Allora… che
dire… sono passati mesi (anni???) da quando ho scritto la mia ultima ff su efp
e, sinceramente, non pensavo di tornare così presto. Vuoi un po’ a causa dei
problemi della vita, vuoi un po’ per noia ma… devo essere sincera… quando ho
visto She-ra mi è rivenuto voglia di scrivere perché si. Insomma è il miglior
cartone animato ever.
Sono
totalmente in fissa con le Catradora e… niente, avevo sta ff che mi gironzolava
nella mente da giorni finché non ho capito che l’unica maniera per liberarmene
era scriverla.
So… Enjoy
Ah, prima di
iniziare vorrei ringraziare didone82 che mi ha gentilmente betato questa
storia. Spero vi piaccia. H93
Adora non
era una stupida, era solo… ignara.
Beh,
crescere nell’Orda non aveva aiutato, anzi, aveva reso tutto solo un po’ più
complicato.
Era sdraiata
sul letto mentre ripensava a tutte le parole, alle cose e alle azioni che aveva
imparato durante la sua vita a BrightMoon.
Zia, che
parola strana. Aveva scoperto questa strana parola quando, per la prima volta,
erano andati a Mystacor e aveva sentito Glimmer chiamare Castaspella con quello
strano appellativo.
Zia.
Non esistono
“zie” nell’orda… probabilmente non esistono neanche parole come “madre” o “padre”
nell’orda. Erano concetti strani.
Ricorda quel
giorno come se fosse ieri, ricorda la confusione quando ha scoperto che la
sorella di uno dei tuoi genitori era tua zia.
Si domanda
se la Tessitrice avesse qualche parente, si domanda se lei avesse qualche parente
lassù, in quel cielo ricco di stelle che lei stessa aveva liberato.
“Quindi…
Castaspella è tua… zia.” Dice imbarazzata quando lei Glimmer e Bow sono
finalmente soli in camera sua.
Glimmer
annuisce contenta. “Si!” Esclama.
Adora
osserva la scena ed annuisce convinta. “E fa le cose a maglia.” Sentenzia.
“Tutte le ‘zie’ fanno le cose a maglia?” Domanda, sempre più curiosa
virgolettando la parola zia.
Glimmer e
Bow la guardano sconcertati. “Beh…” Inizia la ragazza “Non tutte mia zia ama
fare le cose a maglia ma non è molto brava” Dice.
“Ehy, i miei
calzini sono comodissimi e bellissimi” Dice invece Bow convinto togliendosi gli
stivali e mostrando un paio di calzini con delle frecce ricamate sopra.
“Si… come
vuoi” Gli risponde Glimmer.
Adora si
assenta un poco dalla conversazione. Vuole anche lei qualcosa di così speciale
come quei calzini, qualcosa fatto appositamente per lei ma non osa chiederlo,
erano già stati tutti così simpatici. Non può chiedere altro a Glimmer e Bow.
Si è
ammutolita di colpo, una mano sotto il mento. “Ehy, tutto ok?” Glimmer le agita
una mano davanti al viso ed Adora si risveglia dalla trance.
“Si, si…” Dice poco convinta. “Tutto ok.” Non osa proferire altro.
La questione
delle zie le ha già dato il mal di testa ma vuole approfondire.
“Bow!” Esclama.
Bow salta
dal cuscino su cui era seduto. “Ci sono, non stavo pensando ai leoni marini!”
Glimmer ed
Adora si guardano confuse prima di poggiare lo sguardo sul ragazzo che
ridacchia imbarazzato.
Adora
solleva il sopracciglio. “Anche tu hai una ‘zia’?” Fa di nuovo le virgolette.
Bow si
congela. Glimmer sembra molto attenta.
“Io… non
sentite questo rumore?” Dice il ragazzo.
Adora non
sente niente e rimane in attesa.
“Devo
andare” Dice lui allora, scappando dalla stanza.
Adora è
confusa. Glimmer sembra scontenta.
“Ho detto
qualcosa di sbagliato?” Chiede allora la bionda all’altra ragazza.
“No, è solo
che lui…” Glimmer sbuffa. “Non parla mai della sua famiglia, non so neanche se
ha una famiglia in realtà” Ammette.
Adora soffre.
Ha messo il suo migliore amico in una brutta situazione. Ma la sua era solo
curiosità no?
“Mi
dispiace” Dice sconfitta.
Glimmer le
fa un sorriso. “Ehy, non è colpa tua.” Le assicura. “Si è fatto comunque
piuttosto tardi, ci vediamo domani ok?” Le dice la rosa alzandosi dal suo
cuscino e dirigendosi verso la porta.
Le fa un sorriso sincero prima di chiudersela alle spalle.
Adora pensa
e ripensa alla situazione e si sente in colpa per come ha fatto andare via sia
Bow che Glimmer. Non voleva farlo, voleva solo sapere.
Si sdraia
sul letto ancora vestita, una rimembranza dell’orda. Non esistevano pigiami lì.
Dovevi sempre essere pronto all’attacco.
Il letto è
ancora un po’ scomodo ma, tutto sommato, riesce a trovare una certa stabilità.
È passato
del tempo da quando è andata via dalla sua casa- dall’orda- si corregge. Stava
bene a BrightMoon ma qualcosa era sbagliato. I suoi piedi sono freddi, il letto
troppo grande e la quantità di cuscini è ancora esponenzialmente esagerata per
una come lei. Chiude gli occhi e ripensa, le manca qualcosa. Non qualcosa,
qualcuno. Sente la mancanza di Catra ai piedi del suo letto. Come prima, come
una volta. Lo strano russare della ragazza e la sua capacità, anche nel sonno,
di avvicinarsi ai suoi piedi. Le manca la vecchia Catra, le manca la sua
migliore amica. Si chiede se anche Catra pensasse a lei qualche volta, se
sentisse freddo nella cuccetta dell’orda. Era tornata nel suo letto o dormiva
ancora nella sua cuccetta? Aveva avuto un nuovo letto?
In preda a questi pensieri si addormenta.
Sorride adesso, Adora. Circondata dal calore del sole nella sua stanza a
palazzo, le spalle più leggere e i piedi un po’ più caldi. Chiude gli occhi e
sente i rumori di una mattina che sta per iniziare, tra piatti che si muovono e
chiacchierii dietro la porta. Gira il volto verso sinistra e sorride.
La seconda
cosa che aveva imparato durante il suo soggiorno a BrightMoon era che stare
male non è una cosa da dover nascondere.
Quella
mattina si alza con un leggero mal di testa, il mondo gira e ha un po’ di
nausea. Non capisce cosa c’è che non va ma questa sensazione non è giusta.
Bow entra
nella sua stanza sorridente come sempre ma si acciglia nel momento esatto in
cui vede la bionda.
“Adora?”
Adora si
gira verso la voce ovattata, quando era finita sott’acqua?
“Adora? Cos’hai che non v-” Adora non sente il resto. È svenuta.
Si risveglia
qualche ora dopo, a giudicare dal sole alto, nel suo letto. Ci sono ancora un
po’ troppi cuscini per i suoi gusti ma si sente calda.
Fa per
sollevare la testa, incredibilmente pesante, ma una mano la blocca a letto.
Bow la
guarda apprensivo. “Ehy, non fare sforzi. Hai la febbre alta.” Le dice.
Adora non
capisce, cosa è la febbre? Si chiede ma si vergogna ad esternare i suoi dubbi.
“Oggi non
andremo da nessuna parte.” Le dice perentorio il ragazzo. “Anzi. Vado a farti
una zuppa. Le zuppe fanno sentire meglio chiunque” Annuncia andando via.
Adora non ha
neanche il tempo di salutare.
Si sente
stanca, svuotata. Le fa male la testa e sente i suoi muscoli doloranti. È come
se avesse combattuto per giorni senza mai fermarsi. Il naso le cola e lei si
pulisce con la coperta. Meglio lei che il dorso della mano.
Questa
impotenza la rende nervosa. Lei non è mai stata male! Si dice nella mente. Ma
poi i ricordi si formano, sfocati ma indelebili.
Era una
bugia, lei era stata male una volta.
Aveva
all’incirca sette anni. Ricorda lentamente di come si era sentita stanca quel
giorno.
“Adora dai!” Una piccola Catra salta
sulla sua cuccetta. “È sorto il sole, dobbiamo andare!” Annuncia la ragazza
gatto.
Adora fa per alzarsi ma il mondo è così pesante. Tutto gira, è strano.
Emette un gemito dolorante quando
Catra finalmente si volta verso di lei.
“Sei tutta rossa, non ti senti
bene?” Le domanda la gatta avvicinandosi ed annusandole il viso. Poggia il naso
sulla sua fronte e si allontana emettendo un gemito. “Scotti!” Le dice in
silenzio.
“Stai… male.” Dice Catra ed Adora,
ancora sotto le coperte, annuisce tristemente.
Stare male non è tollerato
nell’orda. Stare male è sintomo di debolezza. Kyle sta male, non lei. Lei è
forte.
“Non è niente posso-” Fa per alzarsi
ma viene spinta giù da Catra.
“Non esiste. Tu oggi dormi.” Le dice
perentoria la sua migliore amica, ancora sistemata sul suo grembo.
Adora vorrebbe dirle che è pesante
ma non lo fa.
In realtà si sente bene circondata
dal calore del corpo di Catra.
“Ma come farò con gli allenamenti?”
Chiede confusa, gli occhi sono pesanti.
“Non ti preoccupare, ci penso io”
Una Catra di sette anni le rivolge un sorriso sbilenco prima di scendere dal
suo corpo. Adora sente già la sua mancanza. “Tu riposa soltanto.”
Adora annuisce chiudendo gli occhi
assopendosi lentamente.
Se sente il fantasma di un paio di
labbra sulla sua fronte beh, non se ne ricorda.
Si sveglia quelle che sembrano
essere ore dopo. Fuori è buio ma lei si sente già meglio. Fa per girarsi ma non
riesce a muoversi e allora guarda ai suoi piedi. Catra è appollaiata alla base
del letto e russa leggermente. Adora arrossisce, è la prima volta che Catra è
così indifesa vicino a lei.
Guarda vicino il suo letto e trova
due barrette grigie. Il solo vederle le fa scoppiare una fame che non sapeva di
avere. Il suo stomaco borbotta e, con esso, anche Catra. Non vuole svegliarla
ma ha davvero fame.
“Catra” Sussurra in silenzio.
“Catra.” Ci riprova quando la sua migliore amica non si muove.
Catra fa un cenno infastidito ma poi si sveglia.
“Hey Adora” Le dice ancora assonnata
ed Adora si sente sempre più vicina alla ragazza. “Sei sveglia? Hai fame?” Le
domanda subito Catra balzando dal letto e prendendo le barrette.
Adora ne afferra una e se la porta
in bocca famelicamente. Guarda l’altra e aggrotta le sopracciglia. In genere
avevano una sola barretta a pasto, come era possibile che ce ne fossero due nel
suo piatto?
“E quella?” Chiede confusa.
Catra arrossisce prima di darle il
piatto. “È la mia.” Le dice semplicemente. “Ne hai più bisogno tu.”
Adora rimane a bocca aperta.
“Catra!” Sussurra “Non puoi non mangiare, sverrai”
Catra le rivolge uno dei suoi
sciocchi sorrisi. “Ne hai più bisogno tu.” Alza le spallucce.
Adora la osserva, a volte Catra è
così strana. Fa tanto l’aggressiva con tutti ma con lei riesce ad essere sempre
gentile. L’ha scelta e lei ha scelto Catra.
Prende una delle barrette e la
spezza a metà dandone metà alla sua migliore amica. “Metà…” Inizia e, quando
vede Catra muovere la testa incalza “Per favore?”
Catra sbatte le sopracciglia dei
suoi occhi eterocromatici e sorride. “Va bene, ma solo perché non sopporto la
tua vocina.” Le dice addentando la sua razione con fame. “Questo non lo faccio
perché ti voglio bene” Dice convinta. Adora le sorride.
Mangiano insieme e, quando è ora,
Catra saluta la bionda per tornare a lezione.
“Riposati. Sta sera ti porterò
un’altra razione.” Le dice sparendo.
Adora sorride e fa esattamente ciò
che la sua migliore amica le aveva detto.
Si sveglia solo quando sente dei
passi. Apre gli occhi e vede Catra zoppicare mentre arriva al suo letto.
“Catra?” Domanda nel buio. Catra le
sorride e le porge il piatto. Adora spezza automaticamente una barretta azzurra
dandola a Catra che la prende senza proferire parola.
È strano.
“Tutto ok?” Le domanda. Catra la
guarda e finge un sorriso.
Adora si accorge che è sbagliato.
“Cosa… Catra. Cosa è successo?” Le
domanda allora.
Catra fa le spallucce. “Quella
vecchiaccia della Tessitrice si è accorta che mancavi a lezione e agli
allenamenti e, quando mi ha visto prendere due razioni mi ha punita.” Dice
semplicemente addentando la sua barretta. Adora sussulta.
Catra può anche provare a
dissimulare ma sa cosa è successo dopo.
“Dove?” Le chiede e Catra capisce.
Si toglie i pantaloni e le mostra la coscia. Era enorme e viola.
“Mi ha preso di sfuggita” Dice la
ragazza gatto con nonchalance.
Adora non sa cosa dire. Trattiene le
parole e una lacrima le sfugge incontrollata.
Era successo per colpa sua.
“Mi disp-” Non riesce neanche a
finire la frase che Catra già la blocca.
“Non è colpa tua.” Le dice. “Ora
dovremmo dormire.” Annuncia poi. Fa per sollevarsi e per arrampicarsi sul suo
letto ma sussulta. Il dolore alla coscia si fa sentire.
“Hey…” Sussurra Adora. “Vuoi dormire
con me?” Le chiede.
Catra la guarda stranamente ma alla
fine accetta, mettendosi ai piedi del letto.
Da quel giorno hanno sempre dormito
in quella posizione.
“La zuppa è
pronta!” Annuncia Bow entrando con un piatto di una strana brodaglia calda.
Adora si agita verso il ragazzo che le sorride e l’aiuta a sistemarsi meglio
sul letto.
“Bene, ora
piano che è bollente” Le dice ed Adora annuisce prendendo un sorso di quello
strano liquido giallastro. Aveva un sapore strano. Non sapeva se definirlo
buono o cattivo ma la faceva sentire al caldo, al sicuro.
“Grazie
Bow…” Dice, una volta finito.
Il ragazzo
sorride “A cosa servono i migliori amici?” Le dice ed Adora annuisce. Già, i
migliori amici. I suoi pensieri si dirottano automaticamente verso Catra.
“Ora però
devi riposare, domani starai sicuramente meglio!” Annuncia Bow uscendo.
Adora si lascia andare nel letto. È caldo ma è freddo. Non
sa come spiegarlo. È una sensazione strana. Chiude gli occhi e scivola
nell’oblio.
La mano si
muove automaticamente verso la fonte del suo benessere. Si sente bene ormai. È…
libera.
Assapora la parola sulla lingua e volta il capo quando sente
un secondo rumore ai piedi del suo letto.
Ripensa ancora a ciò che ha imparato a BrightMoon e si
ricorda di un fatto successo qualche mese prima. Non può fare a meno di
sorridere sotto i baffi.
È ancora
giorno, nota Adora uscendo dalla stanza delle riunioni. Per fortuna avevano
risolto subito. L’orda stava guadagnando terreno ma She-ra e la sua squadra
sarebbero andati ad Estelcon l’indomani a liberare la città.
Aveva la
giornata libera e non sapeva cosa fare.
Bow si è
rinchiuso nella sua stanza a lavorare con uno strano marchingegno mentre
Glimmer è andata a ricaricarsi sotto la pietra lunare.
Non sapendo
come passare le sue ore libere decide dunque di andare ad allenarsi. Sta
camminando a passo spedito verso il giardino quando sente degli strani
borbottii provenienti dalla stanza degli ospiti.
Si dirige
verso la fonte. È normale no? Dovrebbe andare a controllare, non si può mai
essere sicuri.
Apre
lentamente la porta e rimane agghiacciata mentre vede Spinnerella e Netossa,
vicino la finestra, che si sorridono e si abbracciano.
Sa che non
dovrebbe spiare ma è solo… vuole capire.
Non è
sbagliato. Lei è solo curiosa. Arrossisce quando vede Netossa sporgersi sulla
punta dei piedi e baciare Spinnerella sulle labbra.
Non dovrebbe
essere qui… ‘è una cosa intima.’ si dice prima di scappare.
Non si
accorge di essere vicino la pietra lunare. Glimmer! Glimmer potrà spiegarle ciò
che ha visto.
“È successa
una cosa stranissima” Annuncia.
Glimmer
salta dalla sorpresa e le lancia un fascio rosa che prontamente evita. “Adora!
Non farlo mai più!”
“Scusa,
scusa” Le dice sedendosi sotto la pietra poggiando le spalle e allungando i
piedi.
Glimmer
torna a riposarsi sotto il fascio di luce.
“Cosa è così
strano?” Le chiede.
“Mh?” Adora
apre gli occhi, quando li aveva chiusi?
“Hai detto
che è successa una cosa stranissima” Le ricorda Glimmer.
Adora
arrossisce e annuisce.
“Vuoi
parlarmene?” Le chiede allora la rosa.
“Ah- sì.”
Dice imbarazzata. Era giusto parlarne? Sembrava una cosa così intima.
“Sto
aspettando.” Canticchia Glimmer, ancora nel pieno della ricarica.
Adora si fa
coraggio ed inizia a parlare senza però riuscire a guardare in faccia la sua
amica.
“Ho visto
Netossa e Spinnerella fare una cosa” Le dice.
Glimmer si
solleva, questa volta confusa.
Adora
arrossisce di nuovo. “Si, insomma… io non volevo spiarle giuro. È che ho
sentito questi rumori e mi sono insospettita e…” Non termina la frase.
“Cosa hai
visto, Adora?”
Adora inizia
ad agitare le mani. “Erano vicine, si sussurravano qualcosa e ridevano. Poi
hanno avvicinato le loro facce e hanno fatto incontrare le labbra” Dice, la
voce sempre più piccola.
Glimmer
scoppia in una risata ed Adora si volta confusa.
“Si sono
baciate!” Dice, come se fosse la cosa più chiara del mondo.
Baciate…
quindi avvicinare la faccia ad un’altra persona si chiama bacio?
“Oh… e
perché?” Chiede sempre più confusa.
Glimmer le
sorride, scende dalla pietra e si siede accanto a lei.
“Sai…” Le
dice sognante. “Quando due persone si amano…” Si volta verso Adora “Vuol dire
che si vogliono molto bene, un po’ come noi ma di più.” Glimmer si sta
confondendo. “Mmh” si mette la mano sotto il mento “Noi ci vogliamo bene perché
siamo amici ma, insomma… non vorrei mai baciarti. Perché sei mia amica.” Le
dice ed Adora annuisce.
“Loro sono
qualcosa in più.” Continua la rosa. “Sono amiche ma sono anche altro. Sono due
persone che hanno deciso di vivere la loro vita insieme.” Le dice
semplicemente.
“Sono innamorate.
Vuol dire che si amano.” Conclude.
“Oh, quindi
questo ‘baciarsi’ serve a farlo capire all’altra persona?” Chiede.
Glimmer
annuisce. “Puoi baciare un’altra persona” Inizia “Ma solo se per questa persona
provi amore. È qualcosa più dell’amicizia” Le dice. “Lo capirai quando lo
proverai.” Sentenzia saggiamente.
“Oh, ho
capito.” Dice Adora allora. È sicura. Ha capito.
“Hai
capito?” Le domanda Glimmer aggrottando le sopracciglia.
Adora
annuisce. “Lo fai con una persona importante. Come Bow!” Dice.
Glimmer
arrossisce. “Bow?” Chiede, la voce sembra incrinata.
“Si?” Adora
si volta verso di lei. “Non è la tua persona importante?” Le domanda.
Glimmer
arrossisce e la guarda sconvolta non riuscendo a proferire parola. “I-io…”
Inizia.
Adora le
sorride.
“E tu? Hai
mai pensato a chi vuoi baciare?” Le domanda allora la rosa cambiando discorso.
Adora sembra
pensarci qualche secondo quando annuisce.
Glimmer è
agitata ma molto curiosa. Sta per domandare a chi abbia pensato Adora quando la
bionda la precede.
“So che è
sbagliato e che forse dirai che sono pazza ma…” Adora sospira “Se penso alla
persona che vorrei baciare, la persona che è la mia più cara amica ma anche di
più ho solo un volto nella mia mente.” Ammette.
“Catra.”
Dice Glimmer.
Adora
annuisce e sente il fantasma di una lacrima nei suoi occhi. Perché doveva
andare così? Perché doveva essere tutto così complicato nella sua vita? Perché
aveva dovuto trovare la spada di She-ra e perdere, nel frattempo, la sua
migliore amica?
“Ehy…”
Inizia la rosa “Andrà tutto bene ok?” Le poggia una mano sulla spalla. “Vedrai
che andrà tutto bene.”
Adora
avrebbe tanto voluto credere alle sue parole.
“SIETE
PRONTE?” Dall’altra parte della stanza Adora sente un urlo disumano.
Glimmer.
Sussulta nel letto, non ancora pronta per alzarsi. Ma quello era una giorno
importante, avrebbe dovuto muoversi. Si concede solo qualche secondo, una
visione prima che si svegli e-
“Mmmh,
giorno”
“Hey…”
Sorride nel vedere Catra aprire gli occhi e fissarla.
“Hey,
Adora.” Risponde la ragazza.
Adora sente
ancora le farfalle nello stomaco. Erano passati così tanti mesi dalla caduta di
Hord Prime ma ancora non riesce a credere che sia tutto vero.
“Dobbiamo
proprio alzarci?” Domanda Catra stiracchiandosi ed avvicinandosi alla bionda.
Adora sorride
e la stringe a sé, una mano sul suo fianco.
È talmente
rilassata che quasi non si accorge delle piccole fusa che provengono dalla sua
ragazza. Quasi. Non si perderebbe quei rumori per niente al mondo.
“Per quanto
vorrei dirti di no” Inizia a massaggiare il fianco di Catra immergendo la mano
nella folta peluria. “Dobbiamo proprio alzarci.” Le dice non muovendosi,
incapace di staccarsi dalla sua amata.
“Voglio
stare così tutto il giorno” Le risponde allora Catra.
Adora
sorride, lo vuole anche lei ma non può farlo. “Forza, dobbiamo andare a finire
i preparativi per il tuo compleanno” Le dice.
Catra geme.
“Che poi…” Dice quasi miagolando. “Non ho ancora capito cosa è un compleanno.”
Adora ci riflette e sorride.
Era freddo quel giorno di gennaio. Stava camminando nel palazzo quando si sente
tirare alle
spalle da Glimmer. D’istinto si mette in posizione di difesa per poi alzare il
sopracciglio quando vede Glimmer e Bow con un cappello a punta in testa.
“BUON
COMPLEANNO!” Urlano i due ed Adora è confusa.
“Adora? È il
tuo compleanno!” Urla Bow mettendole un cappellino in testa.
“E quindi?”
Chiede lei.
Bow e
Glimmer si guardano tra di loro e poi guardano lei.
“Quindi?
Adora? Non hai mai festeggiato il tuo compleanno?” Le chiedono in sincronia.
Adora ci
ripensa qualche secondo.
Correva lungo i corridoi della zona
della paura con Catra ridendo a crepapelle. Si sono sfidate a chi raggiungeva
prima il magazzino delle scope e, come al solito, Catra ha vinto barando.
“Non…” Adora parla affaticata “Non è
giusto.” Dice col fiatone. “Non puoi correre a quattro zampe contro di me, è
contro le regole”
Una Catra di quindici anni sorride
sbilenca mentre si butta a terra. “Non è colpa mia se non hai questa fisionomia
stupenda.” Le dice. “Vieni qui!” Conclude battendo la mano per terra.
Adora sorride e si sdraia accanto
alla sua migliore amica, riposando ancora.
È ingiusto, pensa mentre con la coda
dell’occhio guarda Catra che ride ancora. Si sofferma a guardare il corpo della
sua migliore amica. È affusolato, spigoloso, snello. Ma è bello. L’abbozzo del
seno di Catra era ben visibile sotto la tuta rossa ed Adora arrossisce. Si sono
cambiate molte volte durante gli anni, negli spogliatoi con gli altri ma Adora
si è sempre soffermata sul corpo di Catra. Sa che il corpo di Catra è cambiato.
Prima era più tondo e glabro ma ora è ricoperto da un sottile strato di peluria
chiara, scura solo in alcuni punti particolari. Si è accorta che anche il suo
corpo è cambiato nel tempo. Aveva anche lei un piccolo abbozzo di seno, un po’ più
grande di quello di Catra ma molto più piccolo di quello di Lonnie. Anche i
suoi peli erano diversi. Dove prima non c’era niente ora si è sviluppata una
leggera peluria bionda. ‘Pubertà’ aveva sentito da Octavia una volta. Le chiede
cosa significhi ma la donna polpo le sorride maliziosamente. “È quando il tuo
corpo cambia e i tuoi ormoni prendono il sopravvento su di te facendoti pensare
cose che non vorresti” Le dice. “Cose come… wow il suo corpo è così bello,
chissà come sarebbe se infilassi la mia bocca ne-”
Adora non sente il resto della frase
perché scappa via imbarazzata. Octavia sta mentendo, vuole solo prenderla in
giro.
O forse no.
Si sofferma ad osservare Catra,
ancora distesa accanto a lei e si chiede come sarebbe se poggiasse le sue
labbra su quelle di Catra. O le mani… o qualsiasi cosa pur di stare più vicino
alla sua migliore amica.
Le guarda ancora il seno che si alza
e si abbassa ritmicamente con il respiro calmo della ragazza.
‘Inizia a fare caldo’ Si dice.
Non si accorge che Catra si è voltata
verso di lei.
“Etheria ad Adora ci sei?” Le
domanda la ragazza.
Adora sussulta ed arrossisce di
nuovo. Questo era… strano.
Non dovrebbe pensare così di Catra.
È… sbagliato no? Nell’orda non si possono pensare certe cose. Ti rendono debole
e stupida e lei non è né debole né stupida. Deve concentrarsi meglio per poter
finalmente diventare il capitano della forza ed esplorare il mondo con Catra.
“Scusa. Mi sono distratta.” Dice
semplicemente, sperando che Catra non si sia accorta di niente.
È il turno di Catra di arrossire.
“Oggi è il tuo compleanno” Le dice porgendole un sacchetto.
Adora si solleva e con lei si
solleva il suo sopracciglio.
“Ho pensato fosse una cosa carina”
Le dice Catra rossa. Adora sorride. “Ma questo non è perché ti voglio bene.”
Afferma la bruna. “L’ho fatto solo perché tu al mio compleanno mi hai regalato
questa maschera” Si tocca distrattamente la maschera rossa che Adora aveva
lavorato con alcuni pezzi trovati qua e là nella zona della paura.
Adora sorride e apre il sacchetto
trovando una giacca rossa.
“L’hai fatta tu?” Chiede sorpresa.
Sa che Catra è negata con il cucito.
Catra annuisce ormai completamente
rossa in volto.
Adora capisce perché, nell’ultimo
periodo, le mani di Catra erano sempre fasciate.
Abbraccia la bruna d’impeto. I volti
a pochi centimetri di distanza. Vorrebbe allungarsi verso di lei, poggiare le
labbra sulle sue…
Ma sussulta quando Catra poggia la
fronte sulla sua facendo delle fusa leggere.
Adora sorride e chiude gli occhi.
“Stai facendo le fusa.” Dice, abbandonandosi al rumore.
Catra la spinge via. “Sta zitta!” Le
intima alzandosi.
Adora è delusa, vuole tornare alla
posizione di prima.
“Torniamo di là prima che qualcuno
noti la nostra assenza. Non voglio vedere quella faccia orribile della
Tessitrice” Dice.
Adora non si accorge dello strano
rossore sulle guance di Catra e di come si tocca le labbra.
“Io…”
Distrattamente si tocca la giacca, quasi come se volesse fondersi ad essa. “Si,
una volta.” Risponde ai ragazzi mantenendosi sul vago.
Glimmer e
Bow si guardano e Bow fa le spallucce.
“Ma sono
convinto che non sia stato molto divertente perché…” Emette un grido “UHHH era
l’orda!” Dice.
Adora
sorride. “Forza, come si festeggia un compleanno?” Chiede.
I due
ragazzi sorridono trascinandola per il castello.
Adora ride come se non ci fosse un domani. È veramente una
bella festa.
“Un compleanno?” Dice mettendosi una mano sotto il mento. Si è alzata dal letto
rabbrividendo per l’aria di ottobre e si è vestita. Si sta aggiustando la coda
mentre si volta verso Catra che, lentamente, sta scendendo dal letto.
“È un po’
come…” Arrossisce. “Sai, quando mi regalasti questa giacca” la tocca è
consunta, rovinata ma non la cambierebbe per niente al mondo. “Solo più in
grande. La gente ti fa i regali e ci sono tante cose da mangiare.” Dice
“Letteralmente troppe.” Esclama con enfasi. “Dolci, salati, caramelle,
cioccolata. Tutto.”
Alla
menzione del cibo Catra si era svegliata completamente sollevandosi e
vestendosi in pochi secondi.
Adora
sorride alla ragazza. Lei non è poi così diversa. Avevano mangiato quelle
razioni per troppo tempo. Il cibo vero era troppo invitante.
Si avvicina
alla bruna e si china leggermente per darle un bacio sulle labbra. Già, ora
capisce perché la gente si bacia tutto il tempo. Le labbra di Catra sono
morbide sotto le sue, lentamente fa scivolare una mano sulla schiena di Catra e
la tira a sé sorridendo. “Il bacio del buongiorno, tesoro.” Le dice
semplicemente.
Catra
arrossisce sotto di lei ma, per una volta, non la scaccia. “Sei un’idiota” Le
dice.
“Ma sono la
tua idiota. Mi hai scelta” Risponde Adora. “Sai…” Inizia con nonchalance “Ti
amo, ti ho sempre amata e così via?” Continua.
La coda di
Catra si rizza per l’imbarazzo. Fa per spingerla ma Adora non si muove dal suo
posto.
Anzi, se
possibile la stringe più a sé.
Catra
borbotta imbarazzata. “Idiota.” E Adora è felice.
Sussultano
entrambe quando sentono battere alla porta. “RAGAZZE DAI! FAREMO TARDI, LE
ALTRE SONO GIA’ TUTTE PRONTE!” Urla Glimmer.
“Arriviamo!”
Annuncia Adora prima di dare un secondo bacio alla sua ragazza.
“Ok, vi
aspetto in sala!” Dice ed Adora sente il rumore del teletrasporto.
Passa
qualche altro minuto ferma, a crogiolarsi del calore di Catra ma sa che deve
andare.
“Andiamo?”
Le chiede separandosi. Catra annuisce e le tiene la mano.
Adora
l’afferra ma, proprio quando sono arrivate alla porta la ferma. “Aspetta…” le
dice. “Manca qualcosa.”
Armeggia con
la cinta della giacca e si stacca la spilla simbolo della ribellione.
Catra la
guarda confusa ed Adora si gratta la guancia. “Beh, non hai mai avuto niente
che facesse capire al mondo che sei dalla parte dei buoni” Dice.
Catra
sorride e la prende, decidendo di indossarla sulla camicia grigia che
indossava.
“Sei
bellissima” Le dice allora Adora.
Catra
sorride arrossendo. “Anche tu.” E si sporge per baciarla.
Dopo pochi
minuti scendono, mano nella mano, nella stanza principale del palazzo.
Glimmer l’ha
addobbata personalmente con ogni sorta di decorazione possibile.
Come
preannunciato da Adora c’è cibo e musica in abbondanza. Sono tutti riuniti in
piccoli gruppetti a chiacchierare del più e del meno finché non le vedono
entrare.
Bow si
lancia verso di loro sorridendo e Catra è quasi pronta ad uno dei suoi abbracci
da “squadra migliori amici”. Non che le piacciano, ma Adora sembra affezionata
a queste cose quindi decide che le andranno bene.
L’abbraccio
non arriva.
Bow è fermo,
gelido, stazionario al suo posto.
“Bow?”
Chiede Glimmer avvicinandosi al ragazzo. “Tutto ok?”
Bow non
risponde, beh… non a parole almeno. Indica con una mano la spilla di Catra e
Glimmer sbianca.
“VI SIETE
SPOSATE?” Urla la rosa.
La musica si
spegne e tutti guardano la coppia sconvolti.
Catra ed
Adora si guardano negli occhi non capendo cosa stia succedendo.
“Tu- Voi…
SENZA DI ME?” Urla ancora la rosa. Bow piange disperato avvolto da un alone
oscuro.
“Pensavo di
contare qualcosa” Sussurra il ragazzo.
“Cosa?”
Prova a dire Adora ma viene fermata da Glimmer.
“PENSAVO
FOSSIMO MIGLIORI AMICI!” Urla. “E VOI VI SPOSATE SENZA NEANCHE AVVISARE?”
Catra sta
per rispondere ma, improvvisamente, le manca il terreno sotto i piedi.
Urla quando
si sente intrappolata dall’abbraccio di Scorpia.
“Sono così
contenta per te gattino!” Sorride la più alta stringendola tra le sue tenaglie.
“SILENZIO!”
Tuona allora Adora confusa.
Tutti si
congelano, anche Scorpia. Bow non smette però di piagnucolare.
“Che vuol
dire sposate?” Chiede nella più totale ignoranza.
Un silenzio
tombale scende nella stanza prima che tutti scoppino in una fragorosa risata.
Adora
arrossisce e sta per controbattere finché Netossa non la ferma.
“Oh Adora.”
Le dice. “Significa sugellare un patto.” Inizia. “Come me e Spinny. Significa
che ti impegni a vivere tutta la tua vita con la persona che ami.” Spinnerella
prende la mano di Netossa e sorride. “Significa dedicarti alla persona che ami
anima e corpo. Su Etheria per sugellare il matrimonio ci si scambiano degli
oggetti importanti come…” Indica la spilla sulla camicia di Catra che era
finalmente sfuggita dalle chele di Scorpia. “Quella.” Conclude Netossa.
Sia Adora
che Catra arrossiscono di colpo imbarazzate.
“Oh noi…” Si
ferma un minuto.
Glimmer le
abbraccia entrambe. “Scusate se mi sono arrabbiata” Dice loro “È che voglio
organizzare io il vostro matrimonio” Ammette.
Pochi minuti
dopo tutti sembrano aver dimenticato la scena. Catra è vicino al fuoco ed Adora
si posiziona alle sue spalle abbracciandola da dietro. Le pone un bacio sulla
spalla, poco sotto il collo e sorride. Catra si lascia andare.
“Quindi…
neanche tu sapevi cosa fosse ciò che abbiamo fatto?” Chiede Catra ad Adora.
“No! Ma
sai…” Inizia la bionda poggiando una mano su quella di Catra. “Credo che il
concetto non fosse poi così sbagliato. Voglio vivere la mia vita con te, Catra.
Ora più che mai.” Le dice.
Catra apre
la bocca e sta quasi per girarsi quando intercetta Netossa e Spinnerella che
sorridono tra di loro.
“Sono così
innamorate.” Dice Spinnerella ridacchiando.
“Già, mi
ricordano noi di un paio di anni fa.” Concorda Netossa che fa un sorrisino
malizioso. “Immagina come saranno quando scopriranno cos’è il sesso.” Rise.
Spinnerella
le diede una botta dietro la testa. “Scema.” E Netossa inizia a ridere, se
possibile, ancora di più.
Sesso? Era
una parola strana, non l’aveva mai sentita.
Magari
doveva chiedere ad Adora il suo significato quella sera e, magari dovevano fare
qualche ricerca insieme.
Ma non era
una cosa da fare adesso, sembrava una cosa da discutere da sole.
Si voltò verso la sua amata e le diede un lungo bacio sulle
labbra.
Adora non
era una stupida, era solo… ignara.
Ma, per una
volta, ignara non era una parola sbagliata.
Che ne
pensate? Perché io mi sono divertita tanto a scriverla e… non lo so, ci sono
affezionata tanto. Le Catradora mi hanno distrutto l’anima con la loro
tenerezza e niente. Penso di amarle più della mia stessa vita quindi… fatemi
sapere J un commentino ino ino aiuta sempre :D alla prossima, H93