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Autore: reggina    24/05/2020    3 recensioni
La recidiva è come il Big One: il nome giornalisticamente dato ad un possibile futuro terremoto che colpirà la California. Quando quel mostro, che si credeva sconfitto torna ,come lo affronteranno i Derrick?
Senza armi speciali ma con amore, devozione, pazienza. Ed errori…
Sequel (dal tono decisamente più drammatico) di "Twins"
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Gemelli, Tachibana/Derrick
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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James è un arcobaleno: sogna a colori, vive tra le sfumature della vita e gode di una sana follia che gli permette di guardare sempre avanti. Anche nei momenti difficili riesce a fare il pieno di felicità e di sorrisi.

Per lui ogni cosa ha il suo colore, ogni emozione è un colore e ogni sfumatura ha un suo carattere proprio. È per questo che mal sopporta il bianco: non è neppure un colore ma uno sbarramento.

Non è niente, come il silenzio.


Ed è proprio un silenzio teso e carico di aspettative che regna tra le classiche pareti da studio medico tinteggiate di quel lattescente opaco, accecante e freddo, che avvolge come un sudario.

Avvilente.

Il ragazzo si guarda intorno, alla ricerca di un punto fermo, soffermandosi sul lettino da visita ricoperto di uno spesso telo di carta che scricchiola sempre quando ti ci siedi sopra.

Nella sala d'aspetto, non luogo dove si incrociano diversi archetipi e si veicolano le energie di tutte le persone che attendono, James si è costretto a ripassare la lezione poiché davanti a questo totem bianco voleva tentare di dare una narrativa convincente alla propria paura.

Il Dottor Parker, con un cenno professionale benevolo, lo invita a mettersi a sedere su una poltrona di pelle marrone sotto alcuni poster di arte orientale. Sulla parete, accanto ai suoi diplomi, il medico ha appeso un dipinto a rotolo cinese che raffigura un uccellino su una quercia reso in modo audace.


"James c'è un problema nelle tue analisi!"

Esordisce con schiettezza quell'uomo che, due anni fa, gli aveva annunciato la guarigione con un bel pollice in su. Oggi il sorriso ha lasciato spazio ad un'espressione contrita e rammaricata.

Il tempo, come in tutte le situazioni di angoscia, è liquido, dilatato: James ha la sensazione di trovarsi lì da settimane.

Inspira l'odore di lattice e detergente, mastica il sapore amaro della paura.

"Che vuol dire?"

Chiede con un filo di voce. Il Dottor Parker toglie un paio di occhiali e li appoggia con le stanghette aperte sulla scrivania, se ne mette un altro. Cerca di spiegargli scientificamente i risultati ma il suo giovane paziente non lo ascolta, sente soltanto il battito del cuore che gli rimbomba nelle orecchie come un tamburo impazzito.

Poi ecco la sentenza emessa da una giustizia cattiva.

Nulla più rimane solido: basta una sola parola per decomporre tutto ciò che era stabile e permanente in qualcosa di momentaneo e labile.

La terra ha smesso di girare e forse anche il respiro di James si è fermato per qualche secondo. Ha la testa piena di pensieri che girano vorticosamente ma cerca dentro di sé una piccola scintilla di dignità per rimettersi in piedi.


Si avvia verso i parcheggi barcollando come un ubriaco; apre la portiera e una forza sconosciuta lo schiaccia come un macigno contro il sedile. Ha le lacrime in tasca e il corpo trasformato dal suo personalissimo Big One : così i californiani definiscono il terribile terremoto che, un giorno, raderà al suolo la costa occidentale degli Stati Uniti.

La minaccia che ha sempre temuto, nei controlli di routine degli ultimi due anni, si è infine concretizzata. Ad essere sinceri una parte di lui aveva silenziosamente cominciato a credere che quel mostro, che già una volta gli ha scombussolato la vita, non sarebbe più apparso ma la parte ragionevole non ha mai smesso di ripetersi: tornerà!

È peggio della prima diagnosi perché ha la consapevolezza del problema, capisce cosa significa tutto ciò.

Ed è solo.

Piangere è facile: basta una lacrima e seguono le altre, e i singhiozzi arrivano a sconquassargli il corpo e l'anima come una diga infranta da un fiume in piena.

James è nella Mini Minor blu a strisce bianche, che fa tanto British Style con la TAC in mano: piange e perde il conto di quanti pugni dia allo sterzo.

Quando, finalmente, riesce a calmarsi quel tanto da non tremare afferra il cellulare e, con la vista ancora offuscata, digita un veloce sms che suona come un disperato SOS.

   
 
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