Se ne stava lì, tra le foglie dei suoi pomodori, con la pelle luccicante al sole. Il grande cappello che le copriva la testa.
La fronte sudata, ma le labbra curvate all'insù. E in lontananza il cavalletto: doveva esser stata una buona giornata.
Guardarla sembrava una poesia.
La gonna lunga, che spesso aveva tirato sù, toccando la sua nuda pelle, si muoveva toccata dal vento.
Anche fare sesso con lei era pura poesia. Quelle goccioline di sudore che le rigavano le tempie, la rendevano così sensuale e irresistibile.
Era caldo, ma non così caldo. L'estate stava finendo.