Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Shora    22/05/2020    2 recensioni
Può l'amore esistere tra persone separate da secoli di differenza? E se ciò accadesse che ripercussioni avrebbe sugli anni a venire? Il destino ha deciso di unire tre ragazzi. Amore, morte, misteri... Cosa nasconde Parigi che tutti ignorano? Che segreti custodiscono le persone che ognuno di loro pensava di conoscere?
Ecco a voi il primo capitolo di quella che spero cresca e diventi una trilogia. Buona lettura e spero vi piaccia XD!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Chloè, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo undici:
Il suono della sveglia mi avrebbe strappato dai sogni se solo quella notte li avessi fatti. O avessi anche solo chiuso occhi. La notte era passata lenta, ma inesorabile lasciandomi da sola con i miei pensieri e tormenti. Il mio desiderio di non svegliarmi più era stato assurdamente trascurato, lasciandomi anzi completamente sveglia per una notte intera. Nemmeno avessi tutte queste cose a cui pensare poi! Solo uno stupido ragazzo e una stupida vita che mi ero stupidamente tirata addosso. Se solo fosse stata lontana da Notre Dame quel giorno! Mi misi a sedere. Gli occhi bruciavano e dovevo avere un aspetto orribile. I capelli, lo sentivo, andavano da tutte le parti. Spensi la sveglia che stavo continuando a pigolare con un sospiro. L’unica conclusione che avevo maturato durante la notte era stata quella con la quale non mi sentivo ancora del tutto sicura: volevo mollare. Non ero sicura di voler continuare. Non sapevo nemmeno di chi potevo fidarmi e questo mi faceva sentire molto sola. Inoltre se mollavo tutto non avrei più visto Adrien e magari quello che si era accesso dentro di me si sarebbe poi spento. Era un pensiero assurdo, lo sapevo, ma volevo tornare alla vita di prima. Davvero nulla sarebbe stato come qualche settimana fa? Mai più? Mi specchiai per farmi i soliti codini e la mia faccia aveva davvero una brutta cera. Le occhiaie erano così profonde che mi arrivavano praticamente alle labbra. Sospirai e pensai che per una volta potevo il correttore di mia mamma, prima di andare a scuola.

In classe la situazione non la situazione non migliorò. Seduta al mio banco sentivo Chloè lanciarmi occhiate perforanti che ignoravo. Nemmeno la lezione mi distrasse, l’unica cosa che facevo era scarabocchiare sul quaderno per non insospettire la professoressa. Tra Adrien e la situazione dei viaggi nel tempo, alla lista, si era aggiunta anche Tikki. Dovevo rincontrarla, assolutamente. Avevo in mente anche una mezza idea di come fare e avrei messo in atto il mio piano questa notte o al massimo domani. Un pizzicotto su una coscia mi catapultò nella realtà. Mi voltai verso Alya.
«Tutto okay? Hai un aspetto orribile.»
«Ho solo dormito male.» le sussurrai. Quanto avrei voluto raccontarle tutto! Tra migliori amiche non si dovevano avere segreti no? Io invece ne stavo accumulando sempre di più.
«Sei sicura? Come ti sei fatta quel taglio sulla guancia?» insistette lei. Finsi di prestare attenzione alla lezione, sperando che di demoralizzarla e pensavo di esserci riuscita se non che, alla fine della giornata scolastica, mentre stavo per dileguarmi alla chetichella, la mia migliore amica mi fermò, afferrandomi per un polso.
«Allora, vuoi dirmi che succede?» mi guardava seria. Feci un sorrisino.
«A che ti riferisci?»
«A tutta questa tua mania evasiva. Qualcosa non va Marinette?» cavoli, era davvero preoccupata. I suoi occhi erano cupi e c’era anche una traccia di delusione. Potevo davvero capirla, ma se le avessi detto qualcosa mi avrebbe creduto? Forse avrebbe preso tutto come una presa in giro e si sarebbe arrabbiata davvero questa volta. Mi tirai i codini e feci un verso esasperato. Alya mi guardò confusa.
«Credimi se ti dico che vorrei davvero dirti cosa sta succedendo.» le dissi. «Ma non posso...» conclusi.
«Non ti fidi di me?» domandò colpita.
«No, no, assolutamente!» mi affrettai a dire. Mio Dio! Non potevo perdere anche l’unica amica che mi era rimasta.
«E allora cosa?»
«È una cosa così assurda che fatico a crederci anche io stessa. Se te lo dicessi, non so se mi crederesti.» ci fissammo un po’ negli occhi. Poi lei sembrò capire. Annuì.
«Dimmi se almeno posso aiutarti, in un qualche modo.» mi disse. Ci riflettei. Effettivamente qualcuno che potesse aiutarmi a ricercare alcune informazione che i miei “compagni” sembravano così restii a darmi mi avrebbe fatto comodo.
«Potresti aiutarmi cercando qualche informazione per me ogni tanto.» lei annuì.
«A che proposito?» chiese.
«Vedi se riesci a scoprire qualcosa a proposito una certa Tikki vissuta nel 1600.» Alya fece una faccia stupita. Poi sorrise.
«Un giorno pretenderò delle risposte.» mai le fui così grata come in quel momento. Ci salutammo e io mi diressi verso casa mia se non che una limousine nera mi si affiancò durante il tragitto e come nei peggiori film di serie B il finestrino oscurato si abbassò, solo che al posto dell’agente segreto in occhiali scuri comparve il viso di Chloè.
«Sali, M. Agrèste vuole vederci.» mi disse, quasi seccata. Salii. Alla villa venimmo ricevute da Gabriel, già in compagnia del figlio. Adrien mi lanciò uno sguardo colmo di tristezza per come ci eravamo lasciati la sera prima. Lo ignorai e mi concentrai sulle parole dell’uomo.
«Vi chiedo scusa per questa breve riunione senza preavviso.» cominciò. Mentre Chloè si accomodava accanto al ragazzo, io rimasi in piedi, con le braccia conserte. Mentre M. Agrèste continuava a parlare, io feci vagare lo sguardo per stanza e notai una cosa. Mi chiesi come mai non l’avessi vista prima. Accanto alla porta dello studio dove ci trovavamo c’era una sorta porta chiavi come quello degli alberghi, dove erano appese un sacco di chiavi di tutte le fogge e colori con annessa etichetta per cosa aprivano. Quella che attirò la mia attenzione fu quella della casa in Place Royale. Forse...
«Non possibile! È ridicolo!» la voce di Chloè mi distolse dai miei pensieri.
«Marinette non è minimamente pronta. Ancora non se la cava bene con il valzer e il minuetto, a detta di Franz, non ha idea di come ballarlo.»
«Non è così male.» intervenne Adrien in un vano tentativo di difendermi. La ragazza lo fulminò con lo sguardo.
«Sei forse un insegnante di ballo?» domandò ironica lei. Si rivolse di nuovo a Gabriel.
«Non è pronta, risulterebbe come un pesce fuori d’acqua. Possiamo andarci solo io ed Adrien!» se solo non mi fossi distratta ora saprei da cosa volevano escludermi per l’ennesima volta.
«In questa operazione la Coccinella è fondamentale.» disse lapidario M. Agrèste.
«Non dovrà ballare per forza.» mi guardò.
«Te la senti Marinette?» non volevo far capire che cadevo dalle nuvole.
«Certo.» risposi senza nemmeno sapere che cosa avevo accettato.
«Perfetto, allora domani dopo scuola, verrete qui per prepararvi alla serata. Io e Andrè vi accompagneremo personalmente a Versailles.» mmhh, certo. Saremmo andati a Versailles. Sarebbe stato bello sapere anche per cosa, ma non dovevo far capire che non ero stata attenta. Certamente origliando qualche conversazione avrei capito. Chloè si profuse in una serie di lamentele e ciò distrasse sia Adrien che M. Agrèste. Mi avvicinai furtiva al portachiavi appeso alla parete e mi intascai la chiave per il passaggio al 1682.

 

La sera arrivò prima che la mia preparazione psicologica fosse effettivamente completa, ma non potevo più tirarmi indietro. Dopo essermi anche prestata ad un furto non avevo più scuse. Finsi di andare a letto, ma invece del pigiama indossai un paio di jeans e una normale t-shirt, con un felpa legata in vita, nel caso facesse freddo e poi attesi che la casa divettasse silenziosa. Quando fui sicura che i miei genitori fossero a dormire mi decisi ad andare. Mi assicurai di avere con me la chiave e il biglietto che avevo intenzione di dare a Tikki, poi uscii di casa. Nonostante l’ora tarda Parigi era ancora piena di vita. L’aria era leggermente fredda, ma non ancora così tanto da costringermi a coprirmi. Veloce come una ladra mi diressi verso la casa in Place Royale. Circospetta aprii la porta e me la richiusi alle spalle. Quello che stavo per fare mi faceva sentire una traditrice. Ma stavo davvero tradendo? Ero davvero schierata della parte giusta? E ancora più importante: ero davvero schierata? Con un profondo respiro varcai il portale. Il 1682 era tranquillo. Nessuno in vista. Rasente ai muri, per farmi notare il meno possibile da qualche poco probabile passante mi diressi in fretta verso il portale per il 1421. Dopo la dolorosa scossa arrivai dall’altra parte. Anche in questo secolo tutto tranquillo. La casa di Tikki non distava troppo. Veloce mi diressi verso la piccola abitazione. La chiave, come sospettavo era sotto lo zerbino. La piccola casa era vuota. Posai il biglietto al centro del tavolo e lo rilessi, giusto e per essere certa che fosse semplice, ma comprensibile: “Tikki per favore, incontriamoci qui il cinque maggio. -La Coccinella”. Perfetto. Per essere capibile era capibile. Bisognava solo sperare che Tikki venisse qui e trovasse il biglietto. Mi scappò un sorriso al pensiero che quella data in un altro secolo sarebbe stata parecchio importante. Poi mi riscossi e sperai che da qui ad una settimana potessi vedere la mia antenata. Uscii, chiusi a chiave e rimisi quella sotto lo zerbino. Con il cuore in gola per la paura di un assalto da qualche malvivente quasi corsi al portale. Lo attraversai e venni percorsa di nuovo da quella strana scarica elettrica, anche se da quel che avevo capito era lo sforzo per tutti i secoli che il corpo sosteneva. Una volta al di là del muro feci un sospiro di sollievo. Ero a metà dell’opera.
«Disturbo?» domandò una voce, dal tono gelido alla mia sinistra. Mi voltai fulminea, reprimendo un grido che avrebbe svegliato altrimenti tutta la Parigi del 1682. Davanti a me c’era Adrien con le braccia incrociate e la fronte aggrottata. Solo una parola mi venne in mente in quel momento: merda!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Shora