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Autore: MiChiamanoLilith    20/05/2020    1 recensioni
Sana e Akito, due nomi, due vite così legate da formarne una sola, troppe conseguenze; un amore che sembra irraggiungibile solo all'apparenza.
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Tratto dal testo:
L'occhio gli caddè su un tatuaggio ben visibile, posto sul fianco destro, lettere poste una sotto l'altra che andavano a formare una parola con fin troppi significati che, certamente, si identificavano in uno solo;
Freedom.
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E io mi prenderei a schiaffi solo per questo. Una situazione mi ha sconvolto la vita, cosa accadrà quando dovrò viverne cento di queste situazioni, tutte insieme, senza riuscire a trovare tregua? Non lo so, forse alla fine questa circostanza, come tante altre, dovrebbero aiutarmi a “crescere da me stessa”. Si proprio così, non a crescere io ma crescere "da me", da quella che sono ora e distaccarmi da questa "me" di adesso, diventando piano piano un'altra.
Non sono io che cresco, che cambio, che divento migliore o peggiore di come sono adesso, no. E' un'altra me che cresce dentro di me, ha le basi della me di ora, le stesse incertezze, gli stessi dubbi, ma non sono io; è semplicemente lei e niente più.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Akito quante volte ti ho detto che devi posare le uova quando fai la spesa!

Urlava una voce maschile proveniente della cucina di un appartemento nella periferia di Tokyo.

- Akito!

Continuava la stessa voce, cercando di chiamare l'amico in questione per riuscire ad avere un minimo di riscontro a riguardo.

A passo svelto il ragazzo infuriato nei confronti dell'amico si dirigeva nella camera da letto di quest'ultimo.

- Allora Akito che hai da dire a tua discolpa!!

Il ragazzo arrabbiatissimo con l'amico per la dimenticanza di quest'ultimo, teneva la mano a pugno pronto a voler ricevere a tutti i costi una risposta, ma la sua reazione e determinazione a fargli un sonoro rimprovero andarono scemando quando si accorse che il suo amico era disteso sul letto con le braccia dietro la nuca e lo sguardo assente, intento a fissare un punto indefinito davanti a sé

- Akito..

Affermò con una voce ormai divenuta tremolante, lo guardava ormai con una certa preoccupazione.

- L'ho vista...

Iniziò il ragazzo disteso sul letto che continuava a gurdare il nulla davanti a sè.

 

- Chi..chi hai visto?

Chiese l'amico ancora fermo all'entrata della stanza,vicino alla porta. Che domanda sciocca, lo sapeva benissimo a chi si riferisse.

 

- L'ho vista...su un manifesto pubblicitario..

Rispose Akito, abbassando leggermente lo sguardo. Sapeva perfettamente che il suo amico occhialuto aveva capito a chi alludesse con quell'affermazione.

 

Akito strinse la mani a pugno, stava iniziando a sentire una fitta al cuore troppo forte, non sapeva bene cosa provasse in quel momento: collera, nervosismo, paura, forse un pò tutto.

 

- Akito..

Cercò di richiamarlo dai suoi pensieri l'amico prima che potesse infuriarsi davvero, come accedeva ormai da qualche mese a questa parte..

 

Pessima mossa, ancora una volta, Akito facendo uno scatto veloce si era alzato in piedi ed aveva tirato un pugno serrato nel muro, creando un altro dei tanti buchi lì sopra.

 

- Akito fermati o sapaccherai tutto!

Cercò di trattenerlo per le spalle con tutta la forse che aveva, per evitare che continuasse a dare pugni furtissimi contro il muro.

 

Angosciato e stanco dai rimproveri dell'amico affianco che cercava in tutti i modi di trattenerlo e spostarlo da lì, Akito si accasciò a terra con la schiena rivolta verso il muro, ormai torturato da tutte le emozioni che stava vivendo in quel momento.

 

-Tsuyoshi, io non c'è la faccio più.

Mugugnò Akito con il volto appoggiato sui palmi delle mani.

Non c'erano lacrime in tutto ciò e neanche un espressione abbozzata di tristezza sul suo volto, solo uno sguardo ghiaciale che si contraddiceva ai suoi occhi dorati e, inoltre, tutto il suo viso era contratto in un tono troppo rigido per un ragazzo della sua età.

 

Tsu lo gurdava, non sapeva più che fare, la situazione ormai da qualche anno a questa parte stava degenerando fin troppo; Akito era diventato più schivo e freddo di quello che era già diversi anni fa, Tsu a volte faceva davvero fatica a credere nella loro amicizia che aveva messo radici fin dalla tenere infanzia.

 

Ormai era sempre così, appena Sana appariva su qualche nuovo manifesto, Akito non riusciva più a controllare le sue emozioni e i suoi stati d'animo, iniziavano i giorni di chiusura emotiva con una conseguente sfuriata a tutto ciò che gli capitava sotto tiro: muro, mobili, compagni di Karate.

 

Università e karate per lui erano diventati il suo pane quotidiano, non faceva altro. Affermava spesso che l'amore è un'illusione, come una "distrazione" era così che definiva quel sentimento e anzi aggiungendo pure "porta solo sofferenza".

Non si sarebbe più legato sentimentalmente a nessun altra, era una perdita di tempo.

E delle volte era quasi riuscito a convincere Tsu con i suoi brevissimi discorsi, certamente non era un ragazzo di molte parole, però il suo amico di infanzia di domandava sempre; allora perché se la prende tanto quando vede Sana in qualche cartellone pubblicitario o addirittura quando, accendendo la televisione, la si ritrova in qualche programma televisivo, magari accompagnata da qualche suo collega di lavoro. Perché? Da cosa scaturisce questo comportamento? Dai ricordi? Dalla mancanza costante di lei nella sua vita?

E sopratutto, se quest'ultima domanda portasse ad un affermazione positiva perché mai assume sempre questo comportamento così ostile quando è stato proprio lui ad allontanarsi piano piano da lei. Tsu più cercava una risposta convincente a tutte quelle domande e più si sentiva in un abbisso di confusione e dubbio.

 

A detta di Akito, aveva voluto allontanare Sana, specificando il "sentimentalmente parlando", perché stava diventando una persona pressante, che lo torturava con la sua gelosia e le sue insicurezze, anche se tutto sommato nemmeno lui era da meno, e tra queste ed altre motivazioni aveva concluso che forse non ne' era completamente innamorato. Era convinto che una persona o la si ama del tutto, per com'è e basta, oppure non c'è altro tempo da perdere; non si è la persona adatta per entrambi.

 

Tsu effettivamente era rimasto sbalordito, né Akito né tantomeno Sana, possedevano chissà quali esperienze in fatto di amore o relazioni stabili, però credeva che almeno un concetto basilare, che dovrebbe essere innato in sè stessi, lo conoscessero, ovvero il completarsi, il sapersi aiutare e migliorare a vicenda.

 

Si erano lasciati e mai più rivisti, perché Sana, dopo un certo periodo, aveva deciso di tagliare tutti i ponti tra loro non riuscendo a sopporatare che nella vita di Akito ci potessero essere altre persone a parte lei. Certamente era stata una scelta molto egoista, come d'altronde come la si può biasimare? Tsu lo sapeva bene, quando Akito e Sana si erano lasciati, lei era sempre a casa della sua fidanzata, Aya, perché non riusciva ad accettare la fine della sua relazione con Akito e d'altro canto, non voleva essere un peso per lui o trattenerlo in qualcosa che per Akito non riusciva a ricambiare più. Di conseguenza era stata buoni sei mesi, all'incirca, a casa di Aya cercando almeno in parte di sistemare la sua vita.

 

E Akito? Non crederete davvero sia stato tutto rose e fiori solo perché i dubbi provenivano da lui, vero?

No no, tra i due Akito era quello che all'apparenza poteva sembrare il più sano ma dentro, da quel maledetto giorno che decise di prendere quella decisione, era distrutto. Non l'avrebbe mai ammesso apertamente, era sempre stato un tipetto orgoglioso, ma in cuor suo lo sapeva; avrebbe fatto di tutto pur di tornare indietro e sistemare le cose.

 

Ma d'altra parte era un ragazzino di diciasette anni quando decise di prendere quella decisione e nonostante avesse capito i suoi sentimenti per lei fin da bambino, non né era riuscito a capirne a pieno l'importanza di quei sentimenti.

 

Forse era proprio questo il reale motivo della loro rottura, non capiva l'importanza che quell'amore avesse per lui, andando a pensare che fosse un problema della coppia e non dei singoli problemi che giravano intorno alla coppia.

 

 

- Ti senti meglio?

Chiese Tsu all'amico seduto nel tavolino del loro appartamento, mentre sorseggiavano del thè verde che aveva preparato ad Akito per cercare di calmarlo da quell'assurda situazione. Akito aveva lo sguardo basso e teneva tra le mani la tazza fumante rigirandosela in esse.

- Si..

Rispose Akito all'amico continuando a fissare il liquido caldo all'interno del recipiente.

 

Tsuyoshi lo guardava con dispiacere e, allo stesso tempo, con una sorta di tenerezza, sapeva bene che Akito, per quanto cercasse di fare il duro, non aveva mai dimenticato Sana, nè era certo. Ripensava a quando alcune notti lo sentiva mentre dormiva e ripeteva il nome della ragazza con dolcezza, l'inconscio era l'unico momento della giornata in cui lo sentiva tranquillo.

 

 

 

D'un tratto cambiò espressione, diventò serio, cosa che non passò inosservata ad Akito, il quale alzò lo sguardo pensando che stesse per iniziare a dire qualcosa.

 

- Akito lo so che non vuoi mai parlarne, però penso che dopo quasi due anni sia giunto il momento di discutere davvero della questione...

 

Akito assunse uno sguardo truce e schivo, Tsu non si fece intimorire da questo dettaglio ormai lo conosceva come le sue tasche.

 

- Sono due anni che ti comporti così, che non vai avanti per la tua vita, che anche se affermi il contrario sei rimasto appigliato al passato...non ti chiedo di parlarne con me, ma...

 

Tirò fuori dalla tasca un bigliettino un po' stropicciato e lo appoggiò vicino alla mano del suo amico che gli sedeva davanti.

 

- ...ti prego di non escludere questa opzione.

 

Akito prese il bigliettino tra le mani e lesse

"Dott. Sota Tanaka

Psicologo – Psicoterapeuta"

Con annesso il contatto e le indicazioni del suo studio per prendere un appuntamento.

 

Non riusciva a crederci, il suo amico lo vedeva davvero così messo male da consigliargli, addirittura, di farsi visitare da uno strizzacervelli. Era mai possibile?

 

Contrasse la mascella contrariato da tutto ciò.

- Tsu ma sei pazzo?

Davvero, non sapeva che pensare.

 

Tsu fece un respiro profondo cercando di trovare le parole giuste per iniziare al meglio quella che sarebbe dovuta essere una predica e riuscire a trasformarla in un consiglio o almeno in una sorta di non-ramanzina nei confronti del suo amico.

 

- Akito parliamoci chiaro, sono due anni quasi che reagisci così; vedi Sana su un cartellano, in televisione, dove ti pare e non fai altro che stare male. Non piangi, non ti disperi, non fai sceneggiate di nessun tipo, è vero non sei mai stato questo tipo di persona, ma so per certo che dentro tu soffri, ti stai lentamente distruggendo e questo non è un dolore curabile con una medicazione, con un cerotto, con un qualsivoglia intervento esterno.

Questo tuo stare male, ti sta logorando l'anima da ben due anni, tu lo riversi in tutto ciò che ti capita sotto mano; i muri di casa, i compagni di karate. Io non ti sto dicendo di prendere una decisione ora, in questo preciso momento, solo non escludere questa opportunità.

 

Dopo il suo discorso Tsu abbassò lo sguardo, guardando la tazza con i resti del thè, ormai freddo, dentro la tazza, si aspettava una risposta dal suo amico, qualcosa che

non fosse per forza un "si" o un "no" ma anche un semplice "ci penserò".

 

- Se è per la casa...pagherò i danni.

Rispose Akito, forse non sapendo bene con cosa controbbattere a tutto quel flusso di discorsi che il suo amico gli aveva esposto. Insomma, non gli pareva il caso era solo una semplice infatuazione adolescenziale che sarebbe passata prima o poi, si diceva tra sé e sè, anche se sotto sotto lo sapeva anche lui che così non era.

 

- aaah sei davvero impossibile..

Farfugliò Tsu, lasciandosi scivolare completamente con il corpo sullo schienale della sedia.

Fino a qualche tempo fa si sarebbe arrabbiato, avrebbe urlato che quella poteva davvero essere l'unica via d'uscita per lui, si sarebbe infuriato e forse avrebbe perso la pazienza inutilmente. Parlare di queste cose con Akito era come parlare ad un alieno, anzi, forse, un extraterrestre si sarebbe prodigato di più per riuscire a comprenderlo.

 

- Comunque.

Continuò Tsu assumendo un'espressione più seria e sistemandosi meglio sulla sedia.

 

- Venerdì sera questo stesso dottore terrà un incontro, proprio nell'aula magna della nostra università, è aperto a chiunque abbia voglia di iscriversi anche solo per ascoltare. I posti disponibili saranno una quindicina, se non sbaglio.

Non ti chiedo molto, solo cerca di riuscire a partecipare a quest'evento e vedi se, almeno ad occhio, per quanto può essere difficile, sia una persona che dà una certa sicurezza e poi decidi il da farsi.

 

Akito assunse un espressione non molto convinta riguardo alle parole di Tsu.

 

- Pensi di poterlo fare per il tuo caro amico?

Rimarcò la dose Tsu, guardandolo con occhi speranzosi.

 

Akito sbuffò, "per il tuo caro amico" certo come no.

 

- Va bene, ci penserò.

Concluse il biondino.

 

Tsu abbozzò un sorriso nei confronti dell'amico, pensava che finalmente si sarebbe potuti arrivare a qualcosa forse Akito sarebbe potuto stare meglio ed avrebbe evitato almeno un pò di pensare a Sana.

 

Non fraintendetelo Tsu ha sempre adorato Sana, d'altra parte è una delle sue più grandi amiche, nonostante in quest'ultimi anni non si sia fatta viva, d'altronde è una persona famosa, però il tempo passava e Akito stava sempre peggio e Sana non c'era.

 

Lui era il primo a dire e pensare che Sana e Akito fossero destinati per stare insieme, ma doveva pure valutare la situazione con abbiettività e razionalità di un ragazzo di quasi ventun anni; Akito stava male, si distruggeva e distruggeva tutto quello che aveva intorno, come poteva riuscire a convivere anche solo con l'idea che il suo migliore amico stesse così male?

Di fatti, appena aveva visto l'annuccio di questo convegno sulla bacheca degli della sua università si era subito fiondato per poter ricevere più informazioni possibili riguardo a questo Psicologo. Gli sembrava davvero un'ottima occassione per Akito per riuscire a riprendere, almeno in parte, le sua vita.

 

Si erano ormai fatte le nove e mezza di sera, Akito si era addormentato nel suo letto sfinito da tutta quella serie si situazioni che l'avevano lasciato come dire? Interdetto? Ecco si, esattamente.

Tsu invece stava sistemando gli ultimi piatti nella lavastoviglie prima di sprofondare anche lui in un sonno profondo. Gli studi universitari in ingegneria e il lavoro part-time erano stancanti pure per lui, nonostante cercasse di tenere duro pensando sempre al fatto che tra qualche anno sarebbe finito tutto; avrebbe sposato la sua amata Aya e finalmente sarebbe riuscito a trovare un lavoro degno dei sui risultati, sia scolastici che universitari * .

 

Stava deponendo l'ultima stoviglia negli scomparti della lavastoviglie quando una voce, fin troppo conosciuta, proveniente dalla televisione lo richiamò dai suoi pensieri. Di scatto si girò verso la televisione con ancora i guanti e la stoviglia in mano ed aumentò di poco il volume della televisione, quel tanto per sentire di più e quel poco per non farsi sentire da Akito.

 

- Allora signorina Sana, ora che è diventata una grande star in Giappone quali sono i suoi prossimi progetti?

Domandava la presetatrice con una grande sorriso rivolto a Sana.

- Ti ringranzio Chieko per questa domanda perché ci tenevo molto a fare una rivelazione al pubblico e sopratutto ai miei fan che seguono e mi stimano per ciò che faccio, più o meno da sempre.

Prese una pausa, alzò lo ssguardo e guardò dritto in camera con una certa fermezza.

- Ho deciso di prendermi una pausa dalla scena dei riflettori. Sono Sana, è vero, un attrice, una modella, una star come mi hai cordialmente definita tu, Chieko, però sono anche una ragazza di vent'anni con tutta una vita davanti e che vorrebbe godersi, almeno in questa parte questi anni di spensierata giovinezza, con le preoccupazioni di una studentessa e al di fuori della scena.

La conduttrice la guardava la guardava spiezzata, come se avesse perso il dono della parola, un pò' sicuramente come tutto il pubblico in platea e in ascolto.

- E' una scelta molto ardua Sana, cosa ti ha portata a prendere questa decisione?

Chiese la conduttrice un leggermente proccupata dalla risposta della giovanissima attrice.

Sana abbassò lo sguardo per un secondo non voleva farsi vedere con gli occhi lucidi, sopratutto in quel contesto.

- Quando mi sono immersa completamente nel mio lavoro, girando il Giappone in lungo e in largo e avendo la possibilità, anche, di conoscere e visitare molti altri paesi occidentali, mi sono accorta che aveva lasciato una parte molto importante di me a Tokyo: i miei amici, la mia famiglia, una parte speciale di me stessa. Non potrò mai distaccarmi completamente dal mondo dello spettacolo, è stata sempre una parte di me e sempre lo sarà, voglio solo riprendermi un poco di quell'altra parte di me stessa e cercare di viverla al meglio.

Concluse con sorriso che sembrava molto sincero, rivolto al pubblico in sala e alla stessa conduttrice del programma, suscitando un fortissimo applauso da parte del pubblico in sala.

- Sei una ragazza molto matura Sana, brava, si vede che non prendi le cose con leggerezza ma calibri perfettamente le tue scelte.

Un altro applauso per Sana in sala inondò la stanza.

- Ma mi dicevi prima nel camerino che vuoi anche prenderti del tempo per pensare a nuovi progetti, per un futuro.

Continuò la conduttrice dopo, chiedendo incuriosita.

- Si esatto Chieko, vorrei prendermi del tempo per considerare l'idea di lanciarmi nella scena del canto come cantautrice. E' anche per questo motivo che intendo iscrivermi alla facoltà universitaria di "Arte e Spettacolo" di Tokyo, perché informandomi suoi corsi da dover seguire al suo interno c'è ne sarebbero molti che trattano proprio di quest'argomento.

Rispose Sana con una certa allegria.

- Allora non posso che essere felice per te e augurarti buona fortuna Sana per...

 

Sana sarebbe ritornata a Tokyo?! Tsu non credeva a ciò che aveva appena sentito. Dopo tutto questo tempo?

Certamente non poteva che essere felice che la sua amica tornasse a casa, il gruppo di amici si sarebbe finalmente ricomposto, nella sua "parte di sé" come l'aveva definita lei, da qualche tempo ormai la sua figura divertente e spensierata mancava parecchio nella vita di ognuno del gruppo.

 

Ma Akito come l'avrebbe presa? E sopratutto era giusto avvisarlo?

 

Tsu si risvegliò dai suoi pensieri quando il telefono prese a squillare, allora spense la televisione e si avvicinò per rispondere all'apparecchio appoggiato nel mobile del soggiorno.

 

- Si pronto, casa Sasaki – Hayama.

- Tsu.

Si affrettò a rispondere una voce femminile dall'altro capo del telefono.

- Aya, amore, sei tu.

- Si...volevo chiederti, l'hai vista l'intervista di Sana in televisione?

Chiese lei con un misto di voce tra il proccupato e il raggiante.

- Si, l'ho vista. Mi è passata davanti alla televisione mentre lavavo i piatti.

- Cosa ne pensi? Nel senso lo sai, io sono felicissima che Sana torni da noi, è la mia migliore amica però....cosa facciamo con Akito?

- Aya a dirla tutta non ne' ho la più pallida idea, se non glielo diciamo noi, verrà comunque a saperlo. Sana è ormai una star in tutto Giappone, sicuramente se ne' parlerà per settimane all'università, d'altra parte penso sarebbe inutile preparare Akito in qualcosa di questo genere, si ostinerebbe ad evitarla ad ogni costo e comunque sarebbe dovuto accadere prima o poi...certo, forse nessuno si aspettava così di fretta però sono certo che si riuscirà a gestire la situazione.

- Hai ragione amore, sono certa anch'io che si troverà una soluzione. Alla fine entrambi sono cresciuti, spero che riusciranno a prendere le cose di petto almeno questa volta.

 

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* In Giappone, ma anche in Sud Corea, avere una buona media scolastica consegue a riuscire ad entrare più facilmente in certe università (anche chiamate "Campus") di prestigio. Di conseguenza, avere una buona media universitaria o un generale buoni voti porta a riuscire a trovare meglio un certo tipo di lavoro ben retribuito.

Inoltre riuscire ad entrare nelle università di presitigio in Giappone significa avere una buona opportunità per avere una corriera nettamente positiva, ad esempio nelle università giapponesi di alto livello si organizzano spesso dei "recruiting days", ovvero alcune aziende si presentano nei campus tenendo colloqui e lasciando contatti agli studenti interessati. Questo è anche uno dei motivi per cui l'educazione sopra gli undici anni in Giappone costa tantissimo.

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Buon Salve cari lettori&lettrici, come state? Spero tutto bene.

Non so bene che piega stia prendendo questa storia ahah certo siamo solo al secondo capitolo, anche se devo ammettere che mentre scrivevo mi sentivo come "ispirata" dall'insieme di eventi e idee, era come se le mani andassero da sole sulla tastiera del pc. Comunque spero che il capitolo vi abbia incuriosito, e o vi sia piaciuto, e che la storia vi possa iniziare a interessare, noi intanto di salutiamo e ci rivediamo al prossimo capitolo.

-Lilith

 

   
 
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