Quell’appartamento scelto insieme. 

Quando tutto ci sembrava più bello, più facile . 

Quando credevamo di poter affrontare tutto, sentendoci abbastanza forti da superare qualsiasi ostacolo. 

Quando il college ci sembrava soltanto un nuovo inizio da scrivere insieme, pagina dopo pagina, con una penna a gel viola tra le dita, e la mia e la tua calligrafia a riempire quelle righe vuote, in quei giorni d’estate. 

E la lista della spesa, e le cose da comprare. 

Il letto sempre sfatto, le tapparelle a metà e il sole che illuminava la stanza al tramonto. 

Una pizza per due , un film che non guardavi mai, un po’ perché ti addormentavi , un po’ perché gli horror non ti piacciono . 

E la tua pelle che profumava, l’odore delle lenzuola fresche, il silenzio della notte. 

Uscire di casa al mattino presto e tornare insieme. 

Tu che mi parli della tua giornata , io che ti ascolto e poi ti racconto la mia. 

Io con i muscoli indolenziti dagli allenamenti, una divisa sgualcita nel borsone e tu entusiasta dei tuoi progressi, con un sorriso stanco ma felice . 

Avevamo deciso tutto, dal colore delle pareti del nostro salotto, alle piastrelle del bagno, al tipo di divano che ti sarebbe piaciuto avere. 

E poi un cane , il suo guinzaglio viola e la sua cuccia nella nostra camera. 

Il frigo pieno di schifezze e tu che ti lamenti di aver preso chili, e io che comunque ti trovo stupenda. 

E i pomeriggi china a studiare, ed io che ti preparo una tisana perché ti aiuta a rilassare la mente. 

Eravamo quella stabilità che non avremmo mai pensato di poter trovare insieme. 

I tempi del liceo, dove giocavamo alle nostre stupide battaglie, mi sembra ormai un ricordo lontano. 

Eravamo in quella fase di felicità a cui nessuno è autorizzato l’accesso. 

Stavamo bene così, noi due da sole in un mondo che ci apparteneva, in un mondo che ci eravamo scelte, che tu sapevi modellare perfettamente e in cui io mi sentivo veramente bene. 

Tu che sei stata in grado persino di aggiustare gli ingranaggi sconnessi del mio cuore, rimettendoli ognuno al proprio posto, come i pezzi di un puzzle. 

Eravamo Avalon ed Haven fino a quando l’uragano ci ha travolto in pieno. 

Nessuno ci avrebbe mai salvato . 

Ne tu e ne io ci saremmo mai riuscite. 

Perché questa volta è più grande di noi. 

Più grande di qualsiasi altra cosa. 

E siamo troppo deboli per combatterla. 

Questa volta abbiamo perso sin dall’inizio.