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Autore: Biblioteca    17/05/2020    2 recensioni
In un diario, un'anonima protagonista racconta una brutta esperienza.
Perseguitata da incubi e in particolare da un mostro (che appare anche fuori di essi), convinta di non poter trovare conforto nè in famiglia nè con la terapia condotta dal dottor Callisto, si butta tra le braccia di ASIM, un guru del web che ha le sue stesse visioni e che dipinge ossessivamente immagini di quello e altri mostri.
Ma quando il lavoro di "purificazione" inizia, la protagonista capisce che qualcosa non va e inizia a sospettare che forse il mostro e il guru non sono nemici ma alleati.
Nasce così una nuova teoria della cospirazione che sconvolgerà definitivamente il precario equilibrio della ragazza.
(Storia in via di pubblicazione su Wattpad: https://www.wattpad.com/908112403-mostro-7-dicembre-2019)
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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17 maggio 2020
Ormai sento Alice ogni giorno dopo pranzo. È bello parlare con lei, è proprio una cara ragazza.
Capisco perché non riuscivo ad avere con lei la stessa freddezza che avevo con gli altri. È una di quelle persone che o ti provoca schifo oppure tenerezza. Ma non puoi restare totalmente indifferente.
Parliamo spesso soprattutto dei suoi progetti futuri. È una ecologista convinta, ma non fanatica. Mi ha anche confessato che non le piace molto la figura di Greta.
In compenso, crede molto nelle associazioni di volontariato, in particolare quelle che puliscono strade, spiagge, boschi e cose così. Vorrebbe fondarne una lei stessa per rimettere a posto un parco vicino casa sua, da tempo piuttosto malmesso.
Ha iniziato proprio durante questa pandemia, provando ad aprire una pagina su facebook dove ha condiviso foto e ricordi del parco. Ha diversi mi piace ma non è ancora riuscita a organizzare nessuna giornata di pulizia.
Le persone non vogliono farsi vedere radunate. In compenso è andata lei a pulire da sola, una mattina alle sei e mezza.
“Prima devo dare io l’esempio.” Ha detto.
Mi piace perché in realtà non si vanta di quello che fa. Ama soltanto molto quel parco, un suo ricordo di bambina, e vorrebbe cercare di mantenerlo in buone condizioni, lei per prima. Senza delegare a nessuno.
Ho messo mi piace alla pagina. Ma ancora non me la sento di andare ad aiutarla. Alla fine ancora non sono riabituata a uscire di casa.
Di sicuro non alle sei del mattino. Ma mi sono ripromessa di farlo appena starò meglio.
Purtroppo sento ancora quella bassa energia, quel senso di vuoto che mi ha oppresso tremendamente dopo che Billy ha accoltellato i suoi.
Billy pure l’ho sentito. Gli sono concessi contatti nei weekend. A parte l’eccezione di quel giorno che mi ha chiamato per spiegare la situazione, ora deve seguire le regole degli altri pazienti. Mi ha detto che di notte il ragazzo con cui sta in camera si alza e inizia a girare in tondo e fa così per almeno due ore prima di crollare a dormire.
 
Non avevo nulla da fare dopo la chiamata di Billy e non mi andava di uscire. Mi sono messa a guardare alla tv un documentario e mamma ha partecipato.
Sedute sul divano abbiamo visto com’è la vita nei boschi europei. Ad un certo punto è arrivata una cinghiala con i cinghialetti ancora piccoli. Saranno stati più di dieci e grufolavano con lei alla ricerca di ghiande da mangiare.
“Guarda quella mamma” ha detto ad un certo punto la mia “ne fa tanti, tutti in una volta e invece di darsi tante pene per cose inutili, li cresce e basta.”
Non capivo il perché di quella considerazione. Le ho chiesto spiegazioni.
“Pensavo solo che noi ci sforziamo tanto di costruirci una vita e di farla costruire ai nostri figli. Magari ne abbiamo solo uno e facciamo tanti sforzi per instradarlo a costruirsi una vita felice. Ma alla fine, costruisci di qua, costruisci di la, e la vita si esaurisce senza che si sia vissuta.”
Ero molto sorpresa da questo discorso. Non era proprio da mamma.
Le ho chiesto se la cosa riguardava me.
“Io parlo dal punto di vista di una mamma. Ma sai, in questi giorni mi sono chiesta se non sarebbe stato meglio, quando eri più piccola, farti passare più tempo con me o qui in casa piuttosto che con i tuoi coetanei nelle attività extrascolastiche. Anche perché era abbastanza evidente che non ti divertivi.”
Ah, le attività extrascolastiche, che già solo nel nome fanno rabbrividire, perché fanno capire di come la vita di un bambino sia già completamente inquadrata dentro la scuola, senza altre possibilità. Ne avevo fatte molte. Non me ne era mai piaciuta nessuna, così ogni anno cambiavo. E non stringevo amicizie.
“Mi sto solo chiedendo se ho sbagliato qualcosa.” Ha aggiunto poco dopo.
Io l’ho guardata e le ho detto che tutti sbagliano. Ho sbagliato anch’io tante volte.
La nostra conversazione è finita lì, ma in qualche modo ci ha fatto bene.
Finito il documentario abbiamo preparato in silenzio la cena.
Mentre mi mettevo a letto, mia madre è entrata e mi ha dato il bacio della buonanotte, proprio come faceva quando ero più piccola (ha smesso più o meno mentre andavo alle medie).
Ci siamo salutate così. Ma non sono riuscita ad addormentarmi.
Mi è sembrato un momento da ricordare e ho deciso di scriverlo.
  
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