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Autore: NIHAL_JOHNSON    24/05/2020    3 recensioni
Hermione si avvicinò a Ron e con la luce della candela notò che i gemelli Weasley dormivano in due letti dall’altra parte della stanza.
“Cosa ci fanno loro nella stanza di Ron?”
“L’hanno lasciata a degli ospiti che vengono alla partita.” Sbadigliò Harry, “cosa stai facendo?”
“Sta a vedere.” Sussurrò lei maligna.
Si avvicinò al letto di uno dei due, osservando bene il suo volto addormentato profondamente. Era senz’altro Fred. Dormiva sereno, aveva fatto crescere i capelli ed erano fiamme di fuoco sparse sul cuscino. Hermione avvertì l’impulso di sfiorarli e toglierli un ciuffo ribelle dalla fronte.
“Ma che diavolo ti prende Hermione?” Si chiese scuotendo la testa. Si avvicinò lentamente fino a che fu ad un soffio dal suo volto.
“FRED WEASLEY! MAMMA HA SCOPERTO I NOSTRI ESPERIMENTI!” Gridò a pieni polmoni imitando la voce più profonda di George.
Fred scattò a sedere sbarrando gli occhi, “No, no, no! George nascondi le prove!” Gridò spaventato e ancora mezzo addormentato.
Come nasce l'amore tra Fred ed Hermione, tra battibecchi, frecciatine, sguardi... ma sembra non esserci davvero speranza, finché tre anime buone non interverranno in loro aiuto, con una piccola... spinta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO VENTICINQUE
 
QUINTO ANNO: HOGWARTS

 
 
 



 
La mattina dopo, Hermione si svegliò di buon ora, e decise che se doveva essere sé stessa, ma nel corpo di Fred, avrebbe fatto le cose per bene, fino in fondo.
Fred si sarebbe ricreduto su di lei, anche lei sapeva contrattaccare.
Si vestì a puntino, indossando la divisa perfettamente stirata, la cravatta legata per bene, che non era quasi mai stata allacciata, almeno non in modo dignitoso.
Si avvicinò al letto di George con calma, poi afferrò le coperte e tirò forte dalla sua parte. Il ragazzo preso alla sprovvista rotolò dalla parte opposta con un grido soffocato, finendo a terra con un rantolo.
“Forza alzati e splendi, raggio di sole.” Lo salutò il suo gemello con aria civettuola. George si alzò appena dal lato del letto massaggiandosi la testa, guardandolo torvo.
“Ma che diavolo ti prende?”
“Abbiamo lezione tra un’ora, non voglio mangiare di fretta perché ci svegliamo sempre tardi.”
George lo guardò come se fosse impazzito, “tu adori svegliarti tardi!” Esclamò allibito.
“Da oggi non più.” Disse Hermione furba, si avvicinò a Lee e batté le mani forte vicino al suo viso. Il povero ragazzo si svegliò di soprassalto gridando assonnato.
“Cosa c’è? E’ arrivato Tu-Sai-Chi a prenderci?” Domandò spaventato guardandosi intorno.
“No,” sbuffò George osservando Hermione che riordinava il letto in modo impeccabile, “questo è peggio di Tu-Sai-Chi.”
Hermione si voltò verso di lui con un sorriso materno e gli diede un buffetto sulla guancia, “oh Georgie, che simpaticone che sei.”
Poi smise di sorridere e gli lanciò la tunica, “ora vestitevi mentre sono in bagno, e quando esco voglio vedere delle divise messe in modo perfetto. Avete finito di andare in giro come degli straccioni.”
Lanciò anche quella di Lee al proprietario. “Muovetevi. Cinque minuti e siamo fuori.”
La ragazza se ne andò in bagno per finire i preparativi, mentre George e Lee si scambiavano un’occhiata stupefatta.
“Ma è sotto qualche sortilegio della Granger?” Domandò Lee, che non sapeva se essere divertito o spaventato dalla cosa. Poi si illuminò, “ehi a proposito della Granger, ti rendi conto che ha accettato il mio invito?”
“Già, assurdo.” Mormorò George iniziando a vestirsi.
“Ehi, io posso dirlo, tu no, dovresti supportarmi.” Ribatté lui offeso, litigando apertamente con la propria cravatta.
“Io sono con te amico, davvero. Quando uscite?”
“Non ci siamo ancora accordati, gliene parlerò appena possibile.”
George annuì e guardò il suo gemello uscire dal bagno, che li squadrò con un sorrisetto soddisfatto dipinto in faccia.
“Siete adorabili.”
“Grazie sorellina.” Commentò George ironico, alzando gli occhi al cielo.
Hermione gli si si avvicinò per sistemare gli ultimi particolari, provò a riordinare i capelli di Lee, ma senza successo.
“Bene, andiamo.” Disse Hermione prendendo tutta la pila di libri che c’era sul suo comodino.
“Woo…” sbottò George indicandoli, “quelli cosa sono?”
“Libri?”
George ridacchiò a disagio, “perché sono così tanti?”
Hermione fece spallucce, “ho realizzato che avevo troppo tempo libero, e cosi ho deciso che mi iscriverò a qualche corso in più…”
“Qualche corso in più? Quanti?” Domandò spaventato George seguendola.
“Oh, pensavo… tutti quanti.” Disse allegra, sparendo dietro la porta. George si appoggiò sullo stipite, scuotendo la testa che gli sembrava stranamente pesante.
Qui c’è davvero qualcosa che non va. E io lo scoprirò.
 
 
In Sala Grande, molte teste si voltarono a guardare quello che pensavano fosse Fred, seguito da George e Lee. Camminava tranquillo, una pila di libri stretti tra le braccia, in quel modo famigliare che tutti conoscevano essere tipico di Hermione. Sorrideva fiero, i vestiti perfettamente stirati e sistemati, la camicia infilata nei pantaloni, la tunica non più stropicciata, la cravatta legata.
Lo stesso era per George e Lee, che però, al contrario di Fred, sembravano a disagio della cosa.
George si slacciò la cravatta mentre camminava e Lee si tolse la tunica nera per il caldo.
Hermione si sedette educata incrociando le gambe e iniziò a leggere mentre mangiava.
Ginny lo guardò allibita. “Fred? Stai leggendo?”
“Certo, sei sorpresa Ginny?”
“Beh… si parecchio.” Mormorò la rossa, “ma quel corso tu nemmeno lo segui!” Esclamò sbirciando la copertina.
“Da oggi si. Insieme a tutti questi.” Disse appoggiando con forza sul tavolo la pila di libri.
Ginny spalancò la bocca, “Fred mi stai spaventando.”
George prese posto accanto al gemello, “a chi lo dici…” mormorò scostante.
In quel momento arrivarono Harry e Ron assonnati. Harry si sedette vicino a Ginny e le sorrise dolcemente.
“Dov’è Hermione?” Chiese quest’ultima ai due.
Ron fece spallucce e si servì una pannocchia. Guardò suo fratello leggere e diede una gomitata a Harry che si sporse verso Fred confuso.
 
Draco stava mangiando al tavolo dei Serpeverde, alzò lo sguardo e vide Fred Weasley in persona, leggere un grosso tomo di scuola mentre mangiava distrattamente, gli occhi incollati alle pagine; ignorando completamente il suo gruppi di amici, che lo guardavano di sottecchi.
Il rosso alzò lo sguardo su di lui e gli fece un occhiolino fugace. Draco inarcò un sopracciglio confuso, mosse la testa come per dire: “ma che stai facendo?”
Fred per tutta risposta ridacchiò e riaffondò il naso nel libro.
Quel gesto ricordò tanto qualcuno a Draco… ma non era possibile.
Scosse la testa e riprese a mangiare, ma venne interrotto da Goyle che iniziò a tirargli gomitate senza sosta.
Draco fece ricadere il cucchiaio nella ciotola con un gesto di stizza, voltandosi irritato verso il compagno. “Senti Goyle, so che il tuo passatempo preferito è disturbarmi per ogni singola cosa, ma nel caso non te ne fossi accorto, io starei mangiando. E dato che la colazione insieme ad altri due momenti della giornata, pranzo e cena, sono i miei attimi di pace e armonia con me stesso gradirei se…”
Ma il Serpeverde non lo ascoltava, voltandogli a forza la testa verso la porta l’ingresso della Sala, dove teneva fisso lo sguardo, insieme ad altre centinaia di persone.
Draco sbarrò gli occhi quando vide quella scena memorabile.
No, non può essere…
 
“Strano che Hermione non sia ancora scesa.” Azzardò Harry guardandosi intorno per vedere se riusciva a vederla, il suo sguardo si bloccò verso il corridoio che portava all’ingresso della Sala.
“Non può essere…” mormorò sconvolto, gli occhi fissi su qualcosa. Immediatamente la testa di George, Lee, Ginny, Ron si voltarono di scatto verso quella direzione.
Hermione ci mise un secondo di più, presa com’era dal libro, ma quando alzò lo sguardo, lasciò cadere la forchetta nel piatto, spalancando la bocca come metà della Sala Grande, che si era voltato per quell’incredibile ingresso.
 
 
Hermione Granger in persona, o meglio, Fred Weasley in persona, ma solo quattro persone erano a conoscenza di questo dettaglio in quella Sala, camminava spavaldo per il corridoio centrale.
Gli occhi di tutti puntati su di lei, sulla presunta Hermione.
Sembrava muoversi a rallentatore, era radiosa. I capelli erano sciolti sulle spalle e ondeggiavano a ritmo della camminata. Il viso era truccato al punto giusto, gli occhi furbi contornati da grande ciglia scure, un rossetto rosso fuoco sulle labbra.
Portava solo la camicia bianca e la cravatta allentata, la gonna era stata tagliata, era decisamente più corta e dal bordo si intravedevano i fili che pendevano a causa del taglio rude.
Non portava le calze nere della divisa, le gambe lunghe erano nude e slanciate, che si muovevano sicure.
Lo sguardo era quello di Fred, malizioso e provocante, che si guardava intorno. Qualcuno si alzò in piedi per vederla meglio, centinaia di teste si voltarono seguendola con lo sguardo.
Fred fece l’occhiolino ad un ragazzo di Tassorosso in piedi, che ricadde sulla sedia estasiato contro un suo compagno.
Fred continuò ad avanzare esuberante, salutando qualcuno di conosciuto e non. Quando arrivò all’altezza di Draco che lo fissava senza emettere un suono come tutti gli altri, senza credere ai propri occhi, lo guardò di sbieco sorridendo; si portò una mano alla bocca e schioccò un bacio in aria verso il Serpeverde, che scosse la testa ridendo cercando di non farsi vedere da nessuno. Metà dei Serpeverde sbarrarono gli occhi.
Fred gli concesse un occhiolino malizioso e si voltò di nuovo verso avanti. Arrivò dai suoi amici che la guardavano dal basso senza sbattere ciglio.
Hermione sarebbe voluta morire in quel momento dall’imbarazzo. Scomparire per sempre nel pavimento.
Fred aveva giocato molto bene la sua carta, fin troppo bene. E si stava anche divertendo parecchio a quanto sembrava.
George deglutì fissando quella che credeva fosse Hermione sporgendosi oltre la panca, ma Angelina gli tirò una gomitata infastidita e lui si riscosse tornando seduto, ridacchiando nervosamente.
Hermione alzò gli occhi al cielo innervosita. Il sangue le ribolliva nelle vene, ma cercò di controllarsi.
Fred si sporse verso di lei, “ciao Fred.” La salutò con malizia.
“Hermione…” mormorò lei a denti stretti, sforzandosi di sorridere.
“Ti vedo…diversa oggi.” Mormorò Ron, sforzandosi terribilmente per guardare la sua migliore amica negli occhi.
“Forse ti accorgerai finalmente quanto posso essere una ragazza dopo oggi.” Disse Fred sorridendo, Hermione soffocò un gemito di disprezzo.
“Sei…” iniziò Hermione, ma Fred la interruppe mettendole un dito sulle labbra.
“Bellissima? Si lo so grazie. Ma devi metterti in fila.” E strizzò l’occhio a Lee, che sorrise in modo ebete, non riuscendo a centrare la bocca con la forchetta.
“Qu-quando vuoi uscire?” Riuscì a chiedere poi, mentre Fred si sedeva vicino ad Harry che le fece spazio, e di fronte a Ron.
Fred sorrise, “ci penserò,” disse soltanto iniziando a servirsi montagne di pancakes e frittelle immerse nella panna e nello sciroppo d’acero. Era circondato da ragazzi che lo guardavano ammaliati e divertiti, Seamus, Dean, Neville, Cormac, mentre lui si sparava della panna montata direttamente in bocca.
Tutti risero, anche Harry e Ron, era strano, molto strano, ma divertente vederla così sciolta e rilassata.
Fred iniziò a fare battute, a scherzare con tutti, che ridevano come matti, pendendo dalle sue labbra. Mentre Hermione leggeva il suo libro con falsa tranquillità, la sua vendetta sarebbe arrivata più lentamente. Doveva solo aspettare.
Una ragazza di Corvonero si avvicinò ad Hermione, sotto lo sguardo furioso di Katie poco distante.
Fred alzò lo sguardo incuriosito.
“Ciao Fred.” Mormorò lei ridendo, “sei Fred vero?” Domandò poi.
Hermione sorrise spavalda, appoggiando un gomito al tavolo, “si sono io dolcezza.”
“Senti, lo so che sono passate diverse settimane, ma alla fine non mi hai più confermato per quell’uscita ad Hogsmade…”
“Oh…”
Fred poco distante rizzò la testa in ascolto. Se l’era completamente dimenticato, che idiota.
“E’ stato molto divertente il tuo scherzetto di ieri sulle tue, ahem… doti.” Si chinò su Hermione, “tanto sappiamo entrambi che non è vero.”
Hermione strinse i denti, sforzandosi per assumere un’aria noncurante.
Per Merlino, quel ragazzo era davvero incredibile…
“Si beh, ti dirò la verità… Amy?” Domandò sfacciata schioccando le dita.
“Penelope…”
“C’ero quasi. Ecco, Penelope…”
Fred si mise una mano in faccia avvilito, così lo stava facendo sembrare uno stronzo, non gli si sarebbe avvicinata più nessuna ragazza fino alla fine dell’anno.
“…vedi io mi sento un po’ confuso ultimamente, non sono sicuro che le ragazze siano l’unica cosa che mi interessa ormai…”
E strizzò l’occhio a Neville, che si soffocò con il succo, arrossendo imbarazzato. George alzò lo sguardo sul gemello allibito, aveva sentito bene?
Fred sbarrò gli occhi. Quello era davvero troppo…
Penelope abbassò gli occhi delusa, “oh okay, fammi un fischio se cambi idea…” e se ne andò al suo tavolo rattristata.
Hermione si voltò a guardare Fred con soddisfazione e lui passò un dito davanti alla propria gola, lo sguardo che sprizzava scintille, come per dire: “sei morta.”
 
 
 
§
 
 
 
Mentre Hermione usciva dalla Sala Grande per andare alla prima lezione della mattina, Angelina la bloccò malamente, trascinandola di lato.
“Ahia!”
Angelina ridacchiò nervosamente, “ma se non ti ho neanche colpito! Comunque… questa mattina tardi ci sono gli allenamenti di Quidditch, sii puntuale. Te lo dico perché mi sembri un pochino distratto stamattina.”
Hermione sentì il cuore martellargli nel petto. “Non posso, ho Erbologia.”
Angelina scosse la testa, “cosa cosa? Tu non hai mai lezione la mattina…” disse lei sospettosa. Fred si era sempre iscritto a tutti i corsi che iniziavano il più tardi possibile.
“Potrei essermi iscritto a qualche corso in più stamattina…”
Angelina non credeva alle proprie orecchie. “Non mi interessa se ti è venuta voglia di studiare a metà semestre dell’ultimo anno, questo è il nostro ultimo Campionato e me ne andrò da questa scuola da vincitrice hai capito?” Urlò la ragazza puntandole un dito contro.
Hermione trasalì e indietreggiò contro il muro. “Vedrò di liberarmi…” mormorò terrorizzata.
“Bravo ragazzo, alle undici e mezza al campo.”
Concluse la ragazza soddisfatta e se ne andò nella folla.
Hermione rimase in piedi respirando velocemente. Avrebbe dovuto giocare a Quidditch, l’unica attività in tutta la scuola in cui non eccelleva, anzi, in cui era proprio una frana. Come avrebbe fatto?
Pensò per un attimo di chiedere a Fred, ma poi scosse la testa con decisione. Non si sarebbe mai abbassata a tanto, chiedere aiuto a quell’idiota che si stava comportando male tanto quanto lei, anzi molto peggio.
Era stato lui ad iniziare quella guerra, e lei non avrebbe mai ceduto per prima.
Fu bloccato da George subito dopo.
“Ehi, ti va di saltare Storia della Magia e nasconderci nel bagno dei Prefetti per testare i nuovi Detonatori Abbindolanti? Ci serve coprire il rumore con un bel po’ d’acqua corrente…” Disse divertito, ma Hermione lo bloccò.
“No grazie, oggi passo. Ho di meglio da fare.”
“Cosa c’è di più importante degli sperimenti del negozio?” Domandò George affranto, quella non se l’aspettava per davvero.
“Ho lezione.” Rispose Hermione tranquilla, ma George la bloccò con una mano sul petto, lo sguardo torvo.
“Fred parlami.”
“Non ho tempo per quegli stupidi esperimenti.” Disse lei dispiaciuta. Voleva bene a George e odiava farlo soffrire così, ma non poteva perdere davvero tempo con lui.
George mollò la presa senza staccarle gli occhi di dosso.
Hermione si sistemò la tunica indispettita e si avviò per il corridoio, diretta alla lezione di Storia della Magia.
 
 
 
Fred camminava tranquillo nel corridoio, nemmeno un libro sotto braccio.
All’inizio aveva pensato di seguire comunque la maggior parte dei corsi di Hermione, ma dopo quella mattina a colazione ci aveva ripensato.
Sarebbe dovuto andare da lei e chiederle aiuto per spiegargli come faceva, se c’era un trucco o se era semplicemente pazza.
Ma non lo avrebbe mai fatto. Non avrebbe mai chiesto aiuto a quella ragazzina impertinente, che lo stava facendo sembrare un ragazzo a modo e studioso da un giorno all’altro.
Così si era ritirato da metà delle lezioni che seguiva Hermione, tenendo solo le più semplici e il numero minimo indispensabile. La McGranitt si era sentita quasi male quando lo aveva saputo.
L’aveva costretto Hermione a farlo. Lei si era iscritta ad ogni corso possibile e immaginabile, anche quelli extra-scolastici.
L’aveva semplicemente ripagata con la stessa moneta.
Stava per entrare nell’aula di Pozioni, quando vide Harry e Ron arrivare trafelati dietro di lei, madidi di sudore.
“Ci siamo dimenticati in stanza la pergamena che c’era da compilare per oggi.” Disse Ron con il fiato corto.
Fred li guardò confuso, sicuramente la sera prima aveva avuto troppi pensieri per la testa per ricordarsene.
“Oh, io non l’ho fatta.”
Harry e Ron ammutolirono, “stai scherzando?”
“No, no. Me ne sono completamente dimenticata.” Disse Fred sicuro, come se fosse totalmente normale, ma non lo era, non lo era affatto.
Ron spalancò la bocca, “Hermione…”
“Harry ti senti bene?” Domandò Fred, notando le occhiaie del ragazzo e il colorito pallido.
“I soliti incubi.” Mormorò lui strofinandosi la cicatrice di riflesso, gli bruciava ancora.
Fred sospirò, gli serviva una distrazione. Sorrise furbo.
“Sapete che facciamo?” Disse prendendo dalle mani dei ragazzi i fogli di pergamena e lasciandoli cadere a terra, “ce ne andiamo a fare una passeggiata.”
“Cosa?” Harry era sconvolto, “Hermione abbiamo lezione ora…”
“Oh andiamo fifoni, è una così bella giornata oggi. Andiamo al Lago.”
Disse Fred allegro, spingendo via i due ragazzi.
“Ma non dovremmo, è contro le regole. Cosa diciamo a Piton?”
“Gli diremo che ci siamo sentiti male…” azzardò Fred, usando sempre la solita scusa che usava con George da sette anni.
Ron scosse la testa mentre Fred lo trascinava via, “finiremo nei guai.” Mormorò al Prescelto, mentre questo lo seguiva mordendosi il labbro a disagio.
Hermione che li convinceva a saltare lezione ed uscire dal castello di nascosto?
Decisamente c’era qualcosa che non andava…
 
Scesero correndo di nascosto per la discesa nel pratone davanti al castello, superando la casa di Hagrid. Tutti erano a lezione, quindi non furono notati. O almeno così credevano.
Silente, dal suo studio, li osservava dalla finestra, le mani dietro la schiena. La McGranitt dietro di lui sospirava mestamente.
“Non sta andando esattamente come aveva previsto. Anzi le cose stanno peggiorando. La mia migliore studentessa rischierà di farsi abbassare la propria media proprio l’anno dei G.U.F.O e farà perdere punti alla Casa. E uno degli studenti più scapestrati, ma più divertenti e amati che io abbia mai avuto finirà per rovinare il suo futuro, diventando qualcuno che non è.”
Silente sospirò, guardando i tre amici che correvano e sparivano nel bosco.
“Le cose stanno andando male…” si voltò verso la professoressa, “ma non significa che non andranno meglio in futuro. Hanno solo bisogno di tempo per capire…”
“Capire che cosa?” Domandò la McGranitt.
Silente sorrise e si sedette dietro alla sua scrivania, accarezzando Fanny, “che non possono fare tutto da soli. Hanno bisogno l’uno dell’altro per scoprire il modo per spezzare l’incantesimo.”
 
 
 
§
 
 
 
Fred, Harry e Ron giunsero sulle sponde sassose del Lago Nero correndo divertiti. Avevano fatto a gara a chi arrivava prima, e Fred era in testa.
“Non ti ricordavo tanto veloce Hermione…” annaspava Ron cercando di raggiungerla, mentre l’erba lasciava il posto alla spiaggetta scura.
Fred rise di gusto, accelerando nell’ultimo pezzo di discesa, ma la spinta era tale che non riuscì a fermarsi in tempo, e finì per cadere correndo in acqua, sparendo sotto ad una marea di spruzzi.
Harry e Ron si bloccarono preoccupati sulla sponda, gli occhi fissi sull’acqua nera. Ma un attimo dopo Fred riemerse sputacchiando, fradicio dalla testa ai piedi, ridendo come un matto, seguito a ruota dai due.
“Ho vinto!” Gridò estasiato, alzando i pugni in aria, “adesso dovete farmi i compiti per tutta la settimana.”
I due si guardarono confusi, “in realtà tu non vedi l’ora di fare i nostri di compiti.”
“Beh quei giorni sono finiti tesori miei. Adesso sono la campionessa indiscussa del trio, e dovrete farmi i compiti per un’intera settimana a partire da oggi. Trovatemi un’altra sfida, e staremo a vedere se mi batterete…”
I due ridacchiarono, Fred si avvicinò per farsi dare una mano ad uscire dall’acqua, ma non appena i due afferrarono le sue mani per aiutarlo, lui li prese alla sprovvista e li trascinò in acqua con lui.
I tre riemersero ridendo come matti, nonostante l’acqua ancora fredda del Lago, e iniziarono a rincorrersi in acqua, a nuotare, ad immergersi, a spruzzarsi acqua in tutte le direzioni, voltando la testa per non essere presi in faccia.
Poi rimasero a galleggiare a pelo d’acqua, a guardare il cielo, rilassandosi e cercando di non pensare a nulla.
Harry chiuse gli occhi e si sentì tranquillo come non lo era da settimane. I brutti pensieri e i ricordi frammentati dei suoi incubi erano spariti come d’incanto. Si sentiva bene e felice, gli serviva quel momento di svago e ribellione, e non ci poteva credere che era stata Hermione a trascinarlo lì.
Quando iniziarono ad avere freddo tornarono sulla spiaggia, e si stesero al sole. Harry e Ron si tolsero le tuniche fradicie, mettendole su una roccia ad asciugare, e rimasero come Fred in camicia, a godersi il sole quasi primaverile del mattino, le mani affondante nei sassolini.
Harry guardò verso il castello. “Farò di tutto per proteggere questo posto.” Mormorò, sentì di doverlo dire.
Fred e Ron aprirono gli occhi e lo guardarono, sorridendo comprensivi.
“Noi saremo con te Harry.” Disse convinto Ron seguendo lo sguardo del suo migliore amico.
“Fino alla fine.” Confermò Fred mettendogli una mano sulla spalla.
Harry sorrise commosso. Dopo la sua chiacchierata con Luna nel bosco, aveva finalmente capito cosa intendeva quel giorno, grazie a quelle parole.
I suoi amici, fedeli, leali, coraggiosi, sarebbero sempre stati al suo fianco, a combattere con lui. Ecco cosa avevano loro, che Voldemort non aveva.
Si stesero di nuovo a guardare il cielo blu, parlando del più e del meno, di tutti i momenti che avevano passato insieme in quei cinque anni.
Fred si sforzò molto di far finta di sapere esattamente di cosa parlassero.
“Vi ricordate quella sera in cui abbiamo assistito alla nascita di Norberto?”
“Come dimenticare…”
“E di come Malfoy si è beccato la punizione con noi? Ah, la sua faccia…” disse Harry sognante.
Scoppiarono a ridere, Fred sorrise. Quei tre se la spassavano alla grande, nei rari momenti in cui non si infilavano in pericoli mortali…
Fred si alzò e immerse i piedi in acqua fino alle caviglie, lanciando un sasso e facendolo rimbalzare in acqua quattro volte. I due fecero lo stesso da seduti.
“Se penso a dove siamo arrivati adesso… quante cose sono cambiate.”
“E quante non lo sono affatto.”
“Come i biscotti di Hagrid.”
Ridacchiarono, mentre Fred raccoglieva un bastone e lo impugnava come una mazza. Harry gli lanciò un sasso e lui lo colpì al volo con il bastone, ruotando il busto. Il sasso volò lontano, per poi sparire con un piccolo tonfo in acqua, a parecchi metri di distanza.
Ron si mise una mano sulla fronte per coprire gli occhi da sole, fischiando colpito.
“Però Hermione, forse dovresti sostituire Fred o George nella squadra…” commentò divertito.
Improvvisamente Harry si alzò di scatto spaventato, “che ore sono?”
Ron guardò l’orologio. “Le undici e venti.”
“Merda!” Gridò Harry scattando in piedi e correndo inciampando verso la roccia, afferrando la tunica.
“Che ti prende?” Domandò Ron confuso, non aveva molta voglia di alzarsi.
“L’allenamento di Quidditch… inizia tra dieci minuti! Angelina mi ammazza.” Gridò iniziando a correre sulla salita del prato, diretto verso il campo.
Fred e Ron si guardarono per un istante, poi lo seguirono a tutta velocità.
Questa non me la voglio perdere…
 
 
 
§
 
 
 
 
Hermione saltellava agitata in mezzo al campo, in attesa. George parlava con Angelina, che sembrava molto irritata dal ritardo di Harry.
La ragazza tremava da capo a piedi, che cosa avrebbe fatto? Non era neanche capace di reggersi su una scopa da sola praticamente.
Iniziò a sudare sotto alla divisa.
In quell’istante Harry arrivò correndo, già cambiato, la scopa in mano, trafelato e con il fiato corto.
“Scusate il ritardo ero…”
Angelina lo zittì con un gesto, “non interessa a nessuno. Forza muovetevi. Il campo lo abbiamo prenotato solo per un’ora, poi è dei Serpeverde. Vediamo di dare il massimo.”
Hermione lanciò uno sguardo agli spalti, per fortuna erano vuoti, ma con orrore intravide Ron e sé stessa camminare e prendere posto.
Ma non avevano lezione quei due? Sbuffò sonoramente e sentì di voler mettersi a piangere.
 
 
Ron e Fred in tribuna stavano prendendo posto, quando Fred rischiò di pestare qualcuno nascosto a terra, sotto le panche.
“Ahia!” Sentirono un grido di dolore soffocato.
“Draco?” Domandò Fred chinandosi sotto la panca, “che ci fai lì sotto?”
“Mi nascondo da Pansy. Non mi lascia in pace un attimo…” sbottò il biondo afferrando la mano di Fred che lo aiutò ad uscire.
“Sapeva che sarei venuto qui per aspettare il nostro turno di allenarci… mi segue dappertutto.” Spiegò spaventato, ma si bloccò quando udirono una voce acuta strillare dalle scale.
“Draco? Dracuccio dove sei?”
Ron e Fred lanciarono letteralmente Draco sotto di loro, che si sdraiò a pancia in su sotto la panca.
Pansy sbucò dalle scale in quell’istante, li guardò con disprezzo “hai visto Malfoy traditore del tuo sangue?”
“No non l’ho visto.” Disse lui trattenendo una risata. Fred gli tirò una gomitata.
Draco da sotto la panca alzò lo sguardo e notò con piacere che era esattamente sotto la gonna di Hermione, si mise le mani sulla bocca per non ridacchiare.
Fred se ne accorse e gli tirò un calcio sotto la panca per spostarlo, Draco dalla sorpresa scattò in su con la testa, sbattendola sul legno con un tonfo.
“Cos’era quel suono?” Chiese Pansy avvicinandosi.
“Quale suono?” Ron tossì per coprire il suono e Fred picchiò con il piede a terra, “questo suono?” Chiese innocente.
Draco sotto di lui si massaggiò la fronte dolorante.
“Beh, se lo vedete ditegli che lo sto cercando.” Sbuffò lei altezzosa andandosene, lanciandogli un’ultima occhiata carica d’odio.
“Non ci rivolgiamo nemmeno la parola, ma contaci!” Le urlò dietro Ron alzando un pollice.
Fred si sistemò la gonna e spostò Draco da sotto la panca, che uscì fuori con i capelli tutti disordinati.
“Non l’ho fatto apposta a mettermi lì sotto.” Si giustificò lui ridendo, Fred alzò gli occhi al cielo.
“Beh la prossima volta invitami almeno ad uscire prima…” sbottò Fred piccato per scherzo, senza notare la luce malinconica negli occhi di Draco.
Ron sbuffò scocciato.
“Se ne è andata.”
Draco si alzò sistemandosi la tunica e si sedette dietro di loro, “grazie.” Disse allegro. “Quella ragazza è un incubo. Non sarei mai dovuto andare a letto con lei l’anno scorso, ora mi perseguita.”
Fred si girò verso di lui e gli strinse la mano, “ti capisco amico. Anche io dopo che sono stato a letto con Katie non riesco più ad avere un attimo di pace. Almeno credo che siamo stati…” lo disse senza pensarci, dimenticandosi per un momento di essere Hermione.
I due lo guardarono allibiti.
Fred sorrise imbarazzato, “ci siete cascati? Ah, ah, sono divertente vero?” Cercò di salvarsi, e per fortuna funzionò.
Fred sospirò sollevato e voltò lo sguardo verso il campo. Vide sé stesso saltare a cavalcioni della scopa e cadere dall’altra parte subito dopo.
Si schiaffò una mano in faccia, quella ragazza era così goffa. Lo avrebbe fatto passare per idiota.
“Quello è Fred?” Domandò Draco indicandolo.
Fred sbuffò.
“Ma è ubriaco?”
 
 
“Ma sei ubriaco?” Urlò Angelina planando accanto ad Hermione. Tutti gli altri erano già in volo.
Hermione si tirò su da terra, la scopa in mano. “Ahem no.”
“Sei fatto?”
“No!”
“Allora sali su quella scopa e fammi vedere il solito Fred.” Sbottò lei con convinzione, indicando l’aria sopra di loro.
Hermione prese un grande sospiro e si alzò in aria traballante. La scopa non le rispondeva, non era sua, e faceva fatica a controllarla.
Serrò le cosce intorno ad essa e strinse il manico con tutta la forza che aveva nelle mani, cercando di non guardare giù. Incredibilmente riuscì a raggiungere George in aria, che lo aspettava stravaccato sulla scopa.
“Qual buon vento…”
“Smettila…” sbottò Hermione, rischiando di sbilanciarsi per essersi distratta un attimo.
George ridacchiò, “okay gemellino, adesso mi allontano, Alicia ci lancerà uno dei bolidi e tu me lo passerai, okay?”
“Si certo…semplice…” mormorò la ragazza terrorizzata. George si allontanò.
Alicia lanciò il bolide in aria e lo colpì con il retro della scopa, mandandolo dritto a tutta velocità verso Hermione che scartò di lato, rischiando di cadere di nuovo, ma riuscì a tenersi forte al manico e si riposizionò, cercando di mantenere una certa dignità.
“Scusate non ero pronto.” Si giustificò la ragazza in imbarazzo.
Fred dagli spalti avrebbe voluto morire, si vedeva anche da lì. Hermione sorrise di sottecchi, in qualche modo la stava facendo pagare a Fred, ridicolizzandolo così, e ne era tremendamente felice.
George scoppiò a ridere, “e va bene, facciamo che te lo passo io il bolide.”
Hermione annuì e si posizionò con la mazza in mano, lo sguardo concentrato.
Alicia tirò nuovamente, George colpì con forza il bolide, che schizzò verso Hermione, che sollevò la mazza, ma il bolide era troppo veloce, e lei si spaventò vendendoselo venire incontro così.
“Fred colpiscilo!” Gridò spaventato George. Tutti sugli spalti trattennero il fiato, a Fred gli si bloccò il cuore dalla paura.
La ragazza riuscì a scartare il bolide abbassandosi incredibilmente, ma mollò la presa e cadde a terra dalla scopa.
“FRED!”
Non era molto in alto, al massimo un paio di metri, ma George si lanciò ugualmente a terra verso il gemello.
Draco, Fred e Ron corsero già dagli spalti spaventati, Draco sempre cercando di nascondersi dietro ai due, pregando che nessun Serpeverde fosse nei paraggi.
“Fred!” Gridò Ron spaventato per il fratello, correndo sul prato.
George aiutò Hermione a rialzarsi, stava bene, era solo un po’ scossa per lo spavento.
“Ti senti bene?” Gli domandò il gemello preoccupato. Hermione annuì e si tastò il fondo schiena, “mi sa che sono caduto sul coccige…ouch.”
“Sta bene sta bene!” Disse George alzando un braccio, rincuorando Harry e le Cacciatrici che si erano avvicinati con la scopa.
Angelina era preoccupata e furiosa al tempo stesso, “che hai oggi?”
Hermione preferì mentire, avrebbe aiutato lei e Fred, ma solo per il momento.
“Non mi sento molto bene, scusate.” Si giustificò mesta, Angelina sospirò.
“E va bene, per oggi abbiamo finito. Ma la partita è tra poco più di un mese. Vi voglio tutti al massimo della vostra forza. Su andate a cambiarvi.”
Hermione sospirò abbattuta. Per ora l’aveva scampata, ma al prossimo allenamento quella scusa non sarebbe più bastata.
Fred la guardò andare via mogia insieme a George e Harry, e fece una smorfia.
Per colpa sua avrebbero potuto perdere il campionato finale. Dovevano trovare il modo di tornare nei loro corpi, e in fretta.
 
 
 
§
 
 
 
Nella Sala Comune quella sera, Hermione agguantò Fred che era seduto ammiccante su una poltrona a chiacchierare con Harry e Ron, si era divertito un mondo con loro quel giorno; e lo portò in camera, chiudendo la porta.
“Stai esagerando.” Iniziò lei furiosa puntandogli un dito contro.
“Cosa?”
Hermione per tutta risposta si chinò e afferrò la gonna tagliata da Fred.
“Ohh questo… è stato divertente. Ammettilo.”
“Divertente? Mi fai sembrare una poco di buono.” Sbottò lei irritata.
“Quante storie… Ti faccio solo apparire divertente. La versione femminile di me.” Rispose lui divertito.
Hermione incrociò le braccia, senza rispondere.
“E tu allora,” disse Fred rabbuiandosi, toccandole la divisa ordinata e la cravatta allacciata, “che te ne vai in giro sommersa dai libri, vestita bene… Questo pomeriggio ho sentito due ragazzi che mi prendevano in giro perché mi avevano visto studiare in biblioteca. Fred Weasley non va mai in biblioteca.”
“Tranne che per imboscarsi con le ragazze.” Lo provocò lei.
“Già, proprio così.”
“Per tua informazione, IO sono andata in biblioteca per fare ricerche sull’incantesimo dello scambio…”
“E?”
“E nulla, dovrò guardare nella Sezione Proibita. Deve essere un incantesimo molto più antico di quanto pensassi…”
“Brava ragazza. Ora se non ti dispiace, torno di sotto…”
Hermione lo bloccò, “ci siamo dentro tutti e due in questa cosa. Mi devi dare una mano.”
“E come?”
“Magari potresti aiutarmi a cercare…”
“No, no, no. Non sono bravo nelle ricerche sui libri.”
“Beh allora finiamola con questa stupida guerra. Evita di farmi apparire ridicola vestendoti così.”
“E tu allora? Ma ti sei vista sul campo stamattina? Tutti hanno pensato che fossi impazzito.”
“Beh non è colpa mia! Non so volare su una scopa mi dispiace.”
“Beh e io non riesco a frequentare dodici corsi, ops. Mi sa che siamo ad un punto di stallo…”
“Cosa vuoi dire?”
“Potrei essermi ritirato da un paio di corsi oggi…”
“CHE COSA?” Gridò Hermione afferrandolo per la camicia. “Quali?”
“Beh,” disse Fred per niente intimidito, contando ogni nome sulla punta di un dito, “Antiche Rune, Astronomia, Divinazione, Cura delle Creature Magiche…”
Hermione tremava di rabbia. “Sei un idiota.” Gridò a pieni polmoni. “Non puoi farmi questo!” Urlò strattonandolo, con una forza che non credeva di possedere. Fred si staccò di scatto.
“Beh notizia dell’ultima ora, non è facile essere rinchiusi nel tuo corpo.”
“Io ODIO essere intrappolata nel tuo di corpo. Non lo sopporto più.”
Fred strinse le labbra e rimasero a guardarsi in cagnesco, “io invece non sopporto più te.”
Hermione stava per ribattere, ma George spalancò la porta, “ehi Fred…”
Li vide uno di fronte all’altro e si bloccò. “Oh scusate.”
“Che c’è?” Domandò Hermione asciugandosi una lacrima sulla guancia.
“Io, volevo solo dirti che ci stiamo preparando a scendere per la lezione dell’ES.”
“Oh grazie George, arriviamo.”
Il rosso sorrise leggermente, confuso da quella visione, e se ne andò.
“Forza andiamo.” Disse Fred piano, superando Hermione e lasciandola nella stanza.
 
 
 
 
§
 
 
 
 
Nella Stanza delle Necessità, Harry tenne una lezione sugli Incantesimi di attacco. Ormai erano mesi che si allenavano, tutti avevano perfettamente imparato gli Incantesimi di Difesa, e quelli più semplici di attacco, ma ora bisognava passare al livello successivo.
“L’incanto è Everte Statim, semplice ma potente. Bene, qualcuno se la sente?”
Draco alzò una mano, conosceva molto bene quell’incanto e lo aveva già usato.
Harry gli fece segno di avvicinarsi.
Draco si posizionò davanti a lui e alzò la bacchetta, “paura Potter?”
“Questa scena mi ricorda qualcosa,” rispose il Prescelto divertito.
Draco sogghignò e puntò la bacchetta contro il ragazzo.
“Uno, due, tre…”
“EVERTE STATIM!” Gridò Draco e un fascio di luce bianca colpì il ragazzo facendolo volare ad un paio di metri di distanza.
Tutte le teste si voltarono verso di lui, che cadde rovinosamente a terra con un tonfo. Faticava a rialzarsi.
Draco corse verso di lui e gli porse una mano, “tutto bene Harry?” Chiese con un sorriso preoccupato.
Il Presceltò alzò gli occhi stupito, lo aveva chiamato per nome. Sorrise e accettò la sua mano. Draco lo issò su.
“Si grazie. Allora, molto bene avete visto? Dovete essere veloci nel pronunciare l’incanto…Provate voi ora.”


Harry fece le coppie, e mise Fred con Hermione, per evitare di far subire a Ron l’ennesima caduta a terra, aveva picchiato la testa troppe volte a causa di Hermione in quelle lezioni.
Fred si mise davanti alla ragazza, e sorrise furbo.
“Forse ti conviene perdere di proposito, almeno la tua bravura rimarrebbe intatta.”
Hermione sorrise malvagia, “ci proverò.”
Fred sbuffò altezzoso, scostandosi i capelli, e quella visione fu la cosa più normale che Hermione avesse fatto negli ultimi due giorni agli occhi di tutta la sala.
Si misero uno di fronte all’altro, distanti, le bacchette puntate.
“Uno, due, tre…” contò Harry.
In una frazione di secondo Fred mosse la sua bacchetta, ma Hermione fu decisamente più veloce, come da manuale.
“EVERTE STATIM!” Nonostante la bacchetta non fosse la sua, le rispondeva abbastanza bene.
Fred fu scaraventato via in un attimo, finendo a gambe all’aria, per fortuna la gonna coprì il tutto, altrimenti le risate sarebbero state ancora più fragorose.
Tutti spalancarono la bocca sorpresi.
Fred Weasley che batteva Hermione Granger a duello?
Quello era ancora più strano di tutto quello che era già successo in quei giorni.
George scosse la testa allibito.
Si, c’era decisamente qualcosa sotto… doveva solo capire che cosa esattamente.
La ragazza si avvicinò lentamente a Fred e si chinò su di lui, e gli sussurrò ad un orecchio beffarda: “scusa non ho resistito.”
Harry rise insieme a tutti gli altri. La lezione riprese, tutti provarono l’incantesimo per un’ora buona.
I risultati furono eccellenti. Harry era al settimo cielo.
 
“Bravissimi ragazzi, complimenti a tutti.” Sorrise all’intera sala.
“Allora, questa è l’ultima lezione prima delle vacanze pasquali. Continuate ad esercitarvi per conto vostro. Al rientro riprenderemo al più presto. Grazie a tutti.”
Partì uno scroscio di applausi fragoroso.
Poi improvvisamente Hermione si bloccò terrorizzata. Fred, accanto a lei, la fissò dal basso, a margini della folla.
“Che ti prende? Mi hai battuto, che vuoi di più…”
“C’è un problema.”
Fred la guardò confuso.
“Ti ricordi che avevo scritto a Natale ai miei di poter tornare da voi anche per le vacanze di Pasqua?”
“Si…”
“Beh, Harry mi ha appena ricordato che i miei mi avevano dato il permesso…”
“Stai dicendo che…”
“Si... così, davanti a tutta la tua famiglia, per un’intera…”
“…settimana…”
“Merda…”
“Merda!”








NOTA DELL'AUTRICE: Ciao lettori. Scusate la mia assenza in questi giorni, non ho avuto modo e soprattutto forza di mettermi a scrivere anche se ne avevo voglia. Adesso ho fatto passare il weekend e mi sono completamente ripresa, e sono tornata più forte di prima. Questa settimano aggiornerò molto più spesso ve lo prometto.
Questo capitolo è guerra aperta tra i due, ma tranquilli, dal prossimo qualcosa inizierà a cambiare. Spero come sempre che vi piaccia, e commentate che mi fa piacere, davvero.
A prestissimo.
   
 
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