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Autore: Spensieratezza    28/05/2020    2 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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Avviso:  voglio dire a tutti che Al e James TORNERANNO PRESTO. Vi prego non abbandonate la storia solo perchè pensate che non li rivedrete più T_T
shippo tanto anche Ron ed Harry, lasciatemi sfogare un po anche con loro xd
tra pochissimo torneranno lo prometto!




Partenza



Harry si era svegliato alle 06:00 in punto per partire per quella scampagnata, aveva messo la sveglia ma come succede sovente, quando metti quell’aggeggio infernale, ti svegli ben più presto rispetto a quando suona.
E così successe che Harry si ritrovò a essere sveglio, ben dieci minuti prima che la sveglia suonasse. Si stava ancora lavando i denti quando sentì il trillio infernale.
“DRIIIN.”
Quasi inciampò per andare a spegnerla.
Si sentì di nuovo un ragazzino, vaghi flash di quando scappava con Ron ed Hermione per sgattaiolare nel castello di notte, gli sovvennero alla mente.
Non sono più un ragazzino.. pensò.
Aveva trentun anni, adesso.
Che non erano molti, ma non erano neanche come l’adolescenza.
Ma era facile però, non esserne spaventati quando ti sentivi così adesso.
Con l’adrenalina in corpo, per affrontare una scampagnata.
Tutti i giorni dovrebbero essere così, pensava Harry.
Ogni giorno una scampagnata.
Alzarsi presto la mattina, con uno scopo, e ogni ora, ogni minuto, valeva qualcosa.
Dare valore alle ore, ai minuti.
Harry si chiese se dare valore al tempo era indice che fossi ancora giovane o indice del fatto che non lo eri più.
 
“Già sveglio? Harry…dammi un bacio.” Disse Ginny.
Lui la accontentò, avvertendo un singolare senso di colpa.
Anche lei si era sposata così presto.
Aveva reminescenze della Ginny che conosceva, così solare, piena di vita, a tratti gli ricordava sua mamma o magari l’ideale di madre che si era sempre immaginato.
Sposandola le aveva forse tarpato le ali,relegandola a una specie di vita casalinga?
Ma avevano avuto dei bambini meravigliosi, in fondo avevano creato delle cose “belle.”
Albus e James..
Cercò di non pensare a loro, perché avrebbe pensato anche al fatto che forse loro non erano davvero stati creati “da lui” ma solo tornati.
 
“Ron!!!”
“Schhh. Vuoi svegliare tutti?” disse l’amico di sempre, raggiante. Era difficile prendere sul serio la sua sgridata, quando anche lui sembrava come un bambino, di sicuro sembrava addirittura più felice di lui.
Harry si chiese distrattamente se non l’aveva trascurato troppo.
“Ti dice mai Ginny che pensi troppo?”
“A volte, può darsi. Lei dice un mucchio di cose.” Si schemì.
“Sì, mia sorella adora brontolare.”
Harry si guardò attorno.
“Cerchi qualcosa, Harry?”

“Sì. Non dovresti aver portato..qualcosa da mangiare? Sai, non siamo più ragazzini, che possiamo resistere più ore senza mangiare..oddio, tu non hai mai resistito troppe ore senza mangiare neanche prima.”
Ron gli diede uno scappellotto.
“Credevi davvero che sarei venuto senza le provviste?”
Harry rimase senza fiato a notare un piccolo bastoncino che si apriva come un ombrello, trasfigurandosi poi in un cestino da picnic.
“Che ne dici? Forte eh??” disse Ron entusiasta.
“Scommetto che è un’idea di Hermione. Ha sempre idee geniali.”
“Già. Hai ragione.” Per qualche motivo Ron si rabbuiò e Harry si ricordò della loro crisi. Stava continuando?
“Ron…”
“Avanti andiamo, scansafatiche, stiamo perdendo già troppo tempo.”
“Scansafatiche a me? Vedremo chi non sprofonderà nella neve dopo le prime due ore!!” Lo provocò Harry e i due cominciarono a stuzzicarsi, mentre camminavano.
 
 
 
*

Inizia la scampagnata

Dopo una mezz’oretta, parcheggiarono la macchina verso il limitare della collina e cominciarono ad arrampicarsi verso il monte.
Fu Ron a prendere il discorso.
“Allora come butta con Al e James? Avete affrontato il discorso?”
“Il…discorso?”
“Sì, Harry. Il DISCORSO. Quello con la D maiuscola.”
“Tipo: dove andiamo, perché andiamo, per quanto tempo e se ci servirà la benzina, quando andremo nell’aldilà e perché esiste l’aldiquà?”
“Harry…”
Harry sbuffò.
“Loro non vogliono parlarne.”
“E tu sforzali a parlare!”
“Non mi va di essere uno di quei padri. Io non ho mai vissuto un padre ma so con certezza che James..non sarebbe stato così.”
“Harry, perché vuoi fare questo a te stesso?”
“Che cosa vuoi dire?”

Harry si fermò e il verde si intrufolò nella sua mente, era tutto verde, loro due in mezzo agli alberi, era ancora più suggestivo.
Anche Ron si fermò.

“Sai, Harry, anche per noi, la morte di Silente e di Piton è stato un brutto colpo..”
Harry avvertì una fastidiosa fitta al ventre.
“Non lo metto in dubbio..”

“È stato davvero..terribile. Eravamo abituati a vederli come delle autorità, come delle presenze che ci sarebbero sempre state. Non te l’ho mai detto ma trovavo…confortante..sapere che ci sarebbero sempre stati Silente con questa fissa dei punti e Piton a punire te o me..o Hermione , trovando ogni scusa perfetta per toglierceli. Erano delle costanti.”
“Piton era una brutta costante, soprattutto per te. Lo odiavi.” Disse Harry ridendo. “Anch’io.”

“Oh, non so davvero chi dei due lo odiasse di più.”
“Ogni anno cercavamo di incastrarlo.” Disse Harry.
“Ogni anno io speravo non tornasse più a Hogwarts.” Disse Ron.
Risero, riprendendo a camminare.
“Eppure, quando se ne andarono, prima uno e poi l’altro..ci hanno lasciato un grande vuoto..non te l’ho mai detto, Harry, ma non è stato solo a te che hanno lasciato un vuoto..”
Harry guardò Ron.
“Non me l’hai mai detto..”

“Come avrei potuto? Tu soffrivi..e io non volevo che oltre al tuo vuoto, dovessi subire anche il mio..”
“Dovevi farlo invece!! Io..ti avrei capito, ci saremmo capiti a vicenda..non dovevi passare questo da solo..aspetta..non eri solo, vero?”
Ron abbassò il capo, colpevole.
“L’estate che ha preannunciato il nostro ultimo anno..ti vidi con Hermione e..sembravate diversi..”

“Non stavamo ancora insieme allora.” Si sbrigò a dire Ron.
“No..lo so..ma..eravate diversi..” stette un po' in silenzio, poi disse:
“Era già cambiato qualcosa, vero? Tra voi due intendo..”
Beh, sì..non lo nego..non che fosse la prima volta che la vedevo in modo diverso..ma dopo quello che accadde..ci siamo avvicinati di più..mi sono sfogato un po' con lei, mi è stata vicino..spesso dormiva con me..a distanza, ovviamente. Ma era..bello..non l’avevo mai sentita finora così, come più di un’amica.”

“Certo, la morte di Silente vi ha avvicinati ancora di più..”
Ron lo guardò.
“Credimi, Harry, che noi volevamo venire da te..ma non ci hanno..”
“Non importa!” disse frettolosamente Harry. “I Dursley non vi avrebbero comunque lasciati restare. Avete…fatto bene..” lo disse ma il suo cuore gli diceva altro. Pensare a loro due, che ancora una volta era stato escluso.. gli faceva male, ma non era più un ragazzino, doveva smetterla di essere così…geloso.
 
“Sai, che per un periodo sono stato anche geloso di te?”
Sembrò che Ron gli avesse letto nel pensiero e Harry per un attimo lo guardò sbigottito.
“C-come? In che senso?”
“Quando vedevo te e Silente..beh, si sa che eri il suo cocco.”
“Non sono mai stato il suo..” protestò, poi lo guardò con un ghigno. “Avresti voluto essere tu al mio posto vero? Essere il cocco del preside.”

“Non era quello che intendevo.” Disse Ron e le sue guance si colorarono di rosa. “intendevo che..passavi molto tempo con lui. Più che con noi.”
Harry per qualche attimo fu così sbigottito che rischiò di cadere.
Riprese subito l’equilibrio.
“Ma cosa dici? Noi eravamo praticamente inseparabili! Facevamo anche le vacanze insieme!!”
“Sì, ma negli ultimi anni..tra Occlumanzia e le tue lezioni private con Silente..”

“Non posso crederci! Eri addirittura geloso di Piton!!
Ron sembrò scocciato.
“Mi fa piacere che la trovi una cosa patetica. Grazie tante.”
 
Harry si sbrigò a corrergli dietro.
“No, aspetta, dai, Ron, non intendevo essere poco sensibile..è che mi sembra così strano. Loro erano i miei insegnanti, tu il mio miglior amico, non sono dei rapporti paragonabili, credevo lo sapessi.”

“Beh, io pensavo invece che sapessi che quando abbiamo litigato per il torneo tremaghi, il fatto che pensavo che te la tirassi, era solo una scusa.”
Questo frastornò Harry.
“Come?”
Ron sospirò.
“Ti ricordi quando non ci parlammo per settimane?”
“Come dimenticare! In una di quelle occasioni ti ho anche tirato una spilla in fronte!”
Ron ridacchiò.

“Facesti bene quella volta. Ebbene..non ti sei mai chiesto perché mi comportai in modo così infantile?”
Harry se l’era chiesto sì, più volte, ma ora a distanza di anni, qualcosa gli diceva quasi di non volerlo sapere, era più un qualcosa che risuonava a frequenza così bassa che non ne era così tanto cosciente, un po' come la telepatia.
“Io..certo che sì.” Si costrinse a dire.

“Io..il motivo per cui ce l’avevo così tanto con te, era perché in realtà temevo che il torneo ti avrebbe occupato così tanto tempo da dover poi trascurare NOI..”
Harry sentì il fiato mozzo.
“Io..io..”
“Non te ne eri accorto vero? E io non te lo dissi mai, ma in realtà perché temevo che tu invece lo SAPESSI, io stupidamente pensavo che tu sapessi il vero motivo e mi reputassi patetico per questo..per questo non ti parlai per tutte quelle settimane e raccontai a Hermione e a te quella cagata. “
“Dio, Ron..fra tutte le cavolate che potevi..”
“Che cos’altro avrei potuto dire??”
“La verità, magari!!”
Si fermarono di nuovo.

“E che cosa avresti pensato di me? Che ero patetico?? LO ERO!”
Ripresero a camminare.
 
Dopo circa dieci minuti, Harry riuscì a trovare la forza di parlare.
“Non avrei pensato che tu fossi patetico, Ron.”
“Certo, come no.” sbuffò lui.
“Sto dicendo la verità! Tu non ti rendi conto..sei stato il mio primo VERO amico, anche Hermione lo era..ma non come…non come con te.”
Ron si girò incuriosito.

“Ho litigato con entrambi diverse volte ma..quando litigavo con te, era DIVERSO..mi sentivo annientato. Mi vergogno a dirlo, ma..la prima litigata fu TREMENDA..e la seconda..se non ci fosse stata Hermione con me..avrei proprio abbandonato la ricerca degli horcrux..”
“Mi dispiace tantissimo per quello,. Harry.”

“Lo so. E io ti ho perdonato. Davvero. Ma questo è per dire che non eri patetico. Potevi dirmelo. Anche durante il torneo tremaghi, non sei mai stato secondo neanche a quello, tanto che durante la seconda prova, sono venuto a prendere te, sotto il lago.”
Il ricordo di quella prova sembrò imbarazzare Ron.
“Beh, non sei venuto a prendere soltanto me.
“Geloso anche in quel caso?” lo canzonò Harry.
 
All’improvviso Ron lo abbracciò.

“Grazie amico. Per quello che hai detto.”
“Sei incredibile. E sorprendente.” Disse Harry ricambiando l’abbraccio. “Senti, non è che questa scampagnata è stata fatta apposta per farmi sproloquiare sui nostri sentimenti, come delle ragazzine?”
“Beh in effetti il panorama è mozzafiato. Abbiamo il verde..abbiamo i fiori, abbiamo l’abbraccio! Manca giusto un vischio, per completare l’atmosfera. Dov’è la mia bacchetta?” rise Ron.
“Non provarci.” lo ammonì Harry ridendo.

Qualcosa scintillò negli occhi di Ron, che lo fece quasi sentire in colpa.
“Perché solo tu hai..”
Nonono Ron, non dirlo, non dirlo, non dirlo..
“L’esclusiva del baciarmi, vero?”
L’aveva detto.
“Adesso sei sleale.”

“Gli amici lo sono sempre. Almeno con la lingua.”
Era un sottotesto? Harry si rese conto di non saperli più leggere, non con Ron.
“Dai, andiamo, amico. Stavo scherzando, su.” Gli battè una mano sulla spalla.
 
 


*

La canzone



“Ron, ti arrabbi se ti dico una cosa?”
Ron sbuffò.
“Se dici così, già so che mi arrabbierò. E lo sai che sono un tipo ansioso. Parla, Harry.”
“D’accordo..ma tu promettimi che non la prenderai nel modo sbagliato.”
“Prometto. Adesso parla, Harry.”
“Quello che tu hai detto, prima..”
“Che cosa di preciso?”
“Quella..quella cosa sulla gelosia..
Ron si sentì una fitta al torace.
“Sì?”
“Forse sarebbe stato meglio non saperlo.”
Ron si fermò, prosciugato di tutto.
“Adesso si che mi sento meglio.”
“La stai prendendo nel modo sbagliato.”

“Fottiti, Harry, io ti dico una cosa così imbarazzante e tu.”
“Fermati, fermati, maledizione. Non hai capito.”
Lo costrinse a voltarsi.
”Ron!!”
“COSA??”
“Guarda che sono contento di quello che mi hai detto.”
“NON SEMBRA!”

“Ho sbagliato..scelta di parole. Io intendevo dire un’altra cosa..che avrei preferito non saperlo.”
Ron lo guardò in un modo che sembrava davvero buffo ma Harry si trattenne perché sapeva che ridergli in faccia sarebbe stata una pessima mossa.
“Tu sei tutto scemo, Harry. Cos’è, uno scherzo?”
“Lascia che ti spieghi meglio. Io AMO, adoro quello che mi hai detto, ok? Non è questo.”
“Ripeto: non sembra.”

“Non è quello il punto. È che a volte c’è più magia nel non sapere mai qualcosa, anche se..anche se magari hai aspettato tutta la vita di saperlo. Perché nell’immaginazione c’è l’illimitato. Lo spazio sconfinato. Quel meraviglioso spazio illimitato in cui cerchi la risposta, e puoi passare tutta la vita a desiderarla. E spesso è ancora più bello della risposta stessa. Non intendevo..sminuire quello che mi hai detto. Scusami”
Ron restò ad ascoltarlo basito.

“Ti capisco. Sai, è stato così anche per me, per tanto tempo.” Disse Ron senza specificare cosa intendesse. Ripresero a camminare e d’un tratto Ron prese coraggio e gli fece quella domanda:
“Harry, ma tu…perché mi hai baciato?
Harry avvertì un brivido.
“Ron..credevo ne avessimo già parlato..”

“Non del tutto. Non mi hai dato una spiegazione valida.”
“Cazzo! Ci tieni così tanto a mettermi in imbarazzo??? Avevamo detto che non ne avremmo più parlato!!!”
“Neanche questo avevamo detto.”
“Ron, ma perché fai così? Ho avuto un momento di debolezza..credevo l’avessimo passato.”

“Continui a aggirare il discorso. Perché mi hai baciato? Perché ero lì? Avresti baciato anche Al e James, se si trovassero lì?”
“Diosanto, Ron!! Sono i miei figli!!!
“E io sono il tuo miglior amico!!”
Si guardarono, si fronteggiarono e a Harry non gli sembrò che fossero mai stati così distanti.

“Beh, allora a volte capita che il bene che ti voglio, non è un qualcosa che posso etichettare e che posso riuscire a inserire in una schiera di limite da non valicare, a volte trovo confuso definirlo e spesso mi capita di non riconoscere la differenza! Ok? Sei soddisfatto adesso?”
“Non ancora. La differenza tra cosa?”

“Perché stai facendo questo? Ci godi così tanto a litigare? A mettermi in difficoltà? A cercare delle risposte che neanche io so darmi rispetto a quel bacio?”
“Basta solo chiamare le cose con il proprio nome.”
“Perché? Per sentirmi dire che non condividi? Che non ricambi quello che provo? O forse che invece LO FAI? Che differenza ci sarebbe comunque in entrambi i casi? Non cambierebbe comunque le cose.”

“A volte scegliere di non sapere è una scelta anch’essa..” disse Ron.
Harry lo guardò allibito e interrogativo.
“Una volta lessi in un fumetto, una canzone, posso..cantartela?”
“Quindi…dopo la serenata, anche la canzone?.”
Harry fece una risatina.

“Spero di ricordarmi ancora le parole, ma le tue parole mi hanno rinfrescato la memoria.”
 
 E cominciò a cantare.
 
...e lunghe ore a ingannarci così
a dire lui e lei, sempre gli altri,
e i palliativi sono sempre tanti

per non ammettere che siamo qui.
E Charlie Brown e Mafalda e la scuola
storie un po' vere, a volte inventate,
nei pomeriggi d'inverno e d'estate,
di strani voli su una parola.


Quando cantavo plaisir d'amour,
tu mi guardavi e ridevi più forte:
non lo capivi che ti facevo la corte
o forse capivi e la furba eri tu.
E mi hai sospeso su un filo di lana
e mi ci terrai ancora per molto,
giovane amore, fiore non colto,
o forse sì, ma da un'altra mano.


E chi lo sa se anche tu mi vuoi bene,
a volte credo di esserne certo,
a volte invece sembra tutto uno scherzo:
fuggono gli occhi come falene.
Amica mia sorella speranza,
quello che vuoi io non ti dirò,
quello che voglio non sentirò,
quello che c'è dietro l'indifferenza.


E tutto è morto e tutto è ancor vivo
e solamente tutto è cambiato,
quello che provo l'ho sempre provato,
e credo ancora in ciò in cui credevo.
E il fiocco nero è l'unica cosa
che mi è rimasta con la malinconia,
ma insieme a questa stanca anarchia
vorrei anche te, amica mia.


Ma dimmi tu, non è meglio così?
Immaginare ed illudersi sempre,
qui ad aspettare qualcosa o niente,
qui ad aspettare un no o un sì,
che in ogni caso sarebbero fine
di tutto questo che almeno è un ricordo,
così studiato giorno per giorno,
fatto di tanti cristalli di brina.

 

Delle lacrime fuoriuscirono dagli occhi di Harry.
“I-io non so cosa mi sta succedendo, forse sarà la giornata particolare, il fatto che non abbiamo nemmeno fatto colazione..m-ma io…la trovo..bellissima..

“Mi sono sempre chiesto che effetto ti avrebbe fatto, sentirla, a scuola.”
Harry lo guardò interrogativo.
“Questa canzone..l’avrei dedicata a te. Harry.
Harry lo guardò, spalancando gli occhi.

“L’avevo addirittura suonata con una chitarra, mi ero tanto esercitato..spesso mi chiedevo, se potevo fartela ascoltare, con una scusa..”
“Ron..” Harry non sapeva cosa dire, si sentiva tremare le gambe, aveva bisogno di sedersi.
“Ron,aspetta, aspetta, maledizione!!”

Ron si fermò, con la testa ancora a dargli le spalle.
Harry si sedette su un tronco, cercando il suo sguardo.
Ron si girò lentamente.
“Avevo una cotta per te.” Disse ridacchiando come se stesse parlando del tempo. “Una gran cotta  a dire la verità! Non so quando è cominciata. Forse fin da quando ti ho visto quel giorno sul treno e ho toccato la tua cicatrice..chi lo sa..ma che cos’è un’amicizia, anche solo i primi tempi, che una grande clamorosa cotta l’uno per l’altro? Poi sei diventato mio fratello..sai con questa cosa, di venire sempre a casa mia..mia madre ti vedeva come un figlio e tutto il resto..”
Harry lo ascoltava con attenzione.

“Non so quando ho iniziato ad avvertire questo sentimento…MORBOSO..per te..non so bene quando è cominciato..ti scrivevo..e attendevo le tue risposte..come un naufrago in mezzo a una tempesta..e sapevo che anche per te era lo stesso, quando ci mettevano in castigo e ci ficcavamo in mezzo ai guai..ero comunque felice, perché era con te che ero nei guai. Ed ero GELOSO di qualsiasi cosa si mettesse in mezzo fra noi. Poteva essere Silente..o Piton..o il torneo..addirittura Cho Chang! Prima lei..e poi la mia stessa sorella.”
“Ron..io non ho mai..non ho mai..”

“Quella canzone..parla di ME, Harry. E avevi quindi proprio ragione. È molto meglio NON SAPERE mai piuttosto che vedere la tua faccia in questo momento. Lo volevi sapere? Adesso lo sai. Oh non ti preoccupare, mi passò, poi, è stato..non so neanche io cos’è stato.  Che vuoi che ti dica? Forse a volte tutti noi siamo un po' innamorati dei nostri migliori amici.”
Harry si sentì assurdamente felice della sua ultima frase, nonostante la situazione fosse davvero un po' tragica.

“Adesso che ti ho..fatto questa rivelazione..non ti biasimo se vuoi..tornartene a casa.”
“M-ma..mi hai fatto il terzo grado, fino adesso, per s-sapere cosa pensavo..cos’è stato per me quel bacio e ora..non vuoi più saperlo?”

“Esatto, Harry. Non voglio più saperlo. Forse perché so che la verità per te sarebbe terribile, o forse lo sarebbe per me. Non lo so e a questo punto non voglio più saperlo perché so che tu non sei pronto a dirmela e quindi faccio quello che ho sempre fatto a scuola, accetto i tuoi silenzi e il fatto che ci sono a volte dei segreti che uno non è disposto a rivelare. E ancora una volta..lo faccio per te. Ora..vuoi continuare a scalare questo monte anche dopo tutto questo..o ce ne andiamo?”

“Andrò dovunque tu andrai.” Disse Harry celebrando la celebre canzone e nonostante l’amarezza, vide Ron sorridere.
 
 
Continuarono a camminare e Harry vedeva la schiena di Ron e il cuore in tumulto. Si chiese se anche Ron stesse avendo il cuore che gli batteva forte anche in quel momento.

Gli aveva appena fatto una dichiarazione in piena regola e lui non era stato NEANCHE CAPACE di rispondere a una semplice domanda.
Che cos’era stato per lui, quel BACIO.
Ma perché la vita doveva essere così dura? Perché non puoi semplicemente baciare il tuo migliore amico, prenderlo per la vita e rotolare insieme in mezzo alla neve, magari sotto il profumo dell’alba?

Perché devi essere sempre bloccato da mille cose, avere questi fastidioso blocchi che ti impediscono di parlare, di AGIRE?
Era davvero colpa dell’età? Davvero se Ron gli avesse detto queste cose a scuola, sarebbe stato diverso?
Oppure, non l’avrebbe proprio fatto, perché il Ron di adesso era molto maturato e riusciva ad esprimere più chiaramente i suoi sentimenti, magari perché Hermione gliel’aveva insegnato?
Hermione…

Quasi la odiò , anzi odiava che fosse stata lei a  insegnargli a essere così.
Avrebbe voluto che Ron imparasse a essere più aperto con lui.
Significava forse allora che era vero che anche lui lo amava o confondeva l’affetto e la gelosia con qualcosa di più forte?
Si può essere gelosi dei propri migliori amici senza volere portarseli a letto?
Avrebbe voluto che succedesse?

E Ron cosa provava? Anche lui era innamorato di lui? Aveva sempre parlato al passato ma MAI al presente.
ERA STATO innamorato, non gli aveva mai detto che lo amava ancora..
 
E mentre continuavano a camminare e vedeva la schiena di Ron, scalare il monte, nonostante la tristezza di quello per cui avevano discusso e le rivelazioni recenti, si sentì come se avesse ancora 15 anni.
Erano di nuovo nella foresta proibita e c’erano solo lui e Ron, tutto il resto del mondo scompariva.
Non importava se stavano cercando i ragni, o se stavano scontando una punizione data dagli insegnanti per aver trasgredito di nuovo le regole.
Non importava il luogo o l’età, o gli anni che passavano.

Quand’era con Ron, sentiva ancora quell’alchimia come quando erano adolescenti.
Perfino dopo aver discusso.
Si chiese se anche Ron sentiva lo stesso, come avrebbe reagito se l’avesse semplicemente baciato in quel momento.
Ma ancora una volta gli mancò il coraggio.
Ma fece un’altra cosa.

“AHH. Harry ma sei proprio SCEMO.”
Ron non credeva ai suoi occhi. Harry gli aveva appena buttato una palla di neve addosso.
“Ridi ridi , vediamo come ridi adesso.”
“Hai una pessima mira.” Disse dopo che Ron lo mancò.
“Non hai capito che volevo solo darti un po' di vantaggio.” Disse rincorrendolo.

“Bene, questa passeggiata stava diventando noiosa, ci voleva qualcosa che la scuotesse un po.” Disse Ron cominciando a rincorrerlo.
Harry cominciò a ridere senza controllo.
“Ron, dobbiamo fermarci, se ci mettiamo a correre qui potremmo rischiare di cadere!”
“Se ti raggiungo, i precipizi saranno il minore dei tuoi problemi, Harry.”

Harry, il moro adorava come il rosso pronunciasse la parola “Harry.” Con quel modo roco e un po' infantile, quel modo che aveva di accentuare l’ultima vocale, specialmente quand’era sorpreso.
 
 
 
*

Il ruscello



“Allora, ti arrendi??” Harry non vedeva Ron da nessuna parte.
“Rooon. Io mi sono fermato. Non ho più voglia di correre. Yyyyykes.

Ron l’aveva atterrato di schiena, in mezzo al prato.
“RON!! Mi hai fatto prendere un infarto.”
“Ti ho preso, Harry.”
“Non vale. Sei riuscito a prendermi solo perché ho abbassato la guardia!”
“Un bravo auror non lo fa mai.”
“Non mi avresti mai preso se non fossi così stanco.”
“Già stanco dopo mezz’ora, Harry?
Harry cominciava a trovarsi in imbarazzo a sentire il peso di Ron sulla schiena, si distaccò gentilmente.
“Ma sta zitto. Continuavi a rimanere indietro, se non dovevo aspettarti, ero già in cima al monte. Cosa stai guard..”

Alzò lo sguardo in direzione dell’amico e vide un magnifico ruscello che li guardava.
Trasparente e blu, come quel cielo.
“Vuoi bere?”
“Voglio fare di più che BERE, amico.”
“Ron! Aspetta, non vorrai..”

“Rinfrescarmi un po'? Sì!” disse Ron cominciando a levarsi le scarpe.
“Ma Ron! Ti prenderai un accidente.”
“Oh finiscila. Siamo ancora in Estate. Vieni qui a sentire se non mi credi.”
Harry mise la mano nel ruscello.

“Non credo sia abbastanza calda ancora..malgrado..”
“E uno, e due, e tre!”
“Ron, che faaaaaaaaaaaai.” Gridò Harry. Ron gli aveva afferrato un braccio e trascinato nel ruscello con uno strattone.

Bast…” disse Harry vendicativo, era caduto nell'acqua ma cadendo si era comunque aggrappato a sua volta al braccio dell'amico e in quel momento tirò a sua volta, trascinandolo giù come il rosso aveva fatto con lui.
“Ehi, che fai, lasciami!” disse Ron ma era divertito.
 
Erano entrambi nell’acqua e si tirarono l’acqua a vicenda ridendo come bambini.
“Uffff ci voleva.”

“Per una volta sono d’accordo con te.” Disse Harry, rimirando il sole in alto.
“Harry ti devo confessare una cosa.”
Harry lo guardò in guardia.
“Cosa?”
“Io…volevo farlo fin da quando sono partito.” E scoppiò a ridere.
“Quanto sei scemo.” Disse Harry tirandogli ancora l’acqua addosso.

Per pochissimo aveva quasi sperato che Ron gli dicesse che voleva passare tutta la notte con lui in quel luogo.
Non sapeva cosa la sua mente e il suo cuore avrebbe risposto.
 
 
 
 
*

Il cerbiatto



“Ron, tu sai che potremmo asciugarci con la magia, vero?” disse Harry mentre guardava Ron fare strada.
“Niente magia Potter!” disse Ron in una perfetta caricatura di Piton. “Lo saprò se non rispetterai le regole.” E con un sorriso continuò a camminare.
Harry si soffermò sui suoi jeans bagnati e la maglietta bianca che aderiva al suo fisico, si chiese se Ron era per caso un sadico che sapesse esattamente che sentimenti ed emozioni scuoteva nel suo animo, vederlo bagnato così.
“Hai già trovato qualche lampone, Harry?”
“Eh cosa?”
Ron scosse la testa.
“Sei incredibile! Ti stavo dicendo che sarebbe una gran cosa prepararci il dolce da soli, i panini ci sono, ci manca la frutta. “
“Io..uhhh sono d’accordo.è davvero una bella idea. Sì.”
Ron ridacchiò e insieme al suo amico si misero  a cercare more e lamponi.
 
Con la ricerca della frutta, la scalata sembrò accelerarsi ancora di più, spesso rideva vedendo come Ron non riusciva a resistere e mangiava già i lamponi che si trovavano.
“Cerca di conservarne almeno un po' per quando saremmo arrivati.” Disse Harry.

“Guarda, Harry.
Alzò lo sguardo e vide una cosa meravigliosa.
Un cerbiatto.
E poi vide un’altra cosa meravigliosa.
Ron che dava le more al cerbiatto.
“Dagliele anche tu Harry, avanti.”
Harry sorrise e lanciò due lamponi al cerbiatto che nitrì come in una specie di ringraziamento e se ne andò.

Per qualche attimo, la dolcezza di quella scena lo lasciò senza fiato, tanto che non si accorse di quanto vicino fosse a Ron, fin quando le dita della sua mano non sfiorarono le sue.
Sentì immediatamente la scossa e si ritrasse subito. Ron se ne accorse e gli lanciò un’occhiata che poteva benissimo sembrare un mix tra la paura e la sorpresa e forse era anche…ferito?
“Dai, andiamo, siamo quasi arrivati.”
Però sorrideva.
Era la cosa meravigliosa di Ron.

Anche nelle situazioni più imbarazzanti, lui sorrideva.
Oh Ron..e se stessi forse sbagliando tutto?
E se era con te, che dovevo stare?
 
 
 
 
*

La caverna

Finalmente eran arrivati in cima.


“Yiiiiiipppiiii siamo arrivatiiiiii.”
“Ron controllati, non sei più un bambino.” Rise Harry.
“E chi ha mai detto di volere crescere?”
Harry sorrise.
“Ho una fame da lupi! Guarda qui, guarda che spettacolo, ed è tutto per noi!” disse buttandosi sull’erba.

Harry controllò a stento la voglia di buttarsi su di lui.
Forse poteva farlo ancora se erano ragazzini e se non c’era stato un bacio tra di loro.
“Hai ragione forse..sarebbe meglio se fossimo ancora bambini..” disse.
Non si sdraiò su di lui, ma al suo fianco.

Ron lo guardò con curiosità, non si alzò ma gli sfiorò una guancia con le dita, in un gesto che era quasi simile a una carezza ma non lo era proprio. Semplicemente Harry sentì le dita di Ron sfiorarlo, come di passaggio. Era incredibile come tutto di Ron, perfino una carezza, non fosse una semplice carezza, ma tutto così difficile e strano da definire.
Perché tutto con lui era così difficile da definire?
Come una nebbia di un pensatoio.
“Per me non è cambiato niente..resterò sempre al tuo fianco, come quando eravamo bambini.”

Per qualche motivo, a Harry quella frase fece male.
Gli sembrava così simile ai sentimenti di Piton per sua madre.
Non voleva una cosa simile per Ron.
Né per sé stesso.
“Dai, mangiamo.” Disse Ron tirando fuori il cestino da picnic.
 
 
Fu facile per pochi minuti dimenticarsi dei loro drammi o ritenerli meno tragici con quei meravigliosi panini, contenenti uova, bacon, insalata, mozzarella, wurstel e mostarda.
“Sono..già al terzo.” Disse Ron.
“Io al secondo. Vacci piano o farai indigestione.”
“Ho camminato.”
“Un uomo deve mantenersi in forma.”
“Tu pensi che io sia grasso?”
Harry si schermì.
“No, non penso tu sia grasso.”
“Bene, mi fido di qualcuno che mi ha guardato così bene quando scalavo e pensavo a raccogliere frutti.”
Harry avvampò.
“In realtà ti fissavo perché temevo cadessi a peso morto da un momento all’altro.”

Ron rise, quasi contento della battuta, Harry un po' meno di aver dovuto improvvisare in maniera pseudo convincente.
Le more e i lamponi che facevano da sfondo e cornice ai panini, erano un estasi per il palato.
“Adoro i frutti di bosco!” disse Harry.
“Allora la prossima volta ti faremo una torta ai frutti di bosco.”
“Non mi starai viziando un po' troppo? Devi farti perdonare qualcosa?” lo provocò Harry.
Ron si adombrò.

“Ehi, amico, scherzavo. So che questa gita è fatta per distrarmi e tutto il resto. Lo apprezzo davvero molto.” Disse mettendogli una mano sul braccio ma Ron gentilmente sembrò sfuggire la sua presa.
Harry si ritrovò a desiderare ancora quel contatto.
“Mi interessava in particolare QUELLA, dicono che ci sono meraviglie là.” Disse Ron indicando la caverna.
Harry si sporse a guardarla.
“Tipo?”
“Fiori..e altre meraviglie. La guardiamo insieme, ti va?”
“Sì.”
 
 
 
La caverna era uno scintillio di colori. Era proprio come se fosse una caverna fatata, per qualche miracolo naturale, l’acqua rifletteva dei riflessi verdi come lucciole fatate e dalla caverna cadevano già stalattiti ghiacciate turchesi, alcune rosa e alcune erano perfino abbracciate, come arrampicandosi insieme.
“è..stupendo..” disse Harry toccandole.
“Le chiamano le stalattiti amorose, per la particolarità in cui crescono, e perché tutto sembra fiorire e crescere qui.” disse la voce di Ron dietro di lui. “Oddio!!” gridò.
“Ron? Che c’è? Che succ..”

Ron stava indicando dei pipistrelli davanti a lui.
“Har---harry!!! Harry, guarda, dei pipistrelli, p-pip, pipistrelli.”
“oh..” disse Harry guardando due pipistrelli che tutto sembravano tranne volerli aggredire, anzi, stavano dormendo avvinghiati.
“Harry..ho paura, difendimi!” disse Ron, mettendosi dietro di lui.
“Ron, non fare il bambino, sono innocui.” Disse Harry scattandogli una foto con il cell.
“Tu sei pazzo. Possono aggredirci.”

“Ma se..” Harry si bloccò, la voce di Ron era ferma, tutto sommato, come non l’aveva mai sentita quando aveva il terrore dei ragni, la sua postura era dritta, non tremante, e se…
“RON!”
“AHIA..picchi un uomo spaventato..”
Tu stai solo fingendo!”
“Non è vero!”
Quella caciara fece scappare i pipistrelli che volarono via dalla caverna.

“Sei un bambino cattiv…” disse Harry cercando ancora di picchiarlo, ma poi notò qualcosa.
La fuga dei pipistrelli aveva disturbato e fatto volare tutto intorno uno stormo di farfalle, nascoste sempre nella grotta.
“Wowwwwww.” Disse Harry senza poterselo impedire.
Qualcuna di quelle farfalle volò in mezzo alle loro teste, prima di fare il giro della grotta o volare fuori sopra qualche altro fiore.
“Guarda che bei fiori, Harry.” Disse Ron.
 
Ed era vero.
Uno stuolo di fiorellini blu e margheritine, cresceva nella grotta e nel piccolo ruscello poco davanti. Era lì che le farfalle erano posate fino a poco fa.
Ron aveva ragione,
Qui la vita cresceva e fioriva.
Il monte era meraviglioso.

“Harry, guarda..quella non è una baita?” gli chiese Ron attraverso una nicchia.
“Fai vedere. Sì, hai ragione.”
“Andiamo a vedere?”
“Ron ma cosa dici?? Vuoi andare a casa d’altri?”
Ron fece spallucce.
“No. Questo no. Non andrò in casa d’altri.”
“Va bene, io vado.”

“Ron..aspetta.ma che ti prende..può esserci qualcuno…RON!!!”
 
 
 
*

La casa nel bosco

Fra le tante sue cavolate, questa era la cosa più grande che Ron aveva mai fatto.
“Ron! Accidenti a me e a te, che ti promisi che sarei venuto dovunque tu saresti andato! Mi rimangio subito la promessa!!”
Ron era entrato in casa.
“Ron, accidenti! Aspettami!!”

Considerato che non sembrava viverci nessuno lì, si arrischiò ad entrare.
“Ron!!! “
Inciampò in una coperta rossa, morbida , per poco non cadde.
“Ma cos..aspetta..”

Un flashback lo lasciò senza fiato.

Te la regalo il giorno del tuo matrimonio,sperando che essa, possa allietare i vostri sogni, e cullare i vostri sogni, rossa come l’amore e la passione che da sempre so che vi lega.
“Ron…”
Fece un altro passo e in camera si trovava una scacchiera, era molto grande, arrivava quasi al loro petto. Era contrassegnata da due grandi scritte. Da una parte c'era scritto in grande AMICIZIA, dall'altra parte in grande AMORE.
Harry rimase senza fiato.

“Te la regalo il giorno del tuo compleanno, il primo che passerai senza vedere la mia brutta faccia tutti i santi giorni, il primo dopo Hogwarts, una scacchiera che segna i primi punti che hai preso la fine del nostro primo anno. I primi elogi avuti da Silente, ho scelto la scacchiera che simboleggia due cose che saranno sempre per noi molto importanti.
L’amore e l’amicizia, affinchè rimangano sempre entrambe nella scacchiera della nostra VITA.
Harry avvertì le lacrime affiorare ai suoi occhi.
 
“Puoi uscire adesso sai? Ho scoperto il tuo gioco. Questa casa è TUA.”
Ron fece capolino dalla stanza.
“Questa baracca l’ho presa con Hermione, dovevamo dirtelo entrambi di comune accordo, insieme, avevamo progettato tutto..ma poi..visto come te la passi..ho voluto farti solo io questa sorpresa..”

Se fosse stato un amico migliore gli avrebbe chiesto perché, non poteva esserci anche Hermione, ma preferì sorvolare per stavolta. Era vero, a volte era meglio non sapere certe cose.
“Ci sono cascato come un allocco. Sei geniale..davvero..”
“Hai riconosciuto la coperta?”
“E la scacchiera! Anche se..sono un po' offeso che abbandoni così i miei regali.”
Ron rise.
“Non li ho abbandonati. Li ho voluti mettere qui ieri per farti capire. Speravo ti ricordassi.”
“I regali che ci siamo fatti, sono scolpiti nella mia memoria.”
“Vieni ti faccio vedere la casa.”
 
“La cucina, il salotto, le stanze dei ragazzi. “
Harry non potè fare a meno di immaginarsi lui in quegli stessi letti.
“Sei il benvenuto quando vuoi, lo sai?” disse Ron come a leggergli il pensiero.
“Se non disturbo..grazie..grazie davvero Ron..e la casa è..stupenda.”
 
 
Stettero un po' nel dondolo in giardino, forse una mezz'oretta. Dopo tanto camminare, avevano entrambi bisogno di riposarsi, Harry cominciava già ad appisolarsi un po', quando Ron cominciò a dire:
“Ti…ti andrebbe di fare una partita con quella scacchiera?”
“La..scacchiera?” disse Harry cauto.
“Sì, Harry, La scacchiera.”
“Ma..ci sono gli scacchi?”
“Dio..Harry..sei rimbambito? Certo che ci sono.”
“Io..veramente adesso non lo so..sono un po' stanco.”
Ron ridacchiò.
“Certo avrei dovuto immaginarlo..ovviamente sia mai che capisco male..le due fazioni amicizia – amore…certo..”
“Ron, hai capito male, io..”
“Lascia stare, Harry, davvero, non importa.”
“Guarda che io..”
“Non –importa.”

Ci fu un silenzio assordante per qualche minuto poi Ron annunciò.
“Vado a stendermi un po'.”
 
Harry si morse le labbra e si chiuse gli occhi quando Ron andò via.
Aveva ragione lui. Era un vigliacco, un maledetto vigliacco.
Magari voleva anche metterlo alla prova, ma poteva assecondarlo, vedere cosa vinceva, e chi?
Magari poteva ridere pure della cosa, stare al gioco.

Invece DI NUOVO aveva scelto di non vedere cosa succedeva.
Aveva ragione Ron. E stavolta era stato lui a scegliere di non sapere.
 
Rientrò dopo una decina di minuti sicuro di voler dire a Ron che stavolta voleva giocare e pazienza se si era offeso, lo avrebbe preso a calci in culo fino a che non lo avrebbe convinto ma…
Non era preparato a vedere un Ron a petto nudo che cercava di mettersi la pomata.
“Ron..che cos’hai?”
“Harry! Niente!”
“Cosa ti stai mettendo?”
“U-una pomata. Mi fa un po' male la schiena e le spalle.”
“Magari un colpo d’aria. Aspetta. Non puoi fare da solo.”
“Harry, ma che..”

“Sta fermo. Per un periodo che ero sottostress, ho sofferto di mal di schiena e so cosa significa.”
“Ti assicuro che non è..”
“Vuoi stare buono?”
Ron si zittì, mentre Harry si metteva dietro di lui sul letto.
“Harry..adesso te le suono..”
“Schhhh.” Si spalmò una generosa quantità di pomata e cominciò a massaggiargli le spalle.
Piano, lentamente.

Quasi in maniera seducente.
“Allora, sono bravo?” gli chiese con voce roca.
“Sì.sì.” disse Ron cercando di non guardarlo.
“Ron, guardami. Cosa volevi dirmi prima con quella cosa della scacchiera?”
“M-mh?”
“Se vuoi chiedermi qualcosa..chedimela...chiaramente.e..non attraverso un gioco..Ron, GUARDAMI.”

Ron si specchiò nei suoi occhi, vicinissimi a suoi.
“Harry..non farlo..”
“Perché no..? Dai un sacco di cose per scontate, Ron..magari io..” si avvicinò al suo viso e Ron traballò prima di farsi indietro.
“NO. “ si alzò,
“Noi non siamo…”
“Cosa, Ron, gay?”
Ron rabbrividì.
“No. Innamorati.”

Fu il turno di Harry di rabbrividire.
“Quindi..t-tu n-non mi ami?”
Ron si girò verso di lui infuriato.
Perché TU sì? Credi di potermi guardare in faccia e potermi dire una cosa del genere??”
Harry lo guardò e tremò.
“Dopo che mi hai rifiutato..dopo che mi hai detto in faccia che mi hai baciato perché eri..confuso..e smarrito..”
“Ron..io non..non ti ho..”

“CoSA? Vuoi forse raccontarmi che non sceglieresti Ginny sempre e comunque? Che saresti disposto ad andare dai tuoi figli a dire loro che ami un ragazzo? Il loro ZIO?? Vuoi forse raccontarmi che potemmo andare in giro mano nella mano e che mi baceresti alla luce del sole senza vergogna dichiarando che sono il tuo ragazzo?”
Harry lo guardò allibito.
“No, Harry..noi..non siamo innamorati..ci stiamo solo..sbagliando..”

“Tu..parli di me..ma chi è stato che è scappato..quando IO ti ho baciato? Mi hai ghiacciato !!! Peggio di quando mi sono tuffato per prendere quell’horcrux!”

“Tu HAI DETTO CHE PER TE NON SIGNIFICAVA NIENTE!
“E TU CI HAI CREDUTO? COMPLIMENTI RON, DI SICURO SEI RIMASTO LO STESSO CRETINO DI ALLORA, UNO CHE PENSA CHE QUALCUNO POSSA BACIARTI COSì, PER SPORT!”
“IO HO SCELTO DI CREDERE A TE E TU MI HAI DETTO..”

“QUESTO È IL TUO PROBLEMA, RON, HAI SEMPRE BISOGNO CHE LE COSE TE LA DICANO SOTTO IL NASO! MI SORPRENDO DI COME TU ABBIA TROVATO IL CORAGGIO DI BACIARE HERMIONE AL SETTIMO ANNO! AH NO ASPETTA UN MOMENTO. NON L’HA FATTO. È STATA LEI A BACIARE TE! L’UNICA VOLTA CHE TU HAI PRESO L’INIZIATIVA è STATA PER UNA RAGAZZINA PER CUI NON PROVAVI ASSOLUTAMENTE NIENTE E CHE HAI SCARICATO DOPO POCHE SETTIMANE!”
“Non ci posso credere, stai parlando ancora di Lavanda Brown!”

“Sto parlando di te! Non prendi mai l’iniziativa. Anche stavolta. Hai aspettato che sia stato IO a baciare te.”
Ron lo guardò sorpreso.
“ Ti aspettavi che ti baciassi? VOLEVI che lo facessi? Harry, ci sei? Guarda che io e te siamo SPOSATI. Non avevo ragione di baciarti.”

“BEH, NEMMENO IO PERò L’HO FATTO LO STESSO E SONO QUI CON TE, SU QUESTO MONTE, AD ASCOLTARE STORIE ASSURDE DI CANZONI MAI RICEVUTE, MAI DICHIARATE, E MI STO FACENDO VENIRE UNA CRISI ISTERICA PER TE, RONALAD WEASLEY E TUTTO PERCHÈ..”
Si fermò un attimo per riprendere fiato.

“Perché tu sei bravissimo a raccontare quello che volevi fare e che non hai mai fatto..ma molto di meno a FARLO. E io quindi ti chiedo... È così che vuoi trascorrere la tua vita, Ron? Abbiamo passato gli enta..vuoi passare tutta la tua vita a ricordare quello che avresti voluto fare e che non hai fatto? Perché IO NO.”
Ron era sconvolto.

“Perdonami..io..non volevo rovinare questa gita, non merito tutto quello che tu hai organizzato per me…ma io non ce la faccio a fingere che..che è tutto come prima..non ci riesco..perdonami..”
 
 
 
*

Harry si era allontanato da quella baita e si era seduto sull'erba con aria infelice abbracciandosi le ginocchia e sprofondando la testa su di esse, quando Ron si presentò  davanti a lui con uno stereo.
“Quanta tristezza, vediamo se un po' di musica ti tirerà su.”
“Ron, ma che stai facendo, ti sembra il momento? No, lasciami!”
Ron lo attirò a sé per ballare, attirandolo al suo petto.
“Mi hai fatto organizzare tutto questo, sii almeno riconoscente. Concedimi un ballo.”
“Certo. Per ballare una canzone che non hai avuto il coraggio di..”
“No..non quella. Hai ragione, non serve a nulla rimpiangere il passato, ma si può fare qualcosa di diverso.”




Un bacio Perfect

“Perfect..” sussurrò quando lo stereo cominciò a suonare da solo.
“Sbaglio o dicesti che quel cantante babbano mi somiglia? “
“S-sì..”
“Avanti, non hai detto che volevi la sicurezza? Allora, balla con me Harry.”
Harry sorrise e annuì.
 
Ballarono staccati, poi ad un certo punto, finirono abbracciati.
“Sai..mi fai incazzare da matti, ma in questo momento..ti bacerei davvero. Forse sono pazzo.”
“Ron..no.,non possiamo..”
“E chi lo dice?”
“Lo dico io..in questo momento stiamo così bene, non roviniamo tutto..” disse Harry con la testa appoggiata sulla spalla di Ron.
“Oh, io credo si rovini se non ci baciamo.”
Harry si staccò impercettibilmente, Ron gli fermò i polsi.

“Ma qualcosa mi dice che se ti chiedo un bacio, tu mi dirai di no.”
“Hai indovinato, esatto..Ron..che stai facendo..”
“Però vedi, Harry, io non avevo intenzione di chiedertelo.
Harry sgranò gli occhi ma Ron non gli diede tregua, fiondandosi a baciarlo.
Harry cercò subito di dimenarsi, ma Ron gli teneva bloccati i polsi, gli leccò il labbro facendolo rabbrividire e prendendo così accesso alla sua bocca.

Le loro lingue s accarezzarono, si baciarono, i loro sapori si mischiarono.
Harry era STRALUNATO dall’accortezza, dalla dolcezza con cui Ron lo baciava.
C’era passione, ma anche dolcezza, delicatezza, lussuria, ma anche amicizia.
Affetto, attenzione, ma anche supremazia.
Voglia di possesso, furore e ancora passione.
Complicità, tenerezza.

Le loro bocche si unirono, si plasmarono, le loro salive si mischiarono ed era eccitante.
E un’intimità NUOVA che non pensava avrebbe mai sperimentato con lui.
Si aggrappò a lui senza quasi accorgersene e si aggrappò alla sua maglietta, Ron lo accarezzò piano sul torace.
“Ron..” gorgogliò.
Ron si staccò piano da lui.
“Grazie per il bacio, Harry.”
 
 
 
*

Stavano tornando a casa, per un po' in maniera silenziosa.  
 
“Ron.Adesso cosa succederà?”
“Io non ti ho chiesto niente, Harry.”
“Ma mi hai baciato!”
“E tu hai baciato ME, siamo pari.”
“Cos..è tutto un gioco per te??”
Ron lo guardò con sfida.
“Ti ho aspettato per ANNI, ma non sono Severus Piton Harry.”
“Questo che cazzo vuol dire???”

“Non sacrifico la mia vita privata per te, non sono così PURO, e se non ti decidi a scegliere cosa vuoi davvero, mi perderai, semplice.”
Harry rimase così atterrito che non seppe cosa dire.
“Ti rendi conto di cosa stai dicendo..noi due siamo SPOSATI..PADRI DI FAMIGLIA..TUA SORELLA È MIA MOGLIE…ASCOLTAMI QUANDO TI PARLO..”
Ron non ascoltava. Riprese a camminare.

“COME PUOI FARE DISCORSi COSì EGOISTICI.”

"L'EGOISMO LO TIRI FUORI SOLO QUANDO DIVENTI GELOSO, CRESCI, HARRY.. non accetto di farmi dare lezioni di morale da uno che non sa ancora se vuole sua moglie o il suo migliore amico."
“ AH Sì? E IO NON ACCETTO DI FARMI DARE LEZIONI DI MORALE DA UNO CHE MI HA NASCOSTO PER ANNI DI ESSERE INNAMORATO DI ME. HAI CAPITO?”
Ron si fermò con una smorfia.

“Chi ha mai detto che lo sono ancora? Tu sei un po' troppo convinto Harry. Magari..”
Harry non ragionò più. Prese una grossa palla di neve e gliela lanciò contro, il colpo arrivò a segno nel momento stesso in cui Ron girò la faccia.
Ron rimase come un baccalà-
“Molto maturo, Harry, ripetimi quanti anni ha…” disse Ron senza scomporsi. Ma un peso gli cadde addosso all'istante

Harry si era lanciato con tutto il suo peso su di lui e siccome erano su un pendio, rotolarono per un po' sull’erba.
 
Quando si fermarono erano entrambi con il fiato corto.
“Harry, io..se usciamo vivi da questa gita, io ti AMMAZZO.
“Se non lo faccio prima io.”

Ron lo guardò allibito poi entrambi scoppiarono a ridere, Harry rise sul suo stomaco.
“Oddio..non riesco  a rimanere arrabbiato con te.”
“E io non riesco a rimanere serio con te.” Disse Ron, accarezzandogli distrattamente la cicatrice con l'indice.
Harry si mosse sotto il suo tocco, poi lo abbracciò distendendosi su di lui.
“Ti voglio tanto bene, Harry.”
“Anch'io.”

“Questo è un casino, vero?” gli diede un bacio su capelli.
“Sì.” disse Harry strofinando la testa contro di lui.
 






















Note dell'autrice: MAMMA MIA ragazzi...avete visto che capitolone LOL? sono riuscita a farmi perdonare il grande ritardo? LOOL e l'ho scritto in un giorno solo xd io credo di aver fatto il record de record xd non mi era mai e poi mai capitato di scrivere un capitolo di oltre 7000 parole in un giorno solo xd, neanche durante gli anni d'oro della mia scrittura xd al massimo un capitolo così, lo scrivevo solo scrivendo tre giorni di seguito xd
devo dirvi che per TANTO TEMPO ho pensato a questo capitolo, temevo che quando sarebbe arrivato finalmente, non avrei saputo cosa scrivere, temevo l'avrei diviso in due parti o anche più..non mi aspettavo che mi sraei coinvota così tanto xd

Devo dirvi assolutamente la canzone che mi ha ispirato la RonxHarry! E quella a cui dedico questo capitolo, perchè tanti spezzoni del video mi hanno ricordato LORO. Fate conto che la ragazza è Harry LOL

Perfect 

vi avviso che ho corretto buona parte del capitolo..ma devo ancora finire di correggerlo, quindi non temete se leggete degli errori, lo correggo anche dopo averlo postato xd

“Tipo: dove andiamo, perché andiamo, per quanto tempo e se ci servirà la benzina, quando andremo nell’aldilà e perché esiste l’aldiqua?”
cit di dylan dog

canzone il lungo addio: Dylan dog n 74

“Andrò dovunque tu andrai.” : canzone Wherever will go
 
   
 
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