Serie TV > Poldark
Segui la storia  |       
Autore: Demy77    27/05/2020    4 recensioni
Cosa accade dopo il finale amaro della terza stagione? Ho provato ad immaginare in che modo Ross e Demelza, analizzando i propri sentimenti, cerchino di superare la crisi , non senza qualche aiuto…
Sarà pubblicata in due ,massimo tre capitoli, per comodità di lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Capitano Poldark! Quale onore! A cosa debbo questa visita di prima mattina?” Caroline Penvenen era stupenda nel suo abito azzurro, una vera regina nel giardino fiorito di Killwarren. Ross le baciò la mano, e la donna, da perfetta padrona di casa, gli domandò se intendeva farle compagnia a colazione, informandolo che Dwight non era in casa poiché uscito presto per un consulto.
“Non cerco Dwight, è con te che voglio parlare. Mi scuso dell’ora inappropriata, ma si tratta di una cosa importante.”
Caroline, stupita, osservò con più attenzione l’amico, che in effetti sembrava abbattuto e meno incline alla battuta del solito. “E’ successo qualcosa, Ross?” – gli chiese.
L’uomo restò a capo chino per un momento. “Temo di sì” – rispose infine.  E continuò raccontando di come Demelza, dopo un litigio, fosse rientrata a casa molto tardi, senza dare spiegazioni e pregandolo di non farle alcuna domanda, dopo aver ricevuto la visita di Hugh Armitage.
“Ah” – si limitò a replicare la nobildonna. Versò una tazza di cioccolata e cominciò ad imburrare una fetta di pane. Ross, comprendendo il suo imbarazzo, la prevenne.
 “Non ti chiedo di tradire le confidenze di Demelza; del resto che Hugh fosse interessato a lei lo sapevo già; ho solo bisogno di capire se posso ancora rimediare in qualche modo… Caroline, ho paura di aver perso mia moglie!”
La giovane lo fissò. Era seria, quasi arrabbiata. “Il tempismo di voi uomini non finisce mai di stupirmi. Sono mesi che Armitage le scrive; quando siamo stati invitati a Tregothnan non faceva che pendere dalle labbra di Demelza ed accompagnarla ovunque; tua moglie ti ha addirittura confessato di avere un debole per lui… Cosa hai fatto per impedire che si arrivasse a questo punto? Credevi di essere l’unico uomo sulla faccia della terra , Ross Poldark?”
 “Pensavo di esserlo, per Demelza – replicò amaramente Ross - Sono stato un imbecille a credere che il suo amore per me fosse sufficiente ad arginare le avances di quel tizio… invece…. Vorrei tanto andare a spaccare la faccia a quel bastardo di Armitage!”.
“Questa è l’ultima cosa da fare, se vuoi conservare l’affetto di Demelza! Ascolta, Ross – continuò Caroline – sono giorni che non vedo Demelza, non so nulla di quanto accaduto ieri e non ho alcun segreto particolare da custodire. So solo che tua moglie era lusingata dalle attenzioni di Hugh: quale donna non lo sarebbe stata, del resto? La mia impressione è che si sia trattato di una semplice infatuazione e nulla di più, ma potrei sbagliare; non so dire se, come temi, Demelza sia arrivata al punto di tradirti. Sei venuto ad avere da me un consiglio per riconquistarla, un parere femminile per dir così? Allora lascia che ti dica la mia opinione: se ti interessa salvare il tuo matrimonio, più che di Hugh Armitage dovremmo parlare di Elisabeth Warleggan. Puoi dire in coscienza di non aver nulla da rimproverarti in proposito?”
Ross apparve contrariato che il discorso avesse preso quella piega. Si vide costretto a raccontare a Caroline dell’incontro con Elisabeth alla chiesa di Sawle, del bacio che si erano scambiati, della rabbia di Demelza quando lo aveva scoperto.
“Mio Dio Ross, com’è possibile? – chiese Caroline allibita – affermi di essere sinceramente innamorato di Demelza ma hai baciato un’altra donna, e non si bacia sulle labbra una semplice amica! Dopo tanti anni, dopo tante promesse, come puoi ricadere nello stesso errore?”
“Caroline, non è come pensi! Voi tutti sapete che ho amato Elisabeth in passato, ma le cose sono cambiate da allora. Le voglio ancora bene, ma in un modo del tutto diverso: con tenerezza. Mi dispiace di averla messa in una situazione difficile e per questo provo pena per lei. Questo è tutto. Non l’ho baciata per attrazione, desiderio o rimpianto. L’ultima volta ero stato un bruto: il bacio voleva essere una forma di riappacificazione, un modo per scusarmi e dirle addio, da amici. Non era mia intenzione avere segreti con Demelza, ma comprenderai che mi è difficile parlare con lei del mio rapporto con Elisabeth”.
“Avresti potuto cercare di spiegarle con calma, come stai facendo con me ora.”
“Santo cielo, Caroline! Non è mai bello avere segreti in un matrimonio, ma ci sono cose che per il bene dell’altro forse è meglio non rivelare. Ad esempio, sai cosa mi disse Elisabeth a quella festa qui a casa vostra, quando era ancora vivo Francis? Che si era resa conto che una parte di lei mi avrebbe sempre amato, così come una parte del mio cuore sarebbe stata sempre sua. Avrei mai potuto riferirlo a Demelza? Oppure, potrei mai raccontarle come andarono le cose a Trenwith quella maledetta notte, senza distruggerla?”
“Non stiamo parlando di riferire ogni minimo dettaglio Ross, ma di essere onesto sui tuoi sentimenti. Pensi che Elisabeth avesse ragione? Che anche se siete sposati con altri tra di voi non finirà mai, perché nel profondo del cuore vi appartenete ancora?”
Ross restò in silenzio, soppesando le parole prima di riprendere a parlare: “L’amore che provavo per Elisabeth è stato capace di infondermi speranza e ragione di vita mentre ero in guerra ed è rimasto immutabile nonostante i tre anni di lontananza; per questo ai miei occhi è sempre apparso perfetto ed intoccabile. Quando mi ha abbandonato per Francis ero convinto che non avrei mai amato un’altra con quell’intensità; poi Demelza è entrata nella mia vita, quasi per caso. La sua vitalità, la sua allegria, il suo ottimismo mi hanno restituito la voglia di vivere; giorno dopo giorno da semplice domestica è diventata una confidente ed amica, finchè la complicità tra di noi si è trasformata in qualcosa di ancora più profondo. Me ne sono innamorato, e sono stato davvero felice con lei. L’amore che provavo un tempo per Elisabeth si era ridotto ad un lontano ricordo. Quando però a quella cena Elisabeth mi confessò che mi aveva sempre amato e che in fondo mi amava ancora, le sue parole mi turbarono profondamente, devo ammetterlo… eppure mai, anche dopo la morte di Francis, mi è balenata per il cervello l’idea di abbandonare Demelza per lei, te lo giuro sui miei figli… mi sentivo solo in dovere di stare vicino alla vedova di mio cugino ed aiutarla per il buon nome della nostra famiglia.
Quando lessi la lettera con cui mi comunicava che avrebbe sposato Warleggan, non so dirti cosa scattò dentro di me… una rabbia cieca, la sensazione di essere da sempre un burattino nelle mani di quella donna, la gelosia per quell’arricchito di George formarono una terribile miscela esplosiva … Mi recai a Trenwith con l’unico obiettivo di impedire quelle nozze … Avresti dovuto vederla, Caroline: continuava a provocarmi, a ripetere che amava George alla follia e che io non avevo nulla da offrirle come alternativa … aggiungi quello che mi aveva detto solo un anno prima alla festa: quale uomo con un minimo di sangue nelle vene sarebbe restato lucido? Sono stato un idiota quella notte, è innegabile, ma solo grazie a quell’errore ho capito che un amore idealizzato non può sconfiggere un amore vivo e reale, nonostante le sue contraddizioni ed imperfezioni. Per rispondere alla tua domanda, può darsi che il ricordo di quel sentimento giovanile sia rimasto da qualche parte nel mio cuore, ma come un’eco sfumata, incapace di mettere in pericolo la mia relazione con Demelza. Elisabeth è stata il mio primo amore e questo non può cambiare, ma sono io ad essere cambiato. La persona con cui voglio svegliarmi la mattina, condividere gioie e dolori, l’unica capace di dare un senso alla mia vita non è Elisabeth, ma Demelza”.
 “Eppure mi stai dicendo che a lungo, nel tuo cuore, c’è stato spazio - anche se con intensità diversa – per due donne; hai appena ammesso che tuttora è così, in fondo; allora perché non accetti l’idea che nel cuore di Demelza ci sia posto per due uomini? Perché per lei dovrebbe essere differente, solo perché è una donna? Anche tu ci hai messo del tempo per capire di aver preso un abbaglio; se quell’errore a te è stato perdonato, non puoi cercare di fare altrettanto? Abbi pazienza, Ross, come Demelza ne ha avuta con te. Cerca di starle vicino, rassicurala sul tuo amore: Demelza ha bisogno di capire che la ami per ciò che è, perché è speciale ai tuoi occhi, e non solo perché hai bisogno di lei, come compagna fedele o brava padrona di casa”.
“Demelza per me non è solo quello, credevo fosse ovvio … So che mi ha perdonato molto in passato, e sarei anche disposto a superare il mio orgoglio pur di non perderla; ma temo di non saper trovare le parole giuste per superare questo silenzio fra di noi” – concluse Ross.
Caroline gli strinse le mani fra le sue. “Le troverai, se guarderai nel profondo del tuo cuore con sincerità e senza cercare sotterfugi. Hai combattuto tante battaglie Ross, ora hai l’occasione di dimostrare a Demelza che ti importa più di ogni altra cosa al mondo e che sei disposto a combattere per lei!”
Ross restò in silenzio. Se Caroline aveva ragione, non tutto era perduto, c’era ancora speranza. In fondo, aveva affrontato lotte che sembravano perse in partenza, appoggiandosi solo sulla sua testardaggine, sull’aiuto di pochi amici e su qualche colpo di fortuna. Forse, con gli stessi mezzi, anche questa volta la sua impresa avrebbe avuto successo, dopo tutto….
 
    ***
Il dottor Enys cavalcava a passo lento sulla scogliera. Era pensieroso e a disagio dopo la sua visita a Tregothnan, un po’ per il sacchetto di pelle che Lord Falmouth gli aveva infilato a forza in tasca (e che conteneva ben più dell’onorario che avrebbe normalmente richiesto, tanto più per visitare un amico), un po’ perché aveva trovato il suo paziente più sereno e di buon umore, ma nettamente peggiorato sul piano clinico. Beffardo il destino di Hugh: sfuggire alla morte in una lurida prigione francese per contrarre una male incurabile in patria, tra le accoglienti mura domestiche. La cosa più strana era che Hugh pareva malato più nello spirito che nel corpo, ed a volte sembrava che la guarigione non gli importasse neppure.
Il giovane medico aveva terminato la visita prima del previsto e gli restava del tempo prima di riprendere il turno alla miniera. Mentre passeggiava, notò un altro cavallo che pascolava sul crinale della scogliera e poco più in là una donna in piedi, i lunghi capelli rossi agitati dal vento.
Proseguì nel cammino finchè giunse abbastanza vicino a Demelza. “Mi sono fermato tante volte qui a conversare con Ross. È un posto incantevole” – commentò il medico, osservando le navi al largo e le onde che si infrangevano sulla spiaggia sottostante .
“Già – convenne Demelza – soprattutto se si ha bisogno di trovare un po’ di pace”.
“Se era quella l’intenzione, forse è meglio che ti lasci sola”– disse allora Dwight.
“No Dwight, mi fa piacere averti incontrato e poterti salutare” – rispose amabilmente Demelza - “Vieni da Truro?”
“Vengo da Tregothnan – replicò l’uomo, scendendo da cavallo – mi ha interpellato lord Falmouth, per visitare suo nipote”.
“Ah - fece Demelza – e come sta?”
“Non bene, purtroppo. Soffre di un male incurabile e temo che a breve comincerà a peggiorare”.
“Allora era vero…”- mormorò turbata Demelza.
“Lo hai visto di recente?” – domandò Dwight.
“Ieri. Mi ha detto che sta per diventare cieco.”
“E’ probabile, sì, a causa del….. Demelza, che cos’hai?” – chiese l’uomo, notando che gli occhi della moglie di Ross si riempivano di lacrime.
“Oh, Dwight!” – si limitò a rispondere la donna, cercando il suo abbraccio. Dwight la cinse per le spalle e cercò di confortarla, spiegandole con calma che non avrebbe potuto aiutarla se non gli avesse spiegato quale problema avesse. Tra i singhiozzi, Demelza si fece promettere da Dwight di non farne parola con Ross e di non giudicarla troppo severamente; poi prese coraggio e gli raccontò, senza mezzi termini, cosa era accaduto ad Hendrawna Beach il giorno prima.
Dwight parve sorpreso. Non aveva mai dubitato dell’amore di Demelza per Ross e gli sembrò davvero incredibile che potesse averlo tradito. Doveva essere accaduto qualcosa di  veramente grave per spingerla a tanto… Forse avevano litigato?
“Sì Dwight, ieri mattina avevamo discusso, ma non è quello il punto. Ross mi ha nascosto di essersi visto con Elisabeth e di averla baciata, ma il loro incontro è stato solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Non posso dire che sia stata colpa di Ross se l’ho tradito. Sono l’unica responsabile, e non posso negare di averlo voluto – ammise Demelza – Se mi chiedi il motivo, non lo so nemmeno io…. Forse ho ceduto perché avevo bisogno di sentirmi per la prima volta l’unica per qualcuno; Hugh mi ha sempre vezzeggiata, ricoperta di attenzioni e fatta sentire al centro dei suoi pensieri, importante, speciale. Forse, consapevole della sua triste condizione e dei sentimenti che prova per me, volevo donargli un pizzico di felicità ed indirettamente provare ad essere felice anch’io. Non ci si dovrebbe mai privare dell’amore.“
Dwight parve ancora più confuso: “Mi stai dicendo che ti sei innamorata di Armitage, Demelza?”
La donna emise un sospiro. “Non lo so, Dwight, e questo pensiero mi tormenta. Ho amato Ross fin dall’età della ragione, si può dire, non ho conosciuto altro amore che il suo, e ciò mi bastava. Dopo aver incontrato Hugh mi sono ritrovata a dubitare non tanto dei miei sentimenti per Ross, ma dei suoi per me… mi sono chiesta se l’affetto che egli nutre nei miei confronti sia davvero totalizzante come dice, oppure se ci sia una parte del suo cuore che non mi ha mai donato… quella parte che appartiene ad Elisabeth. Così ho cominciato a dubitare anche di me stessa , a pensare che forse è legittimo per una persona non accontentarsi di briciole di attenzione, ma di pretendere tutto da chi si ama. Non credo di essere innamorata di Hugh, ma dell’idea di amore assoluto che Hugh rappresenta”.
Dwight ascoltò con attenzione e riflettè prima di rispondere: “Ti ho promesso di non giudicarti e non lo farò. Credo però che tu debba essere sincera con te stessa e poi con loro due. Devi capire cosa vuoi veramente, Demelza.”
“Dwight, io ho già scelto! – esclamò Demelza – Ho detto chiaramente a Hugh che non potrà esserci altro tra di noi. Amo Ross, se possibile anche più di prima; lui  e i bambini sono la mia vita, mai li abbandonerei; però ho paura di essermi spinta troppo in là, di non poter essere più la stessa. Ho paura di quello che provo, di aver distrutto quell’amore che credevo incrollabile per una sciocca fantasia…” – e così dicendo si coprì il volto con le mani e continuò a singhiozzare.
“Demelza, io posso capirti più di quanto credi. Ricordi Keren Daniel? Anch’io in quell’occasione pensai: cosa sarà mai? Per una sola volta … eppure quella sola volta ha cambiato la vita mia, di Keren e di Mark per sempre… e sai cosa mi ha insegnato quella vicenda? Che è facile mostrarsi come l’ideale romantico di qualcuno quando non si ha nulla da perdere e tutto da guadagnare, né rendere conto a qualcuno delle proprie azioni. Keren si annoiava e si sentiva trascurata dal marito, che intanto si ammazzava di fatica in miniera pur di garantirle un tenore di vita più elevato. Venne a cercare un diversivo nel mio studio, senza capire quanto il marito la amasse. Alla fine chi ci ha rimesso di più è stata lei”.
“Cosa intendi dire?” – mormorò la giovane donna.
Dwight proseguì: “Non fraintendermi Demelza, stimo Hugh , sai bene che mi è stato di grande conforto durante la prigionia in Francia. Guardiamo però le cose con oggettività. Hugh si può permettere di essere sognatore e romantico perché ha un tetto sulla testa ed un piatto a tavola che gli arriva senza che debba fare nulla per guadagnarselo. Per Ross non è mai stato così: è un uomo d’azione, tutto ciò che ha lo ha dovuto conquistare; è un impulsivo e spesso fatica a comprendere il punto di vista altrui, ma questo non vuole affatto dire che sia arido o insensibile. Sai bene che per sentirsi vivo Ross ha bisogno di avere delle missioni; spesso ciò lo porta a mettere a repentaglio la propria vita ed i suoi affetti più cari, e talvolta sembra addirittura che li posponga a tutto il resto. In realtà, lui non partirebbe se non avesse uno scopo per cui ritornare. Quando abbiamo combattuto in Virginia quello scopo si chiamava Elisabeth; adesso invece sei tu. La strada che lo ha condotto fino a te non è stata diritta né priva di ostacoli, ma da questo cammino Ross è uscito cambiato, te lo assicuro. Non è bravo ad esprimere ciò che sente, ed il suo carattere irruento e cocciuto non lo aiuta, ma è evidente che tu sei l’essenza dei suoi giorni ed il faro che lo guida. Devi liberarti dall’idea malsana che tenga ancora ad Elisabeth, o che non ti ami con tutto se stesso, perché non è così.”
“Non è così? Io guardo i fatti, Dwight. Anche se Elisabeth ha sposato prima suo cugino e poi il suo peggior nemico, Ross non ha mai smesso di ammirarla e di sentirsi in dovere di proteggerla, forse molto più di quanto abbia mai fatto con me!”
“Demelza, non c’è bisogno che ti spieghi quanto tu ed Elisabeth siate diverse. Con te Ross non poteva recitare la parte del cavaliere senza paura che difende la donzella indifesa, perché non lo sei mai stata: lo hai messo di fronte ai suoi limiti, hai contestato le sue scelte in più occasioni, e lui ha dovuto accettarlo ed imparare un modo diverso di relazionarsi con una donna. Non deve essere stato semplice. Elisabeth rappresentava per Ross un sogno, un mondo ideale in cui poteva essere piacevole rifugiarsi per sfuggire dalla realtà. Il suo amore per lei ha smesso di avere valore quando Ross si è reso conto che quel mondo esisteva solo nella sua fantasia e non era fatto per durare. Secondo me è esattamente il contrario di quello che pensi tu: è Elisabeth che, a differenza tua, non ha mai avuto l’amore vero e completo di Ross, quello che ti prende l’anima e per cui daresti la vita”.
Anche Demelza rimase in silenzio, la fronte corrugata come ogni volta che era preoccupata. “Che devo fare ora, Dwight?” – domandò infine.
“Niente. Devi smetterla di tormentarti per ciò che è stato e guardare con fiducia al futuro. Lascia che Ross ti stia vicino, fidati di lui, impara a leggere anche nei suoi silenzi. E sta’ tranquilla: quello che ci siamo appena detti resterà fra me e te. Non lo racconterò a Ross e neppure a Caroline, se non vuoi.”
Demelza gli sorrise e lo abbracciò. Le aveva fatto bene confidarsi con Dwight… tante volte aveva riflettuto su quanto fossero affini, con il loro amore per le cose semplici e la difficoltà a muoversi a proprio agio nella società cui appartenevano i rispettivi coniugi. Ross e Demelza, Dwight e Caroline erano due coppie di amici con storie molto diverse, ma entrambe potevano testimoniare che il vero amore vince ogni ostacolo. Ne avevano già superati tanti… era solo questione di tempo, si disse Demelza, e sarebbe tornata la pace a Nampara.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Poldark / Vai alla pagina dell'autore: Demy77