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Autore: ladypink88    24/05/2020    8 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Corse a perdifiato per prendere quel treno. Era convinto che quel giorno perdere anche solo un minuto di più sarebbe stato qualcosa di cui si sarebbe pentito per tutta la vita.
Certamente il suo non era un pensiero razionale , ma preso dall’onda delle emozioni di quel giorno!  Fece un balzo sull’ultimo vagone e le porte si chiusero dietro di lui.  “Per fortuna ce l’ho fatta! Accidenti che corsa!” aveva il fiatone ed entrò nel corridoio del treno cercando un posto a sedere, quando gli venne in mente che non aveva fatto il biglietto del treno!
“ Maledizione! Sarà il caso che vada a cercare subito il controllore prima che mi dia la multa”. Diede un occhio in giro , ma non lo vide. Si lasciò cadere su un sedile libero, e bevve un sorso d’acqua dalla bottiglietta d’acqua che aveva nello zaino.
Era calda, e di certo non gli aveva tolto la sete. Riguardò l’orologio : erano le 4.10 del pomeriggio ed il treno non sarebbe arrivato che poco prima delle 18. Si chiese se per caso stesse facendo una sciocchezza! In fondo, Laura non si era più fatta viva, magari non voleva più saperne niente di lui. Inoltre gli aveva tenuto nascosto quell’inferno che era scritto in quel diario che le aveva sottratto come un ladro.

Fece un sospiro e pensò che in realtà il discorso era ben diverso : non era Laura ad aver bisogno di lui, ma lui che desiderava ardentemente starle vicino. Non gli interessava capire il perché, non in quel momento almeno.
Ed inoltre , analizzando la situazione un po’ più nel dettaglio, non è che lui si fosse comportato poi meglio : l’aveva baciata e l’aveva lasciata fuggire. Non l’aveva più cercata, non le aveva mandato neanche un what’s up. Decisamente , era proprio il caso di cercarla e ….
E cosa Manuel? Cosa pensi ? Che ti salterà addosso a braccia aperte?” No di certo ! Questo non è decisamente da lei, ma sicuramente questa volta non l’avrebbe lasciata fuggire, l’avrebbe fermata e guardata negli occhi. Aveva bisogno di risposte. Voleva dannatamente sapere se i suoi sentimenti fossero reciproci. E in quel caso, ma solo ed esclusivamente in quel caso , avrebbe provato a fare in modo che lei si aprisse con lui.

Istintivamente, prese il diario di Laura e iniziò a leggerlo . La prima pagina aveva la data che corrispondeva ad un anno e mezzo prima :
Cara Elias,
sì ho deciso di chiamarti così perché mi piace molto come nome, e almeno non mi sentirò una sciocca mentre parlo con te, o quanto meno , non più idiota di quanto io già mi senta.
Sai, sono successe veramente tante cose nel giro di 6 mesi, ma talmente tante che non saprei da dove partire, perciò andrò come in flusso di coscienza. Almeno con te cara Elias voglio essere me stessa e dirti tutto ciò che penso e che sento , perché mi rendo conto che la maggior parte del tempo sono costretta ad indossare una maschera e non è esattamente ciò che vorrei , ma giuro che non so come uscirne.
Vediamo, come ti dicevo tutto è iniziato 6 mesi fa, quando ho iniziato a fare uno strano sogno su quando ero piccola : sempre lo stesso, quasi tutte le sere. E ogni volta mi svegliavo in balia dell’ansia e presa di soprassalto. All’inizio non ci facevo più di tanto caso , ma una notte ho sognato lo zio Alfredo durante una festa di compleanno . Era come se uno spezzone in più si fosse aggiunto  ad uno spezzone di un film, ma uno spezzone di un film dell’orrore, perché la sensazione che provai fu di ansia e angoscia opprimente.


A Manuel cadde il diario dalle mani. Iniziò a ricollegare quello che era successo all’incirca un anno fa, quell’avvenimento così angosciante che lo aveva reso così iperprotettivo nei confronti della puffa.
Che quel bastardo che per poco non la stava soffocando fosse lo zio Alfredo? Stava iniziando a mettere insieme dei pezzi di puzzle che era ancora troppo spoglio. Solo Laura avrebbe potuto dargli tutte le risposte che cercava, ma aveva la sensazione che avrebbe avuto a che fare con una cassaforte che non si sarebbe aperta senza il codice corretto. E questo codice iniziava a risultargli veramente molto complesso.
Per l’ennesima volta sospirò. Mancava poco per arrivare a Laveno. Cercò di fare mente locale su dove Laura avrebbe potuto andare. E cercò, suo malgrado , di tranquillizzarsi per poter affrontare al meglio la situazione.


 
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La vista sul lago aveva veramente un effetto terapeutico su Laura. Non appena scesa dal treno si era diretto verso il suo bar preferito, e nonostante fosse quasi ora di pranzo, il ragazzo del bar le preparò lo stesso il suo adorato cappuccino con croissant al pistacchio.
“ Che goduria” pensò fra se e se mentre addentava avidamente il dolce. Si sentiva a suo agio ed in pace con se stessa. Aveva fatto bene ad andare lì. Mentre finiva la sua colazione tardiva, aprii il suo zainetto e tirò fuori il plico di circa 30 pagine che aveva stampato quella mattina dopo aver fatto quella ricerca su google sulle maledette.  Iniziò a leggere il testo in maniera veloce usando lo stesso metodo che utilizzava per preparare gli esami : prima lettura veloce, e poi lettura analitica fissare bene i concetti principali.
Non pensava che ciò che stava leggendo l’avrebbe colpita in quel modo. Inarcò il sopracciglio e rimase basita : si riconosceva ahimè in molte cose ma non avrebbe mai pensato che delle semplici ed apparentemente innocue gocce avrebbero potuto creare tutti questi effetti collaterali.


“ Mi scusi signorina, per caso ha intenzione di pranzare qui? “  la frase del ragazzo del bar interruppe improvvisamente il suo flusso di coscienza. Lo guardò distrattamente e il giovane gentilmente ripetè “ Sto preparando i tavoli per il pranzo . Ha per caso intenzione di pranzare qui ? “ “ Anche volendo in questo momento sono veramente piena per via della vostra fantastica colazione. Libero subito il tavolo. “ “ D’accordo. Grazie mille e buona giornata allora” “Grazie, anche a lei “ disse Laura e uscì dal bar.

Si incamminò sul lungolago, così tranquillo e semideserto. D’altronde era un giorno infrasettimanale, normalmente le persone sono a scuola o a lavoro, e anche lei in quel momento avrebbe dovuto essere all’università a seguire le sue lezioni. Ma nonostante fosse sempre stata molto ligia al dovere, Laura non sentì nessun senso di colpa verso quella decisione apparentemente irresponsabile di saltare le lezioni per un giorno : aveva bisogno di leggere con dovizia di particolari quel documento che aveva stampato, perché troppo a lungo aveva messo la testa sotto la sabbia su quella vicenda.
Aveva deciso di stordire tutto il dolore che provava dentro con le “maledette”, ma il problema è che le maledette potevano curare il sintomo, ma di certo non avrebbero curato tutta la sofferenza che vi era alla radice di tutto.  Doveva agire, ed anche in fretta, altrimenti tutto l’uragano che aveva dentro sarebbe esploso risucchiandola in un vortice, e una volta aperto il vaso di Pandora, lei non era più sicura che sarebbe riuscita a gestire la situazione.


 Doveva chiedere aiuto a qualcuno, di questo ne era certa, ma di chi poteva fidarsi ? Le venne in mente il biondino e il loro bacio. Si fermò di colpo. Non sapeva ancora bene come, ma pensò che aveva assolutamente bisogno di chiarirsi con lui. D’altronde lei era scappata via come una ladra, chissà cosa avrà pensato! In cuor suo sperò di cuore che Manuel non la disprezzasse per quel suo gesto codardo.

Guardò verso la collina che costeggiava il lungolago e le venne in mente che c’era uno splendido parco lì in alto con delle panchine in legno molto accoglienti.  Avrebbe potuto andare lì, godersi lo splendido panorama dall’alto, studiare  in pace il documento sulle “maledette” e pranzare con i sandwich che si era portata da casa. Guardò l’orologio : erano quasi le 14.  Aveva a suo disposizione l’intero pomeriggio da poter dedicare a quel fascicoletto che le era parso molto più interessante del previsto.
Decretò che il  suo piano fosse perfetto. Verso le 18  avrebbe preso il treno del ritorno per non rincasare troppo tardi. Sorrise per la sua splendida idea e riprese a camminare a passo rapido verso la collinetta del Parco Torrazze di Laveno.

ANGOLO DELL'AUTRICE : Manuel sembra che inizi a mettere insieme i pezzi di un puzzle davvero doloroso, ma cosa sarà successo un anno prima? Troppi segreti e troppe cose che vorrebbe sapere. Laura sembra decisa a voler risolvere il suo problema , ma ce la farà? 
 
   
 
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