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Autore: NIHAL_JOHNSON    29/05/2020    3 recensioni
Hermione si avvicinò a Ron e con la luce della candela notò che i gemelli Weasley dormivano in due letti dall’altra parte della stanza.
“Cosa ci fanno loro nella stanza di Ron?”
“L’hanno lasciata a degli ospiti che vengono alla partita.” Sbadigliò Harry, “cosa stai facendo?”
“Sta a vedere.” Sussurrò lei maligna.
Si avvicinò al letto di uno dei due, osservando bene il suo volto addormentato profondamente. Era senz’altro Fred. Dormiva sereno, aveva fatto crescere i capelli ed erano fiamme di fuoco sparse sul cuscino. Hermione avvertì l’impulso di sfiorarli e toglierli un ciuffo ribelle dalla fronte.
“Ma che diavolo ti prende Hermione?” Si chiese scuotendo la testa. Si avvicinò lentamente fino a che fu ad un soffio dal suo volto.
“FRED WEASLEY! MAMMA HA SCOPERTO I NOSTRI ESPERIMENTI!” Gridò a pieni polmoni imitando la voce più profonda di George.
Fred scattò a sedere sbarrando gli occhi, “No, no, no! George nascondi le prove!” Gridò spaventato e ancora mezzo addormentato.
Come nasce l'amore tra Fred ed Hermione, tra battibecchi, frecciatine, sguardi... ma sembra non esserci davvero speranza, finché tre anime buone non interverranno in loro aiuto, con una piccola... spinta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO VENTISETTE
 
 
QUINTO ANNO: LA TANA (VACANZE APRILE)

 
 
 
 
 
 
 
 
“MAMMA NO!”
“No!”
“Allontanatevi da lui…”
“No mamma non è come pensi.” George si frappose tra sua madre e Draco, che era rimasto immobilizzato dalla paura.
“Ma siete diventati matti? E’ Malfoy!”
“Mamma ascoltami…”
“NO GEORGE, fatti da parte è un ordine.”
“Che cos’è tutto questo baccano?” Arthur era entrato dall’altra stanza, e si bloccò quando vide Draco Malfoy in piedi in mezzo ai suoi figli, che lo difendevano.
“Malfoy?”
“Salve.” Disse Draco spuntando da dietro George agitando una mano imbarazzato.
“George, spostati. Fred, Ginny, tutti voi…”
“Mamma,” Hermione raggirò Draco e George e si mise davanti a tutti, le mani alzate. Le labbra di Molly tremavano come la sua presa sulla bacchetta.
“Suo padre…”
“Si lo sappiamo chi è. So che può sembrare strano…”
“Strano?!”
“Ascoltatemi vi prego, lui non…”
Draco bloccò Hermione con una mano, guardandola come per dire: “ci penso io,” e si avvicinò con cautela ai genitori Weasley, le mani alzate, e un sorriso sincero sulle labbra.
“Lo so, è assurdo che io sia qui, ma sono cambiate tante cose quest’anno. Io…” doveva dire tutta la verità se voleva che si fidassero di lui, e lo voleva per davvero, “mio padre non fa che tormentarmi ultimamente, dice che non sono degno di quella famiglia. Mi odia, e io odio il fatto che non riesco ad odiarlo fino in fondo. Ma mi fa paura e meno tempo passo a casa mia… meglio è anche per me.
Non so cosa mi abbia fatto cambiare idea,” in realtà lo sapeva benissimo, ma non poteva dirlo ad alta voce, “ma è successo, e sono diverso ora. So di non meritarmi il vostro perdono dopo tutto quello che ho fatto e detto su di voi, ma sono stanco di essere qualcuno che non sono. Per tutta la vita sono stato esattamente come altri volevano e si aspettavano che io fossi, ma ora non più. Io non voglio essere come mio padre, come la mia famiglia…”
Sussurrò infine abbassando lo sguardo. Non sapeva cos’altro dire, strinse i denti e ricacciò indietro le lacrime, se pensava a qui momenti terribili prima dell’anno scolastico si sentiva mancare. Non aveva mai avuto tanta paura in vita sua.
Molly sospirò, quelle parole erano sincere, e anche il tremore nascosto tra esse, diceva la verità, lei lo sapeva. E gli fece tenerezza quel ragazzo così giovane e già così distrutto, al quale non era stata lasciata scegliere una cosa della sua vita.
Abbassò la bacchetta sospirando e si scambiò uno sguardo con Arthur, che sorrise dolcemente scuotendo la testa.
Molly guardò i suoi figli, “posso parlarvi un attimo in cucina?”
Tutti superarono Draco a testa bassa, che rimase in soggiorno, mentre la famiglia Weasley, Hermione ed Harry parlavano a bassa voce nell’altra stanza.
Draco iniziò a dondolarsi nervosamente da un piede all’altro, e iniziò a guardarsi intorno.
La stanza era grande, illuminata dalle grandi finestre. Il soffitto era ricoperto di travi di legno spesse, e ogni dettaglio tendeva al rosso, le tende, il tappeto, le cornici dei quadri, i cuscini sui divani.
In un angolo il fuoco scoppiettava allegro nel camino. Accanto al lungo tavolo di legno, c’era un grosso orologio anch’esso di legno massiccio le cui lancette terminavano con i volti della famiglia Weasley. Invece dei numeri nel quadrante c’erano dei luoghi. Sei delle nove lancette segnavano la voce “casa.”
Draco sorrise, aveva passato una vita ad odiare quella famiglia, a causa delle idiozie inculcate da suo padre, quando invece non desiderava altro che far parte di una famiglia come quella.
Sentirsi al sicuro, protetto e amato erano cose che non gli erano mai appartenute. Certo sua madre gli voleva bene, ma non era l’affetto di una madre come le altre, anche lei si aspettava grandi cose da lui, e il suo più grande difetto era dare sempre ragione a Lucius, anche quando lo aveva picchiato a sangue; non lo aveva fermato, era rimasta a guardare, e Draco aveva capito che quello non era vero affetto, e si sentì solo come non mai.
Sospirò, poi si voltò verso la credenza, dove una strana scultura in vetro simile ad un alberello pieno di foglie dormiva dondolandosi avanti indietro. Draco si avvicinò curioso, sfiorandolo con un dito.
L’alberello si svegliò di soprassalto, spaventato, e si attaccò al dito di Draco che urlò di sorpresa e fece un salto all’indietro.
L’alberello saltò in aria e Draco lo riacchiappò al volo per non farlo cadere, con qualche difficoltà.
Qualcuno tossicchiò dalla porta della cucina, Draco si voltò e vide tutti che lo fissavano divertiti.
Il biondo rimise sulla credenza l’alberello offeso che gli fece una smorfia, per poi rimettersi a dormire, Draco sorrise imbarazzato.
Molly si avvicinò a lui, raccolse la sua borsa e gliela porse. Draco abbassò gli occhi sconsolati e il cuore gli divenne pesante come un macigno.
“Oh… certo. Me ne vado, scusate per l’intrusione, non c’entro nulla qua io.” Mormorò avvilito, avviandosi verso il suo baule.
Molly scoppiò a ridere, e lo abbracciò materna, Draco sbarrò gli occhi sorpreso.
“Ma che hai capito, su prendi le tue cose e portale al piano di sopra, starai in camera con Harry e Ron, loro sono d’accordo.”
Draco guardò avanti oltre la spalla di Molly e incrociò lo sguardo dei due che sorrisero comprensivi, Harry incrociò le braccia.
“A tuo rischio e pericolo.” Rise divertito il Prescelto. Draco fece lo stesso e quando Molly si staccò, sorrise amorevole e gli mise una mano sulla guancia.
“Benvenuto in famiglia Draco.”
Draco sorrise commosso. Quello fu uno dei momenti più belli della sua vita.
 
 
Gli altri gli fecero fare il tour della Tana, e gli mostrarono la sua stanza al secondo piano. Poi George ed Hermione, che cercava disperatamente di sembrare Fred il più possibile, lo accompagnarono di nuovo in cucina per preparare la cena. Harry e Ron uscirono in giardino per scacciare gli gnomi.
Fred stava per seguire il gemello, ma Ginny lo afferrò per una mano e lo trascinò dentro alla camera di Ron.
“Che fai?” Sbottò Fred guardando la sorellina che con una luce strana negli occhi si era inginocchiata a terra e stava rovistando nel baule di Draco sul pavimento.
Ginny alzò una camicia candida, quella della divisa e l’annusò chiudendo gli occhi.
“Ma sei matta? Mettila giù!” Gridò Fred strappandogliela di mano, allibito e divertito dal comportamento della sorellina.
“Sa di pino selvatico.”
“Tu sei malata.”
“Come se tu non fossi curiosa di sapere che biancheria porta.”
“No direi che curiosa non è il termine che userei.” Disse Fred rabbrividendo al pensiero.
Ginny lo ignorò e tirò fuori dal mucchio di vestiti un costume da bagno a boxer verde smeraldo. Si alzò in piedi ammaliata.
“Chissà come sta bene con questo addosso.”
“Tu devi farti curare,” sbottò Fred afferrando un lembo del costume, mentre Ginny tirava dalla parte opposta, “lascialo Hermione!”
“Mettilo via o ti…”
“Ragazze, Molly dice di aiutarla con la cena…” la voce di Draco arrivò dalle scale e il ragazzo entrò nella camera, bloccandosi sorpreso.
In quella posizione, le due ragazze sembravano starsi contendendo il costume da bagno del ragazzo. Fred e Ginny lo fissarono con gli occhi sbarrati, mollando immediatamente la presa.
Dracò indicò la sua valigia aperta, “co-cosa state facendo con i miei vestiti?”
Ginny rigida, il costume in mano, chiuse il baule con un calcio e lo spinse via.
“Niente… stavamo solo…”
Draco incrociò le braccia, cercando di non scoppiare a ridere. “Si?”
“Stavamo solo controllando se avevi portato il tuo costume, andiamo a farci un bagno al lago vicino a casa domani e devi assolutamente averlo.” Disse Ginny agitandolo con la mano in aria. Poi lo rilanciò sul suo baule mettendo le mani dietro alla schiena.
Fred la imitò sorridendo imbarazzato. Draco scoppiò a ridere e indicò il corridoio, chinandosi in un piccolo inchino, “signorine, dopo di me.”
Fred e Ginny si lanciarono un’occhiata divertita e uscirono dalla stanza, Ginny rossa come i suoi capelli.
Fred quando passò accanto a Draco si bloccò, “guarda che io stavo cercando di fermarla, eh.” Si giustificò a disagio, il biondo scosse la testa divertito e la spinse piano davanti a lui.
“Tranquilla Hermione, non devi rubare la mia biancheria, se la vuoi così tanto, te la posso regalare.” Disse lui ridacchiando.
Fred scosse la testa, ma sorrise.
 
 
 
Al piano di sotto Hermione non se la stava cavando meglio di Fred. Era rigida e tesa, in ansia continua che Molly o Arthur si accorgessero che qualcosa non andasse in uno dei gemelli, ma non si rendeva conto che comportandosi in quel modo aumentava solamente i loro sospetti.
“Fred che fai lì impalato?”
George stava giocherellando con il suo piccolo gufo Jean seduto sul tavolo da pranzo, e alzò gli occhi sul gemello.
“Ahem scusa mamma…” si riscosse Hermione, e si rimboccò le mani per aiutarla a riporre le stoviglie ad asciugare. Molly la guardò allibita.
“Che stai facendo?”
“Cosa?”
“Mi stai aiutando di tua spontanea volontà…” mormorò lei allibita.
“Mi nascondi qualcosa signorino?” Domandò fissandola con sospetto dal basso, era molto più bassa del figlio.
Hermione alzò lo sguardo terrorizzata e incrociò lo sguardo di Fred che stava scendendo le scale insieme a Ginny e Draco. Lui indicò prima lei e poi lui con entrambe le mani come per dire “sii me,” incitandola con gli occhi.
Hermione annuì decisa e si voltò verso Molly, “h-hai ragione mamma, io…non, non voglio aiutarti con le faccende…” disse impacciata, poi afferrò un piatto e lo scaraventò a terra. I cocci si sparsero su tutto il pavimento.
Tutti trasalirono e scoppiarono a ridere, tranne Molly e Fred che si lanciò su Hermione agguantandola per le spalle.
“Così è troppo però…” sibilò tra i denti Fred, spostando Hermione di lato.
“Fred Weasley!” Gridò Molly infuriata. “Adesso pulisci tutto immediatamente, e non ti azzardare a tirare fuori la bacchetta.” E se ne andò dalla cucina scuotendo la testa, quei ragazzi l’avrebbero fatta diventare matta.
Hermione spintonò Fred, che si massaggiò la spalla, spingendolo a sua volta.
“Che vuoi da me?”
“Tu mi hai detto che devo comportarmi più come te.”
“E io rompo i piatti davanti a mia madre? Farei prima a scrivermi in fronte: voglio morire per favore.”
“Non ti sopporto più.”
“Oh ma piantala.”
“Piantala tu!”
“L’ho detto prima io!”
“Sei così infantile…”
“Adesso pulisci donna.”
“Oh Fred, ti consiglio di non addormentarti stanotte.”
“Oddio che paura, verrai a picchiarmi con i tuoi libri?”
George e Draco si lanciarono uno sguardo sospettoso vedendo i due bisticciare. Quella conversazione era assurda ed esattamente specchiata; e i due non si erano accorti di essere ascoltati.
George stava iniziando a realizzare sul serio che qualcosa non andasse, si stavano comportando esattamente come l’altro da più di una settimana ormai. Doveva scoprire cosa c’era sotto. Si sporse verso Draco.
“Quei due nascondo qualcosa.” Sussurrò con un angolo della bocca.
“Fred che fa guadagnare punti, gioca male a Quidditch, ed Hermione che perde punti, si addormenta in classe e si taglia la gonna della divisa lanciando occhiatine ammiccanti a tutti… Si decisamente nascondono qualcosa.” Disse lui sospettoso, ma divertito.
“Io ho un piano per scoprirlo,” disse George con aria furba, continuando a fissare dal tavolo i due che si spintonavano e si guardavano in cagnesco, “sei con me?”
“Non devi neanche chiederlo.”
 
 
 
Quella sera a cena, si sedettero tutti attorno al tavolo per mangiare. Molly accudì Draco come faceva con Harry, facendolo sentire parte della famiglia.
“Alla fine hai visto che un Malfoy si è seduto a cena con noi?” Disse furba Ginny a George che era seduto accanto a Draco, che ridacchiò.
“Ammetto che non lo avrei mai pensato, ma è piacevole averti qui amico.” Disse George prendendo Draco sottobraccio.
“Non pensavo che lo avrei mai detto ma… mi passi le patate Draco?” Disse Harry, tutti scoppiarono a ridere.
“E’ tutto squisito signora Weasley.” Disse Draco servendosi l’arrosto per la seconda volta.
“Chiamami Molly ti prego.”
“Ti piace qui?” Domandò Arthur guardandolo e incrociando le mani, per lui era un po’ più difficile guardare questo nuovo Draco senza pensare a Lucius. Gli somigliava così tanto, anche se i suoi occhi grigi erano gentili ora, luminosi, nulla a che vedere con quelli gelidi di Malfoy Senior.
Arthur sapeva che Draco diceva la verità, che doveva aver passato momenti terribili in quella famiglia, ma ogni volta che lo guardava, rivedeva il Mangiamorte; doveva solo farci l’abitudine, ma per il momento era ancora strano.
Draco sorrise radioso, “è meraviglioso, è così calda e accogliente. Nulla a che vedere con Villa Malfoy…” si rabbuiò per un attimo. “Noi… non parliamo molto a cena, anzi in effetti non parliamo affatto…”
Tutti si scambiarono un’occhiata d’intesa, e George si sentì in dovere di tirare su il morale al ragazzo.
“Ehi Draco, devi venire assolutamente nel periodo di Natale, l’anno scorso non è venuta, ma zia Muriel è uno spasso quando beve. Quando io e Fred avevamo sette anni le abbiamo corretto il whiskey con un incantesimo, si eravamo dei geni già allora, e ha parlato al contrario per tutta la sera. Dovevi esserci.” Disse ridendo, seguito da tutto il tavolo.
“Si, ma adesso siete maggiorenni, non potete fare più questi scherzi…” disse Molly seccata.
“Oh mamma, guarda che andrà sempre peggio, vero Freddie?”
Hermione alzò lo sguardo e annuì sorridendo, “oh si assolutamente.”
Fred sorrise.
“Pensa a quando avremo quarant’anni, che scherzi grandiosi che faremo, e a settanta…” rise George iniziando a fantasticare sui loro progetti futuri per il negozio, sotto lo sguardo felice di tutti che lo ascoltavano.
Fred sospirò e guardò il gemello parlare a raffica, non vedeva l’ora di poterlo riabbracciare, fingere di non essere suo fratello stava diventando sempre più difficile, era lontano da lui da troppo tempo.
Hermione sorrise felice, era tutto perfetto, a parte il piccolo dettaglio dello scambio. Draco era riuscito a farsi accettare, diventare uno di loro, e lei sapeva che era la cosa che più desiderava al mondo, e niente gliel’avrebbe portata via.
George si lanciò un’occhiata eloquente con Draco e sorrise malefico.
“Mamma, Fred non ha ancora preso il purè.” Disse indicando la ciotola.
Molly sorrise, “ma certo, scusa caro,” e prese poi il piatto di Hermione, schiaffandoci dentro una bella cucchiaiata di purè, sotto lo sguardo schifato della ragazza. Era l’unico piatto che non mangiava praticamente.
“Su tesoro,” la incitò Molly, “mangia che si raffredda.”
“Ahem, non mi piace tanto il purè.”
Calò il silenzio, tutti la guardarono allibiti, Draco guardò verso George, sorrideva soddisfatto.
“Cosa?”
“Non posso mangiarlo, mi dispiace.” Disse Hermione allontanando il piatto orripilata, non riusciva quasi nemmeno a guardarlo.
“Ma Freddie, l’hai sempre mangiato…” disse George cercando di non scoppiare a ridere.
“No io odio il purè…” sbottò irritata senza capire perché tutti la guardassero così, non si poneva nemmeno il problema fondamentale.
“Già FREDDIE, è il tuo piatto preferito…” sussurrò Fred accanto a lei, con voce che faceva bene intendere quello che pensava, calcando a denti stretti il suo nome.
Hermione alzò lo sguardo spaventata su di lui. Solo lei l’aveva sentito.
Merda.
“Tesoro non ti senti bene?” Domandò Molly preoccupata.
“No sto benissimo.” Disse lei poco convinta, sfoggiando un sorriso falsissimo.
“Allora mangia.” Disse Arthur, e così Hermione alzò in aria una cucchiaiata di purè, lo guardò schifata. Aprì la bocca lentamente, avvicinando il cucchiaio.
Ce la puoi fare, dai non è così terribile, ce la puoi fare, ce la puoi…
Mangiò un minuscolo angolo di quella poltiglia gialla, e mollò la posata che tintinnò sul piatto.
“Scusate…” disse mettendosi una mano sulla bocca e alzandosi di scatto dal tavolo correndo in bagno.
“Fred!”
Hermione sputò tutto nel lavandino e si sciacquò la bocca sputacchiando orripilata.
“Bleah…” Chiuse il rubinetto e sbuffò, essere Fred era così difficile…
Si guardò allo specchio e vide riflesso Fred che la fissava ansimando. Sospirò debolmente.
Era così bello, quei capelli, le lentiggini, gli occhi nocciola, il sorriso. Quel sorriso le mancava da impazzire; lo vedeva su sé stessa, ma non era la stessa cosa. Le mancava vedere lui sorridere in quel suo modo imparagonabile.
Abbassò gli occhi e scosse la testa.
 
George guardò il gemello scattare in piedi, rovesciando quasi la sedia, Draco si sporse verso di lui.
“Questo è strano quindi?”
“Oh si, molto strano,” rispose lui sospettoso, “Fred ama il purè…”



 
 
§
 
 
 
Harry uscì dal bagno della loro stanza con indosso il pigiama, guardò Ron russare beato.
Si stava per coricare e togliere gli occhiali, quando notò che la brandina di Draco era vuota, le coperte spostate.
Voltò lo sguardo e lo vide seduto sul davanzale della grande finestra spalancata, le ginocchia contro il petto, che guardava fuori nella notte. Si avvicinò e si sedette accanto a lui.
“Ehi.”
“Ehi.”
“Non riesci a dormire?”
“No è che…” si interruppe, era strano parlare con Harry da solo, non era mai capitato. Solo con Hermione si era veramente aperto fino a quel momento, e in parte anche con Fred.
Harry lo guardò, incitandolo a continuare.
“Sento come un peso addosso, un’ombra oscura che si sta avvicinando sempre di più…”
“A chi lo dici,” disse Harry ridacchiando, Draco sorrise.
“Magari è la stessa ombra.” Mormorò Harry tornando serio, Draco alzò gli occhi su quelli verdi del ragazzo, che poi voltò lo sguardo verso la campagna buia.
“E’ da tutta la vita che mi sento fuori posto, ma adesso, da quando ho messo piede qui, per la prima volta, mi sento a casa.” Sussurrò Draco piano, Harry sorrise.
“Anche per me è stato così, non ho mai sentito Privet Drive come la mia vera casa, non ne ho mai avuta veramente una, fino a quando non ho conosciuto loro. Mi hanno accolto come un figlio e io… li sto mettendo in pericolo.” Mormorò Harry poi abbattuto, passandosi una mano sulla faccia.
“E’ inevitabile che ti staranno sempre accanto, non glielo puoi impedire. E’ giusto così.”
“E tu?”
“Io?”
“Ad un certo punto Draco arriverà un momento in cui dovrai fare una scelta, e quella scelta sarà solo tua.”
“Io non ho mai avuto molta voce in capitolo sul mio futuro, è sempre stato scritto da altri.”
“Tutti abbiamo una scelta, e quando arriverà il momento, sarà più facile di quanto credi.”
Draco lo guardò sorridendo, ma in realtà era un sorriso triste, aveva paura.
“Come quando ho scelto di non essere tuo amico, ho capito subito che era meglio così.” Aggiunse il Prescelto ridendo, Draco lo seguì, poi saltò giù dal davanzale nella stanza agilmente. Harry fece lo stesso e si avviò verso il suo letto.
Draco guardò fuori un’ultima volta. “Io credo di averla già fatta la mia scelta…” mormorò alla notte, Harry lo sentì e sorrise nel buio.
 
 
 
“Se ti devi comportare così male lo faccio anche io.”
“Tu ti sei comportato male fino ad ora. Devo ricordati il taglio della mia gonna, gli occhiolini a tutti, i ritardi alle lezioni, i punti persi?” Strillò Hermione isterica. Erano fuori in giardino, erano già andati tutti a dormire.
“Oh ti prego, davanti a mia madre ti rifiuti di mangiare il mio piatto preferito?”
“Che colpa ne ho se odio il purè?”
“Come fai ad odiare il purè? E’ buonissimo!”
“Non per me.”
“Io non ti capisco, non potevi solo mangiarlo?”
“Non ce l’ho fatta.”
“Pft. E vogliamo parlare di George? Fred Weasley non si rifiuta mai di fare uno scherzo, e soprattutto non evita in questo modo George!”
“Scusami se stavo facendo tutto il lavoro, cercando disperatamente un modo per aggiustare… questo!” Sbottò irata alla fine indicando entrambi in modo teatrale.
Fred rise di scherno, ed Hermione si infuriò ancora di più.
“Come se tu fossi stato bravo ad essere me, non ti sei sforzato nemmeno un pochettino.” Rimbeccò lei acida, Fred incrociò le braccia e la guardò con sfida.
“Adesso ti faccio vedere quanto poco posso essere te.”
 
 
 
 
§
 
 
 
Draco scese per colazione assonato, era abbastanza presto e stavano ancora tutti dormendo. Si spettinò i capelli bianchi ed entrò in cucina. La luce calda filtrava dalle grandi finestre. Draco ispirò l’odore della campagna, dell’erba e del legno.
Sorrise felice.
Si avvicinò al lavello e si versò una tazza di caffè.
“Ciao Serpeverde.”
Una voce maliziosa alle sue spalle lo fece voltare. Si girò e vide Ginny in camicia da notte che scendeva le scale sensuale.
“Buongiorno Ginny.” Disse lui sorridendo e abbassando la maglietta bianca a maniche corte del pigiama sui pantaloncini.
“Come hai dormito?”
“Come non dormivo da molto tempo.” Rispose lui sincero.
“Sono contenta… allora hai pensato alla mia richiesta di.. imparare a conoscerci meglio?”
Draco si guardò intorno indietreggiando, mentre la rossa si avvicinava a lui e si fermava dalla parte opposta del tavolo, senza staccargli gli occhi di dosso.
“Ahem veramente…”
“Facciamo un gioco.”
“Eh?”
“Ogni volta che dici cosa ti togli qualcosa di dosso.”
“Cosa?”
“Uhh come siamo impazienti di iniziare,” disse lei raggirando il tavolo, con sguardo accattivante. “Togliti la maglietta…”
Draco indietreggiò e si scontrò contro il piano della cucina, una luce di terrore negli occhi. “Io non credo che…”
“Hai paura?” Disse lei attaccata a lui, ad un soffio di distanza.
“C-cosa?”
“Ah! Hai detto di nuovo cosa! Tranquilla ci andrò leggera con te.”
“Aspetta cosa?” Disse lui, ma un attimo dopo Ginny si era avvinghiata a Draco e cercava di saltargli addosso, sbattendolo sul tavolo. Il biondo preso alla sprovvista si divincolò dalla presa così forte di quella ragazza, che rideva compiaciuta.
Draco urtò il tavolo che fece un gran baccano. “No Ginny aspetta!” Gridò spaventato, quasi cadendoci sopra.
“Cosa sta succedendo qui?”
In quell’istante Fred comparì dalle scale e sbarrò gli occhi quando vide la scena. Draco si tirò immediatamente su vedendo Hermione e allontanò Ginny.
“Giù le mani dalla mia sorellina!” Gridò Fred saltando gli ultimi tre gradini.
“No è stata lei a saltarmi addosso… aspetta sorellina?”
“Si… beh, Ginny è come una sorella per me. Che stavate combinando voi due?” Disse furbo.
“Hermione non è come pensi, io…” disse spaventato, sotto lo sguardo perplesso di Ginny. La rossa vide lo sguardo di Draco mentre fissava Hermione, completamente abbagliato, come se tutto il resto fosse svanito di colpo. La rossa alzò un sopracciglio.
“Si sono stata io è vero…” disse.
“Ginny te l’ho detto, non prima dei quarantacinque anni.”
“Oddio sembri Fred e George.” Sbottò lei scocciata, Fred ridacchiò e la bloccò, “cercavo te in realtà, devo chiederti aiuto per una cosa.”
“Va bene. Ci vediamo dopo Draco.” Disse Ginny facendogli l’occhiolino, e il biondo le guardò salire ridacchiando, osservando una spettinata Hermione che saliva le scale maldestramente, grattandosi una chiappa.
 
 
Hermione era seduta sul molo del lago, un libro in mano e gli occhiali da sole.
George accanto a lei prendeva il sole, la testa rivolta verso l’alto e gli occhi chiusi. Ginny, Harry e Ron chiacchieravano poco distanti.
“Ancora con quel dannato libro? Ieri hai letto fino a tardi.”
“Sto cercando un incantesimo.” Rispose lei senza staccare gli occhi dalle pagine.
“Posso darti una mano? E’ per uno dei nostri esperimenti?”
“No direi di no.”
Georges buffò sonoramente.
“Ma non abbiamo ancora fatto nessuno scherzo da quando siamo arrivati! Nemmeno uno piccino piccino a Ron.”
Hermione scosse la testa, e non rispose.
“Non sembri nemmeno più tu…” mormorò George triste, mettendosi gli occhiali da sole.
Hermione lo guardò e sospirò. Forse stava esagerando con George a non calcolarlo poi tanto, per lui doveva essere difficile veder comportarsi così la sua metà. Ma proprio non riusciva a comportarsi come Fred come avrebbe dovuto, il fatto che lui continuasse bellamente a ignorare i suoi doveri da Hermione la faceva imbestialire.
Non riuscivano a collaborare.
Ginny improvvisamente si alzò a sedere e si abbassò gli occhiali da sole, “o-mio-Dio.”
Hermione si voltò insieme a tutti verso l’erba, e abbassò gli occhiali pure lei per vedere meglio, spalancando la bocca.
Draco stava camminando verso il molo, a petto nudo, indossando solo il costume a boxer, la maglietta tenuta con un braccio sulla spalla, i capelli biondi spettinati, il fisico molto più scolpito di quanto pensassero.
George si girò verso il gemello e vide la sua espressione mentre fissava Draco avvicinarsi identica a quella di Ginny. Addirittura Hermione si tolse gli occhiali e si mise una delle stanghette tra i denti, fissando curiosa e maliziosa il Serpeverde.
George fissò il gemello allibito, voltandosi poi verso Draco e poi verso di lei, aggrottando le sopracciglia.
Draco si alzò e si avvicinò al bordo del molo e gettò la maglietta accanto a lui, sedendosi.
“Di che parlate?”
“Draco per favore puoi evitare di essere così incredibilmente attraente a quanto pare, la mia sorellina rischia di slogarsi la mandibola se continua a tenere la bocca così…”
Ginny gli lanciò un asciugamano rossa in viso e George ridacchiò, togliendoselo dalla testa.
“Stavo sgridando Fred perché non facciamo uno scherzo a qualcuno da più di due settimane. Sto iniziando a sentirmi male, ne ho bisogno!” Disse George con tono tragico. Hermione alzò gli occhi al cielo e tornò al suo libro.
Ginny si voltò verso di loro, mettendosi a pancia in giù. “Ho sentito la parola scherzo?”
Harry e Ron gattonarono verso di loro, Ron sorrise, “me ne è venuto in mente uno divertentissimo l’altro giorno…”
“Ronnie ti prego risparmiacelo…” disse George, mettendogli una mano sulla faccia, Ron la spostò scocciato, “uffa.”
“Non vedo l’ora di vedere il vostro negozio,” disse Draco pensieroso.
“Ormai è questione di mesi… sarà spettacolare.”
“Ehi,” mormorò Ginny, “ma dov’è Hermione? L’ho aiutata a ritrovare il suo…” Si voltò per rigirarsi di schiena, e si bloccò stupefatta. “Wow.”
Tutti i ragazzi ed Hermione alzarono lo sguardo e rimasero ammutoliti. Fred stava camminando disinvolto nell’erba con indosso lo striminzito costume rosa che Ginny aveva regalato ad Hermione tempo prima, e di cui Fred si ricordava benissimo.
Era stata un’impresa allacciarlo, ma ne era valsa la pena, ora lo sfoggiava in tutto il suo splendore. I seni erano fasciati perfettamente, la pancia piatta lasciata scoperta, come le lunghe gambe affusolate.
Sembrava muoversi a rallentatore. Si spostò un ciuffo di capelli dietro la schiena e sorrise ai suoi amici.
Draco deglutì, e così fecero anche gli altri tre ragazzi, ammaliati da quella visione. Hermione era davvero meravigliosa, ma non era da lei mostrarsi disinvolta in quel modo, e questo lo notò subito George.      
Fred arrivò fino al gruppo e li salutò allegro, poi si avvicinò al bordo del molo, Hermione lo guardava dal basso seduta con odio.
“Ciao Fred.”
“Bel costume.”
“Vero? Ho fatto molta fatica ad allacciarlo senza vedere nulla sai.” Le sussurrò ad un orecchio piegandosi su di lei.
“Dubito che tu ti sia sforzato tanto.” Sibilò lei seccata, ma Fred scosse la testa, “non devi credermi per forza.”
Poi Fred si voltò verso l’acqua e indicò qualcosa. “Che cos’è quello?”
George e Draco scattarono in piedi e si avvicinarono al molo curiosi e sporgendosi sull’acqua, Fred si mise dietro di loro silenzioso.
“Dove?”
“Io non vedo nulla Hermione.”
“Ops.” Disse Fred spingendo improvvisamente i due in acqua, che presi alla sprovvista caddero nel lago, riemergendo e guardandola furiosi, ma divertiti.
“Forse era questo quello che avevo visto.” Disse Fred pensieroso, ma Draco e George sorridevano dal basso.
“Cosa avete da ridacchiare voi due?” Domandò Fred sospettoso, si voltò appena in tempo per vedere Harry e Ron che correvano verso di lui e si tuffano in acqua trascinandoselo dietro.
Hermione e Ginny scoppiarono a ridere e si lanciarono pure loro in acqua, riemergendo in mezzo agli altri che ridevano come matti.
Hermione era accanto a George e fissava Fred ridendo, in effetti era davvero bella vista da fuori, con quel costume, i capelli bagnanti, l’aria disinvolta; era incredibile pensare che lì dentro ci fosse Fred e come si trovava stranamente a proprio agio nel suo corpo.
George si avvicinò ad Hermione, e sorrise, “eccolo lì,” disse a bassa voce, il mento immerso in acqua e lo sguardo furbo.
“Cosa?”
“Quello sguardo.”
Hermione lo guardò senza capire e George indicò con il mento Fred.
“Era da tempo che non la guardavi più così, ma ora rieccolo quello sguardo. Non guardi nessuno come lei.”
“La guardo davvero così spesso?” Domandò Hermione guardando Fred che sputava acqua in faccia a Harry ridendo.
“Oh si Freddie. Tutti i giorni.”
“E come la guardo?” Domandò lei piano, il cuore che batteva a mille nel petto.
“Come se non ci fosse nient’altro che lei. Dopo la sera del Ballo mi hai detto che quando l’hai vista scendere dalle scale ti è sembrato come se risplendesse di luce propria, e di come tutto il mondo intorno improvvisamente fosse sfumato. Mi hai detto che era la cosa più bella che tu avessi mai visto in tutta la tua vita.”
Hermione si voltò verso di lui, guardandolo negli occhi.
“E dopo quella sera, quando l’hai vista la mattina dopo a colazione, o camminare per i corridoi, anche se era tornata la solita Hermione di sempre, con i capelli arruffati, la divisa lunga, l’aria saccente, era ancora più bella, ogni giorno di più, da togliere il fiato. Intelligente, sveglia, brillante, e meravigliosa. Ecco cosa hai detto.”
Hermione si morse un labbro e sorrise dolcemente, abbassando lo sguardo.
“Davvero ho detto questo?”
“Si Freddie, non ti ho mai visto cadere tante volte come quando Hermione Granger entrava in una stanza…”
Hermione rise al ricordo e guardò verso Fred, che incrociò il suo sguardo e sorrise.
Fred aveva detto quello? Non ci poteva credere. La trovava davvero così bella? Si sentì mancare per un attimo, la testa le girò e il cuore sembrò balzarle in gola.
Stava per dire qualcosa a George, chiedergli di più, ma Ron si lanciò su di lei cercando di affogarlo ridendo.
Nuotarono tutti assieme al largo, facendo a gara, spruzzandosi, giocando, ridendo come non mai.
Era un momento perfetto, un piccolo angolo di gioia e divertimento, dove ogni problema fuori da quel posto sembrava un ricordo lontano. Ed Hermione era immensamente felice a quella scoperta a cui mai avrebbe pensato potesse essere vera.
E invece lo era. Fred Weasley la trovava meravigliosa...
 
 
 
La settimana finì in fretta, troppo in fretta per Draco. Hermione non aveva trovato nulla sull’incantesimo nei libri che aveva preso in prestito in biblioteca, e stava iniziando a perdere le speranze.
Lei e Fred non sapevano come venirne a capo. Decisero di aspettare Hogwarts, magari lì avrebbero trovato le risposte che cercavano, in un altro modo.
Passarono i giorni, uno dietro all’altro.
Draco imparò cosa voleva dire scacciare gli gnomi dal giardino di casa.
Arrivò una lettera da Felpato che gli spiegava che non poteva venire a fargli visita era troppo pericoloso. E che il Quartier Generale era meglio non frequentarlo ultimamente, per quello erano andati alla Tana, per le continue pressioni del Ministero che cercava la vecchia proprietà dei Black, senza alcun risultato per fortuna, ma era meglio non andare lì per un po’.
Harry si rattristò molto, voleva vederlo almeno un giorno. Gli incubi erano peggiorati e aveva bisogno di parlarne con Sirius.
Draco propose allora ad Harry per tirargli su il morale di giocare a Quidditch una mattina, per tenersi in allenamento, e questo lo distrasse molto per fortuna, tornando a sorridere come prima.
Draco scoprì che il padrino di Harry Sirius Black era vivo, e faceva parte di qualcosa di segreto con Silente, non aveva capito molto altro, e in realtà non voleva nemmeno. Non erano affari suoi, e sapeva che era meglio per lui se era al corrente il meno possibile dei fatti, per la sua sicurezza quando sarebbe tornato a casa.
 


Il penultimo giorno, George convinse tutti a fare uno scherzo a Molly: fecero un incantesimo per cui le stoviglie presero vita e scappavano dalle mani di Molly ogni volta che provava a pulirle, volteggiando per tutta la stanza.
Draco imparò anche cosa voleva dire far arrabbiare la signora Weasley, e lo imparò sul campo, dovendo scappare per le scale insieme a tutti, inseguiti da delle ciabatte volanti scagliate contro di loro per tutta la casa e le urla di Molly che echeggiavano ovunque.
Si divertì un mondo, era tutto così nuovo, diverso. Era tutto pieno d’amore, e Draco desiderò non andarsene mai.
Ma quel giorno arrivò e fu il momento di tornare ad Hogwarts.
I genitori Weasley li accompagnarono alla stazione, Draco si mise il cappuccio della divisa per non farsi riconoscere da nessuno e si fermarono davanti al passaggio.
Molly accarezzò una guancia dolcemente al biondo, mentre gli altri correvano oltre il muro, “Sappi che sarai sempre il benvenuto a casa nostra. Per qualsiasi cosa ora sai dove siamo, non aver timore di bussare alla nostra porta se ne hai bisogno…”
Draco sorrise debolmente, “grazie, ma io…”
Molly lo bloccò seria, “sai cosa intendo. Tu sei buono Draco, l’ho visto in questi giorni. Questo è il vero te, non aver paura di mostrarlo al mondo.”
“Signora W… Molly, vorrei fosse così facile. Ma non potrò mai essere chi sono veramente, finché mio padre avrà il controllo sulla mia vita.”
“Un giorno questo finirà, te lo prometto.” Disse Molly abbassandogli di più il cappuccio sulla testa e tirando su con il naso.
“Ora va che perdi il treno.” Disse con la voce rotta, indietreggiando. Arthur la cinse in vita e sorrise al ragazzo.
“Ricordati sempre chi sei Draco.” Disse Arthur agitando una mano in aria.
Draco sorrise commosso, e sentì il salato delle lacrime in gola. Poi strinse la presa sul suo baule e superò il passaggio, prendendo una strada diversa dal gruppo e raggiugendo Zabini e gli altri sul binario.
Mentre i genitori Weasley se ne andavano stretti l’uno all’altra, una figura incappucciata aveva osservato tutta la scena, nascosta nell’ombra. Si sistemò il mantello e per un attimo, un segno nero a forma di teschio sul suo avambraccio fu ben visibile, poi la figura si tirò giù la manica guardandosi intorno, e sparì nella folla, svanendo nel nulla.









NOTA DELL'AUTRICE: Buona sera cari lettori. Eccomi con il nuovo capitolo. Questo è come una piccola pausa, un piccolo angolo per far entrare del tutto Draco nella famiglia Weasley, e amo questa cosa. Intanto finalmente è anche servito ai due per capire qualcosa di più, e una volta tornati ad Hogwarts, le cose non saranno più le stesse. Vedrete nel prossimo.
So che sto mettendo molto di Draco, ma andando avanti con la storia, mi sono affezionata tantissimo a questo personaggio e volevo tenere anche lui in parallelo, essendo ormai molto importante, se non fondamentale per molti motivi. 
Ma non vi preoccupate, Fred ed Hermione rimangono i nostri protagonisti indiscussi, e finalmente stanno aprendo gli occhi, manca davvero poco al prossimo twist.
Grazie a tutti quelli che continuano a seguire la storia e grazie dei bellissimi commenti. A presto!
   
 
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