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Autore: ladypink88    20/05/2020    8 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Laura si sentiva in pace con sé stessa. A volte si stupiva delle emozioni che riusciva a provare dopo aver vissuto situazioni non esattamente piacevoli. Ma aver deciso di dedicare un giorno a sé stessa e di riflettere su cosa fare era qualcosa che la faceva stare bene. Non sapeva esattamente dove l’avrebbe portata quella decisione, ma se ciò che le trasmetteva era positivo non poteva essere sbagliato.
Il treno aveva da poco superato la fermata di Varese città, e da lì, il paesaggio cambiava rapidamente : da una coltre di palazzi grigi si iniziava a intravedere la collina, il verde, ed infine lui…. Il suo amato lago. Laura amava profondamente il Lago Maggiore, ed in particolare era affezionata a Laveno, la sua destinazione.


 La ragione di questo affetto per quel luogo era abbastanza complicata da spiegare, forse era semplicemente perché ogni qualvolta si sentiva triste o aveva bisogno di fare chiarezza in sé stessa, era sempre andata lì. La calma del lago, l’atmosfera rilassante che si respirava, quel delizioso cappuccino accompagnato dal croissant ripieno al pistacchio, la vista di quello specchio d’acqua che sembrava accoglierla senza giudizio, insomma  stava bene in quel luogo e riusciva quasi sempre a ritrovare il suo centro; e se proprio non trovava una soluzione immediata al dilemma, perlomeno riusciva a identificare delle azioni da mettere in atto per cercare di mettere in atto una strategia per arrivare ad aggiustare il problema.

Era ben consapevole che in questo caso non ce l’avrebbe fatta da sola. Decisamente questa volta avrebbe avuto bisogno di aiuto.  Ma stavolta non si sarebbe fatta influenzare da sua madre, ciò che era più corretto fare era cercare una professionista della quale lei fosse riuscita a fidarsi, compito alquanto arduo, ma non impossibile. Le venne in mente un ricordo, qualcosa che in passato la fece soffrire molto.
“Mamma, ti ho detto che non voglio più proseguire la terapia con Gabriella, ha dei modi che non mi piacciono! “ ..si ricordò di quello scontro con sua madre, uno dei pochi, ma che per lei era imprescindibile!
“ Laura però glielo devi dire in qualche modo non fare la bambina!Hai bisogno di aiuto dopo quello che ti  è successo, non puoi lasciare le cose così!”  La ragazza sentì montarle addosso una rabbia implacabile che non riusciva a gestire.
“ Sì mamma ,lo so perfettamente che non posso lasciare le cose così, ma non è Gabriella che può aiutarmi, sento che con lei sto peggio, ed inoltre tutte quelle medicine che mi sta facendo prendere consultandosi con il suo amico psichiatra che neanche mi ha visitato non mi va più di prenderle!Mamma io non sono pazza, ho bisogno di un aiuto diverso, non di lei!” Laura lo disse con una tale rabbia, risolutezza e disperazione che Roberta seppe solo dirle un semplice “ Va bene stella , troveremo un’altra via allora . Perdonami io volevo solo aiutarti”. E chiuse la porta della stanza di Laura.


A Laura le si strinse il cuore pensando a quello scambio con sua madre, e ancor di più al ricordo di quella Gabriella. La realtà era che non avevano più parlato del discorso. Quella dottoressa le aveva fatto prendere due tipi di farmaci : uno psicofarmaco che avrebbe dovuto stimolare la produzione di serotonina e  quello aveva smesso di prenderlo con “conseguenze limitate” diciamo . Ma il reale problema erano le maledette.
Le prendeva ormai da più di un anno e mezzo e la verità era che senza di esse non riusciva a dormire decentemente, e quando non ne aveva a sufficienza andava in crisi. “ La verità è che sono come una tossicodipendente, l’unica differenza è che questa droga è legalizzata!” . Quanti sentimenti negativi provava per questa situazione! Ma ormai era arrivata a  Laveno e il lago si presentava a lei in tutta la sua maestosa tranquillità ed eleganza.
Laura diede un sospiro di sollievo nel vedere tanta bellezza e disse a sè stessa per rassicurarsi “ Ok, sono arrivata!” . Diede un’occhiata all’orologio .Erano quasi le 12,30. Chissà se avrebbe fatto in tempo a prendere il suo cappuccino e il  croissant al pistacchio  nel suo bar preferito? Senza perdere tempo accellerò il passo verso il bar sorridendo : era il momento di diventare il primo sostegno di sé stessa.

 
                                                                         ************

Manuel uscì dall’università a passo sostenuto. Un paio di persone lo avevano salutato ma lui andava dritto.
Rabbia. Nervosismo. Rifiuto
In genere era una persona piuttosto calma e non era solito lasciarsi trascinare in quel modo dai sentimenti negativi che provava. Ma questa volta non ci era proprio riuscito!
Aveva trattenuto, aveva tollerato , aveva provato con le buone maniere ad allontanare quella Serena che già lo faceva sentire a disagio in quanto la trovava troppo spocchiosa e pedante per i suoi gusti, ma nel momento in cui si era messa a criticare la sua Laura non ci aveva visto più ed aveva reagito in modo implacabile!

Si fermò un istante. Si era appena reso conto di quello che aveva appena detto a sè stesso : “ la sua Laura”! Non provò nessuna sensazione di stupore o di rifiuto; semplicemente si stava dando dell’imbecille da solo. Se davvero provava qualcosa per la sua puffa l’unica cosa che doveva fare era andare da lei: al diavolo le paure! Se anche lei lo avesse rifiutato doveva tentare di chiarire con lei l’accaduto e dirle che quel bacio non era stato un semplice istinto : lui voleva baciarla sul serio , e da tanto tempo. Da quando era successa quella storia circa due anni prima lui non aveva occhi che per lei. Starle accanto era diventato naturale così come respirare.


Diede un occhio all’orologio. Erano le 13 quasi. Molto probabilmente Laura non sarebbe venuta a lezione quel giorno , cosa molto strana in effetti, perchè lei era sempre molto ligia al dovere. Ci teneva molto ai suoi studi, sapeva quanta fatica le costava pagare le rette dell’università vista la situazione economica poco favorevole in cui si era trovata la sua famiglia. Il suo caso era molto differente : suo padre, quantomeno, non aveva mai fatto mancare nulla dal punto di vista economico a lui e a sua madre. Quasi come per lavarsi la coscienza di tutte le sue altre numerose mancanze, ogni mese arrivava il lauto assegno di mantenimento a lui e a sua madre. Finchè sua madre , con sua grande gioia, non aveva deciso di reagire e di riprendere in mano la sua vita mettendosi in società con la mamma della puffa.

Vide un bar nelle vicinanze. E lì probabilmente nessuno dei suoi compagni di università lo avrebbe disturbato.  Il treno per tornare a casa sarebbe partito tra un’oretta, quindi, aveva a disposizione un po’ di tempo per pranzare con calma e mettere ordine tra le sue idee : prese posto,ordinò un panino e qualcosa da bere. E gli venne in mente il momento in cui sua madre le aveva comunicato che avrebbe iniziato a lavorare con Roby, la sua più grande amica, e madre di Laura. All’inizio la cosa gli parve strana, non era abituato al fatto che sua madre lavorasse, ma vederla così felice, dopo diversi anni davvero difficili dalla separazione con suo padre, non poteva che essere positivo.
Era grato a Roberta di aver coinvolto sua madre in quel progetto  di lavoro nel campo del turismo : ed in effetti le due donne stavano avendo un discreto successo. Pensò che la cosa migliore da fare fosse chiamare la mamma della puffa e mettersi d’accordo con lei per portarle il plico di documenti, e lì , avrebbe approfittato per parlare con Laura.
“ Ciao Roby, sono Manuel, scusa il disturbo. “ “ Ciao Manu! Caro! Allora dopo le 15 torno dall’ufficio se puoi portarmi il plico  il prima possibile te ne sarei grata, abbiamo un lavoro importante da presentare con tua madre, e stamattina nella fretta si è dimenticata! Mi spiace farti perdere tempo” “ Ma figurati, è un piacere! Per le 15.30 passo di lì. Ok?” “ Perfetto, tu sì che sei efficiente, mica come tua madre!” esclamò ridendo Roberta. Manuel pensò per un attimo da chi avesse preso la puffa quel lato ironico e irrivente. La salutò e chiuse la conversazione. Doveva andare.

Per fortuna il treno partì puntuale dalla stazione di Milano Cadorna. Il biondino non stava più nella pelle. Non vedeva l’ora di poter rivedere Laura. Voleva parlare con lei, abbracciarla, scusarsi, chiarirsi. Aveva bisogno di lei. Gli sembrò il viaggio più lento del mondo, ma alle 15.20 era davanti al portone di casa della puffa. Citofonò. Entrò nel palazzo un po’ antico e Roberta lo accolse molto calorosamente.
“Manuuuu! Grazie mille ! Sei un tesoro!Ti preparo subito un cappuccino! “ iniziò a investire il ragazzo con un fiume di parole, che molto sinceramente lui non ascoltò del tutto. Ad un certo punto disse, con fare non troppo convinto “ Avrei degli appunti per Laura, posso lasciarglieli?” “ Ma certo caro, entra pure nella sua stanza e lasciaglieli sulla scrivania, ora non è in casa quella testa matta. Mi ha mandato un messaggio dicendo che andava al lago Maggiore perché aveva qualcosa di importante da fare. Non mi ha spiegato esattamente cosa.” Manuel apprese l’informazione e disse con l’intento di indagare “ Al lago Maggiore dove? Mi aveva accennato qualcosa se non sbaglio” . Mentii ancora quel giorno . Ma lo sapeva che era per qualcosa di importante. O almeno di questo lui era convinto.
“Allora, se conosci Laura, sai che lei ogni tanto va a Laveno in solitaria. Dovresti sapere anche che quella pazzerella ogni tanto ama proprio viaggiare in solitaria. Un po’ la capisco sai. Però , io non ti ho detto nulla” sorrise con sguardo complice. Manuel le fece l’occhiolino e aggiunse solo un “ Le lascio gli appunti sulla sua scrivania in camera e poi vado.” Aprii la porta della stanza di Laura ma in realtà non aveva appunti da lasciarle. Però  gli cadde l’occhio su un quaderno sopra la scrivania, un po’ appartato dal resto del plico di libri di studio messi in ordine.
Istintivamente lo aprii e lesse qualcosa che gli fece mancare un battito . La prima pagina e la data di un anno e mezzo prima.
Odio maledettamente questo Xanax che mi ha ordinato Gabriella, ma sento che almeno con questo riesco a dormire e per un attimo a dimenticare l’inferno che ho dentro.


Non riusciva a credere a ciò che stava accadendo . Non solo sua madre era stata vittima di quell’incubo, ma anche la puffa era esattamente nel mezzo di quel vortice. Maledizione! Doveva capire cosa stava succedendo. Si odiò con tutto sé stesso. Prese quel quaderno e lo mise dentro lo zaino. Uscii dalla stanza e salutò Roberta. “ Grazie Manu, passa più spesso”.
Il ragazzo dentro di sé era un turbine di emozioni. Ritornò alla stazione . Sapeva che non sapeva tornato a casa quel giorno. Doveva andare a Laveno e nel frattempo, durante quelle due ore di viaggio,  attraverso quel quaderno avrebbe cercato di fare amicizia con il lato oscuro che Laura le aveva volutamente nascosto.


ANGOLO DELL'AUTRICE : eccoci nel vivo della vicenda ... Manuel è sconvolto e ha scoperto qualcosa di importante... ma allo stesso tempo, stiamo scoprendo qualcosa di importante sul passato non così roseo del nostro biondino. Cosa succederà ? Riusciranno a ritrovarsi i nostri protagonisti ?
Attendo le vostre impressioni....

 
 
 
 

   
 
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