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Autore: Morgan Greenlock    20/05/2020    0 recensioni
Dal testo:
"Era iniziato tutto con una disdetta, che aveva mandato all’aria i piani di Leonardo per le successive otto ore di quel giorno e di quelli a venire. Un dipinto lo ossessionava da settimane, stava ancora prendendo forma nella sua testa nei giorni scorsi, non era ancora pronto per uscire, doveva trovare il soggetto giusto, doveva trovare la persona giusta. Aveva deciso di ritrarre l’eleganza della guerra dal semplice corpo nudo con la poetica che essa trasmetteva e tutti i messaggi annessi che si trasportava appresso, ma il suo modello, Maurizio, era stato arrestato giusto alcuni giorni prima, così Leonardo si era trovato in una situazione disperata."
Poi bussò il Conte.
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Storia di un ritratto
*°*
Era iniziato tutto con una disdetta, che aveva mandato all’aria i piani di Leonardo per le successive otto ore di quel giorno e di quelli a venire. Un dipinto lo ossessionava da settimane, stava ancora prendendo forma nella sua testa nei giorni scorsi, non era ancora pronto per uscire, doveva trovare il soggetto giusto, doveva trovare la persona giusta. Aveva deciso di ritrarre l’eleganza della guerra dal semplice corpo nudo con la poetica che essa trasmetteva e tutti i messaggi annessi che si trasportava appresso, ma il suo modello, Maurizio, era stato arrestato giusto alcuni giorni prima, così Leonardo si era trovato in una situazione disperata. La sua arte non poteva aspettare, era come un fiume in piena e quando decideva di lasciarla andare di solito era certo di poterla seguire, di poterla portare a termine o sarebbe impazzito come molte volte era successo. Il suo armadio era fin troppo pieno di scheletri aritistici mai finiti, di opere incomplete, di idee mai nate, ma questa non avrebbe fatto la stessa fine si disse.
Fu in un tormentato, estivo e soleggiato pomeriggio romano che un bussare alla porta risollevò il suo umore, ma quando vide il Conte Riario sull’uscio si intristì nuovamente, deluso.

-Santo cielo, Da Vinci, cos’avete? Non vi piaccio a tal punto da reagire così quando mi vedete?- Si tolse il mantello e gli occhiali da sole, posandoli sul tavolo che ormai usava per quel preciso scopo. Aveva preso abitudine di andare a trovare Leonardo ogni settimana, ed era stata una piacevole idea fino a quel giorno. Difatti appena Da Vinci posò gli occhi sulla sua figura di spalle fu colpito come da un fulmine. L’energia tornò, l’entusiasmo traboccava da occhi lucidi di follia artistica, tanto da spaventare il pover ospite.

-Voi. Conte!- Rise Leonardo afferrandolo per le spalle e fissandolo col sorriso di chi aveva risolto tutti i propri problemi.- Voi siete la soluzione. Perfetto. Voi. Voi…oh sì!- Gemette quasi, tanto che Riario dovette scrollarselo di dosso lievemente accaldato.

-Siete pazzo Da Vinci!- Era un’affermazione, ma anche una domanda implicita, poiché era assodato da tempo che non vi stava del tutto con la testa.

-No! Voi non capite!- Gesticolò in preda alla gioia, che cercò di contenere per riuscire a spiegarsi e non farlo fuggire come spesso accadeva.- Il mio modello è stato arrestato e-

-Chissà perché non mi sorprende.- Osservò Girolamo appoggiato ad un tavolo mentre poco più in là l’artista cercava di concepire un discorso di senso compiuto.

-Non interrompetemi! Allora, voi lo sostituirete! Semplice no?- Per Leonardo, forse. Per il Conte? Assolutamente no.

Vi fu un momento di profondo e quieto silenzio carico di domande e sbigottimento.- Voi state scherzando.- Asserì il Conte, ma quando non ottenne risposta e bensì uno sguardo ancora più folle, capì.- No! Non posso…i vostri quadri li vedrebbero centinaia e centinaia di persone ed io sarei….lì!- Indicò una tela molto ampia, ben più alta di lui. A conti fatti, nella mente di Girolamo, avrebbe dovuto passare settimane e settimane a posare per lui tutti i giorni. Non che avesse di meglio da fare da quando si era preso una pausa dal Vaticano, ma…
-Okay!- Cercò di trattenere l’artista che aveva appena preso a sproloquiare su diverse cose senza né capo né coda.- Tec-ni-ca-men-te potrei,-Scandì.- ma non significa che sarei disposto a farlo.

-Molto bene, cosa vi devo?     
                                                                                                                       
Riario avvampò per alcuni momenti senza sapere cosa dire o fare, completamente in panico.- Io…non lo so. Voi…siete pazzo ed io ancora più pazzo che vi do corda.- Sospirò portandosi la mano al viso, ma Leonardo gliela abbassò, scoprendogli il viso.

-Sarete bellissimo Conte, sarete la mia opera più elegante. Vi dono il mio tempo e la mia completa dedizione. Sarò umile servo della vostra bellezza.- Iniziò a sbottonargli la giacca di cotone nero che aveva in quell’estate calda. Improvvisamente Riario si accorse di quanto fossero soffocanti i suoi abiti e di quanto gli mancasse poco per prendere fuoco. Le mani ferme, bloccate e strette intorno al tavolo usurato in legno. Gli occhi sbarrati. Il desiderio che il destino si compisse lì ed ora scalpitava dal suo cuore, ma il cervello lottava per il fuggire da una cosa così sbagliata, eppure non un dito fu mosso a sostegno di quest’ultima. Quando la camicia fu completamente sbottonata e la pelle libera di essere ammirata, fu il turno dei calzoni, lentamente sciolti dall’intreccio di lacci proprio sullo stomaco. Riario non era più certo della sua sanità mentale, perché si sentiva ubriaco, non lucido.

-Artista, io…-Boccheggiò quando Da Vinci osservò il suo petto passandovi sopra i polpastrelli callosi.

-L’arte della natura.- Alzò gli occhi su di lui.- Spogliatevi.

-Come prego?

-Spogliatevi Girolamo, per me, per l’arte…lasciate che vi ritragga.

Poi capì.-Oh io…io…giusto…- Si morse la lingua saltando come una molla sul posto. Il viso completamente in fiamme, le mani tremanti d’aspettativa.
Leonardo, che aveva afferrato i gessetti per lo schizzo di base lo osservò da sotto le folte ciglia. Gli occhi lucidi, trepidanti di osservare un adone per ore ed ore e catturarne ogni aspetto.
Rise.- Oh Riario, quello dopo, se vorrete…-
Fine
*°*

Sono in piena emorragia di Leario e se voleste farmi sapere cosa ne pensate di queste follie vi vorrei tanto bene in più(?).
La vostra umile scribacchina,
Morgan
   
 
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