PRE-NOTE
Hola
carissimi lettori, ecco sfornato anche il 4 capitolo,
già pronto da un bel po’, ma per mancanza di tempo
ho tardato la pubblicazione.
(Ridatemi la Quarantena!) XD
Scherzi
a parte. Perché questo capitolo si chiama
“Rivelazioni”?
Come vi ho già accennato nelle note dei precedenti capitoli,
perché vi
spiaccico in faccia tutte le risposte!
Il
capitolo sarà diviso in 2 parti: nella prima parte
finalmente scopriremo che fine ha fatto Taichi, visto che anche questa
volta ho
lasciato il mio adorato in bilico tra la vita e la morte.
Pensate
che sono cattiva? Ancora non avete visto nulla! xD
Ovviamente non con lui, già ha visto abbastanza!
La
seconda parte spiegherà appunto tutto!
Quindi
buona lettura!
Virus
Capitolo
4
Rivelazioni
La
mattina seguente, Yamato, dopo una nottata insonne,
riflettendo sulle parole del fratello, si sentì ancora
più in colpa e, già alle
prime luci dell’alba, si alzò per fare colazione
al bar vicino casa di Sora. Si
presentò alla sua porta con un cornetto con marmellata di
albicocche, il suo
preferito, e un cappuccino da asporto.
-Che
sorpresa! Come mai così presto?-
-Ecco
io… volevo sapere come stavi e… volevo parlarti
di
una cosa importante.-
Si
accomodarono al tavolo della cucina e iniziarono un
dialogo tranquillo. Toshiko, la mamma di Sora, li salutò in
fretta per scappare
a lavoro e lasciarli conversare in serenità. Sora
spiegò al suo ragazzo che
quella notte era stata bene, ma che si sentiva come se qualcosa la
turbasse, ma
non capiva cosa.
-Mi
sento come se dovesse capitare qualcosa di brutto da
un istante all’altro.-
-Hai
passato un brutto momento e sono anche morti dei
nostri amici. Magari sei solo intimorita da tutto il trambusto di
questi
giorni.- La ragazza sospirò e lui si sentì morire
ancora di più, perché sapeva
che era arrivato il momento di sganciare quella famosa bomba ad
orologeria.
-Sora,
io devo confessarti una cosa molto grave che ho
fatto nei tuoi confronti.- La
rossa inarcò
le sopracciglia e lo guardò confusa, così il
digiprescelto, che aveva tutta la
sua attenzione, continuò.
-Quando
eravamo al cinema, ti ricordi che ti ho sequestrato il
telefono durante la proiezione?- aspettò che la compagna
annuì e,
dopo aver preso fiato, ammise la sua colpa senza
indugio.
-Quando
sei andata in bagno, ti è arrivato un
messaggio di Taichi che ti diceva che non riusciva a scrivere, che gli
dispiaceva per tutto e che gli mancavi. Ed io... l’ho
cancellato!-
-Cos’hai
fatto?- lo sguardo
della
digiprescelta dell’amore cambiò subito da confuso,
ad irritato. Lui sapeva che
in quei giorni lei si stava torturando per il comportamento che Taichi
aveva
avuto nei suoi confronti. “Come ha osato fare una cosa del
genere?” si domandò
Sora.
-Lo
so, sono uno stronzo, mi dispiac…-
-Vattene!-
gli occhi infuocati di Sora lo
intimidirono.
-Io…
ho paura di perderti.
Ero
geloso e adesso mi faccio schifo da solo.- Sora era veramente
arrabbiata, aveva
le lacrime agli occhi e
lo guardava con
disprezzo. Il citofono li fece sobbalzare, la prescelta
dell’amore asciugò
velocemente le lacrime, che non era più
riuscita a trattenere,
con la manica della felpa e corse verso la
porta. Rimase stupita nel trovarsi davanti Mimi, Koushiro e Joe.
-Buongiorno,
abbiamo delle cose da dirti.- la voce gelida della sua
migliore amica fece trasalire Sora,
che
tornò nella cucina seguita dai tre digiprescelti.
-Bene,
sei qui anche tu- disse il rosso rivolgendosi al prescelto
dell’amicizia, appoggiando un contenitore sul tavolo.
-Cos’è?-
né
lei, né Yamato riuscirono a capire cosa fosse quel cerotto
immerso in quel liquido blu.
-Sora,
qualcuno ha cercato di avvelenarti, ecco perché
stavi così male. Se Mimi non ti avesse tolto il cerotto,
mentre eri in quello stato
di convulsione, probabilmente adesso la situazione sarebbe drastica.-
Koushiro
era stato diretto e conciso e l’amica era
sbiancata a quella rivelazione. Non riusciva a spiegarsi il
perché di
quell’azione nei suoi confronti.
-Ma
chi mi vuole morta?- continuò lei strabuzzando gli
occhi.
-Evidentemente
gli stessi che ci hanno teso quella
trappola mortale a Kamakura.- disse Mimi quasi rassegnata.
Ma
il dubbio di Joe fece aprire finalmente gli occhi ai presenti -scusate,
io penso che la stessa persona che ha
tentato di diffondere questo virus, ora voglia uccidere Sora proprio
per via
della sua immunità-
-Immunità?-
chiese la rossa confusa.
-Ho
parlato con mio padre. Dice che
anche un altro uomo ha contratto il virus e che il medesimo
procedimento svolto
su Taichi non ha funzionato. In poche parole, pensiamo che
la
guarigione di Taichi possa essere influenzata
dall'essere un digiprescelto!-
-Taichi…
se quello che dici è vero… Taichi è in
pericolo!- la frase di Sora mandò in panico tutti quanti.
Prese il telefono,
mettendo da parte tutto quello che gli aveva confessato qualche minuto
prima il
suo ragazzo.
-Non
risponde! Chiamata deviata.- il cuore di Sora si
sgretolò in un instante e l’ansia si
impossessò di lei.
-Dobbiamo
andare da lui!- Yamato non aveva dubbi:
dovevano
salvarlo. Prese il telefono e chiamò il fratello per farsi
dare l’indirizzo del
centro di riabilitazione. Joe prese la macchina su
cui salirono anche Yamato, Sora e
Mimi. Lasciarono un posto libero per Taichi; lo avrebbero
portato fuori
da quel posto con le buone o con le cattive, questo era poco ma sicuro.
Koushiro nel
frattempo tornò a casa: avrebbe smosso mari e monti pur di
trovare il modo di chiudere
la questione una volta per tutte.
***
Al
centro di riabilitazione, il telefono dell’aguzzino di
Himekawa suonò.
-Buongiorno,
capo!-
-Come
sta il digiprescelto?-
-E’
ancora vivo. Velocizzo la cosa?-
-Sì,
bravo. Fa quello che devi fare!-
-Ok,
Himekawa!-
La
donna rise soddisfatta davanti allo sguardo
contrariato di Nishijima, che ne aveva abbastanza di vedere tutto quel
dolore.
Voleva fare qualcosa per salvare quei ragazzi. Ma cosa? Quando la sua
superiore
decise di prendersi una pausa e farsi un pisolino nella stanza accanto,
il
giovane hacker fu attirato da qualcosa sul suo computer.
***
I
quattro digiprescelti
arrivarono
al centro di riabilitazione di Shibuya. Joe e Mimi chiesero subito di
Yagami
alla donna posta all’ingresso della hall
dell’ospedale e questa rispose loro
che il ragazzo non poteva ricevere visite. Avevano
già previsto
un’eventualità del genere, quindi,
mentre loro
due la distraevano, Yamato e Sora si infiltrarono nel
lungo corridoio.
-Takeru
mi ha detto che si trova
nella stanza 21!-
Taichi
era ancora cosciente, aveva origliato
la
chiamata del presunto infermiere. Aveva capito di essere nella merda,
ma non fino a quel punto. Doveva provare a fare
qualcosa per uscire da quella brutta situazione, nonostante le sue
forze non
glielo permettessero.
Stava iniziando a fare grandi miglioramenti grazie alla fisioterapia,
ma, dopo
l’arrivo di quello stronzo,
tutti i progressi erano andati a farsi fottere.
Approfittò dell’uscita dell’uomo, che,
sicuramente, era andato a preparare
nella stanza accanto il veleno, o qualsiasi altra cosa che avrebbe
accertato il
suo decesso a breve e, con movimenti stile bradipo, riuscì
a scendere
dal letto e a nascondersi sotto di esso. Il bastardo in questione
riuscì a
trovarlo senza problemi, del resto non sarebbe mai potuto andare oltre
quelle
quattro mura,
viste le difficoltà motorie. Lo prese per un braccio e lo
spinse fuori dal
letto, facendolo strisciare a terra, con lo sguardo di chi
aveva vinto,
e posizionò la siringa sul
suo collo.
-Butta
quella siringa,
bastardo!-
Finalmente
Yamato e Sora arrivarono.
Non avrebbero mai permesso
che gli
succedesse qualcosa. Il biondo prese il sorvegliante dalla spalla e gli
sferrò
un pugnò allo stomaco. Nel frattempo, Sora, con gli occhi
lucidi, si buttò
sull’amico abbracciandolo e strappandogli il cerotto da sotto
il mento,
lasciandolo quasi interdetto da quel gesto. Azione che
scordò velocemente,
insieme al contesto in cui si trovavano,
quando vide la rossa sorridergli ed accarezzargli il viso liscio. Il
castano
ricambiò con un lieve movimento delle labbra e degli occhi;
era felice di vederla. Da quando non gli
aveva risposto al messaggio,
aveva pensato di tutto, soprattutto che lo odiasse
per come l’aveva trattata quella volta in ospedale. Poi un
tonfo fece
sciogliere quegli sguardi e, quando si voltarono, videro il prescelto
dell’amicizia, accasciato su un mobiletto, che, per via della
spinta, era
caduto a terra disperdendo in tutta la stanza i medicinali posti sopra
di esso.
Con esso cadde anche l’omone grasso che era già
pronto a colpirlo. Sora, di
getto, afferrò da terra la siringa che il bestione stava
iniettando al
suo amico qualche istante prima e gliela infilzò sul collo.
Rimasero tutti e
tre allibiti nel vederlo istantaneamente buttarsi a terra,
con la schiuma alla bocca. Il pensiero che, se non
fossero arrivati in tempo sarebbe toccato al prescelto del coraggio, li
fece
rabbrividire.
-Dobbiamo
andarcene subito da qui!-
Yamato
si alzò di scatto e,
insieme all’aiuto di Sora, riuscì
a fare alzare l’amico, scappando dall’ospedale e
correndo verso il parcheggio
dove li attendevano Mimi e Joe. Durante il tragitto
raccontarono a
Taichi tutto quello che era successo ed il rischio che stavano
correndo lui e Sora.
Nell'udire tutti quei discorsi, si sentì male, aveva bisogno
di tanto riposo.
Decisero che il giorno dopo si sarebbero visti tutti a casa Yagami.
Quella
sera, Taichi ne approfittò per rilassarsi con un bel bagno
caldo, passando un
po' di tempo con la sua famiglia come non faceva da tempo.
Koushiro
era stato avvisato della riuscita,
nell’impresa di portare in salvo l’amico e ne era
felice, ma sapeva anche che
non era ancora finita.
-Bene,
Joe, ci vediamo domani mattina alle dieci a casa di Taichi.
Avvisa gli altri, ho tante cose da dirvi.-
Il
rosso,
quel giorno, non era
rimasto a casa a far nulla, aveva scoperto finalmente cosa si celava
dietro a
quel virus ed al suo utilizzo. Era riuscito a mettersi in contatto con
qualcuno, che, finalmente, gli aveva dato tutte le risposte che cercava
ormai
da settimane.
*****
Quella
mattina, i prescelti furono particolarmente
puntuali. Alle
dieci,
infatti,
erano tutti davanti ad un tè fumante alle erbe che Yuuko, la
madre di Taichi e
Hikari, aveva gentilmente preparato prima di uscire per fare la spesa e
lasciare soli i ragazzi durante la visita. Sora
riuscì ad avvicinarsi a
Taichi. Voleva sapere come stava, non avevano avuto veramente modo di
parlare
da quando si era risvegliato in ospedale, visto che l’aveva
trattata in quel
modo quando lei ci aveva provato.
-Come
ti senti?-
-Considerando
che ieri stavo per incontrare il paradiso,
bene.- sorrisero, ma furono presto interrotti. Koushiro si
schiarì la voce per
fermare i discorsi generici dei loro amici.
-Ho
scoperto delle cose che è bene che voi tutti
sappiate.- Quando si accorse di avere tutta l’attenzione su
di lui,
continuò.
-Il
virus con
cui sono venuti in contatto Taichi e Sora deriva dalla
magnetite, come già avevamo previsto. È stato
sviluppato in un laboratorio da
alcuni scienziati, per conto di un uomo potente di Tottori.
Durante lo studio di questa magnetite sono morti tutti gli scienziati
che
avevano preso parte al progetto, circa venti. L’uomo in
questione, nonché
capo del
governo federale, ha come scopo quello di eliminare noi digiprescelti
onde
evitare che distruggiamo il suo vero piano.-
-Cioè,
non siamo noi il vero problema?-
-No,
Yamato, noi siamo solo degli ostacoli.
Vogliono
assicurarsi di toglierci di mezzo, così da non avere
intralci per il
loro piano diabolico. Il loro vero scopo è quello di
diffondere il virus a
Digiworld.-
-Ma
tu come fai ad essere a conoscenza di tutte queste
cose?- Mimi,
che era stata taciturna fino a quel momento, voleva sicurezze.
-Sono
riuscito a rintracciare il punto esatto da dove
sono partiti i sismi quel giorno a Kamakura e sono risalito al computer
che ha
avviato quel processo.
Un certo Daigo Nishijima, un hacker che è stato
ingannato e costretto a fare tutto questo, mi ha inviato
un'email raccontandomi tutto
quello che vi ho appena detto.-
-E
chi ci dice che possiamo fidarci di questo Nishijima?-
il dubbio di Takeru era più che lecito e non era
l’unico ad avere quelle
incertezze.
-Hai
ragione,
Takeru. Infatti, mi sono documentato su
questo tizio. Ho scavato negli archivi del computer del laboratorio e
sono
riuscito a trovare il contratto
di lavoro che gli hanno fatto firmare. Stanno
minacciando la sua promessa sposa e purtroppo non può
tirarsi indietro
nonostante tutto. Mi ha mandato questa email,
ma ha rischiato parecchio e spero vivamente
che quella stronza non lo abbia scoperto, perché altrimenti
sarebbe già
morto.-
Taichi
colpì il tavolo con
la
mano ancora mezza intorpidita,
facendo girare tutti verso di lui.
-Sì,
ma non mi torna una
cosa. Perché quel bastardo vuole distruggere Digiworld?-
-Purtroppo
Nishijima non sapeva nulla a riguardo, come vi
ho detto,
lo hanno indotto a fare quelle cose con la forza. Ma sono
riuscito a
scoprirlo da solo. Le notizie in rete non si possono cancellare!- disse
vittorioso, mostrando ai ragazzi un articolo di giornale che aveva
stampato,
datato Agosto 1999, risalente proprio al periodo in cui loro erano
stati
catapultati a Digiworld. I ragazzi
lo guardarono compiaciuti, sapevano quanto fosse
fenomenale il loro amico, ma stavolta si era proprio superato.
-Cosa
dice l’articolo?- chiese curiosa la giovane Hikari.
-Nel
periodo in cui noi affrontammo
il nostro primo
viaggio a Digiworld, la figlia di un membro dell’istituto di
ricerca di Tottori,
Meiko Mochizuki, trovò uno strano animale con le sembianze
simili ad un gatto.
L’animale in questione non era altro
che un digimon a livello campione.
Si trattava di
Meicoomon, detto anche Libra. La bambina portò
il digimon in casa,
trattandolo come un animale domestico, gli faceva il bagno, ci dormiva
insieme…
poi d’un tratto Meicoomon iniziò a comportarsi in
modo anomalo, mostrando il
suo
lato feroce. Il Professor Mochizuki portò la creatura in
questione ai
laboratori di Tottori per esaminarla. In poche
parole, Meiko e Meicoomon
dovevano far parte del nostro gruppo di digiprescelti quella volta, ma
qualcosa
andò storto. Meicoomon perse il controllo e uccise molti
membri dell’equipe e non
si limitò a
quello poiché fece fuori anche la figlia. E con questo posso
solo dedurre che
il padre non abbia mai voltato pagina e che adesso, che
è al capo del
governo federale, voglia vendicarsi.-
Erano
tutti attoniti e nessuno riusciva a proferire
parola dopo quelle rivelazioni. Poi la voce triste di Sora
fermò quel silenzio.
-Che
proponi di fare, per farla finita una volta per
tutte?-
-Ho
pensato che stavolta potremmo
essere noi a tendergli una
trappola. L'idea sarebbe quella di fargli arrivare, in qualche modo, la
voce di
un nostro possibile incontro con lo scopo di aprire un varco, per
andare a
trovare i nostri Digimon. Non perderanno di certo l’occasione
di farci fuori
tutti in un colpo. Ma noi, grazie all’aiuto del fratello di
Joe, che lavora in
polizia, stavolta non ci faremo cogliere impreparati!-
-Sei
un fottuto genio, amico!- Taichi era veramente fiero
di
lui.
Avrebbero preparato un piano con fiocchi a quei bastardi.
Erano
tutti fiduciosi e allo stesso tempo preoccupati, ma
dovevano riuscirci per il loro bene e per quello di Digiworld.
Koushiro
non aveva concluso.
-Ho
un’ultima cosa da dirvi. Qualcuno dì
voi già ne è
in parte al corrente, ma è meglio che sia Joe a spiegarvi
tutto.- Lo sguardo
del prescelto, per un attimo,
preoccupò i suoi amici. Il ragazzo dai capelli blu
spiegò
di un dialogo che aveva avuto con il padre la sera precedente.
Raccontò
dell’uomo che era arrivato in ospedale e che, nonostante
i vari
tentativi alla fine era morto.
-Da
questa cosa,
mio padre ha
dedotto che Taichi si sia salvato dal virus solo perché la
trasfusione è
avvenuta con il sangue di Sora e non di una qualunque altra persona.-
Sora
si sentiva compiaciuta del proprio gesto
verso il suo amore segreto, gli aveva promesso che lo avrebbe salvato e
lo
aveva fatto sul serio. Accanto a lei, Taichi, sconvolto all'idea che,
se non ci
fosse stata Sora, propria la Sora di cui si era reso conto di amare,
lui
sarebbe morto.
In
seguito a questa deduzione,
che spiazzò i ragazzi,
prese
parola ancora Koushiro.
-A
questo proposito, sono riuscito a mettermi in contatto
con Gennai e mi ha confermato che i nostri geni sono modificati.
Nel caso di
Taichi e Sora, la riuscita è dovuta al loro legame, in
quanto portatori della
digipietra del coraggio e dell’amore. Questo significa che il
sangue di Sora
potrebbe non salvare uno di noi. I geni, a detta di Gennai devono
essere
compatibili tra di loro. In poche parole Taichi
è stato fortunato. Inoltre, se Miyako, Ken,
Cody e Daisuke fossero stati con noi, probabilmente avremmo potuto
provare a
salvarli.-
Il
rosso era stato chiarissimo. Taichi guardò
Sora
e la ringraziò con lo sguardo.
-Ora
si spiegano ancora più cose sul perché vi avevano
preso di
mira. Loro vi vedono
come antidoti
ambulanti, oltre che digiprescelti.- disse triste la più
giovane del gruppo,
guardando con occhi lucidi il fratello e l’amica.
Ora
che erano veramente al corrente di tutte quelle rivelazioni,
avevano bisogno di un piano dettagliato. Non
potevano sbagliare nulla. Quella sarebbe stata la resa dei conti e loro
dovevano uscirne vincitori per liberarsi una volta per tutte da quella
malvagità.
Quando
i ragazzi lasciarono l’appartamento di
Taichi, il digiprescelto della saggezza chiese a Sora di trattenersi
qualche
altro minuto, sotto lo sguardo di disappunto del suo ragazzo. Sora
accettò e,
quando rimasero solo loro due, insieme a Taichi ed alla sorella, il
rosso
raccontò l’ultima parte che non aveva osato dire
davanti al resto del gruppo.
-Prima
ho omesso un piccolo particolare riguardo la
storia della trasfusione. Come vi ho già spiegato, per far
sì che la guarigione
riesca, i geni modificati devono essere compatibili tra di loro-
-Okay...
quindi?- il suo amico non capiva e voleva
ulteriori spiegazioni.
-Gli
elementi del coraggio e dell’amore sono legati
tra di loro sin dal principio e rispecchiano i vostri sentimenti. Il
loro
legame è forte a tal punto da far permettere tutto
ciò.- Koushiro notò le facce
basite e confuse dei tre amici, perciò approfondì
il discorso rivelatogli da
Gennai.
-Quando
i profeti crearono le digipietre per noi,
prima di distribuircele, ci studiarono. Di conseguenza, non
è un caso se queste
sono state assegnate a voi. Coraggio e amore sono destinati a stare
insieme,
quindi, in un certo qual senso, lo siete anche voi. Ecco, mi sembrava
giusto
dirvelo in privato.- disse, infine, quasi imbarazzato, notando che
anche i due
amici erano paonazzi, mentre la piccola Hikari se la rideva sotto i
baffi.
-Detto
ciò, io scappo. Ho da preparare un piano con
Nishijima.- e uscì in fretta.
Hikari
lo imitò: era giusto che quei due
rimanessero da soli dopo quella scoperta.
Rimasti
soli, Taichi e Sora non riuscirono a
proferire parola, finché lui, da gentiluomo, decise di
iniziare il discorso.
-Bene,
quindi se in quella caverna non ci fossi
stata tu, io non sarei sopravvissuto.- disse con un tono melodrammatico
e un
sorriso mellifluo.
-A
quanto pare- ricambiò il sorriso con una
dolcezza che schernì il cuore dell’amico.
-Grazie
di cuore, Sora, ti devo la vita.- la
ragazza stava per rispondergli, quando la suoneria del suo telefono
richiamò la
sua attenzione: era Yamato.
-Allora,
hai finito? Ti sto aspettando davanti al
bar all’angolo.-
-Sì,
arrivo!- sorrise mesta all’amico per poi
salutarlo e lasciare l’appartamento per raggiunge quello che,
nonostante tutto,
era il suo fidanzato.
NOTE
FINALI
Ecco
fatto! Spero di non avervi deluso con le spiegazioni in merito a tutti
gli
enigmi… come vedete Taichi è salvo, sì
ancora un po’ acciaccato ma si
rimetterà, ve lo assicuro.
Andiamo
in ordine:
I
cattivi (che per chi conosce il fandom sono tratti da Digimon Tri,
usandoli
però per una versione tutta mia visto che ho cambiato tutte
le loro identità)
vogliono eliminare Digiworld a causa di una vendetta. Meiko doveva
morire in
qualche modo. Quindi dovevo trovare il modo io... (spero che le mie
comari del
fanclub “MUORI COZZA” apprezzino).
L’arcano
è stato svelato grazie all’aiuto di Nishijima (che
non avrei mai potuto far
diventare cattivo) in collaborazione col genio Koushiro.
Quindi
i nostri eroi sconfiggeranno quei pazzi criminali? Lo scopriremo al
prossimo
capitolo. Spero di ritrovarvi e di non perdervi durante il tragitto.
Ringrazio
come sempre la beta del mio cuore Digihuman.
Ringrazio
tutti i lettori e recensori e ringrazio anche chi si stia accollando
questa
long pur non conoscendo il fandom e leggendola da originale.
Grazie
di cuore a tutti
Wendy