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Autore: V4l3    26/05/2020    2 recensioni
Dal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l’avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Erano ormai quattro giorni che Jason era andato via, quattro lunghissimi giorni nei quali Alex aveva passato molto tempo con Liz, l'unico modo in cui lo scorrere del tempo sembrava tornare più accettabile; stare sola in casa aumentava la sua sensazione d'irrequietezza, facendole sentire quella mancanza come qualcosa di ingestibile.

Jason, inoltre, non la stava aiutando; infatti l'aveva chiamata solamente la sera in cui era arrivato a Londra e lei aveva notato subito il tono basso e stanco nel parlarle, sicura che non potesse essere dettato solo dall'orario o perchè avesse guidato per ore, c'era dell'altro e, questo, le aveva fatto acuire quei sospetti che l'avevano assillata da quando lui era stato piuttosto vago nel dirle della sua partenza per Londra; aveva sperato che, alla fine, si convincesse a confidarsi con lei, ma non era accaduto, limitandosi, al contrario, a scriverle brevi messaggi  avvertendola che sarebbe rimasto ancora dai suoi, senza darle molte spiegazioni.

–Tutto bene?- la voce di Liz le fece alzare lo sguardo dal caffè che teneva in mano

– Si, tutto bene- rispose con un sospiro, la moretta la guardò poco convinta, sistemandosi accanto a lei sul suo divano

–Mi sembri molto pensierosa in questi giorni- la incalzò ancora e Alex alzò le spalle

–Sono solo un pò preoccupata per Jason, credo abbia avuto problemi con la sua famiglia, ma non mi ha detto molto- confessò e si stupì di sentire una risata sarcastica da parte di Liz

–Non lo invidio davvero- le disse scuotendo la testa, Alex la guardò incuriosita

–Perchè dici così?- Liz continuò a sorridere sorseggiando il caffè

–Jason non ama nè parlare di loro nè tanto meno stare con loro, inoltre  il padre non è un tipo molto simpatico, so che non vanno d'accordo- continuò -non lo conosco benissimo, ma quando venivano qui si faceva riconoscere per il suo modo carino di trattare le persone- confessò

–Quindi il carattere gioioso di Jason è dovuto a una somiglianza con il padre- constatò Alex sardonica  e Liz rise divertita

 –Purtroppo il padre è anche peggio- aggiunse

–Peggio di Jason?- Alex la guardò scettica non sembrava possibile e Liz fece un cenno d'assenso con il capo

-So che hanno sempre avuto un pessimo rapporto. Il padre non ha mai accettato che Jason fosse un tipo più libero rispetto ai fratelli- Alex ascoltò attenta 

 –Tutti hanno sempre dovuto fare quello che diceva il grande capo, non ha mai dato la possibilità a nessuno di contraddirlo, solo Jason si è sempre opposto a lui e al suo modo di fare- sospirò –lui è la pecora nera della famiglia agli occhi del padre, così ho sempre sentito dire da Mike e Jason; con il tempo, si è allontanato da lui, da loro, per questo vive qui e non li sente mai- Alex rimase colpita dal racconto di Liz, non pensava che Jason avesse questo tipo di situazione in famiglia, anche se le venne subito in mente quella sera,  quando le aveva permesso di vedere gli album di foto, confessandole che non le amava perchè ritraevano momenti di finta felicità e, ora, quelle parole acquisirono un sapore ancora più amaro

–Ma i suoi fratelli?- chiese ancora

– Il fratello è come il padre, praticamente. Ha sempre fatto di tutto per renderlo orgoglioso, la sorella è più tranquilla, ma anche lei, alla fine, ha sempre seguito le regole imposte da quell'uomo, forse anche per non avere problemi- Alex sospirò e si rese conto di quanto Jason dovesse aver sofferto

–Immagino che anche con la madre.. – lasciò la frase in sospeso forse aspettandosi astio anche da parte della sua genitrice, ma Liz scosse la testa

–A dire il vero con la madre il rapporto è sempre stato più normale, le è stata molto vicina approvando anche la sua scelta di vita e quando sono tornati dall'Italia, lei ha fatto di tutto per farlo vivere qui con i nonni- Liz la guardò – ha preferito tenerlo lontano da una situazione che stava diventando davvero difficile, soprattutto quando Jason decise di frequentare l'accademia per diventare scultore e lavorare il legno, so che il padre diede di matto- la risata di Liz non riuscì a contagiare Alex troppo colpita da quelle parole, notando come anche la vita di Jason dovesse essere stata davvero difficile e capendo forse un pò meglio l'amicizia che aveva legato lui e sua madre. Entrambi avevano conosciuto il dolore per le ferite che può infliggerti qualcuno a te molto vicino, proprio colui dal quale si cerca protezione, la persona che dovrebbe aiutarti a crescere, il proprio genitore che forse sin da piccoli si è sempre riconosciuto come il proprio eroe, come Alex aveva identificato essere sua madre; ma loro era stato l'esatto contrario, avevano imparato a convivere con la sofferenza e la delusione che quello stesso genitore è in grado di far provare; forse sua madre aveva trovato in Jason qualcuno con cui parlare la stessa lingua e, per la prima volta, li vide molto più simili di quanto avesse mai immaginato.

Una volta finito di bere il caffè entrambe si avviarono in auto per andare prima al pub dove Liz doveva lasciare le chiavi che Mike si era dimenticato per poi proseguire verso la casa della Signora Davis. Arrivarono in pochi minuti e appena entrarono trovarono il rasato in cucina intento a sistemare alcune casse, le salutò con la solita faccia sorridente

-Ecco le chiavi, testone!- gli disse Liz, posandole sul bancone, Mike rise divertito

–Lo so! Hai ragione! Ma quella testa dura di Jason mi ha telefonato mentre stavo uscendo e mi ha distratto!-si giustificò l'uomo mettendosele subito in tasca per non rischiare di perderle, Alex lo guardò sorpresa

–Ci hai parlato?- gli chiese

–Si, mi chiama tutti i giorni lamentandosi che vorrebbe tornare qui- le rispose ridendo -ma pare debba rimanere inchiodato a Londra ancora per un po', voi state per andare dalla Signora Davis?-

-Si infatti è meglio che ci sbrighiamo o faremo tardi!- Liz si avviò di nuovo all'esterno seguita da  Alex, rimasta di sasso nel sentire le parole di Mike: sapere che Jason avesse trovato il tempo di chiamare il suo amico e non lei la ferì molto, chiedendosi il perchè di quel comportamento.

Uscirono dal paese percorrendo la strada statale per una decina di minuti, svoltando poi su una stradina bianca dove si poteva ammirare una bellissima vista della costa, il vento quel primo pomeriggio non era così forte e il sole sembrava, finalmente, aver preso il posto che gli spettava, alto in cielo ad illuminare quel verde delle colline e il blu dell'Oceano; Alex rimase ad osservare ad occhi sgranati la bella casa bianca, con il grande tetto nero che comparve davanti ai loro occhi e dalla quale si aveva una vista privilegiata di quello scenario.

Liz parcheggiò sul vialetto in ghiaia, ai lati del quale vi erano delle basse siepi che ne scolpivano i confini, mentre alcuni vasi con dei fiori erano posti accanto alla porta principale dove ne uscì una donna sorridente che le salutò con la mano

-Ciao Kate!- Liz scese per prima e subito andò incontro alla donna abbracciandola

–Liz cara! E'tanto che non ti fai vedere! Come stai?- le chiese prendendole il viso tra le mani

-Hai ragione, ma ho avuto tanto da fare con il pub e il motel, non sono riuscita a passare! - si giustificò la moretta.

Alex si avvicinò osservando la signora Davis con curiosità: era una donna sulla sessantina, molto curata, così come lo evidenziavano i capelli argentati sistemati con dei fermagli dietro la nuca, il viso truccato leggermente per darne un colorito rosato e mettere in evidenzia i grandi occhi celesti, indossava un pantalone scuro di alta sartoria e un bel magione rosso con una spilla dorata e pietre preziose a forma di margherita;  a detta di Liz era una persona su cui ci si poteva contare, anche se una pazzoide, così l'aveva definita pochi minuti prima in auto, ma da come ne parlava, Alex aveva capito subito il legame che legava le due

-Tu devi essere Alex, piacere sono Kate - Alex sorrise alla donna 

-Molto piacere Signora Davis- salutò stringendole la mano

-Chiamami Kate!- le disse gentile-Ho appena fatto i biscotti al cacao, entriamo e godiamoci questa bella giornata- aggiunse facendo strada all'interno dell'abitazione.

Alex osservò ammirata il bell'ingresso dove spiccavano le travi in legno scuro e il pavimento in mattoni antichi, due belle poltrone di colore rosso con al centro un piccolo tavolinetto in ferro battuto, erano addossate alla parete subito sulla destra

-Sistemate anche qui le giacche, ragazze- la donna proseguì nell'ampio salotto sui toni dell'ocra che mettevano in risalto le travi e l'enorme camino in pietra scura

-Ti piace?- Alex sorrise alla donna che aveva notato il suo interesse

-Molto- rispose un po' titubante, facendo ampliare il sorriso della donna

-E' originario della casa, risale alla fine del XVIII secolo, abbiamo ristrutturato tutto e, con mio marito, abbiamo cercato di lasciare gli elementi più caratteristici- poi indicò il soffitto facendole alzare lo sguardo -Anche le travi sono per lo più tutte originali- aggiunse tornando a guardarla –E' stato un lungo lavoro, ma all'epoca eravamo giovani e sembrava non spaventarci nulla- sospirò ridacchiando –adesso non lo farei per tutto l'oro del mondo- ammise facendo sorridere le due ragazze –Andate a sedervi in veranda, Liz tu sai la strada, arrivo subito- così dicendo si allontanò dietro una porta in legno mentre Liz si mosse dalla parte opposta seguita da Alex, ritrovandosi ben presto in una veranda molto ampia, completamente vetrata; c'erano diverse piante ad abbellire l'ambiente, mentre i divani bianchi erano posizionati nella zona centrale, davanti una vista che lasciò la ragazza senza fiato: erano praticamente sopra la scogliera e si poteva vedere l'Oceano in tutta la sua maestosità

-Bello vero?- chiese Liz sedendosi, ammirando anche lei quello spettacolo

-E'meraviglioso- rispose Alex ammaliata da quella visuale, per poi prendere posto su uno dei divani

-Questa e il giardino, sono le zone più belle in assoluto!- le spiegò Liz che tornò subito seria osservandola -Sei nervosa?- le chiese –Sai che puoi parlarmi di tutto- aggiunse e Alex sospirò tornando con lo sguardo alla vista davanti a loro

-E' una cosa importante e sono un pò agitata- confessò – non te l'ho detto perchè volevo aspettare, ma abbiamo consegnato i documenti - Liz spalancò occhi e bocca, per quell'ammissione mentre Alex abbassò la testa in imbarazzo

-Li aveva presi la mattina che siamo stati al pub con voi e il giorno dopo, prima di partire li ha  consegnati, chiedendomi di non dirlo a nessuno per il momento- Liz avrebbe voluto chiedere di più, ma la voce della signora Davis la fermò

-Ho fatto un po' di tè, spero vada bene- annunciò posando il vassoio sul basso tavolino in vetro posto proprio in mezzo ai grandi divani

-Grazie Kate!- Liz prese subito un biscotto e lo assaporò con gusto

-Allora? E' una nuova ricetta e tu farai da cavia- la informò la donna passando una delle tazze ad Alex facendole un occhiolino

-E' squisito, è molto più cioccolatoso dei precedenti- ammise la moretta -Non mi dispiace in questo caso dare da cavia!- specificò addentandone un altro facendo ridere si Alex che Kate

-Ha una casa davvero stupenda e questa vista è incredibile- la donna guardò Alex lusingata sorseggiando appena dalla sua tazza

-Quando venimmo qui, era un rudere completo- spiegò – e mio marito, non voleva neanche scendere dalla macchina, si sentì quasi offeso che il venditore ci avesse proposto questo posto e anche io ne ero rimasta delusa, perché non volevamo una casa da ristrutturare- sorrise ricordando il momento –dovete immaginare che sembrava una stalla diroccata e il giardino- si fermò ridacchiando scuotendo la testa –era una giungla, non si vedeva nulla dal vialetto, ma il venditore insistette dicendo che avremmo cambiato idea se solo avessimo varcato la porta e alla fine acconsentimmo, più per gentilezza ed educazione che per altro- guardò verso Alex divertita –ero convinta che ci sarebbe caduto addosso il tetto una volta entrati- confidò facendo ridere le due ragazze, sospirò prendendo ancora un sorso di tè prima di continuare –entrando era tutto buio, angusto, completamente da rifare e il mio umore si fece pessimo, per non parlare di quello di George- rise di gusto – ma poi il venditore ci fece varcare quella porta –ed indicò l'arco in pietra dietro di loro da dove erano entrate – e davanti a noi si parò questo scenario –sospirò guardando l'acqua brillante –e posso ammettere senza vergogna di essermene perdutamente innamorata e il giorno dopo abbiamo firmato i documenti- Alex sorrise nel vederla, si percepiva l'amore che aveva per quel posto 

-E' forse la più bella casa di tutta la zona, Kate- disse Liz e la donna sorrise grata 

-Tu invece che mi racconti di bello? Sei latitante da queste parti da parecchio, ci sono novità?- le chiese curiosa cambiando discorso e Liz ingoiò l'ennesimo biscotto sorridendole

-Niente di particolare- ma il suo sguardo furbo non sfuggì alla donna che alzò un sopracciglio scettica

-Con quella faccia non mi incanti, dimmi tutto- la incalzò facendola sghignazzare

-Mark ed io ci siamo messi insieme- ammise la moretta facendo battere le mani alla donna che rise di gusto

-Finalmente!- disse ridendo – Era ora! Sono anni che vi ronzate intorno e nessuno dei due ha mai fatto il primo passo!- Liz arrossì e nascose l'imbarazzo bevendo un po' di tè

-Sono davvero contenta, tesoro- le disse la donna stringendole la mano in segno affettuoso

-Siete una bellissima coppia e vedrai che andrà tutto bene– po si sistemò meglio sul divano 

-Ma adesso veniamo a noi, mi hai parlato di un matrimonio di una tuo amico e che ti servivano informazioni- la donna la guardò curiosa;

Liz posò la tazzina sul tavolo e si scambiò una rapida occhiata con Alex

-Mi dovresti aiutare a sapere come si muovono i funzionari addetti ai matrimoni tra persone provenienti da paesi differenti- iniziò la moretta 

–Questo mio amico si deve sposare con una ragazza straniera e visto che anche tu hai passato tutta la trafila, volevo solo sapere se hai delle dritte da darci- la donna sorseggiò il tè guardando davanti a lei il sole vibrare sopra l'acqua

-Come mai hai bisogno di queste informazioni?- le chiese dopo qualche attimo, guardandola attentamente e Liz si strinse nelle spalle sorridendole

-Beh, sai, non sono molto preparati, hanno saputo che dovranno affrontare un confronto con i funzionari che hanno il compito di verificare il loro rapporto, ma sono un po' preoccupati, viste le regole che ci sono- ammise.

La Signora Davis posò con grazia la tazzina sul tavolinetto basso e si lisciò il pantalone prima di accavallare una gamba

-Se sono innamorati non hanno nulla di cui preoccuparsi- asserì con tono serioso per poi puntare i suoi occhi attenti su Liz –Non mi piacciono le persone che non dicono la verità, Liz, pensavo tu mi conoscessi – la ragazza sgranò lo sguardo sorpreso

-No, Kate non lo farei mai!- si giustificò

-Lo sai che mentire su questo genere di cose, si rischia il carcere?- chiese lasciando Liz sorpresa, mentre un brivido si propagò nel corpo di Alex in rigoroso silenzio

– E sai che se si riscontrassero delle inesattezze, i funzionari potrebbero mettere in seri problemi anche chi li ha aiutati? Sono delle false testimonianze in qualche modo, non è uno scherzo- il tono duro che usò lasciò interdetta Liz che guardò Alex davanti a lei ferma come una statua

-Non sapevo queste cose, Kate, non te lo avrei mai chiesto- rispose dispiaciuta, poi una risata scosse le due ragazze e la donna ritornò gioviale come all'inizio, Alex rimase interdetta da quella  reazione, mentre Liz sbuffò incrociando le braccia

-Sei sempre la solita!- affermò scuotendo la testa ma con un leggero sorriso sulle labbra

-Allora- esordì Kate girandosi verso Alex – chi è il fortunato?- Alex sgranò lo sguardo diventando di tutti i colori

-No, io...- la donna rise 

-Liz non te l'ha detto che sono stata la sua insegnante e ho lavorato per trent'anni con i ragazzi? So leggere bene certe espressioni e certe situazioni- spiegò divertita -Hai una pronuncia perfetta mia cara Alex, ma credo che la ragazza straniera sia tu, vero?- si rivolse poi a Liz 

–Pensavi davvero che non avrei capito?- la ragazza in imbarazzo accennò un sorriso

-Ti stai sbagliando..- tentennò, ma venne interrotta da Alex

-E' vero sono io– la donna la guardò con un sorriso sincero, mentre Liz si passò una mano sul viso sospirando ancora volta, aveva sperato che Kate  lasciasse correre e magari rivelasse quanto sapeva e basta, ma quella donna aveva davvero un occhio lungo, per non parlare del fatto che adorava conoscere tutto fin nei dettagli

-E chi sarebbe il fortunato di qui?- chiese ancora con un sorriso furbo alle due ragazze

-E' necessario che sai tutto?- chiese un pò esasperata Liz facendola ridere 

-Certo che sì! Questa casa sarà anche bella, ma è fuori dal paese e molti pettegolezzi li perdo- affermò derisoria facendo sospirare la moretta che scosse la testa non trattenendosi dal ridere

-E' Jason Parker, l'amico di Mike- confessò mentre Alex era ormai fucsia

-Jason? Quel Jason?- chiese Kate profondamente stupita e sia Liz che Alex fecero un cenno d'assenso con il capo facendo scoppiare in una fragorosa risata la donna

-Oh mio Dio! Jason che si sposa!- disse sempre più divertita per poi alzarsi e prendere un piccolo porta sigarette, da cui ne estrasse una e l'accese riprendendo posto sul divano

- Bene, diciamo che per ora mi accontento di queste informazioni- disse sorniona -e adesso che abbiamo chiarito che non amo le mezze verità, vorrei solo sapere se ami questa persona, Alex -la ragazza arrossì ancora di più, abbassando il capo

-Non so se è amore, ma per me è molto importante- le sue parole stupirono la stessa Liz che non si aspettava tanta sincerità; la donna fece un cenno d'assenso con il capo

–Abbiamo consegnato la documentazione ed entro un mese dovremmo avere il colloquio, ma abbiamo letto un'infinità di leggi e articoli e la cosa ci ha un po'impensieriti- ammise -Non ci conosciamo da molto, per cui ho paura che questo possa interferire con il parere dei funzionari- aggiunse dopo qualche attimo

Alex si era resa conto che non avrebbe portato a nulla mentire, soprattutto se la Signora Davis era l'unica che poteva dirle cosa sarebbe successo, decidendo così di parlarle con franchezza evitando comunque di raccontarle tutto

-Fai bene ad essere preoccupata- la donna la osservò con attenzione –non sono cose così semplici, purtroppo- finì la sua sigaretta per sistemarsi meglio sul divano prima di continuare

-Con mio marito abbiamo affrontato il tutto parecchi anni fa ed è stato molto stressante- spiegò – il primo colloquio in cui verrete chiamati serve solo per appurare chi siete, cosa fate nella vita, dove vivete, dove andrete a vivere, cose di questo tipo- spiegò

-Perché hai detto primo colloquio? Ce ne sono altri?- Liz anticipò la stessa Alex che aveva notato anche lei quel dettaglio, la donna sospirò

-Sì, ce ne saranno fino a quando i funzionari non saranno soddisfatti- ammise lasciando le due ragazze a bocca aperta –Generalmente ci vogliono circa quattro o cinque colloqui che vengono affrontati anche separatamente tra i due futuri sposi e devo dire che in quelle occasioni, ero molto ansiosa- Alex tremò impercettibilmente sotto quelle parole

-Cosa chiedono?- la domanda le rotolò fuori dalla bocca con una certa ansia e la donna le sorrise gentile percependo il suo disagio

-Tutto- disse semplicemente facendola rimanere di sasso –Possono chiederti che tipo di deodorante usa l'altro, il colore preferito, la canzone più amata, se si conoscono certi dettagli del partner- Alex sentì il gelo avvolgerla, non avrebbe mai immaginato un'analisi così approfondita

-Sono preposti a questo per cui spulciano tutto per capire se il rapporto è vero o meno- continuò la donna -chiederanno cose come il vostro primo bacio, quando vi siete conosciuti, questo generalmente quando siete separati per vedere se le versioni coincidono e poi..- si fermò un attimo per fissare Alex negli occhi -osservano- aggiunse lasciando che quella parola acquisisse un significato ingombrante

-Cioè?- chiese Liz anche lei piuttosto in ansia per quelle rivelazioni, la donna si rivolse a lei

-Cioè guardando tutto, dal modo in cui ci si tiene per mano, a come ci si guarda, tutto!- sottolineò – Sono tremendi, anche se un po' li capisco, molti si sposano per interessi, per prendere la cittadinanza e altro, per cui sono costretti, ma quando si affronta il loro interrogatorio non è affatto bello- si fermò per guardare di nuovo Alex che ascoltava con apprensione

-Hai detto che non vi conoscete da molto- Alex fece un cenno d'assenso con il capo –beh, se posso darti un consiglio inizia a farti dire tutto e raccontagli tutto quello che puoi, perché loro possono farti quella domanda che potrebbe mettervi in difficoltà- Liz si alzò dal divano irrequieta 

-Avanti Kate, non saranno poi così cattivi, no?- chiese con un sorriso per smorzare l'aria tesa che si era venuta a creare –Insomma, se uno non si ricorda che tipo di deodorante usa o che marca di dentifricio preferisce, non vuol dire che non si sta insieme!- la donna le sorrise

-E' il loro lavoro, Liz, tutto è importante, ci sarà quello più attento a certi dettagli piuttosto che ad altri, ma per mia esperienza ti dico che mi hanno chiesto di tutto-

****

Erano in macchina davanti casa di Jason, entrambe non erano riuscite a dire una parola dopo l'incontro con la Signora Davis.

Liz era caduta in un mutismo anomalo e la stessa Alex era rimasta completamente priva di qualsiasi pensiero nel sapere la difficoltà di quella procedura

–Che farai in questi giorni?- esordì la moretta quando ormai il silenzio era diventato assordante, Alex fece un'alzata di spalle

–Niente perchè?- Liz guardò davanti a sè prima di rispondere

-Penso che dovresti parlarne a quattrocchi il prima possibile con Jason- ammise- non è uno scherzo e dovreste prendere subito in mano la questione- le disse risoluta e Alex sospirò guardando anche lei il muro che segnava la fine della strada da dove si aprivano quei campi sempre mossi dal vento

–Noi andremo a trovare i nostri genitori nel Dorset qualche giorno, per questo abbiamo sistemato il locale prima della riapertura- Alex in quel momento si rese conto di non sapere nulla della famiglia di Liz

–Come mai vivono lì?- le chiese, la moretta sospirò

–Vivono lì da anni, mia madre ha sempre odiato questo posto- le confessò stupendola 

-Sua madre se ne andò quando lei era appena nata, con un altro uomo tagliando i ponti con lei e questa cosa l'ha segnata per sempre. Ha vissuto qui con mio nonno ed essendo un piccolo posto dove tutti si conoscono da sempre, a lei dava fastidio che sapessero del suo passato, si è sempre sentita giudicata- un sorriso amaro colorì il volto di Liz- Sin da ragazza voleva andarsene, ma è rimasta incinta di mio fratello molto giovane, così con mio padre si sono dovuti sposare e sono rimasti; ma il suo sogno si era fatto più insistente quando mio fratello era un pò cresciuto e anche mio padre si era in qualche modo convinto a chiudere il motel dei genitori e il pub che intanto aveva aperto, ma ironia della sorte, sono arrivata io- Alex osservò il suo sguardo mutare, tingersi di una tristezza che mai le aveva visto e il suo tono si tramutò diventando più basso 

–Sai sono sempre stata convinta che sia stata la mia nascita ad averle causato la classica depressione post-parto che poi si è protratta nel tempo ed è diventata una depressione cronica- Alex le accarezzò una spalla percependo il dolore che l'amica si teneva dentro da sempre, Liz sorrise senza guardarla –I primi segnali c'erano già quando io ero piccola, me la ricordo sempre che piangeva e aveva degli sbalzi di umore importati, ma la cosa con il tempo peggiorò- sospirò ancora  –alla fine, quando è diventata davvero ingestibile, mio padre ha mollato tutto a noi, anzi a Mike e ha deciso, sotto consiglio medico, di farle cambiare aria, prendendo un bella casa vicino al mare, dove sembra che mia madre si sia ripresa, anche se è sempre sotto controllo–

Alex non riusciva a credere a quello che Liz le stesse raccontato, a quanto dolore avesse dovuto provare anche lei

–Mi dispiace molto, non avrei mai immaginato- la moretta la guardò

–Non ti preoccupare,  anzi noi siamo fortunati che possiamo comunque vederla, tu invece- lasciò la frase in sospeso e Alex sospirò sorridendo appena

–Sai, quando sono venuta qui, mi sentivo con un peso nel petto spesso insostenibile- ammise- ho sempre vissuto solo con mia madre, era tutto per me; sapevo che non avrebbe vissuto molto, ma fino alla fine ho sperato, ho pregato in un miracolo ma poi mi sono ritrovata da sola e quel mio tutto mi è stato portato via- un profondo sospiro le uscì dalle labbra mentre i suoi occhi puntavano lontano -Sinceramente non avrei mai pensato di riuscire a sorridere ancora, mi chiedevo come avrei fatto ad andare avanti- si girò a guardare gli occhi lucidi di Liz – venire qui mi terrorizzava, l'unica persona al di fuori di mia madre a cui ero molto legata era Francesca, la donna che hai conosciuto anche tu, ma vivere a Roma non era possibile e ho dovuto lasciare anche lei e a quel punto il mio mondo è crollato davvero- un sorriso amaro le colorì il volto ripensando a quei momenti - Mi sentivo come un involucro vuoto, sentivo solo il suono assordante del dolore- Liz le strinse una mano -ma poi ho conosciuto Jason, ho conosciuto te e Mike e tutto è diventato più sopportabile, tutto è diventato di nuovo possibile, piano piano, non so neanche bene come, il peso che sento nel petto è in qualche modo gestibile- Liz non trattenne una lacrima nell'ascoltarla

–Certo mia madre mi manca ogni giorno e a volte quando mi sveglio mi chiedo se tutto quello che è successo non sia solo un sogno, spero che magari aprendo gli occhi io mi risvegli nel mio letto, nel piccolo appartamento che avevamo a Roma, sentirla trafficare in cucina mentre canta qualche canzone della radio accesa, ma poi mi rendo conto che è tutto diventato un ricordo che devo portarmi dentro, al quale aggrapparmi quando il dolore sbuca improvviso e mi presenta il conto- Liz l'abbracciò stupendola

–Oh Alex, sei una ragazza davvero molto forte- le sussurrò con la voce incrinata, Alex sorrise non riuscendo a trattenere una lacrima –Non sono la sola - le rispose guardandola e ricambiando il sorriso -non oso immaginare quello che hai dovuto passare anche tu, Liz- la moretta tirò su con il naso sorridendole

-Kate è stata una seconda mamma per me, era la migliore amica della mia e mi è sempre stata molto vicina, un pò come Francesca per te- le sorrise - Come vedi ognuno di noi si porta dentro uno scrigno di ricordi non sempre felici- le disse per poi strappare un foglietto da un'agendina che teneva lì in macchina e scarabocchiare qualcosa

-Tieni-  Alex la guardò non capendo e quando lesse cosa c'era scritto non riuscì a non arrossire

–Devi parlare assolutamente con Jason!- le disse -Inoltre sono sicura che un volto amico, lì a casa, è ciò di cui ha più bisogno!- 

 

Note:

A volte ritornano.... ;) Scusate per l'enorme ritardo nel pubblicare.. purtroppo diversi intoppi mi hanno tenuto lontano..non sempre riesco a conciliare lo scrivere con il resto di quella che i più chiamano vita, sono un casino lo ammetto :) Il capitolo serve per spiegare un pò di cosette che poi prenderanno forma, spero non avervi annoiato troppo

Un bacio

  
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