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Autore: Itachi95    30/05/2020    1 recensioni
Un ragazzo, segnato da una tragedia che gli ha lasciato una cicatrice indelebile, vive il presente carico di rabbia, odio e trepidazione per la vendetta che un giorno sa che compirà. La piccola e insignificante gilda in cui è entrato non è nient'altro che una copertura, un mezzo per raggiungere più velocemente il suo scopo. Ma un giorno un evento inaspettato sconvolge i suoi piani. I membri della gilda scomparsi sette anni prima riappaiono inaspettatamente. Riusciranno a eliminare l'odio e le tenebre dal cuore dell'ultimo arrivato e a mostrargli come dovrebbe essere veramente un membro di Fairy Tail? O saranno coinvolti nella sua vendetta e verranno travolti dalla sua furia.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mirajane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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15. BESTIA
 
Mirajane colpì il demone dinnanzi a lei con un potente pugno in pieno volto, il demone venne scaraventato contro la parete, il suono della botta si propagò per tutto l’enorme corridoio, o meglio per quello che ne rimaneva, il demone cadde per terra di faccia e non si mosse più.
Si girò per guardare a che punto erano i suoi fratelli, anche loro avevano steso tutti i loro avversari e si stavano avvicinando.
Riassunse la sua forma umana annullando il Satan Soul.
«Tutto bene?», gli chiese.
«Si, non preoccuparti sorella, non erano avversari poi molto forti».
«Un vero uomo non si fa mettere al tappeto per così poco!».
«Bene allora prendiamo Rio e andi…», si girò nella direzione in cui si aspettava di trovarlo ma non vide nessuno.
«Ma dov’è finito?», chiese allarmata Lisanna.
«Nella foga del combattimento non ho più fatto caso a lui, deve avere approfittato del fatto che i demoni erano occupati a combatterci per allontanarsi e andare a cercare Krono per aiutarlo».
«Cosa crede di fare in quelle condizioni», Elfman continuava a guardarsi intorno come per cercare di scorgere Rio in lontananza.
«Il comportamento di Krono lo deve aver preoccupato non poco. Dopo che ha riassunto la sua forma umana le sue condizioni sono migliorate, inoltre se le sue capacità di guarigione sono superiori a quelle di un semplice umano grazie alla lacrima che ospita a quest’ora si dovrà essere rimesso quasi del tutto», Mira si portò la mano sul mento, assumendo un tono pensieroso: «Rio non sembra un tipo impulsivo, non si sarebbe messo alla ricerca di un demone come Malphas se non fosse sicuro di poterlo combattere decentemente, però c’è anche da dire che sembrava molto preoccupato per Krono e per la faccenda del suo debito».
Alzò lo sguardo verso i suoi fratelli: «non ha senso stare qui a perdere tempo in pensieri inutili, cerchiamo Krono, trovato lui sono certa che troveremo anche Rio e Malphas!».
«Ok!!», risposero i due fratelli all’unisono.  
Tutti e tre si affrettarono per quei lunghi corridoi e sale in rovina.
Mirajane, nonostante non lo avesse dato a vedere ai suoi fratelli, aveva uno strano e preoccupante senso di inquietudine addosso, come preannuncio di qualcosa di terribile che stesse per accadere.  
  
Krono guardava Malphas avvicinarsi, completamente inerme, incapace di difendersi, incapace di scappare. Aveva fallito e ora stava per morire.
Ad un tratto vide Malphas alzare lo sguardo e sgranare gli occhi, con un battito d’ali si slanciò all’indietro per schivare un’onda nera a forma di mezzaluna che andò a colpire il terreno.
“Quell’attacco!”.     
Krono fece per voltarsi per vedere Rio avvicinarsi, ma prima che potesse farlo sentì una mano premerli fortemente sulla nuca e sbatterlo violentemente sul pavimento rompendolo e facendolo anche affondare.
Krono sputò sangue mentre il dolore alla testa ritornò persistente.
«Certo che tu sei proprio una testa di cazzo», gli disse Rio a denti stretti, furente.
Tirò su la mano cosicché Krono poté guardarlo almeno con la coda dell’occhio.
«M-mma c-c…che caz…zo fai?».
«Non posso credere che ti abbia ridotto in queste condizioni», alzò lo sguardo per guardare Malphas, «a giudicare dal suo stato non sembra che tu gli abbia fatto danni seri. Scommetto che in preda all’ira e all’odio ti sei messo a combattere senza criterio, sparando all’impazzata e usando quantità esorbitanti di energia per azioni inutili».
Krono riuscì faticosamente a rimettersi a sedere, ma aveva il naso sanguinante.
«Che delusione Krono, sei peggio di un moccioso che fa i capricci, non so se sono più schifato dal tuo comportamento o da me stesso per essermi fatto battere da un idiota del genere. Non ricordi gli insegnamenti di tuo padre e tuo nonno, non bobbiamo cedere alle emozioni mentre combattiamo specialmente quelle negative, altrimenti rischiamo di trasformarci in bestie! È questo quello che vuoi diventare? Un essere peggiore dei demoni».
«Certo che no! Ma quello è l’essere che mi ha portato via tutto! La mia casa, i miei amici, la mia famiglia, io lo devo uccidere, lo devo uccidere ad ogni cost… sbammmm!».
Rio gli premette di nuovo la testa contro il pavimento.
«Ad ogni costo?! Anche perdendo te stesso? Ora capisco per quale motivo tuo padre e tuo nonno mi hanno chiesto di tenerti d’occhio temevano che tu potessi perdere il controllo».
«Ma di che cazzo parli?», Krono si liberò dalla presa di Rio tirandosi su per l’ennesima volta.
Rio fece qualche passo in avanti avvicinandosi a Malphas.
«Ehii! Che cazzo hai intenzione di fare! Lui è la mia preda devo essere io a ucciderlo è la mia missione».
«Cosa credi di fare in quelle condizioni! Sei talmente debilitato che potresti ammazzarti da solo, solamente cercando di fare ancora fuoco con quelle tue armi, hai fallito la tua missione Demon Loro! Adesso è il mio turno».
«Quello ha uccis…».
«La tua famiglia?!», si girò guardandolo con un sorriso ironico: «a tutti possono venire a mancare persone care, una prova di carattere è come uno si comporta in seguito e tu hai fallito questa prova Krono. L’hai fallita completamente. Prova a pensare cosa direbbero i tuoi. Io li ho visti poche volte ma da quel poco che ho imparato sul loro conto sono convinto che sarebbero disgustati dal tuo comportamento. Sono contento per la prima volta della loro morte, almeno non possono vedere la persona di cui erano tanto fieri ridotta in questo stato pietoso».
Krono era stato spiazzato, non sapeva come rispondere, si sentiva distrutto e umiliato, nel corpo e nello spirito.
Rio si voltò verso Malphas, si piazzò per bene per terre, allargando leggermente le braccia lungo i fianchi con gli artigli bene in mostra.
«Allora sei pronto demone corvo? È arrivato il momento della tua fine».
«Credi davvero di potermi sconfiggere Satanic Mind, ti ricordo che ho cercato e ucciso tutti i devil slayer del continente, tu e quell’altro siete gli ultimi. Kahahahah non ti sembra ironico?! È stato il demone a cacciare e ad eliminare i devil slayer, la preda si è tramutata in cacciatore».
«Oggi questo paradosso avrà termine».
«Ammetto che il vostro livello è superiore a quello degli altri ma vi resta comunque impossibile sconfiggermi».
«Vedremo».
Rio allargò le braccia tutti i bulbi oculari sul suo corpo si mossero iniziando a fissare Malphas che fu svelto ad abbassare lo sguardo, distese le sue grandi ali per poi ripiegarle attorno al proprio corpo, avvolgendolo.
«CORVI DELLE TENEBRE!», appena spiegò le ali uno stormo di corvi con tre occhi interamente rossi si librò in volo verso Rio che alzò le braccia per ripararsi dai volatili, spiazzato e sorpreso dall’evocazione fatta da Malphas.
I corvi gli furono subito addosso, cominciarono a beccarlo affondando i loro becchi nelle sue carni. Rio se ne accorse subito ciò a cui i corvi miravano non erano le sue carni ma i suoi bulbi oculari, glieli stavano distruggendo uno dopo l’altro, allora con un rapido movimento d’ali spiccò un balzo in aria, concentro energia nelle stesse e prese a batterle forte.
«ONDE DI VUOTO!!», le lame create dalle ali falciarono tutti i corvi che svanirono appena toccarono il suolo. Rio si controllò preoccupato il corpo, per controllare i danni subito, la perdita dei suoi occhi sembrava preoccuparlo.
«Khah ahaha ahah, sembri preoccupato della perdita dei tuoi preziosi occhi Satanic Mind!».
Rio lo guardò sorpreso, come se avesse capito che Malphas era a conoscenza di qualcosa.
«Vedi, il fatto è che io conosco tutte le vostre tecniche e le vostre abilità! Ho osservato l’incontro al Gran Palio in modo da sapere a cosa sarei andato in contro. Tu combatti usando la maledizione Illusion, una maledizione rara anche tra i veri demoni, una maledizione potente che consiste nello sconvolgere la mente dell’avversario con potenti incubi e illusioni, ma per farlo devi prendere il controllo della sua mente altrimenti non riusciresti a fargli vedere alcuna illusione. I demoni con questo tipo di potere hanno ognuno un metodo diverso per assoggettare la mente dell’avversario, più o meno efficacie, ma nel tuo caso l’ho capito appena ti ho visto: tu usi gli occhi».
Rio aveva gli occhi sgranati e appariva teso.
«Gli occhi sono collegati direttamente al cervello quindi agendo su di loro tu colpisci direttamente il cervello dell’avversario e per farlo hai bisogno che il tuo sguardo si incroci con quello della vittima, è a questo che servono i numerosi occhi che hai sul corpo, non per fornirti un numero maggiore di punti di vista ma per incrementare sensibilmente le possibilità di incrociare lo sguardo con quello dell’altro. In pratica tu lanci le illusioni dagli occhi, distruggendoli, ti impedisco la possibilità di usare la maledizione Illusion».
Rio fece un sospiro abbassando lo sguardo, per poi a tornare a rivolgersi verso Malphas: «molto bravo! Mi devo complimentare con te sei riuscito a capire subito il segreto della mia tecnica».
«Non è stato molto difficile, mi sono già trovato in passato a dover affrontare demoni col tuo stesso potere, so per certo che usare gli occhi per lanciare le illusioni è sempre stato il metodo migliore, oltre al più diffuso».
Fece una piccola pausa assumendo in ghigno arrogante.
«Tutti i demoni che ho affrontato in passato, con questo potere sono stati fatti fuori, tu sarai soltanto un altro della lista».
«Vedremo, mi hai fatto fuori soltanto la metà degli occhi, non canterei vittoria troppo presto se fossi in te», gli disse mentre scendeva piano per riportarsi con i piedi per terra. I due passarono qualche secondo a studiarsi, poi la battaglia ebbe inizio.
Rio sbatte le sue ali creando delle onde di vuoto, Malphas non tentò nemmeno di schivarle, allargò le braccia e rivestì la parte anteriore del suo corpo col diamante, le onde andarono a collidere sulle placche per poi scomparire. I due si lanciarono l’uno contro l’altro, cominciarono a colpirsi con gli artigli, come in ogni combattimento tra demoni i due contendenti più che scambiarsi pugni cercavano di lacerarsi e strapparsi le carni con gli artigli, ad un tratto Rio indietreggiò un poco, inspirò profondamente e poi rilasciò il suo colpo: «PROIETTILI DI VUOTO!!», sputò dalla bocca tre colpi.
Malphas era troppo vicino per schivarli quindi ancora una volta ricorse alle sue placche di diamante, rivestendo solo le parti del suo contro cui i proiettili erano diretti. I colpi vennero respinti dalle placche ma Rio approfittò del momento per colpire l’avversario in pieno volto con un potente pugno. Malphas volò all’indietro, Rio gli si lanciò contro, ma si bloccò quasi subito per schivare un cono di ghiaccio che sbucò dal terreno mirando alla sua gola, afferrò la punta con la mano in modo da usarla come perno e girarvi attorno per colpire Malphas con un calcio al fianco, il quale non tentò di resistervi ma se lo prese in pieno cercando di attutirne l’impatto. A causa di ciò il corpo del demone corvo non volò via dopo l’impatto. Quando Rio riappoggiò il piede per terra era in una posizione di svantaggio: era quasi completamente girato rispetto all’avversario, con la schiena esposta ad un attacco che non tardò ad arrivare. Malphas rivesti i suoi artigli, già molto affilati, di diamante in modo da renderli ancor più devastanti e con un rapido movimento del braccio lacerò la schiena di Rio distruggendoli tutti i bulbi oculari. Rio inclinò il busto all’indietro e gridò per il dolore.
Malphas si materializzò tra le mani due fucili d’assalto, erano mitragliatrici M2-49, armi che Krono conosceva, con cui scaricò su Rio una scarica spaventosa di colpi. Dai bossoli che le armi lasciavano cadere era chiaro che fossero delle armi tradizionali.
Il corpo di Rio volò all’indietro per qualche metro. Quando la scarica di colpi terminò Malphas si gettò contro il nemico sofferente.
«Sei finito!».
«Tu credi… sei tu quello che è finito».
Quando fu a qualche metro di distanza da Rio, Malphas si bloccò.
Aveva lo sguardo esterrefatto e incredulo.
Ad un tratto iniziò ad urlare, si agitava freneticamente, muovendo le mani in tutte le direzioni.
«Che cos’è questo fuoco?!».
«È un’illusione non lo capisci?».
«Impossibile! Non ti ho mai fissato negli occhi! Come ci sei riuscito!?».
«Ho capito che non sarei riuscito a farti cadere facilmente nelle mie illusioni, eri troppo accorto riguardo alle mie tecniche, quindi ho usato a mio vantaggio il fatto che tu fossi così concentrato a distruggermi tutti gli occhi. Poco fa quando mi ha distrutto i bulbi sulla schiena, ho sfruttato quella situazione per colpirti».
«Ti sei fatto colpire apposta, bastardo!».
«Esatto. Non ho intenzione di mettermi a giocare con te, quindi userò subito il massimo livello».
Ad un tratto Malphas ricominciò a gridare, poi smise, emetteva strani versi mentre si teneva la gola come se qualcosa gli stesse penetrando dentro.
Rio avvolse le ali intorno al suo corpo per poi distenderle con un colpo secco.
«ONDE DI VUOTO», le onde materializzatesi falciarono il corpo di Malphas completamente inerme e privo di difese. Il sangue cominciò a schizzare in ogni direzione accompagnato dalle urla del demone.
«Perché il mio potere non si attiva!?», disse Malphas furente.
«Il tuo potere consiste nel materializzare attraverso la mente tutto ciò che immagini, ora la tua mente è sotto il mio controllo, quindi il tuo potere non funziona».
Rio osservò l’avversario rialzarsi a fatica, dispiegò le ali e con un forte battito si portò in volo. Ad un tratto sollevò l’avambraccio destro, cominciò a farlo roteare tracciando delle onde nere. Quando terminò il movimento il bracciò era circondato da un’onda di vuoto a forma di lama che partiva dal gomito e si prolungava ben oltre la mano.
«Con questo la finiamo», con un altro battito di ali si lanciò verso l’avversario, che se ne stava in piedi e immobile con lo sguardo perso nel vuoto nella direzione di Rio.
Satanc Mind era ormai a qualche metro dal nemico, allungò il braccio all’indietro per caricare il fendente.
Krono poteva solo assistere impassibilmente alla scena, la sua vendetta stava per essere presa da qualcun altro.
Rio lanciò il fendente: «LAMA DI VUOTO!!».
Slashhh!
Krono sgranò gli occhi.
La reazione di Rio non fu diversa. Si era bloccato, la lama ferma a qualche centimetro dal collo di Malphas e un rivolo di sangue che gli colava giù dal lato della bocca. Abbassò lo sguardo e vide il braccio di Malphas che gli era penetrato nel ventre fino a metà avambraccio. La lama di vuoto scomparve.
«T-t-tu ma c-co…c-c-come è pos-s…sibile», riuscì a dire con un filo di voce.
Malphas aprì la bocca pe rispondere, ma fu interrotto da dei passi in avvicinamento.
Mirajane sbucò insieme a fratelli e appena vide la scena si portò le mani alla bocca.
«Oh, cielo! Rio!».
«Pessimo tempismo, ora non ho tempo per voi, snap», ad uno schiocco di dita delle catene sbucarono dal terreno legando i fratelli Strauss impedendo loro ogni movimento. 
«Tu… come puoi esserti liberato dalle mie illusioni in così breve tempo?».
Malphas lo guardò ghignando.
«Non me ne sono mai liberato, molto semplicemente su di me non hanno mai avuto molto effetto».
«Ma non è possibile, all’inizio reagivi proprio come se venissi colpito da ciò che io decidevo di materializzare».
«Le tue illusioni per me non erano altro che immagini che mi comparivano davanti agli occhi, nulla di più, inizialmente hanno funzionato ma dopo qualche secondo non avevano già più alcun potere su di me, ti ho solo assecondato per lasciati credere di avere la situazione sotto controllo in modo da poterti finire in un colpo solo prendendoti di sorpresa. Ti avevo detto di aver già combattuto contro demoni col tuo stesso potere e ogni volta sono stati fatti fuori. Le illusioni non hanno effetto su di me».
«Ma come è possibile?».
«La mia mente si è sviluppata a tal punto che è in grado di tramutare in realtà tutto ciò che immagina. Pensi che qualche incubo possa avere effetto su di essa. Kahahahah… sono quasi dispiaciuto per te sai. Contro qualsiasi altro demone ti saresti fatto valere, saresti stato un avversario difficile da battere, ma per tua sfortuna hai dovuto combattere contro di me. Hai perso per un'unica ragione: il tuo avversario ero io… crock».
«Cough».
Krono vide Rio tossire del sangue mentre il suo busto si inclinava all’indietro.
«Oh cavolo! Quella era la tua spina dorsale, accidenti pensavo che fosse più resistente».
L’espressione sofferente di Rio manifestava tutto il suo dolore.
Ad un tratto il ventre di Rio si gonfiò leggermente, quest’ultimo tossi altro sangue poi guardò sorpreso Malphas.
«Ti starai chiedendo che cosa ho appena creato dentro il tuo bel corpicino, si chiama etere luminescente ultra-compresso».
Krono sollevo la testa e cominciò a guardare preoccupato Malphas, questi ricambiò il suo sguardo con un sorrisetto sadico che mostrava tutta la sua trepidazione per ciò che stava per accadere.
«Eheheh, il tuo amico Demon Lord sa bene di cosa si tratta, una lacrima esplosiva in grado di radere al suolo un edificio, questa è una copia, ma in battaglia è comunque in grado di ferire un demone, scommetto che se inserita dentro potrà farti saltare in aria come quelli che voi chiamate fuochi d’artificio».
Rio era stranamente calmo, come se quello che gli era appena stato detto non lo turbasse minimamente.
«Wao, la tua calma è ammirevole, comunque io sono troppo eccitato, se c’è una cosa che preferisco alla vista degli umani che soffrono e si disperano è vederli saltare in aria come petardi, siete un ottimo mezzo di divertimento», si passo una mano sulla bocca per pulirsi dalla bava.
«Posso dire ora che finalmente la mia missione è conclusa, gli ultimi due devil slayer rimasti sono ai miei piedi».
«Chi… ti dice di aver già vinto, anf, ti ricordo che hai ancora un devil slayer da eliminare, quello che da molti è considerato il più forte tra noi tutti».
«Kahahahah, se cerchi di spaventarmi con fasi del genere vuol dire che sei proprio disperato, quello che secondo te è il più forte tra voi non è messo molto meglio di te e tra poco lo rivedrai all’altro mondo kra kra».
Fece forza col braccio, per prepararsi a lanciare Rio, il quale strinse i denti per il dolore.
Rio lanciò uno sguardo verso Krono, era serio, gli occhi non trasmettevano il minimo segno di paura, rabbia o preoccupazione.
«Ricorda Krono non è affidandoti alla rabbia e all’odio che riuscirai a prevalere sui tuoi nemici. Lascio tutto nelle tue mani, mi fido di te, sono sicuro che riuscirai dove io e gli altri abbiamo fallito, ammazza questo bastardo», poi rivolse lo sguardo verso Mira: «vi prego di badare a lui, stategli vicino e aiutatelo».
«Addio!!», Malphas lo lanciò in aria.
«Riooooooo!!!», gridò Mira disperata.
Krono osservò la scena, che gli sembrò durare molto più del normale. Rio aveva chiudo gli occhi e sorrideva.
“Perché sorride?”
Una luce cominciò ad uscire dal suo ventre, poi dalla sua bocca, dai suoi occhi e… BOOOOOOM!!!
L’onda d’urto si propagò facendo crollare altre macerie e investendo Krono in pieno che si riparò il viso con un braccio.
Quando fu tutto finito, di Rio non era rimasto più niente.
«Kahahahaha, avete visto che spettacolo, incredibile, incredibile! Non mi stancherò mai di far saltare esseri umani, è troppo divertente!». Si stringeva nelle braccia e continuava ad oscillare come in preda a forti brividi o spasmi, finchè il suo sguardo non cadde su Krono.
«Bene Demon Lord ora tocca a te», cominciò ad avvicinarsi a passo lento, teneva le braccia leggermente aperte mentre il suo sguardo di pura crudeltà era semplicemente spaventoso.
Krono era paralizzato, non pensava a niente, la sua vista era offuscata, aveva anche smesso di percepire dolore. Alzò il braccio evocò una pistola a doppietta e fece fuoco. Il primo colpo prese in pieno la spalla di Malphas ma l’unico risultato che ottenne fu di rallentare appena il suo passo, il secondo colpo lo prese sulla pancia ma non lo rallentò nemmeno. Krono avvertì qualcosa colargli giù dalla narice sinistra, ma non se ne curò. Premette di nuovo il grilletto ma non successe nulla, allora si sforzò e riuscì a produrre un altro colpo ma la sfera di energia si smembrò dopo qualche metro.
Un forte crampo alla testa lo bloccò, sentì un forte bruciore alla tempia destra.
Pshiiii. Un getto di sangue cominciò a fuoriuscire dalla sua tempia.
«Probabilmente non c’è neanche bisogno che mi sporchi le mani con te, se continui così ti ammazzi da solo.
Clang clang clang. Delle catene si spezzarono.
Mirajane in forma Satan Soul insieme ai suoi fratelli si posizionarono davanti a Krono per proteggerlo.
«Uffa, non potevate rimanere bloccati un altro po’».
«Ora dovrai vedertela con noi», gli rispose Mira.
«Non credo che avrei grossi problemi a sbarazzarmi di voi tre, ma sul posto credo che stiano arrivando ospiti indesiderati, dopotutto il palazzo del consiglio è appena saltato in aria e io non ho voglia di farmi vedere troppo in giro, almeno per il momento. Credo che sia meglio rimandare. Ehi! Tu, Demon lord ascoltami, la gilda a cui appartieni si chiama Fairy Tail, dico bene? Ha sede a Magnolia se non sbaglio. Tra qualche giorno verrò io stesso a trovarti, nella tua bella cittadina, li chiuderemo i nostri conti una volta per tutte, vedi di farti trovare altrimenti mi sfogherò su tutti gli abitanti che capiteranno a tiro, ahahah farò un sacco di bei fuochi d’artificio».
«Maledetto bastardo», disse Elfman mentre si preparava a caricare, ma Mira lo trattenne per un braccio.
Malphas distese le ampie ali e con un battito spiccò il volo verso il cielo: «ci vediamo tra qualche giorno Demon Lord!! Kahahahahah!».
«Fermati brutto figlio di puttana! Non abbiamo ancora finito!», Krono cercò inutilmente di rimettersi in piedi noncurante del suo stato.
«Adesso di devi calmare», gli disse Mira.
«Sorellona guarda la sua tempia».
«Ha bisogno di cure immediate, dobbiamo sbrigarci».
Krono riassunse la sua forma umana e cadde a terra sfinito, con la coda dell’occhio continuò a fissare il punto da cui Malphas era volato via, finchè non perse conoscenza.
 
Uranos se ne stava in piedi, immobile a fissare il figlio steso di fronte a lui. Lo sguardo era duro e adirato. Krono aveva gambe e braccia bloccate da delle catene, fissava il padre senza proferire parola. Fu il padre a parlare per primo.
«Che delusione Krono. Sei una vergogna per me e per tutti i Demon Lord che ti hanno preceduto».
«Padre è stato solo un errore che non si ripeterà più, la prossima volta…».
«La prossima volta?! Nel nostro mondo non esiste mai una prossima volta, un combattimento contro un demone finisce sempre con la morte di qualcuno e l’ultimo è finito con la morte di Rio! Sei stato fortunato, molto fortunato!». Fece una breve pausa, durante la quale Krono distolse lo sguardo, non riusciva a sostenere lo sguardo del padre.
«Non sei riuscito a tenere testa al tuo avversario, ti sei fatto umiliare combattendo come un bambino e a causa della tua debolezza un tuo compagno è dovuto intervenire in una battaglia non sua e questo gli è costato la vita!».
«Lui si è intromesso in una battaglia non sua! Se non si fosse immischiato quell’idiota ora sarebbe ancora vivo!».
«È proprio perché lui si è immischiato che un coglione come te è ancora vivo! Stavi per tramutarti in bestia Krono, nonostante tutti gli avvertimenti, le ore di allenamento per gestire al meglio le emozioni, non posso credere che tu abbia dimenticato tutto».    
Le catene che legavano Krono scomparvero, il ragazzo si tirò su, quando si fu rimesso in piedi si accorse di essere in una gabbia.
Suo padre si voltò e iniziò ad allontanarsi.
«Padre! Aspetta, liberami, aiutami!».
«Ti ho già aiutato anche troppo, io ho passato anni ad allenarti e se senza di me sei diventato così allora voleva dire che non valevi molto. Sia io che mio padre ci siamo sbagliati sul tuo conto, non eri nulla di speciale e ti sei rivelato una delusione, sei stato un errore, niente di più. Se mi fossi innestato la lacrima avrei protetto il villaggio e sarebbero tutti vivi».
Krono allungava le braccia attraverso le sbarre, urlava e si dimenava ma suo padre era sempre più lontano.
«Stai in gabbia come la bestia che sei».
«No! No, nooooooo!!».
 
«Noooooo!!».
Krono si svegliò di soprassalto. Respirava affannosamente, sudava, si portò una mano sul volto.
«Krono», fece una voce dall’altro lato della stanza.
Il corvino alzò lo sguardo e vide Mirajane seduta di fianco ad un letto su cui stava Laxus privo di sensi. Nei letti vicini invece c’erano gli elementi del Raijinshu: Freed, Bixlow ed Evergreen. Guardandosi intorno si accorse di essere nell’infermeria della gilda. In un istante i ricordi del combattimento gli ritornarono alla mente.
“Malphas”.  
Saltò giù dal letto, si infilò gli stivali, ignorò completamente la giacca e i guanti che si trovavano su una sedia lì vicino e si affrettò verso l’uscita. Strinse la piastrina che aveva al petto, non aveva bisogno di nient’altro finchè i suoi antenati era al suo fianco.
“Sei una vergogna per me e per tutti i Demon Lord che ti hanno preceduto”, quelle parole gli rimbombarono nella testa come un tuono, mollò la piastrina e scosse la testa per mandarle via.
«Aspetta Krono sei ancora molto debilitato, hai bisogno di riposo», Mira provò a fermarlo ma invano.
Arrivato all’uscio che divideva l’infermeria dalla sala principale udì una voce provenire dalla sala, la voce del master.
«… il sangue che hanno versato è sangue nostro, prendete tutto questo dolore, questa sofferenza e fatene spirito combattivo. Noi non siamo la giustizia, a guidarci è la nostra stessa volontà! In nome del legame che ci unisce e ci rende fieri stermineremo i nemici della nostra famiglia!».
Un forte grido si sollevò a queste parole.
“Che stronzate, tutte stronzate”!
Krono spalancò le porte dell’infermeria con una tale foga che tutti si voltarono nella sua direzione.
«Ehii! Non ti ho dato il permesso di uscire hai bisogno ancora di riposo!», gli gridò Polyushica, ma Krono la ignorò completamente.
«Fermati ragazzo!», la voce di Makarov tuonò per tutta la gilda, Krono si vide sbarrata la strada e si costrinse a girarsi.
«Cosa credi di fare in quelle condizioni?».
«E a te che ti frega stupido vecchio», gli rispose a denti stretti.
«Cos’hai detto?», si fece avanti Natsu, affiancato da Gray ed Erza, i loro sguardi non erano per niente tranquilli, emanavano collera.
«Su ragazzi cerchiamo di calmarci, siamo tutti agitati per quello che sta succedendo», Lucy tentò di calmare gli animi ma inutilmente.
«Mirajane, Lisanna e Elfman ti hanno riportato in gilda mentre il master e Polyushica ti hanno aiutano, potresti almeno cercare di mostrare un po’ più di gratitudine», disse Gray.
«Non sono tenuto a ringraziare nessuno per dell’aiuto che non ho chiesto, avreste dovuto farvi i cazzi vostri e lasciarmi in pace, me la sono sempre cavata da solo».
«Perché ti stai comportando così Krono?», chiese Mira preoccupata.
«Lascia perdere Mirajane, sei stata anche troppo gentile con questo rifiuto, ma si è dimostrato una vera delusione», Erza fece un passo avanti.
“Delusione?”.
Krono si passò una mano sulla lunga frangia in modo da scoprire bene entrambi gli occhi. L’occhiataccia che lanciò alla rossa era di pura furia.
Erza continuò: «ti abbiamo accettato come nostro compagno come membro della nostra famiglia e t…».
«Voi non siete la mia famiglia!!!», il grido di Krono fu talmente forte che chi gli era più vicino fece un passo indietro.
«La mia famiglia è morta e se pensate che io sia così bisognoso d’affetto da sostituirvi a loro vi sbagliate di grosso!».
«Per te saranno solo cazzate ma per noi la gilda è la nostra casa e i suoi membri sono la nostra famiglia, tu appartieni alla gilda nonostante tutto, quindi sei parte di questa famiglia. Un mago di Fairy Tail mette la gilda e la sicurezza dei suoi membri prima di tutto, combatte e si sacrifica per garantirla, a costo della propria vita, è così che noi ci comportiamo».
«Bwahahah», Krono a scoppiò a ridere, questo non fece altro che aumentare il numero delle occhiatacce che gli venivano rivolte oltre alla rabbia di Erza. Makarov invece fissava la scena impassibile.
«Oh certo per te è facile parlare così, tu sei Erza, la grande, grandissima Erza, colei che è stata definita Titania la regina delle fate, colei che può fare tutto solo perché si chiama così… figa, sexy, coraggiosa, forte e valorosa, con un doloroso passato alle spalle, carica di valori e orgogliosa della sua integrità morale e che va avanti sempre imperterrita, la classica persona che fa sempre la cosa giusta e non si macchia mai con atti sbagliati o indegni!». Fece una breve pausa per riprendere fiato.
«Non puoi neanche immaginare quanto mi stiamo sul cazzo le persone come te!! Visto che riuscite sempre a cavarvela facendo la cosa giusta pensate che non esita altro modo per risolvere una situazione e denigrate chiunque si comporti in un modo che ritenete sbagliato. Ma devi sapere mia cara che a questo mondo ci sono persone che per perseguire i propri scopi, per quanto giusti essi siano, hanno dovuto imboccare una strada di violenza e cattiveria non perché gli andava ma perché non avevano altra scelta!».    
«Ti sbagli, tutti hanno una scelta, il fatto che tu non l’abbia fatta non vuole dire che non ci fosse ma solo che non sei stato in grado di vederla, perché preso com’eri dalla rabbia e dal desiderio di vendetta volevi vedere solo ciò che ti faceva comodo».
«Ecco l’hai fatto di nuovo! Pensi davv…».
«Dove hai intenzione di andare?», Makarov lo interruppe,
«Andrò a cercarlo lo devo anticipare lui pensa che me ne starò buono qui ad aspettarlo ma si sbaglia.
«Come speri di trovarlo?».
«Questo non ti riguarda».
«Mirajane ci ha detto che sarà Malphas a venirti a cercare e che se non ti troverà farà una strage con gli abitanti».
«E pensi davvero che me ne freghi qualcosa?», gli rispose sorridendo, mentre si voltava e si dirigeva verso l’uscita.
«Fermati subito!!», tuonò Makarov.
A queste parole Krono si bloccò e si girò di scatto verso il master, un lampo di furia omicida attraversò il suo sguardo.
«Io non prendo ordini da te, vecchio», ringhiò a denti stretti, una pistola comparve nella sua mano e gliela punto contro.
Bang!
In gilda tutti trattennero il fiato per qualche istante.
Una goccia di sudore scendeva dalla fronte di Makarov mentre osservava il buco nero fumante ai suoi piedi.
«Ora mi hai proprio stufato, stavolta ti faccio a pezzi!», Natsu fece per lanciarsi contro Krono.
«Questo non dovevi farlo, brutto bastardo!», Erza impugnò le sue spade mentre Gray posizionava le mani.
«Fermati Natsu!», la voce del master lo bloccò.
«Ma no master! Lascialo venire magari se anche Erza e Gray si vogliono unire alla battaglia, ho proprio voglia di sentire il rumore delle ossa di queste teste di cazzo che mi si frantumano sotto le mani», Krono fece un passo avanti mentre del fumo nero cominciava ad uscire dal suo corpo, ma una mano lo afferrò per il braccio bloccandolo.
Era Mirajane, aveva uno sguardo serio.
«Ora la devi smettere Krono. Siamo per intraprendere una guerra con una gilda oscura, forse la più forte che sia mai esistita, non possiamo perdere tempo ed energie in scontri tra noi. Dovresti tornare a riposarti, Malphas ha detto che sarà lui a venire da te e quando arriverà dovrai essere in forza se vuoi vendicare Rio».
«Cosa ti fa credere che io voglia vendicarlo?».
Mira sembrava spiazzata: «lui era un tuo amico, non vuoi vendicare la sua morte?».
Krono scoppiò in un’altra risata.
«Rio era un devil slayer e come gli altri anche lui è stato ucciso da un demone! Capisci il cacciatore si è trasformato in preda, lui e gli altri rappresentano una vergogna per chiunque si sia mai innestato una lacrima di demone in corpo! Mi fanno schifo! Hanno avuto quello che si meritavano!».
La faccia di Mira così come quelle di molti altri sembravano scioccate di fronte a quella manifestazione di follia, solo quelle di Erza, Natsu, Makarov e pochi altri erano rimasti seri.   
Ma Krono non si fermò.
«Bwahahah che sfigato sono proprio contento che quell’idiota di Rio sia morto!».
SCIAAAFF!!
Un ceffone colpì in pieno viso Krono. Fu un colpo inaspettato che lo fece anche traballare. Inizialmente sembrava che la guancia gli bruciasse, ma dopo poco al bruciore si sostituì un leggero formicolio.
Con la coda dell’occhio vide Mira, lo sguardo duro rivolto verso di lui.
Qualcosa scattò dentro Krono, la sua frequenza cardiaca accelerò di colpo, iniziò a sudare freddo, sentì i muscoli gonfiarsi e irrigidirsi come se tutta la sua collera si stesse addensando dentro di essi, specialmente nel braccio destro.
Alla fine, cedette, colpì Mirajane in pieno volto con un fortissimo manrovescio.
Fu un gesto completamente involontario e senza autocontrollo, era come se il braccio si fosse mosso da solo. Solo quando la vide venire sbalzata all’indietro si accorse di quello che aveva realmente fatto.
Krono assistette alla scena come se si svolgesse al rallentatore: Mira che veniva sbalzata all’indietro sollevandosi da terra a causa della forza del colpo e cadere sul tavolo lì vicino distruggendolo.
Anche dopo che la ragazza fu per terra il corvino rimase immobile la bocca semiaperta, le sopracciglia sollevate per lo stupore, impietrito nell’osservare cosa la sua furia gli aveva fatto combinare.
 
   
 
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