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Autore: fantasybooks    19/05/2020    2 recensioni
Dopo la Seconda Guerra Magica, Ron è assillato da una grande domanda alla quale l'unico modo per dare risposta è essere coraggiosi e farsi avanti. Tra dubbi, pensieri e rimpianti i Romione faranno un piccolo passo verso quello che poi li porterà all'epilogo che tutti conosciamo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Erano passate un paio di settimane dalla fine della Seconda Guerra Magica e, nonostante il sangue e le lacrime fossero state lavate via, gli orrori delle perdite subite aleggiavano ancora pesanti. Fred, Tonks, Lupin, Colin e chissà quanti altri di cui non conoscevano neanche il nome. Ma anche Sirius, Silente e Dobby. Tutti vittime della stessa sorte. Adesso più che mai non potevano abbattersi, dovevano essere positivi. Erano vivi, avevano sconfitto Voldemort, erano riusciti in un’impresa che solo agli occhi del loro vecchio preside sembrava possibile. Da qualche giorno erano tornati a leccarsi le ferite alla Tana, unico luogo che ancora si sentivano di chiamare casa. Lentamente la famiglia Weasley aveva iniziato ad accettare la morte di Fred, nonostante Molly lo chiamasse ancora per sbaglio. Ovviamente, chi più era rimasto colpito dalla perdita era George, che si era chiuso in un doloroso silenzio. Harry, Ron e Hermione non si lasciavano un secondo, facendosi sostegno a vicenda e tornando lentamente a scherzare e a ridere come non facevano da quando erano partiti mesi prima alla ricerca degli Horcrux. Tutti cercavano di abituarsi a quella nuova normalità, senza più nessun nome proibito, senza la costante paura di qualcosa che agiva nell’ombra, nonostante la vecchia abitudine di stare sempre allerta facesse fatica a sparire. Ancora una questione, però, era stata lasciata in sospeso. Mentre Harry e Ginny erano tornati a sbaciucchiarsi di nascosto per non essere visti dai restanti componenti della famiglia Weasley, Ron e Hermione, dopo quel bacio disperato scambiatosi in piena guerra tra i denti di Basilisco, erano tornati a comportarsi come nulla fosse, continuando con i loro soliti e infiniti battibecchi.
«Ronald! Hai di nuovo spendo la luce! Sto cercando di leggere»
«Scusa, scusa, ero sovrappensiero» Ron fece scattare il deluminatore e il salotto si inondò della sua tipica e calda luce. Con uno sbuffo Hermione tornò a sfogliare la “lettura leggera” che teneva sulle gambe incrociate. Era dalla fine della guerra che Ron si continuava a chiedere la stessa identica cosa. La guardava leggere soffermandosi sui lineamenti delicati e sulle ciocche ribelli della sua folta chioma e un unico pensiero gli martellava nella testa: “e se lo avesse baciato SOLO per la concitazione del momento?”. Un atto del tutto involontario esclusivamente dovuto al fatto che si era preoccupato degli elfi domestici nelle cucine del castello. Sì, doveva essere stata solo l’euforia del momento, soprattutto dopo essere riuscita a far fuori l’Horcrux. Non c’era altra spiegazione. Eppure, avrebbe voluto tanto che non fosse così. Certo, effettivamente tra di loro c’era dell’altro, una lunga amicizia, sì, esatto, AMICIZIA. Loro erano amici, buoni amici. In cuor suo, però, era certo di star mentendo a sé stesso. Non sapeva da quanto con esattezza, forse da sempre, era innamorato di lei. C’erano stati tutta una serie di segnali che aveva completamente ignorato, che aveva iniziato a valutare solamente quando si era mollato con quella svitata di Lavanda. Il fastidio che provava nei confronti di Krum al Ballo del Ceppo e l’intollerabile fatto che si fossero baciati. BACIATI! HERMIONE E KRUM! MISERIACCIA. Non ci voleva neanche pensare. E poi da Lumacorno con Cormac, gli pizzicavano le mani al solo pensiero. Avrebbe dovuto accompagnarla lui in entrambi i casi. Se qualche volta avesse messo da parte l’orgoglio, forse, a quest’ora non si sarebbe trovato in questa situazione.
«Terra chiama Ron! Tutto okay? Ti sei imbambolato»
La trovava bella anche ora, con gli occhi arrossati per aver passato la giornata a leggere, i capelli scarmigliati e una sua felpa dismessa macchiata di cioccolata. Doveva assolutamente trovare il modo di scoprire se quel bacio significava qualcosa, se aveva una possibilità. Gli serviva un piano. Solo in quel momento si accorse che erano soli, tutto il resto della famiglia era già andato a dormire e Harry era sgattaiolato in camera di Ginny e, per quanto gli ribollisse ancora il sangue nelle vene al solo pensiero che qualcuno anche solo guardasse sua sorella, sapeva che era meglio che fosse il suo amico piuttosto di chissà chi. Il momento non poteva che essere dei migliori.
«Hermione?»
«Sì? Cosa c’è?»
«T-Ti volevo chiedere se tu…» Hermione lo guardava con un sopracciglio interrogativo alzato.
«Se vuoi una tazza di the!?» buttò fuori. STUPIDO! STUPIDO! Non doveva chiederle questo! Che cavolo gli era preso? Miseriaccia!
«Oh sì, grazie Ron»
Nei giorni successivi la fortuna non fu proprio dalla sua parte. Difficilmente riusciva a trovarla sola e quelle poche volte in cui non c’era nessuno nei paraggi, il coraggio gli veniva meno, finendo col buttare qua e là scuse poco credibili, come quando le chiese perché non si lisciasse i capelli come Fleur, guadagnandosi un’occhiataccia. Ma perché? Adorava i suoi capelli ricci. Dannazione. Era uno stramaledetto Grifondoro, in quegli anni aveva visto e affrontato di tutto e adesso non riusciva a chiarire con la sua amica di una vita. C’era solo una cosa da fare a quel punto. Chiedere aiuto a Harry! Sì, ecco. Avrebbe mandato avanti lui. Dopotutto Harry stesso era stato testimone oculare di quel bacio, chi meglio di lui poteva dargli una mano.



«Scordatelo»
«Eddai, te lo chiedo per favore.»
«Non parlerò con Hermione dei vostri scambi di saliva» gli rispose Harry irremovibile.
«Ti prego, ti prego!» disse unendo le mani e aumentando la voce di un’ottava.
«Ron, devi andare a parlarle tu» non fece in tempo a replicare che Ginny aveva già preso parte alla conversazione senza che fosse in alcun modo desiderata.
«Parlare con chi? Hermione? Forza Ron! Non ti facevo così fifone, siete ridicoli. Continuate a guardarvi sognanti sperando che l’altro non se ne accorga. Sinceramente, dopo tutto quello che avete passato insieme, non pensavo che ci volesse così tanto prima che uno dei due si faccia avanti». Ron aveva assunto le sfumature che andavano dal rosso al bordeaux su tutta la faccia fino alla punta delle orecchie.
«Ma tu-tu…NON TI IMPICCIARE!». MISERIACCIA! Ora ci si era messa anche Ginny a peggiorare la situazione ricordandogli quanto era un codardo. Ma…diceva la verità? Anche Hermione lo guardava di nascosto come si era ritrovato a fare lui? Se quello che sosteneva la sorellina era vero, forse allora non le sono del tutto indifferente, cioè, forse non mi vede solo come un amico. Accidenti, quello avrebbe potuto cambiare tutto. Incoraggiato da quel pensiero fece ciò che mai si sarebbe sognato di fare, chiese aiuto a Ginny.
«Che cosa suggerisci di fare allora?»
«Adesso è in camera, valle a parlare. Noi terremo tutti occupati affinché nessuno vi venga a disturbare.» disse prendendo per mano Harry.
«Ah! Ron? Non dimenticare l’incantesimo Muffliato alla porta» aggiunse con l’aria di chi la sapeva lunga. Con le orecchie che gli prendevano fuoco e armato di un coraggio che neanche lui sapeva da dove veniva, salì i gradini a due a due. 
 La porta della camera che divideva con Ginny era aperta e Hermione era impegnata a sistemare i vestiti puliti nel suo baule con tutta quella precisione che l’aveva sempre contraddistinta.
Toc toc. Bussò appena per annunciare la sua presenza.
«Hey!»
«Hey! Hai bisogno di qualcosa?»
«Ecco, io… a dire il vero ti volevo parlare». Smise di sistemare i vestiti e per quanto non fosse riuscita a nascondere la sorpresa nel sentire quelle parole, si sedette sul letto invitandolo a fare lo stesso. Ron stette attento a lasciare tra di loro dello spazio, non voleva che sentisse troppo la sua agitazione, come se non fosse già abbastanza palese dalla faccia o dal fatto che avesse la gola secca. Ingoiò a vuoto, fece un profondo respiro e «Noi siamo amici». Okay, la partenza non era delle migliori e neanche la faccia interrogativa di Hermione sembrava un buon segno. «Noi siamo sempre stati amici, ma io mi chiedevo se, sai il giorno della battaglia…ecco…davanti a Harry…». Ora sul volto di Hermione non aleggiava nessun punto interrogativo, ma quello che, a Ron, parve quasi imbarazzo. Ecco, adesso l’aveva messa a disagio. Palesemente lei non voleva ricordare quel momento, probabilmente perché si era pentita di quello che aveva fatto. Aveva la sua risposta. Il loro bacio era stato frutto dell’euforia del momento. Ma, dio quanto era bella, lì davanti a lui mentre era completamente concentrata sulle parole che lui non riusciva a pronunciare. Non fece in tempo a riordinare i pensieri che Hermione gli aveva buttato le braccia al collo e lo aveva baciato. Dire che Ron fosse scioccato era un eufemismo. Era sicuro di aver perso qualche battito e gli ci vollero alcuni momenti per riprendersi e cercare di capire cosa stesse accadendo. Hermione gli si scostò quel tanto che bastava per poter guardare la sua espressione da pesce lesso. «Io…» questa volta fu lei a balbettare allontanandosi bruscamente.
«Oddio, scusa. Io non avevo capito che tu intendessi altro. Io non…possiamo fare come se non fosse successo niente? Cancelliamo tutto».
«Ca-Cancellare tutto?» Ron aveva ripreso improvvisamente coscienza di sé e di ciò che lo circondava. «Miseriaccia! Tu sei diventata matta» per poco non la schiaccio con il proprio peso alla velocità con la quale gli si era buttato addosso. La strinse a sé e la baciò come aveva fatto solamente nei suoi sogni più sfrenati. Tutta l’ansia era letteralmente scomparsa, rimpiazzata da una frenesia di toccarla, baciarla e stringerla finché non avesse avuto bisogno di respirare. E quando lei rispose con entusiasmo, ogni rimasuglio di dubbio era sparito. Gli buttò nuovamente le braccia al collo, avvinghiandosi. Pomiciare con Hermione non aveva nulla a che fare con il pomiciare con Lavanda, era tutta un’altra storia. Non sapeva se fosse il suo profumo, il corpo tonico sotto le sue mani o il fatto che le sue labbra sapessero di fragole, ma era decisamente tutto molto, molto meglio. Si baciarono per quello che a lui parvero ore, ma anche fossero stati giorni non aveva alcuna intenzione di spostarsi da lì.
«Ron» aveva il fiato corto e le labbra gonfie ed era la cosa più bella che avesse mai visto. Più bella di tutte le scope del mondo, più bella di tutte le partite dei Chudley Cannons. «Cosa volevi dirmi prima?». Non voleva davvero rovinare quel momento? Non stava davvero per uscirsene con qualcosa che sicuramente li avrebbe portati a litigare? Si rituffò sulle sue labbra per mettere a tacere tutto sul nascere, ma nonostante lei gli rispondesse sempre con molto entusiasmo, sentiva che nella sua testa ancora si arrovellavano domande. A malincuore e consapevole che di lì a qualche minuto non si sarebbero più stretti ma urlati contro, si staccò.
«Volevo chiederti se, insomma, questo» sgranò gli occhi ad indicare quello che avevano appena interrotto al quale ancora stentava a credere «fosse solo, ecco, una cosa fra amici!» sputò fuori.
«Una cosa fra amici? RON! IO NON BACIO I MIEI AMICI!!!» era già sul piede di guerra.
«Perfetto! Allora cosa miseriaccia stiamo facendo!? Baciami!» la strinse di nuovo a sé impedendole di proferire parola.
«Ron! Co-cosa vuol dire questo?» lo spinse via riprendendo fiato.
«Io…credo che voglia dire che tu mi piaci e io ti piaccio. Sì, insomma noi ci piacciamo non come amici» aggiunse per sottolineare la cosa.
«Io ti piaccio?» gli chiese.
«Non so neanche da quanto, forse da sempre, ecco l’ho detto». Hermione lo abbracciò strettissimo e poi semplicemente rise.
«Oh Ronald! Quanto tempo ti ci è voluto! Non ci speravo più! Io… anche tu mi piaci, nonostante la tua testardaggine e il tuo orgoglio, tu mi piaci, mi piaci tanto. Non come amico». Rideva, ma le guance rosse tradivano il suo imbarazzo. Ron si ritrovò a sorridere, era leggero come una piuma e felice, era molto felice.
«Quindi, se io ti piaccio e tu piaci a me, questo vuol dire che siamo una coppia?»
«La logica non è mai stato il tuo forte» lo attirò a sé riprendendo da dove si erano interrotti, ma questa volta con ancora più foga ed entusiasmo di prima.
«RON! TI AVEVO DETTO DI FARE L’INCANTESIMO MUFFLIATO!!!» Ginny era davanti alla porta spalancata e si copriva gli occhi con una mano, subito dietro di lei Harry sogghignava soddisfatto.



Ciao amici! Grazie se avete speso qualche minuto del vostro prezioso tempo per leggermi. Questa è la mia prima ff riguardante il mondo di Harry Potter, quindi scusate per la banalità della storia! Se vi va di lasciarmi quache riga tra i commenti mi farebbe davvero molto piacere!!! Alla prossima FanFiction. :)
-S
  
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