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Autore: Alaska1909    24/05/2020    0 recensioni
Marianna, dopo ciò che è successo nella sua scuola, si trasferisce ad Hogwarts, dove incontra Harry e i suoi amici. Conosce anche Draco Malfoy, che però non le piace neanche un po'.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ciao a tutti! Il mio nome è Chiara, ho 19 anni e ieri ho trovato per caso il mio diario di quando avevo 12 anni. In suddetto diario ho trovato questa fanfiction che credo abbia visto luce, ma essendo una ragazzina non scrivevo benissimo (oddio, in realtà una mia vecchia fanfiction era andata anche discretamente, non so perché questa no ma vabb). Il punto è che questa fanfiction ha subito delle modifiche ad oggi, ed è stata resa più presentabile al pubblico, spero vi piaccia. :)

 

Preciso una cosa: questa storia è completamente di mia invenzione, nessuna di queste cose è stata detta dalla Rowling, ho inventato tutto io. Lasciate una recensione, se vi va :)

PRIMA PARTE

 

La Cuenta

Cade giù il soffito e crolla il cielo in questa stanza
Si aprono le acque mentre passa l'ambulanza
Mentre io ti strappo i tatuaggi dalle braccia
La luna è già di schiena e c'è la gente che si affaccia

C'era una volta, una ragazza che aveva lasciaro da poco la scuola di magia italiana Artemisia e che si chiamava Marianna. Non aveva avuto un'estate particolarmente felice, per diversi motivi di cui in seguito parleremo, ma avete presente quando ti accade qualcosa di orribile e vuoi cambiare vita? Sì, era esattamente quello che aveva fatto. I suoi genitori erano insegnanti, anche se lei non aveva molti contatti con la madre. Viveva in Francia da anni e insegnava pozioni a Beuxbaton, invece suo padre insegnava Divinazione all'Artemisia. Inutile dire che lei avesse molta predisposizione per la materia insegnata dal padre, aveva un occhio interiore molto potente. I suoi G.U.F.O erano stati molto alti, sapeva già cosa avrebbe frequentato ad Hogwarts.

Comunque, arrivò l'1 Settembre e arrivò il momento di prendere l'Espresso per Hogwarts. Non ebbe un viaggio molto tranquillo poiché passò la metà di quest'ultimo a cacciare il suo gatto, Paco. A fine viaggio, quando il treno si fermò ad Hogwarts, fu una delle ultime a scendere dal treno (colpa del gatto), e andò verso i controlli. Arrivata lì, si accorse che c'era un ragazzo dai capelli biondi parecchio irritato dalla situazione. Le fece pena, così lanciò un incantesimo confundus sul custode. Il ragazzo si girò a guardarla. Era davvero bello, occhi azzurri, capelli biondissimi...

“Assomiglia a lui.” pensò lei tristemente, ma cacciò via quel pensiero. Il ragazzo biondo comunque non disse nulla e andò via senza nemmeno ringraziarla, e lei ci rimase un po' male.

“No, non gli somiglia proprio. Lui non avrebbe mai fatto così.” pensò mentre Gazza la controllava e si sentì quasi arrabbiata. Ma non conosceva quel tipo, quindi non ci si soffermò più di tanto.

Arrivata in Sala Grande, fece lo Smistamento con i ragazzini del primo anno e capitò nella casa di Serpeverde. Andò a sedersi nel loro tavolo e si accorse che c'era quel ragazzo biondo, che aveva un'aria completamente assente e Marianna si chiese a cosa pensasse, ma non ci fece caso dopo un po' perché tutti la tempestavano di domande su chi era e da dove veniva. Poi ci fu il discorso di Silente, e fu lui stesso a presentarla. Tutti sapevano cosa era successo all'Artemisia, e molti studenti italiani erano lì. Non i suoi amici, altri avevano optato per altre scuole. Ma suo padre aveva studiato lì e a lei l'Inghilterra aveva sempre affascinato.

Dopo la cena furono tutti condotti nelle Sale Comuni (cosa che all'Artemisia non esisteva), e dovette ammettere che quella di Serpeverde era molto bella, elegante. Pansy Parkinson, il prefetto, le spiegò un po' come funzionava. Le presentò anche il ragazzo biondo e scontroso, che si rivelò chiamarsi Draco Malfoy. Si guardarono un attimo, ma lui non disse nulla e nemmeno lei. Le spiegò come funzionava e le chiese come erano andati i suoi esami in Italia. Poi le fece una domanda curiosa: “Sei Purosangue vero?”

Marianna ci pensò un attimo, perché la domanda le parve strana. Lo era, ma all'Artemisia a nessuno importava se eri puro o mezzosangue.

“Sì, ma perché?”

“Oh, nulla. Per alcuni di noi la purezza di sangue è un fattore importante, non vorrei avessi problemi.”

“Davvero?”

“Beh sì, in Italia no?”

“Non molto. La mia famiglia è famosa e anche abbastanza ricca, ma non ho nessun tipo di pregiudizio.”

“Ah, molto bene capisco.” disse Pansy, un po' stranita.

“Dai Pansy, smettila di torturarla.” Pansy si girò a guardare. A parlare era stato Draco, il ragazzo biondo.

“Tu che vuoi, Malfoy?”

“Lasciala in pace, sarà anche stanca, hai stressato pure me con queste domande che ti conosco da sei anni, pensa lei che ti conosce da mezz'ora come deve sentirsi.”

Pansy lo guardò male, poi si girò verso Marianna, brontolò un “buonanotte” e andò via.

Il ragazzo biondo, non le disse nemmeno quel “buonanotte” e andò via.

Decise di rimanere un po' là in Sala Comune, e fissava il fuoco pensando a ciò che era appena accaduto e a quel ragazzo che le sembrava assurdamente bipolare ma attraente.

 

Il giorno dopo, Marianna andò a prendere il suo orario e controllando le prime lezioni si accorse che la prima era pozioni col professore Lumacorno. Pozioni tutto sommato le piaceva, e sua mamma le aveva dato sempre utili consigli. All'Artemisia era una delle più brave grazie anche a questo piccolo “aiutino”. Quel giorno Lumacorno aveva chiesto alla classe di preparare il distillato della morte vivente. Chiunque ci fosse riuscito, avrebbe ricevuto una boccetta di Felix Felicis.

Mentre Marianna era intenta a preparare la sua pozione, si accorse che il ragazzo biondo era in difficoltà. Si avvicinò e gli disse: “Guarda che non si fa così! Devi mettere questo, e poi quello, non viceversa!”

Lui la guardò con i suoi freddi occhi color ghiaccio. Si fissarono per qualche secondo e lei si sentì incantata da lui. Poi però lui disse: “Non ho bisogno del tuo aiuto, ce la faccio benissimo da solo. E poi, nel libro non c'è scritto così.”

“Guarda che il libro non è sempre esatto...”

“Sì, e io dovrei credere a una ragazzina di 16 anni appena arrivata che si è persa cinque volte prima di arrivare qua anche se l'aula di Pozioni è praticamente attaccata alla nostra Sala Comune.”

“Che vorresti dire?”

“Che non ti conosco e onestamente non mi sembri proprio un tipo affidabile.”

“Beh se lo vuoi sapere nemmeno tu. Non mi piaci neanche un po'!”

“Secondo me sì invece. Non mi conosci per niente ed è già la seconda volta che mi aiuti senza nessun motivo.”

“Cerco solo di essere gentile, ma a quanto pare non ti piace molto come cosa.”

“Esatto, fatti gli affari tuoi e lasciami in pace.” disse lui e tornò a preparare la sua posizione.

Ma come mai
Te l'avevo detto mille volte facevi sì
Ma tu non mi ascolti mai
Ti cerco nell'ombra
Sotto questi lampioni rotti
Ma in questa città
Non c'incontriamo mai

Marianna non vinse la sfida probabilmente per colpa di quella breve conversazione, perché Harry Potter la battè sul tempo. Non che le importasse, conosceva Harry solo per la sua storia. Onestamente quando l'anno precedente lui aveva dato l'allarme del ritorno di Colui che non deve essere Nominato e nessuno gli aveva creduto, lei invece sapeva che era vero. Lo aveva visto. Aveva visto l'attacco al Ministero e anche un attacco ad Hogwarts e qualcosa le diceva che sarebbe avvenuto presto e che sarebbe morto qualcuno. Aveva avuto anche qualche visione di ciò che era successo all'Artemisia, ma non erano nitide e non aveva capito bene.

Poi tutto si era realizzato e aveva capito benissimo.

Comunque, Lumacorno la riconobbe subito, dicendole che era identica a sua madre e che aveva ereditato il suo talento e la invitò insieme ad Harry e altri studenti a delle cene e per passare tempo insieme.

Vedeva Draco che la guardava male da lontano. Lei fece un sorriso come per dire “così impari a non ascoltarmi” e lui se ne andò.

Lo trovò nell'aula di Storia Della Magia, dove fissava il vuoto. Sembrava completamente assente e lei lo fissò per tutta la lezione. Era come se fosse attratta da lui e i suoi occhi potessero guardare solo quello. E non capiva perché. Il suo modo di fare era troppo scontroso, arrogante, come se tutto gli fosse dovuto. Non le piaceva nemmeno un po'. Nemmeno quando, durante tutta la lezione, si era girato spesso per guardarla e lei abbassava lo sguardo per farglielo capire

  
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