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Autore: rocchi68    28/05/2020    1 recensioni
Era seduto tranquillo all’ombra di un pino sulle sponde del suo lago, a gustarsi quella pace meritata e il cinguettio degli uccellini. Il lieve frusciare del vento primaverile e il frinire delle cicale erano suoni che spesso aveva ricercato in passato, scontrandosi con una gelida realtà e con quei richiami assordanti della città.
Il suo era stato un brusco risveglio e al termine di quell’avventura con tanti sgangherati compagni aveva deciso di abbandonare quella vivacità per ritornare ai suoi monti e al suo placido ritmo accogliente. Era sempre stato troppo orgoglioso per ammetterlo, ma dalla sua angusta stanzetta condivisa, rimpiangeva il suo piccolo mondo solitario. La sveglia assordante e brutale unita alle brusche maniere l’avevano portato a contare i giorni prima della fine e a porre, sul calendario portato da casa, una giornaliera crocetta nera per cancellare e dimenticare l’inferno dettato dalla modernità.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Era seduto tranquillo all’ombra di un pino sulle sponde del suo lago, a gustarsi quella pace meritata e il cinguettio degli uccellini. Il lieve frusciare del vento primaverile e il frinire delle cicale erano suoni che spesso aveva ricercato in passato, scontrandosi con una gelida realtà e con quei richiami assordanti della città.
Il suo era stato un brusco risveglio e al termine di quell’avventura con tanti sgangherati compagni aveva deciso di abbandonare quella vivacità per ritornare ai suoi monti e al suo placido ritmo accogliente. Era sempre stato troppo orgoglioso per ammetterlo, ma dalla sua angusta stanzetta condivisa, rimpiangeva il suo piccolo mondo solitario. La sveglia assordante e brutale unita alle brusche maniere l’avevano portato a contare i giorni prima della fine e a porre, sul calendario portato da casa, una giornaliera crocetta nera per cancellare e dimenticare l’inferno dettato dalla modernità.
 
Quando aveva appreso che la sua permanenza era ormai terminata, si era sentito subito pervaso dalla felicità. Non l’aveva mai dimostrato chiaramente e si era lanciato solamente in una qualche promessa vuota, ritrovandosi caricato a forza per tornare in aeroporto.
Il suo incubo era finito e poteva stracciare quei documenti che l’avevano costretto a ritornare per una seconda volta. Già dalla prima, quando era rientrato ferito nell’animo, nell’orgoglio e nel fisico, voleva chiudere con quel programma, ma la sua firma lo obbligava a partecipare per un’altra stagione.
Abbandonata la canna da pesca, sicuro che non avrebbe riempito la cesta di succulente trote, aveva recuperato un piccolo zaino e si era incamminato nuovamente verso quell’ultima occasione. Non la colse con attenzione, si concesse un breve flirt con tradimento annesso e naufragò su un onesto terzo posto che non valeva nulla.
Svuotata la sua stanzetta, era ritornato nuovamente a specchiarsi in quel placido lago, recuperando la sua canna da pesca e sfidando le trote a una nuova gara. La sua montagna, quella che l’aveva sempre accolto, non era cambiata e impediva alla tecnologia di avanzare.
 
Stiracchiatosi la schiena, abbandonò i suoi intenti e si rimise in piedi, chiedendosi se i suoi genitori sarebbero stati felici nel vederlo tornare con il cestino vuoto. Aveva promesso di portare a casa almeno otto pesci, ma i suoi occhiacci grigi si sarebbero dovuti accontentare del solito arrosto cucinato da sua sorella e dalla madre.
Abbozzando un ghigno per quella possibilità, rivolse un’altra occhiata al limpido specchio e poi pensò di accendersi una sigaretta, unico vizio e pessimo ricordo che lo riportava a quegli orrendi giorni di campeggio. Era quando prendeva quel minuscolo pacchetto con tanto di accendino arancione che riavvolgeva il nastro e vedeva quell’odioso Chris McLean sbraitare come un ossesso.
Pur di non vederlo, di non firmare qualche altra scartoffia compromettente e di non finire ammaliato dalla superflua città, aveva rifiutato ogni ritrovo futuro o premiazione, mantenendo comunque un buon rapporto con Duncan e Courtney che, spesso, passavano a trovarlo per gustarsi alcune giornate di riposo.
Con gli altri non aveva creato un legame profondo, anche se era lontano dall’odio e dal disprezzo provato verso il conduttore e la sua impareggiabile spalla. Con i finalisti della sua prima e seconda partecipazione non era infuriato e lui stesso giudicava i suoi tentativi di estromettersi alquanto patetici.
Cameron meritava la vittoria, così come Lightning doveva gustarsi il secondo posto. A mente fredda, forse, la vera delusione era stata Jo che poteva ambire alla vetta senza troppi problemi e che era sprofondata a un passo dal successo. Della sua ultima partecipazione, però, si sentiva ancora più soddisfatto: aveva permesso a Zoey di guarire Mike e questa era stata la sua unica azione positiva.
 
Quel pomeriggio aveva percorso quei venti minuti di sentiero e si era messo a pisolare sotto quel vecchio pino, convinto che nessuno l’avrebbe mai disturbato eccessivamente.
Quello era il suo posto preferito e non l’avrebbe mai condiviso con nessuno, sempre che non si trattasse dell’adorabile sorella maggiore o dell’infaticabile padre.
Inspirato profondamente, mosse leggermente la canna da pesca, giusto per attirare qualche pesce incauto.
In alcuni momenti sentiva la mancanza dei pochissimi amici avuti durante quel reality, consapevole che non potesse pretendere troppo e che la loro distanza fosse incolmabile.
Lui era un ragazzo spiantato, senza futuro alcuno e che si assentava dall’Università solo perché troppo annoiato per parteciparvi.
Anche se avesse attinto dalla felicità e dalla sua scarsa fortuna, sarebbe cambiato qualcosa? Era forse arrogante pensare che la sua innocente storiella con Courtney non potesse avere futuro, senza continuare a scannarsi giornalmente?
Lei era una stella destinata a brillare, piena di ambizione, con molti sogni e desideri conquistabili da realizzare e non poteva accontentarsi di un’ombra che desiderava solo un angolino di pace e una vita normale.
Negando sconsolato, appoggiò la schiena sul tronco e sollevò gli occhi verso il cielo limpido, grattandosi i capelli rossastri.
In perfetta sintonia con quell’ambiente, si girò preoccupato soltanto quando sentì un ramoscello spezzato e alcune foglie calpestate. Il suo pensiero andò subito verso un qualche animale selvatico, magari uno scoiattolo, ma poi risentì quella soave melodia che aveva maltrattato solo per paura e per immaturità.
 
“Dalla tua aura non avevi mai fatto trasparire un posto simile.” Borbottò, facendolo ghignare.
 
“Avrebbe fatto qualche differenza?” Domandò, scrollando le spalle.
 
“Pensavo che vivessi vicino a una discarica per come mi hai trattato.”
 
“Già.”
 
“Ti chiederai come ho fatto a trovarti.”
 
“Non m’interessa molto, ma posso immaginarlo.”
 
“Courtney ha descritto questo posto a Zoey e le chiacchiere girano in fretta.”
 
“Stai disturbando tutti i pesci.” Bofonchiò, invitandola a fare silenzio, senza degnarla nemmeno di uno sguardo.
 
“E cosa faresti se mi vedessi vicino a te?” Domandò provocatoria, facendogli scrollare le spalle.
 
“Niente…tanto ti metteresti a meditare e m’ignoreresti come quando abbiamo litigato.”
 
“Solo perché il tuo piano era spregevole.”
 
“Ho il cuore che è una discarica…potevi aspettarti qualcosa di meglio?” Chiese divertito, vedendola accucciarsi e sedendosi anche lei all’ombra del pino.
 
“Questo è il tuo posto segreto?”
 
“Lo sarebbe, anche se nelle ultime settimane tante persone mi hanno fatto visita e tanto segreto non lo è più. Quando ho bisogno di riflettere e non so come comportarmi, prendo le mie cose e mi metto a pescare.”
 
“A cosa pensi?”
 
“Al mio futuro…sempre che ne abbia uno, s’intende.”
 
“Tutto qui?”
 
“Chi vive nel passato rovina il presente, anche se spesso è una regola che infrango.” Rispose risoluto, facendola sorridere.
 
“Rimpiangi qualcosa?”
 
“Perché dovrei?”
 
“Perché se pensi al passato, significa che qualcosa è andato storto e vorresti metterci una pezza.” Spiegò calma.
 
“Ho partecipato controvoglia a quei reality, Dawn.” Ammise, inspirando profondamente.
 
“Perché?”
 
“Perché il mio mondo è questo e non mi trovo così bene in città.”
 
“Tutto qui?”
 
“Ho partecipato solo per i soldi, non per la fama o per essere chiamato in qualche film.”
 
“Io volevo spendere il premio per aiutare la natura.” Mormorò Dawn, facendolo annuire.
 
“Un po’ me l’ero immaginato.”
 
“Nessuno, però, conosceva il tuo vero obiettivo.”
 
“Non credere che io abbia saputo del reality tramite la televisione o qualche banchetto fuori i negozi del centro città. Stavo sistemando il soggiorno e tra i giornali di mio padre c’era uno stupido volantino che prometteva una vincita milionaria.”
 
“Così ti sei iscritto.”
 
“Avevo bisogno di soldi e una mattina ho saltato lezione, ho imbucato la lettera e dopo una settimana mi è arrivata la risposta.”
 
“T’invitavano all’aeroporto, giusto?” Chiese Dawn.
 
“E da lì su quella taroccata nave da crociera.”
 
“Si può dire che sei stato il partecipante che si è iscritto con maggior difficoltà.”
 
“Quando ho salutato i miei genitori e mia sorella Alberta avevo promesso che sarei tornato indietro da vincitore. Ero pieno di energie, sicuro di me, ma dopo nemmeno due giorni avevo capito che era un’avventura bugiarda e che Chris non avrebbe mai pagato quanto promesso.”
 
“Io…”
 
“Ricordi il mio brillante piano durante la prima stagione?” Domandò ironico, smuovendo la canna e promettendosi che, se da lì a cinque minuti nessun pesce avesse abboccato, si sarebbe arreso e avrebbe smontato tutto, ignorando Alberta e le sue normali provocazioni.
 
“Hai eliminato i membri della tua stessa squadra.”
 
“Avevo disperato bisogno di soldi.” Si difese nuovamente.
 
“Per farne cosa?”
 
“Le banche ci avevano pignorato la fattoria, inventandosi un debito fasullo. Credo che volessero la terra per costruirci qualche centro commerciale o magari un pezzo d’autostrada, spazzando via gli sforzi dei miei antenati.”
 
“Io…”
 
“A volte, prima che m’iscrivessi al reality, riuscivamo a concederci soltanto una cena frugale e gli altri pasti erano spesi per una soluzione che ci permettesse di sopravvivere. Risparmiavamo su ogni possibile spreco e la cosa che ci faceva più male non era questa.”
 
“Qual era?” Domandò, voltandosi e fissandolo intensamente.
 
 “Avrei preferito che ci mettessero in mezzo alla strada, almeno avremmo dato uno strappo netto all’intera faccenda. Sembrava che si divertissero a vederci soffrire e per questo ci avevano concesso un anno di tempo, consentendoci di vivere all’interno, per ricomprarla a mezzo milione.”
 
“Non è giusto.”
 
“Una banca che pignora non concede prestiti e noi avevamo le mani legate.”
 
“Ma…”
 
“Mio padre ha venduto la nostra unica auto, mia madre ha in pratica regalato i suoi pochi gioielli, vecchi ricordi della mia bisnonna e di nonna, ma questi erano solo spiccioli rispetto alla cifra che dovevamo sborsare.” Sibilò, stringendosi nelle spalle e mostrando il suo passato e le sue debolezze.
 
“Ma quando sono arrivata, ho trovato tua sorella in giardino, abbiamo parlato qualche minuto e dopo averle chiesto dove fossi, mi ha indicato il sentiero.” Obiettò Dawn, credendo che si stesse burlando della sua ingenuità.
 
“E pensi che ti stia mentendo.” Abbozzò sarcastico.
 
“Non ho detto questo.”
 
“Devo ammettere che è strano…se non ho vinto il milione del reality, le banche non concedono proroghe e la cifra raccolta prima della partenza era esigua, com’è possibile che io sia ancora qui?” Domandò retorico, anticipando la ragazza.
 
“Volevo chiederti questo.”
 
“Mia sorella Alberta ha comprato una decina di biglietti alla lotteria per cinque dollari e la fortuna le ha girato a favore, consentendoci di estinguere il debito.”
 
“Che cosa centra questo con i tuoi sabotaggi, Scott?”
 
“Ho provato i reality di Chris solo perché volevo fare la mia parte.”
 
“Però hai detto che non avevi troppe speranze di vincere.” Obiettò, credendo di aver trovato un altro punto che potesse sconfiggere la sua bugia.
 
“E per questo mi ero venduto a Chris.”
 
“Cosa?” Domandò sorpresa, facendolo annuire.
 
“Non vado fiero di quanto fatto e se potessi tornare indietro, senza quel fastidioso debito sul groppone, avrei fatto gioco di squadra, evitando di eliminarti così brutalmente. Ti ho ingannato con quella statuetta bugiarda, consapevole che avresti abbassato le tue difese e pregando per un’eliminazione che mi consentisse di proseguire. Se ti fossi salvata e avessi continuato a giocare, oltre a farmi venire un colpo per tutte le sfide mortali cui eravamo sottoposti, sarebbe stata la mia fine. Tu avresti raccontato la verità alla squadra e al primo momento opportuno mi avreste buttato fuori.”
 
“Avrei tante altre domande da farti.”
 
“Per ogni persona sabotata, Chris mi aveva promesso 20 mila dollari più un bonus di 5 mila dollari per ogni eliminazione evitata e nella mia condizione, anche se pochi, erano davvero allettanti. A voce ogni promessa è buona, ma al momento di riscuotere quanto dovuto, mi ha rinfacciato la mia stupidità.”
 
“Come?”
 
“Non avevamo firmato niente e le sue parole valevano meno di zero. Volevo saltare la seconda stagione, anche perché volevo strangolarlo per quei 100 mila dollari che mi doveva, ma avevo le mani legate e con un rifiuto avrei dovuto pagare una penale di mezzo milione.”
 
“Saresti passato dalla parte del torto.”
 
“Se sono cambiato durante la seconda stagione, è anche per questo: non valeva la pena sabotare una squadra, anche perché non avrei ottenuto il minimo tornaconto e con un po’ di fortuna, magari, potevo vincere il primo premio.”
 
“Ti chiedo scusa, Scott.” Borbottò, voltandosi verso il compagno che la ripagò con un semplice sorriso di circostanza.
 
“E di cosa?”
 
“Non conoscendo il tuo passato, pensavo fossi solo un bastardo egoista.”
 
“Potevo anche fidarmi di qualcuno per raccontargli il mio segreto, ma ognuno aveva i suoi buoni motivi per partecipare e non volevo avanzare qualche pretesa assurda.”
 
“Non mi dispiacerebbe conoscere il vero Scott.” Sibilò divertita, facendolo tentennare.
 
“E con Beverly?” Domandò, cambiando discorso.
 
“Sarò anche brava nel leggere il cuore delle persone, ma lui non parlava mai e dopo un po’ mi sono stancata di andare a tentativi.”
 
“Scusa…non immaginavo che tra voi fosse finita.” Borbottò, seppur si sentisse sollevato per quella notizia che, in passato, avrebbe finto non gli importasse più di tanto.
 
“Sono cose che capitano.” Minimizzò tranquilla.
 
“Fanno comunque male...lo so per esperienza.” Ammise, ricordando quel tradimento della prima stagione e rimpiangendo di non aver ricucito quello strappo che poteva portarlo verso una nuova storia. Solo dopo aver mollato Courtney per via di quel suo piano subdolo con tanto di disegno raccapricciante di un ratto su due gambe, aveva ripensato a tutta la sofferenza causata a Dawn e si era sentito un verme.
 
“Sono già passati quattro mesi da quando l’ho lasciato.”
 
“Comunque non mi hai detto perché hai percorso tanta strada per trovarmi.”
 
“Non sei l’unico che abita in periferia e tra la tua fattoria e la mia c’è solo un’oretta di cammino.” Spiegò serena.
 
“Tu vorresti conoscere un fallito?”
 
“Non un fallito, ma il tuo lato nascosto.” Mormorò, provando ad abbracciare la sua ex nemesi.
 
“Se ci fosse un bar qui in zona, potrei invitarti per un caffè.”
 
“Ti sei perso molte cose in questi mesi e ho intenzione di tenerti aggiornato.” Tentò, aprendo la sua borsetta ed estraendo un fogliettino spiegazzato.
 
“Non ci sarà l’invito per un’altra stagione, vero?”
 
“Non ti sei ancora chiesto il perché l’ultima stagione di Chris, già pronta per la televisione, sia stata cancellata?”
 
“Non m’importava.” Affermò, scrollando le spalle.
 
“Tra i concorrenti c’era il figlio di un poliziotto e alcuni ex membri del reality avevano partecipato attivamente con la giustizia. Gli agenti erano consapevoli della nuova stagione, hanno iscritto una recluta promettente e, ottenute le prove sufficienti per incolparli, hanno arrestato Chris e Chef.”
 
“Per cosa?”
 
“Condizioni igieniche scarse, poca tutela dei ragazzi, minacce pesanti, condizioni indecenti per gareggiare, sicurezza inesistente, sfide mortali…la lista sarebbe così lunga da fare notte.”
 
“Ed io che cosa centro con tutto questo?”
 
“I produttori sono stati costretti a sborsare un sacco di soldi per difendersi e a ogni campeggiatore è stata riconosciuta una cifra per i danni.”
 
“Io…”
 
“Gli avvocati non hanno troppa pazienza a cercare le persone scomparse e mi sono incaricata di farti avere questo.” Soffiò, porgendogli il foglietto.
 
“Perché non me l’ha portato Duncan?”
 
“Perché nessuno sano di mente avrebbe fiducia in lui e francamente non gli affiderei nemmeno un centesimo.”
 
“C’era anche Courtney.”
 
“Si vocifera che debba ancora saldare i debiti con i suoi legali e poteva sfruttare quest’assegno come anticipo.” Spiegò tranquilla, notando come l’amico avesse aperto quella sorpresa e stesse leggendo quella cifra inaspettata.
 
“Davvero?”
 
“Non è molto, ma piuttosto di niente.”
 
“Credevo che il reality di Chris, tra il premio mancato e l’odio che vi ho causato, fosse stato solamente dannoso.” Borbottò serio.
 
“Invece hai ottenuto quanto Chris ti doveva e ora puoi vivere con maggiore serenità.”
 
“Mi sono isolato per niente.” Ringhiò seccato.
 
“E con questo ho completato la mia missione.” Ammise lei, rimettendosi in piedi, presto imitata dal compagno che la fissava intensamente.
 
“Questo era il mio posto segreto.” Soffiò Scott, guardandosi intorno.
 
“Potrei venire ancora a farti visita.” Tentò, sperando che lui la accogliesse a braccia aperte per gustarsi insieme quella calma e per ricucire il loro vecchio rapporto che, con il passare del tempo, poteva risaldarsi e ricominciare da dove si era interrotto, senza la distrazione del milione.
 
“O forse potrei passare io per vedere il tuo Paradiso.” Propose, recuperando la sua attrezzattura da pesca e facendola annuire.
 
“Credevo che non volessi più avere a che fare con noi.” Lo stuzzicò divertita.
 
“Tu potresti essere la mia eccezione, Dawn.”
 
“Solo se non te la svigni come l’ultima volta, Scott.”
 
“Si sta facendo tardi e per oggi ti fermerai a cena da noi e poi via nella stanza degli ospiti.” Decise il rosso, facendola annuire.
 
“Paura che mi perda?”
 
“Ho paura che ti possa accadere qualcosa.” Spiegò rapido, invitandola a seguirlo per far ritorno alla sua fattoria.
 
“Io…”
 
“E ho il terrore di non poterti più guardare negli occhi e rivedere la placida calma di questo posto.” Soffiò, afferrandole la mano sinistra e ritornando alla sua fattoria.
 
“Domani se vuoi…possiamo guardare insieme il tramonto dal mio angolo di meditazione.”
 
“Se rifiutassi anche quest’ultima occasione, la rimpiangerei per sempre.” Mormorò, accettando quella proposta che poteva portarlo verso un roseo futuro.
 




Angolo autore:

Ryuk: Da quando abbiamo il tempo di pubblicare one-shoot?

Se aspettavo troppo, rischiavo che la facessi diventare una long e già sto pensando di accorciare Alcol che se continua di sto passo me la porto dietro per un anno.

Ryuk: Maledetto!

Lo vedi anche tu che la storia non sta andando e che il fandom è piatto...mo faccio una carneficina e accorcio di brutto, togliendo parti a raffica.

Ryuk: Come ti è venuta quest'idea?

Così a caso.
E per una volta non abbiamo un lieto fine solito, ma ci siamo tenuti un po' più leggeri.
Detto questo vi saluto.
A presto!
 
   
 
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