CAPITOLO 2:
La
mano del detective del Kansai sbatté con rabbia sulla
scrivania di
Megure, il quale ebbe un piccolo sussulto dal gesto irruento del
giovane di fronte a lui.
“Io
davvero non mi capacito della sua scelta! Ho sempre lavorato
benissimo da solo, non ho certo bisogno di un novellino che si
impressiona per un po' di sangue!”
Heiji
quella mattina era corso nell'ufficio dell'ispettore per esporgli le
proprie idee in merito alla decisione di affidargli un partner di
lavoro da un giorno all'altro, senza un apparente motivo.
L'ispettore
inizialmente aveva giudicato la sua scelta un bene per il giovane e
per le indagini, poiché negli ultimi tempi la
criminalità era
salita vertiginosamente e i cittadini erano sempre più
impauriti e
insicuri nel girare per le strade della grande metropoli.
Aveva
inoltre pensato che avere un partner di lavoro che lo supportasse
potesse fargli solo che bene, non metteva in dubbio le reali
capacità
del giovane investigatore, ma negli ultimi tempi lo vedeva in
centrale o a caccia di qualche criminale del necessario orario di
lavoro.
Era
pur sempre un ventenne, era giusto che si prendesse del tempo per
sé
e per i suoi hobby.
La
persona oggetto della discussione tra i due era fuori dall'ufficio
dell'ispettore già da qualche minuto e le sue orecchie fini
udirono
ogni singola parola, nonostante la porta insonorizzata e ben chiusa
che divideva l'ufficio dall'atrio popolato dai detective del
dipartimento, ognuno nella propria scrivania.
Shinichi
appoggiò il bicchiere di plastica contenente il
Caffè sulla
scrivania a lui assegnatagli e iniziò a sistemare il
disordine sulla
superficie: impilò le carte in modo ordinato, le penne messe
alla
rinfusa sul tavolo nell'apposito portapenne, il tutto con una smorfia
di disappunto sentendosi descrivere come quello che 'si impressiona
per un po' di sangue'.
“Sarò
irremovibile sulla mia decisione Hattori, mi dispiace. E poi Shinichi
Kudo è tutt'altro che un novellino, mi è stato
raccomandato dai
piani alti come un giovane brillante e arguto investigatore; dagli
una possibilità, d'accordo?” il tono di Megure era
passato da
autoritario a uno più gentile e comprensivo; voleva bene al
giovane
Heiji, ma era difficile rabbonirlo e fargli accettare decisioni che
non riteneva giuste.
Detto
ciò, suggellò la fine della discussione con una
pacca sulla spalla
del giovane, il quale sospirò rassegnato a dover assecondare
la
decisione del suo superiore.
Uscì
dall'ufficio sbattendo la porta, con un espressione scocciata che
rivolse subito al giovane Kudo, il quale se ne stava ora appoggiato
sulla scrivania a sorseggiare la bevanda presa dallo Starbuks vicino
alla centrale, con un espressione soddisfatta dopo aver sentito le
lodi che Megure gli aveva rivolto: 'brillante e arguto
investigatore'.
A
Heiji salì ancora di più il nervoso vedendo
quell'espressione di
beatitudine dipinta sul volto del suo nuovo -non voluto- partner,
domandandosi cos'avesse da esser così felice, e si promise
che d'ora
in poi lo avrebbe ignorato.
Sissignore.
Improvvisamente
un agente entrò trafelato nell'atrio, bussando poi alla
porta
dell'ispettore con agitazione.
“Ispettore
Megure, ci sono nuovi particolari sul caso Watanabe!”
strepitò il
povero agente con un plico di fogli in mano, attirando su di
sé lo
sguardo dei due giovani detective a cui la sera prima era stato
affidato quel caso.
Il
signor Watanabe Terou era stato trovato morto nella propria
abitazione, martoriato con ferite e tagli profondi. Subito la polizia
si era messa sulla tracce del colpevole dopo che Heiji aveva trovato
l'impronta del presunto assassino.
Se
non fosse stato per il tono preoccupante del poliziotto, Heiji
avrebbe preso la notizia con più entusiasmo, ma qualcosa gli
diceva
che quelle che portava l'agente, non erano di certo buone
novità,
anzi...
Megure
aprì la porta dell'ufficio e si fermò sulla
soglia:
“Avete
trovato il proprietario dell'impronta?” chiese quasi
speranzoso e
l'agente rispose con un accenno del capo, ma la sua espressione non
cambiò, nonostante la buona notizia che aveva appena
riportato.
“Molto
bene! E avete già scoperto il luogo della sua
abitazione?”
“S-si
e abbiamo provveduto ad inviare una pattuglia all'appartamento dove
abita...” proseguì deglutendo.
La
pazienza di Heiji vacillò a quello scambio di battute
mandate avanti
per le lunghe, si vedeva chiaramente che l'agente stava tergiversando
nel riferire la brutta notizia.
“E...?”
Megure fece un cenno impaziente, desideroso di sapere il resto.
“E...E
lo abbiamo trovato morto, purtroppo...” sentenziò
infine,
suscitando reazioni differenti tra i presenti:
Megure parve scioccato dalla notizia. Di certo non si aspettava che l'assassino, ormai ritenuto tale da parte sua, potesse essere morto.
Heiji era scocciato e strinse i pugni per la rabbia che stava salendo; com'era possibile che, a distanza di poche ore, il presunto colpevole fosse stato trovato morto? Che si fosse suicidato consapevole che presto la polizia sarebbe stata sulle sue tracce? Era stato un gesto disperato? Oppure il colpevole non era affatto chi credevano, ma c'era di mezzo un terzo uomo con cui non avevano fatto i conti?
Quello
che non parve affatto sorpreso dalla notizia fu il giovane Kudo che
nel frattempo aveva finito la bevanda, poggiato il bicchiere sul
tavolo e incrociato le braccia al petto.
A
quanto pare qualcuno ha fatto un buco nell'acqua”
affermò, sicuro
di sé.
Sapeva
benissimo che dicendo quelle parole, si sarebbe inimicato ancora di
più Heiji, ma volle prendersi una piccola soddisfazione
personale
dopo il trattamento che l'altro gli aveva riservato sin'ora.
Si
diresse verso la porta d'uscita e Heiji non mancò di
seguirlo con
intenzione di dirgliene quattro. Come si permetteva di rinfacciargli
un errore simile? Almeno lui aveva messo in moto il cervello e
trovato una pista da seguire. Non aveva idea con chi aveva a che fare
e presto se ne sarebbe pentito amaramente, riconoscendolo come il
miglior detective del Giappone.
“Ehi,
senti amico, almeno io mi sono dato da fare! Tu in che modo ti sei
reso utile?”
Shinichi
si voltò e prima che potesse controbattere, intervenne
Megure per
placare gli animi ed evitare discussioni inutili.
“D'accordo,
ora basta voi due. Dirigiamoci all'appartamento della vittima e
scopriamo chi è il vero assassino.”
Il
suo tono autoritario zittì entrambi i giovani ed Heiji
sbuffò,
facendosi poi dare l'indirizzo dall'agente che se la filò
spaventato, lasciando tutto nelle mani del trio.
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Angolino autrice:
salveeeee! ed ecco il 2 capitolo! scusatemi, ci metterò un pò a pubblicarli, tra impegni vari, lavoro e il fatto che li sto revisionando mille volte con l'aiuto di mio moroso (sant'uomo xD)
vi lascio anche il link del gruppo di Detective Conan Fan fic, per chi è appassionato lettore o scrittore! ^O^ vi aspettiamo numerosi!
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