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Autore: Fata_Morgana 78    27/05/2020    1 recensioni
Questa è la mia prima Snily Crossover AU in assoluto.
Ho deciso di sfidare me stessa e provare a scrivere una storia sulla coppia Severus Snape e Lily Evans estrapolandoli completamente dal loro contesto e mettendoli all'interno della trama di uno dei film che ho amato di più quand'ero ragazzina: Dirty Dancing.
Se nessuno può mettere Baby in un angolo…
Nessuno è riuscito ad impedirmi di scrivere questa nuova storia…
Emily/Emanuela83 it's all for you!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Il viaggio in macchina fino al villaggio turistico degli Evans stava procedendo serenamente, era da tempo che la famiglia non trascorreva del tempo insieme e stare lì, semplicemente, a dividere lo stesso spazio, era bello per tutti.
- Possibile che tu non sappia far altro che leggere? – sbottò d’un tratto Petunia, la sorella maggiore di Lilian “Baby” Evans – Neanche in vacanza riesci a rilassarti un po’?
- Sono completamente rilassata Petunia. – si strinse nelle spalle la diciassettenne guardando fuori dal suo finestrino.
- Mamma Baby è noiosa! – trillò Petunia facendo sobbalzare il padre alla guida.
- Marjorie, - sbuffò Jake Evans – ti prego seda il litigio tra le tue figlie, siamo quasi arrivati e non vorrei trascorrere la mia vacanza in qualche ospedale di montagna!
- Ragazze, basta! – le rimbrottò Marjorie Evans – Vostro padre ha ragione: delle signorine ben educate non litigano per queste sciocchezze. – le guardò soppesando abbigliamento e portamento e, dopo aver sorriso alla primogenita, gettò un’occhiata a Lily concludendo – Baby, sta un po’ dritta con quelle spalle!
La ragazza sbuffò e, appoggiando il suo prezioso libro tra lei e Petunia, si stirò fino a raggiungere le spalle del padre al volante che, osservandola dallo specchietto retrovisore, le sorrise grato.
Baby ricambiò il sorriso poi scivolò nuovamente con il naso tra le pagine del libro e, mentre il vento gonfiava i suoi capelli rossi, iniziò a fantasticare del suo futuro: dopo gli studi nella prestigiosa università di Hogwarts, avrebbe fatto di tutto per entrare al Ministero e lavorare nei Corpi di Pace.

Jake continuò a guidare sicuro un po’ canticchiando un po’ parlando con Marjorie e, in un tempo relativamente breve, raggiunsero il Resort dove trovarono ad aspettarli il direttore Rubeus Hagrid in compagnia di alcuni dei suoi dipendenti.
- Dottor Evans! – lo accolse con un bellissimo sorriso – Che gioia vederla tra le mie montagne.
- Signor Hagrid. – rispose al sorriso il medico.
- Signora mia. – continuò il direttore dopo aver stretto la mano all’uomo – Se non fosse per suo marito, non sarei qui oggi.
- Suvvia direttore. – gli dette una pacca leggera sul braccio la donna – Lo lasci riposare, sono anni che non si prede un giorno di ferie.
- Qua troverà tutto ciò che gli serve per rigenerarsi. – annuì l’uomo – Cibo buono, aria pulita e attività di ogni tipo. – e, girandosi verso i camerieri, continuò – Forza ragazzi. Prendete i bagagli della famiglia Evans. Le valigie non si scaricano da sole.
- Subito signore! – risposero in coro i camerieri che, scattanti, iniziarono a prendere le valigie dal portabagagli dell’auto.
- Guarda mamma! – parlò Petunia alzando di due ottave la propria voce.
- Petunia, - la guardò sgranando gli occhi la donna – stai male tesoro?
- No mamma. Ma è una tragedia… Guarda… - e le indicò un’automobile parcheggiata davanti alla loro da dove stavano scaricando infinite paia di scarpe.
- Non essere esagerata! – alzò gli occhi al cielo Marjorie – Hai portato fin troppe scarpe.
- Ma potevo almeno prendere quelle blu… o quelle color corallo… - piagnucolò la figlia maggiore.
- Piantala Petunia. – la sgridò il padre – Stai facendo una sceneggiata per niente.
- Le vere tragedie sono altre, sorellina. – parlò Baby che, dopo essersi legata i capelli stava aiutando i camerieri a prendere le valigie – I monaci sterminati durante una pacifica manifestazione… Bambini massacrati dalla follia di un pazzo…
- Tua sorella Baby ha ragione. – annuì lentamente il padre – Dovresti prendere esempio da lei e smettere di preoccuparti solo del tuo aspetto fisico.
- Concordo con vostro padre. – sospirò la donna che, sorridendo, si apprestò a seguire il ragazzo che aveva il compito di scortarli fino all’appartamento che il direttore aveva preparato per loro.
Petunia indossò il suo broncio migliore e, bofonchiando tra sé, seguì i genitori mentre Baby restava indietro in compagnia di un giovane ed impacciato cameriere.
- Ehi. – le parlò lui dopo alcuni istanti di silenzio – Vuoi rubarmi il lavoro?
- Assolutamente no. – scosse la testa rossa – Mi piace rendermi utile. – confessò.
- Grazie. – arrossì – È il mio primo giorno e…
- Dursley! – tuonò una voce dura facendoli sobbalzare – Non hai ancora finito lì?
- Mi scusi signor Mason. – mormorò il giovane uomo incassando la testa tra le scapole.
- È colpa mia signore. – parlò Baby che non sopportava i prepotenti – Stavo chiedendo informazioni sul Resort.
L’uomo chiamato Mason assottigliò gli occhi e, salutando con un cenno della testa, si allontanò dall’auto degli Evans per andare a controllare il lavoro del resto dei facchini.
- Grazie… - borbottò il facchino che, senza più prestare attenzione alla ragazza al suo fianco, finì di svuotare la macchina per portare i bagagli fino alla villetta.

Baby, dopo essersi riempita i polmoni con l’aria pulita del luogo, si guardò attorno curiosa e poi seguì il vialetto fino a raggiungere il villino dove c’era il resto della sua famiglia.
- Baby. – la accolse la madre – Sta un po’ su con quelle spalle. – la sgridò con un sorriso e la giovane donna sbuffò facendo gonfiare la zazzera rossa, stava quasi per replicare quando la voce del capo animatore attirò la loro attenzione convincendoli ad andare verso il chiosco dove stava per iniziare la prima attività della giornata.
La famiglia Evans raggiunse il chiosco dove trovarono una bellissima ballerina circondata da un folto gruppo di ospiti del Resort che pendevano letteralmente dalle sue labbra.
- Non ho nessuna intenzione di mettermi a ballare con quei… - parlò Petunia – Matusalemme!
- Sempre così gentile Pets! – alzò gli occhi al cielo Baby – Perché non vai al centro estetico, così ti fai una bella pulizia del viso e ti rilassi?!
- Trovo che sia una bellissima idea! – annuì la sorella maggiore – Mamma, perché non vieni con me? Alla tua età, devi iniziare a pensare alle rughe.
Madre e figlia salutarono Jake e Lilian che, ridendo, si lanciarono nello scatenato ballo di gruppo che stava facendo fare la ballerina.

La prima giornata trascorse serenamente e la famiglia Evans, dopo un veloce cambio d’abito, si ritrovò al tavolo del ristorante per lasciarsi viziare dalle cibarie preparate dagli chef in cucina.
Mentre stavano per iniziare a mangiare, il direttore Hagrid raggiunse il loro tavolo dicendo:
- Buonasera signori Evans. Spero che, per adesso, sia tutto di vostro gradimento.
- È tutto perfetto, grazie. – sorrise sincera Marjorie, il marito e le figlie annuirono.
- Ottimo, ottimo. – si batté le mani sul ventre prominente l’uomo – I clienti soddisfatti sono la nostra migliore pubblicità. – ammise e, indicando con la mano un ragazzo in livrea, continuò – Lui è Sirius Black, e sarà il vostro cameriere per tutta la durata del vostro soggiorno.
Il giovane uomo si avvicinò al tavolo e, dopo un breve inchino, salutò educatamente gli ospiti seduti a tavola.
- Sirius è riuscito ad entrare ad Hogwarts, vuole diventare medico.
- Ottimo! – annuì Jake che, guardando il ragazzo, continuò – Ad occhio e croce dovresti avere la stessa età di Petunia.
- Impossibile signore. – sorrise seducente riempiendo i bicchieri con del succo – Sua figlia è troppo bella per avere già la mia età.
Petunia squittì una risatina e, nascondendosi dietro il tovagliolo, borbottò qualcosa di incomprensibile che fece alzare gli occhi al cielo a padre e sorella maggiore.
Rubeus borbottò qualcosa sull’impertinenza dei giovani d’oggi poi, dopo essersi lisciato la folta barba, alzò gli occhi dal tavolo e sorrise illuminandosi tutto.
- Prometto che vi lascerò consumare il vostro pasto in pace, ma prima vorrei presentarvi qualcuno… - fece un gesto alla persona dietro le spalle di Baby – È mio nipote, l’unico che sembra interessato al mondo del turismo. – gonfiò il petto – Come me.
Un giovane dall’aria goffa, con indosso un’elegante giacca blu, prese posto al fianco di Rubeus salutando gli altri con un sorriso sincero ed impacciato.
- Famiglia Evans, vi presento James Potter.
- Buongiorno a voi. – sorrise e, sistemandosi gli occhiali sul naso, puntò il suo sguardo su Baby che stava guardando dei bambini giocare fuori dalla finestra.
- James frequenta l’ultimo anno della scuola di specializzazione in turismo.
- Veramente James? – domandò con un sorriso indulgente Jake.
- Sì, signore. – annuì orgoglioso lui – Sono cresciuto nel Resort dello zio, grazie a lui ho imparato molte cose ed ho deciso di approfondire le mie conoscenze. – concluse gonfiando il petto, in una pallida imitazione del gesto compiuto dal direttore del Resort.
- È così raro che i giovani d’oggi abbiano già le idee chiare per il futuro. – lo lodò la donna con un ampio sorriso – Tu, James, hai la stessa età della nostra Baby.
Lilian, che fino a quel momento non aveva prestato la minima attenzione alla conversazione, riportò lo sguardo sul tavolo e, prima che potesse dire qualcosa, il padre la spinse tra le braccia di James spedendola con lui nell’esplorazione del Resort.
Baby, sospirando, terminò di mangiare poi salutò i genitori e raggiunse James al bancone della reception dove si erano dati appuntamento.
I due ragazzi trascorsero la giornata girovagando per la struttura, Baby grazie alla presenza di James riuscì a raggiungere anche quelle parti del Resort normalmente chiuse ai turisti e, mentre tornavano verso l’alloggio che era stato assegnato alla sua famiglia, si imbatterono nel direttore Hagrid che faceva una severa ramanzina ai suoi dipendenti.
- Ricordatevi di essere gentili! – stava dicendo ai camerieri, impeccabili nelle loro divise – Sempre cortesi, di rispondere “sì signore” oppure “prego signora”. Vi ho preso dalle migliori scuole del Paese, se volete una lettera di raccomandazione per aumentare i vostri crediti dovrete impegnarvi un po’ di più. – concluse guardandoli duramente.
Mentre i camerieri bofonchiavano qualche parola per tentare di fermare quel fiume in piena di parole e James spiegava a Baby quanto fosse importante tenere con i dipendenti “il pugno di ferro nel guanto di velluto”, da una porta laterale lei vide entrare il ragazzo più bello che avesse mai visto.
Era alto, con un fisico muscoloso messo in risalto dalla maglietta bianca aderente che indossava sotto la giacca di pelle in stile motociclista, aveva i capelli neri lunghi sulle spalle, occhi dello stesso colore del carbone ed un sorriso così accattivante che Baby sentì le gambe diventare gelatina.
- Baby. – ne richiamò l’attenzione James – Ti senti male?
- No James, sto bene… Scusa, ero solo concentrata sulle parole di tuo zio. – mentì – Le reazioni umane mi incuriosiscono sempre molto.
- Sei una ragazza dai mille interessi. – le sorrise lui che, mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, continuò – Quelli che sono appena entrati, sono i ballerini del Resort. Sono molto bravi, soprattutto quello con la giacca di pelle, Severus Snape. Ma sono dei selvaggi.
- Selvaggi? – alzò un sopracciglio lei non gradendo affatto quella descrizione, a lei non sembravano affatto dei “selvaggi”.
- Sì, soprattutto lui è un troglodita ma alle donne piace. – annuì James che, prendendola per mano, la trascinò lontano dalla sala con la scusa di dover iniziare a preparare i giochi ed i balli di gruppo.

Baby avrebbe voluto seguire il gruppo di “ballerini selvaggi”, ma James la coinvolse nell’organizzazione di alcuni eventi e la sua giornata fu un turbine di impegni: da essere l’assistente del mago sul palco durante i giochi ad accompagnare sulla pista da ballo James.
Fu lì che, per la prima volta, vide Severus Snape e la sua compagna all’opera: bellissimi nei loro abiti da ballo sembravano volare sulle note del Mambo che la band stava suonando dal vivo.
- Oooh… - mormorò Baby – Cielo sono bravissimi!
- Sì, mio zio punta sempre al meglio ma… - si zittì per un momento James che li stava osservando – Così non va bene. Scoraggiano i clienti. Loro dovrebbero invogliare a prendere lezioni di ballo, no a stare semplicemente a guardare! – e, dedicandole un sorriso veloce, continuò – Scusami un secondo Baby.
- Prego… - annuì lei finalmente libera dalla presenza soffocante di James.
Quando il ragazzo tornò alla carica, Baby gli disse che si stava facendo tardi e che preferiva rientrare a casa per leggere un po’ prima di andare a dormire.
James, mascherando la sua delusione dietro un sorriso, si propose di accompagnarla fino al villino ma un rumore di vetri rotti li fece sobbalzare e lui fu costretto a correre a vedere cosa fosse successo.
Grata per la goffaggine del cameriere che aveva fatto cadere una bottiglia ed alcuni bicchieri, Baby lasciò la sala da ballo ma non tornò a casa preferendo andare ad osservare le stelle vicino al lago.
Quando si fu tolta di dosso la sgradevole sensazione delle mani sudate di James che la toccavano, Baby si alzò dalla riva del lago pronta per tornare verso la sua abitazione. Mentre camminava ripensando alle meraviglie della galassia, si imbatté nel giovane Dursley che sembrava in difficoltà.
- Ciao. – lo salutò facendolo sobbalzare.
- Ciao. – sorrise distogliendo lo sguardo mentre uno dei grossi cocomeri che aveva per le mani sfuggiva al suo controllo.
- Aspetta! – corse verso di lui Lily – Lascia che ti aiuti.
- Ferma, aspetta… - tentò di allontanarsi lui, ma Baby era stata più veloce della sua protesta e gli aveva preso una delle angurie.
- Dove li stavi portando questi? – chiese con un sorriso.
- Verso gli alloggi del personale. – sospirò – Ma è vietato l’accesso ai non addetti ai lavori. – le fece un sorriso sghembo – Soprattutto a te. – ammiccò – Ti ho visto ballare con il nipote del capo. Sembravate così… intimi…
- Ah davvero? – si indispettì lei che, lasciando in malo modo la presa sul cocomero, continuò – Sai cosa c’è, mi è passata la voglia di essere gentile. Arrangiati da solo Dursley! Addio… - fece per allontanarsi ma il giovane facchino la fermò, pregandola di aiutarlo e di mantenere il segreto.
- Non dire in giro che ti ho permesso di entrare. Io sarei licenziato immediatamente e mio cugino, Severus, finirebbe nei guai.
- Fidati di me. – gli sorrise – Non ne parlerò con nessuno. Io sono Baby Evans, tu come ti chiami?
- Vernon. – ricambiò il sorriso – Vieni, da questa parte…
Chiacchierando i due ragazzi raggiunsero gli alloggi del personale da dove proveniva una musica sensuale a tutto volume.
Vernon pregò Baby di accompagnarlo fino al tavolo e, dopo aver depositato le pesanti angurie, si voltarono a guardare i ballerini che si dimenavano audacemente in pista.
- Ma dove lo hanno imparato? – domandò arrossendo la ragazza.
- Noi lo facevamo nello scantinato di casa! – rispose stringendosi nelle spalle Vernon e, un attimo prima di riuscire ad invitarla a ballare, fecero il loro ingresso trionfale Severus e Narcissa, finalmente liberi dal lavoro ufficiale.
- Sono bellissimi! – ansimò Baby senza riuscire a staccare gli occhi da Severus, così bello fasciato in quella camicia bianca talmente aderente da sembrare una seconda pelle.
- Sono amici da tutta la vita. – annuì Vernon che, porgendole una lattina, continuò – È per merito di Sev se ho questo lavoro, siamo cugini ed ha garantito per me.
- Sono talmente affiatati che non riesco a capire dove finisce lei e dove inizia lui! – sospirò con aria sognante Baby che sobbalzò quando sentì la voce profonda di Severus ad un passo da lei.
- Cosa ci fa lei qui, cugino? – parlò il ballerino rivolgendosi a Vernon.
- Mi ha dato una mano. – balbettò il ragazzo a disagio sotto lo sguardo indagatore del cugino.
- Ho portato un’anguria! – parlò Baby e, davanti al sorriso di scherno di lui, si dette mentalmente dell’idiota – Che cosa cretina da dire! – sbuffò facendo gonfiare la sua frangetta rossa – Non potevo trovare qualcosa di meno deficiente da dire?
Vernon si girò a guardarla e, dopo aver sollevato un sopracciglio, iniziò a ridacchiare divertito dalla strana conversazione che Baby stava avendo tra sé.
Ci fu un attimo di silenzio, seguito da un lungo applauso e una serie di rumorosi saluti e, mentre Baby stava pensando al modo migliore per raggiungere la porta, partì un nuovo brano e la sua fuga fu bloccata dal torace muscoloso di Severus.
- Dove scappi? – le domandò dopo aver ingoiato un sorso di birra fresca e la ragazza arrossì, invidiando il collo della bottiglia che era appena entrato a contatto con le sue labbra.
- Torno dalla mia famiglia. – rispose con un’alzata di spalle.
- Vieni. – la prese per un braccio e la trascinò in pista – Vediamo che sai fare.
Non appena le mani di Severus si posarono sui suoi fianchi, tutto il mondo conosciuto fino a quel momento mutò, prendendo nuove sfumature che non aveva mai notato.
Il calore delle mani di Severus le facevano scorrere veloce il sangue nelle vene, si sentiva viva come mai le era successo prima di allora. Concentrandosi sulla voce del ballerino, Baby iniziò a ballare e seguire le indicazioni che lui le sussurrava in modo suadente dentro l’orecchio.
Quando il bacino di Severus si incastrò alla perfezione tra le sue gambe, Baby si sentì svenire ma continuò a ballare troppo presa dalla voce e dagli occhi neri come opali di lui.
La musica finì e Baby si allontanò con uno scatto da quei tocchi peccaminosi, con le guance rosse e gli occhi fiammeggianti per l’eccitazione che aveva provato solo ballando pochi istanti con lui.
- Non male! – borbottò Severus che, prendendo al volo Narcissa tra le braccia, tornò al centro della pista per ballare con lei e gli altri ragazzi del corpo di ballo.
Baby restò a guardarli tra il deluso e l’affascinato poi salutò Vernon e tornò verso il bungalow dove alloggiava con il resto della sua famiglia.

I primi giorni di vacanza trascorsero noiosi e tranquilli, Baby cercò di fare amicizia con Narcissa ed altri componenti del gruppo di ballo ma non riuscì ad attirare l’attenzione di nessuno di loro: era l’amica del nipote del capo e tutti la trattavano come se fosse una spia.
Alla fine di un corso che Baby e Petunia avevano seguito insieme, la maggiore delle Evans si accostò alla sorella minore dicendo:
- Stasera devi coprirmi con mamma e papà.
- Perché Petunia? – domandò sgranando gli occhi Baby che, ricordando le chiacchiere dei ragazzi in sala, voleva proteggere la sorella dal fare qualche sciocchezza.
- Perché ho ricevuto un invito da Sirius, mi ha detto che dal campo da golf c’è un bellissimo panorama.
- Oh no, no, no Petunia! – cercò di fermarla e farla ragionare, ma la sorella maggiore andò via sculettando senza darle neanche il tempo di dire qualcosa di meglio.
Sospirando, Baby appoggiò la schiena contro il legno della panchina dov’era seduta e si fermò a contemplare il lago dove alcune clienti sembravano divertirsi molto.
Mentre era presa nella contemplazione del bellissimo panorama, James la raggiunse chiamandola:
- Baby, ehi Baby. Ciao!
- Buongiorno James. – sorrise per nascondere uno sbuffo lei.
- Tutta sola? – chiese mettendosi seduto al suo fianco.
- Sì, stavo guardando il panorama. Trovo che sia bellissimo.
- Ooh sì… - annuì continuando a guardare con insistenza il suo profilo – Veramente bellissimo…
La ragazza si mosse a disagio sulla panchina e, mentre cercava una scusa per allontanarsi dalle attenzioni di James, nel suo campo visivo entrò Narcissa in evidente difficoltà con il trasporto di una pesante valigia.
- Povera… - mormorò sottovoce e, prima che James potesse chiederle qualcosa, si alzò per raggiungere di corsa la ballerina.
- Maledetta vecchia valigia! – stava borbottando Narcissa con gli occhi fiammeggianti di rabbia.
- Ciao, - le si parò davanti la ragazzina – posso aiutarti?
- Ci conosciamo? – la squadrò da capo a piedi e, notando alle sue spalle il nipote del capo, continuò – Tu sei quella strana ragazzina che chiamano “Baby”.
- Sì beh… - Lily si mosse a disagio sul posto – Ho visto che hai qualche problema con quella. – le indicò la valigia – Hai bisogno di aiuto?
- Baby, tutto bene? – parlò James – Narcissa hai qualche problema?
- Si è rotto uno dei fermi della valigia signore. – rispose con un’alzata di spalle la ballerina – La signorina si è offerta di aiutarmi.
Certo di fare colpo, James si frappose tra le due ragazze e, continuando a blaterale di materiali scadenti e di valige che si rompevano con facilità, si fece carico del bagaglio trasportato da Narcissa e la accompagnò fino alla sala prove, lasciando libera Baby di sfuggire dal suo “radar”.
- Ti devo un favore Narcissa! – ridacchiò la ragazza grata per il contrattempo e, correndo verso il bungalow, decise di prendere uno dei suoi libri dal baule per rilassarsi un po’ con la lettura.
Il resto della giornata trascorse serena, Baby partecipò ad alcuni eventi, prese delle lezioni e cercò di stare il più lontano possibile da James Potter che, inevitabilmente, aveva sempre tra i piedi.
- Ehi Baby! – la accolse al tavolo prima dell’inizio della cena – Sei stata sfuggente come un Bolcino oggi!
- Ma non è vero… - si mosse a disagio sulla sedia la ragazza ed i genitori la guardarono con il loro sorrido indulgente – È che avevo voglia di stare un po’ da sola. – continuò – Non è facile condividere i propri spazi con Petunia.
- Allora stasera sei tutta per me! – le disse strizzandole l’occhio ed il padre anticipò ogni suo tentativo di rifiutare dicendo che la trovava un’ottima idea.
Sbuffando Baby si concentrò sulla cena senza prestare troppa attenzione alle chiacchiere degli altri commensali e, quando Sirius portò via le coppette del dolce, la ragazza sobbalzò spaventata non appena la mano sudaticcia di James si posò sulla sua spalla nuda.
- Signori Evans, rapisco la vostra splendida figlia.
- Divertitevi ragazzi. – annuì l’uomo che, prendendo la mano della moglie nella sua, osservò sorridendo la figlia alzarsi da tavola.
- Sorridi Baby! – la sgridò dolcemente la madre – E tieni su quelle spalle!
- Che programma hai per la serata? – domandò Baby cercando di sfuggire all’abbraccio di James.
- Andiamo un po’ a ballare poi… - controllò l’ora – Ho intenzione di portarti in uno dei miei posti preferiti del Resort.
- Ok… - annuì lei che, camminando lungo il sentiero poco illuminato, si fece guidare da James fino alla pista da ballo dove l’orchestra aveva già iniziato a suonare.
I ragazzi entrarono in pista all’inizio della nuova canzone e, mentre si muovevano impacciati tra ballerini molto più bravi e affiatati di loro, Baby vide a bordo pista i suoi genitori che parlavano amabilmente con il direttore del Resort.
- Signori Evans. – li accolse con il suo sorriso pieno di calore – Non ballate?
- Siamo appena arrivati. – rispose alla stretta di mano il medico.
- E stiamo aspettando un valzer. – sorrise la donna continuando ad osservare la pista e, quando i suoi occhi si posarono su una donna fasciata in un succinto abito nero che si strusciava contro il corpo di un ragazzo molto più giovane di lei, si portò una mano alla bocca scioccata.
- Mi dispiace che li abbiate visti. – scosse la testa il Rubeus a disagio.
- Direttore Hagrid! – lo chiamò con voce lasciva la donna – Allora, le lezioni di ballo del nostro Severus mi sono servite?
- Balla divinamente signora Lestrange! – rispose ossequioso l’uomo che, girandosi verso i suoi ospiti, continuò - Quella che vedete è una delle nostre “vedove bianche”: trascorre da sola le vacanze mentre il marito lavora. Lui la raggiunge nei week-end, ma trascorrono pochissimo tempo insieme. – e, per dimostrare che stava dicendo la verità, alzando un po’ la voce attirò l’attenzione della donna dicendo – Il maritino arriva venerdì?
- Sì, è molto impegnato in un nuovo progetto. – rispose lei dedicando al suo compagno di ballo un sorriso voglioso.
- Generalmente, quando il marito arriva io organizzo un tavolo da poker. L’uomo è un grande giocatore e mi piace farlo rilassare così. – ridacchiò e, girandosi verso il resto della pista, si scusò e si allontanò dai signori Evans.
Baby, dopo essere andata addosso alla schiena di un altro ballerino, pregò James di smettere di ballare per andare a bere qualcosa di fresco e, mentre il ragazzo correva verso il tavolo dei rinfreschi, lei si appoggiò alla balaustra della pista da ballo osservando le movenze di Severus sulla pista, invidiando molto la donna che stava ballando con lui.
- Ti senti male Baby? – chiese preoccupato dal suo sguardo perso James.
- Oh no. – gli sorrise – Fa molto caldo e mi stavo godendo questa brezza. – mentì ma James parve crederle perché si scusò dicendole che doveva risolvere un problema organizzativo – Posso venire con te? – domandò lei staccandosi dalla balaustra, non voleva restare a guardare quei due fare preliminari al centro della pista.
- Ma certo! – James la prese per mano e, non appena la band annunciò una breve pausa, il ragazzo raggiunse a passo di marcia Severus che stava cercando di allontanare le mani di Bellatrix dal proprio fondoschiena.
- Signor Potter. – lo salutò non appena lo vide.
- Snape, che fine ha fatto Narcissa? Qui tutti stanno chiedendo di lei.
- Come che fine ha fatto Cissy? – ringhiò in risposta allontanandosi dalle grinfie della donna – È andata risposarsi, non siamo macchine.
- Si riposa un po’ troppo spesso! – replicò stringendo gli occhi James – Mandala a cercare.
- Subito signore. – chinò la testa Severus e Baby fu certa di aver visto una scintilla di rabbia brillare nei suoi occhi di ossidiana.
- Scusami Baby. – le baciò la mano James – Non avrei voluto farti assistere a questo spettacolo. – indicò con la testa il ballerino che aveva cambiato partener.
- Lo capisco. – sorrise lei – Fa parte del tuo ruolo di capo.
- Vero! – la trascinò fino ad una piccola collina.
- Dove stiamo andando?
- Nel mio posto preferito! – ridacchiò – Guarda su…
Baby alzò gli occhi e restò incantata a vedere il cielo trapunto di stelle, alcune di loro brillavano come i diamanti più preziosi.
- Woow! – mormorò a bassa voce lei – È bellissimo.
- Mai come osservare i tuoi capelli mossi dal vento. – sospirò lui più interessato ad osservare il suo profilo che non il panorama, stava per avvicinare le labbra alla sua guancia quando dal campo da golf apparvero Petunia e Sirius litigando.
- Sirius! – squittì lei rimettendosi in ordine il golfino – Come hai osato! Tu…
- Oooh sta un po’ zitta Petunia! – la redarguì duramente il cameriere – Non sembravi così dispiaciuta.
I due litiganti passarono vicino a Baby e James che si nascosero dietro un grosso cespuglio per non farsi vedere.
- Mi dispiace che tu li abbia visti. – parlò sottovoce James.
- Beh… Avevo avvisato Petunia di fare attenzione a Sirius.
James le dedicò un sorriso dolce poi la prese per mano e la condusse fino alle cucine del Resort per offrirle qualcosa di sfizioso da mangiare. Baby, rispondendo distrattamente alle domande di James, sentì qualcuno piangere in uno degli angoli più nascosti della cucina.
Baby, preoccupata che potesse essere sua sorella, si affacciò oltre il bancone e quando i suoi occhi incrociarono quelli di Narcissa, si frappose tra lei e James dicendo:
- Oooh James. Mi sento così in colpa. Noi siamo qui, a fare uno spuntino in allegria mentre mia sorella, poverina, hai visto anche tu com’era sconvolta.
- Tu dici? – domandò scettico lui sistemandosi gli occhiali sul naso.
- Ooh sì. Tremava per l’umiliazione, è mio compito di sorella andarla a consolare. – concluse e lo trascinò fuori dalla cucina, lasciando Narcissa continuare a piangere.
Non appena Baby riuscì a liberarsi della presenza di James, corse verso la pista da ballo dove attirò l’attenzione di Vernon. Il ragazzo ascoltò con attenzione il racconto di Baby e, senza aspettare la fine della canzone, raggiunse il cugino al centro della pista dicendogli ciò che aveva appena scoperto.
Severus si scusò con la dama con cui stava ballando e, dopo averle baciato la mano, corse verso le cucine in compagnia di Vernon e Baby.
- Perché lei viene con noi? – domandò Severus rompendo il silenzio.
- Può farci da palo in caso James decida di tornare verso le cucine. – rispose Vernon che, sospirando, continuò - Spero che Cissy non abbia fatto una sciocchezza!
- Mi auguro di no. – mormorò il ballerino.
- Perché, qual è il problema? – domandò Baby un attimo prima di entrare nelle cucine.
- Cissy è incinta. – spiegò Vernon e, sotto l’occhiata dura di Severus, lei chiese:
- E lui che intenzioni ha?
- Nel tuo mondo perfetto, il “lui” da mettere sul patibolo sarei io vero? Certo. – la guardò dall’alto in basso, mentre Baby incassava la testa tra le spalle – Non hai il minimo dubbio. – Severus scosse piano la testa e concluse – Voi state qua, a Cissy ci penso io.
Severus entrò nelle cucine raggiunse la sua compagna di ballo e, dopo averla calmata, la scortò fino al suo alloggio sempre seguito da Vernon e Baby.
- Ssshhh… - la cullava lui mentre Narcissa continuava a piangere – Basta piangere Cissy, Sev è qui.
- Non c’è soluzione Sev…
- A tutto c’è rimedio Narcissa. – si inginocchiò al suo fianco Baby facendola sobbalzare.
- Ma cosa vuoi saperne tu, Baby. – replicò indurendo lo sguardo la giovane donna.
- Sa tutto. – parlò Vernon a disagio – Gliel’ho detto io.
- Bravo! Perfetto! – batté un pugno sul letto lei – Così andrà a dirlo al nipote del capo e, insieme, metteranno i cartelli: Narcissa è stata messa incinta da Sirius.
- Sirius? – un senso di sollievo pervase il petto di Baby che, guardando i tre ragazzi, continuò – L’ho sentito parlare con mia sorella maggiore, grazie alle nostre mance ha messo da parte molti soldi… Forse… Se tu gli dicessi come stanno le cose, lui si prenderebbe le sue responsabilità.
- Lo sa già. – si strinse nelle spalle la ballerina che, dopo averla osservata attentamente, concluse – Torna al giardino d’infanzia dal quale sei uscita, Baby. Non immischiarti nelle faccende dei grandi!
Baby, ferita dalle parole di Narcissa, si alzò di scatto dal letto uscì dall’alloggio e tornò verso il bungalow trattenendo a stento le lacrime.
Il mattino dopo Baby raggiunse Sirius nella sala delle colazioni e tentò di parlare con lui, di farlo ragionare e di convincerlo a prendersi le proprie responsabilità; ma lui fu irremovibile e rispose che non si sarebbe rovinato la vita per la scopata di una notte con una ragazza facile, che andava con chiunque le facesse due moine.
Baby, arrabbiata dal modo di fare del cameriere, gli versò addosso una caraffa d’acqua dicendogli a denti stretti di stare lontano da sua sorella o gli avrebbe fatto passare la voglia di sorridere in quel modo deficiente e, schiumando di rabbia, uscì dalla sala da pranzo. Vogliosa di un po’ di solitudine, svoltò sul vialetto per andare a passeggiare sul lago quando fu raggiunta da Vernon che le chiese di poterla accompagnare nella passeggiata per poter parlare con lei in privato.
- Mi volevo scusare con te per il comportamento di Cissy di ieri sera. – esordì dopo alcuni istanti di piacevole silenzio – Nessuno di noi è abituato a ricevere aiuto esterno, generalmente quando qualcuno ci porge la mano vuole qualcosa in cambio. Non è facile fidarsi delle persone.
Baby ascoltò con attenzione il racconto del fattorino accettò le sue scuse, e gli domandò di portare i due ballerini nell’aula di danza perché, forse, aveva una soluzione.
Vernon la osservò correre verso il campo da golf poi, scuotendo la testa, raggiunse la sala prove dov’era certo di trovare i due ballerini, impegnati com’erano nella preparazione degli spettacoli della giornata.

Baby raggiunse i genitori sul campo da golf e, dopo aver attirato l’attenzione del padre, lo pregò di prestarle dei soldi. L’uomo le domandò cosa intendesse fare con tutti quei soldi e, la giovane donna, gli rispose che le servivano per aiutare una sua amica in difficoltà e si scusò con le lacrime agli occhi per potergli dare più dettagli. L’uomo annuì e, dopo aver estratto i soldi dal portafogli, guardò la figlia negli occhi dicendo:
- Spero che non sia qualcosa di stupido o di illegale, Baby.
- Non lo è. – mentì con un sorriso lei che, dopo aver preso i soldi, baciò il padre sulla guancia e scappò via per raggiungere i ballerini e il fattorino che la stavano aspettando.
- Perché non hai chiesto il mio aiuto? – sentì la voce alterata di Severus entrando.
- Perché l’operazione è molto costosa Sev. E tu avresti voluto farti carico di tutto.
- Siamo amici. – le si inginocchiò davanti e Baby pensò che fosse bellissimo in quella posizione – Tra amici ci si aiuta.
- Severus ha ragione. – palesò la sua presenza Baby – Tra amici ci si aiuta. – sorrise a Narcissa porgendole delle banconote arrotolate.
- Te li ha dati Sir? – chiese speranzosa.
- Purtroppo no. – scosse la testa – Su di lui avevi ragione: è proprio uno stronzo!
- Ma… - Narcissa guardò i soldi – Allora questi chi te li ha dati?
- Gliel’avrà dati il suo papà. – si strinse nelle spalle Severus – È ricco.
- Non posso accettarli. – Narcissa tentò di restituire il denaro a Baby ma Vernon e Severus la bloccarono dicendole che non poteva rinunciare all’operazione.
- Pensa, - continuò il fattorino - abbiamo anche trovato il medico disposto a prendersi cura del suo problema.
- Già, peccato che l’appuntamento sia per questo venerdì. – si torse le mani lei.
- Cosa c’è venerdì?  - domandò sottovoce Baby girandosi verso Vernon.
- Hanno lo spettacolo al Beauxbâtons.
- Cos’è il Beauxbâtons? – chiese Baby guardando i due ballerini.
- È un hotel di lusso dove facciamo il nostro spettacolo di Mambo speciale. – rispose a denti stretti Severus – Se non ci presentiamo, perdiamo il contratto per la prossima stagione.
- E nessun’altra può prendere il suo posto?
- Purtroppo nessuna. – scosse la testa Narcissa.
- No signorina. Nessun’altra! – si alzò in piedi Severus che, passandosi un asciugamano sul viso sudato, continuò – Qua ce lo sudiamo il pane, ragazzina. Fleur e Ninfadora dovranno fare anche gli spettacoli di Cissy. – la guardò arcuando un sopracciglio nero e continuò – Vuoi prendere tu il suo posto? Saresti carina in rosso.
- Perché no. – si alzò in piedi Vernon – Hai già ballato con lei, non si muove male.
- No, no. – scosse la testa rossa Baby – È fuori discussione. Io non so fare nemmeno i passi base di un ballo più semplice. Non potrei mai prendere il posto di Narcissa in un… - ingollò a vuoto – Mambo Special!
- Accetterò i tuoi soldi ad una sola condizione Baby. – parlò Narcissa dopo un momento di silenzio – Tu dovrai ballare al mio posto.
- Smettetela di dire sciocchezze! Non sa fare i passi base, come può prendere il tuo posto? – alzò la voce Severus mettendola ancora di più in imbarazzo.
- Ma tu sarai con lei, Sev. – gli mise una mano sul braccio muscoloso Narcissa – Tu sai guidare chiunque.
- Pensaci Sev. – annuì Vernon – È l’unica soluzione.
- Ragazzina, te la senti di provare per aiutare Cissy? – le domandò fermandosi a pochi passi dal suo naso.
- Sì, ma non vi aspettate miracoli da me…
- Perfetto. – annuì il ballerino – Domani è la mia giornata libera, non ho impegni fino allo spettacolo serale. Proveremo tutto il giorno, abbiamo pochissimo tempo.
Baby annuì e, dopo aver salutato i ballerini e il fattorino, corse verso il bungalow con le guance in fiamme e il cuore che batteva forte per le emozioni contrastanti che stava provando in quel momento.

Il mattino successivo, dopo una frugale colazione, la ragazza corse verso la sala prove ed iniziò il suo duro percorso di addestramento con Severus Snape.
- No! – tuonò il ballerino facendo ripartire la musica – Devi partire dalla seconda battuta! Non dalla prima!
Baby annuì e, dopo essersi messa nuovamente in posizione, aspettò la seconda battuta ed iniziò a muoversi seguendo le indicazioni di Severus che la stava guidando nella danza.
I primi giorni di prove furono disastrosi: Severus e Baby sembravano incompatibili come acqua ed olio. Nessuno dei due voleva fare un passo verso l’altro, per imparare a collaborare. Severus era prevenuto nei confronti della ragazzina ricca e Baby detestava essere giudicata “ricca ed oca” da chi non aveva fatto il minimo sforzo per imparare a conoscerla.
Nonostante i loro problemi di comunicazione, i due ragazzi continuavano a provare insieme e, giorno dopo giorno, qualcosa tra loro iniziò a cambiare.
- Devi trovare dentro di te il ritmo per ballare il Mambo, Baby. – le disse un giorno Severus – È il tuo cuore che batte… Tum-tum… tum-tum… tum-tum… - il ballerino, per aiutarla a capire meglio, prese la mano di Baby e la posizionò sul proprio petto, iniziando così a dare il tempo con la sua mano.
Baby, trattenendo il respiro, chiuse gli occhi sconvolta dal sentire sotto la propria mano il calore del corpo di Severus ed il suo battito cardiaco così musicale.
- Coraggio Baby… - le disse – Respira… Due, tre, quattro… Due, tre, quattro… Bene…
Senza rendersene conto, la ragazza aveva iniziato a ballare seguendo i movimenti sensuali di Severus, senza sbagliare nemmeno un passo.
Gli incontri tra Baby e Severus si fecero sempre più assidui: per la ragazzina ogni scusa era buona per scappare dalle grinfie di James e dedicarsi ad imparare i passi del Mambo Special, perché quando era tra le braccia dell’insegnante di ballo si sentiva viva come mai le era successo prima.
Il giorno prima dello spettacolo, Baby e Narcissa si trovarono nel piccolo alloggio della ballerina per fare gli ultimi ritocchi al vestito, al trucco ed all’acconciatura.
- Severus aveva ragione. – disse Narcissa rompendo il silenzio – In rosso stai bene.
- Grazie Cissy. – arrossì Baby che non aveva mai indossato un abito così sensuale prima di allora – Mi sento un po’ ridicola vestita così.
- Invece stai molto bene. – annuì la ballerina – Hai un bel corpo, molto femminile. Non devi avere paura di metterlo un po’ in risalto.
Baby si mordicchiò le labbra a disagio e, prima che potesse replicare, un singhiozzo mal trattenuto la fece sobbalzare.
- Devo ringraziarti Baby. – parlò Narcissa – Non so cosa ti abbia detto Sirius, ma non sono una facile. Una che va con tutti… - si strinse nelle spalle – Ero certa che lui fosse quello giusto, il mio lui speciale ma…
Baby fermò quel fiume di parole con un abbraccio, Narcissa era una giovane donna forte e vederla così la metteva a disagio.
- Non devi ringraziarmi.  – le sussurrò tra i capelli biondi – Vedrai che andrà tutto bene. 
Narcissa baciò la spalla di Baby e, mormorando ancora qualche ringraziamento, si staccò dall’abbraccio per finire di sistemare l’abito per lo spettacolo.
La sera dello spettacolo al Beauxbâtons arrivò in un lampo e Baby si ritrovò costretta a dire un’altra bugia alla sua famiglia e, sfruttando il favore che doveva restituirle Petunia, la giovane Evans evitò di trascorrere la serata in compagnia della sua famiglia.
L’esibizione al Beauxbâtons andò relativamente bene: Baby e Severus ballarono in perfetta armonia e, anche se la ragazza non riuscì a fare il salto conclusivo della coreografia, riuscirono a portare a termine lo spettacolo senza incidenti.
- Severus. – lo chiamò Baby dopo i saluti – Presto, andiamo via. Ad un tavolo ho visto i…
- I vecchi coniugi Flamel. – annuì lui che, prendendola per mano, la trascinò verso la macchina – Non credo che ci abbiano riconosciuto, erano troppo distanti.
- Speriamo… - sospirò lei che iniziò a cambiarsi mentre tornavano verso il Resort.
Severus la guardò nello specchietto retrovisore per un attimo, poi tornò a concentrarsi sulla strada restando silenzioso e distante per tutto il viaggio di ritorno.
Appena il giovane uomo parcheggiò l’auto nel posto a lui riservato, Vernon lo raggiunse correndo.
- Severus! Severus! Vieni presto…
- Vernon. – sobbalzò il ballerino – Cosa è successo?
- Cissy sta molto male. Quell’uomo, - singhiozzò tra rabbia e vergogna – non mi ha permesso di entrare e…
Severus non gli dette il tempo di continuare e, seguito da Baby e Vernon, corse verso l’alloggio di Narcissa che trovò in un bagno di sudore nel letto tra crampi e febbre alta.
- Se… Sev… - balbettò con la voce rotta dal pianto lei.
- Non piangere Cissy… - la cullò facendola gemere per il dolore – Sev è qui.
- Perché non hai chiamato un’ambulanza? – domandò indurendo lo sguardo Baby.
- Perché in ospedale avrebbero fatto domande. – si difese a disagio Vernon mentre Narcissa si reggeva il ventre dal dolore.
- Avevi detto che non era un ciarlatano! – lo aggredì rabbioso Severus.
- Io… - tentò di difendersi Vernon ma Baby non restò ad ascoltare la sua risposta patetica, avevano bisogno di aiuto e lei sapeva benissimo a chi chiederlo.
Raggiunse di corsa il bungalow e, facendo il più silenziosamente possibile, raggiunse la camera da letto e, dopo aver preso la borsa da medico del padre, lo svegliò il più cautamente possibile.
- Papà… - lo chiamò – Papà svegliati…
- Baby. – si mise seduto l’uomo – Stai bene? È successo qualcosa?
- Ho bisogno del tuo aiuto papà. – rispose semplicemente lei.
- Petunia sta male?
- Non è Petunia papà, devi venire con me. Ti prego.
- Va bene. – annuì l’uomo che, dopo essersi passato una mano sul viso, indossò le scarpe e seguì la figlia fino agli alloggi del personale dove trovarono Vernon e Severus ancora intenti a litigare.
Il medico prese la borsa dalle mani tremanti della figlia e, dopo aver lanciato un’occhiata dura ai due ragazzi, li buttò fuori dalla stanza per riuscire a visitare in santa pace quella povera ragazza che si piegava in due dal dolore.
- Chi è responsabile per lei? – domandò con voce dura.
- Io signore… - fece un passo avanti Severus – Io sono responsabile per lei… - Baby sentì il cuore contrarsi in uno spasmo misto tra gelosia e tristezza davanti agli occhi del ballerino dilatati dalla paura – La aiuti, dottore, la prego… Vede lei è…
- Fuori da qui. – lo zittì e, sorridendo a Narcissa, le parlò con voce dolce e rassicurante spiegandole che l’avrebbe aiutata a stare meglio ma che prima doveva visitarla.
Jake restò nell’alloggio di Narcissa finché fu certo che la ragazza si fosse addormentata e, uscendo, gettò un’occhiata disgustata verso Vernon e Severus che stavano seduti sulla balaustra.
- A questo ti sono serviti i miei soldi Baby? – domandò l’uomo con voce tagliente e fredda.
- Io… Mi dispiace papà…
- Dottor Evans. – fece un passo avanti Severus che, tendendogli la mano, provò a ringraziarlo per ciò che aveva fatto.
- Andiamo via. Subito. – parlò il medico prendendo il braccio della figlia e trascinandola lontano da lì, senza neanche rispondere alla stretta di mano del ballerino.
Padre e figlia camminarono sui ciottoli in assoluto silenzio, Baby poteva sentire la rabbia fuoriuscire dal corpo del padre che, a pochi passi dal loro alloggio, la guardò tra il deluso e il rabbioso dicendo:
- Ti proibisco di avere ancora a che fare con loro!
- Ma papà! – provò a ribellarsi ma il medico la zittì con un gesto secco della mano.
- A tua madre non dirò niente. Sono profondamente deluso dal tuo comportamento. – la osservò con il viso ancora truccato dopo lo spettacolo – E levati quella roba dalla faccia. Sei ridicola!
Mentre grosse lacrime scivolavano sulle guance di Baby, l’uomo entrò nel bungalow e, rimessa a posto la sua borsa, si stese al fianco della moglie rassicurandola che andava tutto bene.

La ragazza, stringendo i pugni, scappò dalla veranda della villetta e corse a perdifiato per i vialetti deserti del Resort fino a raggiungere la zona dedicata al personale.
Tutti gli alloggi erano silenziosi e bui: era notte fonda ed i dipendenti del Resort stavano dormendo, solo da uno proveniva una musica soffusa ed aveva le luci ancora accese.
Baby, con il cuore che batteva come un rullo compressore contro le costole, salì le scalette che conducevano alla porta e bussò certa che quello fosse l’alloggio di Severus.
Il ballerino, ancora scosso per ciò che era accaduto alla sua migliore amica, aprì la porta e sobbalzò quando vide ferma sui gradini quella strana ragazzina che aveva salvato la vita a Cissy.
- Scu… Scusa… - balbettò lei arrossendo e Severus si rese conto solo in quel momento di avere addosso solo un paio di pantaloni, faceva molto caldo quella sera e lui aveva deciso di stare a petto nudo.
- Scusa tu. – le sorrise e fece per prendere una camicia ma lei lo fermò.
- No… Non preoccuparti è che… - si mordicchiò il labbro – Posso entrare?
- Accomodati. – si fece da parte e la lasciò entrare nell’alloggio, piccolo e spoglio – Non è granché, mi dispiace.
- È minimale. – si strinse nelle spalle – Ma hai tutto quello che ti serve.
Baby girava le spalle a Severus, era nervosa ed averlo lì mezzo nudo non l’aiutava a trovare le parole giuste per chiedergli scusa per come si era conclusa la serata per colpa di suo padre.
- Ti devo ringraziare… - parlò Severus.
- Ti devo chiedere scusa. – disse nello stesso momento Baby girandosi, e fece uno scatto indietro quando si trovò il petto di lui troppo vicino al suo viso.
- Non hai niente di cui chiedermi scusa, Baby. – sospirò lui dirigendosi verso il giradischi per spegnerlo.
- Non togliere la musica. – lo pregò – Invece devo chiederti scusa per come si è comportato mio padre. Lui non aveva nessun diritto di agire in quel modo. Ti ha trattato come un… mostro…
- Tuo padre è un grande. – sorrise triste Severus che, versandosi una generosa dose di liquore, continuò – Se non fosse arrivato lui, Cissy sarebbe morta. Lui l’ha salvata ed io… Io sono niente!
Baby alzò di scatto la faccia, gli occhi verdi spalancati e pieni di lacrime ed emozioni così difficili da esprimere a parole fece un passo verso di lui replicando:
- Non è vero Severus che non sei niente. Tu sei tutto.
- Ooh Baby! – scosse piano la testa nera lui – Vorrei tanto avere la metà del tuo coraggio. Tu non hai paura di niente, mentre io…
- Come puoi dire che non ho paura di niente? – fece un altro passo verso di lui – Io ho paura di tutto. Di tutto. - incatenò i suoi occhi in quelli neri di lui – Di quello che sono, di quello che faccio, di quello che dico e, soprattutto, ho paura che se me ne vado da questa stanza non proverò mai più quello che sto provando adesso... adesso che sono qui con te... – si fermò davanti a lui concludendo – Balla con me…
- Adesso? – si passò la lingua sulle labbra secche Severus, la ragazza annuì e quando iniziò un nuovo brano musicale, i due iniziarono a ballare sensualmente.
Le labbra di Severus catturarono quelle morbide e fresche di Baby e, mentre si muovevano seguendo la musica, i pochi abiti indossati da entrambi finirono sul pavimento.
Severus aveva avuto molte amanti nel corso della sua giovane vita ma non aveva mai visto qualcosa di più bello e prezioso del corpo di Baby che fremeva al suo tocco.
Baby, anche se imbarazzata, si beò della vista del corpo perfetto e nudo di Severus. Imparò a conoscerlo con le mani e con le labbra e quando diventarono una cosa sola si sentì finalmente completa.
Severus, felice di essere stato il primo, se la strinse contro il petto e la baciò a lungo e dolcemente sulle labbra: per la prima volta non voleva mandare via la sua compagna di letto.
- Come ti chiami Baby? Qual è il tuo nome vero? – le domandò coccolandole la schiena.
- Mi chiamo Lilian, in onore di Lillian Frances Perkins la prima donna ad occupare una posizione prestigiosa nel gabinetto presidenziale. – spiegò arrossendo Baby.
- Lilian. – la baciò dopo averlo detto – Un bel nome da grande.
- Alcune mie amiche hanno iniziato a chiamarmi Lily. – ricambiò il bacio, ma non ci fu spazio per altre parole perché la passione scoppiò nuovamente tra i due che continuarono ad amarsi con dolcezza per tutto il resto della notte.

Il resto della vacanza, in compagnia di Severus, prese un aspetto completamente diverso per Baby: si sentiva felice e completa, stare al fianco dell’ombroso ballerino era così piacevole che anche il muro di silenzio che aveva eretto il padre tra loro era più facile da affrontare.
La madre e la sorella maggiore, troppo prese dalla cura di loro stesse, non avevano notato lo strano comportamento del capo famiglia che, d’un tratto, aveva smesso di provare interesse per ciò che la figlia secondogenita aveva da dire.
Una mattina James li raggiunse al tavolo della colazione facendo raccapricciare Baby e sorridere radiosamente sua madre.
- Buon giorno famiglia Evans! – salutò con il suo sorriso accattivante – Spero che il soggiorno sia stato di vostro gradimento.
- È stato tutto perfetto! – sospirò Petunia senza riuscire a staccare gli occhi dal sedere di Sirius fasciato nei pantaloni della divisa.
- Petunia ha ragione. – sorrise Marjorie – Erano anni che non riuscivamo a rilassarci così!
- Le vostre parole sono musica per le mie orecchie! – cinguettò ossequioso il ragazzo che, puntando i suoi occhi in quelli di Baby, continuò – Spero che prenderete parte alla festa di commiato di sabato. È una festa bellissima e…
- Noi partiremo venerdì. – parlò Jake alzando gli occhi dal piatto e, dopo aver distolto lo sguardo da quello di Baby, si voltò verso la moglie e la primogenita cercando di far capire loro il perché della sua decisione.
- È un vero peccato che vogliate andare via prima dottore. – sorrise mandando la testa di lato James – Le nostre feste di fine stagione sono sempre molto belle, sicuro di non voler restare.
- Ti prego papà. – implorò Petunia – Io devo cantare sabato. Non possiamo andare via senza che io abbia fatto la mia esibizione.
- Ti prego Jake, - annuì la donna – godiamoci questa vacanza fino alla fine.
Baby continuò a giocare con il pompelmo che aveva nel piatto e sobbalzò quando sentì la sedia del padre stridere sul pavimento del ristorante.
- E va bene. Resteremo fino a domenica, così tu Petunia potrai cantare a questa benedetta festa. – le dedicò un sorriso poco sincero e domandò – Cosa hai deciso di cantare?
Petunia, che era abituata ad essere ignorata dal padre, si alzò in fretta e lo seguì fuori dal ristorante e fino al bungalow decidendo con lui quale canzone si adattasse meglio alle caratteristiche della sua voce.
Baby terminò di spiluccare la sua colazione e, dopo aver salutato la madre con un bacio sulla guancia, scappò dal ristorante correndo verso gli alloggi del personale ansiosa di vedere Narcissa.
La ballerina aveva riacquistato colore sulle guance, aveva ancora un’aria stanca ma il suo colorito era più sano.
- Ciao Narcissa. – la salutò entrando, Severus era seduto sul letto di lei e le stava tenendo la mano.
- Ciao. – le sorrise – Tuo padre è andato via da poco. Ha detto che mi sto rimettendo bene.
- Ne sono felice. – annuì la ragazzina che, muovendosi a disagio, mise una mano sulla maniglia cercando una scusa per uscire dalla stanza.
- Com’è andato lo spettacolo? – chiese la ballerina rompendo quell’imbarazzato silenzio.
- Bene. – annuì subito Severus – Nonostante il poco tempo che abbiamo avuto per provare è andato bene.
- Ne sono felice. – annuì sistemandosi i capelli dietro l’orecchio Narcissa.
- Io non direi bene. – ammise arrossendo Baby – Ho visto tra il pubblico i Flamel e mi sono spaventata, così non ho fatto il salto.
- Però non si è fermata e nessuno ha notato il “fuori programma”.
- Ho solo seguito il consiglio di Cissy: continuare a ballare nonostante eventuali errori. – si strinse nelle spalle e continuò – Adesso devo andare, non voglio disturbarvi troppo. – fece un rapido sorriso – Passerò a trovarti domani, sono felice di vedere che stai meglio.
- Grazie ancora per tutto Baby.
- Figurati. – pigolò la ragazza che, uscendo, fece tornare il piccolo alloggio in un imbarazzato silenzio.
Severus, stanco di stare sotto lo sguardo indagatore della sua amica, si alzò dal letto iniziando a farneticare scuse più o meno buone da raccontare al direttore Hagrid per giustificare l’assenza di Narcissa sulla pista da ballo.
La ballerina lo ascoltò per alcuni istanti e, visto che non si decideva a fermare il suo nervoso camminare per la stanza, incrociò le braccia sul petto dicendo:
- Cosa diavolo sta succedendo tra te e quella ragazzina? Mi hai sempre detto che non devo innamorarmi dei clienti!
Gli occhi neri di Severus si dilatarono per la sorpresa e, appoggiando le spalle contro la parete di legno dell’alloggio, rispose:
- So quello che ti ho sempre detto. Ma questa volta è diverso!
- È diverso perché sei tu quello coinvolto? – alzò un sopracciglio la ragazza e lui si mosse a disagio.
- Non so di cosa stai parlando. Devo andare. – continuò aprendo la porta – Ho una lezione e non posso fare tardi.
Il ballerino uscì in fretta dalla piccola abitazione di Narcissa e, senza ascoltare le sue proteste, raggiunse la sala da ballo dove ad aspettarlo c’era la prima lezione della sua lunga giornata di lavoro.

La giornata giunse velocemente al termine e, dopo aver ballato fino a non sentirsi più i piedi, Severus si trascinò fino al suo bungalow desideroso di gettarsi tra le lenzuola fresche e dormire un po’.
- Ciao straniero! – lo salutò Baby facendolo sobbalzare.
- Ragazzina. – la baciò sulle labbra, nonostante la stanchezza il sorriso di lei restava la cosa più bella che gli fosse successa in quella lunga giornata.
- Le signore in sala da ballo non ti hanno dato tregua stasera. – lo abbracciò, un po’ gelosa un po’ orgogliosa del successo del compagno.
- A volte succede. – si strinse nelle spalle – Visto che mi pagano le lezioni di ballo, si sentono in dovere di trattarmi come un giocattolo.
- Mi dispiace. – lo baciò sul collo – Volevo scherzare non farti stare male.
- Scusami tu Lily. – la avvolse nel suo abbraccio ed affondò il naso tra i suoi capelli, respirandone l’odore fresco dello shampoo – Sono davvero stanco stasera, non mi piace essere trattato come un oggetto, ma non posso dire niente perché altrimenti corro il rischio di essere licenziato.
- È ingiusto. – sospirò lei.
- Concordo. – la baciò sulla nuca – Ma adesso sei qui e non voglio pensare ad altro.
Lily sorrise contro il torace di Severus e squittì quando lui la prese in braccio per condurla fino al letto.
I due restarono abbracciati nel letto del ballerino dopo aver fatto l’amore, felici di essere vicino l’uno all’altra, due frammenti della stessa anima che avevano avuto la fortuna di incontrarsi nuovamente.
Restarono insieme fin quando i colori dell’alba presero il posto delle stelle notturne.
- Oggi non ho lezione di mattina. – la salutò con un bacio sulla porta – Riesci a passare?
- Sì. – annuì Baby – A più tardi! – lo baciò un’ultima volta poi raggiunse rapidamente il bungalow prima che il resto della sua famiglia si svegliasse per affrontare gli ultimi giorni di quella splendida vacanza.
Marjorie, sentendo un rumore provenire dalla stanza delle ragazze, controllò il suo orologio da polso e notando che era ancora molto presto, si alzò dal letto per controllare che andasse tutto bene.
- Baby. – parlò sottovoce per non svegliare Petunia – Come mai sei già sveglia? Ti senti male?
La ragazza sobbalzò, per fortuna era riuscita ad indossare la sua camicia da notte e, voltandosi verso la madre, scosse la testa dicendo:
- No mamma, mi è venuta sete. Stavo andando a prendere un bicchiere d’acqua, scusa se ti ho svegliata.
- Te lo prendo io cara. – la baciò sulla tempia – Hai l’aria stanca, mettiti a letto un altro po’.
- Grazie mamma.
La donna portò l’acqua alla secondogenita che, dopo averne bevuta circa metà, appoggiò il bicchiere sul comodino tornando a dormire.
Gli Evans furono svegliati dalla voce roboante del capo animatore che, come ogni mattina, dava il buongiorno al Resort ricordando a tutti gli appuntamenti e le attività che si sarebbero svolte durante la giornata. Baby sbadigliando si alzò dal letto e, dopo essersi vestita con cura, seguì i genitori e la sorella fino al ristorante per fare colazione.
- Baby, - la fermò Petunia – poi mi dirai cosa stai combinando? Dove vai praticamente tutte le sere?
- Il Resort ha creato un club di astronomia. – disse di getto la ragazza – Vado ad osservare le stelle.
- Ooh no. Non rinuncerei mai alle mie ore di sonno per vedere quegli assurdi puntini luminosi con un telescopio! – scosse la testa nera Petunia e Lily sospirò, ringraziando il fato per aver visto un volantino di presentazione di quel club nella bacheca degli annunci.
- Signorine. – le accolse con il suo sorriso da conquistatore Sirius – Entrate voi e il ristorante si illumina.
- Adulatore! – gli sorrise civettuola Petunia, certa che il ragazzo fosse seriamente interessato a lei.
Baby, certa di non essere vista dalla sorella maggiore, mimò il verso del vomito poi, dopo aver dato una spallata poco amichevole al cameriere, trascinò Petunia fino al tavolo per fare colazione con il resto della sua famiglia.
- Buongiorno signori Evans. – li raggiunse a fine pasto James.
- Buongiorno a te giovane Potter. – gli sorrise Petunia – Cercavi la mia sorellina?
- No Petunia, ho bisogno di te. Oggi ci saranno le prove generali dello spettacolo, Baby tu puoi aiutarci più tardi con gli ultimi ritocchi alle scenografie?
- Sì, certo. – annuì la giovane Evans che si alzò da tavola dicendo – Ho preso appuntamento per una lezione, non vorrei arrivare tardi. – salutò i genitori e la sorella con un sorriso e concluse – Buona giornata, a più tardi.
- Ciao tesoro. – le sorrise la madre – Divertiti e… Tieni su quelle spalle!
Baby lasciò il ristorante salutando con la mano e, controllando di non essere seguita, raggiunse la sala prove dove ad aspettarla c’era Severus.
Il ballerino aveva già acceso la musica e si stava muovendo sul parquet ad occhi chiusi, completamente rapito dal ritmo, così concentrato sui suoi passi da sobbalzare quando Lily gli appoggiò una mano sul braccio per richiamare la sua attenzione.
- Ciao. – le sorrise.
- Ciao. – lo baciò – Scusa, non volevo spaventarti. Ti ho chiamato ma…
- Ero perso nel mio mondo. – la abbracciò e la coinvolse nella danza un po’ giocando, un po’ filtrando, un po’ ballando seriamente.
Lily stette al gioco e, rispondendo ai suoi assalti, gli dette filo da torcere fin quando furono interrotti dall’arrivo non previsto di James.
- Severus. Ehi Snape! – spalancò la porta il nipote del direttore del Resort.
- Sì, signor Potter? – lo accolse con un sorriso falso come una banconota del Monopoli.
- Ah, sei qui. – lo squadrò con aria di superiorità e, osservando il riflesso di Baby nel grande specchio, continuò – Ehi ciao Baby, prendi lezioni di danza?
La ragazza lo guardò arcuando un sopracciglio, quella domanda non aveva nessun senso ma lei non aveva voglia di mettersi a discutere e preferì limitarsi ad annuire.
- Di solito sei tu a chiudere lo spettacolo, vero? – domandò James e Severus assentì mentre andava a spegnere la musica – Bene, quest’anno farò io lo spettacolo di fine anno. Lo zio mi ha affidato il compito di portare sul palco qualcosa di nuovo. Qualcosa che non sia il solito Mambo.
- Veramente? – gli occhi neri di Severus brillarono di aspettativa – È una notizia meravigliosa signor Potter!
- Mi fa piacere che questa novità ti piaccia. Perché ho bisogno di te e del corpo di ballo.
- Mi consideri a sua completa disposizione signore. Io sono… Sono un vulcano di idee! – disse felice di poter condividere con lui le cose che aveva imparato – Durante le pause ho lavorato con i ragazzi ad una nuova combinazioni di passi e…
- Ehi, ehi… Frena, frena. Non ti ho chiesto una nuova coreografia. Ho già deciso che quest’anno il ballo di chiusura sarà una pachanga!
Tutto l’entusiasmo di Severus scemò come nebbia al sole e, asciugandosi il sudore dalla fronte, guardò James dicendo:
- Trovo che sia un’ottima idea, signore. Il ballo finale quest’anno sarà una pachanga.
- Bravo Snape. – gli dedicò un sorriso affettato – Ero certo che saresti stato dalla mia parte. – e, avvicinandosi a Baby, concluse – Finisci la mezz’ora che hai pagato, se vuoi le prossime lezioni potrò dartele io.
- No grazie James. – scosse la testa lei – Preferisco prendere lezioni da un professionista, piuttosto che un appassionato. Così come non andrei mai in vacanza in un hotel tenuto da un ballerino. – concluse e Severus sorrise, felice di averla dalla sua parte.
- Touché Baby! – scosse la testa James che, ridacchiando, uscì dalla sala prove lasciandoli finalmente soli.
Gli occhi di Severus brillavano di collera, la sua mascella era indurita per la rabbia che riusciva a trattenere a stento.
- Sev… - lo chiamò sottovoce lei.
- Scusami Baby. – scosse piano la testa – Devo cercare gli altri, dobbiamo iniziare a lavorare sulla nuova coreografia di fine stagione. – la guardò attraverso lo specchio.
- Vengo con te. – lo prese per mano e, dopo aver intrecciato le dita della sua mano a quelle del ballerino, si lasciò guidare alla ricerca degli altri ballerini che si stavano godendo un po’ di relax.
Camminando iniziarono a parlare, Severus non era ancora riuscito a far scemare la rabbia per il comportamento di James e niente di tutto quello che gli diceva Lily gli sembrava giusto o corretto o che avesse un senso.
- Non puoi permettergli di trattarti così, Sev.
- E invece possono. – ghignò rabbioso – Per loro non sono niente. Sono solo un numero sul registro delle paghe, Baby. – continuò con un’alzata di spalle.
- Non è vero. Non ci credo, non può essere veramente così.
- Sei così giovane, Lily. – le sussurrò sulle labbra dopo averla zittita con un bacio mozzafiato – Tutta questa tua energia, questa tua voglia di migliorare le cose mi fanno sentire vivo come non si succedeva da tempo; ma… - la abbracciò – Non sempre è possibile applicare le tue idee alla realtà. In questa lotta sarei solo, io un povero ballerino che lo scorso mese faticava a mangiare tutti i giorni, contro di loro che sono ricchi e potenti.
Baby soppesò il punto di vista del ballerino e, sospirando, annuì lentamente non sopportava di vederlo così pieno di rabbia, ma comprendeva meglio il suo punto di vista: se avesse iniziato a combattere contro il sistema da solo, sarebbe finito in mezzo alla strada licenziato in tronco.
Continuarono a camminare in silenzio per un po’, ognuno perso nei propri pensieri e fu solo quando sentirono le voci del dottor Evans, di Petunia e Sirius che tornarono coi piedi per terra.
Baby spinse Severus a nascondersi e, mentre i tre camminavano in un sentiero sottostante, il ballerino lasciò andare la mano della ragazza ferito dal suo comportamento.
- Io non lotto eh? Ipocrita, non hai ancora detto a tuo padre di noi. – e, senza aspettare una risposta, le voltò le spalle.
Lily, con il cuore che batteva forte contro le costole, osservò la schiena muscolosa di Severus scomparire alla vista e, sospirando forte, si voltò per raggiungere la riva del lago alla ricerca di un briciolo di serenità.

Subito dopo pranzo, la ragazza lasciò perdere il proprio orgoglio ferito e corse a cercare Severus trovandolo in compagnia di Narcissa.
- Ciao Baby. – la accolse la ballerina.
- Ciao Cissy. – si scambiarono un rapido abbraccio – Ti trovo molto meglio.
- Sì, mi sento davvero meglio. Il dottor Evans è intervenuto in tempo. Ho un grosso debito nei confronti di tuo padre.
- Ha fatto il suo lavoro, - sminuì la cosa Baby non voleva parlare di suo padre – ma sono felice di vedere che migliori a vista d’occhio.
- Vuoi entrare? – la invitò.
- No, grazie. Vi lascio alle vostre chiacchiere.
- Stavo andando via. – si alzò dalla poltrona Severus – Cissy, domani vieni alle prove?
- Certo. – si scambiarono un bacio ed un abbraccio e, dopo aver salutato con un cenno della testa Baby, Narcissa osservò i due allontanarsi in silenzio.
Quando raggiunsero l’abitazione di Severus, Lily gli si strinse contro mormorando parole di scusa per il suo comportamento infantile.
Severus, ingollando il proprio orgoglio ferito, ricambiò l’abbraccio della ragazza e si chinò a baciarla a lungo e lentamente sulle labbra.
- Resta con me. – le soffiò contro la bocca umida e turgida di baci e lei annuì, troppo sconvolta dalle emozioni che sentiva per riuscire a dire una frase di senso compiuto.
Severus la prese teneramente in braccio e, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, la depositò con dolcezza sul letto senza mai smettere di guardarla.
Si amarono con passione e dolcezza, Severus lasciò dei segni rossi sulla pelle candida di Lily mentre lei gli graffiava la schiena.

Il sole stava per raggiungere le montagne quando i due amanti si svegliarono, era così bello dormire l’uno tra le braccia dell’altro, entrambi si sentivano sereni amati e protetti.
- Lily… - la baciò sulla fronte per svegliarla.
- Mmmhh… - mugolò lei nascondendo il viso contro l’incavo del suo collo – Non voglio svegliarmi. Non voglio andare via dalle tue braccia.
- Resta tutto il tempo che vuoi. – la baciò sulle labbra – Ma io devo andare, ho delle prove da fare con gli altri. Non vorrei vederli arrivare tutti qua.
- Oddio no! – sobbalzò lei ed il lenzuolo scivolò sensualmente sulla sua pelle nuda fermandosi sulla curva morbida del fianco.
Ridacchiando, il ballerino si alzò dal letto mentre Baby si riadagiò languida tra le lenzuola sfatte.
- Dove hai imparato a ballare? – domandò d’un tratto lei appoggiando la testa sul palmo della mano.
- È stato un caso. – si strinse nelle spalle lui – Un giorno che stavo senza fare niente, in fila all’ufficio di collocamento, un tizio mi vede e mi fa: “senti un po' tu, c'è Arthur Weasley che sta cercando gente nuova, vorresti provare?”.
- Arthur Weasley l’insegnante di ballo? – chiese spalancando gli occhi lei.
- Esatto lui. Quel cercatore di nuovi ballerini era uno dei suoi dipendenti. Mi sono presentato in palestra ed ho iniziato a ballare con Weasley. – la baciò – Prima Arthur mi ha insegnato tutto ciò di cui avevo bisogno per ballare, poi ad insegnarlo agli altri.
- Trovo che sia molto bello. – sorrise.
- Sì, vorrei avere abbastanza denaro per aprire una scuola di ballo tutta mia. Per togliere i ragazzi dalla strada, dare loro un futuro.
- Come ha fatto il signor Weasley con te. – sorrise.
- Esattamente. – annuì ma un lieve bussare alla porta li interruppe: era uno dei ballerini del Resort che era stato incaricato di andarlo a chiamare.
Il più silenziosamente possibile, Baby e Severus si salutarono e la ragazza lasciò il letto del ballerino un po’ di tempo dopo, ormai cerca che non ci fosse nessuno a vederla.
Mentre tornava verso il bungalow, fu intercettata da James che la pregò di aiutarlo a finire di dare gli ultimi ritocchi alla scenografia per lo spettacolo di domani.
Baby stava quasi per rifiutare ma l’idea di passare del tempo in compagnia dei suoi genitori, con il padre che non le rivolgeva la parola e la madre che le ripeteva solo “tira su le spalle”, le fecero cambiare rapidamente idea: anche dipingere delle scene di cartone era più allettante che passare un pomeriggio silenzioso.
Gli ospiti del Resort che avevano accettato di partecipare allo spettacolo si avvicendavano sul palco facendo sorridere Baby: alcuni sembravano nati per calcare le scene, altri erano molto impacciati ma divertenti.
Nel salone dove si sarebbe tenuto lo spettacolo, alcuni uomini erano impegnati in una partita a carte e Baby li osserva incuriosita dal gioco che non aveva mai visto fare. La sorella maggiore stava rovinando una canzone alle sue spalle e, mentre Baby pregava che quel supplizio terminasse alla svelta, una donna molto sensuale entrò nel suo campo visivo: era bella e pericolosa come una vipera.
Sobbalzando per la brutta sensazione che l’ingresso della donna le aveva procurato, la ragazza tornò a dedicarsi alla foglia di palma che stava colorando quando la sorella maggiore le si inginocchiò al suo fianco sussurrando:
- Baby, ho deciso. Passerò la notte con Sirius, ma lui ancora non lo sa!
- Petunia ascoltami, ti prego non farlo! Non con Sirius! – la supplicò Lily, ma Petunia le lanciò uno sguardo indignato e, sculettando, lasciò la sala senza neanche degnarla di una risposta.
Baby sbuffò: detestava la sorella maggiore quando si comportava così, doveva assolutamente parlare con lei e metterla in guardia su Sirius. Lui non si sarebbe mai preso nessuna responsabilità e le avrebbe girato le spalle come aveva fatto con Narcissa.
Persa nei suoi pensieri, si rese conto che anche lei era stata una sciocca: durante tutti i rapporti con Severus non aveva mai pensato a proteggersi da l’eventualità di una gravidanza e, dandosi della scema, abbassò la testa sul lavoro che stava seguendo cercando di calmare il suo respiro. Un attacco di panico sarebbe stato difficile da spiegare a tutti, soprattutto ai suoi genitori così, chiudendo gli occhi sobbalzò quando sentì la voce di Severus riempiere la stanza: i ballerini avevano terminato le prove generali e lui era stato chiamato ad aiutare nella gestione degli attori nello spettacolo.
Mentre rideva con il cugino ed un paio di ospiti, fu avvicinato dalla bellissima donna che Baby aveva visto prima che, dopo esserglisi spalmata addosso, miagolò:
- Amore. È la nostra ultima sera, ti aspetto. Ho preparato qualcosa di speciale per noi…
Severus restò immobile finché la donna raggiunse il tavolo dove stava giocando il marito in compagnia di altri uomini.
- Buon pomeriggio signori, scusate l’interruzione. Ma è il suo turno di salire sul palco signor Lestrange. – lesse sulla cartellina che aveva in mano – È il momento dello sketch del pirata.
- Vado subito. – annuì l’uomo che, appoggiando il sigaro che aveva tra le labbra sul tavolo, continuò – Aspetta Snape. Io amo rilassarmi al tavolo da gioco, e ne avrò per tutta la notte. – prese dalla tasca un grosso rotolo di banconote e, mettendole tra le mani di Severus, proseguì – Perché non dai qualche lezione extra a mia moglie così che non si annoi?
La donna, mandando dietro le spalle i suoi lunghissimi capelli neri per mostrare il decolleté messo in risalto dall’abito, sorrise ferina ma Severus, scuotendo piano la testa, rifiutò dicendo che aveva troppo da fare con le prove dello spettacolo e che non poteva prendere appuntamenti per lezioni private.
Dopo aver restituito i soldi all’uomo, salutò tutti con un cenno del capo e Baby ricominciò a respirare felice di sapere che Severus aveva rinunciato a tutti quei soldi perché adesso c’era lei nella sua vita.
Dopo aver terminato le prove e finito di sistemare le scenografie, il resto della serata scivolò tranquillo ed apatico. Baby aveva finito di sistemare tutti i suoi oggetti nelle valigie ed aveva cercato in tutti i modi di far cambiare idea a Petunia certa che Sirius le avrebbe solamente spezzato il cuore ma la sorella maggiore non l’ascoltò e, non appena i genitori raggiunsero la pista da ballo, scappò verso gli alloggi dei camerieri ansiosa di trascorrere la sua prima volta con quello che riteneva un futuro marito adeguato.
Sconsolata Baby la osservò andare a commettere il più grande sbaglio della sua vita ma, stanca di parlare al vento, corse verso l’abitazione di Severus vogliosa di restare con lui per tutta la notte.

Mentre Baby entrava nel casottino in legno del ballerino, Petunia aveva raggiunto l’abitazione di Sirius e, ignorando che il tovagliolo bianco sulla maniglia significasse “non disturbare – movimento in corso”, bussò alla porta dicendo:
- Sirius, eccomi… - quando il ragazzo non rispose, lei aprì la porta continuando - Prendimi… Sono tua… - ma Sirius non era solo in stanza: stava tenendo compagnia alla signora Lestrange che era stata rifiutata da Severus.
Petunia, emettendo un urlo senza suono, chiuse la porta e in lacrime tornò verso il bungalow che era stata una specie di casa durante quelle vacanze.
Bellatrix guardò la porta che si chiudeva ghignando e, chinandosi a baciare Sirius, continuò ad approfittare di lui per tutta la notte.
Mentre Petunia si scioglieva in lacrime abbracciata al suo cuscino, Severus e Lily trascorsero la loro più bella, appassionata e triste notte da quando avevano iniziato a frequentarsi. Il ballerino amò e vezzeggiò il corpo della ragazza per l’intera notte, mai apparentemente sazio dei suoi gemiti di piacere e del sapore della sua pelle. Quando l’alba li fece separare, non si accorsero dello sguardo gelido che Bellatrix lanciò loro nel momento esatto che si scambiavano un bacio.

Baby tornò al proprio bungalow e, dopo aver preso degli abiti puliti, si concesse una lunga e tonificante doccia certa che, da un momento all’altro, anche il resto della sua famiglia si sarebbe svegliato per andare a fare l’ultima colazione al ristorante.
- Allora Petunia, - parlò la madre per rompere quell’ostinato silenzio – sei pronta per lo spettacolo di questa sera?
- Sì, mamma. – annuì la maggiore delle Evans – Sono soddisfatta del risultato e mi hanno detto che indosserò un costume bellissimo.
- Bene. – sorrise la donna – E tu, tesoro, non parteciperai allo spettacolo finale?
- No, mamma. – si strinse Baby nelle spalle – Ho dato una mano nelle scenografie ma lo sai che non sono a mio agio sul palcoscenico.
- Peccato. Sarebbe stato divertente vedere come ti rendi ridicola! – ridacchiò con cattiveria Petunia ma l’occhiataccia del padre la fece zittire immediatamente. Il dottor Evans poteva essere arrabbiato con la secondogenita ma non sopportava che la figlia maggiore la prendesse gratuitamente in giro.
- Buongiorno famiglia Evans. – salutò con il suo sorriso più bello Rubeus – Aaah dottore. Ho appena capito cosa prova un medico quando deve dire al suo paziente che ha un male incurabile.
- E cosa prova signor Hagrid? – chiese arcuando un sopracciglio Jake, curioso di approfondire l’argomento.
- Impotenza. – sospirò il direttore del Resort che, mettendosi seduto, spiegò – Niente e nessuno ti prepara a ciò che si prova davanti alla scoperta che uno dei tuoi dipendenti è un ladro.
Le tre donne sobbalzarono e, mentre Marjorie si portava una mano sulle labbra, l’uomo continuò a raccontare nel dettaglio ciò che era accaduto e ciò che sarebbe stato costretto a fare.
- Mi spiace molto per il giovane Snape. È un insegnante di ballo promettente, ma non posso tenere con me qualcuno che ruba.
- Ma non può essere stato lui. – parlò Baby.
- La signora Lestrange è certa di aver lasciato il marito al tavolo da gioco e che Severus era lì. – parlò James con un ghigno crudele a disegnargli le labbra – E stamattina il portafoglio gonfio di soldi del nostro ospite era sparito.
- No, non vi credo! – squittì Baby – Sono certa che non possa essere stato lui. Avete provato a parlare con Severus?
- Ma certo. – annuì il direttore – Ci ha detto che ha trascorso tutta la notte, da solo, nel suo alloggio a leggere.
- Già. – rise sguaiato James coinvolgendo Petunia – Peccato che non ci sia nemmeno un libro nella sua stanza.
Lily continuò a negare: lei era certa che Severus non avesse preso quel maledetto portafoglio e, ricordandosi di un incidente avuto con la signora Flamel, suggerì a Rubeus e James di controllare i coniugi Flamel: la borsa che la signora aveva lasciato cadere ai suoi piedi era piena di portafogli e sapeva che la coppia era stata al Beauxbâtons la sera che c’erano stati dei furti.
- Baby. – tuonò il padre battendo la mano sul tavolo – Smettila di impiccarti. Non sono affari tuoi.
- Sono affari miei papà. – alzò la testa fiera la ragazza – E, se tu mi conoscessi abbastanza bene, sapresti che sono sincera.
- Ooh Baby! – sbuffò Petunia – Smetti di parlare per enigmi, sei noiosa!
- La prego direttore Hagrid. – lo chiamò Lily appoggiando la sua mano sul suo braccio – Mi ascolti, io so che Severus sta dicendo la verità.
- Fatti da parte Baby! – la zittì con arroganza James – Tu sei solo un’ospite di questo Resort, non devi impicciarti delle decisioni che prende il direttore.
- Sì invece. – si alzò in piedi – Soprattutto quando sono decisioni avventate e sbagliate!
- Come fai ad essere così certa? – chiese la madre scettica.
- Perché io sono l’alibi di Severus Snape. Io ho trascorso tutta la notte in sua compagnia. Non può avere rubato il portafogli del signor Lestrange, perché non ha mai lasciato il suo alloggio.
Un silenzio glaciale scese sul tavolo della colazione, Hagrid e suo nipote si allontanarono con una scusa e, mentre Marjorie tentava di dare un senso alle parole della figlia, il medico si alzò da tavola senza dire niente. Troppo ferito dal comportamento della figlia secondogenita.

Baby lasciò il ristorante in lacrime e, dopo aver corso tra i viali del Resort senza una meta precisa, raggiunse lo stabile dove aveva trascorso le sue ultime sere in compagnia di Severus.
Il ballerino era stato costretto a radunare in alcune scatole tutti i suoi oggetti personali e, tra i singhiozzi per l’assurdità della situazione, Baby si accasciò sul letto addormentandosi pesantemente.
Severus la raggiunse che era pomeriggio inoltrato, aveva cercato tracce di lei in ogni parte del Resort, era andato a parlare con il padre non riuscendo a farlo ragionare ed aveva continuato a cercarla dappertutto, disperato perché non riusciva a trovarla.
- Ehi… - la svegliò con un bacio sulla tempia – Lily… Finalmente ti ho scovata!
- Sev! – gli sorrise, gli occhi verdi gonfi per le lacrime versate – Mi dispiace tanto io…
- Sono stati i Flamel. Su tuo suggerimento hanno preso le loro impronte ed hanno scoperto che sono una coppia di borseggiatori ricercati da anni.
- Veramente?! – Baby si alzò dal letto, animata da nuova energia – Questo significa che è tutto a posto? Che non andrai via che…
- No Lily. – la abbracciò – Sono stato licenziato ugualmente.
- No! – l’urlo della giovane donna riecheggiò per la stanza – Allora tutto quello che ho fatto non è servito a niente! A niente!
Severus la lasciò sfogare limitandosi a cullarla e, quando i singhiozzi presero il posto delle lacrime, rispose dicendo che nessuno mai lo aveva difeso come aveva fatto lei. Che era orgoglioso di ciò che avevano costruito e che, grazie alla sua passione, aveva trovato il coraggio di dare un senso alla sua vita vagabonda.
- Non rimpiango niente di ciò che abbiamo fatto… - le disse dopo averla baciata con dolcezza.
- Nemmeno io. – lo abbracciò lei.
Il ballerino le depositò un bacio sulla nuca e, dopo averla sciolta da quel lungo abbraccio, le chiese aiuto per finire di mettere le scatole in auto: doveva lasciare il Resort quel pomeriggio stesso.
Ricacciando indietro le lacrime, Baby annuì e lo seguì portando una scatola fino alla sua macchina.
Dopo che Severus chiuse il bagagliaio, si voltò verso di lei con un sorriso triste e spento sulle labbra.
- Ci siamo! – parlò.
- Non riesco ad immaginare come sarà stare qui senza di te.
- Piccola Lily. – la avvolse tra le sue braccia e, dopo averla baciata, continuò – Non disperare, avrai più tempo per giocare a Crockett, per seguire il signor Potter sulla pista da ballo e… - ghignò - Per i giochi di prestigio.
Baby alzò gli occhi al cielo e, sorridendo, mormorò:
- Abbiamo dato scandalo!
- Sì, è vero ma non rimpiango niente!
- Nemmeno io Sev!
- Addio Lily…
- Addio Severus, buona fortuna.
- Anche a te! – i due ragazzi si scambiarono un ultimo bacio e, mentre lui lasciava il Resort a bordo della sua macchina nera, Lily tornò verso il bungalow lasciando che tutte le lacrime che sentiva soffocarle il cuore scivolassero lungo le sue guance.
Lily visse quegli ultimi giorni di vacanza come una punizione: la sorella maggiore sembrava provare pena per lei, la madre la guardava come se avesse commesso un omicidio e per il padre aveva cessato di esistere nel momento stesso in cui aveva confessato di essere l’alibi di Severus.
Stanca di quegli inutili silenzi o abbracci ipocriti, Lily raggiunse il padre sul porticciolo dove l’uomo trascorreva la maggior parte delle ore della sua giornata certo che nessuna delle donne della sua famiglia lo avrebbe disturbato laggiù.
- Sapevo che ti avrei trovato qua. È diventato il tuo posto prediletto, al pari dell’ambulatorio medico nel quale ti rinchiudi per scappare dalle chiacchiere assordanti di tua moglie e di Petunia! – esordì Lily facendolo sobbalzare.
Il medico alzò gli occhi dalla superficie dell’acqua, la guardò come se la vedesse per la prima volta e, prima di alzarsi dalla poltrona e andare via, la figlia prese nuovamente la parola pregandolo di restare lì fermo ad ascoltarla: aveva alcune cose importanti da condividere con lui.
Jake, notando la luce determinata che illuminava gli occhi verdi di Lily, si limitò ad annuire e la ragazza, dopo aver preso un lungo respiro, iniziò a parlare a ruota libera:
- Mi dispiace di averti causato un dolore, papà. Ma anche tu ne hai dato uno a me: mi hai sempre detto che siamo tutti uguali e con gli stessi diritti ma ti riferivi a quelli come te.
Mi hai detto di lottare per cambiare il mondo, per migliorarlo ma con questo intendevi che diventassi avvocato e sposassi uno della nostra classe.
Non sono orgogliosa di me ma resto ugualmente tua figlia e tu non puoi rifiutarti di parlarmi.
Ci sono molte cose di me che non conosci ma se mi vuoi bene mi devi accettare per quello che sono. Io ti voglio bene e voglio imparare a conoscerti di nuovo. – concluse Baby che, stanca di aspettare una reazione dal padre, gli voltò le spalle per raggiungere la madre e la sorella.
La famiglia Evans raggiunse il salone prima che lo spettacolo di commiato iniziasse, James li accompagnò ad un tavolo d’angolo e Baby prese posto senza guardare nessuno in viso: era lì solo per assistere all’esibizione della sorella.

La serata stava trascorrendo tranquilla, a tratti noiosa, lo stesso Rubeus Hagrid si rese conto che quell’ambiente così sereno avrebbe smesso di attirare i giovani e che era giunto il momento di prendere una decisione: cambiare e migliorarsi per attirare un pubblico più ampio oppure continuare a proporre la stessa offerta di sempre, con il rischio di finire sul baratro del fallimento.
Mentre stava cantando la sua canzone di saluti, Severus spalancò la porta del salone facendo zittire la band che suonava dal vivo.
Baby, nel suo angolo, sobbalzò quando lo vide entrare: era certa che non avrebbe mai più incrociato la sua strada con quella di Severus Snape.
- Nessuno può mettere Lily in un angolo! – esordì il ballerino che, facendo alzare la ragazza dal tavolo, la trascinò sul palco interrompendo una volta per tutta la lunga e noiosa esibizione canora.
- Jake, sta fermo! – lo bloccò Marjorie osservando con ammirazione la figlia per mano di quel bel giovane.
- Buonasera a tutti. Mi chiamo Severus Snape e, fino allo scorso anno, spettava a me ed al corpo di ballo concludere la stagione con uno dei nostri numeri di ballo. – un lieve mormorio si fece strada tra gli ospiti seduti e i ballerini fecero qualche passo avanti nella sala, curiosi di sentire il discorso di quello che, fino al mattino, era stato il loro “capo” – Quest’anno volevano impedirmelo, ma ho deciso di ribellarmi alle decisioni dei miei ex-capi. Sono stato punito perché ho avuto la fortuna di incrociare il mio destino con quello di Lilian Evans che, non solo è la mia compagna ed una ballerina eccezionale, ma è una giovane donna forte e determinata che mi ha insegnato a non farmi mettere i piedi in testa da chi si sente più forte di me perché più ricco e di non avere paura di inseguire i miei sogni.
Lily aveva le guance in fiamme, era onorata di essere la protagonista di quel discorso ma si sentiva a disagio sul palco sotto i riflettori e con tutti quegli occhi puntati addosso.
L’applauso e i fischi di apprezzamento da parte del corpo di ballo, la fecero risvegliare dalle sue lucubrazioni e, sorridendo a Severus, accettò di ballare con lui.
Vernon cercò tra i dischi qualcosa che potesse essere considerato “ballabile” e, dopo aver scartato molti dischi, trovò quello che avrebbe reso l’esibizione del cugino e della sua compagna semplicemente perfetto.
Severus, dopo aver dato un rapido bacio alle labbra imbronciate di Lily, prese posizione con lei al centro del palco e, alla seconda battuta, i due iniziarono a ballare catturando tutta l’attenzione della platea sottostante. Tra passi di danza del Mambo e quelli più audaci che i ballerini facevano nei loro alloggi alla fine del turno, l’esibizione di Severus e Lily coinvolse i presenti nella danza lasciando completamente senza parole Rubeus ed il suo direttore d’orchestra Filius Vitious.
- Non voglio che tu esca dalla mia vita Lily. – le mormorò sulle labbra Severus.
- Non immagino la mia vita senza di te Severus. – ammise prima di baciarlo lei.
Attorno a loro i ballerini si erano scatenati, coinvolgendo nelle loro danze gli ospiti che ridevano felici di quella novità.
Jake, che osservava le coppie ballare, sorrise quando Sirius Black lo avvicinò con un vassoio di champagne.
- Sirius. – lo chiamò l’uomo che, prendendo una busta dalla tasca interna della giacca, continuò – Questo è per te. È una lettera di raccomandazione ed una piccola cifra per aiutarti a finire gli studi.
- Grazie dottor Evans. – sorrise grato il ragazzo che, sollevato, continuò – Grazie anche per aver risolto il problema di Cissy.
- Il problema di Cissy? – domandò arcuando un sopracciglio l’uomo.
- Certo. Vede, non potevo essere sicuro di essere veramente io il padre del bambino di Narcissa. Come può immaginare, quelle sono ragazze facili e… Baby non glielo aveva detto?
- No. Non me lo aveva detto e, - riprese la busta – questa non credo che ti serva. Non voglio che il mio cognome venga affiancato a quello di un bastardo che volta le spalle alla sua ragazza dopo averla messa nei guai. – concluse e, senza aspettare la replica dello studente di medicina, l’uomo si allontanò per andare a cercare Lily e Severus: doveva assolutamente chiedere scusa ad entrambi.
I due ragazzi, ridendo, stavano cercando di lasciare il centro della pista per permettere a tutti di ballare, sperimentare e divertirsi.
- Severus. Lily. – li chiamò facendoli sobbalzare.
- Papà. – mormorò a disagio la ragazza stringendo la mano di Severus.
- Dottor Evans. – le fece eco lui.
- Devo chiedere scusa ad entrambi. – esordì lui con un sorriso sincero – Ho appena scoperto la verità da Sirius. Tesoro, eri stupenda là sopra e – tese la mano verso il ballerino - quando sbaglio, io lo riconosco!
- Grazie dottore! – ricambiò la stretta di mano Severus, felice di avere la possibilità di farsi conoscere dal padre della sua compagna.
- Ooh papà! – lo abbracciò di slancio Lily, felice di aver ritrovato il padre che temeva di avere perso.
- Rendila sempre felice come l’ho vista sul palco questa sera. – parlò minaccioso Jake continuando a stringere Lily contro il suo petto – Altrimenti, ti userò per ripassare l’anatomia umana Severus Snape.
- Il sorriso di Lily è la fonte della mia ispirazione, dottore. – rispose onesto il ballerino che, portando la ragazza nuovamente a ballare, le chiese che impegni avesse per il resto della vita.

  
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