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Autore: Raheela Orbeli    19/05/2020    1 recensioni
Violet Dursley è figlia di Dudley ed è una strega. Questa semplice motivazione la porta ad odiare la sua famiglia che non riesce ad accettarla.Per questo taglia tutti i ponti con il mondo Babbano e con i suoi parenti, anche quelli magici. Violet non ha mai rivelato la sua vera identità ai Potter per paura di essere giudicata, ma il suo segreto è messo a rischio dall'incontro con James.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Cara Violet, 
Vorremo averti per le vacanze di Natale quest’anno, ti preghiamo di rifletterci. Io e tua madre siamo disperati, non ti vediamo da inizio estate e non possiamo andare avanti in questo modo. Dove vivi? Come paghi tutto quello di cui hai bisogno? Siamo tormentanti da queste domande senza risposta e tu hai solo sedici anni e non puoi vivere da sola. Noi ti amiamo indipendentemente dalle tue “doti” e sono sicuro che anche per i nonni è così anche se spesso fanno fatica a dimostrarlo, ti chiedo di essere comprensiva perché per loro continua ad essere uno shock nonostante gli anni passati mentre io sto iniziando ad accettare la cosa, d’altronde dovevo aspettarmelo, no? Mia zia e mio cugino sono come te, in te scorre sangue magico. Sei sempre mia figlia e spero che verrai a Natale per parlare e appianare le incomprensioni. 
Attendiamo una tua risposta.
Con affetto, 
Mamma e Papà.


Violet lesse la lettera tutto d’un fiato e si sedette per terra nel corridoio attaccata alla parete e rannicchiando le gambe verso il petto. Fece un profondo sospiro e cercò di riflettere su quello che suo padre aveva scritto. Nella lettera si evidenziavano chiaramente i conflitti che lo animavano: da un lato si percepiva che gli voleva molto bene perché era sua figlia ma dall’altra non riusciva ad accettare i suoi poteri magici nonostante i ripetuti sforzi. Suo padre aveva già conosciuto la magia, era cresciuto con suo cugino che era un mago eppure era il più ottuso e tardo dei Babbani in circolazione. Avrebbe potuto vincere il premio “Miglior Babbano dell’anno” e il secondo posto, ovviamente, sarebbe andato a suo nonno. Violet stropicciò la lettera pensando che la sua decisione di andarsene via di casa la scorsa estate era stata la migliore che avesse preso in tutti i suoi sedici anni di vita. Era rammaricata solo per sua madre, era l’unica in famiglia che non la trattava come se avesse qualche malattia rara o come se fosse una bomba pronta ad esplodere. I suoi nonni poi dedicavano tutto il loro amore e attenzioni a suo fratello che era un perfetto Babbano e quindi un nipote modello. Violet per loro era un effetto collaterale, un primo esperimento riuscito male. Ringraziò il fatto che per i corridoi non ci fosse nessuno, tutti erano presi dalla prima partita di Quidditch dell’anno, Grifondoro contro Corvonero, evento imperdibile per tutti ma non per lei. Il Quidditch non la entusiasmava più di tanto e dopo aver ricevuto quella lettera da casa la mattina ancor meno. Sentì le guance riempirsi di lacrime di rabbia e si irritò ancora di più, odiava piangere per il nervoso. Mentre si asciugava il volto con la manica della divisa sentì dei passi avvicinarsi e alzando lo sguardo vide davanti a sé James Sirius Potter. Violet era stupida di vederlo e non perché fosse il figlio del Salvatore del Mondo Magico ma perché era il Cercatore di Grifondoro e la partita era in corso, riusciva a sentire in lontananza la cronaca e le grida dei tifosi festanti. Non aveva il completo da gioco ma indossava la sua stessa divisa ma con lo stemma di Grifondoro in evidenza e aveva i capelli in disordine, come sempre. Suo padre avrebbe disprezzato profondamente il suo look trasandato infatti le ripeteva in continuazione “la prima impressione è fondamentale, l’ordine è un dovere”, sicuramente a Harry Potter non importava minimamente dei capelli ribelli del figlio e neanche alle innumerevoli ragazze che gli andavano dietro. «Ehi, tutto bene?» le chiese guardandola con curiosità. Violet si alzò di scatto e sperò di non avere ancora gli occhi rossi «Sì, grazie. Stavo solo leggendo una lettera» disse guardando il foglio stropicciato, sicuramente dalle condizioni del foglio James aveva dedotto che niente andava bene. Infatti il ragazzo la scrutò «Cattive notizie?» disse indicando il foglio. Violet lo accartocciò con più forza «Una lettera da casa, i soliti genitori apprensivi.» cercò di dire con convinzione. Evidentemente i suoi sforzi non servirono a molto perché James la stava ancora analizzando con lo sguardo «Ti capisco benissimo, anche mia madre è parecchio assillante. Lei preferisce mandarmi per lo più Strillettere» disse per poi fare un sorriso malandrino. Violet accennò anche lei un sorriso «Probabilmente ti manderà un’altra lettera, vero? Non sei alla partita di Quidditch eppure sei il Cercatore della squadra». James si passò una mano tra i capelli e chiese stupidamente «Mi conosci?» e allora Violet rise apertamente «Che domande, mi stupisco che tu possa farne di simili. Quando sei figlio del Salvatore del Mondo Magico e di una brava giocatrice di Quiddtich non puoi passare inosservato, James Potter». Lui fece un sospiro «Continuo a sperare di non essere riconosciuto in qualsiasi posto. Speranze vane, a quanto pare. Comunque sì, sono stato messo in punizione un’altra volta e il professor Sanders ha ritenuto che togliendomi il Quidditch avrei messo la testa a posto». Violet pensò che certamente non avrebbe messo sale in zucca con una punizione simile, a James e sua sorella Lily piaceva troppo fare scherzi e tra gli studenti si era aperto il toto scommesse su quante punizioni avrebbero ricevuto sino alla fine dell’anno, così osservò «penso che anche le speranze di Sanders siano vane». James ridacchiò «Però non ti permetto di fare commenti su di me senza neanche sapere il tuo nome, per ora so solo che sei di Tassorosso» disse in maniera scherzosa. Violet si morse il labbro, cosa doveva fare? Doveva dirgli il suo cognome? Era un rischio e non voleva trovarsi in situazioni scomode per cui decise di dirgli solo il suo nome «Violet». James continuò a guardarla curioso, probabilmente voleva sapere il suo cognome «E’ un piacere conoscerti, Violet» disse sorridendo. Violet ricambiò il sorriso, era strano per lei conoscere un Potter di persona, aveva sempre cercato di evitarli fino a quel momento «Il piacere è mio. Forse ora è meglio che torni nel mio dormitorio» mentre cercò di fare un passo James le sfiorò leggermene il braccio «Aspetta, io… mi sembra di averti già visto da qualche parte». Probabilmente si stava chiedendo se facesse parte del suo Fan Club “Le Oche di Potter”, ragazzine che non facevano che adorarlo e urlare come Banshee quando giocava una partita «Sicuramente mi avrai visto ai Tre Manici di Scopa, quando posso lavoro lì» osservò semplicemente. La Preside sapeva delle sue necessità di lavorare da quando le aveva detto di aver lasciato casa e di essersi trasferita a Hogsmeade durante l’estate, era restia a far correre la cosa ma dopo molte insistenze le aveva concesso di lavorare nel locale durante il fine settimana, questo la aiutava molto. «Aspetta, tu sei la cameriera dei Tre Manici di Scopa?! Ma come è possibile, gli studenti di solito non lavorano» disse interessato a sapere di più. Violet sospirò «Gli studenti di solito non vivono da soli, io invece sì, anche durante il periodo estivo», odiava parlare della sua famiglia e dei problemi che aveva con loro, pensava che gli altri l’avrebbero considerata come una povera adolescente ribelle con problemi. Nessuno poteva capire come si sentiva, molti suoi compagni di Casa avevano i genitori Babbani eppure erano orgogliosi dei loro figli. Lei invece sapeva che non avrebbe mai reso fieri i suoi nonni o i suoi genitori, loro l’avrebbero sempre considerata diversa, lontana anni luce dal loro mondo ordinario. «Ah, questo spiega tutto. Com’è vivere da sola?» continuò James senza fare commenti sulla sua scelta particolare «Faticoso, tutto qui. Scusami ora devo andare veramente» disse sbrigativa, non voleva parlare, si sentiva a disagio. «Oh, sì. Allora ci si vede, non aspettarti la mancia la prossima volta che ci vediamo ai Manici di Scopa, l’ultima volta mi hai versato la Burrobirra addosso.» disse per poi farle un occhiolino e allontanarsi dal corridoio. 
Violet lo osservò mentre si allontanava ricordando di quando gli aveva versato addosso la Burrobirra, lui era con Albus e Lily e lei si era sentita così nervosa e agitata per essere circondata da tutti quei Potter che avevano iniziato a tremarle le mani. Il fatto di essere una Dursley la faceva sentire a disagio, sapeva di come i suoi nonni avevano trattato Harry Potter nel corso degli anni, era lo stesso trattamento che riservavano a lei e si vergognava per loro. Chissà se Harry aveva raccontato ai suoi figli dei suoi perfidi zii, magari si erano fatti tutte delle grandi risate per la loro ottusità oppure gli odiavano ancora visto come si erano comportati con suo padre. Aveva visto Harry Potter una sola volta nella sua vita, quando era venuto a trovare suo padre dopo la nascita di suo fratello Vernon. Violet era molto piccola eppure ricordava bene mentre spiava i Potter dietro la gonna della madre, gli erano sembrati due personaggi usciti da un racconto fantastico: lui aveva una cicatrice a forma di saetta e sua moglie era vestita in maniera strana, quasi buffa. Dopo un po’ che parlavano con suo padre, Ginny si avvicinò alla culla di Vernon e prese la sua bacchetta e produsse delle piccole scintille, come piccoli fuochi d’artificio, che fecero ridere molto il piccolo. Da allora Violet non aveva li aveva più rivisti e dubitava che suo padre li avesse messi al corrente del fatto che fosse una strega. Per timore e paura non si era mai avvicinata ai Potter per dire loro “siamo parenti alla lontana” e per questo aveva evitato ogni minimo contatto con loro, tranne quella volta ai Manici di Scopa. Invece ora dal nulla aveva conosciuto James Potter, si erano presentati e lui era stato simpatico e gentile con lei. Si incamminò verso il dormitorio promettendosi di non parlare mai più con lui. 

Angolo Autrice

Ciao a tutti, dopo secoli ritorno su Efp. Durante questa quarantena ho riletto tutti gli Harry Potter e volevo tornare ancora una volta in questo mondo. Fatemi sapere cosa ne pensate. 
Raheela Orbeli
   
 
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