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Autore: lmpaoli94    30/05/2020    1 recensioni
Paperon De Peperoni, costruendo la sua fortuna con azzeccati investimenti e sulle sue influenze mondiali, trascorre gli anni della sua vita nel meraviglioso castello di Schwerin in Germania.
Nella sua grandissima dimora ha tutto quello che può desiderare: degli ottimi nipoti e una consolidata salute che non lo mette in pericolo dinanzi a niente.
Ma il suo passato sta per tornare a bussare alla sua porta e la sua fortunata ricchezza sta per essere messa a dura prova a causa di alcuni individui della sua famiglia e non che faranno di tutto per impossessarsene e togliere di mezzo il papero più ricco del mondo.
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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< Come facevi ad avere una pistola? > domandò Doretta.
< Cara paperella, devi sapere che anch’io sono un papero dalle mille sorprese. Ho nascosto la pistola in un punto che non saresti mai andata a controllare… Ma lasciando stare questo, dimmi perché tentavi di uccidermi. Per i miei soldi? Per il mio potere? Per cosa?! >
< Sì, Paperone. Per tutte queste cose. >
< E dimmi, la rete di malvagità che ha creato tutto questo? È Cuordipietra? >
< Sì. >
< Doretta, perché mi hai tradito? Credevo che tu mi amassi per quello che sono e non per la mia influenza e per i miei soldi. Il tuo alto tradimento verrà pagato a caro prezzo! >
Doretta, non riuscendo a controbattere, cominciò a pi9angere dalla disperazione mettendosi in ginocchio dinanzi a lui.
< Paperone, ti prego di perdonarmi. Io non volevo farlo… Cuordipietra Faredoro mi ha imposto di far parte di questo piano malsano. Dopo che avevo perduto tutti i miei soldi, il Castello del Valentino è l’unica proprietà che mi era rimasta.
Negli ultimi tempi mi sono fatta prestare soldi dalle tue sorelle, altrimenti sarei morta di fame. >
< Le mie sorelle… Centrano anche loro in questa storia! Dove sono?! >
< Nelle loro stanze. Ti prego di non urlare. >
< Portami da loro. Subito! >
< Prima però dovrò rivestirmi. >
< Vedi però di fare in fretta. Non ho tempo da perdere. >
Ma nel mentre si stava mettendo il suo vestito da notte, Doretta cercava di elaborare un piano veloce per sfuggire alle angherie del suo amato.
< Potresti girarti dall’altra parte. Il tuo sguardo sopra di me mi rende molto nervosa. >
< Non ci pensar nemmeno, tesoro mio. Tu ti vestirai sotto il mio sguardo attento. Non posso permettere di abbassare la guardia su di te. Adesso sbrigati! >
Dopo essersi rivestita, Doretta portò Paperone nelle camere di Ortensia e Matilda dove le due papere stavano riposando.
< Mi dispiace interrompere il vostro sonno ristoratore ma voglio che mi guardiate dritto negli occhi mentre punisco questa traditrice. >
< Doretta… Paperone… Che sta succedendo? >
< Ortensia, evita di fare la finta tonta. So che stavate complottando alle mie spalle. E per cosa? per prendere i miei possedimenti e i miei soldi? Ebbene preferisco morire dando tutto il matrimonio in beneficenza piuttosto che darlo a voi. >
< Abbassa la pistola. È inutile che tu ci spaventi > fece Matilda.
< Ah, giusto. Il coraggio non ti manca nemmeno in questo frangente, Matilda. E se fossi tu la prima a cadere? >
< No, Paperone. Abbi pietà di noi! >
< Voi avete avuto pietà della mia famiglia?! Mi avete tolto tutto, anche la mia dignità. Ma riprenderò la mia felicità facendovi fuori questa notte stessa per poi recarmi da Cuordipietra e Amelia per finire il lavoro. >
Paperone sembrava impazzito con in pugno la sua pistola.
Era sul punto di sparare in qualsiasi momento, rendendo la situazione alquanto com0plicata.
< Adesso torniamo a te, Doretta. Credi davvero che non avrei mai scoperto i tuoi meccanismi contro di me? Io mi fidavo ciecamente, ma tu mi hai tradito fin dall’inizio. Dovevo immaginarlo che dentro di te c’era del marcio… Per non parlare di Gastone. Mi hai fatto cornuto un sacco di volte, ma adesso è l’ora di finirla. Pagherete tutti. Questo è certo. >
< Paperone, abbassa la pistola. Te ne prego. >
< Ortensia, meglio che tu taccia. Non mi sei mai andata a genio, soprattutto quando complottavi dietro alle mie spalle. Ti devo ricordare la prima volta che hai tentato di rubare la mia eredità spacciandoti per me? Quello sì che è stato un colpo da maestro… E adesso cosa volevi fare? Tu e tua sorella spettavate che Doretta facesse il lavoro sporco così che voi sareste rimaste impunite. È così? >
< Doretta era la papera più vicino a te > spiegò Ortensia < E’ naturale che toccava a lei farti fuori. Chissà quale sorpresa se fossimo state noi al suo posto… In effetti la tua dipartita è stato sempre il mio principale pensiero. Ma dovevo aspettare il corso delle cose e anche quel momento sarebbe arrivato. >
< Ahahah peccato che non verrà mai. >
< Ne sei sicuro, Paperone? >
Improvvisamente, un’orda di guardie circondarono il castello per salvare la loro padrone e le sue due ospiti.
< Arrenditi, Paperone. Non riuscirai mai a vincere contro di noi > fece Doretta con tono malefico.
< Che tu sia maledetta. >
< Maledetta o no, ci rivediamo all’inferno. >
Prima che fosse definitivamente in trappola, paperone riuscì a scappare dalla finestra calandosi nei giardini del Castello.
< Guardie! È giù in giardino! >
Correndo come un forsennato, paperone riuscì a nascondersi l’intera nottata nella città torinese mentre le guardie di Doretta controllavano tutta la zona.
“Devo riuscire a mettermi in contatto con la mia famiglia. Se solo sapessi dove si trovano…”
Paperone si sentiva solo al mondo.
Come poteva tornare al potere senza un valido alleato che lo avrebbe potuto aiutare.
“Un momento! Ricordo che nella città torinese abita un grande amico di mio nipote Paperino!”
Ricordandosi dove potesse abitare, Paperone non poté fare altro che svegliarlo nel cuore della notte entrando dalla sua finestra di camera.
< Chi è là?! > tuonò Paperoga.
Accendendo un lumino nelle vicinanze, Paperoga fu talmente spaventato da tirare un grido che si sentì in lontananza.
< Sssh, Paperoga. Sono io, Paperone. >
< Ma che diavolo significa tutto questo? Sto forse sognando? >
< No, purtroppo è tutto vero… Mi devi aiutare. >
Paperoga non riusciva a capire cosa stesse succedendo in quel momento e come se non bastasse, i suoi pensieri furono interrotti dal bussare della porta.
< Sono le guardie di Diretta Doremi. Mi stanno cercando. >
< Per quale motivo? >
< Per arrestarmi. Quella vipera vuole impossessarsi del mio patrimonio insieme alle mie due sorelle e a Cuordipietra Faredoro. Ti prego Paperoga, aiutami! >
Capendo che Paperone stava dicendo la verità, alla fine si fece coraggio decidendo di proteggerlo.
< Posso fare qualcosa per voi, guardie? >
< Siamo sulle tracce di Paperon De Paperoni, il papero più ricco del mondo. Lei l’ha visto? >
< Signori, come avrei potuto vederlo? Stavo riposando nella mia camera. >
< Eppure abbiamo sentito un urlo indifferente provenire proprio da qui. >
< Stavo sognando. Purtroppo alcune volte ho talmente die brutti incubi che non posso fare a meno di urlare. Mi dispiace avervi dato una simile incombenza, ma qui Paperone non c’è. Vi do la mia parola. >
Non indagando oltre, alla fine le guardie di Doretta Doremì lo lasciarono in pace.
< Molto bene. Se ne sono andati > fece Paperoga tornando nel suo alloggio.
< Ti ringrazio, amico mio. Ti devo la vita. >
< Allora Paperone, come posso aiutarti in questo frangente? >
< Se non ricordo male, tu dovresti essere un grande amico di Paperino. Quand’è l’ultima volta che l’hai sentito? >
< Proprio oggi. Mi è arrivata una lettera con scritto che aveva avuto giorni migliori e che Amelia, una nemica della vostra famiglia si era impossessata di Schwerin. Se non ricordo male è la tua dimora, vero Paperone? >
< Quella maledetta. La pagherà molto cara… Paperoga, sai da dove ha scritto Paperino? >
< Dal castello di Dover, se non ricordo male. È lì che abita la sua amata Paperina. >
Pensando alle sue prossime mosse, Paperone gli venne in mente un’idea brillante per riunire la sua famiglia e distruggere per sempre i suoi nemici.
< Paperoga, dobbiamo scrivere a mio nipote di trovarsi tra tre giorni a Carcassonne dinanzi alle mura del castello di Faredoro. Sarà lì che comincerà la nostra riscossa per riprendermi ciò che è mio. >
< Spiegati meglio. >
< Naturalmente non posso farcela da solo nello sconfiggere lui, Doretta e le mie due sorelle. Dopo che si saranno riunite al castello, li deporremo e li isoleremo per sempre. >
< Paperone, che cosa ti dice che Doretta e le due sorelle possano andare da Faredoro. Non si trovano qui? >
< Si riuniranno per discutere il loro piano per poter riprovare ad uccidermi. E sarà lì che li prenderemo tutti con le mani nel sacco. Però ho bisogno dell’aiuto di Paperino e delle guardie di Paperina, sperando che la giovane papera possa avere al suo seguito dei valorosi soldati. >
< Questo non lo so. Possiamo provar a chiederglielo in questa lettera. >
< Purtroppo non abbiamo tempo di farlo. Dobbiamo scrivere alla mia famiglia dicendogli di arrivare a Carcassonne tra tre giorni con tutti gli alleati disponibili. È l’unico modo. >
< Va bene, quindi dovranno partire subito? >
< Certo. Proprio come noi. >
< Perché? Cosa centro io? >
< Paperoga, senza il mio sorvegliante, non me la sento di viaggiare da solo. E poi un aiuto è sempre ben accetto in questa situazione nefasta. Ti prego di non voltarmi le spalle. Mi hai salvato una volta e sono convinto che puoi farlo anche una seconda, sperando però che non succeda niente di grave alla mia persona. >
< Ma io non sono mai uscito da Torino! Il mio aiuto… >
< Non ti preoccupare. Ci guarderemo le spalle a vicenda, d’accordo? Non dirmi di no. >
< E come pensi di arrivare a Carcassonne? Non abbiamo nessun mezzo a disposizione. >
< Compreremo qualche macchina, nave o altri mezzi di trasporto che ci permetteranno di arrivare nella città francese. Fortunatamente porto sempre qualche soldo con me > rispose Paperone facendogli vedere un sacco di monete d’oro.
< Accidenti, non avrei mai pensato di ritrovarmi in una simile situazione. E per di più è molto meglio dei sogni che faccio la notte. >
< Vedrai Paperoga, se riusciremo a vincere contro i miei nemici, potrai venire a stare al castello di Schwerin, nominandoti cavaliere. >
< Davvero? È sempre stato il mio sogno! Allora non c’è nessun motivo per non accettare. E poi sarò molto felice di rivedere il mio amico Paperino. L’ultima volta che ci siamo visti lui non era ancora fidanzato. >
< Allora coraggio, non abbiamo tempo da perdere. Viaggeremo questa notte stessa per arrivare a Carcassonne in tempo. >
< E come faremo con la lettera da recapitare a Paperino? Ci vorranno giorni per ricevere la risposta… A meno che non mi faccia aiutare dal mio professore. >
< Quale professore? >
< Paperone, dobbiamo ritardare la partenza di almeno mezza giornata. Domani mattina andremo nella mia università e ci faremo aiutare dal mio professore di tecnologia Pico De Paperis. >
< E in che modo un tuo professore può aiutarci? >
< Il mio professore ha sempre un asso nella manica. Lui sì che sa sempre cosa fare e con le sue tecnologie sarà molto utile in questa missione. >
< Molto bene. Affare fatto allora! >
   
 
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