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Autore: EvilHel24    26/05/2020    1 recensioni
Jane Rizzoli dopo un anno di distanza dal terribile caso de "il Chirurgo" si trova davanti ad un nuovo caso molto simile a quelli dell'uomo che le ha segnato la vita. Jane indagando su questo caso si trova a lavorare con il miglio medico legale di Boston, Maura Isles.
Tra loro però c'è qualcosa di più, ancora da percepire, ancora da scoprire.
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Jane Rizzoli, Maura Isles
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Una di fronte all’altra, io con il fiatone e lei con il suo caffè in mano, sempre perfettamente in tiro, con un’eleganza da far paura alle 5 del mattino. Nessuna parola, solo i nostri occhi incatenati. I colori dell’alba si proiettano sul volto della donna di fronte a me. Imprimo ogni singolo lineamento del suo viso, ogni singola sfumatura, il colore dei suoi occhi cambia in questa condizione di luce, il che li rende ancora più ipnotici. Siamo talmente tanto vicine che riesco, di nuovo, a percepire il profumo dei suoi capelli. La sua mano destra sfiora il mio braccio ma non riesco a distogliere lo sguardo dal suo viso. Dalle sue labbra. Possibile che lei sia così bella e ipnotica tanto da rendermi così dannatamente stupida da rimanere qui a fissarla. Questa luce rende tutto più bello, se possibile, anche lei più bella. Sento i brividi su ogni parte del mio corpo quando il mio telefono inizia a squillare. Prendo il telefono, è Korsak. Il mio sguardo torna su di lei che osserva a sua volta il suo cellulare. Rispondo. J: “Rizzoli” dico piano come se stessi disturbando qualcuno. M: “Isles” dice guardandomi e sorridendomi. Capisco quale sia l’emergenza e attacco. J: “Ora devo andare” dico di fretta allontanandomi. Mi incammino verso casa quando una voce mi richiama. Mi volto indietro quando sento solo dei tacchi correre sull’asfalto e una mano poggiarsi sulla mia guancia destra. Controluce la figura della donna rimane scura e solo quando si sposta di lato per lasciarmi un bacio sulla guancia mi rendo conto che è Maura. M: “ ci vediamo tra poco” dice sorridendomi e allontanandosi. Cammino confusa per le strade della città. L’avrei baciata se non fosse stato per quella chiamata. Oh eccome se lo avrei fatto. Dannazione! Arrivo a casa e faccio una doccia veloce. Indosso il mio solito completo e mentre cerco di domare i capelli ancora bagnati mi dirigo verso la macchina e sfreccio verso l’indirizzo mandatomi dalla centrale, pensando a lei, a cosa sarebbe potuto accadere. Dannazione ho voglia di bere! Arrivo in un grande parcheggio, lascio la macchina e mi dirigo a piedi verso l’agente che sta sorvegliando l’ingresso del bosco. J: “Rizzoli, Victor 825” dico sorpassandolo di corsa dirigendomi verso l’interno del bosco. Ho davvero delle strane sensazioni. È come se il mio istinto mi dicesse di scappare via da lì. Resisto al mio istinto e continuo a camminare. Dopo pochi metri, l’odore della morte mi arriva al naso. In lontananza vedo Maura inginocchiata vicino ad un corpo ed un gruppo di detective intorno a bisbigliare e a lanciare occhiate strane alla dottoressa. Come attratta da qualcosa la dottoressa alza lo sguardo fra i due detective piantando i suoi occhi chiari su di me. Mi avvicino abbastanza nervosa. M: “è la moglie del dottor Yeager” dice continuando a guardare il cadavere. Un detective poco dietro di me dice “Ah, finalmente scopriamo che voce ha la regina dei morti, non ha detto una parola da quando è arrivata”. Lo fulmino con lo guardo e lo vedo allontanarsi alzando le mani. Non ho ma sopportato tutto questo maschilismo presente nel distretto. Per fortuna non tutti gli uomini sono cosi e soprattutto non tutti i detective. A questo proposito, a fatica e scansando le mosche che ormai hanno preso il sopravvento in questo bosco a causa del corpo, arriva Korsak. È stato come un padre per me in questo anno. È stato proprio lui a salvarmi la vita l’anno scorso. È l’uomo migliore che io abbia mai conosciuto. Uno mio sguardo comprensivo lo raggiunge e lei mi sorride. Si avvicina e, mentre parliamo del caso, vedo Maura scrivere su una cartellina mentre chiudono il corpo in una sacca nera e lo portano via. K: “Jane?” dice mentre mi sventola davanti una mano. J: “Scusami Korsak… dicevi?” K: “Nulla di importante, che succede Jane?” dice guardandomi con un sorriso furbo. J: “Al momento niente di davvero importante” dico allontanandomi facendoli l’occhiolino. Mi avvicino alla dottoressa mentre mi sistemo i capelli. M: “Jan… detective Rizzoli farò l’autopsia in mattinata, se mi raggiunge in obitorio prima le darò le analisi dei campioni presi dalla precedente scena del crimine” dice guardandomi negli occhi e sento un brivido lungo la schiena. J: “Dottoressa certo, la raggiungo appena posso” dico sorridendole. Mentre sto per aggiungere altro si avvicina Korsak. K: “Jane ho bisogno della tua macchina perché sai ho quella cosa da fare..” dice con una voce un po’ strana “..a casa…” dice mentre gesticola con le mani. “ Dottoressa” dice mentre la diretta interessata alza lo sguardo. M: “Si?” dice mentre alza lo sguardo. K: “Potrebbe accompagnare la dottoressa alla centrale?” dice soddisfatto perché già consapevole della risposta della dottoressa. M: “Ovvio che si” dice sorridendoli, per poi guardarmi dritto negli occhi. K: “Perfetto, la ringrazio di cuore, le devo un favore” dice mentre io cerco di capire cosa sta succedendo. “Jane mi daresti le chiavi” dice facendo un sorriso enorme e guardandomi con aria divertita. J: “Te la farò pagare Korsak” gli sussurro mentre lascio le chiavi della mia macchina sulla sua mano. K: “Mi ringrazierai Jane, fidati del tuo vecchio” dice mentre va via e io rimango lì in imbarazzo. Mi volto verso la donna che mi procura tanto imbarazzo e rimango sorpresa dalla vicinanza a cui si trova da me. Troppo vicina, troppe sensazioni uguali a quelle provate qualche ora fa. Il mio sguardo percorre lentamente tutto il viso della dottoressa e ho bisogno di capire. M: “Andiamo? Io qui ho finito” dice mentre mi sfiora con la mano il braccio destro. J: “S-si andiamo” dico titubante. Ci dirigiamo alla macchina mentre la osservo camminare davanti a me. Cosa mi succede? Perché provo attrazione per questa donna? È davvero attrazione o cosa? La sua sola vista mi destabilizza. La sua bellezza, i suoi occhi, le sue labbra, il suo corpo. Allontano questi pensieri e accelero il passo per raggiungerla. Entro in auto e l’intero abitacolo dell’auto è impregnato del suo profumo. Mi accascio sul sedile passeggero e vorrei sprofondare ancora di più. M: “Hey, Jane, tutto bene?” dice preoccupata non provando nemmeno ad accendere l’auto. J: “No, non va tutto bene. L’uomo che ha rovinato la mia intera vita giorno dopo giorno, notte dopo notte, ha un assistente e sta rovinando altre vite oltre la mia. Lui non sta distruggendo solo la vita della donna che uccide o della coppia che uccide. Lui distrugge psicologicamente le famiglie delle vittime, i detective che lavorano per prenderlo e poi gioca con me. Si diverte. Dannazione se si diverte!!” dico nervosa tirando un pugno sulle mie ginocchia. Maura mi guarda con compassione, odio quello sguardo. La compassione le si legge in faccia. J: “Lascia stare…” dico mentre metto una mano sulla maniglia e spingo la portiera per uscire. Lei si sporge verso il mio lato afferrando la portiera dell’auto ancora prima che io possa mettere il piede fuori. M: “Non muoverti Jane” dice guardandomi negli occhi. “Ho bisogno di parlarti” dice e io rimango immobile. J: “Dimmi” M: “Sei una donna talmente tanto forte che non credo che sia soltanto colpa del lavoro se stai così” piantona i suoi occhi nei miei ed io a tratti mi sento svenire. “Sei immensa, la tua grinta e la tua dedizione al lavoro sono delle qualità eccezionali, tu sei eccezionale e di certo riusciremo a prendere questo folle ma di certo questo non può minare il tuo essere. Quell’uomo chiunque sia, ovunque sia finirà in carcere, lo prenderai e poi farai il tuo bel sorriso che conquista tutti.” Dice per poi fare un sospiro. “Jane dimmi che altro c’è che non va” dice guardando le sue mani. Rimango sorpresa dalle sue parole e vorrei solo andare riuscire a parlare. J: “S-stamattina cosa stava per succedere?” dico nervosa. “tra di noi dico, cosa stava per succedere tra di noi?” dico mentre provo a guardarla negli occhi ma ha ancora gli occhi bassi, così le prendo le mani. “parlami Maura” dico puntando i miei occhi nei suoi. M: “Jane te l’ho già detto, sono da sempre attratta da te e se solo la chiamata di questa mattina fosse arrivata due secondi più tardi avrei fatto quello che sogno di fare da un anno” dice per poi aggiungere “ma è meglio se andiamo” dice sistemandosi la camicia e stirando un po’ la gonna con le mani. Afferra le chiavi e accende la macchina. J: “Maura?” dico quasi come un sussurro. M: “si?” dice voltandosi di scatto verso di me. Sorrido per il movimento che fanno i suoi capelli. Sono bellissimi. J: “Prima il caso poi stasera usciamo insieme e parliamo, ti va?” dico sorridendole. M: “Sei fantastica Jane” dice scoppiando a ridere mentre io sorrido alla sua risata. Sfrecciamo in auto verso il distretto. Nettamente in ritardo a causa della nostra chiacchierata e anche a causa del fatto che ho insistito tanto per fermarmi a prendere il caffè. Entriamo nel distretto ridendo e scherzando, fino a che non ci separiamo per prendere due ascensori diversi. J: “Maura ci vediamo tra un po’ e… occhio alle scarpe” dico sorridendo nel vederla puntare il suo sguardo sui suoi piedi. Maura alza lo sguardo con rimprovero e nel mentre io rido ancora più forte. Mentre le porte dell’ascensore si chiudono le dico piano come un sussurro “Sei fantastica”. Ma so bene che lo ha capito perché sorride e mi lancia un occhiolino. Durante la giornata più volte ci vediamo per parlare del caso, molte volte sale su per portarmi i rapporti o per prendere un caffè insieme. Scendo all’obitorio prima di tornare a casa. Busso alla porta del suo ufficio. “si?” sento dire da dentro. “Sono Jane. Posso?” dico. Sento il rumore dei suoi tacchi venire verso la porta. Apre la porta e mi sorride. “Jane, dimmi” J: “ Ci vediamo tra una mezz’ora va bene?” dico imbarazzata. M: “Certo, torno subito a casa, mi cambio e ti raggiungo al bar?” dice sorridendomi e inclinando la testa di lato. J: “No passo a prenderti io” dico non riuscendo a togliermi il sorriso dalle labbra. M: “Oh, va bene” si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia. “ a dopo allora”. Arrivo a casa e mi preparo. Faccio una doccia al volo e mentre resto ferma in accappatoio sul letto penso a tutte le prove trovate oggi, ai cadaveri, alle famiglie, ed improvvisamente la voglia di bere torna. Così mi alzo e mi vesto al volo. Entrando in macchina sale anche la voglia di vedere Maura. Arrivo davanti casa sua e, una volta scesa dalla macchina, raggiungo il portico. Questo è davvero bello. Busso e dopo pochi secondi una donna bellissima, più bella, se possibile, della donna con cui sto lavorando. J: “Wow” dico lasciando scorrere il mio sguardo lungo l’intera figura della donna davanti a me. M: “Ciao Jane” dice con voce pacata e dolce. J: “Ciao Maura, andiamo?” dico per evitare l’imbarazzo. M: “ Si andiamo” dice afferrando la borsa dietro la porta ed uscendo chiudendo la porta alle sue spalle. Continuo a guardarla e non riesco a muovermi così quando si volta me la ritrovo a pochi centimetri da me. Lei sorride e mi da un bacio sulla guancia che si prolunga un po’ e il mio corpo reagisce d’istinto. Le mie mani finiscono sui suoi fianchi e quando si allontana non riesce a non sorridere. Poggia la sua mano sulla mia spalla e si allontana dirigendosi verso la mia macchina. Accelero i passo e la raggiungo. “Dottoressa?” dico mentre faccio il giro della macchina per entrare. “Si?” risponde sorridendo. “Il primo giro lo offre lei” dico facendole l’occhiolino.
   
 
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