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Autore: Teo5Astor    26/05/2020    13 recensioni
Nessuno poteva immaginare che una vecchia lampada apparentemente senza valore avrebbe potuto cambiare il destino di così di tante persone, perché nessuno sapeva che conteneva sette sfere magiche in grado di evocare un Genio-Drago capace di realizzare qualunque desiderio, a patto che non fossero più di tre.
Non lo immaginava Aladdin Goku, un giovane ladro dal cuore d’oro, e nemmeno la principessa Chichi, la futura regina del regno di Agraba che sognava il vero amore e rifiutava qualsiasi matrimonio politico nonostante le pressioni del padre, il sultano.
Non potevano immaginarlo nemmeno un’ancella, un principe e una principessa venuti da lontano e una tigre molto speciale.
Non lo immaginava neppure il Genio in persona che il destino potesse cambiare anche per un essere immutabile come lui.
Lo immaginava solo il malvagio Gran Visir di quel regno, perché aveva in mente un perfido piano da tanto tempo e aspettava solo l’occasione giusta per concretizzarlo. E, allo stesso modo, lo sperava anche il suo astuto pappagallo, che aveva un sogno segreto nel cuore.
Rielaborazione a tema Dragon Ball di Aladdin.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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12 – Il principe Kakaroth
 
 
«Allora, padrone, cosa desideri?» domandò Radish, sdraiandosi mollemente accanto a Goku dopo il suo personalissimo spettacolo e guardandosi le unghie.
«Davvero posso chiederti tutto quello che voglio?!» ribatté il giovane, che ancora faticava a credere a quanto stava succedendo. Aveva davvero un genio a sua disposizione?!
«Ci sarebbe qualche piccola clausola… un paio di postille» rispose Radish, rialzandosi di scatto e cambiando aspetto, oltre che voce. Adesso sembrava un vecchio professore magrolino dai capelli bianchi pettinati col riportino e l’aria saccente.
«Cioè?!» rise Goku, che non riuscì a trattenere le risate nel vederlo conciato così.
«Regola numero uno: io non ammazzo» stabilì il genio, riacquisendo la sua solita forma e sedendosi accanto a Goku. Si passò il pollice sul collo riproducendo il rumore di una lama, staccandosi di netto la testa. «Quindi non chiedermelo» aggiunse, continuando a parlare senza problemi, nonostante avesse la testa appoggiata sul palmo della sua mano. «Credimi, ho conosciuto tante persone che mi stavano sulle palle negli ultimi millenni, eppure non ne ho fatta fuori nessuna. Anche molti dei miei padroni erano persone spregevoli, ma non ho potuto ucciderli, né ribellarmi a loro».
«Perché non hai potuto almeno ribellarti?»
«Sveglia, Gò! Ci sei?!» esclamò Radish, facendo oscillare davanti agli occhi di Goku i suoi polsi stretti da grossi e pesanti bracciali dorati. «Perché sono un genio, no?! Sono nato così, devo obbedire ai miei padroni e rispettare dei vincoli per i desideri. E così e basta… scusa, tu perché vai al cesso tutte le mattine?»
«Eh?! Ma che domanda è?!» ci pensò su il giovane. «Perché sono così… perché sono un umano!»
«Vedi, allora, che sei intelligente se fai funzionare il cervellino?! Tu sei un umano e quindi caghi tutti i giorni come un cavallo, io sono un genio e devo obbedire anche ai peggiori stronzi e vivere un’esistenza infinita in un posto grande come il buco del tuo cu…».
«Sì, sì… ti sei spiegato benissimo, Rad!» lo interruppe Goku, ridacchiando. «Quindi, la prima clausola è che tu non uccidi. E la seconda?»
«Non posso fare innamorare qualcuno di qualcun altro…. Muaaahhh!» rispose, facendo diventare la sua bocca gigantesca e schioccando un rumorosissimo bacio sulla guancia di Goku dopo averlo stritolato in un abbraccio particolarmente vigoroso.
«Bleah, che schifo…» biascicò il ragazzo, mentre Radish sorrideva e gli pizzicava la stessa guancia con le dita.
«Bello il mio romanticone! Ce l’hai la faccia da mandrillone, eh!» aggiunse il genio, prima di farsi serio e diventare improvvisamente verdognolo e maleodorante, con tanto di occhi gialli e la pelle che diventava sempre più putrida. «Regola numero tre: non posso far resuscitare i morti. A parte che non sono un bello spettacolo, in più devi sapere che mi fanno anche un po’ schifo!» sibilò con una voce che non era la sua e che sembrava arrivare direttamente dall’oltretomba.
«Quindi ci sono tutte queste limitazioni per i tuoi desideri, eh…» si finse pensieroso Goku, scambiandosi un’occhiata d’intesa con Bubbles, che capì subito l’intento del suo amico e rizzò il busto accanto a lui. «Bel genio che ci siamo trovati…» sbuffò il ragazzo, scuotendo la testa e fingendosi rassegnato.
«Uh, uh!» allargò le braccia la scimmia, scuotendo la testa a sua volta, mentre Radish sollevava un sopracciglio, visibilmente contrariato.
«Se questo presunto genio non sa nemmeno resuscitare i morti, scommetto che in realtà non sarà neanche capace di farci uscire da qui. Dai, Bubbles, diamoci da fare da soli o ci toccherà stare in questa caverna per sempre» riprese Goku, cominciando a camminare verso una parete di roccia. Anche la nuvola Speedy lo osservava con aria interrogativa.
«Scusa un attimo, temo di non aver capito bene. O forse non hai capito con chi hai l’onore di parlare, umano dal cervello microscopico!» gli sbarrò la strada Radish, fissandolo con aria minacciosa. «Sei tu che sei venuto a rompermi le palle, sei tu che hai strofinato quella stupida e dannatamente minuscola lampada, sei tu che mi hai svegliato! E adesso vuoi piantarmi in asso e andartene col tuo babbuino?! E no, caro mio! Io sono un cazzo di genio ed esaudisco i tuoi cazzo di desideri!» sbraitò furibondo, facendo poi un cenno con la mano alla nuvola Speedy e chiamandola a sé. «Seduto!» ordinò a Goku, che prese posto a bordo della nuvoletta gialla insieme a Bubbles.
Radish si sedette davanti a loro a gambe incrociate e gli regalò un sorriso sghembo.
«Adesso ti faccio vedere cosa sa fare un genio cazzuto come me! Si parteee!» urlò, con la nuvola Speedy che volò velocissima verso la parte superiore della caverna, sfondando le rocce e aprendosi magicamente un varco sotto la sabbia che li seppelliva, lasciandosi alle spalle una sfolgorante scia dorata.
Nel giro di un istante si ritrovarono nel cielo azzurro che avvolgeva il deserto di Agraba.  Goku dovette chiudere gli occhi, abbagliato dal sole cocente e ormai disabituato alla luce.
 
Nel frattempo, al palazzo reale, Freezer si era presentato di malavoglia al cospetto del sultano come di consueto, anche se faticava a reprimere la sua rabbia per aver perso forse definitivamente la lampada che aveva sognato di avere da tutta la vita per realizzare il suo obiettivo. Il suo umore peggiorò ulteriormente quando vide che insieme a Giuma c’era anche Chichi, che sembrava proprio lo stesse aspettando e lo fissava con uno sguardo colmo di odio e di rabbia.
«Vostra maestà. Principessa» chinò la testa, fingendo devozione.
«Dimmi subito se hai mandato ancora i tuoi uomini a cercare quel ragazzo! Se gli avete fatto qualcosa, giuro che io…» sbottò Chichi, che temeva per la vita di Goku, dato che non si era presentato all’appuntamento la sera precedente. Indossava ancora solo un orecchino, come se sperasse in cuor suo che lui sarebbe potuto ricomparire da un momento all’altro, sebbene fosse consapevole che si trattava di una semplice e vana illusione.
«Un ragazzo?» la interruppe il Gran Visir. «Credo di non capire, principessa».
«E invece sai benissimo di chi sto parlando! Gli avete fatto del male?! L’avete ucciso?!»
«I miei uomini non hanno arrestato nessun ragazzo, né tantomeno ucciso barbaramente qualcuno. Non lo permetterei mai, è compito del Gran Visir far rispettare la legge e quindi anche i diritti di chi è sospettato di averla infranta» rispose mellifluo.
«Freezer, sappi che da adesso in poi voglio essere messo al corrente dell’identità delle persone su cui emetti un mandato di cattura» intervenne con fare autoritario Giuma. «Non voglio più che si ripeta una scena come quella che mi ha descritto la mia Chichi l’altro giorno, chiaro? È un ordine!»
«Certo, vostra maestà» rispose a denti stretti il Gran Visir, abbassando la testa mentre ribolliva di rabbia e stringeva con tutte le sue forze il suo scettro dorato.
«E che sia chiara una cosa: voglio diventare regina anche solo per potermi finalmente sbarazzare di te!» sbraitò Chichi in faccia a Frezeer, prima di andarsene dalla stanza del trono, seguita dal padre che cercava di tranquillizzarla.
«Chichi, dobbiamo ancora parlare dei tuoi pretendenti…» mugugnò il sultano.
«Non sono dell’umore, papà!» sbottò lei, con la voce che si perse via via in lontananza.
«Per potermi finalmente sbarazzare di te!» sibilò Vegeta imitando la voce della principessa, appollaiato sulla spalla di Freezer, non appena rimasero soli. «Tsk, cazzo di gallina…».
Non capiva come una col carattere di Bulma potesse sopportare quella ragazzina. Lui si trovava bene quando era solo con Bulma, ma non aveva mai capito perché lei fosse così legata alla sua padrona. Lui non aveva mai avuto quel genere di rapporto con Freezer, anzi. E forse era anche questo a dargli fastidio. Oppure, più semplicemente, avrebbe voluto tutte per sé le attenzioni della tigre dagli occhi azzurro cielo.
«Se solo fossi riuscito ad avere la lampada…» ringhiò il Gran Visir, battendo il bastone sul pavimento.
«Dovrai leccare il culo a quel vecchio rimbambito per il resto dei tuoi giorni, invece. E a quella smorfiosa bisbetica di sua figlia, non dimenticarti di lei» girò il coltello nella piaga Vegeta.
Aveva perso anche lui la sua occasione, svanita sotto un cumulo di sabbia e macerie insieme a quel ragazzo che a pelle non aveva mai sopportato, tuttavia non era abituato a darsi per vinto. Avrebbe trovato comunque un modo per farcela a raggiungere il suo obiettivo, anche se in quel momento all’orizzonte non vedeva nulla di buono.
«No, Vegeta. Finché non troverà un rimbambito di marito, dato che poi mi farà bandire…» sospirò, irritato, uscendo sulla balconata che dava sul giardino interno del palazzo giusto in tempo per vedere Chichi che litigava con suo padre per via di tutti i principi che si ostinava a rifiutare.
Neanche Freezer, tuttavia, era un uomo abituato a perdersi d’animo. Era arrivato in alto grazie alle sue idee, alla sua forza, al suo essere senza cuore e privo di scrupoli... e fu proprio guardando con odio e disprezzo la principessa che i suoi occhi rossi improvvisamente brillarono e un sorriso inquietante si dipinse sul suo volto pallido.
«Vegeta, ho trovato: sarò io quel “rimbambito di marito”!»
«Sì, e lei sarà lì ad aspettarti a gambe aperte, giusto? Cos’ha quell’oca, trent’anni meno di te?! E in più ti odia, tsk!» scosse la testa Vegeta, convinto che il Gran Visir stesse ormai vaneggiando.
«Non me ne frega niente di quello che pensa quell’inutile e capricciosa ragazzina, tanto meno mi interessa come donna… per me conta solo il potere, dovresti saperlo! E io le cose, quando voglio, le ottengo sempre in qualche modo: io sposo quella lurida cagna e divento sultano! L’idea mi piace, ha un certo fascino» ghignò follemente, andando a sedersi sul maestoso trono dorato di Giuma.
«E che programmi avresti per l’amata mogliettina e l’adorato suocerino, a quel punto?»
«Devo ancora decidere: magari la fossa dei cobra per lei e un bel dirupo per lui!» rise sguaiatamente il Gran Visir.
 
«Ecco! Hai ancora qualcosa da ridire sui miei poteri, signor rompi coglioni?» domandò Radish, sorridendo compiaciuto e incrociando le braccia al petto davanti a Goku.
«Sì… niente male! Tornando ai miei tre desideri…».
«Che cosa?! Temo di non aver sentito bene. Sai com’è, dopo una vita dentro quella minuscola lampada uno può anche rincoglionirsi un po’» lo interruppe il genio, ingigantendo il suo dito indice e piazzandolo davanti alla faccia di Goku. «Tu hai già usato un desiderio!»
«Guarda che io non ho espresso il desiderio di uscire dalla caverna, hai fatto tutto da solo!» ghignò il giovane ladro, lasciando di sasso il genio dai lunghi capelli neri.
«Piccolo bastardo, mi hai fottuto! Ma adesso niente più extra! E tu non ridere, orango!»
«E va bene, va bene!» rise Goku, cominciando a camminare pensieroso nell’oasi verdeggiante in mezzo al deserto che si era creata intorno a loro grazie ai poteri di Radish, che nel frattempo aveva fatto comparire un comodo ed elegante lettino e stava sorseggiando una bibita fresca godendosi il sole.
«Guarda com’è bella azzurra e lucente la mia pelle, Gò! Sono proprio un figo!»
«Sì, sì…» lo compatì lui, che stava cercando di concentrarsi su come esprimere i suoi desideri. Camminava freneticamente avanti e indietro, seguito da Bubbles e dalla nuvola Speedy.
«Mi stai facendo venire il mal di mare, potresti stare fermo? Tra un po’ va a finire che sbocco e ci tengo a darti una notizia importante: anche il vomito di un genio-drago fa schifo, non è che sputerei fuoco o cazzate simili».
«Cerca di capirmi, Rad! Non so cosa desiderare… ci sono troppe cose che vorrei e tre richieste mi sembrano improvvisamente troppo poche, anche se è strano dirlo da uno che come me che non ha mai avuto niente…».
«Ti do un’altra notizia importante, padrone: i desideri, per quelli come te che si rivolgono a me, non sono mai abbastanza» intervenne Radish. «Anche se poteste averne dieci, di desideri, rimpiangereste sempre di non averne potuto avere almeno uno in più. Alla fine sembra sempre che sia un cazzo di desiderio in più o in meno a fare la differenza. È una cosa che ho imparato nei miei millemila anni di vita».
«Tu che cosa chiederesti?» domandò a bruciapelo Goku, con il genio che sgranò gli occhi, sorpreso da quella domanda che nessuno gli aveva mai fatto.
«Nessuno me l’aveva mia chiesto, forse perché tutti pensano che un genio possa avere qualunque cosa voglia» sorrise malinconicamente Radish, guardando prima i pesanti bracciali intorno ai suoi polsi e poi il cielo. «Lascia perdere…».
«Dai, dimmelo!»
«Tanto sarebbe inutile…».
«Dimmelo e basta! Daiii!»
«E va bene! Vorrei la libertà!» sbottò il genio. «Contento?! Sei fastidioso quando ti ci metti…».
«Sai, non sei l’unico che desidera la libertà» accennò un sorriso Goku, al quale tornò alla mente Chichi e ciò che gli aveva confidato.
«È un lavoro di merda quello del genio, lo sai?» sospirò Radish. «Fenomenali poteri cosmici!» gridò con voce tonante, riprendendo all’improvviso la sua gigantesca forma di drago e creando un cielo infuocato carico di energia intorno a sé. «In un minuscolo spazio vitale!» aggiunse con una flebile vocina, rimpicciolendosi fino a schiacciarsi all’interno della lampada. «Siccome qui c’era tantissimo spazio, chi mi ha creato ha pensato di metterci dentro pure sette sfere oltre a me. Immagina come cazzo passo la mia eternità… un giorno, credo duecentocinquantatre anni fa, mentre mi rigiravo per cambiare posizione, me ne stava per entrare una nel buco del cul…».
«Sì, sì, credo di aver capito, Rad!» lo interruppe Goku, grattandosi la nuca. «Comunque dev’essere terribile…».
«Comanda padrone! Comanda padrone! Comanda padrone!» ripeté in maniera ossessiva il genio, tenendo gli occhi sgranati e scuotendo il giovane ladro dopo avergli stretto le spalle in una morsa con le sue mani. «Questa è la mia vita… mi chiedo cosa si provi ad essere padrone di sé stesso» sorrise amaramente, per sollevare di nuovo lo sguardo verso il cielo. «Dev’essere più prezioso di tutte le magie e di tutti i tesori del mondo! Ma sto solo sognando, devo smetterla! Sveglia, Rad! È qualcosa che non si avvererà mai! Ah, ah, ah!» rise forzatamente.
«E perché non potrà mai avverarsi questa tua volontà?»
«L’unico che potrebbe liberarmi sarebbe uno dei miei padroni, esprimendo uno dei suoi desideri» allargò le braccia Radish. «”Genio, sei libero”. Basterebbero queste parole, ma immagina quante volte è successo…».
«Urcaaa! Ma allora è facile! Lo farò io!» sorrise Goku, che aveva il cuore grande e non poteva certo restare insensibile al grido d’aiuto del suo nuovo amico. «Ti darò la libertà!»
«Sì, come no!» rise Radish, che si fece allungare a dismisura il naso. «La prossima volta che mi racconti una bugia te lo faccio crescere a te il naso e poi te lo lascio così, eh! Dai, non prendermi per il culo».
«No, davvero! Te lo prometto! Userò i miei primi due desideri e terrò il terzo per te, te lo prometto!» esclamò Goku, allungando la mano verso il Genio, che la strinse e si commosse per le parole del suo giovane e nuovo padrone. Leggeva la sincerità e la purezza nei suoi occhi, era diverso da tutti gli altri che aveva conosciuto. Provò una sensazione più forte dell’affetto per quel ragazzo: lo percepì quasi come un fratello minore. Credette alle sue parole, per la prima volta nella sua infinita esistenza vedeva davanti a sé un futuro che non prevedesse le tenebre con cui era abituato a convivere nella lampada.
«Bene! Allora diamoci da fare!» urlò il genio, al settimo cielo, spalancando le braccia e proiettando intorno a sé una moltitudine di luci colorate. «Dimmi quello che vorresti di più!»
«Ecco, Rad… ci sarebbe una ragazza…» cominciò Goku, che si sentiva piuttosto a disagio e non sapeva nemmeno lui come esprimere quello che aveva dentro. «Vedi, lei mi piace, però…».
«Ooohhh!» lo interruppe Radish con voce melliflua, sbattendo in modo teatrale le palpebre e inclinando di lato la testa. Si era sdraiato a pancia in giù sul lettino e guardava il suo interlocutore con un’aria sognante esplicitamente sarcastica, con entrambe le mani che gli sorreggevano il mento. «Ti interrompo subito perché c’è un errore, mio bel mandrillone: non posso far innamorare nessuno, te ne sei dimenticato?! Ti toccherà tenere l’uccello in gabbia» aggiunse, facendosi serio.
«Dovresti vederla, Rad! Lei è intelligente, spiritosa, determinata… è dolce e…» sospirò Goku, a cui batteva forte il cuore al solo pensiero di Chichi.
«Gnocca?» suggerì il genio.
«Sì! È bellissima!» confermò il giovane ladro. «Ha due occhi che sembrano… boh! E i capelli! Urcaaa!»
«Ha un bel culo?» indagò Radish.
«Sì! Sì! E il sorriso, anche!»
«Ah, amour…» sospirò con fare vissuto il genio.
«Ma scusa, Rad! Perché non puoi farla innamorare di me?»
«Come ti ho già detto, esistono tre tipologie di desideri che non posso esprimere. Ed è così perché vanno al di là della mia stessa natura» spiegò, facendosi serio. «Non uccido e non faccio tornare in vita perché io sono un essere immortale, mi spiego? Nella mia natura non esiste la nascita e nemmeno la morte, perché io ci sono sempre stato da quello che ne so» aggiunse, fissando i suoi occhi neri come la pece in quelli di Goku. «E non faccio innamorare le persone perché io non sono in grado di amare. Non ho un cuore, non ho una forma definita… sono un drago, un genio con del fumo al posto delle gambe, un uomo o quello che voglio. Ma la verità è che non c’è nessun altro come me. Non posso amare nessuno perché nessuno potrebbe amare uno come me».
«Ecco… mi spiace…».
«Resto sempre troppo poco nel mondo degli umani per provare a capire quello che provano loro. Ho anche visto delle donne per cui ho provato attrazione in passato, ma ho sempre mantenuto la mia forma umana solo per pochi minuti o qualche ora, quando andava bene» continuò a spiegare Radish, diventando improvvisamente un ragazzo come tanti altri davanti agli occhi di Goku. Ora la sua pelle non era più azzurra e indossava un elegante abito colorato che lo faceva sembrare un ricco mercante, se non un nobile. Era più alto e possente del suo giovane padrone, con i capelli neri che gli coprivano l’intera schiena. «Il mio tempo è sempre limitato, qui. I miei padroni esaudiscono in fretta i desideri oppure vogliono che resti nascosto nella lampada, di solito. Come potrei anche solo pensare di provare ad amare qualcuno, sapendo che poi sparirò magari per secoli? A un genio mancano tre cose almeno: la libertà, la vita vera e l’amore».
«Ti prometto che cambierò tutto questo!» gli sorrise candidamente Goku.
«Comunque, sei sicuro di non piacere a questa ragazza?» cambiò discorso Radish, che aveva ritrovato il suo buon umore.
«Non lo so… forse pensa che sono uno stupido!»
«Quello lo penso anch’io, se proprio vuoi saperlo! Ma non ho certo mai avuto intenzione di farmi una scopata con te!» rise sguaiatamente Radish, dandosi il cinque con la nuvola Speedy. «Lei potrebbe amarti anche se tu sei, o ti senti, uno stupido».
«Non è solo questo, Rad… lei è una principessa e io… beh, io… guardami! Sono un poveraccio!»
«Uhmmm… è vero che voi umani avete queste strane abitudini: la principessa va con un principe…» rimuginò il genio, che voleva dare anche un suggerimento indiretto al suo nuovo amico.
«Urcaaa! Se io fossi un principe potrei avere una possibilità!» gridò Goku in preda all’eccitazione. «Rad, tu riusciresti a farmi diventare un principe?!»
«Saprei anche farti diventare una bella gnocca, per chi mi hai preso?! Che taglia vorresti per il seno?! Ti vedrei bene con le tette grandi e un bel culo a mandolino, Gò… ma sto divagando, adesso! Tu vuoi diventare un principe, e grazie a me diventerai il miglior principe di tutta la cazzo di storia dei principi!» proclamò Radish, sollevando un pugno chiuso verso l’alto. «Vedrai: faremo cadere la tua principessina ai tuoi piedi, non potrà resisterti! E tutto grazie a me, perché sono un genio! Hai capito la battuta, Gò?! Sono un genio, ma anche un genio! Ah,ah, ah! Un fottuto genio geniale!»
«Urcaaa! Sei un genio davvero!» rise Goku, che a volte faticava a star dietro alle uscite di Radish e ai suoi strani ragionamenti, ma che ormai si stava anche abituando al suo folle carattere.
«Uh, uh, uh!» esultò anche Bubbles, che era contenta nel vedere il suo padrone così felice.
«Questo è un desiderio serio, però. Quindi devi dire le parole magiche!»
«Genio Radish, voglio che tu mi faccia diventare un principe!»
«Agli ordiniii!» urlò il genio, dalle cui mani fuoriuscì una luce azzurra che avvolse Goku e lo abbagliò. «Taaac!» aggiunse, facendo comparire uno specchio davanti al ragazzo, che riaprì gli occhi a fatica, ancora stordito. Era davvero un principe?! Bastava così poco?!
«Eeehhh?!» sbottò Goku, quando vide la sua immagine riflessa, mentre Radish e Bubbles ridevano alle sue spalle. «M-ma… ma che roba è?!» aggiunse, voltandosi verso il genio, che per fargli uno scherzo l’aveva vestito come un’odalisca mezza nuda.
«Ah, ah, ah! Sei inguardabile, Gò! Credo che avrò gli incubi per i prossimi cinque secoli almeno!»
«Uh, uh, uh!» convenne Bubbles, con al fianco la nuvola Speedy che si rotolava nella sabbia.
«Molto… molto divertente!» sbuffò il giovane ladro, con i muscoli compressi a stento dentro quei velati e succinti abiti femminili.
«Tu prima mi hai preso il culo, mi dovevo vendicare! E sappi che è già tanto che non ti faccio andare in città conciato così, sarei curioso di sentire che cosa ne penserebbe la tua principessina!»
«E va bene! Scusa per prima!»
«Ok, ok… adesso ti faccio diventare un principe» promise Radish, asciugandosi le lacrime. «Et voilà. Guardati allo specchio».
Goku si voltò e stavolta rimase senza parole: davanti a sé non vedeva più l’immagine riflessa di un povero ladro, bensì quella di un regale e ricchissimo principe vestito di bianco con finiture d’oro. Indossava un mantello con ricami interni color lilla e un alto cappello bianco con incastonato sopra alla fronte un rubino e un piuma anch’essa lilla. Non era mai stato così elegante e si sentiva un po’ strano senza i suoi soliti vestiti, però la sensazione di essere un principe e di avere una possibilità con Chichi era impagabile.
«Urcaaa! È… è pazzesco, Rad!»
«Lo so, lo so… io sono pazzesco!» rise il genio, osservando compiaciuto il risultato del suo lavoro. «Però c’è ancora qualcosa che non mi convince. Ci serve un tocco finale, una ciliegina sulla torta…» aggiunse pensieroso, prima che gli si illuminarono gli occhi. «Ma certo! Ci vuole un mezzo di trasporto che attiri l’attenzione, che desti stupore! Che susciti ammirazione!»
Si voltò a fissare Bubbles con occhi spiritati e un sorriso folle dipinto sul volto. La scimmia capì subito che c’era sotto qualcosa e provò a scappare berciando.
«Vieni qui, orango! Avremo bisogno di te per un po’!» esclamò, investendo la scimmietta con un fascio di luce azzurra che la avvolse in un denso fumo che cresceva a vista d’occhio sotto lo sguardo allucinato di Goku.
Quando la nebbia si dissolse non c’era più una piccola scimmietta davanti a lui, bensì un maestoso elefante che indossava ancora il fez di Bubbles.
«Farai il tuo ingresso trionfale in città a bordo di un elefante!» proclamò in modo teatrale Radish, con Bubbles che barrì terrorizzato e cominciò a correre verso la palma più vicina, provando ad arrampicarsi come era abituata a fare col suo corpo da scimmia e finendo invece col crollare miseramente e goffamente sulla sabbia.
«Stai benissimo, Bubbles! Va tutto bene!» provò a rassicurarlo Goku, accarezzandogli la proboscide e ridendo. Il neo elefante in tutta risposta sbuffò, per niente convinto e soprattutto irritato.
«Benissimo, Gò: da adesso in poi tu sei il principe Kakaroth!» annunciò il genio, generando intorno a sé immaginarie urla di approvazione e applausi scroscianti.
«Kakaroth?! E perché?! Non mi piace quel nome!»
«Boh, avevo voglia di trasformarmi in coniglio e di mangiare una carota» rispose Radish, che nel frattempo aveva mutato la sua testa in quella di un coniglio e stava sgranocchiando amabilmente una carota. Era un inquietante uomo alto quasi due metri con una testa da coniglio bianca e grigia, dei folti capelli neri e due orecchini. «Che succede, amico? Non ti piaccio così?» aggiunse, davanti allo sguardo attonito di Goku. «Non temere, da adesso in poi resterò sempre nella mia bellissima forma umana, devo cominciare ad abituarmi a mantenere questo corpo, no?!» riprese, lanciando via ciò che restava della carota e ripensando alla promessa di libertà che gli aveva fatto il suo nuovo amico.
«Non posso essere il principe Goku?»
«È tassativo cambiare nome, come giustificheresti altrimenti la cosa alla tua amichetta?»
«Hai ragione…».
«Bene allora: da adesso in poi sei il principe Kakaroth, ti ho anche ricamato il nome sulle tue mutande!»
«Cosa?!» sbottò Goku, che controllò subito, abbassandosi i pantaloni. «Ma sei scemo?!»
«Preferivi che ci scrivevo sopra il mio, di nome? La tua principessa potrebbe equivocare se dovesse arrivare al punto di sfilartele!»
«Va bene, va bene! Ho capito, smettila!» arrossì il neo principe, che sentì il cuore battere all’impazzata al solo pensiero di un momento del genere vissuto con la ragazza che sentiva di amare.
«Allora è deciso: tu sei il principe Kakaroth del regno di Paoz, un posto sperduto da qualche parte su delle montagne lontanissime da qui».
«Paoz?!»
«Dai, non rompere le palle anche per questo nome, me lo sono appena inventato!»
«Ok: Kakaroth di Paoz!» ripeté Goku.
«Io invece sarò sempre al tuo fianco e sarò il gran cerimoniere di corte, nonché tuo fidato consigliere e collaboratore!» annunciò Radish, con gli occhi che brillavano. «E diremo anche che sono tuo fratello maggiore, solo che ho rinunciato al trono per rendere te l’erede!»
«Perché vuoi essere mio fratello? Mi piace come idea, però!»
«Non lo so, credo che sia bello avere una famiglia… e avere un fratello minore. Se avessi potuto avere un fratellino, credo che l’avrei voluto come te» sorrise il genio, che aveva subito percepito un legame con quel ragazzo, una sorta di fratellanza che la sua promessa di libertà non aveva fatto altro che cementare ancora di più. «Tu quanti anni hai?»
«Venti. E anche a me sarebbe piaciuto avere un fratellone come te!»
«Allora facciamo che io ho ventitre anni, dai» sorrise di nuovo Radish. «Per il resto, che sono molto più affascinante di te è un dato di fatto!» scoppiò a ridere. «Dovremmo anche ricantare la canzone di poco fa! E stavolta ti direi che tu non hai mai avuto un fratello grande come me!»
«A me basta che la principessa si innamori di me!» sospirò con aria sognante il giovane, con Radish che si rese conto che quella non era certo una cotta passeggera . «Magari anche tu ti innamorerai di qualcuna, chi può dirlo? Non si sa mai nella vita!»
Amore e vita. Concetti che andavano al di là della sua natura di genio solitario ed eterno, ma che effettivamente Radish avrebbe voluto approfondire in futuro, se ne avesse avuto la possibilità. Se fosse diventato libero.
«Per ora facciamo un passo alla volta, Gò. Devo ancora farti raggiungere il tuo obiettivo e poi ottenere la mia libertà» gli sorrise, cingendogli una spalla con il braccio e facendolo voltare insieme a lui verso Agraba, che era ancora un puntino lontano dall’oasi in cui si trovavano loro. «Preparati, fratello, e lascia fare a me: stai per diventare una star!»
 
 
 
 
 
 
 
Note: eccoci qui, con qualche ora di anticipo! Allora, vi sta piacendo questa parte della storia?! Abbiamo potuto conoscere più a fondo Radish e scoprire quali sono i suoi sogni, cosa c’è dietro tutte quelle battutacce, quell’esuberanze e quei sorrisi. C’è un grande vuoto, insomma, e nessun potere di cui dispone potrà mai colmarlo senza l’aiuto di qualcuno. Cosa dite, Goku manterrà la promessa o perderà di vista sé stesso nel corso della storia? E Radish saprà comprendere l’amore che provano gli umani?
Spero di avervi divertito con le follie che fa e dice Rad, per il resto cosa ne dite di principe Kakaroth di Paoz come nome?
In tutto questo, Rad e Gò diventano ufficialmente fratelli come molti di voi auspicavano!
E, non so voi, ma Goku vestito da sexy odalisca non voglio neanche immaginarmelo! ;-)
Ecco, piuttosto, posso dirvi subito che settimana prossima potrete vedere un magnifico disegno di Lazuli col suo look per questa long realizzato dalla bravissima Misatona. Siete curiosi di vederla?
 
Come sempre, un grazie gigante va a chi mi lascia sempre il suo parere, mi trasmette il suo entusiasmo e mi sprona a dare il meglio! Ringrazio anche chi legge in silenzio, sperando che l’entrata in scena di Rad sia stata cosa gradita e abbia saputo dare una scossa alla storia! fatemelo sapere, se vi va!
 
Settimana prossima, come molti di voi immagineranno, è già tempo i tornare a cantare insieme a Rad, quindi organizzatevi per avere in sottofondo il dvd o Youtube e preparatevi a cantare con lui fino a farvi sentire dai vicini, perché stavolta ha preparato uno show ancora più pazzesco di quello del capitolo precedente! A proposito, vi dico subito di stare attenti ai partecipanti allo show, perché potreste trovare alcuni Easter Eggs nascosti e sono curioso di vedere chi ne becca di più! Posso già anticiparvi che torna Marion come nello spettacolo all’interno della caverna, a tal proposito faccio i complimenti a Dark, Vale e Kiki per averla notata e “apprezzata”. Non so perché, ma Marion alla fin fine compare sempre qua e là nelle mie storie! Spero che vi divertirà questa caccia al tesoro.
Inoltre, vedremo anche Frezeer che tenta di attuare il suo nuovo piano e, soprattutto, torneranno in scena i nostri tre cyborg preferiti. Vi sono mancati in questi capitoli? Beh, posso dirvi che la macchina del destino comincia a muovere i suoi ingranaggi per uno di loro tre, finalmente: indovinate di chi sto parlando? ;-)
E con tutti questi interrogativi vi ringrazio e vi saluto, ci vediamo mercoledì con “Il nuovo pretendente”! Tenetevi forte che il principe Kakaroth e Rad stanno già marciando su Agraba!
 
Teo
 
 
 
   
 
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