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Autore: SimonaMak    18/05/2020    1 recensioni
Ariadna è la principessa del regno di Tahon, destinata a diventare regina. Lei si crede responsabile, matura e pronta per governare come una vera sovrana, ma i suoi genitori, Re Hector e la Regina Clarissa, non sono d'accordo: la vedono come una ragazzina ingenua e debole, che non se la sa cavare da sola né può occuparsi del regno. Il loro scopo è farla sposare per poter assicurare al popolo un degno sovrano, che sappia gestire tutto al posto di Ariadna. Ma lei non può accettarlo. Vuole dimostrare a tutti che è forte e indipendente, che nessun altro potrebbe regnare meglio di lei. Cercando di dimostrarlo, si mette nei guai, e viene salvata dalla stessa persona che l'ha minacciata: Killian. La sua presenza non fa altro che ricordarle quanto in realtà abbia bisogno di qualcuno che la guidi, che le insegni a difendersi e a combattere per sé stessa. Il problema, però, è che il misterioso ragazzo dagli occhi verdi, le nasconde un segreto che cambierà il corso delle loro vite e che svelerà altri misteri, fino ad allora mai scoperti. La principessa è stata incastrata.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 21

PIACEVOLE SOFFERENZA.

 
Quando apro gli occhi, tra le braccia del mio fidanzato affiancato da Dimitri, lo scenario è rimasto lo stesso: siamo ancora nello yacht a festeggiare il mio compleanno. Gli ospiti sembrano piuttosto rasserenati, al contrario di mio padre visibilmente sconvolto, della regina pensierosa e della mia guardia incupita, la quale si avvicina a me di fretta e mi aiuta ad alzarmi al posto di Christopher.
Quest’ultimo è nervoso e mi sfiora la guancia sollevato; sembra davvero interessato al mio stato di salute e ciò se da un lato mi intenerisce, dall’altro mi fa sentire in colpa. Lascia fare Dimitri e gli fa un cenno, come se sapesse già le sue intenzioni.
Guardo il ragazzo negli occhi, blu come il mare in questo momento, e gli sorrido debolmente.
-”Sono svenuta per molto?”- chiedo alla guardia, con voce impastata.
-”Mezz’ora circa”-
Mi regge dai fianchi per aiutarmi a seguirlo in un angolo più appartato.
-”Che c-cosa, come avete…”-
So di aver letto metà della lettera di Steon ad alta voce e temo, quindi, di aver insospettito e preoccupato gli invitati. Ma adesso non c’è più niente da nascondere ed io e la mia famiglia dovremmo parlare chiaramente di questa situazione orrenda.
-”Ascoltate: il Re ha detto agli ospiti che la lettera fosse di un lontano parente e che per l’emozione voi avete perso i sensi. Sono stati persuasi affinché credano che non si tratti di una minaccia”- sussurra Dimitri, guardandosi intorno.
Per fortuna almeno questo problema l’hanno risolto mentre io ero stata risucchiata dal panico. Non sono mai svenuta prima d’ora e non capisco come possa essere successo: la paura, l’ansia e l’angoscia provocano reazioni del genere?
-”Io…non so che fare”- tentenno.
-”Voi non dovete fare niente. Ce ne occuperemo noi e i militari dell’accademia. Re Hector sta già prendendo i giusti provvedimenti”- mi informa.
Che vuol dire? Vogliono rispondere alla dichiarazione di guerra? Dovrebbero, invece, cercare di non arrivare a tanto.
-”No! Bisogna evitare l’attacco. Diamogli quello che vuole in modo da non mettere in pericolo il regno!”-
Mi guarda con occhi sbarrati e all’improvviso colgo un lampo di paura; mi stringe con fare protettivo prima di rispondere.
-”Non potete rinunciare al vostro titolo, né vostro padre può cedere Tahon a quel tiranno. Non abbiamo altra scelta; vi prego soltanto di non fare sciocchezze. Se non lo fate per voi stessa, fatelo per tutte le persone che vi vogliono bene e che non potranno sopportare che vi facciano del male”-
La sua espressione mi suggerisce che è questo che lo spaventa: che io possa consegnarmi a loro pur di evitare distruzione e spargimenti di sangue. Sarebbe da stupidi ma risolverebbe tutto, seppur non per me; so quanto li ferirei, però, se commettessi un’azione simile.
-”Va bene, te lo prometto”-
Si tranquillizza, anche se qualcosa mi dice che non mi lascerà da sola nemmeno per un secondo e la fifona in me ne è sollevata.
Prima, non c’era stata l’occasione di far uscire la torta e soffiare le candeline, pertanto, per concludere positivamente la serata, mia madre ha pensato che fosse il caso di procedere lo stesso.
È a cinque piani, luccicante e rosata, con in cima una corona d’oro fatta in pasta di zucchero: semplice ed elegante allo stesso tempo. Venti candeline lunghe e sottili spuntano dallo strato più alto, fiammeggianti e desiderose di essere spente.
Devo salire su uno sgabellino per sovrastare l’immensa torta e rifletto bene prima di esprimere il desiderio. Ho sempre pensato fosse un gesto meccanico e convenzionale ma in verità è un atto di speranza che ognuno di noi, adulti e piccini, ha bisogno per contrastare le delusioni della realtà, per sognare che tutto possa andare per il meglio ed augurarsi la felicità che si desidera.
Soffiando sulla fiamma, penso a me e alla mia famiglia, a noi che riusciamo a salvare tutti e ne usciamo vincitori; a Dimitri che si batte con coraggio e che nessuno possa portarmelo via; ai miei amici ignari delle sorti del regno; a Christopher che non si merita la mia indifferenza e che riesce a dimostrare il suo valore; a Killian, di cui mi sono inaspettatamente innamorata e a cui non potrò mai promettere il mio cuore. Incrocio il suo sguardo per un secondo e credo riesca a cogliere il mio desiderio. È serio, forse infelice, ma da lontano riesce a trasmettermi la sua vicinanza.
Tutti applaudono, mi fanno gli auguri e si mostrano contenti della serata. La torta è buonissima, con dentro crema e fragole come piace a me; purtroppo non riesco a gustarla come vorrei a causa di quella maledetta lettera. Perché non farci affondare tutti subito? Non sarebbe stato più facile per Steon? Temo che la sua intenzione, però, sia far soffrire mio padre come ha sofferto lui per sua sorella Milah. I miei presentimenti mi portano a pensare che io non uscirò viva da questa situazione.


 
*


La festa è definitivamente terminata, anche se non nei migliori dei modi. Mi aspettavo di peggio, certo, ma non si può dire che sia stata perfetta. Tutti ritorniamo sulla terra ferma grazie alle imbarcazioni illuminate dalle lanterne e noi della famiglia reale ci affrettiamo a tornare a palazzo.
-”Presto verrò da te e sono sicuro che andrà meglio”- mi saluta Christopher, abbracciandomi.
-”Grazie di tutto”- gli sorrido.
So che vorrebbe baciarmi ma non lo fa, mi getta uno sguardo malinconico e poi mi lascia andare.
Una volta nella limousine, osservo il re e la regina assorti nei loro pensieri e sono un po’ scoraggiata all’idea di prendere la parola.
-”Papà…”- provo a cominciare un discorso di cui ignoro le strade che possa prendere.
-”Bambina mia, adesso non è il momento giusto. Domani parleremo, promesso”-
Mi dà un bacio sulla tempia e abbassa lo sguardo: non l’ho mai visto in queste condizioni, così devastato. Sembra quasi si senta umiliato e impotente perché non è riuscito ad impedire a quella lettera di raggiungere me. La regina Clarissa è altrettanto scombussolata e mi guarda rammaricata, come se fosse davvero preoccupata per me.
Non proferiamo parola per tutto il tragitto. Solo alla fine, una volta rientrati nel castello, stringo le mani dei miei genitori con un affetto diverso e loro mi augurano la buonanotte, mentre le ancelle mi seguono nelle mie stanze.
Mi svestono in silenzio e mi preparano un bagno caldo nonostante sia già molto tardi. Sistiana non può dirmi niente al momento ma riesco a capire la sua inquietudine anche nei singoli gesti. Lasciano la stanza e mi azzardo a rilassarmi un attimo con il corpo a mollo nell’acqua profumata e i capelli fuori dalla vasca per non bagnarli. Prima che possano venirmi le solite congetture notturne, sento un rumore provenire dalla terrazza che si trova accanto alla stanza da bagno e per poco non scivolo dentro del tutto, a causa dell’agitazione che mi ha causato. Mi affretto ad uscire, sperando di non rompermi il collo, e mi arrotolo un asciugamano addosso per coprirmi: se è un attacco alla mia persona, che almeno non mi sorprendano nuda.
Mi avvicino di soppiatto, sgocciolando per terra e tenendo stretta al petto la tovaglia per poi accorgermi che a bussare è Killian, ancora in smoking e con un’espressione divertita. Sicuramente dall’esterno sembro una pazza.
Arrossisco in maniera spudorata e apro la portafinestra per farlo entrare.
-”Mi hai fatto prendere un colpo!”- lo accuso, a bassa voce.
Si porta una mano alla bocca per trattenere una risata a causa del mio stato ridicolo.
-”Sapevi del mio arrivo e ti sei organizzata?”- domanda, indicandomi.
Il solito sbruffone! Vado a chiudere a chiave la porta della camera prima che qualcuno possa entrare e sorprenderci in queste condizioni.
Mi abbraccia da dietro e mi solleva leggermente, come se fosse felice di vedermi e dimostrare il suo affetto dopo una serata torturante.
-”Mi sei mancata”- sussurra al mio orecchio.
Mi bacia la spalla umida e il collo, non con desiderio ma con tenerezza il che mi fa rabbrividire comunque.
Mi giro verso di lui e con la mano non occupata a tenere l’asciugamano, lo avvicino dalla guancia per baciarlo. Sentire il suo sapore in un momento come questo è un sollievo e mi sento confortata dalle sue labbra calde e morbide.
Mi prende per mano e mi dirige verso il letto.
-”Fammi mettere la camicia da notte prima”-
-”No, dai, rimani così”- fa lo sguardo dolce per convincermi e mi metto a ridacchiare.
Sposta le coperte per permetterci di posizionarci all’interno; prima, però, si toglie la giacca ingombrante e la cravatta. Mi attira a sé e poggio la testa sul suo petto; mi copre per bene prima che io possa sentire freddo sulle spalle scoperte dall’asciugamano. Finalmente posso riappacificarmi con i sensi grazie alle premure di Killian e alla sua presenza rassicurante. Il mio cuore non fa che accelerare i battiti.
-”Che cosa è successo stanotte?”- mi chiede con gentilezza.
Alzo il viso per guardarlo negli occhi e sembra aspettare dei chiarimenti. Io, invece, comincio a dargli tanti baci sul collo, sul mento, sulla mascella ruvida e poi sulla bocca.
-”Non vuoi parlarne?”- constata, ricambiando a sua volta.
Forse a qualcuno devo raccontarlo, per sentirmi compatita e al sicuro, per alleviare il peso enorme che porto da sei mesi a questa parte. Domani ne discuterò per la prima volta con mio padre e sarà il momento più arduo ma adesso ho bisogno di condividere tutto questo con lui, con Killian, la persona a cui ho donato il mio cuore.
Comincio dall’inizio, dall’avvertimento di Dimitri su un possibile pericolo incombente; da quello che ho scoperto una volta intrufolati nello studio di mio padre; le lettere di Steon, le sue minacce e l’insinuazione che Milah sia morta per mano di mio padre; ciò che ho scoperto da Kade Guerin e dal professor Blake sul regno di Harnor, sulla posizione di consigliere fiscale di Milah e la trama di corte per appropriarsi dei beni di Tahon. Gli racconto ogni cosa, ciò che penso riguardo all’innocenza del Re e alla fine che abbia potuto fare la donna; quello che ha chiesto Steon in cambio di una tregua e la mia idea di non voler spargimenti di sangue.
Mi ascolta stupito e angosciato, con rabbia quando ho accennato il pericolo della mia morte e con la stessa impotenza che ha mostrato mio padre.
-”Sarà un pazzo che non riesce ad accettare la perdita della sorella e che riflette il suo dolore sui reali e su Tahon. Sono certo che se le è successo qualcosa, sia stato per difendere il Re da un suo attentato, cosa inevitabile”- commenta.
-”Infatti penso sia così. Non lo so, ci sono troppe cose che non quadrano e non posso sopportare l’idea che per orgoglio si metta in pericolo tutto il regno”-
-”E che vorresti fare? Sacrificarti? Ariadna, non esiste – si mette seduto in maniera più composta per guardarmi dritto negli occhi – non è ancora compito tuo proteggere il popolo e soprattutto non in questo modo! Sarà meglio rispondere all’attacco, nessuno rinuncerà a te, hai capito?”-
-”Ma non sarebbe da egoisti mettere in pericolo così tante persone solamente per proteggere me? Io non sono più importante di tutto il regno, non è giusto”-
Cerco di non piangere, almeno non questa volta, non oggi. Devo essere ancora più forte di prima per affrontare ciò che verrà.
-”Non è nemmeno giusto consegnare Tahon ad un terrorista che potrebbe lo stesso distruggerci tutti, non credi?”-
Non ha tutti i torti, ne sono consapevole, però è dura accettare questa situazione. L’unica soluzione sarebbe rispondere all’attacco e vincerlo, ponendo fine ad altre vite…
Si accorge del mio smarrimento, mi prende dal mento per avvicinarmi al suo viso e puntare gli occhi sul verde scintillante dei suoi.
-”Non permetterò che nessuno ti faccia del male, è chiaro? Hai la mia parola. Non ne hai bisogno ormai, ma sappi che io ti proteggerò sempre”-
Al solito le sue parole si insinuano in profondità ed acquistano un valore intenso, vibrante, che mi inducono a riporre la mia fiducia su di lui nella maniera più completa. Avverto convinzione, paura di perdermi e un guizzo di infelicità che però è ricacciato subito in fondo; mi fa sentire al sicuro e amata, seppur non lo dica esplicitamente. Sono contenta di avergliene parlato e in automatico il mio cuore si sente meno pesante.
-”Aspetta aspetta, ho una cosa per te”- mi ferma un attimo prima che lo possa baciare.
Si porta una mano dentro la tasca dei pantaloni di seta ed esce una scatolina di velluto. Sorrido a questa sorpresa e sono curiosissima di vedere cosa vi è custodito all’interno.
Aprendola, scorgo un medaglione prezioso a forma di fiore di ciliegio e con dei diamantini incastonati al centro per simboleggiare il pistillo.
-”Geneviève me l’ha dato prima che compissi diciotto anni. Mi disse di regalarlo alla donna che mi avrebbe reso forte e fragile allo stesso tempo, essendo questo il significato del fiore di ciliegio. Credo sia la perfetta dicotomia di quello che mi fai provare”- afferma, nascondendo un sorriso.
-”È…meraviglioso”- farfuglio, commossa.
Forse è il regalo più bello che potessi ricevere. Non l’ha mai dato a nessun'altra e lo possiede da sette anni! È una dimostrazione spettacolare di quanto io sia speciale per Killian, principalmente perché la sua balia significava tutto per lui e ha voluto donare il medaglione a me e solo a me; mi ha fatto capire di essere il suo punto debole a causa di quello che prova per me ma anche il suo punto di forza sempre grazie a tale sentimento. È forse una dichiarazione d’amore?
Mi inginocchio in modo da dargli le spalle, sempre tenendo stretta la tovaglia che mi copre, e mi sposto i capelli di lato per dargli la possibilità di farmi indossare il suo dono.
Segue la mia posizione e delicatamente appoggia il medaglione freddo sul mio petto e me lo aggancia. Mi sfiora con le labbra la parte scoperta della schiena e mi volto dalla sua parte per farmi guardare.
-”Come mi sta?”- sbatto le ciglia, seducente.
-”Ti sta benis…”-
Si interrompe non appena si rende conto che mi sto togliendo l’asciugamano di dosso, lasciandola cadere sul letto. Sofferma lo sguardo su ogni centimetro della mia pelle e ciò mi fa avvampare terribilmente, poi passa con delicatezza le nocche in mezzo ai seni – superando il medaglione – sull’addome fino alla mia intimità.
-”Sei perfetta”- bisbiglia, infuocato dalla passione che prima aveva sicuramente represso.
Mi sono presa di coraggio perché voglio essere guardata così, con desiderio e amore solo da Killian. Mi metto a cavalcioni su di lui, il quale è preso alla sprovvista, e comincio a sbottonargli la camicia di lino.
Non interrompe nemmeno per un attimo il contatto visivo, mentre a me tremano un po’ le mani nel sfilargli l’indumento e passargli le mani sui pettorali. Mi sostiene dai fianchi, accarezzandomi pian piano la schiena e i glutei; adesso comincio a realizzare che sono completamente nuda su di lui e se magari ho voluto essere più intraprendente, mi sto anche imbarazzando. Per smorzarlo, lo bacio con passione, anche per distrarlo dal mio corpo esposto; si lascia esplorare dalla mia bocca e risponde ardentemente stringendomi ancora di più.
-”Mi hai tolto il divertimento di spogliarti”- sussurra tra le mie labbra.
Gli accarezzo i morbidi riccioli e cerco di trattenerlo con i miei baci, ma Killian si distacca per poter lasciare una scia bollente sul collo ed arrivare ai seni, che accarezza guardandomi dritto negli occhi. Cerco di mantenere un’espressione neutra ma non riesco a nascondere le emozioni che mi stanno travolgendo.
-”Tu così mi metti in difficoltà”- afferma, prima di baciare ancora il mio corpo.
-”Perché?”- mi lascio sfuggire con un respiro sommesso.
Nel dirlo, gli sfioro il corpo perfetto e scendo con le dita gli scalini degli addominali per soffermarmi sul bordo dei pantaloni che stringono sulla sua intimità. Deglutisco l’ansia che vorrebbe persuadermi ma lentamente glieli sbottono. Smette di assaporare la mia pelle per concentrarsi su quel gesto.
-”Sei sicura? Sarà peggio per te-” sorride di sbieco.
Non mi fermo e glieli abbasso un po’; è lui a toglierseli del tutto come se stesse soffrendo la mia lentezza. Mi rifugio ulteriormente sulle sue labbra per nascondere la mia timidezza e me le morde, le tortura con avidità mentre mi accarezza nella parte più sensibile del mio corpo. Forse si aspetta che faccia lo stesso, anche se non so come approcciarmi; ci provo seppur sia dall’esterno e mi aiuta ad approfondire il mio tocco dopo essersi liberato dall’ultimo indumento. È una sensazione così strana e gratificante allo stesso tempo poiché attraverso i baci sento il suo respiro aumentare ritmicamente.
Ad un tratto mi solleva dalle natiche per farmi distendere sul letto, sotto di lui, e per avventarsi su di me con una passione incontrollata; mi tocca come solo lui ha fatto finora e mi provoca nuove sensazioni assaggiando ogni centimetro della mia figura. Mi sento assuefatta dal piacere carnale che non sarebbe di tale spessore se non fosse accompagnato dall’amore che provo per questo ragazzo. Vorrei andare più in fondo, provare tutte le esperienze possibili con Killian, averlo in ogni modo esistente per sentirmi parte di lui indissolubilmente.
-”Killian”- ansimo, cercando di attirare la sua attenzione.
-”Qualcosa non va?”- alza la testa, preoccupato.
Lo avvicino al mio viso e con una gamba attiro il suo bacino al mio.
-”Bambolina, non mi provocare altrimenti non mi controllo”- pronuncia a fatica.
-”Io ti voglio, Killian”-
I suoi occhi si accendono, non solo di desiderio ma di qualcosa di intenso e che supera ogni forma di sentimento; è eccitato all’idea e pure nervoso, mi scruta a fondo per accettarsi della veridicità di ciò che ho affermato, per poi dire:
-”Devi esserne certa e volerlo davvero, con tutta te stessa. Non sono io il tuo fidanzato e magari…”- tentenna.
-”Ma sei tu l’uomo che amo”-
Non avrei mai creduto che in una situazione del genere avrei rivelato quello che provo in maniera così ferma e imperturbabile. Non vorrei che fosse con qualcun altro, solo con lui. L’idea mi terrorizza, però la sua sensibilità e premura mi rassicurano e vederlo nudo sopra di me non aiuta per niente.
Non appena si rende conto di quello che ho detto, la luce dei suoi occhi si trasforma in felicità riflessa dentro di lui, come se avesse visto per la prima volta l’amore di cui parlavamo, la conferma che io sia la sua debolezza e la sua forza nello stesso momento. Si tuffa sulla mia bocca per condividere con me queste emozioni e soffocare l’amore che cerca di sfuggire via da ogni poro; mi bacia le guance, il naso, gli occhi, divorato da una gioia mai vista in lui.
-”Ti farò male, devi resistere”- mi avverte.
Annuisco, abbastanza nel panico all’ulteriore ratifica dei miei timori, e cerco di rilassare i muscoli il più possibile come ho sentito dire una volta.
Killian introduce le dita prima di lacerare la mia purezza definitivamente e mi ripeto nella testa di rilassarmi, respirare e di trarne beneficio.
Si alza leggermente da me e scosta le gambe per introdursi tra esse; sento che si appoggia, si sfrega e al momento non può che piacermi, mentre lui è parecchio in difficoltà. Man mano si distende di nuovo su di me sostenendosi da un braccio e con una mano si accompagna verso la mia intimità: comincio a sentire una pressione fastidiosa, come se il mio corpo respingesse qualsiasi cosa; spinge un po’ di più ed è adesso che il bruciore diventa dolore insopportabile.
-”Troppo male?”- si ferma il ragazzo, notando i miei occhi serrati e l’espressione costipata.
-”Puoi continuare”- respiro profondamente e lo incoraggio.
Se fosse un’altra circostanza, lo pregherei di smettere. Ogni millimetro in più che attraversa, è uno strazio per il mio corpo e le lacrime sfuggono senza il mio controllo.
-”Se ti viene da piangere mi fermo”-
So che gli dispiace ma non posso cessare adesso per soffrire daccapo in un altro momento. Scuoto la testa e mi passo una mano sugli occhi per asciugarmeli.
-”Non contrarre i muscoli, rilassati”- sussurra.
Non è riuscito ad entrare nemmeno la metà ed è una tortura comunque. Non pensavo fosse così doloroso e credo che sia il più grande provato finora. Urlerei se potessi e scoppierei a piangere, invece cerco di contenermi e allo stesso tempo rilassarmi per facilitare l’accesso.
-”Non hai idea di quanto io stesso mi debba controllare per non possederti con forza”- si stringe il labbro inferiore con i denti per confermare quanto detto.
Ciò però ha incrementato il mio desiderio e quindi facilitato l’ingresso grazie alla fluidificazione.
-”Oh, ecco se ti ecciti è meglio”- ridacchia.
Continua a bruciare maledettamente ed entro nel panico quando percepisco uscire qualcosa di liquido e non credo sia per il piacere.
-”Che succede?”- mi allarmo.
Mi fa segno di tacere e controlla con le dita: escono colorate di rosso e adesso capisco che sto sanguinando. Mi agito e mi imbarazzo tantissimo all’idea; mi copro gli occhi e tento di non far rumore con il mio pianto d’angoscia. Killian mi prende le mani e le bacia, sorridendomi con tenerezza.
-”E’ normale amore mio, non preoccuparti. Sotto c’è pure l’asciugamano così non si macchia il letto”- mi tranquillizza.
Il cuore martella rumoroso sentendomi chiamare così da lui e decido di calmarmi, nonostante mi sia irrigidita ancora di più.
-”Pensa a me”- bisbiglia, baciandomi la clavicola.
Prende un seno e lo tortura piacevolmente, distraendomi dal dolore della lacerazione.
-”Io sopra di te”- mi guarda con malizia.
Mi lascio andare a queste sensazioni e in effetti funzionano le sue parole perché diventa più facile accoglierlo.
-”Dentro di te”-
Mi tappa la bocca e solo dopo capisco il motivo: dà una spinta decisa per finalizzare l’entrata e per poco non rischio di gridare davvero dal supplizio.
-”E’ tutto finito, respira”- sussurra, carezzandomi il viso.
Respiro con difficoltà e mi sento bruciare tra le gambe. Non sono più vergine. Non solo posso percepirlo, ma posso anche vederlo dal modo in cui è posizionato Killian. È sudato e bellissimo, con un sorriso soddisfatto e controllato.
Adesso sono sua sotto ogni aspetto possibile, ci siamo uniti corporalmente e per me rappresenta una vera e propria promessa.
Chissà quanto io possa essere brutta in queste condizioni: spettinata, con gli occhi rossi e gonfi, perdendo sangue.
-”Adesso devo muovermi altrimenti impazzisco, ma faccio piano”- mi rassicura.
Gli faccio un cenno d’assenso e pian piano il bruciore si propaga per tutto il basso ventre assecondando i suoi movimenti. Dopo pochi minuti di lenta tortura sia per me, sia per lui che sembra soffrire per un altro fattore, la sensazione cambia del tutto e diventa piacevole in un modo mai provato prima. È difficile da spiegare ma è come se fosse una liberazione; sentire a fondo la persona che si ama in balia delle passioni; avvertire l’anima vibrare insieme al cuore; un solletico delizioso che inebria il corpo.
-”Ti fa ancora male?”- mi chiede con una voce trattenuta, sentendomi respirare in maniera diversa.
-”M-mi piace”-
Non pensavo potesse essere così e che il pizzico di fastidio rimasto renda il tutto addirittura più gradevole. Osservarlo fare questi movimenti non fa che aumentare la mia brama e lo attiro a me per baciarlo.
L’andamento acquista una nuova velocità e intensità che posso solo apprezzare di più, ansimando contro la sua bocca.
-”Posso…aumentare?”-
Gli stringo il bacino con le gambe come ad invogliarlo finché non potenzia le spinte contro di me e ci lasciamo andare all’amore più totale. Probabilmente non c’è cosa più bella di questa, specialmente per i sentimenti che condividiamo l’uno per l’altra; se fosse stato solo piacere fisico, non l’avrei mai permesso e soprattutto sarebbe stato vuoto e privo di vita. In questo istante, invece, mi sento come se non potesse mancarmi mai più nulla e volessi rimanere ferma a questo momento per sempre. Ad ogni mossa percepisco amore, gioia, spensieratezza, commozione. È un turbine di emozioni e prevalgono quelle spirituali rispetto a quelle carnali.
Dopo un tempo che mi è sembrato lunghissimo a causa dell’intorpidimento del mio corpo, smettiamo di amarci in questo modo per continuare a farlo con abbracci e carezze, nonostante il fiatone e la pelle madida di sudore. Non aveva protezioni, per cui immagino che lui sia rimasto insoddisfatto, ma è stata l’unica possibilità. Tolgo l’asciugamano macchiato per nasconderlo momentaneamente, e insieme ci mettiamo sotto le coperte. Gli accarezzo i capelli un po’ appiccicosi, la linea ruvida della mascella, le labbra perfette e gonfie di baci; Killian mi passa le dita lungo la schiena e seguendo il suo tocco leggero, mi faccio cullare dal profumo della sua pelle, dalle labbra sul mio collo, dal legame d’amore che abbiamo saldato.
Senza accorgercene, ci addormentiamo uno di fianco all’altra, teneramente e come due novelli sposi; non so quanto tempo è passato dall’ultima volta in cui sono riuscita ad assopirmi ma con lui accanto mi è sembrata l’azione più naturale e facile del mondo.
Ciò che non ho previsto è che non sarei riuscita a svegliarmi presto come al solito, prima che arrivassero le mie dame di compagnia. La porta è chiusa a chiave, quindi nessun pericolo, giusto?
Peccato che Sistiana abbia sempre una chiave secondaria che le permetta di entrare nel momento in cui non ha la possibilità di compiere i suoi doveri mattutini. È sempre corretta lei, perché bussa prima di aprire la porta all’improvviso.
PERCHE’ DIAVOLO NON HO SENTITO TOC TOC?
Credo che inizialmente non si sia accorta della presenza di un’altra persona nel mio letto perché ha richiuso l’uscio alle sue spalle e ha riposto la cesta con i sali e i trattamenti ai piedi del letto a baldacchino.
La deficiente che è in me, si alza di scatto con le coperte strette al petto per coprirsi ed io la fisso con il terrore stampato sul volto.
-”Tesoro, vedo che sei riuscita a dormire final…”-
Si blocca esterrefatta e si porta una mano alla bocca non appena vede la sagoma di un uomo nel mio letto, con il viso immediatamente coperto da me con le lenzuola.
-”Shhh vai via!”- le incito con le mani ad abbandonare la mia camera.
È elettrizzata da questa visione, di sicuro perché pensa si tratti di Christopher. Mi lancia un’espressione che indica “Che fisico!” e vorrei morire all’istante all’idea di essere scoperta e giudicata.
Adesso sì che il mio tradimento è concretizzato! Che diamine hai fatto Ariadna? Sei una persona orribile, hai deluso il regno per ascoltare il tuo stupido cuore. Come farò ad affrontarne le conseguenze? Devo dirlo al mio futuro sposo? È una tragedia! La cosa grave è che non mi pento di nulla poiché è stata la notte più bella (e dolorosa) di tutta la mia vita. Forse dovrei confessarlo a Sistiana…
Ma sono preceduta da quest’altro deficiente di Killian che, giusto giusto, decide di alzare il busto nudo e stiracchiarsi sotto gli occhi della mia ancella.
Deve sbattere le ciglia più volte per comprendere cosa stia vedendo. Le manca pochissimo per svenire dallo shock e non so come mai non sia successo dato ciò che ha detto Killian non appena si è accorto di lei.
-”Colazione a letto?”-
Prendo il cuscino e glielo sbatto sulla faccia con tutta la forza possibile, lasciandomi cadere le coperte. Non c’era bisogno che mi vedesse nuda per intuire quello che abbiamo fatto.
-”Ariadna”- pronuncia, senza curarsi delle formalità.
Le sorrido imbarazzata e supplichevole. Ci manca solo che lei lo sperperi ai quattro venti; sarebbe la cosa più corretta per la posizione che ha, ma da amica non dovrebbe farlo.
-”Dimmi che ho le allucinazioni”- mi osserva delusa.
Ecco, proprio questo sguardo volevo evitare. Non solo incrementa i miei sensi di colpa, ma distrugge la già misera considerazione di me stessa. Il giudizio da parte di una persona cara credo sia la parte più amara da sopportare non appena si commette un errore madornale, specialmente se ha ragione.
-”Ti posso spiegare”- balbetto, presa da un pianto disperato.
-”Intanto dobbiamo far uscire questo dalle tue stanze prima che qualcuno lo veda, poi se ne parla”-
Killian ci esamina confuso dalla confidenza che abbiamo e per nulla preoccupato all’idea di essere stato scoperto.
-”Ma perché ti rivolgi alla principessa come se la stessi rimproverando?”- domanda, con il suo tono arrogante.
Sistiana lo fulmina con gli occhi, come se fosse un lurido parassita fuori luogo e inopportuno; io continuo a spargere lacrime e inumidire le lenzuola a causa della delusione che sono.
-”Io la sto rimproverando! Tu sei del tutto inappropriato nel suo letto e faresti meglio a sparire prima che lo vengano a sapere!”- gli punta il dito contro, più arrabbiata che mai.
Mi trovo in una situazione spiacevolissima in cui non so cosa dire né cosa fare. Da un lato vorrei difendere il mio rapporto con Sistiana, ma dall’altro vorrei prendere le parti di Killian perché sono stata io a permettergli tutto questo.
-”Sai che è colpa mia, prenditela con me!”- la prego.
Lei mi guarda ancora più inorridita poiché mi sto addossando la colpa pur di non farla ricadere su di lui.
-”Ariadna, io mi preoccupo per te. Questo donnaiolo voleva arrivare a questo ammaliandoti! Non ci hai pensato? Tu hai un fidanzato!”- cerca di farmi riflettere.
Mi copro il viso con le mani pur di evitare il suo sguardo folgorante e le accuse nei confronti dell’uomo a cui ho dato tutto. Davvero crede che io sia così stupida? Non può essere come dice lei, abbiamo passato troppe cose affinché per lui sia stato solo un gioco.
-”Come osi denigrare ciò che abbiamo io e lei? Non ne sai niente e al contrario di come pensi tu, Ariadna ha una personalità e non si fa condizionare da nessuno”- dice Killian, rassicurando il mio povero cuore.
La mia collaboratrice, nonché amica, lo guarda interdetta come se volesse cedere ma credo che la sua irritazione sia dominante.
-”Sbrigatevela voi, non voglio saperne niente di questa storia”-
Fa per andarsene, poi, quasi a ricordare che si tratta pur sempre di una dipendente al servizio della principessa, ripercorre all’indietro i suoi passi.
-”Ti aspetto nella sala da bagno. Fallo andare via con discrezione e poi me ne parli”-
La sua espressione diventa rassegnata, costretta ad accettare ciò che è successo. Sa, come so bene io, che se avesse abbandonato la mia camera avrebbe di conseguenza lasciato me. Ha forse voluto darmi una seconda possibilità di spiegarmi e per provare a comprendere le mie azioni?
La ringrazio con un sorriso triste, nonostante mi senta ferita da ciò che ha pensato. Per gli altri, sarò sempre la principessa sciocca e immatura che non riesce a decidere con la propria testa; ma da Sistiana non mi sarei mai aspettata una reazione simile che nemmeno Dimitri ha avuto.
Non la posso biasimare, sono io in torto; le amiche è a questo che servono?
A farmi sentire uno schifo più di quanto non mi ci senta già?
   
 
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