Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Lady R Of Rage    26/05/2020    4 recensioni
"-Quaggiù potrete chiacchierare quanto vi pare. Nessuno vi sente. Nessuno vi asciuga le lacrime se piangete. Siete all’inferno, ragazzi: ma chi siamo noi per separare una così bella famigliuola?-
Non voglio, pensa Baby 5. Voglio andare via, io sono la promessa sposa di Don Sai della terra di Kano, e lui ha bisogno di me. Serra i pugni, come se avessero ricominciato a tirarle addosso spazzatura. Deve scegliere, a un certo punto – anzi, ha già scelto, ed è troppo tardi per recriminare."
Baby 5 ha scelto: non un nuovo inizio come moglie di Don Sai, ma l’inferno, la condanna perpetua, nelle viscere ghiacciate di Impel Down, assieme a coloro con cui è cresciuta.
Dopo il calderone di sangue bollente e i tormenti di Sadi-chan, solo un’eterna attesa accoglie la sconfitta Famiglia Donquixiote. In mezzo alla neve perenne, dove nemmeno i lumacofoni mantengono il contatto col mondo, senza più un Padroncino da seguire e amare, Baby 5 non si è mai sentita meno utile.
Eppure, prima di Sai, aveva chiamato “famiglia” i suoi compagni di cella. Sarà l’inferno a ricordarle perché.
[Accennate Baby 5/Sai, Trebol/Diamante, Senor Pink/Lucian]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Baby 5, Donquijote Family, Gladius, Pica, Sugar
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Gli Alti E I Bassi Della Famiglia Donquixiote'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Camminare In Cerchio – Il Rancore Eterno Dei Liberti
 

Se ci sono carpentieri che trovano difficile disegnare una nave da soli, possono solamente immaginare cosa significhi farlo in sedici.
Per la chiglia scelgono una vernice indaco, intensa come un livido, che paia emergere dal mare stesso e mescersi con le onde. I fregi sono dorati, il colore della regalità. Le vele se le fanno fare viola, striate d’oro e d’argento, ma per il Jolly Roger convengono all’unanimità di aspettare. A malapena ricordano che aspetto avesse, quello di Doffy, e rubarglielo sarebbe solo l’ennesimo affronto, ma quando Diamante chiede se qualcuno abbia un’idea per un disegno nuovo persino Jora risponde con silenzio e guance rosse.
I soldi di Myosgard procurano loro mobilia all’ultimo grido, elettrodomestici che luccicano come argento, gli strumenti di navigazione più veloci ed efficienti. Ma quelli li sigillano in uno scaffale, chiuso a chiave e pieno di polvere dopo una settimana. Per navigare serve una destinazione, e nessuno di loro ha idea di dove altro dovrebbero andare.
A Baby 5 viene voglia di distruggerla, quella nave, per non essere mai costretti a prenderla e andarsene via di là. Possiamo andarcene in crociera, aveva detto ridendo Machvise, ma nessuno aveva riso in risposta. Sarebbe un chiudersi attorno una gabbia d’oro una volta usciti da quella di ferro. Non sono bambini, non possono dipendere per sempre dai soldi di un Nobile Mondiale. A Baby 5 pare una presa in giro: un Drago Celeste che si offre di aiutare gli altri, che mette a disposizione le sue ricchezze a chi ne ha bisogno. Dovrebbe essere un ritrovamento epocale, qualcosa per cui sentirsi speciali. Invece si sentono – così dice Diamante, e lo accolgono annuendo – come tigri chiuse in gabbia, che si abituano alle carezze degli addestratori e si crogiolano nei loro giacigli di paglia come se non vi fosse al mondo miglior posto dove stare.
Sull’isola girano in cerchio, riempiendosi le tasche di gioielli e ninnoli. Baby 5 lancia sulla superficie del mare tanti sassi da indolenzirsi il polso. Segue Dellinger in alto mare su una barca tirata da lui, lo guarda nuotare con gli occhi lucidi. Mangiano panini al sole alto, finché non si fa avanti il mal di stomaco. Il ragazzo si immerge fino al fondale e le porta una conchiglia, un ventaglio rosso grande come un medaglione. Baby 5 gli arruffa i capelli bagnati. -Ci farò una collana.-
Di collane ne ha abbastanza da riempirci un portagioie intero, ninnoli da mercatino di plastica e di ferro che quando fa caldo diventano roventi contro la pelle. Anche a Gladius piacciono i ciondoli: se n’è procurato uno a forma di ingranaggio, grande come una lente di occhiale. Jora ha fatto incetta di collane di pietra dura, alcune lunghe fin oltre al suo seno. Pica sfoggia un bracciale di ametista e rame, serrato attorno all’avambraccio. Si è fatto anche bucare le orecchie: due topazi veri luccicano sui suoi lobi, gialli come i suoi occhi.
“Dobbiamo riprenderci”, dice sempre Diamante. “Dobbiamo dimenticare quello che è successo, tornare a brillare come le stelle che siamo stati.” Come se non lo vedessero, a tarda notte, che con mani tremanti ingolla bottiglie intere di vino. Se quelle bottiglie non sono state finite prima da Señor Pink, da Jora, da Lao G o da Machvise. Persino Buffalo ci dà dentro, ogni tanto. Lui stesso che diceva sempre che da sbronzi non si vola.
E anch’io. Molto gentili Gladius e Lao G a tenerle i capelli, portarla a letto quando aveva finito di rigettare tutto, coprirla e starle vicino perché non iniziasse a vomitare nel sonno. Molto dolci anche Sugar e Charlotte a farle trovare quel tè caldo al mattino, per umettarsi la bocca ancora acida. Ho sognato Shalria, mugugna. E non le ho nemmeno vomitato in faccia.
La libertà si avvicina per ogni nuova asse inchiodata su quella nave, ogni goccia di pittura, ogni cavo posato e collegato. Una libertà che fa paura, e di paura ne hanno abbastanza. Ha visto i lividi da frustino sulla schiena di Lao G, alcuni ancora viola e pulsanti. Ha tenuto la mano di Señor Pink quando gli ha raccontato dei lottatori maciullati davanti ai loro occhi. Non è come nell’arena, non quando il prigioniero sei tu. Nemmeno il più duro dei duri ne esce sano. Ha massaggiato i pollici di Jora, storti e schiacciati come se fossero stati masticati fino all’osso. Forse era così che funzionava, quella macchina di fili infernale: una miriade di denti affilati nascosti nelle stringhe sottili. Ha visto gli occhi di Dellinger, arrossati di cloro, e le guance umide di Buffalo quando ripensa alle suole di Santa Shalria contro la nuca.
Piangi finché vuoi, fratellone. Gli massaggia il collo e le mani nel suo enorme letto, reggendogli i polsi perché non rovesci il tè. Ne usciremo. Te lo prometto. Per i primi giorni, Buffalo non riusciva a sollevarsi dal terreno di più di un palmo. Una volta era caduto sullo stomaco e si era messo a picchiare i pugni a terra, versando lacrimoni tra i sassi. Togliti da me, brutta bastarda! Voglio volare!
Adesso Buffalo vola fino alle nuvole, piroettando ad occhi chiusi come se avesse paura delle altezze. Baby 5 gli fa un cenno di saluto dalla sedia del bar. Non è sicura che l’abbia visto, così in alto. Anche Joanna e Kari salutano con le mani, e Kyuin gli manda un bacino.
-Secondo te mi porterà in spalla?- domanda Charlotte.
-Se glielo chiedi per favore. È un bravo ragazzo. Dovete trattarlo bene.-
-Quando partiremo gli faremo un bel regalo,- proclama Emily. -Non mangia il gelato, ma magari lo indossa. Ho visto una collana che…-
È bello avere, di nuovo, delle amiche della sua età con cui chiacchierare. Quando erano a Dressrosa le piaceva girare per i negozi con Sugar e Monet. Anche la bambina tanto fredda si apriva, con accanto la sorella. A volte le accompagnava anche Viola, quando riusciva a guardarle in faccia. Sarebbe bello averli tutti insieme, sulla Legendary Child, magari tenerle la mano durante il varo.
La partenza si avvicina, ineluttabile. Forse Baby 5 avrebbe dovuto accorgersene provando l’ultimo tè della selezione del loro bar preferito. È dolce, riempie la bocca di un sapore di frutti di bosco. Potrebbe essere ancora a Dressrosa, a divertirsi sotto la protezione di un Donquixiote. Se così ripetitiva è la vita, probabilmente finirò per sposarmi tra qualche giorno.
-Vediamo se mi ricordo. La destra si chiama tribordo,- recita Joanna. -E la sinistra balordo.-
-Babordo,- sbadiglia Baby 5. -Quando salperemo dovrete saperlo.-
-Lo sappiamo. Semplicemente ogni tanto ci scappa qualche termine. Ci sono tante cose da sapere sulla navigazione, tante parole nuove. Noi non siamo abituate.-
-L’importante sarà saperlo fare. Ne sarete capaci. Anch’io pensavo di non saperlo fare, quando ero bambina.- Le viene da ridere, a pensarci. Un nodo di scotta legato male, e il fiocco che si leva in aria come una freccia frustando il Padroncino in piena faccia. E lui ride, pulendosi il sangue dalla bocca. Dubita che a quelle ragazze verrà data una tale cortesia. Nessuno ha voglia di ridere.
-Siete molto gentili,- sussurra Kyuin. -Dopo quello che avete passato, e noi siamo solo delle seguaci.-
-Potete vederlo come un favore, come un pagamento di debiti. Come volete.- Una boccata, e un sorso di caffè. La polvere sul fondo della tazza le gratta contro la lingua.
-Quindi, adesso siamo piratesse,- dice Kari. -Forte. Posso fare la nuova Corazon, se vi va.-
Baby 5 accenna un risolino. Ci sguazzerebbe, lei, nel cappotto di Corazon. Forse dovrebbero farla finita con i nomi di semi delle carte da gioco, ma la sola idea di chiamare Diamante e Pica – e Trebol – in modo diverso è terrificante come perderli tutti.
-Un po’ mi dispiace che ci siete venute appresso. Avete superato un sacco di guai a causa nostra.-
-Ma certo che no,- sussurra Joanna. -Non siete voi. Doveva succedere.-
Baby 5 posa la tazza e la guarda con aria perplessa.
Emily si stringe nelle spalle. -Noi non siamo abituate a questa vita. A scappare, a difenderci. Ma la schiavitù sappiamo che cos’è. È capitato a gente che con i pirati non ci parla nemmeno.-
-Dressrosa era così noiosa, prima. Pensa, potevamo finire maritate a qualche belloccio da poco e finirla lì.- Kari termina il suo bicchiere. -E passare le giornate a cambiare pannolini anziché guardare l’arena. Immagina la noia.-
Ridono tutte in coro. Charlotte apre la bocca e si punta l’indice verso il palato. -E non girare in bikini, sai che sciagura. Mettere un vestito lungo come Scarlett in quel quadro del salotto.-
Quello che abbiamo bruciato. Baby 5 ride, anche se suona finto. Diamante raccoglieva la cenere da terra e la gettava in aria ridendo. Sembra glitter. È così leggera. Non piangere, Violet, il passato è passato. Prendi un po’ di glitter, non scappare! Chi rifiuta il glitter da una rockstar?
Non ha mai voluto fare del male a Diamante, ma quando ci ripensa le viene da dargli almeno una scrollata.

Arrivano alla spiaggia senza una parola, sedendosi tra i cuscini. Ormai Baby 5 potrebbe riconoscere ad occhi chiusi ogni scoglio di quella baia, ogni pietra del sentiero, persino il disegno delle onde quando il sole del tramonto le colpisce. Quando il cielo è grigio le ricorda il loro vecchio rifugio, la caverna nella roccia. All’Hotel Paradise hanno una colazione calda, letti e docce della loro misura, possono regolare la temperatura della stanza e la luce che la riempie. Potrebbero mangiare carne fritta a colazione, se volessero, e nessuno avrebbe nulla da ridire. La libertà: a volte ti dimentichi che cos’è, per poi accorgerti che è tutto.
Scendono nella loro baia tutte assieme, come un gruppo di amiche in una comune vacanza. Il primo che incontrano è Gladius, seduto su un muro di pietra a rimirarsi le mani. Anelli dorati gli ricoprono le dita, abbinati a quelli che gli intrecciano i ricresciuti capelli grigi.
-Bentornate,- dice. -In tempo per pranzo.- Gli anelli d’oro raffigurano ingranaggi, rotelle e stelle d’oro. Anche i suoi orecchini sono anelli luccicanti, da cui pendono monili a forma di chiave.
-Noi ci allontaniamo, se non è un problema. Date un po’ d’aria a noialtri anziani-zamazu.-
Jora regge Lao G per il braccio, salendo la scala che porta in paese. Il vecchio tiene la testa bassa, tremando nella sua felpa. Kyuin fa un passo avanti, ma si ritrae quando Jora solleva la mano aperta. Porta un anello al dito medio, un gatto di giada.
-Lao G-sama è un po’ agitato. Andiamo a fare due passi. È stata una mattinata pesante per tutti.-
-E Vise-sama?- domanda Kari.
Jora piega la testa all’indietro. -Anche lui è agitato, quindi balla.-
L’uomo dal super peso avanza sugli scogli con una serie di glissade, sospeso sulle punte dei piedi. E poi una piroetta, con il piede appoggiato sulla spalla. Per un attimo gli trema la gamba: la piega, la drizza di nuovo, si leva in un arabesque immobile come una statua.
-Vise-sama è stato molto gentile.- dice Kari. -Sapete cosa ha passato, cosa significasse per lui rimanere solo. È carino che sappia ancora ballare.-
-Avrebbe potuto proporsi come danzatore,- dice Joanna. Kyuin la guarda di sottecchi. -Temo che avrebbe avuto più possibilità come radiosa concubina. I Nobili Mondiali non capiscono niente. Aveva promesso che mi avrebbe insegnato qualche passo, ma alla fine non è successo mai.-
Deve essere stato su quell’isola, mentre lei era bloccata a pulire i gabinetti di quell’insopportabile nobile di terra. Chissà che fine ha fatto, dopo il Buster Call. Si immagina Ahho Desunen, con lo sguardo perso uscito dal ritratto nel salotto, che rientra nella villa distrutta dalle cannonate e trova il cadavere della figlia ancora in cucina. Ma la fantasia si ferma là: nessuna lacrima, nessun abbraccio. Non suona neanche reale.
Buffalo giace tra i sassi, sdraiato sulla pancia, una rivista aperta davanti al volto. Un’immagine sparsa su due pagine, che raffigura la carlinga di un velivolo. La percorre con l’unghia, sospirando.
-Mi sono fatto un volo nella foresta, tra gli alberi. È molto bello, c’è silenzio. Ho pianto una volta sola, oggi.-
Baby 5 gli pizzica la guancia. Gladius si siede sui sassi e stringe il polso del fratello. Ha gli occhialoni in fronte, senza curarsi delle occhiaie in bella vista. Non servirebbe a nulla fingere che non ci siano. Sono stanchi, è un dato di fatto. Buffalo fruga nella tasca del cappotto. -Ho portato un sasso per Pica-sama. Sarà felice, stavolta? A volte glieli portavo nella stanza, ma non era la stessa cosa se non poteva sentirli.-
Tira fuori una pietra rossa, maculata di grigio e di bianco, grande come una caramella di zucchero. La lucida col dito. Baby 5 si mette a sedere al suo fianco. -È un bellissimo pensiero.-
La spiaggia è praticamente territorio loro. Se qualcuno si è lamentato non ne hanno sentito parlare. Quando Buffalo si solleva per guardarla, ciottoli si staccano dal suo cappotto.
Gladius sorseggia una soda, rannicchiato tra i cuscini al suo fianco. Sugar sbuccia albicocche da uno sgabello, Señor Pink taglia pezzi di pane contro uno scoglio. Diamante maneggia il barbecue, le dita-stoffa attorcigliate intorno alla spatola. Pica siede su un telo da mare al suo fianco. Prende un ciottolo da un mucchio alla sua sinistra e lo maneggia tra le mani come pasta di pane. Quando riapre le mani, tra di esse giace un modellino in scala del Frutto Pietra Pietra, grande come una pallina di Natale. Lo depone nel mucchio a destra: Frutti del Diavolo tutti svariati, scolpiti nei minimi dettagli. Baby 5 riconosce il suo Arma Arma, in fondo al mucchio.
-Sono bellissimi.-
-Grazie,- dice Pica. -Scolpire mi calma tanto. Non è un’attività ridicola, no?-
-Jora dice che è arte.- Dellinger siede a prendere il sole su un altro telo, in costume da bagno e occhiali da sole a specchio. -E lei ha sempre ragione.-
Diamante soffia sul barbecue. Si è fatto fare un mantello su misura: nero all’esterno, con striature rosa e dorate all’interno che luccicano come gemme quando la luce le colpisce. Le sue unghie sono del medesimo rosa, luccicanti come polvere di stelle, e ancor di più brilla la cipria sulle sue guance. E anche… Baby 5 strizza gli occhi guardandogli le mani: sì, anche le sue unghie sono laccate, di un mosaico di viola, oro e argento che pare ametista vera. Pica deve essersi accorto che lo guarda, perché ritrae le mani in grembo appena finisce col Frutto seguente. -Diamante mi ha portato al centro benessere.-
Baby 5 ridacchia. Sarebbe bello andare anche lei al centro benessere, se l’idea di avere delle mani di sconosciuti addosso non bastasse a darle il capogiro. -Saranno stati anni che te lo chiedeva. Ti è piaciuto?-
-È stato strano.- Pica si pettina con le mani i lunghi capelli lilla. -Però mi sono piaciuti gli impacchi minerali. Era come nuotare nella pietra.-
-Strano che non abbiano detto niente per lo Zoccolo del Drago,- commenta Buffalo. Diamante schiaccia i boccoli tra le dita. -Di liberti ne passano tanti qui. Ormai lo sanno. Siamo come loro, non frega più niente a nessuno.-
Dellinger giace sulla schiena sugli scogli, con gli occhi chiusi, le guance rosse di sole. Baby 5 si siede al suo fianco: il giovane sbatte gli occhi appena la sua ombra lo copre.
-Ciao, cara.-
-Ciao, pesce lesso.- Lo sente ridere, sdraiandosi, e un groppo le si serra in gola. Ha ripreso peso, in quelle ultime settimane, ma ancora si intravedono le costole da sotto la canottiera a rete. Il ragazzo si fa in là sull’asciugamano per farle spazio. Baby 5 si sdraia supina, prendendogli la mano ancora sottile. Il suo, di smalto, gli tinge le unghie d’oro puro.
-Belle?- Dellinger solleva l’altra mano, incurvandola perché il sole vi brilli contro. Dalla punta dell’indice scocca una scintilla abbagliante, e Baby 5 piega la testa di lato alla sua luce. -Non riesco a staccarmi dal sole. Chiuso in quella vasca…-
Baby 5 gli stringe la mano. -Lo so. Mi dispiace tanto. Non ci pensare, siamo liberi.-
-Il mio amico Kapoty dice che un uomo pesce non deve aver bisogno del sole. Ci basta l’acqua, secondo lui.- Sbatte gli occhi. -Io non capisco come possa dire una cosa del genere. Forse lo diceva per non diventare pazzo. Era un bravo ragazzo. Spero che non gli succeda nulla di male.-
-Ho conosciuto una sua compagna di squadra, Porche.-
Dellinger si volta sul fianco. -Capelli blu e naso lungo?-
Baby 5 annuisce. -Me ne ha parlato. Li hanno catturati insieme. Erano in cinque, ma si sono salvati solo loro. Gli è rimasto in mano il braccio di una recluta.-
Abbassa lo sguardo, volgendolo di nuovo alle sue unghie luccicanti. I suoi pantaloncini di paillette si illuminano di un bagliore azzurro mentre si volta. Porche sorrideva spesso, anche in catene. Il mio boss mi salverà, e salverà anche il mio amico Kapoty. Forse un tempo aveva accesi capelli blu, ma quel grigio plumbeo farebbe una pessima figura su un campo sportivo. Sarebbe bello vedere in faccia questo famoso Kapoty, o il capitano astuto come una volpe che li ha riuniti. Oppure il sorriso di Baccarat ogni volta che ripeteva di essere fortunata, e gli abbracci di Kikyo e Belladonna ogni notte, e le dita bianche di Honey Queen che scorrono nei suoi capelli ogni sera. Loro non lo conoscono sicuro, Donquixiote Myosgard. Nemmeno sa che esistono, e non lo saprà mai. Si raggrinziranno e moriranno schiave di quella mocciosa insopportabile.
E dovrebbero essere piratesse potenti. Sicuramente lo erano state, anche se di quattro di loro non ha mai neanche sentito parlare. Pensarci le serra un torchio nello stomaco. Dellinger le sorride, abbassando la testa. Sono gli schiavi, a non dover pensare.
-Tutti a tavola!- Diamante batte le mani. -Ci sono le salsicce!-
Baby 5 tira un sospiro di sollievo, e il volto di Porche scompare nella nebbia. Dellinger si strofina le mani sugli occhi. -Uffa, proprio adesso che mi ero messo comodo.- Porge la mano a Baby 5 per farla alzare. Gladius e Buffalo dispongono sedie, cuscini e sgabelli: si lasciano cadere assieme nello stesso pouf, spalla contro spalla.
Machvise piroetta su una gamba sola, in bilico sulla punta dell’alluce. Galleggia a mezz’aria, trasportato dal vento, e atterra sui ciottoli accanto al barbecue senza sollevarne nessuno.
-Spero di non appesantirmi-in.-
Baby 5 ride, appoggiandogli la mano sulla spalla. È a torso nudo, e il bersaglio marchiato nella carne luccica come ossidiana sulla sua pancia sudata, su un letto di cicatrici che va fin sotto le ascelle. Un paio sono grosse come le sue dita, percorse per tutta la lunghezza da segni di fili.
-Guarda pure,- dice Machvise. -Guardami. Lo mostro per quello. Non è stata colpa mia, no? Se avranno da ridire saranno affari loro.
Diamante le serve tre salsicciotti sfrigolanti, che riempiono il suo piatto di unto e la sua bocca di sale frizzante. -Un giorno troverò il bastardo che si è permesso di farti questo e lo trasformerò in un asciugamano per il culo. Te lo giuro, Vise. Vendicarvi era l’unica cosa che mi dava forza in quel buco di schifo.-
Gladius gli tira in testa un tovagliolo appallottolato. -Sì, anche tu. E voi, miei r-radiosi compagni di sventura.- Si pulisce le mani sui pantaloni e scompiglia i capelli di Pica. A Dressrosa il colosso gli avrebbe allontanato la mano con uno schiaffo: qui rilassa le spalle e avvicina la fronte alle dita del padre, rannicchiandosi nelle spalle come un gatto.
-Sto bene, Diamante-sama. Non faceva poi tanto male. Quella aveva una pessima mira. Era solo il…-Prende il suo bicchiere pieno di birra e lo tracanna fino all’ultima goccia. -Il non potermi difendere. Fare da bersaglio, legato mani e piedi, senza combattere…-
Señor Pink gli stringe il polso. Machvise appoggia la guancia sulla sua spalla, chiudendo gli occhi con aria quasi sognante.
-A me manca combattere. Era liberatorio-in.-
Se hanno combattuto da soli è sempre stato per scappare. Con Doffy era diverso: si poteva ambire a qualcosa. Baby 5 trasforma la sua mano in un coltello e spalma paté di salmone sulla sua fetta di pane. La mastica senza parlare, serrando le labbra attorno alla salsa morbida.
Kyuin si alza, si porta alle sue spalle. -Dammi la mano, Lao G-sama.-
-Mi sento meglio, con la G.- Il vecchio si regge alla mano della ex direttrice e rivolge a Jora un cenno di ringraziamento. Si siede su una poltrona gonfiabile, raccogliendo le ginocchia in grembo.
-Temo che la mia mente non sia quella di un tempo, e nemmeno il corpo. Ma se avete bisogno di me, per qualcosa…-
-Ti capisco,- dice subito Señor Pink. -Mi chiedo cosa farebbe lei, se lo venisse a sapere. A volte immaginavo che prendessero anche lei. Che cosa le farebbero, e a Gimlet.-
Anche Jora si siede, stringendosi nel suo scialle che tintinna di perline. -Dovevo cavargli la faccia a unghiate. A volte sogno di farlo. Strappargliela via fino ai muscoli finché nemmeno i figli non li riconoscano più.-
Persino Buffalo sorride, dopo quelle parole. Buffalo, così dolce – che probabilmente sta pensando alla faccia della ragazzina viziata e del suo orrendo fratello ridotte in quello stato. Andrebbe lei stessa a ucciderli, se potesse porre fine ai suoi incubi. Se potesse placare i suoi tremiti notturni, i gemiti di Pica mentre si ritrova sul palco con la faccia bianca. Rimane in silenzio mentre Emily racconta delle prigioniere lasciate a digiuno per giorni e notti intere se non osavano spogliarsi, Lao G ricorda lo schiocco persistente della frusta, e Sugar il sangue dalle mani dei suoi piccoli amici intenti a combinare pistole e fucili. Trattateli come pezzi di meccano, gli dicevano sempre. È un gioco, è divertente, vi abituerete. Machvise stringe la forchetta così forte da piegarne il manico.
-Quanto li odio.-
-Alla mia avrei spezzato il collo,- ripete Señor Pink. -A mani nude.-
-i miei meritavano di peggio,- ringhia Sugar. Si carezza il moncherino con la mano sana, ritraendosi dagli sguardi dei compagni. Baby 5 le appoggia una mano sulla spalla. -La mia ti sarebbe piaciuta. Una ragazzina della peggior specie. Vorresti prenderla a schiaffi solo a guardarla.-
-Che bei discorsi, davvero.-
Diamante ingolla il suo bicchiere di vino rosso in una sola boccata e lo depone delicatamente sul tavolino di plastica pieghevole. Si allontana i capelli dal viso, schioccando le labbra rosse.
-Quindi volete combattere?-
Machvise fa cenno di sì con la testa, Sugar alza i pollici. Persino Baby 5 sente le sue labbra piegarsi in un sorriso. Il gladiatore si avvolge il braccio nel mantello e sale su uno dei macigni. I bottoni dorati dei suoi alti stivali splendono per un attimo come riflettori.
-Conosco qualcuno che ci ha sfidato a duello.-
Trae il lungo braccio dal mantello e indica un punto in lontananza, oltre le nuvole – il profilo sfocato e immenso della Linea Rossa.
-E voi che ne dite?  Sarebbe scortese, rifiutare.-
Baby 5 non ha bisogno di voltarsi per capire cosa stia accadendo attorno a lei. Le pare già di vederle, le loro facce. Il sorriso smanioso di Dellinger, con i denti aguzzi che sporgono dalla bocca. Machvise che si frega le mani, forse immaginando che tra quelle dita sia schiacciata la testa della sua vecchia padrona. Jora che alza fieramente il pollice mutilato, Lao G che sorride appena e serra i piccoli occhi infossati. Sugar che mastica l’uva fresca, con un innocente sorriso da bambina. Senor Pink che annuisce serrando le labbra senza più ciuccio. Kyuin, Kari, Emily, Joanna e Charlotte che si fanno avanti curiose, forse chiedendosi in che modo sono incluse nel piano.
Si ricorda ancora la sua faccia – quegli occhi marroni, quello sguardo glaciale.
Si chiama Shalria e ha diciassette anni. Ha piegato le sue vesti, rifatto il suo letto, limato le sue unghie. Cavalcava Buffalo come fosse una bestia, e suo fratello Charloss trasformava in una barzelletta ogni frase di Pica. Ci hanno sparato, sputato addosso; ci hanno umiliati, divisi, esposti come bestie da macello, mutilati e insultati e fatti lavorare fino all’ultimo respiro.
Non si sorprende che nessuno obietti. Nessuno che proclami che Diamante è pazzo, che li manderà a morire, che ci sono battaglie che non si possono vincere. Forse così tanta era la smania di tornare a menar le mani. Forse non gli importa più nemmeno di vivere, non se il presente è così lontano dal passato. Forse, semplicemente, la follia è il destino degli schiavi.
Sicuramente sarà meglio che non fare niente. Un prurito elettrico percorre il suo braccio. Per un attimo, una canna di fucile brilla al posto della carne rosata
 
A.A.:
Siamo giunti a un altro punto di svolta, qualcosa che porterà la Famiglia Donquixiote a un punto mai immaginato prima. 
Naturalmente vogliono tornare per mare, e la nave che Myosgard gli dona è quasi fatta e pronta all'uso. Il nome è una citazione agli Aerosmith, naturalmente, All'inizio avevo pensato a vari nomi, come Liberty Glam o vari termini in spagnolo maccheronico, e tra le canzoni degli Aerosmtih ho vagliato anche Dream On, Mama Kin, Sweet Emotion, Rag Doll, Uncle Salty e altre. È meno "unica" della Numancia Flamingo, ma è comunque molto bizzarra. 
Di fatto ormai Kyuin, Joanna, Kari, Emily e Charlotte sono entrate a far parte della Famiglia e ne sono membri effettivi quanto Baby 5 e gli altri. Non è ancora chiaro chi sia il capitano, anche se l'autorità di Diamante e Pica continua a prevalere, ma i due Ufficiali sono più cardini emotivi che effettivi comandanti. In ogni caso, per qualunque cosa i Donquixiote vogliono fare in futuro, quattro giovani donne che non sanno combattere potrebbero rivelarsi degli elementi preziosi. Ma si vedrà tutto a suo tempo, anche se in parte si può capire di già. 
La battuta "la destra si chiama tribordo e la sinistra balordo" viene da una storia di Paperino, ma non ricordo il titolo. 
Siamo quasi alla fine, e spero di avervi accompagnato bene. Vi saluto, in attesa di nuovi rivolgimenti. 
E confesso: ho avuto molti problemi e molta fatica a scrivere questo capitolo. In parte per la sua natura di transizione, in cui i personaggi accolgono la situazione corrente piuttosto che agire in maniera "effettiva", ma soprattutto per l'hype di ciò che sta per succedere.
Alla prossima, allora.
Lady R
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Lady R Of Rage