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Autore: MaryFangirl    17/05/2020    4 recensioni
Il duo City Hunter si trova di fronte a una nuova prova: devono affrontare i loro sentimenti...e se una notte potesse sconvolgere le loro vite...i risvolti sarebbero migliori o peggiori?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Dopo quell'incontro emotivo, Kaori si sentiva più leggera, nonostante le circostanze. Da quando aveva ritrovato la sua famiglia, avrebbe apprezzato quel rientro un po' forzato con più calma. Sapeva bene che la situazione era temporanea, ma avrebbe apprezzato ogni minuti, ogni secondo trascorso in compagnia di Ryo. Dopo la messa a punto con tutta la banda, lo sweeper aveva stabilito una rotazione di turni tutte le notti tra lui, Mick e Falcon. Saeko era ugualmente coinvolta nella missione, dedicando molto del suo tempo, ma in modo molto discreto, fornendo diverse missioni a Ryo per continuare a dargli una copertura credibili agli occhi dell'ambiente. Anche se, come d'abitudine, non lo mostrava, era rimasta molto toccata quando aveva scoperto il nome del figlio di Kaori e Ryo: Hideyuki. Il suo cuore si era riempito di gioia nel vedere quel piccolo viso, mentre dormiva pacificamente tra le braccia di Kaori, senza immaginare il pericolo che correva nell'avere genitori così 'speciali'. Certo, era rimasta sbalordita nell'apprendere della sua presenza, ma quando si era messa a riflettere sulla questione, si era chiesa se fosse poi così improbabile. Ryo e Kaori si amavano in silenzio da anni, senza mai aver osato compiere il grande passo. Era normale che, un giorno o l'altro, avrebbero finito per arrivare a uno sviluppo della loro relazione. Hideyuki era la risposta. Ma non immaginava che il loro rapporto si sarebbe interrotto con la nascita di un bambino. Ascoltando parlare Kaori, aveva provato un grande imbarazzo quando aveva comunicato che Ryo non era stato informato della gravidanza. Saeko ne aveva concluso che non avevano dato inizio a una relazione stabile.

Con quella constatazione, sospirò. Sperava davvero che la faccenda sarebbe terminata bene.

Negli anni, aveva osservato che erano sempre riusciti a riprendersi, permettendosi di avvicinarsi ulteriormente ad ogni missione compiuta. Ma quell'ultimo caso si profilava diverso. Quella volta, il risultato sarebbe stato la partenza definitiva di Kaori e Hideyuki dal suolo giapponese. Anche Miki, Kazue ed Eriko facevano a turno per aiutare Kaori. Portando la spesa, mettevano tutto il cuore per fare quello che potevano per la giovane sweeper divenuta mamma. Kaori era una giovane madre con un destino incerto che non riusciva a trovare pace sapendo che un pericolo era sul punto di esplodere e presto si sarebbe allontanata dall'uomo che amava. Grazie al loro prezioso aiuto, ognuna riusciva a parlarle più intimamente facendo le giuste domande per poter comprendere, senza inoltrarsi nella loro intimità complicata, a proposito di quello che si era verificato tra lei e Ryo. Le donne erano rimaste inizialmente sconcertate e un po' arrabbiate con la sweeper che aveva deciso di andarsene senza dare notizie. Ma i loro cuori non avevano resistito a lungo alla vista del delicato e tranquillo di Hideyuki. Come resistere a quel neonato? Ogni volta che si presentavano, superavano lo strato di rabbia, andando oltre quel sentimento inutile non appena vedevano il volto tormentato di Kaori. Presto la giovane sweeper avrebbe lasciato il suo paese natale, con un bambino tra le braccia, verso gli Stati Uniti d'America. Sapendo che il tempo stava per scadere, ciascuna approfittava delle visite per rivivere temporaneamente la gioia del passato.

Kaori fu sorpresa quando, un mattina, notò l'installazione di un sistema di sicurezza molto discreto. Riconoscendo gli strumenti del mestiere, vide un rilevatore di presenza. Fu stupita dell'iniziativa: si poteva dire che Ryo stesse costruendo una fortezza intorno a lei. Lui che odiava tutti quei sistema, che ascoltava solo il suo istinto, rifiutando di piazzare tutti quegli attrezzi, adesso metteva da parte un po' del suo orgoglio per la sua sicurezza e quella del suo bambino...o meglio, del loro bambino. Perché lo aveva fatto? A quella domanda, i suoi occhi si adombrarono ripensando alla sola volta in cui il suo istinto di sopravvivenza si era risvegliato con un po' di ritardo. Sentendo un peso sul cuore nel ripensare a quei momenti di pura felicità, così breve, si arrabbiò con il destino crudele. Commossa dal gesto, si disse che lui doveva custodire con cura la parte che nel suo cuore rispondeva al nome di Hideyuki.

Dal canto suo, lo sweeper cercava di ristabilire la calma come poteva. Ma fu sorpresa dall'ampiezza che la questione aveva preso. La pressione non diminuiva velocemente come desiderava. Ancora peggio, lo seguivano, lo spiavano ancora di più. Riceveva molte lettere minatorie di ogni tipo da parte di diversi avversari di tutto il paese del sol levante. Da quando si era ripromesso di proteggere Kaori e Hideyuki, corpo e anima, da quel mondo che non sarebbe più stato il loro, si occupava di filtrare tutta la posta, impedendo così alla giovane donna di conoscere tutta quella crudeltà umana. Dovette raddoppiare la vigilanza vicino a casa, cercando di rimanere il più naturale possibile. Era davvero difficile. Per la prima volta, il cuore urlava più del solito di fronte alla violenza che si diffondeva attorno a lui con lo scopo di raggiungerlo.

Non volendo arrendersi alla rabbia, Ryo continuò i suoi giri serali, divertendosi e bevendo come al solito. Con la differenza di non farlo più con spirito. Sorrideva e appariva gioioso quando necessario, era infelice e tormentato quando poteva permettersi di essere se stesso, per avere credibilità stava compiendo tutte le missioni affibbiate da Saeko per dimostrare che c'era sempre, pronto a difendere il suo territorio. Invece, poco a poco la sua fiamma interiore si faceva meno intensa. Quale strana sensazione provava ad ogni fine di quelle missioni senza nome? Impazienza...era impaziente di tornare a casa e di aspettare il levare del giorno per vedere e condividere momenti preziosi con Kaori e Hideyuki. Quegli istanti di vita e gioia così semplici, che presto sarebbero finiti. Mai dimostrativo di fronte a lei, preferiva osservarli a modo suo. Quante volte, per stuzzicarlo, lei gli era corsa dietro per ordinargli di prendere Hideyuki? Correndo per l'appartamento con le braccia al cielo, Ryo implorava Kaori di risparmiarlo della richiesta di cambiarlo. Non voleva mai prenderlo in braccio...era così imbarazzato nei confronti di quell'essere così delicato, sentendo di non avere il diritto di toccarlo con le sue mani che avevano dato la morte. Frustrato da quel sentimento che lo torturava, si limitava a guardarlo o a sfiorarlo leggermente con la punta delle dita per non sporcarlo. Hideyuki era così puro e innocente, lo guardava con emozione e orgoglio nel pensare che almeno aveva compiuto una magnifica missione senza aver usato la violenza. Non volendo mostrare la sua preoccupazione in presenza di Kaori, Ryo rimaneva fedele a se stesso, pur non desiderando che lei sapesse della 'caccia' che si stava svolgendo in tutto il Giappone. Dopo i sorrisi e le battute che adorava scambiare con Kaori, si sbrigava a uscire per quanto era inquieto. Come avrebbe potuto sbarazzarsi di tutti gli occhi focalizzati su di loro per ridare la libertà alle due luci della sua vita e permettere loro di volare in altre terre? Come disfarsi della trappola che si sarebbe potuta chiudere su di loro in qualunque momento? Fortunatamente, aveva un fedele sostegno nella persona di Mick Angel. Quest'ultimo aveva preso a cuore la missione così speciale e delicata. Non c'era da stupirsi. Kaori aveva sempre avuto un posto speciale nel suo cuore. Agendo discretamente, Mick osservava con attenzione durante i suoi giri, rivolgendosi ai suoi informatori personali per misurare la temperatura che non ne voleva sapere di scendere. Nonostante non dicesse nulla, Mick era sempre più preoccupato di fronte all'ampiezza che la situazione prendeva. Ansioso per il suo fratello d'armi, lo vedeva recitare senza la passione e l'energia precedenti. All'esterno mostrava la foga che permetteva a qualsiasi sweeper di sopravvivere in quell'ambiente sordido. Spalleggiandolo come poteva, Mick si sentiva toccato dallo strano destino che aveva voluto che Ryo Saeba diventasse padre, dovendosi assicurare la fuga del figlio lontano da sé. I nemici più virulenti iniziavano a diventare aggressivi. Credevano fermamente all'esistenza del bambino. Prendendo le uscite di Ryo nei club come pure provocazioni, provarono diverse volte a saldare i conti. Ma non contavano sull'intelligenza e l'agilità di Ryo. Per poter rimanere solido, non appena varcava l'ingresso dell'appartamento, lasciava al di fuori le sue ansie da sweeper per godersi dei momenti di vita normale.

Kaori, nel frattempo, cercava di adattarsi come poteva alla sua semi-libertà. Non potendo uscire di casa, doveva affrontare il dispiacere con pazienza. Se voleva prendere un po' d'aria, lo faceva sempre accompagnata da Ryo, Mick o Falcon e in determinati orari. In generale, succedeva di notte: sul tetto dell'edificio e nell'oscurità, era molto più prudente. Non si lamentava. Solo i suoi puntuali sospiri tradivano la sua temporanea impazienza. Ma i momenti negativi venivano rapidamente cancellati da quelli migliori. Ryo era molto cambiato. Vero, non poteva impedirsi di saltare su Miki quando questa arrivava, ma comunque era cambiato. Rimaneva semplicemente seduto in salotto a gettare occhiate furtive a suo figlio. Era il suo modo di mostrare affetto. Dal loro bacio, tutto era diventato come in precedenza, con un'eccezione: non c'erano più liti, né osservazioni sprezzanti. Di natura poco aperta, lo sweeper provava con gesti innocui ad alleviare la prigionia di Kaori. Al mattino, scopriva un mazzo di elicrisi sul tavolo del salotto. Per giustificarsi, lui diceva che portava un po' della natura di cui lei era privata. Lei posava regolarmente domande sulla situazione ma lui rispondeva in modo evasivo. Quando insisteva, Kaori riceveva risposte che andavano bene solo per metà. Aveva provato diverse volte a far parlare Ryo. Ma lui rispondeva sempre allo stesso modo, cioè che doveva fidarsi di lui. Capendo che non poteva saperne di più, non insisteva. Aspettava solo che le informazioni le venissero rivelate, se gli altri avessero ritenuto che dovesse conoscerle.

 

 

Era passato un mese da quando era tornata a Shinjuku. Hideyuki era cresciuto. Rimaneva più sveglio. Kaori era felice di potersi godere quei momenti con Ryo, anche se si preparava mentalmente alla loro imminente partenza. Ma intanto, viveva il presente. Voleva fare una richiesta a Ryo, ma non trovava il momento né la forza di formularla. Colse l'opportunità un pomeriggio in cui Ryo stava sfogliando una rivista. Hideyuki dormiva. Kaori si diresse lentamente verso lo sweeper. Quest'ultimo sentiva che Kaori gli avrebbe chiesto qualcosa. Aveva ancora l'abitudine di torcersi le mani quando doveva farlo.

"Ryo?"

Senza alzare la testa, lui fece un 'Uhm' in risposta. Notando l'atteggiamento poco loquace del partner, lei avrebbe voluto battere in ritirata, ma la sensazione che la tormentava fu più forte. Voleva assolutamente vederlo.

"Ryo...vorrei andare sulla tomba di mio fratello. Almeno prima che io parta..."

Ryo abbassò la rivista e fissò Kaori.

"Adesso è un momento delicato, Kaori" disse.

"Lo...lo so, Ryo, lo so...non subito. Solo per fartelo sapere...non posso andarmene senza passarci un'ultima volta"

"Non succederà subito, Kaori" aggiunse Ryo sentendo il proprio cuore spezzarsi in mille frammenti all'idea della partenza che, un giorno o l'altro, sarebbe arrivata.

"Lo so...ma volevo parlartene"

Lo sweeper sospirò, guardandola:

"Ci penserò" borbottò, riprendendo la lettura. Un po' sorpresa dalla risposta di Ryo, Kaori si voltò e si diresse verso le scale.

 

 

Seduto su una panchina, lo sweeper fumava riflettendo sulla sua vita che era completamente cambiata in un mese. Prendendo quel momento di pausa per schiarirsi le idee, rimase a lungo a guardare i bambini che giocavano. Lontano dai quartieri caldi di Shinjuku, voleva riprendere possesso del proprio cuore in quel parco frequentato da persone 'normali'. Lungi dal voler reprimere gli immensi sentimenti che provava per il suo amore di sempre e per suo figlio, doveva rimanere efficace e professionale. Era la chiave del successo in quella delicata missione: mantenere il controllo della testa e dei pensieri per l'ultima missione che considerava come un dovere. Oggi, tutto aveva un senso nella sua esistenza. Il suo destino era quello di garantire la protezione di suo figlio per condurlo a un mondo di luce che a lui era sempre stato negato.

Rendendosi conto di che ora era, riprese la strada di casa. Doveva finire un lavoro che Saeko gli aveva affidato. Mick sarebbe arrivato per garantire la protezione di Kaori, Ryo era impegnato in un caso per rimanere il più naturale possibile e distogliere l'attenzione da sé e da quello che succedeva a casa sua. Era molto attivo da un mese ma senza che la pressione diminuisse. Dopo essere rientrato, lo sweeper vide l'orologio correre ma Angel non arrivava. Infastidito, lo sweeper lo chiamò, doveva assolutamente uscire, altrimenti la sua missione si sarebbe rivelata un buco nell'acqua. Mai Ryo Saeba aveva fallito una missione, e ancora meno era successo che non si presentasse a un duello. Non sarebbe successo neanche oggi! Non per come erano messe le cose ultimamente! Non doveva assolutamente perdere la faccia davanti ai suoi nemici, la vita di Hideyuki e Kaori dipendeva da questo. Non c'era un solo giorno che passava senza che lui sentisse l'angoscia viscerale di fronte a una missione così delicata. Dovendo nascondere il tesoro della sua vita, comportandosi normalmente davanti agli altri. Era un incubo. Quando usciva, i suoi occhi scrutavano ogni persona che incontrava. Ripensando a suo figlio, sapeva di dover rimanere forte e concentrato per assicurare la sua protezione. Sorpreso di notare che provava perennemente ansia, si rese conto che era sempre preoccupato per Hideyuki quando usciva. Era una sensazione normale che un padre doveva provare per un figlio? Aveva paura per lui? Pensando a lui a ogni minimo gesto? Era tutto confuso nella sua testa, i nuovi sentimenti avevano preso il controllo del suo cuore rendendolo ancora più vulnerabile. Il suo amore per Kaori lo aveva già turbato molto nel suo modo di pensare e di essere, adesso Hideyuki completava la trasformazione. Buttando giù con rabbia quando si attivò la segreteria dell'americano, si mise a girare come un leone in gabbia e la sua rabbia riemerse.

"Dannazione! Ma che cazzo sta facendo!" gridò, guardando l'ora. Kaori scese lentamente nel sentire la voce di Ryo. Non ce la faceva più, voleva sapere cosa stava succedendo! Ryo non le diceva nulla di concreto. Cosa doveva temere? L'esistenza di Hideyuki era nota? Erano alla ricerca di lei o di suo figlio? Da quando se n'erano andati da Iwaki, non aveva avuto alcuna informazione sull'argomento.

Sentendo la presenza di Kaori, Ryo si girò di scatto e la fissò. Vedendo il suo sguardo, Kaori fremette di paura. Non aveva mai visto i suoi occhi così oscuri. Si spaventò suo malgrado e indietreggiò davanti a quello sguardo vuoto e così buio. Percependo l'ansia crescente di Kaori, Ryo si riprese subito mostrando di nuovo un viso sereno. Ma era troppo tardi, Kaori aveva visto troppo ed esclamò:

"Ryo...Ryo...per favore, sii onesto! Dimmi cosa sta succedendo, ti prego! Sono venuta qui, ti ho ascoltato...ho il diritto di sapere esattamente cosa sta succedendo!"

Di fronte alla determinazione di Kaori, Ryo esitò. Sapere quale pericolo correva sarebbe stato ugualmente prudente. Avrebbe evitato di scendere nei dettagli.

"D'accordo Kaori...sarà meglio così...ascoltami, sarò sincero con te. Tutti stanno cercando te così come Hideyuki...molti considerano l'esistenza di Hide un'ipotesi credibile. Da parte mia io...voglio...solo che questa voce si spenga così che possiate andarvene in tutta sicurezza"

"Intendi che...che...vuoi far credere che Hideyuki non esista...è così?" chiese lei, fissandolo.

Stranamente, Ryo si sentì a disagio di fronte a quella domanda semplice e diretta. Abbassò gli occhi e rispose con difficoltà per giustificarsi:

"Sì, Kaori...e credimi, io...non lo faccio con gioia...non ho scelta se voglio assicurarvi un minimo di tranquillità per il futuro"

Nonostante la toccante spiegazione, Kaori si sentiva ugualmente destabilizzata rendendosi realmente conto del processo secondo cui bisognava comportarsi ignorando l'esistenza di Hideyuki. Il suo cuore di madre si strinse. Ma avevano scelta?

Notando l'angoscia di Kaori, Ryo volle assolutamente che lei comprendesse il suo comportamento:
"Kaori...Kaori...non passa giorno in cui non mi biasimi...quando esco da un cabaret o da una conversazione in cui affermo che questa voce è solo una scemenza! Non passa giorno in cui non mi biasimi di dover agire così! Ma...è l'unico modo per potervi lasciare in sicurezza! Sono...soltanto sorpreso da quanto la faccenda si sia ingrandita. Come puoi immaginare, i ratti che sono venuti a casa tua a Iwaki sono convinti dell'esistenza di Hide. E faranno di tutto per trovarti!" fece una pausa e continuò senza fermarsi, per paura di non avere più il coraggio per farlo: "Sistemandovi qui, sapevo che sarebbe stata una soluzione a doppio taglio. Ma nessuno sarebbe così audace da nascondere mio figlio...e te, Sugar Boy...a Shinjuku sono nel mio territorio, non c'è una sola informazione che non mi venga trasmessa"

Di fronte a una tale giustificazione e alla marea di parole, insolite da parte di Ryo, Kaori era sconvolta. Il grande Ryo Saeba si apriva a lei come non mai, esponendo le sue paure e i suoi piani. Non aveva mai parlato così tanto del suo modo di lavorare. Era toccata dalla vivacità che impiegava per la loro protezione. Proseguendo nel suo slancio, Ryo aggiunse:

"Sai tutto, Sugar. Interpreto il ruolo del mio avvocato sostenendo bugie...per proteggervi"

Vedendo la sofferenza dello sweeper e la sua volontà di giustificarsi, Kaori si precipitò su di lui e lo strinse dicendo:

"Ryo...Ryo...oh, Ryo, io...sappi che non ti biasimerò mai per il tuo modo di agire. Capito? So che fai tutto per la nostra sicurezza! Te lo prometto, Ryo..."

Lo sweeper fu sorpreso perché era convinto che il suo atteggiamento l'avrebbe delusa. Affermare l'inesistenza di Hideyuki era stata per lui la cosa più difficile mai fatta in tutta la vita. Nonostante il suo passato e le sue azioni poco gloriose, affermare una cose simile era stata la sua colpa più grande, secondo lui. In parte rassicurato, Ryo le indirizzò un sorriso scarno.

"Andrà tutto bene, Kaori, ho il controllo della situazione. Bisogna solo essere pazienti e vigili per un po'! Io ci sarò comunque, capito..."

Stringendo la presa su di lei, le passò una mano fra i capelli e disse in un sussurro:

"Ci sarò sempre a vegliare su di voi...capito? Ma promettimi solo una cosa, Kaori..."

Alzando la testa, lei lo fissò, attendendo il resto.

"Promettimi solo di...non dire mai a Hideyuki che suo padre ha dovuto fingere circa la sua esistenza. Anche se ho agito per la sua sicurezza. Non voglio che lo sappia..." riuscì a dirle, deviando lo sguardo.

Profondamente commossa, lei lo strinse con tutte le sue forze. Era così emozionata da quella richiesta che sentì le lacrime scorrerle lungo le guance. Prendendo tempo per cercare di articolare una frase corretta, arrivò a rispondergli:

"Te lo prometto, Ryo"

Ancora una volta, lui esitò a soddisfare il desiderio, ma il suo cuore si rafforzò e lo incoraggiò a prenderle avidamente le labbra. Perché non riusciva a essere più forte di così? In un mese, stava malissimo e allo stesso tempo era più felice che mai.

Il telefono si mise a squillare mettendo fine all'intenso scambio di emozioni. Separandosi con riluttanza dal suo angelo, Ryo andò a rispondere sperando che fosse Mick. Ma rimase rapidamente deluso quando gli venne annunciato che Mick non sarebbe arrivato prima di un'ora abbondante. Era nel quartiere accanto e la macchina non partiva più. Avrebbe dovuto prendere la metro per tornare più velocemente a Shinjuku. Come avrebbe fatto? Falcon era assente quella sera. Ryo non aveva mai mancato a un regolamento di conti e non avrebbe dovuto assolutamente farlo e neanche fare tardi.

Guardando Kaori preoccupato, non sapeva cosa fare. Andare? O restare? Notando il suo dilemma, Kaori disse:

"Vai Ryo...Mick arriverà in meno di un'ora..."

Lo sweeper non era convinto: in un'ora potevano succedere molte cose, ma se non si fosse presentato all'appuntamento, la sua reputazione ne avrebbe sofferto. Passandosi nervosamente la mano tra i capelli, si perse di fronte alla difficile scelta. Il cellulare squillò. Vedendo chi era l'interlocutore, la tensione raddoppiò. Era il suo informatore che iniziava a spazientirsi: era già in ritardo.

"Io...non ne avrò per molto tempo! Sono obbligato ad andare. Altrimenti sospetteranno che qualcosa non va. Mick sta arrivando..."

"Va bene, Ryo" rispose Kaori con convinzione, per rassicurarlo.

"Ti chiedo di entrare in camera tua e di non uscire fino all'arrivo di Mick. Evita soprattutto di avvicinarti alle finestre. E niente uscite sul tetto per ora, capito Kaori?"

"Sì Ryo, non ti preoccupare"

Mettendosi la giacca, Ryo non si sentiva bene. Qualcosa non andava. Ne era convinto pur non sapendo definire cosa. L'incessante suoneria del telefono lo rese ancora più nervoso e angosciato. Dirigendosi verso la porta, disse:

"Vado! Vai di sopra e non dimenticare quello che ti ho detto, Kaori!"

Chiudendo la porta con violenza, Ryo partì rapidamente per raggiungere la sua auto. Kaori fissò la porta: era la prima volta che vedeva Ryo così nervoso per una missione. Ascoltando il suo consiglio, andò in camera sua senza indugiare, pensando di poter ammettere che la cosa più difficile sarebbe stata muoversi nel buio una volta che la notte si fosse stabilita. Dato che l'edificio doveva apparire vuoto in assenza di Ryo, doveva rimanere nell'oscurità e lei doveva recarsi in stanze che non fossero visibili dall'esterno. Guardando l'ora, supplicò internamente che Mick si sbrigasse ad arrivare. Era passata appena una mezz'ora dalla partenza di Ryo quando Kaori sentì un rumore proveniente dall'ingresso. Il suo cuore perse un battito quando sentì la porta che si apriva. Alzandosi dal letto, si fermò cercando di capire l'identità della persona appena entrata. Era finalmente Mick? A malapena ebbe il tempo di pensarlo tra sé che il sistema di allarme si attivò. Una sirena partì con un frastuono assordante. Sussultando, Kaori iniziò a sudare freddo nel sentire l'allarme, ricordando che Mick era a conoscenza dei codici per entrare. La sirena partì e tornò subito muta, e il silenzio tornò nell'appartamento. Kaori guardò verso Hideyuki e si alzò, ormai sicura che non era stato Mick a entrare in casa. L'avrebbe sicuramente rassicurata chiamandola come faceva sempre quando arrivava e lei era di sopra. Ma in quel caso, ci fu il silenzio totale che non la tranquillizzò affatto e dei discreti passi nel salotto la paralizzarono, mentre invadevano l'appartamento di City Hunter.

  
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