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Autore: Alyss Fibel    23/05/2020    0 recensioni
Dopo la morte dei genitori Ayano Hayasaka si è segretata in casa, ma ora, ad estate inoltrata, era pronta per ricominciare da capo: la Yuei era il suo punto di partenza.
Scoprirà di aver condiviso in passato momenti felici con uno dei ragazzi della classe, mentre l'oscura verità sulla morte dei genitori verrà a tormentarla come una tempesta.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shigaraki Tomura, Shouto Todoroki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il sole filtrava pigramente tra le tapparelle socchiuse mentre una lieve brezza mattutina faceva oscillare le tende della finestra. La sveglia suonò alle sette in punto interrompendo quel poco di sonno che era riuscita a conquistare quella notte.
Ayano Hayasaka balzò dal letto, i piedi nudi sul pavimento di legno. Tra uno sbadiglio e l’altro lanciò una breve occhiata alla valigia di fronte alla scrivania. Appesa al muro c’era la sua nuova uniforme scolastica: una camicia bianca a maniche corte, cravatta rossa e gonna verde foresta.
Si avviò verso il bagno e dopo essersi lavata e preparata, scese in cucina.

<< Come ti senti all’idea di ricominciare la scuola? >>

Kei Haysaka, lo zio paterno che da un anno e mezzo si prendeva cura di lei, si avvicinò. In mano teneva una spada di legno.
Era l’unico proprietario del dojo dove Ayano aveva trascorso i suoi ultimi 18 mesi.

<< Non so… è strano. >> ammise con un tono leggermente preoccupato.

Kei non le aveva mai fatto pressione sulla questione della scuola, anzi, non le aveva mai fatto pressione su niente a eccezione degli esercizi con la spada. Era una persona comprensiva ed estremamente tranquilla, l’unico su cui la ragazza poteva contare.
Dopo tanto tempo, finalmente aveva raccolto il coraggio di cui aveva bisogno: era pronta a ricominciare da capo.
 
La prestigiosa scuola per la formazione di nuovi eroi aveva costruito e messo a disposizione dei dormitori ai ragazzi in un brevissimo lasso di tempo. Questa era stata una misura dettata dal senso di responsabilità e sicurezza verso i propri studenti, che, nell’arco di quattro mesi, furono attaccati ben due volte dall’Associazione dei Criminali – rischiando grosso.
Quello era il primo giorno in cui tutti si ritrovarono sotto lo stesso tetto. Uno strano senso di agitazione misto all’entusiasmo si era mischiato tra i presenti.
I ragazzi della 1-A erano in piedi davanti all’entrata affiancati dai rispettivi bagagli.

<< Non trovate sia una cosa bellissima? Vivere tutti insieme? >> esordì Kaminari.
<< Sì. Vivere insieme con le RAGAZZE. >> rispose Mineta, guadagnandosi il disgusto del sesso opposto.

Il chiacchiericcio generale fu interrotto dal professor Aizawa, che, prima di mostrare il dormitorio, si premurò di ricordare loro che praticamente tutti avevano rischiato l’espulsione: cinque di loro per aver agito senza consenso e gli altri per non aver cercato di fermarli. Parole dure che diedero ai ragazzi modo di riflettere sulle proprie azioni e di capirne, in parte almeno, la gravità.

<< Ah giusto, da oggi si unirà una nuova studentessa a noi. >>

Lo stupore fu generale. Che qualcuno venisse ammesso a corso già iniziato era un evento più unico che raro.

Appena varcata la soglia dell’enorme cancello scolastico, Ayano e Kei furono accolti dal preside, un essere dall’aspetto umanoide ma con caratteristiche animali, accanto a lui c’era un uomo alto e magro, con dei capelli biondi a spina e dei baffetti.

<< Nezu-san, quanto tempo. >>
Il primo a parlare fu lo zio di Ayano, che conosceva il preside da diversi anni.
<< Kei-kun. Sei cresciuto tanto. >> I suoi occhi catturarono quelli della ragazza accanto all’amico.
<< Tu devi essere Ayano-chan, benvenuta alla Yuei. >> disse porgendole la mano.
<< Grazie signore. >> rispose lei stridendogli la mano.
<< Ti ringrazio per averla accolta in questo momento. >>
<< Figurati Kei. Anzi, siamo lieti di averla con noi. Da quello che mi hai raccontato deve possedere delle buone qualità. >>
Kei e il preside scambiarono altre quattro chiacchere, mentre President Mic spiegava alla nuova studentessa il sistema scolastico.

Dopo aver salutato lo zio, Ayano si avviò verso i dormitori seguendo le indicazioni dell’insegnate. La struttura distanziava solo cinque minuti a piedi e dall’aspetto esteriore sembrava davvero spaziosa e confortevole come posto. La ragazza si fermò davanti al muretto che fungeva da recinzione, al centro del prato era radunata un’intera classe.

<< Oh. È arrivata. >> disse il professore Aizawa, mentre i presenti si voltavano nella direzione seguendo lo sguardo dell’hero.

Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che si era trovata davanti a così tante persone. L’agitazione le stava attorcigliando lo stomaco.
Quando il professore le fece segno di avvicinarsi, i suoi piedi, che parvero di piombo, si trascinarono fino al gruppo. Fece un respiro profondo e si presentò.
<< B-Buongiorno. Il mio nome è Ayano Hayasaka e da oggi farò parte della vostra classe. Yoroshiku onegaishimasu. >> concluse con un inchino.
<< Benvenuta! >> risposero in un coro poco ordinato.
<< Sei straniera, vero? >> domandò una ragazza tutta rosa.
<< Sì, mezza inglese. >>
<< Wow, che figo! Non ho mai visto una mezzosangue! >> esordì un ragazzo dai capelli rossi a porco spino.

Uno ad uno i nuovi compagni con i quali avrebbe trascorso tutto il suo tempo si presentarono. L’impressione che ebbe della classe fu positiva e questo fece diminuire lo stato di oppressione nel quale si trovava poco fa.
Tuttavia, uno strano senso di deja-vu la travolse quando un ragazzo dai capelli mezzi bianchi e mezzi rossi si presentò – si fissarono negli occhi senza dire nulla, tutto in quel brevissimo momento parve scomparire, ma lo scenario fu immediatamente travolto.

<< Diventiamo amiche Ayano-chan! >>
<< Con piacere… ehm… Asui-san? >>
<< Chiamami Tsuyu-chan! >>

Il professor Aizawa interruppe il momento di confusione per riportare l’attenzione ai dormitori.
<< Quando avrò finito il giro, potrete continuare a chiacchierare. Ora andiamo. >>

La struttura era divisa in edificio femminile e maschile, al piano terra di trovavano gli spazi in comune tra cui la sala da pranzo, i bagni e le lavatrici. Di piani ce ne sono quattro e su ognuno ci sono tra le cinque e sei camere singole, ognuna provvista di condizionatore, armadio, frigo e toilette.
La stanza di Ayano si trovava al quinto piano, insieme a quella Yaoyorozu e Asui.

Ognuno di loro si prese la briga di arredare la propria camera una volta che il professore lasciò a struttura – i scatoloni che furono recapitati il girono prima furono disfatti e sistemati, così come i bagagli.
Si dice che la camera di una persona ne rispecchi la personalità e che si possa capire molto dal tipo di oggetti che vi si trovano all’interno.

Nella stanza di Ayano prevaleva il colore verde, le lenzuola e le tende erano del colore dello smeraldo. Un tappeto a pelo corto grigio era posizionato ai piedi del letto ed un altro, dalla forma rotonda, al centro della camera. Sulla parete sinistra appese la spada che lo zio le aveva regalato per il suo compleanno – “l’ira del vento”, così l’aveva chiamata. Una spada dai riflessi verdi con il manico argentato.
Alla parete sopra il letto aveva appeso una foto dello zio e una del padre – quella che inoltre doveva essere una foto di famiglia, era tutta stropicciata e bruciacchiata. Mentre passava il dito sui bordi, gli occhi cominciarono a bruciarle, mentre stringeva tra i denti l’interno della guancia fino a sentire il sapore del sangue.
Quando bussarono alla porta lanciò la fotografia a terra, fece un respiro profondo ed aprì.

<< Hayasaka! Ti disturbiamo? >>
Le ragazze della classe si erano radunate davanti alla porta con in mano dei biscotti e dolciumi – Ayano sorrise e si fece da parte, permettendo alle compagne di entrare.
<< Che carina la tua stanza! Mi piace l’abbinamento dei colori! >> disse Uraraka guardandosi attorno.
<< Grazie Uraraka-san. >>
<< Ochako! >> sorrise.
 
L’ora seguente la passarono a conoscersi a vicenda – la prima impressione che aveva avuto la nuova arrivata era stata appena riconfermata: le sue compagne di classe erano davvero simpatiche e gentili, inoltre possedevano delle unicità ammirevoli. Erano persone alla mano, capaci di farti sentire a tuo agio. Ayano aveva dimenticato quanto questa sensazione potesse essere piacevole e necessaria, solo ora se ne rendeva conto.

<< La tua unicità è il vento? >> domandò Tsuyu.
Ayano annuì.
<< Wow! Non ho mai visto nessuno del vento qui in Giappone! In Inghilterra avete unicità diverse! >> disse Yaoyoruzu.
<< Per me è lo stesso – è la prima volta che sento nominare certe unicità. Sono tutte fantastiche! >> disse con un sorriso.
<< È da tanto che sei n Giappone? >> domandò Hagakura, la ragazza invisibile.
<< Mi sono trasferita un anno e mezzo fa. >>
<< Con la tua famiglia? >>
Alla domanda la ragazza si irrigidì e scosse la testa. L’espressione del volto si era incupita.
<< S-scusami forse mi sono impicciata troppo… >> si affrettò a dire Hagakure.
<< Eh? Ah no scusami tu! Dovrei essermi abituata, e invece è ancora difficile… >>
Tsuyu accarezzò la testa della ragazza, un gesto tanto semplice quanto profondo.

<< I miei genitori sono morti. >>

 
   
 
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