo, era veramente molto tempo che non scrivevo qualcosa, quindi onestamente non so se vi piacerà o meno. Comunque, Hermione è incinta e Ron non lo sa, Draco e Harry si troveranno a confronto e chissà cosa succederà. Ad essere onesta nemmeno io, perché la trama dal punto di vista dell’avventura e già scritta, ma non quella dell’interazione tra i personaggi, quindi restate sintonizzati, il capitolo è un po' corto, ma è di transizione.
Buona serata a tutti!
 
 
 
  
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