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Autore: therealbloodymary01    24/05/2020    1 recensioni
Avete presente quando re Alined vuole la guerra e cerca di far innamorare Artù di Lady Vivian? E se qualcosa andasse storto? Se per un gioco del destino il principe si ritrovasse completamente infatuato del suo servo? Cosa accadrebbe? Leggete per scoprirlo!
Dal testo:
Merlino non poteva negare che il principe fosse senza ombra di dubbio decisamente attraente, ed era capitato più volte che gli provocasse dei certi pensieri poco casti. Ma ovviamente sapeva che dall'altra parte non ci sarebbe mai stato alcun interesse, perciò quel giorno aveva deciso di divertirsi un po'.
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Gwen teneva in mano il vassoio con la colazione di Lady Morgana, sorellastra del principe, e si stava dirigendo a passo spedito verso l’ingresso del palazzo reale. Era una giornata decisamente fredda, più fredda del solito. Quella notte non era riuscita a dormire molto, si era dovuta alzare più volte per confortare la sua padrona, che soffriva spesso di incubi notturni. Gaius diceva che era una cosa normalissima e che non si trattava di altro che di brutti sogni, eppure Morgana si svegliava così sconvolta ogni qualvolta le capitava, e continuava a ripetere che più che sogni, quelli, le sembravano vere e proprie premonizioni. In effetti, più d’una volta era successo che ciò che la sua padrona sognava si avverasse, o che comunque ci andasse molto vicino, e Gwen cominciava a chiedersi se Lady Morgana non avesse sviluppato una qualche forma di veggenza. Anche se così fosse stato, avrebbe fatto ben poca differenza. Se Uther avesse potuto associarla anche solo alla più lontana cugina della magia, di cui era morbosamente ossessionato, neanche essere la sua preziosa pupilla le avrebbe risparmiato la sua ira. Da una parte Ginevra poteva quasi capirlo, la stregoneria gli aveva portato via sua moglie, ma era del parere che ciò che di brutto ti accade nella vita non debba essere usato come giustificazione dietro cui nascondersi per fare del male a tua volta. Fu distolta da queste sue riflessioni da qualcuno che, con una delicatezza degna di un branco di elefanti imbizzarriti, le precipitò addosso, mandando all’aria la colazione della sua padrona. Ovviamente – avrebbe dovuto aspettarselo – il delicatissimo sconosciuto era il servitore di Artù, nonché uno dei pochi amici che aveva al castello, Merlino.
“Dio, Gwen, mi dispiace così tanto! Aspetta, ti aiuto” disse, raccogliendo freneticamente quanto ancora vi era rimasto di commestibile. Ginevra lo guardò, non sapendo se ridere o piangere, da quando aveva conosciuto quell’impacciato ragazzo erano più le volte che lo aveva visto per terra che sulle sue gambe, al punto da chiedersi se gli avessero mai insegnato a camminare come si deve.
“Non preoccuparti, Merlino, tanto penso che Morgana non avrebbe comunque mangiato nulla. È ancora troppo sconvolta per gli incubi di ieri sera”
“Ah bene! Cioè no, volevo dire, mi dispiace per Morgana, ma almeno non si arrabbierà con te se non gli porti la colazione e tu non mi ucciderai per aver inciampato contro di te!” disse con la sua solita parlantina. Quando ci si metteva, Merlino era veramente come un fiume in piena, difficile da arginare. Ma oggi c’era anche dell’altro, Gwen poteva sentirlo. Era come se fosse ancora più agitato del solito, e ce ne voleva. Quasi come se potesse leggerla nel pensiero, Merlino la afferrò per un braccio prima che potesse andarsene. 
“Devo parlarti urgentemente”
“Che succede? Così mi fai preoccupare”
“Beh…diciamo che, in una scala da 1 a 10, il mio livello di preoccupazione è 11, quindi…”
“Dei del cielo, Merlino, vai al punto!”
“Va bene, va bene. Ecco…Artù è stato vittima di un incantesimo architettato da Alined per farlo innamorare di Lady Vivian, perché sapeva che se Olaf li avesse colti in flagrante avrebbe dichiarato guerra”
“Oh Cielo, ma è terribile! Dobbiamo avvertire Uther!”
“No, non capisci Gwen, il suo piano è fallito! Ed è fallito perché senza volerlo, l’altra notte, ho tolto l’ingrediente indispensabile dal letto di Artù…”
“Beh allora non c’è nulla di cui preoccuparsi, no?”
“Fammi finire! L’incantesimo non l’ha fatto invaghire di Vivian, ma di un’altra persona…”
“Ovvero?” ma la serva non aveva neanche finito di pronunciare la frase che collegò i pezzi di quell’intricato puzzle da sola. 
“Artù si è innamorato di TE?” disse con voce pericolosamente alta.
“Magari evitiamo un annuncio ufficiale, Gwen, ci tengo ancora ad avere la testa attaccata al collo, grazie”
“Certo, scusa…ma cosa pensi di fare ora?” gli sussurrò.
“Innanzitutto ho bisogno di un favore: mentre cerco con Gaius un modo per uscire da tutto questo, mi serve che tu mi sostituisca con Artù. Te lo chiedo in ginocchio! Non posso continuare a schiaffeggiarlo ogni volta che tenta di farmi una dichiarazione d’amore!”
Gwen, da parte sua, non trovava allettante l’idea di fare la servitrice del principe, ancora di meno se doveva fargli da balia per impedirgli di mettersi nei guai pronunciando frasi poco caste nei riguardi del suo amico. Ma Merlino sembrava veramente disperato ed era sempre stato gentile con lei, era suo dovere almeno provare ad aiutarlo.
“Cosa gli dico se chiede di te?”
“Quello che vuoi. Che sono indisposto, malato, quello che ti pare. Ma non dirgli che sono alla taverna! Sortilegio o no, sarei nei guai seri.”
“D’accordo. Spero che trovi una soluzione alla svelta, Merlino. Ci sono altre situazioni comicamente disastrose di cui dovrei essere a conoscenza?” chiese ironicamente.
“Credo che Alined mi abbia visto mentre spiavo lui e Trickler. Mi sa che vuole uccidermi”
“Le sorprese non finiscono mai. Sta attento, Merlino”
“Lo farò” le disse di rimando, mentre si allontanava correndo.

“Credo di aver trovato il modo di rompere l’incantesimo” annunciò Gaius al suo giovane apprendista, non appena quest’ultimo entrò nello studio. Il vecchio cerusico aveva passato tutta la notte sui libri per aiutarlo a risolvere il problema, anche se continuava a reputare il tutto molto divertente. Si era imbattuto, dopo numerose ricerche infruttuose, in un vecchio filtro d’amore che sembrava combaciare in tutto e per tutto a quello che, come aveva potuto vedere con i suoi occhi, stava attanagliando il principe di Camelot. Se aveva ragione, il modo per spezzarlo era solo uno, e non sarebbe stato affatto semplice.
“Dimmi che devo fare, Gaius” chiese Merlino, impaziente di porre fine a quel guaio.
“Secondo questo libro, l’unico modo per spezzare l’incantesimo è che la vittima riceva un bacio dalla persona che ama veramente” disse il medico, leggendo e traducendo simultaneamente l’antica lingua druida in cui era scritto il volume.
“Oh beh, perfetto, solo non capisco come possa baciarsi da solo, visto che l’unica persona che ama Artù è se stesso!” disse il mago esasperato, trovando quel rimedio completamente inutile, dal momento che quell’asino del suo padrone non aveva mai palesato un particolare interesse per nessuno.
“Sii serio, Merlino, sei sicuro che il suo cuore non abbia mai palpitato per nessuna fanciulla? O…fanciullo?”
“Non che io sappia! Scusate, sul libro non dice niente riguardo il caso in cui la persona vittima del sortilegio non sia innamorata? In quel caso come si risolve?”
“Qui dice che se la vittima non è sentimentalmente legata l’incantesimo non farebbe proprio effetto in primo luogo, perciò abbiamo la conferma, Artù deve essere innamorato di qualcuno per forza”
“Mi sembra ottimo, non dovrò far altro che farlo baciare da tutta la corte finchè non trovo la sua anima gemella allora, perché non ci ho pensato prima!” – anche nei momenti peggiori, Merlino non tardava mai a giocarsi la carta del sarcasmo, non poteva proprio farne a meno.
Preso dai suoi pensieri, si ricordò improvvisamente del compito che aveva assegnato a Ginevra, e si chiese come se la stesse cavando con quella testa di fagiolo del suo padrone. In quel momento ebbe una folgorazione.
“Gwen! Ma certo, deve essere lei! Artù è sempre gentile nei suoi confronti! Devo andare a cercarla.”
“Sei sicuro che sia lei la persona di cui abbiamo bisogno, Merlino?”
“Non posso esserne certo, ma che altra scelta ho? Devo perlomeno tentare.” 
Detto questo, schizzò fuori dalla porta, lasciando Gaius perplesso.

Ginevra non aveva mai preteso molto dalla vita. Si accontentava di ciò che aveva, stava sempre al suo posto, cercava di essere una buona amica per tutti. Ma niente la aveva mai preparata allo spettacolo che si ritrovò davanti quel giorno, quando entrò nella reale stanza di Artù Pendragon. Lo trovò sul suo letto, spensierato e felice, mezzo nudo e con la testa tra le nuvole, che canticchiava tra sé e sé. Da che ricordava, l’ultima volta che aveva visto l’erede al trono così allegro era…nemmeno lo ricordava, se fosse mai stato così di buon umore. Appena la vide, si palesò sul suo volto un’espressione interrogativa.
“Dov’è Merlino?” chiese sbirciando oltre la sua figura, come se si aspettasse di vederlo comparire da un momento all’altro.
“Non sta bene, sire, per questo mi ha chiesto di sostituirlo nelle sue mansioni, per oggi”
“Merlino è malato? Oh cielo, devo andare a curarlo!” disse precipitandosi verso la porta. Ginevra, lesta, lo trattenne per un braccio”
“Non potete visitarlo, mio signore, lui è…contagioso. Gaius ha specificato che nessuno deve stare a contatto con lui, per la sua e la altrui sicurezza” 
Il principe sembrava frustrato, come un cucciolo di cane a cui sia stato sfilato l’osso da sotto il naso.
“Credi che voglia evitarmi, Gwen? Dimmi, c’è qualcosa che non va in me?” le chiese, con una tale tenerezza che Ginevra dovette trattenersi dall’abbracciarlo. Chi l’avrebbe mai immaginato che all’arrogante principe sarebbe bastato un sortilegio d’amore per tirare fuori il suo lato dolce.
“Non vi preoccupate, mio signore, sono sicura che lo rivedrete presto” lo rincuorò, iniziando poi a fargli indossare l’armatura.
Era ancora alle prese con quel compito, quando dei passi spediti annunciarono l’imminente arrivo di qualcuno presso le stanze reali.
Trascorsero ben pochi secondi quando re Alined, seguito da un trafelato Trickler, palesarono la propria presenza irrompendo nella camera. “Lui dov’è???” gridò il sovrano. Stava cercando il servitore di Artù con il pretesto di chiedergli di rammendargli una camicia, così da poterlo togliere di mezzo ed evitare che spifferasse i suoi segreti. Il principe ereditario, non capendo a cosa si riferisse, si limitò a guardarlo interrogativamente. 
“Ma di che parla?” bisbigliò rivolto a Gwen, che alzò le spalle per dire che non ne sapeva niente.
“Se vorreste cortesemente esplicitarmi di cosa state parlando, magari potrei aiutarvi”, disse, iniziando a spazientirsi per quella brusca interruzione.
“Sto cercando il vostro servitore, Merlino. Immagino sia qui nelle vostre stanze. Mi occorre urgentemente il suo ausilio. Allora, è qui?”
“Ah, se solo fosse vero…” disse il principe con sguardo sognante, guadagnandosi un’occhiata furiosa dal sovrano, che credeva lo stesse nascondendo.
“Se solo fosse vero non sarei così tranquillo” intervenne in suo soccorso Ginevra, che aveva compreso le vere intenzioni di Alined con Merlino. Dopo alcune ricerche, che ovviamente non portarono a nulla, il famelico duo si arrese e si congedò, decidendo di lasciar perdere per il momento. Non appena furono usciti, Artù sospirò, e dalle sue labbra uscì una frase che riguardava delle certe cose che avrebbe volentieri fatto al suo ingenuo servitore, una frase che Ginevra finse di non aver sentito. La povera serva, sconvolta, decise che Merlino le avrebbe dovuto almeno dieci favori in cambio di una giornata passata con quello sboccato.

Intanto, il giovane stregone si stava letteralmente scapicollando su e giù per le scale del castello, in cerca della sua amica. La trovò mentre stava portando i vestiti del principe in lavanderia e senza fare troppe cerimonie la prese per un braccio, portandola al sicuro da occhi e orecchie indiscreti.
“So come curare Artù” le annunciò, sperando in cuor suo che la ragazza accettasse il compito che doveva svolgere.
“Ma ho bisogno di te per far sì che funzioni.”
“Di che si tratta?”
“Ecco, l’unico modo per risolvere la faccenda è che la persona che il principe ha davvero nel suo cuore lo baci”
“Non capisco come io potrei…oh. Se pensi che io sia il suo amore ti stai sbagliando di grosso. Sì, magari in passato ho provato qualcosa, ma lui mi ha sempre fatto capire che da parte sua non vi era alcun interesse, te lo posso assicurare.”
“Ma Gaius ha detto che se il principe non fosse innamorato non sarebbe caduto sotto l’effetto del sortilegio, deve pur voler dire qualcosa! E se la persona che ama non sei tu, non saprei veramente chi possa essere…dobbiamo almeno tentare” - proseguì lui - “Non posso continuare ad averlo intorno mentre…ci prova spudoratamente, non posso proprio Gwen, mi fa male. Sebbene all’inizio mi facesse piacere voglio che tutto questo finisca, non è giusto nei suoi e nei miei confronti” concluse amareggiato.
Ginevra lo guardò con compassione, non aveva mai visto Merlino, sempre allegro e sorridente, così frustrato.
“E va bene, ci proverò. Ma resta un problema: come faccio a baciarlo senza che nessuno ci veda? E poi lui è completamente preso da te, non sarà facile, dovrò coglierlo di sorpresa.”
 Il corvino, in risposta, accennò un sorriso. “Non ti preoccupare di questo, io e Gaius abbiamo un piano: questo pomeriggio si terrà un torneo per celebrare il prossimo viaggio di ritorno degli altri re, e Artù dovrà combattere. Quando entrerà nella sua tenda, noi saremo in posizione, pronti all’attacco. Tu lo bacerai, e ci butteremo tutto questo alle spalle” disse, senza nascondere una punta d’orgoglio per il suo piano, costruito ingegnosamente.
“Bene, allora ci vediamo al tramonto” disse Gwen, e i due si allontanarono, ognuno nella sua direzione, per sbrigare le loro faccende.
   
 
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