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Autore: Biblioteca    24/05/2020    2 recensioni
In un diario, un'anonima protagonista racconta una brutta esperienza.
Perseguitata da incubi e in particolare da un mostro (che appare anche fuori di essi), convinta di non poter trovare conforto nè in famiglia nè con la terapia condotta dal dottor Callisto, si butta tra le braccia di ASIM, un guru del web che ha le sue stesse visioni e che dipinge ossessivamente immagini di quello e altri mostri.
Ma quando il lavoro di "purificazione" inizia, la protagonista capisce che qualcosa non va e inizia a sospettare che forse il mostro e il guru non sono nemici ma alleati.
Nasce così una nuova teoria della cospirazione che sconvolgerà definitivamente il precario equilibrio della ragazza.
(Storia in via di pubblicazione su Wattpad: https://www.wattpad.com/908112403-mostro-7-dicembre-2019)
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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24 maggio 2020
Sono una che si ossessiona facilmente. Passo dallo stadio di appassionata a ossessiva soprattutto quando ciò che parte appunto come passione, risulta come traballante o incompleto. Quando, nonostante l’impegno, non raggiungo la meta o non mi viene riconosciuto il lavoro svolto. È capitato così con lo studio. A studiare sono bravissima, perché sono una persona curiosa, ma odio l’intero apparato nel quale si studia e soprattutto come viene valutato il tuo lavoro: le domande sono scelte a caso e ti può capitare quella che non sai e penalizzi tutto. Ecco anche perché avuta la laurea ho sentito il bisogno di non toccare mai più certi libri e ho fatto voto di non avvicinarmi a qualsiasi genere di istituto scolastico esistente.
Lo studio mi piaceva, la scuola no. Ma alla fine anche la mia ossessione legata alla curiosità è andata a morire per via della scuola.
Però, c’è anche una cosa buona: non sono una che rimane ossessionata per sempre.
E sono tanti gli episodi della mia vita che raccontano di questo.
Un giorno a dieci anni vidi un video musicale di un cantante su mtv, quando era ancora un canale di sola musica. Non capivo nulla della canzone in inglese, anzi americano. Ma rimasi incantata. Seguii il cantante per diversi anni, mi accompagnò fino al primo anno di liceo. Era di nicchia, salvo qualche brano “pop” le altre canzoni, le più belle, erano conosciute solo da chi, come me, lo seguiva. E non riuscivo a trovare nessuno nella mia scuola a cui piacesse; ma avere quella passione solitaria mi aiutata a sopportare l’ambiente. Almeno sapevo che c’era un cd ad aspettarmi a casa.
Con il tempo però, quelle canzoni erano diventate una sorta di “unica ragione”, complice il fatto che le medie per me erano un inferno.
Era veramente la mia ossessione: cercavo notizie su di lui, ritagliavo e conservavo articoli, sentivo i suoi cd per ore e ore, appendevo poster e foto. Avevo perfino progettato di portarlo all’esame di terza media.
A mia madre la cosa non piaceva. Per questo ogni volta che chiedevo di essere portata a un concerto diceva di no. Ma questo non faceva che aumentare le mie ore passate a cercare di più su questa persona.
Mio padre, in uno dei pochi momenti di reale presenza, ebbe l’intuizione di accontentarmi: mi disse che se avessi avuto dei buoni voti mi avrebbe regalato i biglietti del concerto previsto in estate e saremmo andati lì insieme.
Studiai come una matta, ebbi i biglietti, vidi il concerto, bellissimo. Uno dei pochi momenti di condivisione con mio padre.
Poi l’ossessione scemò via: tolsi i poster, buttai gli articoli, ma conservai i cd che ogni tanto amo riascoltare. Perché mio padre, stranamente, era riuscito a intuire che solo con il completamento di un percorso, attraverso la visione di un concerto dal vivo, l’ossessione sarebbe finita; che dovevo arrivare alla parola “fine”. O almeno, credo lo abbia intuito, poi può anche darsi che voleva solo che la smettessi di rompere. Non era detto che andasse così, ma così invece è stato. Per questo cantante, come per tantissime altre cose.
Probabilmente è il motivo per cui sto malissimo e credo ci starò per un bel po’. Perché con ASIM non ho concluso nulla. Assolutamente nulla.
È qualcosa di sospeso a tutti i livelli, una domanda a cui non solo manca la risposta, ma pure il punto interrogativo alla fine.
 
Da quando ho letto il post di facebook, il Mostro ha ripreso a palesarsi. Praticamente è sempre con me. Di giorno, di notte, nella realtà, nei sogni, dentro casa, fuori casa.
Tutta questa tensione, tutti quegli sforzi ad essere migliore, a mettermi alla prova.
E non è cambiato NULLA.
Non sono una persona migliore, non ho avuto le risposte che volevo, se prima ero perplessa ora sono confusa e non vedo via d’uscita.
Non vedo un futuro, non vedo speranza non riesco neanche a godere delle cose belle che mi circondano.
Non ho avuto neanche le palle per chiedergli la ricevuta, per mandarlo affanculo e dirgli che un vero dottore non è che dice “se guarisci io sono dio, se peggiori sei tu il coglione”. Anche perché, conoscendolo, avrebbe sicuramente avuto la risposta pronta, tipo: “Ma io non sono un dottore. Fin dall’inizio ho lasciato a te ogni scelta.”
Certo ogni scelta, ma quando rimandava gli appuntamenti il giorno lo decideva lui
Vorrei cambiare le cose, almeno per me. Ma mi sento ancora più impotente di prima. Non è vero che gli insuccessi formano: gli insuccessi distruggono.
Il Mostro è ancora qui, ormai completo di faccia, seduto a fissarmi. Almeno ha smesso anche lui di sorridere.
 
mi odio mi odio mi odio mi odio mi odio mi odio mi odio mi odio

 
  
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