Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Chiharu    25/05/2020    3 recensioni
Con questa storia voglio entrare più a fondo nella relazione tra Hinata e Naruto. Si tratta di un viaggio nel loro quotidiano che segue la Quarta Grande Guerra Ninja e che spero possa mostrare al meglio ciò che celano nel loro animo.
Hinata riuscirà ad oltrepassare le barriere della sua timidezza e a trasmettere a Naruto i suoi sentimenti una volta per tutte? Lui si accorgerà finalmente che quella timida e fragile ragazzina si è trasformata in una donna?
**Spero di avervi incuriosito, vi aspetto tra i lettori!**
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 4

Naruto era stravaccato su di una panchina in completa solitudine e fissava il cielo con la bocca mezza socchiusa, perso nelle sue elucubrazioni. Il sole brillava alto nel cielo, l’aria era pesante come il macigno che il biondino sentiva nel petto. Scosse rapidamente la testa, come a risvegliarsi da un brutto sogno e sospirò forte, senza accorgersi di due iridi scure che lo fissavano perplesso accanto a lui.
Il biondo si voltò di scatto, ritrovandosi a poche spanne dal viso dell’amico corvino.

“Aaaah! Che diamine, mi hai spaventato Shikamaru!”

“Che razza di ninja sei se non ti accorgi nemmeno della presenza di qualcuno accanto a te?” Chiese il ragazzo con tono scocciato.

“Hai proprio ragione…” Disse mesto il biondo sospirando di nuovo.

“Si può sapere che ti prende? È almeno mezz’ora che non fai che sospirare e sbuffare…”

Naruto rispose con un altro sospiro ancora più rumoroso.

“Esaustivo come sempre…” Shikamaru si portò una mano alla fronte, esasperato.

“Ho fatto un casino!” Sbottò all’improvviso l’Uzumaki.

“E quale sarebbe la novità? Sei un casinista da quando hai messo piede in questo mondo… Letteralmente!” Disse il ragazzo pensando alle insolite circostanze della nascita del biondo.

“Eh già…” Disse sorridendo tristemente il ragazzo dagli occhi color del cielo.

“Allora? Sputa il rospo! Che cosa hai fatto?” Si spazientì il Nara.

Naruto arrossì di colpo, sotto lo sguardo sempre più perplesso del compagno.

“C’entra una donna?” La buttò lì Shikamaru. Lui stesso stentava a credere che il biondo avesse davvero fatto qualche passo avanti con il genere femminile.

“Sì… Ok, la smetto di girarci intorno: ho baciato Hinata ma lei non lo sa!” Disse tutto d’un fiato e stringendo gli occhi.

“Come scusa?”

“Esattamente quello che ho detto!”

Shikamaru si fermò a riflettere per qualche secondo, cercando di processare le informazioni appena ricevute. Naruto e Hinata. Bacio. Lei ignara di tutto.

“Ma come fa a non saperlo?” Chiese il moro sconvolto.

“Dormiva…”

“Ma che diavolo hai fatto?? Spiegati!”

“E che palle! Ok, eravamo su una panchina, lei era brilla, si è addormentata sulla mia spalla e io… io l’ho… b-baciata!”

“Ah…” Shikamaru era rimasto senza parole.

“Ecco, ho fatto un casino perché poi il suo segugio mi ha beccato! Ora penserà che sia un pervertito!” Esclamò tenendosi la testa con le mani.

Il moro scoppiò in una leggera risata “Ne combini sempre qualcuna delle tue, non cambi mai! Andiamo, sei pur sempre il degno allievo di Jiraiya!”

“Non è divertente, Shikamaru! Cosa diamine faccio adesso?”

“Quante storie… Lei ti piace, giusto?”

Le guance di Naruto si colorarono immediatamente di rosso e rimase in silenzio.

“Perfetto, allora dovresti sapere esattamente cosa fare!” Continuò quasi annoiato l’amico.

“Invece no!” Ribatté il biondo.

“Hai mai preso in considerazione la possibilità di parlare e dirle quello che provi?” Chiese lui ironico.

“Eeeeeeh?? Ma sei impazzito? Mi rifiuterebbe di sicuro!”

“Per Dio, cosa mi tocca sentire…” Disse sottovoce Shikamaru, dandosi un sonoro schiaffo in fronte. Poco dopo riprese la parola “E fammi capire, vorresti continuare così ad oltranza? Diglielo, no??”

“Mi sento le gambe tremanti solo a pensarci…” Bofonchiò l’Uzumaki quasi impercettibilmente.

“Andiamo! Hai sconfitto nemici temibili, salvato il mondo da quella pazza di Kaguya, hai rischiato la vita Dio solo sa quante volte e adesso fai il poppante indeciso?”

“Aaaah, d’accordo! Ci penserò su… Dovrei prenderle dei fiori secondo te?” Chiese lui arrossendo.

Shikamaru risposte divertito “Perché no?”

Un enorme sorriso prese forma sul volto del biondo che esclamò euforico “D’accordo!”

La figura snella di Naruto si allontanava velocemente sotto lo sguardo divertito dell’amico.
 
Il cielo si era improvvisamente incupito, una pioggia fredda iniziò improvvisamente a cadere sul villaggio. Naruto imprecò mentre cercava di tenere al riparo i fiori che aveva appena comprato per Hinata.

“Dannazione, perché proprio adesso?!” Urlò spazientito il biondo al cielo. Accelerò il passo cercando di far scudo al mazzo di girasoli che teneva tra le braccia, quasi come se ne andasse della sua vita. Concentrato com’era sui fiori non si accorse della figura che gli si parò di fronte, sbattendoci contro. I fiori caddero in una pozza d’acqua.

“Accidenti, no!” Esclamò esasperato Naruto.

“Naruto-senpai! Stai bene? Mi dispiace tanto!” La ragazza prese i fiori con un braccio, tendendo l’altra mano verso il biondo per aiutarlo.

“Momo-chan! Ti ringrazio, sto bene, solo un po’ inzuppato.” Il ragazzo sorrise gioviale in segno di saluto e fece per avviarsi quando la giovane gli afferrò un braccio.

“Senpai, aspetta!”

“Mhm?” Naruto guardò la ragazza dai lunghi capelli castani interrogativo.

“V-vorrei parlarti, stavo venendo da te…”

Rimasero in silenzio per alcuni minuti, finché la giovane si decise ad alzare lo sguardo e si avvicinò pericolosamente al viso del biondo.

“Senpai, sono innamorata di te!”

Accadde tutto nell’arco di pochi attimi: Naruto sgranò gli occhi mentre Momo lo attirò a sé, lasciando cadere nuovamente a terra i fiori. Le loro labbra si unirono in un caldo bacio, mentre la pioggia divenne via via più incessante.

A pochi metri di distanza Hinata aveva visto tutto. Irrigidita e con lo sguardo perso sembrava una bambola, mentre una lacrima solitaria le scivolava lungo la guancia. Perché era dovuta arrivare proprio in quel momento? Perché aveva dovuto assistere ad una scena simile? La frustrazione e la tristezza divennero la tempesta che agitava il suo cuore. Si voltò e iniziò a correre senza meta.

Il cielo si fece più cupo e un forte rombo sconquassò il cielo. Hinata correva ancora finché non inciampò e cadde rovinosamente a terra, mentre la pioggia cominciò a cadere e a mischiarsi alle sue lacrime. Si rialzò mettendosi in ginocchio. La testa le girava, mentre un sorriso amaro le apparve in volto.
“Possibile che debba sempre sconvolgermi così? Senza nemmeno accorgersene ogni volta?” pensò lei. Le immagini di poco prima si susseguivano vorticosamente nella sua mente, sembrava non riuscire a pensare ad altro. Si rialzò e prese a camminare lentamente, mentre le ferite bruciavano ad ogni passo. Aveva i capelli incollati al viso e i vestiti zuppi, ma sembrava non avvertire il freddo. Erano anni che fantasticava su loro due, sul loro primo bacio, sulla possibilità di stare al fianco di quel ragazzo che era sempre stato solo. Anche se in segreto lei era sempre stata la prima e l’unica a sostenerlo. Ora, però, le cose erano cambiate. Naruto era diventato un eroe riconosciuto da tutti e le ragazze che lo evitavano o lo additavano come spazzatura cadevano ai suoi piedi come nulla fosse. Strinse i pugni per la rabbia. Lei che era sempre così remissiva e non mostrava mai i suoi veri sentimenti aveva difficoltà a controllarsi.
Vagava per le strade del villaggio, mentre le note di una canzone le risuonavano in testa.

 
A un passo dal possibile
A un passo da te
Paura di decidere
Paura di me
Di tutto quello che non so
Di tutto quello che non ho

 
Per tutta la vita era sempre stata sempre un passo dietro di lui, come un’ombra invisibile. Aveva sempre voluto confessargli i suoi sentimenti, avrebbe voluto che lui si accorgesse di lei, che la vedesse finalmente come una donna. Tuttavia, la paura l’aveva sempre fermata. La sua timidezza e il suo essere un po’ goffa e impacciata non le avevano mai permesso di affrontare di petto la situazione.
“E se non fossi abbastanza?” era il pensiero che spuntava sempre dai meandri più reconditi della sua mente. Il suo senso di inferiorità era sempre pronto a tirare fuori gli artigli e a farsi spazio prepotentemente, condizionandole la vita. Ora, però, se ne pentiva. Qualcun’altra avrebbe potuto facilmente occupare quel posto a cui lei anelava da sempre.

Eppure sentire
Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto c'è (eppure sentire)

Ogni angolo del villaggio, ogni strada, ogni albero le ricordava Naruto. Le bastava semplicemente alzare gli occhi al cielo e l’azzurro cristallino di quell’immensità le ricordava gli occhi di quel biondino sempre allegro. I raggi del sole le ricordavano il calore dei suoi sorrisi. Lui era sempre presente in ogni angolo e in ogni momento.
“Stupida…” pensò. Nonostante quello che aveva visto il suo cuore continuava a battere per lui.  Sospirò forte tra le lacrime, vagava con lo sguardo intorno a sé cercando di capire dove fosse arrivata. Si trovava di fronte l’accademia ninja. Si soffermò sul cortile, c’era ancora la vecchia altalena su cui Naruto rimuginava sempre da bambino. La nostalgia l’assalì e si diresse verso quell’oggetto in legno usurato dal tempo.

Eppure sentire
Nei sogni in fondo a un pianto
Nei giorni di silenzio c'è


Un senso di te

 
Accarezzò le vecchie corde che sostenevano l’altalena e si sedette. Con un’espressione afflitta in viso iniziò a dondolarsi piano, proprio come faceva Naruto tanti anni prima. Circondata dal silenzio, la pioggia era la sua unica compagna in quel momento malinconico. Si prese il viso tra le mani e iniziò a singhiozzare più forte. Si sentiva sciocca e furiosa con se stessa perché sembrava essere rimasta la solita bambina indifesa di sempre. Avrebbe voluto urlare, andare da Naruto e gridargli contro ciò che provava e a cui lui non aveva mai fatto caso. Si sentiva stupida perché in una situazione simile l’unica cosa che riusciva a fare era frignare come una ragazzina.
Le gocce di pioggia divennero sempre più leggere, ora sembravano accarezzare la figura di Hinata ancora piegata su se stessa. Un lieve spiraglio di luce si fece largo tra le pesanti nubi grigie. Sentì riecheggiare dei passi, qualcuno le stava andando incontro. In pochi secondi vide pararsi una figura di fronte a lei, con lo sguardo basso ne distingueva solo i piedi. Alzò la testa e con gli occhi gonfi e ancora pieni di lacrime vide il suo amico d’infanzia. Yuki le sorrideva mestamente e si chinò verso di lei.

“Che succede? Perché piangi da sola sotto la pioggia? Ti beccherai un raffreddore!”

Hinata non rispose e tirò su col naso sentendosi ancora più patetica.
Yuki sospirò, con un movimento veloce si tolse la giacca e la posò con grazia sulle spalle della corvina. Si prese qualche secondo per esaminarla da capo a piedi e si accorse delle ferite sulle ginocchia. Spalancò gli occhi sorpreso.

“Ma che hai fatto? Sei ferita!” esclamò preoccupato.

“Eh? Ah, n-non preoccuparti. Non è successo nulla, davvero!” si affrettò a spiegare la Hyuuga nel vano tentativo di ingannare l’amico. Non aveva voglia di parlare di ciò che aveva visto.

 “Andiamo a casa, devi asciugarti.” Aggiunse Yuki e senza fare ulteriori domande. Hinata fece per alzarsi e senza darle il tempo di pensare la sollevò di peso prendendola in braccio.

“M-ma che fai Yukki??” Imbarazzata cercò di liberarsi.

“Smettila di fare la bambina e non muoverti!” Disse lui esasperato.

“Proprio perché non lo sono posso camminare da sola fino a casa!” Esclamò lei con stizza.

Yuki sorrise “Sei ferita, non voglio che tu ti faccia ulteriormente male. Lascia che ti porti io a casa, è vicina.”

Hinata non protestò oltre, sapeva che provare a fargli cambiare idea sarebbe stato solo una perdita di tempo e fiato. Si accoccolò contro il suo petto rilassandosi. La presenza di Yuki era sempre stata fonte di pace per lei, riusciva sempre a calmarla. Anche da piccoli lui era sempre stato una sorta di rifugio.
Yuki si incamminò verso l’uscita del cortile con Hinata in braccio. Il ragazzo procedeva con andatura lenta e strinse la giovane un po’ di più a sé. Dopo una decina di minuti arrivarono di fronte l’imponente tenuta degli Hyuuga e la posò in terra. Entrarono e si sedettero fuori, mentre Yuki iniziò a medicarle le ferite.

“Allora vuoi dirmi cos’è successo?” provò a chiedere nuovamente lui.

Hinata tenne lo sguardo basso senza rispondere.
Yuki sospirò nuovamente “Non sei un po’ cresciuta per il gioco del silenzio? Sono preoccupato per te, per favore parlami.”

“Io… sono patetica!” Sbottò lei mentre gli occhi si facevano nuovamente lucidi. Yuki alzò la testa e gli si strinse il cuore a vedere la sua espressione così triste e angosciata.

“Cosa dici? Spiegami…” disse lui quasi sottovoce. Aveva intuito la ragione dietro il turbamento della ragazza. La conosceva bene. Sapeva di doversi preparare psicologicamente a qualcosa che non avrebbe voluto sentire.

“Li ho visti… Si sono baciati e i-io.. io…” le parole di Hinata venivano spezzate dalla sua voce tremante. Una lacrima le rigò il viso. Si sentì ancora più stupida a comportarsi così di fronte a Yuki.

“Cosa?” il ragazzo sentì montare la rabbia dentro di sé. Non poteva credere che lei dovesse continuare a soffrire per quell’idiota insignificante, non accorgendosi mai di lui.

“Naruto-kun e…” Hinata non fece in tempo a finire la frase.

“Perché deve sempre essere lui?” il tono di Yuki divenne glaciale, prendendo Hinata alla sprovvista. Non l’aveva mai sentito rivolgersi a lei in quel modo.

“C-cosa?” balbettò lei senza capire.

“Perché devi sempre soffrire per lui? Perché non ti accorgi di nient’altro?” continuò lui imperterrito. La rabbia e la frustrazione stavano prendendo il sopravvento.

“I-io… Mi dispiace..” Fece lei ancora ignara di tutto.

Yuki la attirò a sé e con un movimento rapido l’abbracciò più forte. Hinata quasi sussultò per la sorpresa, ma non si mosse. “Non voglio più vederti soffrire per lui, non riesco più a sopportarlo!” piagnucolò quasi lui.

Si staccò lievemente da lei e la fissò negli occhi. Hinata non capiva, vedeva la profonda tristezza negli occhi del ragazzo che aveva di fronte e quasi non lo riconosceva, non l’aveva mai visto così. Lui alzò la mano e le accarezzò piano i capelli, poi con le dita le sfiorò una guancia, accarezzandola piano. Le guance della corvina si imporporarono leggermente.
Il cuore di Yuki batteva forte. Trattenersi era sempre più una tortura per lui, non riusciva più a frenare i suoi movimenti, né voleva farlo. Sentiva il bisogno di sentire la pelle di Hinata contro la sua, desiderava quelle labbra morbide per sé.

“Hinata…” La chiamò lui. Lei rimase in silenzio, non sapendo bene cosa fare. il ragazzo riprese dopo una breve pausa continuando a fissarla negli occhi, inchiodandola con lo sguardo sul posto.

“Non ti sei mai accorta di nulla… Io, però, non posso più fingere così. Ti ho sempre guardata da lontano, mi sono sempre imposto di non andare oltre per qualche assurda ragione, ma non riesco più ad arginare quello che provo. Sono innamorato di te. Da sempre.” Disse tuttu d’un fiato lui. Lo aveva fatto. Aveva confessato il suo segreto. Tremava leggermente.

Hinata ebbe un tuffo al cuore. Rimase interdetta, non se l’aspettava. Yuki era innamorato di lei. Da sempre. Arrossì di colpo mentre processò l’informazione. “Yukki, io non…”

“Lo so.” La fermò immediatamente lui. La strinse ancora più forte sorridendo lievemente. Almeno adesso lei sapeva, poteva guardarlo sotto una nuova luce e il rosso delle sue guance ne era già una prova. Si avvicinò pericolosamente al volto di lei, pochi centimetri e le loro labbra si sarebbero toccate. La osservava languidamente e riprese a parlare: “So tutto, ma non mi importa.”

Il cuore della ragazza accelerò. Mille pensieri iniziarono a vorticarle in testa, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, mentre il ragazzo che aveva di fronte sembrava un’altra persona. Come aveva potuto non accorgersi mai di nulla? Il volto di Yuki si faceva sempre più vicino. Hinata scattò in piedi e indietreggiò, ma il ragazzo non si perse d’animo e la seguì.

“Yukki.. fermati..” Disse lei con voce quasi inudibile.  Il moro non l’ascoltò e la bloccò contro la parete di  casa sua con le sue braccia, sembrava quasi stesse braccando una preda per impedirle la fuga.

“Non riesci proprio a vedermi come qualcosa di diverso da un amico di infanzia? Posso sembrare patetico ora, ma non mi importa. Sono anni che ti vedo cambiare umore a causa di un altro, ti vedo soffrire e piangere. Non lo posso accettare!” avvicinò il viso a pochi centimetri dalle labbra di lei.

“Hinata, guardami…” disse lui con voce roca mentre la fissava. La ragazza ricambiò lo sguardo e in una frazione di secondo Yuki azzerò le distanze tra loro. Premette le labbra contro le sue mentre la strinse nuovamente a sé. Era un bacio disperato. Hinata sgranò gli occhi e si liberò violentemente dalla presa di Yuki.


Poco lontano dai due stavano in piedi Ino e Sakura, attonite osservarono la scena. Si erano recate lì per far visita all’amica. Si scambiarono uno sguardo accigliato e decisero di allontanarsi senza far rumore.


** SPAZIO AUTRICE **
Salve a tutti! Vi chiedo scusa per il ritardo madornale nel pubblicare questo capitolo, ho avuto un po' di problemi di varia natura, ma non starò qui a soffermarmici. Intanto voglio ringraziarvi se siete arrivati nuovamente fin qui. Spero che questo capitolo possa piacervi o comunque soddisfare le aspettative dopo tanta attesa. Vi annuncio che il prossimo sarà l'ultimo e cercherò di pubblicarlo quanto prima. Se avrete voglia di recensire, fatelo pure. Attendo con ansia il vostro feedback. A presto!

Chiharu
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Chiharu